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NETFLIX PRESENTA

UNA DOCUSERIE NETFLIX

UNA RACCOLTA DI SAGGI…

…PER AMORE DEL CINEMA

LA PROFONDITÀ DELL'IRRIVERENZA
NARRATO DA WALTER CHAW

48 ORE
LA SCELTA DI SOPHIE

Vidi 48 ore in un multisala locale
nel dicembre del 1982,

quando avevo nove anni.

I miei genitori accompagnarono
me e un amico e, come sempre,

ci intrufolammo
coi biglietti di un altro film.

A scuola non si parlava d'altro,
vederlo era un rito di passaggio.

48 ore era stato prodotto
dalla Paramount Pictures,

non proprio lo standard
del socialmente impegnato.

Pensato come tipica commedia d'azione,

un'alternativa
alla programmazione natalizia,

in qualche modo il film di Walter Hill

si trasformò in una conversazione
pericolosa e controversa

sul tema di razza e identità in America.

E io ero pronto per quella conversazione.

Una conversazione su di noi.

Una conversazione su te e me.

Fu il miglior film di sempre.

Aprite, polizia.

Il mio ingresso in un mondo proibito
di profanità e violenza,

di cui non capii assolutamente nulla.

Ma conoscevo Reggie.

Riconobbi i meccanismi di difesa

con cui affrontava
il razzismo nel quotidiano.

Gli stessi che stavo sviluppando io.

Ero l'unico ragazzo cinese
in una zona tutta bianca del Colorado,

e conoscevo gente come Jack.

Sei stupido come poliziotto,
lo segui troppo da vicino.

Come quasi tutti i poliziotti.

Ma tu sei finito in prigione,
quindi cosa sei?

48 ore fece nascere un'ondata di film
sull'amicizia interrazziale

che esplose negli anni '80 e '90

e ha ancora successo al botteghino…

La vuoi smettere?

…rivendicando la sua identità
di genere a se stante.

- Sicuro sia lui?
- Sì, è Ellis Brittle.

UNA SPIA E MEZZO
THURBER

Fu anche il trampolino di lancio
di Eddie Murphy.

Sono Reggie Hammond.

Fu il suo debutto al cinema.

Da allora, il suo nome
fu sempre il primo nei crediti.

Credo nella meritocrazia
e tu non hai molti punti, ragazzino.

Allora farò il bravo d'ora in poi,
signor Cates.

Ma 48 ore è anche una pietra miliare,
un aspetto spesso trascurato.

Un trattato impegnativo
e a tratti progressista

sui rapporti tra razze negli USA.

Forza, colpiscilo.

- Sì.
- Così.

Ovviamente, ha degli antecedenti.

I ribelli e La calda notte
dell'ispettore Tibbs di Poitier…

Virgil? Nome strano
per un negro di Filadelfia.

Là come ti chiamano?

Mi chiamano signor Tibbs.

…ma anche Wagon-lits con omicidi
e Nessuno ci può fermare.

- Che fai?
- Divento un duro.

Ci conviene, Jack.

Se non lo sei, ti fottono.
Esatto, siamo dei duri.

La genialità di 48 ore
è che occupa uno spazio intermedio

tra le opere impegnate di Poitier
che si prendono fin troppo sul serio…

Paura che ti prendano per nero?

…e quelle più adatte al pubblico di Pryor.

Guarda, Al Jolson ha guadagnato
milioni con questa.

Diretto da Walter Hill,

uno dei registi d'azione
di maggior successo del Paese,

48 ore è una violenta collisione
tra elementi commerciali e provocatori.

Ti spiego una cosa, negro.

Il risultato è innovativo e imprevedibile.

Una commedia sull'amicizia
che non ne parla

- Jack…
- …e non è neanche una commedia.

…raccontami una storia.

Vaffanculo.

Ah, una delle mie preferite.

Il paradossale Jack di Nick Nolte

è un buon poliziotto
che infrange le regole

per far rilasciare di prigione
Reggie per 48 ore

e catturare
un assassino di poliziotti di nome Ganz.

- Non eri dentro?
- I soldi, stronzo.

I soldi di Reggie.

Reggie e Ganz hanno dei trascorsi.

Entrambi sono stati in prigione
per una rapina finita male,

ma solo Reggie sa
dove sono nascosti i soldi.

- I soldi.
- Giusto.

Una trama classica
con un limite temporale.

Il poliziotto ha solo 48 ore
per riportare il detenuto in prigione.

I due non vanno d'accordo fin da subito.

Ma sono le sue dinamiche razziali

che trasformano questa storia
in qualcosa di diverso.

- Cos'è successo?
- Leggi il rapporto.

All'inizio del film,
vediamo Jack e i suoi colleghi.

Hills li caratterizza
con una pluralità di razze e generi.

Dalla pistola nulla.

Nessuna divisione razziale.

C'è diversità da prima che se ne parlasse.

Fanno parte della Nazione Polizia

e hanno tutti gli stessi pregiudizi
contro il nemico, i "non poliziotti".

- Abbiamo qualcuno?
- Uno della banda è in prigione.

Bene.

Vieni qui, Cates!

Anche il capo, il commissario Hayden
di Frank McRae, è afroamericano.

C'è tensione tra Jack e Hayden,
ma non è di tipo razziale.

Guardati le spalle.

Se mandi tutto in merda,
ti assicuro che andrai a picco.

Jack non è un personaggio
che definiremmo razzista,

anche se ben presto dimostra

di non esitare a utilizzare
i diritti sistemici a proprio vantaggio.

Jack attraversa
il ponte Richmond-San Rafael

verso San Quentin.

Per molti registi,
non significherebbe nulla di più

di un metodo per caratterizzare un luogo.

Ma i ponti sono speciali per Walter Hill.

Nei suoi film, Mississippi Adventure
o Strade di fuoco, appaiono

quando gli eroi si riuniscono
o si separano.

Hill presenta Reggie
mentre canta "Roxanne",

di una band chiamata The Police,
pura coincidenza.

Un'improvvisazione di Eddie Murphy
che ispirò Hill,

nonostante il costo dei diritti
di una canzone di successo.

È il primo indizio
della futura grandezza di Eddie Murphy.

In un'altra versione
avrebbe cantato una canzone razziale,

ma in un film di Hill

canta una canzone
su una prostituta salvata dalla strada

da un uomo che non vuole condividerla.

Che sia un richiamo intenzionale o meno,

Reggie presto diventerà uno schiavo
sotto il giogo pesante di Jack.

Pensavo fossi intelligente.

Durante le scene insieme,

Jack lo tiene a bada
con parole razziste, violenza…

Appartieni a me.

…e costrizioni fisiche.

- Bell'inizio per una collaborazione.
- Ascolta bene.

Non siamo né soci, né fratelli, né amici.

Ti terrò qui solo
finché Ganz sarà in galera o morto.

E se ci scappa,
ti pentirai di avermi conosciuto.

Afferma il suo ruolo di autorità,
il cui compito è tenerlo sotto controllo.

Anche se non è razzista,

Jack scivola comunque tranquillamente
nel ruolo di oppressore.

E così, Hill fa affrontare a 48 ore
un tema provocatorio.

Aggrappati bene.

Chi è davvero libero e chi no.

La mossa più ovvia sarebbe stata
rendere Jack l'eroe,

coinvolgerci nei suoi fallimenti
e nelle sue ribellioni,

nel suo desiderio di vendicare
l'omicidio del suo amico.

Ma io mi sono sempre identificato
con Reggie, il detenuto,

il cattivo, che non solo
per me non lo era affatto,

ma che anzi meritava
i soldi che aveva rubato.

Reggie è chiaramente l'oppresso,
ma ha anche un talento evidente.

È arrapato, consapevole di sé
e il personaggio più astuto del film.

Vediamo la sua arguzia
quando cattura Luther,

pur essendo ammanettato a un volante.

Come va?
Scusa per la porta, ti ho fatto male?

- Hammond!
- Jack non gli concede nulla.

Dammi la pistola o sei morto.

Esprime la sua umiliazione
chiamando Reggie "cocomero",

una reazione immediata
al potere crescente di Reggie.

Cos'hai da sorridere, cocomero?

Reggie reagisce.

Comprende il potere di Jack.

Il distintivo ti dà il permesso
di trascendere le barriere,

fisiche e culturali.

Sei un duro, eh? Assurdo dove arrivano
alcuni grazie a pistola e distintivo.

Reggie pungola Jack
sulla sua vita privata.

Dimmi della tua ragazza.

Che problemi ha, a parte te?

Lo aiuta quando è in un vicolo cieco.

A proposito, il mio stomaco brontola.

E distrae Jack dalla sua vera motivazione,
riprendersi i soldi.

Ecco la tua cena.

Funziona perché Jack non sopporta
di essere sottomesso a un detenuto,

a un nero.

Jack è un bravo poliziotto,

ma è pur sempre indifeso di fronte
al razzismo che gli hanno inculcato.

Reggie usa il piano di Jack contro di lui.

Dove andiamo, detenuto?

A catturare un indiano.

Da quale riserva lo hanno fatto uscire?

E Hill prevede tutto nella scena iniziale,

in cui il cattivo, Ganz,
e il suo partner, Billy Bear,

sfruttano il razzismo di un capo
per riuscire a fuggire.

Dovevi rubare
un furgone migliore, Tonto.

Presumono che la guardia
sia razzista per natura,

mentre Ganz si dimostra tale con ferocia.

- Calmati, capo. Sta scherzando.
- E così, lo scambio degenera.

- Posso avere un po' d'acqua?
- L'acquavite?

- Intendevi quella, giusto?
- E va bene!

Billy e Ganz inscenano una rissa.

Forse la guardia
non riesce nemmeno a concepire

che Billy sia complice di Ganz.

Per me, a nove anni,
fu decisamente una sorpresa.

Solo decenni più tardi

capii che quello stratagemma
criticava un mio pregiudizio.

Il razzismo della guardia
finisce per ucciderlo.

Andiamo!

Nei film di Hill…

Vai avanti tu.

…da I guerrieri della palude silenziosa
al ciclo western,

con Broken Trail, Wild Bill e Geronimo,

e il pilota per Deadwood di Milch…

Chissà quante altre empietà commetteranno
questi pagani assetati di sangue.

…il razzismo sistemico
è l'arma dei bianchi,

ma anche la loro grande vulnerabilità.

I fuggitivi…

La razza è il tallone d'Achille d'America.

- Due uomini, un indiano.
- Andiamo.

Ganz e Billy Bear sono
la prima coppia interrazziale del film.

48 ore è una gara tra le due,
lo specchio l'una dell'altra.

Ganz e Billy sono amici dall'inizio.

Hill lo chiarisce facendo procurare a Ganz
una prostituta per il suo amico.

Prendila indiana.
No, non quelle col turbante. Una squaw.

Jack aiuta Reggie a fare sesso
soltanto alla fine.

Ho 20 dollari, divertiti.

Ci farò sesso, Jack.

I veri amici del film sono Ganz e Blly.

E poi c'è una scena, il pezzo forte,

che si svolge
quasi esattamente a metà del film.

Reggie va in un honky-tonk,
una satira dei bianchi.

Sì!

Non è popolare tra i fratelli.

Ho sempre adorato gli amanti del country.
E loro adoreranno te.

Avevo già sentito parlare di questa scena.

Ehilà.

Il pubblico scoppiò a ridere
prima che iniziasse.

Quei vocalizzi entusiasti

nella lunga scena che conduce
alle montagne russe finali.

- Vorrei qualcosa da bere.
- Ti consiglierei un Black Russian.

Per lo sceneggiatore Gross,
c'era il 50% di possibilità

che la scena venisse tagliata.

L'ho capita. È perché sono nero.

Anche i primi spettatori erano combattuti.

Ma calmatesi le acque,

ecco il momento leggendario

in cui Eddie Murphy emerge
con tutte le sue qualità.

Cerco Billy Bear. Sa dov'è?

Non me ne frega un cazzo
del distintivo, negro.

Il fulcro è un afroamericano
che aggredisce un intero bar

pieno di ignoranti e razzisti.

Il culmine di un film d'azione
ricco di scene emozionanti.

Con la sua caricatura
dei bianchi retrogradi

nel bel mezzo
della città più progressista d'America,

48 ore è tante cose diverse,
ma di sicuro parla di razza.

- Non mi piacciono i bianchi.
- E vi ricordo…

Quindi, mi sto divertendo.

…che era la prima comparsa di Murphy
sul grande schermo.

Fantastico, non c'è niente
di meglio di una cena in famiglia.

I più giovani lo conosceranno

come un artista proteiforme
e per famiglie.

In effetti, Murphy ha guidato la narrativa

dell'artista nero
che piace all'America bianca.

Non è né nero né bianco. È Eddie.

Ma se torniamo a prima di Shrek…

Mi hai ferito, Shrek.

- …Dolittle…
- E dai!

…Mulan, Il professore matto
e Il principe cerca moglie…

Se pensi alla spazzatura, pensa ad Akeem.

…torniamo ai punti spigolosi di film

come Beverly Hills Cop
o Una poltrona per due,

- Non sapete chi sono io!
- Perché non usa il manganello?

…e soprattutto 48 ore.

Prima di passare al cinema,
era un giovane cabarettista

dalla popolarità crescente
come prima star nera del Saturday Night.

È così che si apre la porta
nel mio quartiere.

Chi è?

Idolatrava Richard Pryor,

che influenzava la gente
con volgarità e materiale tagliente.

Se litighi con un altro uomo
e lui è bianco,

anche se è una questione tra uomini,

lui finisce per darti del negro

e tu pensi:
"Merda, ora non sono più un uomo".

Come Eddie, fece nascere film
socialmente impegnati come Blue Collar…

Tutti sanno cos'è lo stabilimento.
È un sinonimo di piantagione.

Giusto!

…prima di parti altrettanto umilianti,

come quella del giocattolo
per un ricco bambino bianco.

Chissà se è il prezzo

per avere successo negli USA
come minoranza.

Rimangiarsi la rabbia per compiacere
chi firma gli assegni.

Ma nella scena del Torchy's,
Eddie Murphy è ancora pericoloso.

Che razza di sbirro sei?

Sai cosa sono? Il tuo incubo peggiore.

Un negro col distintivo.
Posso farti il culo quando voglio.

È proprio qui che diventa

l'attore nero più importante
dopo Sidney Poitier,

per molte delle stesse ragioni.

- Dove l'hai preso?
- Rimborso fiscale.

Stronzate. Sei troppo stupido
per avere un lavoro.

Minaccia l'ordine costituito

come probabilmente mai più dopo di allora,

o almeno non fino a questo punto.

Hill e Murphy vogliono parlare di razza
in modo schietto e privo di orpelli.

La profondità dell'irriverenza.

Rappresenta una versione minacciosa
dell'essere neri.

Quella che conosce le tattiche
della classe dominante bianca che li odia.

C'è un nuovo sceriffo.

E le usa per attaccare e difendersi,
per fare giustizia.

E si chiama Reggie Hammond.
Vedete di starvene buoni.

Reggie assume il potere di Jack.

E quindi, Jack deve riaffermare il suo.

- Che cazzo succede?
- Non mi piace come me l'hai chiesto.

Chi se ne frega? Sei solo un nero

con un numero
sul retro della tuta da carcerato.

I due fanno a cazzotti.

Ci sono pochi registi che raccontano
i personaggi tramite l'azione

con la bravura di Hill.

Combattono in modo diverso.

Jack è selvaggio e sgraziato.

Reggie è calibrato e preciso.

Reggie mantiene la calma.

Stronzetto.

Finché Jack non lo getta nella spazzatura.

Mi hai buttato nella spazzatura?

L'altezzosità del gesto non gli sfugge.

È stato superato un limite.

Va oltre le solite provocazioni.

Reggie non si farà umiliare
nel corso di queste 48 ore.

Ti hanno salvato il culo, detenuto.

Raccontalo alla centrale.

Sì, certo. Lo scriverò anche nel rapporto.

Ci scommetto.

Quando Jack dice
che scriverà nel rapporto di aver vinto,

ammette che, nonostante la sconfitta,

ha il potere istituzionale
di controllare la narrativa.

Certo, partner.

Una delle meraviglie della performance
di Murphy è come riesce

a infondere in Reggie
anche una profonda dignità.

Stammi a sentire. Non siamo né soci,
né fratelli, né amici.

Se Ganz scappa coi soldi,
ti pentirai di avermi conosciuto.

Ho sempre aspirato ad avere

la sicurezza e la dignità di Reggie
nella mia identità razziale.

Più tardi al Vroman's,
l'esatto opposto del Torchy's,

la scena cruciale del film,
Reggie è nel suo elemento.

Vodka e limone, mettimela sul conto.

Si capisce dal fatto
che può aprire un conto.

La band suona a lungo,
un altro tratto distintivo di Hill.

Hammond, dove diavolo sei?

Al Vroman's di Fillmore.

Sì, so che non lo conosci. È da neri.

48 ore, che era già
un film impeccabile ed essenziale,

in questo momento
diventa davvero importante.

In questo momento, non importa
cosa volesse essere in partenza.

Hammond!

Il suo dare un senso all'insensato
rende 48 ore…

- Lui è Jack.
- Ciao.

Arrivederci.

…davvero fantastico
per un bambino ostracizzato.

Jack si scusa.

Sai, per negro e cocomero.
Non lo pensavo davvero.

Volevo tenerti in riga,
fare il mio lavoro.

"Fare il tuo lavoro"
non giustifica tutto, Jack.

Hai ragione.

E Reggie gli dice, in modo quasi brusco,

che non lo perdona.

Anche a nove anni,
ho riconosciuto l'eleganza

di questo rifiuto abile e misurato
della cecità di fronte al dolore,

e quanto avrei voluto

rendere questi momenti spiacevoli
invisibili come mi sentivo.

Ai tempi, ero troppo giovane per capire
la profondità delle mie reazioni,

figuriamoci per risolvere l'enigma
di razza e rappresentazione negli USA.

Non so se lo risolveremo mai del tutto.

Ho cinque morti collegati a Ganz

e tu fai saltare tutto
per un negro in carcere!

Sì, l'ho chiamato negro!
Ci puoi scommettere!

Non ci sono
abbracci chiarificatori tra i due,

ma c'è un'accusa devastante
su come bianchi e neri

ruotino intorno
a queste fortissime divisioni razziali

radicate nel nostro Paese,
senza che il baratro venga mai colmato.

Aspetta, maledizione!
Ti spiego una cosa su quest'uomo.

Ha più cervello di quanto immagini
e più coraggio di ogni altro mio partner.

Vai a farti fottere, detenuto!

Alla fine, Jack torna nel suo
e Reggie torna in prigione.

Aspetta, Ganz è scappato coi miei soldi

e tu mi riporti in prigione
con la mia auto.

Non mi sembra giusto.

Sì, come molte altre cose.

Non sono amici, ma si avvicinano
a ciò che Ganz e Billy erano all'inizio.

Complici di un crimine.

E forse è il massimo possibile.

Quando Reggie e Jack
fanno un patto sui soldi rubati…

Vuoi parlare di questi?

…sembrano fidarsi, ma ci rimane
l'impressione, confermata dal sequel…

Li ritroverai tra sei mesi,
quando uscirai.

…che di Jack non ci si possa fidare.

Sarò un uomo onesto, d'ora in poi.

E nemmeno di Reggie.

Mi ridai l'accendino, Reggie?

48 ore non è una commedia sull'amicizia,
perché i due non sono amici.

E più che non essere una commedia,
è una tragedia

dove questi uomini alla fine
rinunciano alla loro fratellanza

a causa della realtà in cui viviamo.

Forse è la grande tragedia americana.

Per quanto tempo possiamo passare insieme,

io ai tuoi occhi sarò sempre
soltanto una cosa,

e tu per me sarai sempre
qualcosa che non mi vede.

Sottotitoli: Irene Bassini