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[Viola] Che cos'è il pregiudizio?

È un velo sugli occhi
che ci impedisce di vedere la realtà.

Si sdrai qui.

Tra poco vedrà delle immagini
su questo schermo.

Appariranno dei pulsanti,

con i quali mi dirà
che emozioni le suscitano le immagini.

Rabbia, gioia, tristezza, indifferenza.

Tipo la sinestesia?

- Sì.
- E a cosa serve?

È un esame radiologico funzionale.

Serve a stimolare alcune aree del cervello
e a verificarne la funzionalità.

È un modo per tenere
sotto controllo la sua malattia.

Iniziamo?

L'area dei sentimenti ostili è ben attiva.

[via interfono] Le posso chiedere, però,
perché un gattino le procura rabbia?

Mia mamma raccoglieva tutti gli animali
che trovava in strada.

Una cosa carina, ma anche no.

[ride]

[dottore] E ora perché ride?

Perché mi ricorda me e lei.

Mia mamma cucinava malissimo.

Le veniva bene solo il pan d'arancio,
perché le avevano insegnato questa ricetta

nel bar dove faceva colazione
quando viveva qui a Palermo.

Ci mettevano anche del gelato.

Forse potrei cercare quel bar.

Lì forse sanno qualcosa
sull'uomo che frequentava mia madre.

Credo di sì.

Ma ora si concentri sulle immagini.

Vado con la prossima, ok?

Ho una passione
per le cose che fanno male.

- [dottore] Tutto bene?
- No, decisamente no.

A cosa le faceva pensare quell'immagine?

- Pericolo.
- Un pomodoro?

I pomodori posso essere pericolosissimi,
specie se si scelgono quelli sbagliati.

L'esame sta dando buoni risultati.

Per ora non ci sono lesioni importanti.

La malattia è stabile.

La malattia sì, ma io no,
e so anche di chi è la colpa.

[Viola] Abbiamo pregiudizi sui sentimenti.

Ciao.

- Ciao.
- Già vestita? Dove sei stata?

Ho affittato una macchina
per essere più indipendente.

Ok.

Vieni, siediti. Oggi si sta benissimo.

Ah, no, grazie, sto benissimo in piedi.

Ok.

Ho avviato la ricerca
del Maggiolone arancione.

Non sarà facile, però farò il possibile
per trovare tuo padre.

Grazie.

In realtà mi sono ricordata
un'altra cosa su mia madre.

- [squilli di cellulare]
- Mi diceva di un posto…

Sì?

Sì, confermato mercoledì.

Sì, come sempre.

Certo che ti faccio
il tuo piatto preferito.

Ti aspetto. Ciao.

- Ti sei fatta male?
- No!

No, è tutta colpa del pomodoro.

- Pomodoro?
- Sì.

Sì, il pomodoro è sbagliatissimo.

[Viola] Abbiamo pregiudizi sulle persone.

I pregiudizi possono definire
per sempre quello che sei.

[bussano]

[bussano]

[Viola] E, a volte,
possono anche uccidere.

[suona "Curri ca u suli si nascunni"
di Santi Pulvirenti]

Quindi mi hai ascoltata e hai chiesto
a Demir di aiutarti a trovare tuo padre.

Esatto.

Però ora stai cercando il bar
dove andava tua madre, senza dirglielo.

- Proprio così.
- Eh.

O la malattia evolve velocemente
e stai diventando illogica,

o sei nata illogica,
quindi non puoi peggiorare.

- Che malattia?
- Quella con cui sei nato, la stupidità.

- Acida.
- Impiccione.

Comunque, non ho detto niente
a Francesco del bar,

perché era impegnato
a flirtare al telefono stamattina.

[insieme] Sei gelosa.

No, non sono gelosa.

- Sì che lo sei.
- Fatti i fatti tuoi.

Sei gelosa.

Di chi è gelosa? Non ho capito.

Sei di Catania,
ecco perché non hai capito.

Nessuno è geloso di nessuno.

Si è gelosi di uno che ti piace,
e a me lui non piace.

- Chiaro?
- [Claudia] Bene.

Ora che conosciamo meglio il tuo animo,

puoi continuare con il lavoro
per cui sei pagata?

- Certo.
- C'è stato un omicidio, una donna.

La proprietaria del salone di bellezza
in via Beati Paoli.

Si chiama Rosa Amato.

[Turi] È morta a causa di una ferita
da arma da taglio,

probabilmente un paio di forbici o simile.

C'è stata una colluttazione.

C'è una "R", appartiene alla vittima.

Segno che ha lottato
prima di essere uccisa.

Ora del decesso?

Secondo il medico legale,
stamattina presto.

Oggi è lunedì, il salone è chiuso.

- Chi ha trovato il cadavere?
- De Nardo Serena, una dipendente.

- Falla venire in commissariato.
- Vado.

Quello dove era?

Lo abbiamo trovato lì,
dietro alla cassa, a terra.

[Viola] Glielo ripeto per l'ultima volta.

Sono una giornalista e vorrei entrare.

È davvero una giornalista, la conosco.

Visto? Cosa le avevo detto?

Mi scusi, non sembrava.

Tu ora ti fermi all'ingresso.
Sono in corso i rilevamenti.

Essere giornalista non ti autorizza
ad andare dove ti pare.

Vado dove c'è un crimine e un poliziotto
che possa darmi informazioni a riguardo.

Non dovrei neanche parlarti qui.
Il nostro rapporto deve essere informale.

E la persona che devi vedere mercoledì
a cena è un rapporto formale o informale?

Quale?

Quella con cui parlavi
al telefono questa mattina.

Sì, è una persona molto importante per me,

ma ha già una famiglia, quindi direi
che il nostro rapporto è informale.

Sei uno stereotipo che cammina.

Tu una giornalista
con la gonna troppo corta.

Rapina finita male?

Di lunedì, senza l'incasso da rubare?
Molto improbabile.

La vittima era qui per un motivo.

Forse doveva incontrare qualcuno
e, magari, proprio il suo assassino.

Hai già una pista?

Rosa Amato era una bellissima donna
e non indossava la fede,

potrebbe essere un delitto passionale.

Magari aveva una relazione complicata,
o un amante.

O magari problemi sul lavoro, no?

Dammi due minuti.

Sono un'esperta di centri estetici,
magari trovo qualcosa.

Va bene, due minuti e poi te ne vai.

Ed è vero, non sembri una giornalista.

Ma stai bene vestita così.

Ti piace.

- No.
- Non era una domanda, ma un'affermazione.

Ti piace.

Eh, sì.

[Tamara sbuffa]

È stata lei a trovare il corpo
di Rosa Amato stamattina.

Abito vicino al salone.

Ci sono passata davanti
e ho visto la porta aperta.

Non c'era neanche l'allarme inserito.

Sono entrata.

E l'ho vista a terra.

Lavoravate insieme da molto?

Due anni,
da quando aveva rilevato il salone.

Io lavoravo già lì
per la vecchia gestione.

Era messo male.

E Rosa non era una parrucchiera,
però piaceva alle persone.

Sa di cosa si occupava
prima di rilevare il salone?

No.

Rosa non parlava mai di sé.
Era una persona molto riservata.

Non sa dirmi neanche
se la signora Amato frequentava qualcuno

oppure se poteva avere dei nemici?

Io non voglio accusare nessuno.

Raccontare la verità non è un'accusa,

ma omettere informazioni utili
all'indagine,

è una scelta sicuramente sbagliata.

Ci sarebbe…

L'altra dipendente del salone,
Cinzia Nicolosi.

Rosa l'aveva cacciata pochi giorni fa.

Per quale motivo?

Aveva scoperto che cercava
di portarle via le clienti.

Cinzia aprirà a breve
un suo centro estetico.

E la Nicolosi?

- Come ha reagito al licenziamento?
- Male.

Pretendeva dei soldi per non farle causa,
ma Rosa non ne voleva sapere.

Io so che Cinzia continuava a chiamarla.

Era diventata molto insistente.

- Rintracciamo Cinzia Nicolosi.
- Sì, subito.

Ah, ispettore.
Ho scoperto una cosa su Rosa Amato.

Circa una settimana fa,

ha denunciato il furto della sua borsa,
ma non è ancora stata ritrovata.

I ladri non l'hanno restituita?

Ispettore, è un po' improbabile
che dei ladri restituiscano una borsa.

Se vuole, posso controllare.

In effetti, una volta,
mia moglie perse il portafoglio

e andò a fare la denuncia,
poi non mi ricordo se…

Non interessa.

Rosa non solo era molto bella,
era soprattutto brava.

La sua bellezza di sicuro era un problema,

non la sua dote migliore.

- E tu che ne sai, Miss Italia?
- Io mi chiamo Viola.

La domanda resta.

Il salone di Rosa, in due anni,
aveva ottenuto solo recensioni positive.

Rosa aveva sistemato i conti.

La Confartigianato l'aveva premiata
come imprenditrice dell'anno 2021.

Non basta essere belle
per fare tutto questo.

I nostri articoli non sono pezzi
di pagine stampate da Internet.

Io voglio sapere la tua visione,
il tuo sguardo sulla storia.

In parole povere,
hai idea di chi possa averla uccisa?

No, in realtà non ancora.

Anche per fare un buon pezzo
non basta essere bella.

Sei stata brava a tenerle testa.

Grazie.

Ora morirai.
Ma tanto sei malata, che ti cambia?

Possiamo smettere di parlare
della mia malattia?

È la sola cosa interessante che hai.

Allora, dove dobbiamo andare?

A casa di Rosa,
a trovare qualche elemento utile.

Ma prima ti andrebbe
un buon pan d'arancio?

Hai trovato il bar dove andava tua madre?

Ho trovato questa gelateria,
è l'unica che la farcisce col gelato.

"Antica gelateria Vella"?

- Proprio sicura di voler andare lì?
- Certo.

Cosa potrà mai succedere in una gelateria?

[Viola] Una sparatoria? Ne sei sicura?

Un'esecuzione in piena regola.

Sei mesi fa sono entrati,
e hanno sparato a uno seduto al bancone.

Testimone scomodo che, forse,
aveva visto qualcosa che non doveva.

Vado?

Vai.

Vado.

- [cliente] Ti rovino.
- Dillo un'altra volta e ti ammazzo.

Buongiorno.

Buongiorno. Che desidera?

- Vorrei parlare con il proprietario.
- Sono io.

Forse conosceva il vecchio proprietario?

Era mio padre, ed è morto.

Perché lo cercava?

È che trent'anni fa veniva qui una donna,
si chiamava Noemi,

forse insieme a un uomo. Ecco, io…

sto cercando di rintracciare quell'uomo.

Ha il nome di qualcuno
che lavorava qui all'epoca?

Ma lei chi è, mi scusi?

- Non sarà mica una giornalista?
- Sì, lavoro per Sicilia Web News.

Visto? Ora non la scampi più.

Che poi giornalista è una parola grossa,
perché io ho appena iniziato.

Comunque era una questione personale.
Torno un'altra volta.

Oh.

Mi scusi.

Faccio io.

Lo so, me l'avevi detto.

Adesso scappiamo, metti in moto
e andiamo a casa di Rosa.

Dai.

Rosa viveva da sola,
non vedeva mai nessuno.

Strano, no?

- Perché?
- Era molto bella, come lei.

Non potrebbe farci vedere
il suo appartamento?

Non posso, la Polizia ha messo i sigilli.

Capisco.

Però magari ci può dire qualcos'altro.

Qualsiasi dettaglio, per noi,
potrebbe essere molto utile

E comunque,
rimarrebbe un segreto tra me e lei.

Rosa mi ha lasciato un pacchetto sabato.

Il corriere è venuto poco fa a ritirarlo.

Grazie.

Bella camicia, eh.

Quella cosa dei capelli
poi me la insegni, eh.

- Shh.
- [Tamara ride]

[bussano]

Posso?

Pensi che dal mio barbiere
nemmeno c'è lo specchio.

- Eh, si vede, Turi.
- Si vede?

Cosa hai lì?

Questi sono i resoconti bancari
della vittima, con una sorpresa.

Diecimila euro in contanti,
ritirati due giorni prima dell'omicidio.

E li abbiamo cercati ovunque.
A casa, al salone, niente.

Né traccia dei soldi
né di pagamenti di quella entità.

Forse erano per Cinzia.

Magari aveva deciso
di darle i soldi che chiedeva.

[Cinzia] Rubare i clienti a Rosa?

Scommetto che è stata Serena
a raccontare questa storia.

Quella sfigata si facesse una vita,
anziché rompermi.

Comunque non è vero niente.

Allora perché Rosa l'aveva mandata via?

Lei aveva bisogno di soldi
per avviare la sua attività

e sperava di averli da Rosa.

Ma Rosa non voleva saperne.

Questo l'ha fatta arrabbiare
al punto da minacciarla.

Cosa intende dire?

Stamattina vi siete viste al salone.

Rosa aveva con sé i soldi,
ma qualcosa è andato storto,

avete litigato di nuovo.

Non è vero,
stamattina ero con il mio compagno.

E Rosa non mi ha mai dato soldi.

Lei sa che noi dobbiamo verificare?

Fate come volete,
non ho niente da nascondere.

Rosa aveva ben altri problemi, mi creda.

Si riferisce a qualcosa di particolare?

Di recente veniva a trovarla un uomo.

L'ho visto qualche volta,
all'orario di chiusura.

E Rosa non sembrava
molto contenta di vederlo.

- Lo saprebbe riconoscere?
- No, non ho visto in faccia.

Però era un motociclista.
Indossava la giacca di pelle e il casco.

Aveva dei guanti neri?

Sì, mi sembra di sì.

[campanello]

Adele Amato?

- Sono io.
- Salve, sono Viola Vitale.

Rosa era sua figlia?

- Perché me lo chiede?
- Sono una giornalista.

Mi spiace per l'accaduto.
Il momento non è adatto, ma…

Io non ho niente da dire su Rosa.

Magari se facevi quella cosa dei capelli!

Per carità, io ora capisco
che non abbiamo niente in mano,

ma non ti sembra di esagerare?

La prima cosa
che ti insegnano nel marketing

è che dalla spazzatura capisci i gusti
dei consumatori.

Che cosa piace ad Adele?

Sicuramente non le piacevano i regali
che le faceva sua figlia.

Potrebbero essere di quella ragazzina.

- Che ragazzina?
- Quella apparsa accanto ad Adele.

Avrà dieci anni e ha una rabbia profonda.
Perché una bambina ha una rabbia così?

Adele mi pare vecchia
per una bambina di dieci anni.

Magari è la nipote.

Certo, potrebbe essere la figlia di Rosa.

- Eh, Viola…
- [vicina] Che fate?

Perché state rovistando
nella spazzatura di Adele?

Sono una giornalista.

Sto scrivendo un articolo
sull'omicidio di Rosa.

- Lei la conosceva?
- Ma certo che la conoscevo.

Ho interrogato il suo compagno.

L'alibi di Cinzia Nicolosi regge.

- Non ha ucciso lei Rosa.
- Mm.

E il motociclista,
secondo te, potrebbe essere una pista?

C'era un suo guanto dentro il salone.

E un testimone dice di aver visto un uomo
uscire di corsa dal salone

verso l'ora del delitto.

La descrizione coincide.

[Turi] Scusate l'intrusione.

Ispettore, una persona
la cerca con urgenza.

- Chi?
- Una persona piuttosto appariscente.

Ahi!

Non puoi piombare in commissariato
senza avvertire. C'era pure Buscemi.

- Ho cose importanti da dirti.
- Perché non mi chiami?

Perché non siamo così intimi.

Non siamo così intimi?
In pratica viviamo nella stessa casa.

Hai cenato da me ieri notte.

È stato un errore.
Ognuno deve stare al suo posto.

No intimità, no promiscuità. No.

Sei strana oggi.

Secondo me, la telefonata di stamattina
ti ha scosso un po'.

Non è che ti stai innamorando di me?

Tu invece sei quello di sempre.

- Maschilista, egocentrico…
- E infantile, lo so.

- Sei venuta fin qua per dirmi questo?
- Sì, no.

No, ho scoperto cosa faceva Rosa
prima di rilevare il salone di bellezza.

- E faceva la…
- La prostituta.

- Come lo sai?
- Sono un poliziotto.

Aveva prelevato dei soldi dal suo conto

e aveva denunciato il furto
della borsa una settimana fa.

Forse, lì dentro,
c'erano prove del suo passato.

La ricattavano
e i soldi servivano per nasconderlo.

- È materiale pubblicabile questo?
- Per ora è confidenziale.

E tu, cosa mi dai?

In che senso?

- Sto parlando di Rosa.
- Ah.

- Hai altre informazioni su di lei?
- Sì.

Sì, sono stata dalla madre.

Adele non voleva avere più contatti
con la figlia.

Però c'era una ragazzina.

Credo che sia la figlia di Rosa.

Controllerò.

[imitando Francesco] Controllerò.

Mai che ti desse una soddisfazione.

- Mi sta cercando.
- Eh?

- Mi sta cercando.
- Chi?

- Quello del bar mi sta cercando.
- Ma perché dovrebbe cercarti, scusa?

L'ho visto minacciare una persona.
Sono una testimone scomoda, capisci?

- Testimone di che?
- Della tua stupidità.

Frigida.

- [Claudia] Viola?
- Eh?

[sbuffa]

Rosa era una ex prostituta.

È questa la notizia.

Mi spieghi perché non la trovo nel titolo,
ma all'ultimo paragrafo?

Se la metto come prima cosa,
il resto non conta.

Rosa si era rifatta una vita,
aveva realizzato i suoi sogni.

È un articolo di cronaca,
non una geografia.

C'è stato un delitto.

Nel passato della vittima,
c'è una possibile pista, punto.

Ma non è giusto trattarla ancora
come una prostituta.

- Non è questa la sua storia.
- È il suo passato.

E il passato conta quanto il presente.
Riscrivilo. Grazie.

[Claudia sospira]

[rintocchi di campane]

Quella è la tua cena?

[ride forzatamente]

- Simpatico.
- Eh, lo so.

Cos'è questo buon profumo, invece?

Pasta alle sarde,
è la ricetta di mia nonna.

Te la farei assaggiare,
però no intimità, no promiscuità, giusto?

Sicura di non voler fare
un'eccezione stasera?

In fondo, un piatto di pasta
non è così promiscuo, no?

[verso di soddisfazione]

- Pensavo che Miss Italia non mangiasse.
- Ex Miss Italia.

E poi questa pasta è buonissima.

Dove hai imparato a cucinare così?

Io ho vissuto con mio padre
per quasi dieci anni.

Lui faceva l'avvocato,
lavorava tutto il giorno.

Il kebab a domicilio stufa presto.

Anche i genitori di Rosa sono
degli avvocati.

Bella casa, bel quartiere.

Come fai a diventare una prostituta,
venendo da una vita così?

A volte cerchi di essere il contrario
dei tuoi genitori.

A 19 anni Rosa è andata via di casa,

e ha iniziato a frequentare uno
spacciatore, poi morto di overdose,

che l'ha lasciata sola con una figlia.

Allora la bambina che ho visto
da Adele era davvero sua figlia?

- Non più.
- In che senso?

Rosa non è voluta più tornare a casa.

Probabilmente si vergognava.

Ha lasciato la bambina,
e quindi Adele ne ha ottenuto l'affido.

E ha iniziato a prostituirsi.

Però, perché,
quando Rosa ha cambiato vita,

la madre non l'ha fatta tornare
da sua figlia?

Perché le famiglie sono sempre un casino.

O magari, perché nasconde qualcosa.

Ti va un po' di gelato al pistacchio?

No, grazie.

Ah.

Ho mangiato tantissimo,
questa pasta era buonissima.

Dai, giusto un cucchiaino.

Com'è?

Bello.

Cioè, buono.

Volevo dire che è davvero buono.
Buonissimo, mamma mia.

Lo mangiamo un'altra sera
perché si è fatto tardi.

È tardi.

Ahi!

No ambiguità, no promiscuità.

E il gelato fa ingrassare, Viola.

Si può sapere dove dobbiamo andare?

Non ho nemmeno preso il caffè.

Ti ricordi la rabbia della bambina?

Credo sia perché la nonna
l'ha allontanata dalla madre.

Anche se fosse, che vuoi fare?

Voglio che Adele si renda conto
che Rosa era cambiata.

E questo che c'entra
con il pezzo che devi scrivere?

Sai che scoop l'intervista alla madre che
odia la figlia, brutalmente assassinata?

- [Tamara annuisce]
- E poi quella bambina mi fa pena.

- Ah.
- Sento che nasconde qualcosa.

Sento che mi addormenterò.

- Oh! Ferma!
- [Viola] Corri.

Vai, corri.

Visto? Non mi molla!

Se ne sei così sicura,
parlane col tuo poliziotto.

Non è il mio poliziotto
e non voglio niente da lui.

Questo è il semaforo a 200 metri
dal salone di bellezza.

Lunedì, 7:31. Poco dopo l'ora del delitto.

- Hai verificato il nome del proprietario?
- Sì.

Aguieci Michele,
via Mariano Santangelo, 52.

"Sfruttamento della prostituzione
e spaccio".

[applausi]

Ciao, mi chiamo Viola.
Ci siamo viste ieri, ti ricordi?

Sei brava.

Ti piace ballare?

Vai a scuola di danza?

Non ci posso più andare.

Perché? La tua nonna non vuole?

È colpa della mamma.

Perché dici questo?

Lì tutti sanno ciò che faceva la mamma.
Faceva ancora la prostituta.

E la nonna mi ha tolto dalla scuola.

Io la odio, mia madre! La odio!

Cosa ha detto ad Aurora?

Io niente.

Dice che la madre
faceva ancora la prostituta.

Purtroppo è la verità.

Mia figlia non ha mai smesso
di fare la puttana.

[Adele] Un anno fa mi aveva cercata.

Mi aveva detto del salone di bellezza,

che era pronta a tornare
nella vita di sua figlia.

Io ho ceduto.

Mi sono fidata di lei.

E invece?

E invece Rosa usava il salone
come copertura,

mentre continuava
a frequentare i suoi clienti.

Come fa a esserne così sicura?

Perché ci sono delle foto.

Rosa col suo protettore.

Le avevano viste tutti
alla scuola di danza.

E quando le ho detto che sapevo

che aveva ricominciato
a fare la prostituta,

non ha nemmeno negato.

Chi le ha fatto vedere queste foto?

Una donna, bionda, con una treccia lunga.

Non l'avevo mai vista
prima di quel momento.

E comunque, il marito era cliente di Rosa.

Ne parlavano tutti.

Così, ho detto a Rosa di sparire
e ho ritirato la bambina dalla scuola.

Era più forte di lei, era nata così.

Sempre a ridere, sempre a cercare
di essere al centro dell'attenzione.

Io e mio marito abbiamo fatto tutto
per poterla rimettere in riga.

Era la sua natura.

[Viola] Sono una cretina.

E fin qui, siamo d'accordo.

Pensavo che Rosa fosse vittima
dei pregiudizi di tutti,

specie della madre, e invece…

Faceva ancora la prostituta.

Bene. Ora che l'abbiamo capito,
lo scriviamo un articolo decente?

- Sì.
- Voglio quel pezzo per le 19:00.

O lo taglio e do quello spazio
a chi se lo merita più di te.

Domenico.

Ciao.

È bello sapere
che certe cose non cambiano mai.

Spietata sei, spietata resti.

[Claudia] E tu lo stronzo
che non avverte mai.

Vieni, mi devi raccontare di Kabul.

[sottovoce] Chi è?

Un giornalista che sta sempre
per il mondo a fare non si sa che.

Tu invece sempre qui a non fare nulla.

- Eh.
- Eh.

Va beh, vado a casa a riscrivere il pezzo.

Claudia che mi pressa, non ce la faccio.

[voci indistinte]

Voglio un avvocato.

È solo una chiacchierata, stai tranquillo.

Quindi, dicevamo che Rosa lavorava per te.

Sì.

Si era fatta un giro tranquillo
di clienti che pagavano bene.

- E poi?
- E poi mi avete sbattuto dentro.

E lei si è trovata un altro lavoro,
immagino.

Immagini bene.

Tu l'hai rivista.

Ancora così bella.

Le hai proposto di tornare a lavorare,
lei non ha accettato,

e sono iniziate le liti.

Un testimone dice di averla vista
mentre scappava dal salone

poco dopo l'ora del delitto.

E abbiamo dei video di lei al semaforo
lì vicino. L'orario coincide.

Con i precedenti che hai. Capisci?

Rosa non è mai stata una vera prostituta.

Dieci anni fa lo faceva quasi a sfregio.

Adesso era cambiata.
Non sarebbe mai tornata a battere. Mai.

Quel salone, però,
poteva diventare la copertura perfetta

per riciclare i soldi delle mie attività.

Era questo che avevo proposto a Rosa.

E ieri mattina sono andato da lei
per cercare di convincerla.

Ma quando sono arrivato…

era già morta.

E perché sei scappato?

Ma non l'hai detto tu?

Uno con i miei precedenti.

Che altro potevo fare?

Puoi andare.

Non è stato lui.

Ma come? Abbiamo i testimoni,
i video. Era sul luogo del delitto.

Rosa poteva essergli utile
molto più da viva che da morta.

- Il suo racconto regge.
- E allora chi è stato?

Serve una mano?

Nascondimi! Quell'uomo mi sta seguendo.

Di più, così mi vede!

[versi di disapprovazione]

- Ma sei pazzo?
- Me l'hai detto tu: "Nascondimi di più".

Aiutami. Mi vuole fare del male.

[voci non udibili]

Aspetta qua.

Che fai, non lo arresti?

Dovrei arrestare te piuttosto, per furto.

Da ieri ti cerca
per riavere le chiavi del suo motorino.

Ma che dici?

Ah.

Devo averle prese per sbaglio.

Sapeva che lavoravi a Sicilia Web News.

Ha provato a parlarti,
però, siccome tu scappavi sempre,

qualcuno della redazione
gli ha dato il tuo indirizzo.

- Dammi qua, sennò facciamo notte.
- Tieni.

E quello con cui litigava invece?

È un creditore che vuole il negozio
per una cifra ridicola.

Però Gino non vuole mollare,

anche se dopo la sparatoria,
il bar è sempre deserto.

E tu come fai a saperlo?

Sono un cliente fisso.
Non mi piacciono i pregiudizi.

Quelli su Rosa invece erano veri.

Aveva ricominciato a fare la prostituta.

Non è quello
che dice il suo ex protettore.

Quindi l'ex protettore voleva riportarla
nel giro e lei ha detto di no?

Adele si sbagliava.

Te l'ho detto, le famiglie sono un casino.

Però una cosa non capisco.

Allora le foto col protettore,
chi le ha fatte e perché?

Qualcun altro la ricattava.

Ma sai chi ha fatto vedere
le foto ad Adele?

Ah, mi parlava di una donna bionda
con una lunga treccia.

Ma non l'aveva mai vista prima.

È stata lei?

Siamo ancora chiusi, riapriamo domani.

Non credo proprio.

Quando è entrato quel motociclista
nel salone, c'ero anche io.

Li ho sentiti, e ho scoperto tutto.

Ero a servizio di una ex prostituta.

[in palermitano]
Ecco come ha fatto i soldi,

il successo.

E così l'ha ricattata in quello
che aveva di più prezioso: la figlia.

Ho trovato le foto della bambina
nella sua borsa.

Volevo farle capire che facevo sul serio,
che potevo rovinarla.

E Rosa ha ceduto.

Lunedì mattina sono andata al salone.

Eravamo d'accordo, mi avrebbe pagata.

E allora perché l'hai uccisa?

E ora sparisci,
non ti voglio vedere mai più.

Io facevo la puttana, ma sono cambiata.
E tu?

Tu davvero pensi di potertela cavare così?

Io voglio altri soldi, e pure il salone.

Quelle come te mi fanno schifo.

Si prendono gli uomini delle altre.

A me fanno schifo gli uomini delle altre
che vanno con le prostitute.

Procedi.

[Viola] Che cos'è il pregiudizio?

È un muro invisibile
che divide le persone.

Tu non lo vedi, ma c'è sempre.

Rosa era diversa da noi.

Ballava, saltava, come Aurora.

Non l'abbiamo mai capita.

Ma i genitori,
non dovrebbero capire i figli.

Li dovrebbero amare, e basta.

Glielo dica ad Aurora.

Le dica com'era sua madre.

Queste sono un regalo della tua mamma.

[Viola] Eppure, continuando a lottare,
anche quel muro può essere buttato giù.

E dalle sue macerie,
si può ricostruire qualcosa di buono.

Per gli altri.

Ora la posto.

[Viola] E anche per noi.

Avevi ragione.

Il presente di Rosa era più importante
del suo passato.

Ottimo lavoro.

Sta dicendo sul serio?

Quando qualcuno fa qualcosa di positivo,
io lo riconosco.

Grazie, direttrice.

[Viola] A volte, il peggior pregiudizio,
è quello che abbiamo verso noi stessi.

Viola.

Io mi chiamo Claudia.

[frinire dei grilli]

[Francesco] Lo so, la pasta
alle sarde è la mia specialità.

Ti va un po' di gelato al pistacchio?

Eh, no.

Proprio le stesse parole no, però, eh.

Quindi usi lo stesso copione con tutte.
Non ti vergogni?

Salve.

Salve.

Grazie.

Ceniamo insieme ogni mercoledì,
da molti anni ormai.

- Mi avrà preso per una pazza.
- No, ma perché?

Siamo siciliani. A noi, le donne
con un certo carattere, ci piacciono.

In realtà, è colpa di Francesco,

perché mi aveva parlato
di una cena con una persona speciale.

E Santo lo è.

Mi ha salvato la vita.

- Cioè?
- Va beh, "salvato la vita".

L'ho tolto dalla strada
quando era giovane.

Mi ha trovato allo Zen a 17 anni.

Frequentavo persone sbagliate
e mi ha portato da lui.

- Tu?
- Te l'ho detto, no?

A volte cerchi di essere il contrario
dei tuoi genitori.

[Santo] Va beh.

Ragazzi, ora devo andare.

Viola, è stato un piacere conoscerti.

Anche per me.

Magari il prossimo mercoledì
puoi unirti a noi, eh?

E, non sei affatto appariscente.

Sei bella.

Ciao, ragazzi.

Mi dispiace aver pensato male di te.

È che io ti immaginavo
ogni sera con una diversa.

- Mi sono fermata alle apparenze, scusa.
- Non devi scusarti.

Io sono così, come mi vedi,
e non me ne vergogno.

Io i legami non li voglio
e non li vorrò mai.

Come fai a esserne così sicuro?

Mio padre era bello,
un grande avvocato internazionale.

Mia madre era bellissima, creativa.

Amore a prima vista.

- E poi?
- E poi si sposano, e diventa un casino.

Tutto quello che era bello,
si trasforma in schifo.

La noia, la gelosia, le differenze.

Si sono fatti la guerra per anni.
Io ci sono finito sempre in mezzo.

Avvocati, tribunali.

Ho passato diciassette anni
sbattuto tra Palermo e Istanbul.

Appena ho potuto,
me ne sono andato via di casa.

Mi dispiace.

Mi dispiace per loro.

Si sono fatti rovinare la vita
dal matrimonio.

Beh, non è sempre così.

Io penso di sì.

E

penso che a pagare il prezzo più alto,
sono sempre quelli che ti stanno vicino.

I bambini, soprattutto.

Io non voglio far del male a nessuno.

Però, se vuoi,

possiamo riprendere
da dove abbiamo lasciato.

Mi dispiace.

Ma, vedi, io all'amore ci credo.

Anche se non ho mai avuto una famiglia.

Anche se non ho mai conosciuto mio padre,
io ci credo.

Le serate noiose sul divano, io le voglio.

Voglio anche quella piccola gelosia
che ti stringe lo stomaco.

La curiosità per una persona
diversa da me.

Io voglio l'amore e lo troverò.

Buona fortuna.

Ah, ti devo dire una cosa.

Abbiamo fatto ricerche approfondite,

ma non abbiamo trovato tracce
di quel Maggiolone arancione.

Però ho scoperto una cosa.

È un vecchio magazzino
di ventilazione di limoni.

Io so dove si trovava
e ti ho scritto l'indirizzo sul retro.

Grazie.

Buona serata, Miss Italia.

[Viola] Mi sbagliavo anche
su di te, Francesco.

Non sei un maschilista,
egocentrico e infantile.

Sei ferito e disilluso.

Che è peggio.

Devo starti lontana, soprattutto adesso.

Perché adesso devo salvare la mia vita,
a qualunque costo.

Ti aspetto al solito posto.

Ho tante novità.

[suona "Go Out" di Santi Pulvirenti]