All language subtitles for Un Professore - S02E11

[# NELLA CONFUSIONE]

[# MILIARDI DI PERSONE... #]

[SQUILLI DI CELLULARE]

Chi è ?

- Ciao, Pantera. - Ciao, Dante.
Sono qui fuori ad aspettare Mimmo.

Torna con me dal magistrato.
Finché non finisce le dichiarazioni

non torna a scuola. - Va bene.
- Per favore, avverti la preside

che il giudice le sta mandando
la documentazione.

Mimmo come si comporta ?
Ieri vi ha detto qualcosa ?

Più di qualcosa. E' coraggioso.

- Adesso devo andare. Ciao, Dante.
- Ciao, Pantera.

- Buongiorno, Mimmo.
- Buongiorno.

Ciao.

Vorrei restare, ma non posso.

- Devo andare da Viola,
è rimasta da sola. - Certo.

- Vai.
- Ciao. - Ciao.

Grazie.

Dobbiamo andare via,
diamo troppo nell'occhio.

- Che vuoi fare ?
- Non possiamo andare all'estero.

-Cerchiamo una soluzione qui. -Vado
in Francia da sola, se non vieni.

-Devo solo passare il confine.
-Come vivi lì, dormi sotto i ponti ?

Ci penserò una volta lì.
Vieni o no ?

Sì, ma non abbiamo abbastanza soldi
per partire.

Vendiamo questa, è d'oro.

L'oro va a peso,
quella non vale niente.

I soldi li trovo io,
ma dobbiamo andarcene da qua.

Ti fidi di me o no ?

Eh. Dài.

- Buongiorno.
- Ciao. - Ciao.

- Avanza il caffè ?
- Sì, è lì.

- Come stai ? - Bene. - Mamma, vieni
con me ? - No, se vai con la moto.

- Mi si scompiglia la pettinatura.
- Non vado più in moto.

- E' pericoloso per me
e per gli altri. - Saggia decisione.

Ho anche preso un'altra decisione
ed è una cosa importante. E...

Ho deciso di operarmi.

Dài, mamma, andiamo. Vieni, dài.

- Sì, sì. - Ciao.
- Ciao. - Ciao.

- E adesso ?
- Adesso c'è chi spera

e chi prega...
ma l'affrontiamo insieme.

Papà... E' già ora ?

Scusa, non volevo svegliarti.

Dormi, lo so
che non vuoi andare a scuola.

No, ci voglio andare. Aiutami.

- Che ci facevi qui ?
- Ti guardavo.

Stavo pensando che ho fatto
un sacco di errori con te.

Sei speciale così come sei.

- Grazie.
- Mi dispiace anche per ieri sera

che non sono stato qui con te.
- Non importa.

Anzi, forse è meglio così.
Sono andata con Rayan

a mangiare un hamburger, poi abbiamo
fatto una passeggiata ai Fori.

Ma questo Rayan... che tipo è ?
Mi posso fidare ?

- Beh, è un calciatore.
- Ahia.

Soprattutto, è bellissimo.
E indovina un po' ?

Si è innamorato di me.

Anzi,
sai qual è la cosa più assurda ?

- Che io mi sono innamorata di lui.
- Vieni qui.

(registrazione) "Dovrei parlarti.
Potremmo vederci domani ?"

"O passo io in libreria o vieni tu
a scuola, domani ho le ultime ore."

"Vabbè, ciao."

- Venga a vedere in bagno, non so
che pennarelli... - Ada, un attimo.

- Scusa.
- Sì. Egidio, ti raggiungo.

- Dimmi. - Ti sono arrivati
dei documenti dal giudice ?

- No, che documenti ?
- Vabbè, ti arriveranno.

Mimmo per qualche giorno non verrà
a scuola. Aspetta !

Se De Angelis ti chiede di lui,
ti prego di non chiamare il carcere.

- Se non è in carcere e non è qui,
dov'è ? - Lo sa il giudice, scusami.

E' per il bene del ragazzo. E' una
questione molto delicata, davvero.

- Stavo venendo da lei. - Salve.
- C'è un'emergenza. - Vi presento.

-Preside Ada Smeriglio, l'assistente
sociale di Nina. -Piacere.

- Che c'è ? - Nina ieri al parco
si è ripresa Lilli

senza dirlo ai genitori affidatari.
- Oddio ! - Era con un ragazzo.

La baby-sitter dice
che è magro con i capelli neri.

- Sì, Manuel, il suo... ragazzo.
- Ah.

I genitori l'hanno rintracciata
al telefono.

-Lei ha cercato di tranquillizzarli.
-Ha detto che intenzioni aveva ?

- No, ha subito rimesso giù.
- Loro hanno denunciato la cosa ?

No, sanno
che Nina vuole bene a Lilli.

Si sono rivolti a me
e anch'io non ho ancora detto nulla

perché sono convinta delle buone
intenzioni di Nina. Devo parlarle.

Ho pensato che magari lei ha idea
di dove possa essere.

- Purtroppo no.
- Abbiamo poco tempo.

Se Lilli oggi non torna,
i genitori chiamano la polizia

e Nina potrebbe non rivederla per
molto tempo. - Non deve succedere.

- Li cerco e li trovo io, promesso.
- Lo spero. Teniamoci in contatto.

- Io scappo. Grazie, arrivederci.
- Grazie. - Arrivederci.

Posso dire sommessamente che questa
scuola è diventata un manicomio ?

Eccoci.

Restate qua, cercate
di non farvi notare da nessuno.

- Dove vai ? - A rimediare i soldi
che ci servono. - "Rimediare" ?

- Non ti preoccupare.
- Dài, Manuel. - Torno fra un po'.

Vieni.

- Vuoi l'acqua ?
- Sì.

- Tutto bene...
- Simone ?

E' in ritardo !
Stiamo "a rota" di filosofia.

- Scusa, devo parlare con Simone.
- Ah, va bene. - Vai in classe.

Vieni con me, va'.

Ora ti dico una cosa, ma mi devi
giurare di non dirla a nessuno.

Allora, ieri...

Manuel e Nina hanno fatto
una cazzata... enorme.

Tu sai di che cosa sto parlando ?

- No, non ne ho idea.
- Allora te lo dico io.

Hanno preso Lilli,
la figlia di Nina, e sono scomparsi.

- Manuel non ti ha detto niente ?
- Niente, te lo giuro.

Ho provato a chiamarlo,
ma non mi risponde.

Dovessi sentirlo,
cerca di farlo ragionare.

- Digli che ci voglio solo parlare.
- Va bene.

- Me lo prometti ?
- Promesso, certo.

Andiamo in classe, va'.

Di questi conosci qualcuno ?

No.

- E tra questi ?
- Sì.

Quello al centro. Gestisce uno dei
ristoranti dove riscuotevo il pizzo.

Quindi potresti dirci con esattezza

dove sta questo ristorante ?
- Sì.

Conosci quest'uomo ?

- Mi hai sentito ?
- Sì, ho sentito.

Scusate, mi sto sentendo poco bene.
Possiamo fermarci un attimo ?

Noi adesso ti lasciamo
un po' da solo

così ti tranquillizzi, va bene ?

Va bene, grazie.

Oggi faremo una lezione
che spero possa essere utile

anche a chi non è con noi

e per questo motivo
la vorrei filmare e postare.

Vuole rifare una specie di diretta ?

Sì, una di quelle cose
che fate con i telefonini.

Simone, ti va di riprendere ?

- Sì. - Questa poi la giriamo
anche a Mimmo, ci tengo tanto.

- Dimmi quando ci sei.
- Aspetta.

Ecco.
[NOTIFICA DI CELLULARE]

[NOTIFICA DI CELLULARE]

Tienilo, amore.

Jean Paul Sartre, grande filosofo
esistenzialista francese

vissuto nel Novecento e vincitore di
un premio Nobel per la letteratura.

- Si è concentrato sul concetto
di angoscia. - Che risate.

In realtà, più su un concetto che
con l'angoscia è legato intimamente

cioè il concetto di libera scelta.

Per Sartre,
l'uomo è libero di scegliere

ma questa sua libertà è
anche la sua condanna.

Noi siamo liberi di scegliere

ma la scelta è una responsabilità.

La scelta può essere faticosa,
può essere dolorosa

per questo lui usa
la parola "condanna".

Il peso di quello che decidiamo
di fare o di non fare ricade

non soltanto su di noi,
ma anche su chi amiamo.

Questo ci porta
in un'angoscia profonda

che alla fine ci rende infelici.

Se ci pensiamo, a chi di voi
non è capitato almeno una volta

di provare ansia per una scelta ?

- Eh. - Io angoscia pura,
ma solo fino a ieri. - Ah.

Io nell'angoscia di scegliere
ci vivo da sempre.

- Non mi decido mai a fare niente.
- Io invece scelgo sempre.

- Mi butto subito e poi mi pento.
- Eh, non dirlo a me.

Lei come sta messo con l'angoscia ?

- Me la cavo abbastanza bene.
- Pure in questo momento ?

Sì.

Direi proprio di sì.

[SCATTO DELLA SERRATURA]

- Allora, sei più rilassato ?
- No.

Ma devo scegliere.

Questo è l'uomo
che è stato incaricato della cosa.

- Dell'omicidio ?
- Sì, dell'omicidio.

E' lo stesso uomo che ha sfregiato
anche Loredana De Dominicis ?

- Lori, sì. - Sei sicuro ? - Sì,
c'ero anch'io quando l'ha fatto.

- Hai partecipato anche tu ?
- No !

Io ho suonato il campanello.

Lei è scesa e lui l'ha tagliata.

Non sapevo che l'avrebbe fatto.

[SQUILLI DI CELLULARE]

- Sì ?
- Ciao, Anita.

- Ciao.
- Come stai ?

- Bene. Tu ? - Credo
di avere chiuso il peggior contratto

da quando ho iniziato a lavorare.
- Mi dispiace.

E' che non ho la testa,
proprio non...

Non faccio che pensare a te.
Quando possiamo rivederci ?

Non so... Io sono un po' confusa.
Prendiamoci un po' di tempo.

Ah. E quanto ?

Nicola, davvero, non lo so.
Non mi fare tante domande.

Poi oggi è anche una giornata
un po' strana...

Va bene, niente domande.
Ti dico solo una cosa bella.

Ho visto Viola ed era più serena.

Abbiamo parlato e abbiamo deciso
di pranzare insieme.

Sono felice per te, per voi.
Sono felice, davvero.

Grazie. E poi...

Vabbè, lo sai, io ci sono.
Per qualsiasi cosa mi puoi chiamare.

- Ciao.
- Ciao.

Per te questa moto vale 300 euro ?
Non è un giocattolo a pedali !

- Se ti sta bene, facciamo 350.
- 375 ed è tua.

Vabbè.

Ehi.

- Notizie di Manuel ?
- Niente.

Niente neanche da Mimmo.
Oggi non è venuto a scuola.

- Ogni minuto che passa in carcere
mi sale una gran paura. - Non è lì.

- Come no ? - E' in Procura,
ma nessuno lo deve sapere.

- Sta parlando con il magistrato.
- Non mi ha detto niente.

Simone, si risolve tutto.
Hai capito ? Eh ?

Okay ?

Io sposterei questo tavolo
e lo monterei sul palcoscenico.

Io ci penserei due volte.

Con la schiena che ti ritrovi,
non vorrei averti sulla coscienza.

Adesso non voglio dire, ma anche se
non sembra, sono piuttosto in forma.

- Allora fallo, vediamo.
- Ah !

- Ah ! - Ci pensiamo noi. - Dategli
una mano o si spezza in due.

- Spostatelo voi, sì. - Portatelo
su, mettetelo qui. - Ah...

- Così, davanti alla finestra.
- Tutto okay ? - Sì, niente di che.

- Un piccolo fastidio.
- Possiamo assistere alle prove ?

Sì, sedetevi,
che anch'io... mi accomodo.

- Si è spezzato la schiena ?
- Boh.

- Tutto bene, Attilio ?
- Sì, benissimo.

- Avviso mio padre che mi fermo qua.
- Okay. - Magnifico !

- Iniziamo ? - Certo.
- Sì. - Dài.

- Posso ?
- Oh, vieni. - Ciao.

- Mi volevi parlare ?
- Sì, sì.

Manuel oggi non è venuto a scuola
e non ha dormito da me.

Lo so, ha dormito dalla fidanzata.

No, non sappiamo
dove abbiano dormito, però sappiamo

che sono scappati
con la figlia di Nina

che è affidata a una famiglia.
- Dimmi che non è vero.

- Dimmi che Manuel non ha fatto
questa cazzata ! - L'ha fatta.

La polizia non è stata ancora
allertata, ma dobbiamo trovarli.

Certo che dobbiamo trovarli !
Ma guarda tu...

- Non hai un'idea di dove potrebbero
essere ? - No, che ne so io ?

Non so che cosa fa quello !

- Devi stare calma.
- Sì.

Sii lucida e cerca di pensare
a dove potrebbero essere.

-A casa mia. Loro sanno che sto
fuori tutto il giorno, andiamo. -Sì.

- Muoviti, Dante.
- Sì.

Eccoti ! Non ti sei dimenticata ?
Ho prenotato al mare.

- Sarà una bella giornata.
- Scusa se te lo dico solo ora.

Mi hanno invitata a rimanere
alle prove del laboratorio teatrale.

- Probabilmente finisco tardi.
- Non ti preoccupare.

- Va bene. - Vai, va bene.
- Ciao, tesoro. - Ciao.

- Dov'è la macchina ?
- Di qua.

- E' lontana ?
- No, cento metri.

[VOCIARE INDISTINTO]

Scusa, ho fatto tardi.

- Allora ? - Ho prelevato i soldi
sulla carta di mio padre

e ho venduto la moto, ma non basta.
- Vabbè, non fa niente.

Abbiamo 1200 euro, ma possiamo
arrivare ai soldi che ci servono.

Intanto... ho preso un po'
di merendine, un po' di cose.

Le puoi buttare,
ai bambini fanno male.

- Da quando ? Io ci sono cresciuto.
- E infatti guardati.

- Vabbè. - E' stanca e ha la febbre.
Un'altra notte così non la regge.

-Dobbiamo capire che fare. -Prendere
il primo pullman per Parigi.

Lì duriamo due giorni !

- Fra oggi e domani abbiamo
i soldi ! - Non posso girare così.

Dobbiamo trovare una casa.

Lo so, lo so.

[SQUILLI DI CELLULARE]

- Manuel ?
- Sì. - Dove sei ?

- Simone, ci serve una mano.
- Sei con Nina ?

Sì. Abbiamo avuto dei problemi
e siamo ancora in Italia.

- Meno male, avete rinunciato ?
- No, che dici ? No.

Sono tutti disperati.
Posso dire che state bene ?

No, non devi dire niente.

Ci serve un posto dove nasconderci
oggi e domani.

- Lì alla villa ho visto la serra.
- Fa freddo, è vecchia e rotta !

- La soffitta ?
- No, fa freddo pure lì.

Senti, intanto venite qua.

- Poi ci pensiamo.
- Va bene. - Ciao.

Ciao.

Oddio, sono venuti i ladri ! No !

Ma porca... Guarda che è successo !
Ci mancava questa adesso !

- E' stato Manuel. - Che ne sai ?
- Qui c'erano 400 euro

che avevo messo da parte !
- Veramente ? - Sì.

Mandagli un messaggio,
digli che hai visto il casino a casa

e chiedigli che intenzioni ha.

Manuel, ma perché ? Ma che succede ?

Non c'è linea. Aspetta, riprovo.

Oddio... Dài, rispondi.

Non prende. Che devo fare ?

Di' a Nicola che è scomparso.

Perché ? Perché devo fare
preoccupare anche lui ?

Perché è il padre !

Magari Manuel e Nina sono
in albergo da lui.

- No, stamattina ci ho parlato
ed era in ufficio. - Ah.

- Figurati se Manuel va in ufficio
da Nicola. Comunque lo chiamo. - Sì.

I versi che vi leggerò sono stati
scritti da una poetessa polacca

Wislawa Szymborska, premio Nobel
della letteratura nel 1996.

Lei scrisse questi versi

subito dopo avere visto
al Rijksmuseum di Amsterdam

il quadro di Jan Vermeer
"La lattaia".

- Matteo ? - Sì ?
- Dormi ? - No.

- No.
- Allora accomodati.

[RISATE]

- Laura, poi vorrei che provassi
a leggerla dopo di me. - Va bene.

"Finché quella donna
del Rijksmuseum"

"nel silenzio dipinto
e in raccoglimento"

"giorno dopo giorno versa il latte
dalla brocca nella scodella"

"il mondo non merita...
la fine del mondo."

Che meraviglia.

- Laura.
- Sì. - Tocca a te.

- Hai capito come va letta ?
- Sì. - Senza enfasi.

Senza sottolineare nulla.
E' la celebrazione della bellezza

racchiusa nei gesti
della vita quotidiana.

Grazie, Attilio.

Vai, Laura.

"Finché quella donna
del Rijksmuseum"

"nel silenzio dipinto
e in raccoglimento..." - Rayan ?

- "Giorno dopo..."
- Vorrei fare l'amore con te.

"Il mondo non merita
la fine del mondo."

[APPLAUSI]

Brava !

Brava, brava.

Hai capito che cazzata ha fatto ?
Lo sto cercando come una disperata.

Manuel è intelligente. Se non vuole
farsi trovare, non si fa trovare.

Fammi la cortesia,
se per caso si fa vivo con te

gli dici di restituire subito
la bambina ? Poi tutto si aggiusta.

-Non credo che Manuel si farà vedere
da me, ma nel caso, va bene. -Ecco.

[# TI RICORDI QUELLA SERA ? #]

Papà...

Manuel e Nina stanno venendo qua.

[# COME DUE PISCHELLI
AL LORO PRIMO FRIGO BAR. #]

[NOTIFICA DI CELLULARE]
Chi è ?

E' un vocale di Simone.

(registrazione) "Papà... Manuel e
Nina stanno venendo qua." - Oddio...

- Ti ringrazio.
- Dài... andiamo.

Si può vivere così ?

Si può vivere sempre con
questa angoscia ? E' vita questa ?

Io non ce la faccio più !

[# NON LO SO, BABY, NON LO SO.
A VOLTE VORREI DIRTELO.]

[# NON TI BASTA UNA VITA NORMALE ?]

[# A ME BASTA
CHE MI VIENI A SALVARE. #]

C'è mia madre. Passiamo dal retro.

- Tua nonna ?
- E' al laboratorio.

Non vengo. L'unico
che può aiutarci è mio padre.

- Che ne sai che può aiutarci ?
- E' pieno di soldi.

Tranquilla, torno presto.

Simone ?
Sono le mie due donne, te le affido.

- Dove vai ? Aspetta.
- Prendo la moto di tuo padre. Ciao.

[# NON LO SO, BABY, NON LO SO.
A VOLTE VORREI DIRTELO. #]

Andiamo.

[# NON TI BASTA UNA VITA NORMALE ?]
[A ME BASTA CHE MI VIENI A SALVARE.

[# NON LO SO, BABY, NON LO SO.
NON LO SO, BABY, NON LO SO.]

[# NON LO SO, BABY, NON LO SO.
NON LO SO, BABY, NON LO SO. #]

(sottovoce) Ssh, piano.

Secondo me, siete due pazzi.

- Non c'era un altro modo.
- Cazzata, c'è sempre.

- Voglio Eli.
- Sì. Mi aiuti ?

- Che cosa ? - C'è il panda.
- Sì. - Nello zaino.

[TONFO]
Cazzo.

Simone ?

- Simone, sei tu ?
- Sì... Sì, mamma. - Ah.

- Buongiorno, signora.
- Ciao.

Lei è... E' Nina,
una mia compagna di classe.

Io sono Floriana.

Lei chi è, la tua sorellina ?

- In realtà, è mia figlia.
- Sì, ecco...

- Mamma, io... - Forse è meglio
se vado. - Macché ! E la bambina ?

-Deve dormire e mangiare. -Lo so...
Forse ha anche la febbre. -Vediamo.

No, niente febbre.

Vabbè, dài, venite.

- Grazie.
- Di qua.

Adesso chi lo sente quello ?

Hai letto tutto ?

- E' quello che hai detto ?
- Sì.

Allora non ti resta che firmare.

Ecco a voi.

Resta un'ultima cosa.

Dobbiamo impedire l'omicidio
di cui ci hai parlato.

Poiché sai che avverrà sabato,
ma non sai dove...

l'unica è seguirti.

Sabato sarò sotto la tua scuola.

Quando arriverà Palommo,
io vi seguirò.

Se Palommo se ne accorge...

mi uccide.

Non succede, Mimmo. Tranquillo.

Speriamo.

- Adesso le facciamo
una bella treccia. - Manuel ? Nina ?

- Sei qui, per fortuna.
- Dov'è Manuel ?

Non c'è, non so dove sia.

Come ? Non siete venuti insieme ?

- Lei che ne sa ? - E' andato
a chiedere i soldi a suo padre.

- Non dovevi dirlo, sono fatti suoi.
- Io ho detto loro che venivate qua.

- Sei una spia.
- Ho parlato con il padre di Manuel.

- Non gli darà niente. Non vi basta
per chiuderla qui ? - A me no.

Dove pensavate di andare ?

All'estero,
dove nessuno mi separerà da Lilli !

Nessuno vuole obbligarti, ma non
vorrei parlarti davanti a tutti.

Vieni un attimo di là con me,
così parliamo io e te. Va bene ?

Dài, ti prego.

- Buongiorno.
- Buongiorno.

- Fiu !
- Guardate che cosa ho trovato.

Questa la usavo per il bagnetto
di Simone... e Jacopo.

Però mi sa che è piccola per Lilli.

- Usiamo la vasca.
- Sì, sì.

- Ho trovato queste. - Che belle,
guarda ! - I nomi non me li ricordo.

- I nomi glieli diamo noi.
- Sì !

- La grande come la chiamiamo ?
- Ehm...

- Mamma.
- "Mamma" !

- Mamma papera ?
- E' bellissima.

-Preparo la vasca. -Noi ci togliamo
quest'altro calzino puzzone !

Nina, qui nessuno vuole portarti via
la bambina

ma devi provare a ragionare
e devi fare ragionare anche Manuel.

Provate a parlarvi
e a schiarirvi le idee. Eh ?

- Io avverto l'Asl.
- No, questo no.

-Ho detto all'assistente sociale che
l'avrei chiamata. -Me la tolgono !

Non è detto, se la famiglia
non sporge denuncia.

- Bisognerà convincerli,
ma me ne occupo io. - E come ?

Ci vado a parlare, ci parlo.

Tu mi devi promettere
che da qui non ti muovi

per nessun motivo,
neanche se torna Manuel. Capito ?

- Eh ? - E lei mi deve promettere
che non chiama l'assistente sociale.

Affare fatto.

Affare fatto.

Se riscappi, io ti stronco. Eh ?

Ecco, vedi ? Questo mi è mancato,
avere una femmina.

Sì, anche a me, tantissimo. Non sai
quanto mi sta piacendo pettinarla.

Sì. Guarda !

Io non ho mai trovato nessuno
con cui avessi voglia di averne una.

A Dante non hai pensato ?
Lui la voleva una femmina.

Non abbiamo mai parlato di casa,
di famiglia.

E' successo un po' tutto
così di corsa.

In fondo, quasi non lo conosco.

Nell'ultimo periodo non sarà
stato facile stargli accanto.

Infatti me ne sono andata.
Floriana, tu non c'entri niente.

Io ho sempre vissuto da sola.

Anche con lui così nervoso...

Anche questo,
secondo me, è colpa mia.

Non deve essere facile stare
con una come me.

Io l'ho trovato un po' cambiato.

- Sì, è cambiato.
- Gli hai chiesto perché ?

Non sono una che fa tante domande,
però no, non gliel'ho chiesto.

Perché, tu sai qualcosa ?

- Assolutamente no.
- Ah.

Ho rinunciato a capire gli uomini,
lui in particolare.

Ciao.

Vado via un'ora, vado a parlare
con i genitori affidatari.

Ciao. Ciao !

Oh...

-Sembra una pazzia, ma è un atto di
giustizia. -Di che giustizia parli ?

Tu e la tua ragazza siete già
dei fuorilegge.

Avete rapito una bambina !

No, questo è riprendersi ciò
che lo Stato ti impedisce di avere !

- Ovvero ? - Impedisce a Nina
di stare con la figlia !

- Lei ha sbagliato ! - Quanto
deve pagare per una cazzata ?

Io capisco il tuo punto di vista...

E' pieno di figli di puttana che non
pagano per quello che fanno, lo sai.

- Solo Nina deve pagare ? Non mi sta
bene. - Non è quello il punto.

Ti chiedo qualche migliaia di euro.

Andiamo a Parigi,
scriviamo al giudice

e torniamo se dice
che Nina non resta senza figlia.

Se io non ti do queste poche
migliaia di euro, tu che cosa fai ?

Me ne vado. Ho mille euro,
ci arriviamo a Parigi.

Ti carico 5000 euro sulla carta.
Ti bastano ?

- Sì, ma se sono di più, è meglio.
- 6000 ? - 7000.

Domani mattina li trovi.

Comunque... davvero prima
al laboratorio hai detto

che volevi fare l'amore con me
o ho sentito male io ?

- No, hai sentito bene.
- E... quando lo facciamo ?

Cioè, nel senso...
Io non vedo l'ora.

La domanda non è "quando",
ma "come".

Dopo l'incidente non l'ho più fatto.
Non so come si fa, chi fa che cosa.

- Io non posso fare molto.
- Beh, faccio io.

- L'hai mai fatto con una disabile ?
- Ehm... No.

Allora che dici ?
Magari è complicatissimo.

Non preoccuparti,
non sarà complicato.

Forse Internet potrebbe aiutarci.
Ci sarà qualche tutorial, qualcosa.

- Stasera mi ci metto e cerco
di risolvere il problema. - Anch'io.

- Non lo chiamare "problema",
non è bello. - Hai ragione, scusa.

Ti amo.

Anch'io ti amo.

Nella tua lingua come si dice ?

Ehm... "Nopnala".

- "Nopnala" ?
- Mmm.

"Nopnala" anch'io.

La bambina è al sicuro, mi impegno
a riportarvela entro poche ore.

Voi, però, dovete continuare
a non sporgere denuncia

perché per Nina sarebbe terribile.
Lei ha solo bisogno di tempo

per accettare il fatto
che dovrà separarsi dalla figlia.

- Io rivoglio solo la bambina.
- E la riavrà tra poche ore !

- Come farà a convincere Nina ?
- Già lo sa, deve solo accettarlo.

Le basterebbe sapere che la cosa
non finirà in mano alla polizia

e che voi un giorno la perdonerete.

Che dici ?

Va bene, facciamo così.

Però, se alle dieci la piccola non è
qui, io vado al commissariato.

Va bene, va bene.

Buonasera, vorrei parlare
con il dottor Casale, il questore.

Sono un suo caro amico,
Nicola Brandi.

- Ciao, Pante'.
- Aspetta.

Oggi sei stato bravo.

Io non mi sento bravo per niente.

Io sono diventato un infame.
Ti rendi conto ?

No, guardala sotto un altro aspetto.
Immagina che ci sia una guerra.

Da una parte c'è la gente brava
e dall'altra la gente cattiva.

In mezzo ci sono le spie.
Sono fondamentali in guerra.

Sono eroi, solo che nessuno lo sa.

- Domani lo rifacciamo ?
- No.

Domani continui a fare quello che
hai sempre fatto e torni a scuola.

- Però sabato...
- Sì, lo so.

Lo so che dobbiamo fare.

- Non c'è bisogno, se...
- Lo faccio.

Ho detto al giudice che lo faccio.
E lo faccio.

Sta' attento.

[SQUILLI DI CELLULARE]

- Mimmo !
- Simo'. - Allora ?

Sto tornando in carcere.
Sto a pezzi.

- Com'è andata ?
- Tutto a posto.

- E' meglio non parlarne qua.
- Sì, hai ragione.

Domani vengo a scuola
e ti dico tutto da vicino.

Davvero vieni ?
Non vedo l'ora di vederti.

- Tu ?
- Anche io.

Anch'io. Ti rendi conto ?

Ora finisce tutto.
Possiamo fare quello che vogliamo.

Ci possiamo vedere quando vogliamo.

- Ci spero tanto.
- E' sicuro.

- A domani, allora.
- A domani.

- Ciao.
- Ciao.

- Manuel.
- Mamma.

- Che ci fai qua ?
- Tra tutte le cose che mi devi dire

scegli: "Che ci fai qui ?"
- Eh, che ci fai qua ?

Hai idea di che vuol dire
starti appresso ?

- Sai quanto fai stare male
le persone che ti amano ? - Va bene.

- Ti riempierei di botte !
- Te l'avrei detto a cose fatte.

Quali sono ? Andare via
a 200.000 chilometri da me ?

- Andare lontano ?
- E' solo per poco tempo, poi torno.

- Te lo giuro.
- Perché, vuoi partire ancora ?

Sì, certo.

- Sei un coglione, lo sai ? - Eh.
- "Eh." Sei proprio un coglione.

- Manuel !
- Sta là !

- Tutto bene ?
- Insomma.

Ho parlato con mio padre.
Domani mattina abbiamo i soldi.

Hanno scoperto tutto, il professore
è dai genitori affidatari.

Ah. Intanto andiamocene da qua,
non mi fido a restare.

- Di chi non ti fidi ? - Di nessuno,
tranne mio padre. Mi ha capito.

D'altronde, uno non diventa capo
di una multinazionale a caso. No ?

E' arrivato il professore.

Nina, ascoltami,
io ti parlo a cuore aperto.

Devi riportarla subito
ai genitori affidatari.

Ti accompagno io. E' l'unico modo
per evitare di non rivederla più.

Non è vero, non dargli retta.

- Vorrei non dovere scegliere.
- Lo so, ma non puoi.

- Se non parti... - Ti fa
il lavaggio del cervello. - Zitto.

Questo matto non vuole
vederti soffrire, ma se non parti

ti giuro che finirà tutto bene.

Ci vorrà un po' di tempo,
ma finirà tutto bene, giuro !

Proprio adesso la devo riportare ?

- Sì.
- Neanche l'ultima notte con lei ?

Entro le dieci o ti denunciano.

Va bene, allora andiamo.

[# E' SOLO UNA FOLLIA]

[# UN SALTO NEL VENTO]

[# UN'ORA NELLO SPAZIO]

[# UN PUNTO NEL TEMPO.]

[# E' UN GIORNO CHE VA VIA]

[# UN APPUNTAMENTO. #]

Papà ?

[# CHE DURA UN MOMENTO. #]

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