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BBC: The Human Body
Part 5

Traduzione: Angelus, trueillusion, Daffodils,
crimson84, micheled90, blueyesrocker, crycra

Revisione: mezzi, hipopo

::Italian Subs Addicted::
[www.italiansubs.net]

Tra il tumulto della puberta'
e il declino della vecchiaia,

il corpo umano raggiunge il suo apice.

In termini biologici, quando diventiamo
adulti siamo il prodotto finito.

Questo e' il momento in cui
cominciamo a vivere la nostra vita,

invece di prepararci ad essa.

Ma c'e' qualcosa di
unico nel corpo adulto,

che ha fatto di noi la specie
animale piu' potente sulla Terra.

Ci ha consentito di
governare il mondo naturale.

Ci ha dato la flessibilita' per
superare i confini del nostro pianeta

e avventurarci nello spazio aperto.

Siamo persino riusciti ad esplorare
l'interno del nostro corpo.

Ogni giorno i medici fanno delle
riparazioni al nostro mondo interiore.

Quindi tutti i trionfi delle imprese
dell'uomo sono dovuti ad una cosa.

E' la parte piu' misteriosa
del corpo umano,

e nonostante cio' domina
la nostra vita da adulti.

E' il cervello.

IL POTERE DEL CERVELLO

Il cervello umano e' un
miracolo di evoluzione.

E' l'oggetto piu' complicato
nell'universo conosciuto.

Ma per capire come funziona,

abbiamo bisogno di sapere come si
e' evoluto e da dove ha avuto origine.

Il cervello dei nostri antenati
primati era piuttosto piccolo.

Il suo volume era di circa mezzo litro,

che equivale alla
cilindrata di una Fiat 500,

o alla dimensione del cervello
di uno scimpanze' dei giorni nostri.

Il cervello umano e'
circa tre volte piu' grande:

equivale circa... alla cilindrata
di una macchina sportiva.

Mentre si evolvevano, i nostri antenati

dovevano acquisire delle abilita'
sempre piu' complicate.

Avevano bisogno di cervelli
piu' grandi, migliorati,

cervelli che fossero piu'
potenti e piu' versatili.

E' difficile far capire quanto rapidamente
il cervello umano si sia ingrandito.

Dai nostri antenati primati agli
umani con il cervello sviluppato

sono trascorsi due milioni e mezzo di
anni. Puo' sembrare un sacco di tempo,

ma in termini di evoluzione,
e' un tempo decisamente breve.

Il cervello umano cresceva

per un equivalente di 150.000 neuroni

ad ogni generazione.

Ma in natura nulla viene regalato.
Ogni cosa ha un suo costo,

e un cervello piu' grande, come un motore
piu' grande, e' piu' costoso da utilizzare.

Per funzionare,

il cervello umano consuma piu'
energia di ogni altro organo del corpo,

bruciando ben un quinto
del cibo che consumiamo.

Questo rende la testa piu'
calda del resto del corpo,

come ci viene mostrato
da una telecamera termica.

Investiamo molte energie nel cervello,
per via della sua importanza.

E' cio' che rende ciascuno
di noi cio' che siamo.

E' incredibile pensare che
sto tenendo tra le mani

quel luogo dove un tempo qualcuno
ha provato sentimenti, pensato e amato.

Dal suo aspetto non si direbbe
che possegga molte abilita'.

Appare invece repellente,
raggrinzito come una noce

e con la consistenza di un fungo.

Per secoli, gli scienziati hanno lottato

per capire qualcosa di
questo oggetto sgradevole.

Il filosofo Aristotele,
dell'antica Grecia,

credeva che il cervello aiutasse a
regolare la temperatura corporea.

Un naso colante segnalava che il cervello
stava rilasciando del liquido refrigerante.

Riteneva che poiche' il cuore batte
piu' velocemente quando si e' agitati,

doveva essere lui il responsabile dei
nostri sentimenti e dei nostri pensieri.

Ora e' facile deriderlo, ma Aristotele
fu il primo a riflettere seriamente

sul funzionamento
del corpo umano.

Ne e' stata fatta di strada
dal quarto secolo avanti Cristo.

Ora possiamo effettivamente vedere
all'interno di un cervello vivente.

Gli scanner medici

provano che e' proprio nel cervello
che pensiamo e proviamo sentimenti.

Quando un'area particolare del
mio cervello lavora duramente,

vi affluisce piu' sangue,
attraverso le mie arterie,

per dare energia ai neuroni attivi.

Lo scanner riesce a individuare
queste variazioni nel flusso sanguigno,

fornendoci una visuale completamente
nuova dell'affascinante mondo della mente.

Ricorrendo a questa tecnica, possiamo
davvero osservare il cervello al lavoro.

Qui sto ascoltando della musica.

Non una, ma diverse
aree si accendono.

Questa e' la parte del cervello
dove processiamo tutti i suoni,

e qui e' dove apprezziamo la musica.

Incredibilmente, ci sono addirittura
lobi distinti per la melodia...

per il ritmo...

e per l'altezza.

Ma in realta' cosa sta succedendo
all'interno del cervello?

E' una storia affascinante,
ma e' complicata.

Tutto inizia con questa
struttura ad albero:

una singola cellula cerebrale,
o neurone.

Questo e' proprio un neurone,
ingrandito 10.000 volte.

I neuroni sono le piccole unita'
che compongono il cervello.

Fanno qualcosa di incredibile,
che da' vita a tutti i nostri pensieri.

Trasmettono un impulso elettrico.

Incredibilmente, ora possiamo vedere
un neurone durante la trasmissione.

Questa e' la prima volta che
viene mostrato in televisione.

L'elettricita' corre lungo il
neurone a 400 chilometri orari.

Qui lo stiamo vedendo a rallentatore.

In una minuscola frazione di secondo,
e' pronto a trasmettere di nuovo.

Il vostro cervello, incredibile ma vero, e'
composto da 100 miliardi di questi neuroni.

Insieme potrebbero generare abbastanza
elettricita' da accendere una lampadina.

Ma per rendere le cose
ancora piu' complicate,

le diramazioni di ogni neurone sono
collegate a migliaia di altri neuroni.

E' difficile comprendere l'esatta
scala di tutti questi collegamenti.

Immaginate una citta' attiva
delle dimensioni di New York.

Date ad ogni persona di quella
citta' 10.000 pezzi di spago.

Dite ad ogni persona di legare ogni
pezzo di spago ad un'altra persona.

Ora fate diventare la citta'
mille volte piu' grande...

e otterrete l'incredibile groviglio
che noi chiamiamo cervello.

E non finisce qui.

Addentriamoci in questo groviglio,
percorriamo un singolo neurone

e diamo un'occhiata alla
sinapsi con il suo vicino.

Stranamente, i neuroni non sono
affatto collegati fisicamente.

C'e' un minuscolo gap.

Per colmarlo,

i neuroni rilasciano piccole quantita' di
composti chimici ad ogni trasmissione,

che fanno da intermediari
e influenzano i nostri pensieri.

Questo cocktail di composti chimici
che vorticano nel cervello

e' finemente equilibrato.

Ed e' bene che lo sia, perche' deve
controllare l'attivita' del cervello.

L'equilibrio e' cosi' precario
che e' molto facile da rompere.

La gente lo fa continuamente.

A me piace farlo solo occasionalmente,
con del Cabernet Sauvignon.

La gente consuma alcol
da migliaia di anni.

Ma, sorprendentemente, solo negli
ultimi anni gli scienziati hanno scoperto

esattamente come funziona.

Quindi, nell'interesse della scienza,
mi sono offerto volontario come cavia.

Ma prima di cominciare, devo
provare il mio tempo di reazione.

Questa lucetta rossa si accendera',
e io premero' il bottone rosso.

Sono quindici centesimi di secondo,
poco meno di un quinto di secondo.

E' piu' o meno nella media.

Bene, ora sono a tre bicchieri.

Al contrario di cio' che molti credono,
non e' proprio l'alcol a renderci ubriachi.

Piuttosto, appena
l'alcol entra in circolo,

avviene una serie, una cascata,
di reazioni chimiche.

E quello che ci rende
effettivamente ubriachi

e' un sottoprodotto di una di queste
reazioni: una miscela di acidi grassi.

Bene, ormai ho bevuto
piu' di una bottiglia di vino,

e sebbene mi senta piuttosto
bene, il mio ta...

tempo di reazione non e' esattamente
nella norma. Proviamo a vedere.

Beh, e' quasi un quarto di secondo.

Piu' lento di prima.

C'e' un buon motivo per cui
le mie reazioni sono lente.

Il normale equilibrio chimico
nel mio cervello si sta rompendo,

perche' quegli acidi grassi
ostruiscono la superficie dei neuroni.

Gli acidi grassi attaccano
solo parti del mio cervello,

incluse quelle che controllano il mio modo
di parlare, il mio umore e la mia memoria.

Cosa stavo dicendo?

Dai, cosa stavo dicendo?

L'alcol influenza il comportamento.
Certa gente...

diventa decisamente
bellirugan... belligerante.

Altri... No, aspetta un minuto.

Taglia.

A dire il vero non riesco proprio
a ricordare cosa dovrei dire.

Azione!

Cosa stavo dicendo? L'alcol
influenza anche il comportamento.

Taglia.

Dov'e' il caffe'?

Come?

Beh, io... Tu di' solo "Azione",
e vedrai che saro' pronto.

Azione!

Credo di non essere in grado
di capire qualcosa, al momento.

Davvero.

Com'e' possibile che i miei
pensieri e il mio carattere

derivino da una collezione di
composti chimici e piccoli neuroni?

Alcune persone paragonano
il cervello a un computer,

ma io penso che assomigli molto
di piu' a un tumulo di termiti.

Questo per il concetto che il tutto e'
maggiore della somma delle sue parti.

Una colonia di termiti e' straordinaria.

E' intricata e complessa
tanto quanto una citta'.

Puo' dominare intere aree del territorio
e dichiarare guerra ad altri insetti.

Ma soprattutto, puo' costruire
queste stupende strutture

con colonne... e sostegni...

e condotti per l'aria condizionata.

Quindi dove viene conservata la conoscenza
per questa incredibile organizzazione?

Non in un'unica termite operaia.

Sono estremamente ottuse, con un
cervello delle dimensioni di una capocchia.

Nemmeno nell'enorme regina
che si contorce e produce uova.

Il suo cervello e' ancora piu'
piccolo di quello di un'operaia.

No. L'intricato comportamento
della colonia di termiti

emerge dalla fatica
collettiva di tutte le termiti.

Qui, un gruppo di termiti operaie
sta costruendo una nuova parete.

Non hanno un progetto
per la realizzazione,

ma lavorando insieme
riescono a costruirla.

Le termiti inviano segnali chimici,

e tra un segnale e l'altro ammucchiano
i loro minuscoli bocconi di fango.

Chiaramente il cervello umano e'
totalmente diverso dal tumulo di termiti.

Entrambi, pero', sono
composti da numerose unita',

siano esse neuroni o termiti.

Ognuna di esse, se lavora in armonia,
puo' compiere imprese straordinarie.

Non ha alcun senso ricercare
la radice della conoscenza

in un singolo neurone del cervello o, allo
stesso modo, in una termite della colonia.

Il successo di entrambi dipende
da molti milioni di semplici unita'

che lavorano insieme.

Quindi sono squadre di neuroni
che agiscono all'unisono

a darci tutte le nostre abilita'.

Ogni squadra, che risiede in una
specifica regione del cervello,

ha responsabilita' differenti.

Dalle nostre abilita' umane piu' avanzate
come il linguaggio e la memoria,

a quelle di base,
come il movimento.

Visto che camminiamo, corriamo e
afferriamo oggetti senza pensarci,

ci dimentichiamo come sia possibile
una precisione cosi' incredibile.

Per vedere lo sforzo
cerebrale necessario,

guardate cosa succede quando veniamo
inseriti in un ambiente del tutto nuovo.

- Ok.
- Ok, ecco fatto.

Gli astronauti devono
imparare a muoversi da zero

quando entrano in un mondo
senza gravita'.

La ragione per cui riusciamo
a imparare nuovi compiti

e a eseguirli automaticamente,
risiede qui.

E' una parte del cervello chiamata
cerebello, o cervelletto,

perche' sporge dalla base
del cervello vero e proprio.

Qui vengono immagazzinati tutti
quei movimenti che padroneggiamo,

come andare in bicicletta,
suonare il pianoforte,

o addirittura aggiustare un satellite.

Gli astronauti sono nella
stiva per il carico dello Shuttle,

ma non sono nello spazio.

Questa e' la sensazione piu' simile ad
essere nello spazio ottenibile sulla Terra:

una piscina enorme.

Una piscina cosi' grande da poter
contenere quattro Space Shuttle.

Qui gli astronauti possono
fare ripetutamente pratica,

finche' non riusciranno a muoversi
automaticamente, senza pensarci.

Ho dovuto scuoterlo un
pochino per fissarlo.

Si', e' un po' difficile riuscire

a inserirlo perpendicolarmente
al binario al primo colpo,

quindi prova a muoverlo avanti e
indietro, da tribordo a babordo,

e anche da prua a poppa.

Ok.

Facciamo anche finta che i
chiavistelli non funzionino...

Marsha Ivens e' una
di questi astronauti.

E alla faccia, se ha visto il mondo.

Ha partecipato a quattro
missioni sullo Shuttle

e ha orbitato intorno
alla Terra 683 volte.

Per imparare a muoversi in assenza
di gravita' ci vuole un po' di tempo.

Siamo abituati a camminare da un
posto all'altro, ma li' non cammini,

galleggi o... voli.

Quindi quando voglio attraversare
la stanza o la cabina,

mi do una spinta con
le mani o con i piedi.

Se spingo troppo forte,
mi schianto contro alla parete.

Se spingo nella direzione
sbagliata, la manco.

Se non spingo abbastanza
forte non arrivo alla parete.

Quindi ci vuole un po' per abituarsi.

Dopo essersi esercitati parecchie volte,
il cervelletto subentra automaticamente.

Un pensiero gli da' il via e il
cervelletto svolge il compito,

inviando istruzioni
al resto del corpo.

Questo succede senza
che ce ne accorgiamo.

Infatti la parte inconscia del
cervello spesso ha piu' capacita'

di quella conscia.

Sullo Space Shuttle c'e'
un braccio meccanico.

Gli astronauti devono esercitarsi molto
per poterlo utilizzare, usando un joystick.

Ma il segreto per muovere un
braccio meccanico con fluidita'

e' non pensarci troppo.

Lasciare che il cervelletto
prenda il controllo.

Per me, mentre imparavo a usare
il braccio, era difficile pensare

di dover muovere ogni
giunzione, mentre lo facevo.

Alla fine un istruttore mi disse: "Fallo e
basta. Prendi in mano i controlli e fallo."

E lo feci. Non so neanche
come, ma ci riuscii.

Piu' diventi esperto,

piu' rotazioni e spostamenti
riesci a fare allo stesso tempo.

E lo stesso accade quando
impariamo ad usare le mani.

Quando tenti di afferrare qualcosa, fai
dei movimenti complessi con il braccio,

e probabilmente e' lo stesso
procedimento che si usa

per imparare a controllare
il braccio meccanico.

Gli astronauti, per controllare il braccio
meccanico, usano le stesse funzioni mentali

che usiamo da bambini per
controllare le braccia vere e proprie.

Le persone hanno la fantastica abilita'
di far diventare quasi ogni oggetto

un'estensione del proprio corpo.

In quanto specialista della fertilita',
uso moltissimo il cervelletto

durante le laparoscopie.

Qui sto cercando di capire perche'
una donna non riesce a concepire.

Gli strumenti chirurgici mi consentono
di esaminarla al suo interno

senza dover ricorrere ad un
intervento vero e proprio.

Dopo molto allenamento,

mi viene relativamente semplice
coordinare cio' che faccio con le mani

con quello che vedo sullo schermo.

In verita' questo tipo di operazione
chirurgica, come ogni altro tipo,

sembra incredibilmente complicata.

Ma in realta' la maggior parte del tempo
si e' in modalita' "pilota automatico",

e si possono fare delle procedure abbastanza
complesse senza pensarci veramente.

Solamente se capita un incidente
o se al chirurgo capita un imprevisto

all'improvviso c'e' bisogno di
concentrarsi piu' intensamente,

e quindi il cervello conscio
prende il controllo.

Molti mammiferi hanno il cervelletto
sviluppato quanto il nostro.

Il cervello primitivo di un ratto
e' per la maggior parte cervelletto.

Non gliene serve piu' di tanto per
la loro vita relativamente semplice.

E negli uomini, la struttura di base di
questa parte rudimentale del cervello

e' cambiata poco
durante l'evoluzione.

E' il resto del nostro cervello
che si e' estremamente ingrandito.

Perche' e' diventato cosi' grosso?

Beh, incredibilmente, un intero
quarto del nostro immenso cervello

e' dedicato alla vista:

molto di piu' che per
ogni nostro altro senso.

Quando si sbircia dentro all'occhio,
si osserva l'unica parte del cervello

visibile dal mondo esterno.

Il nervo ottico nel retro dell'occhio
e' un'estensione diretta del cervello.

Passando per il nervo ottico
si arriva direttamente al cervello.

Qui, sul retro del capo, e' dove
giungono le informazioni visive.

I nostri occhi sono solo finestre.
In realta' vediamo con il cervello.

E' difficile capire quanto
sia complicata la vista

fin quando non si prova a
programmare un computer per vedere.

E' incredibilmente difficile.

Cio' che gli scienziati
non avevano compreso

era che l'occhio
non e' che il primo passo.

Il cervello compie la maggior
parte del vero lavoro.

Questi robot montano
eccellenti videocamere,

ma mancano dell'intervento del cervello
per dare un senso a cio' che vedono.

Questo puo' essere un handicap.

I nostri cervelli sono cosi' potenti

che diamo molto per scontate
le nostre capacita' visive.

Per pilotare questo biplano del 1940,

Marsha Ivens si affida piu'
a cio' che vede dalla cabina

che al pannello degli strumenti.

In un aeroplano come questo,
la vista e' il mezzo primario per...

conoscere la tua posizione,
rispetto al mondo, nell'aeroplano.

Il mio tipo di volo non richiede l'uso
di molti quadranti, a dir la verita'.

Posso capire la mia velocita' di discesa
man mano che mi avvicino al suolo,

e questo e' qualcosa che il
pilota impara con l'esperienza.

Quindi controllo periodicamente

l'altimetro, l'indicatore
della velocita' aerea

e della velocita' verticale,
per avere quell'informazione,

ma piu' che altro la
capisco guardando fuori.

Ogni volta che ci guardiamo intorno,
vediamo istantaneamente il mondo.

La forma di un aereo,
il suo percorso, il suo colore.

Ma la cosa sorprendente e' che
tutti questi aspetti dell'immagine

devono essere processati
dal cervello separatamente.

Sappiamo che questi diversi
elementi della vista sono distinti

perche' ad alcune persone con
danni cerebrali ne manca uno.

Alcuni non riescono a
distinguere i colori...

mentre altri, ed e' bizzarro,
non riescono a percepire il moto.

E' come se vedessero un fermo immagine
stazionario del mondo ogni due secondi.

Ma in una vista normale,
il nostro potente cervello

combina tutti questi elementi disparati
in una sola visione coerente del mondo.

Mentre la potenza cerebrale
dei nostri antenati cresceva,

loro non solo osservavano il mondo, ma
inventavano anche nuovi modi per plasmarlo.

Possiamo notare questa cosa guardando
gli utensili creati dagli scimpanze'.

Gli scimpanze' di questo gruppo

usano l'impressionante
cifra di 19 tipi di utensili.

La maggior parte serve
per procurarsi il cibo.

Sottili bastoni li aiutano a
prendere formiche e termiti.

Gli scimpanze' usano perfino
incudini di pietra e martelli di legno

per schiacciare i gusci delle noci.

E' molto difficile creare
un utensile di pietra.

Quindi eccone qui uno che e'
stato preparato in precedenza.

Circa due milioni di anni fa.

La creatura che l'ha creato

ha scheggiato via frammenti di pietra
per dargli un margine affilato,

e probabilmente veniva
usato come ascia.

Gli archeologi, qui nella
Great Rift Valley, in Africa,

sono veramente eccitati per questo
e altri utensili che hanno trovato,

perche' non sono state
le scimmie a crearli.

Sono stati degli umani.

Louise, perche' quest'area
e' cosi' interessante?

Tutto questo sito e'
speciale perche' ci sono

grandi concentrazioni di
utensili di pietra qui,

e questo perche' era
un bacino lacustre

e gli uomini primitivi scendevano
per cacciare gli animali

e ucciderli, per poi usare gli utensili
di pietra sulle loro carcasse.

Beh, io ho fatto fatica a creare un
utensile di pietra. Qual e' il trucco?

Ti serve un bel cervello grande, e...

devi essere abbastanza esperto,
per utilizzare le tue mani in modo da

tagliare via delle scaglie da un pezzo di
roccia e ottenere un risultato come questo.

Ti concedo la frecciatina sul
cervello, ma voglio dire, come sapete

che questi venivano usati per macellare la
carne? Insomma, mi sembra un po' azzardato.

Abbiamo trovato utensili
di pietra accompagnati...

da una carcassa di un antico
elefante, probabilmente,

e insieme agli utensili ci sono
ossa che sono state graffiate,

quindi siamo abbastanza sicuri
che quegli utensili di pietra

sono stati usati per
macellare quell'animale.

Uno scimpanze' non e' capace
di creare un'amigdala di pietra,

e non solo per la mancanza
delle capacita' intellettive.

Il pollice di uno scimpanze' e' molto
corto rispetto alle altre sue dita,

e questo rendes difficile l'uso degli
utensili, anche dei piu' semplici.

Ma in centinaia di migliaia di anni
il nostro pollice umano si e' allungato.

Questo ci ha dato
un enorme vantaggio.

Potevamo pizzicare in maniera
precisa con pollice e indice.

Si chiama "pollice opponibile",

e ci ha permesso di manipolare
gli oggetti con grande destrezza.

Marsha sfrutta questo controllo
di precisione delle sue dita

per fare dei controlli di
sicurezza al suo aereo.

Pizzico le corde sulla coda
e devo sentire che suonano,

relativamente l'una all'altra,
alla stessa altezza.

Se ne sento una che fa un
rumore sordo o suona a vuoto,

allora so che potrebbe potenzialmente
essere un pericolo per l'aeroplano.

E per il pilota.

Camminando attorno all'aeroplano
a volte la tua mano sente qualcosa

che il tuo occhio non vede.

Se faccio scorrere le dita
lungo i margini dell'elica,

posso sentire un taglietto sull'elica
che non e' detto che vedrei.

E non voglio tagli nell'elica,
perche' interrompono il flusso d'aria.

La sensibilita' delle nostre dita

deriva dalle creste e dai solchi
delle nostre impronte digitali.

Queste creste ci danno
anche una presa migliore,

specialmente in condizioni di bagnato,

proprio come il battistrada della gomma
di un'auto quando si sterza nella pioggia.

Ma cosa hanno a che fare
le dita con il cervello?

Beh, durante la nostra evoluzione
gli sviluppi del cervello e del corpo

sono andati avanti di pari passo.

Quando uno si sviluppava faceva
avanzare anche l'altro. E cosi' via.

Questo feedback positivo
si basava su una svolta cruciale,

una che gli altri animali
non sono riusciti a fare.

Le mani degli scimpanze'
non sono molto abili

perche' le usano per compiere
due lavori contraddittori.

Con le mani tengono le cose,
ma ci camminano anche sopra.

Quindi le loro mani
sono un compromesso.

Non male per il poter
camminare sulle nocche,

ma non cosi' utile
per la creazione di utensili.

Le mani umane hanno eccelso nel
creare utensili e nel manipolare oggetti

perche' erano perlopiu'
dedicate a una sola attivita'.

Diversamente dagli scimpanze',
noi abbiamo fatto questo.

Ci siamo alzati sui
nostri arti posteriori.

Questo avanzamento cruciale e' avvenuto
piu' di 3 milioni e mezzo di anni fa.

La postura eretta ha dato alle
nostre mani un'enorme liberta',

e ha incrementato enormemente
la nostra forza cerebrale.

Non ci siamo mai voltati indietro.

La postura eretta e' arrivata molto presto
nel corso dello sviluppo del corpo umano.

E' arrivata prima
dei pollici opponibili,

prima degli utensili di pietra,
prima del linguaggio.

In effetti, la postura eretta
ha favorito questi sviluppi.

Gli uomini primitivi avevano
tempo a disposizione,

tempo per mettere alla prova il loro
minuscolo cervello modello Fiat 500,

conducendolo ad
un'ulteriore evoluzione.

Mentre il nostro
cervello si ingrandiva,

metteva a punto un
trucchetto piuttosto speciale.

Imparava a mettere in ordine il caos,
organizzando le cose in categorie.

Caffe' con caffeina o senza?
Keniano o colombiano?

Non e' un caso che organizziamo
la nostra vita quotidiana cosi'.

Prendo un paio di quelli, grazie.

Siamo giunti a classificare
le cose in questo modo

cosi' da poter affrontare la
complessita' della natura.

Per sopravvivere
abbiamo dovuto imparare

quali piante erano velenose
e quali commestibili,

capire di quali animali potevamo nutrirci
e quali avrebbero voluto nutrirsi di noi.

Gli animali lo sanno fare
fino a un certo punto,

ma il cervello umano
era il migliore in assoluto.

Usiamo ancora questa
abilita' nella vita urbana,

ma in natura

e' possibile vedere il modo in cui
veniva utilizzata originariamente.

Philip Alderson fa il ranger
in un parco del nord dell'Australia.

Gli incendi boschivi assediano
il parco nella stagione secca,

e Philip accende dei piccoli incendi
controllati per bruciare le erbe secche

e impedire la diffusione di un incendio
piu' grande che sta per arrivare.

Si chiama "back burning",

una tecnica che gli aborigeni
hanno utilizzato efficacemente

per migliaia di anni.

Si vede una grossa nube di fumo laggiu',
e si sta diffondendo in questa direzione.

Quando l'incendio principale si
avvicina il vento si intensifica,

e si creano ovunque piccoli vortici.

Il back burning impedisce al fuoco di
avvicinarsi ulteriormente grazie al vento.

Altrimenti porterebbe tutti quei detriti e
le scintille dall'altra parte della strada.

La capacita' di comprendere
e controllare la natura

e' stata cruciale per
sopravvivere nel nostro passato.

Questo fiume pullula di coccodrilli.

Per contarli, oggi Philip
usa le stesse abilita'

che i suoi antenati
usavano per ucciderli.

Li rintraccia sfruttando le sue
conoscenze sulle loro abitudini.

Vivono sotto la sponda, dove
ci sono le radici degli alberi.

Si scavano dei buchi sotto la radice.

Se costeggi il fiume e
vedi uno di questi buchi

capisci che e' la presa
d'aria di un coccodrillo.

Si scelgono un'area in cui cacciare

e se un altro coccodrillo si
avvicina lo attaccano subito,

perche' sono estremamente territoriali.

Per battere la natura avevamo bisogno
soprattutto del nostro cervello.

La cosa piu' importante
era una memoria potente.

La memoria di lavoro, che in
genere dura solo qualche minuto,

e' una specie di lavagna mentale che
conserva a malapena sette elementi.

Con la memoria di lavoro
si puo' ricordare

se quello e' il coccodrillo
che hai visto un attimo prima,

o dove hai appoggiato il quaderno.

La maggior parte di questi
ricordi svanisce rapidamente.

Ma c'e' una parte del cervello

che si occupa della conservazione
dei ricordi a lungo termine.

Quando si ricordano determinati
pensieri piu' e piu' volte,

vengono trasferiti alla corteccia,

la porzione ripiegata che ricopre
la parte anteriore del cervello.

E' qui che risiede la nostra
memoria a lungo termine.

Non si capisce ancora appieno
come questi ricordi si mantengano,

ma la spiegazione piu' probabile

e' che i ricordi siano condivisi
tra molti neuroni distinti.

Nel tempo, le connessioni ramificate
tra questi neuroni si rinforzano.

E' cosi' che ricordiamo i
nostri parenti ed amici,

gli eventi importanti
della nostra vita.

Si stima che una persona, in media,

possa conservare nel proprio cervello
un milione di elementi distinti.

Una memoria cosi' potente
si e' inizialmente evoluta

per aiutarci a cavarcela
nel nostro ambiente.

Se torni di notte

puoi individuare alcuni punti
della sponda, alcuni canali.

In questo modo
capisci dove sei, no?

- E' tutto tranquillo, vero?
- Si', e' tranquillo.

- Dovremmo gia' averne preso qualcuno.
- Si'... guarda li', amico.

I coccodrilli preferiscono
uscire di notte.

Nell'oscurita' Philip puo'
comunque individuarli.

I loro occhi riflettono
la luce della torcia.

Ce n'e' uno li', la' davanti,
vicino alla sponda.

Ogni volta che Philip
attraversa il fiume

impara a conoscerlo un po' meglio,
perche' gli resta scolpito in testa.

Gira a sinistra.

Indovina un po'?

Ha preso un pesce.

Vi daro' l'avvio dicendo:

"Pronti, partenza, via". Ok?

Alcune persone hanno capacita'
mnemoniche che vanno ben oltre il normale,

e alcuni dei migliori si radunano qui, alle
13esime Olimpiadi della Mente, a Londra.

Sono qui per mettere alla prova
le proprie capacita' di ricordare.

Quando diro' "Via"
partiranno tutti i cronometri.

Quindi avete 15 minuti
per imparare a memoria,

a partire da... ora.

Gli avversari provengono da ambienti
sorprendentemente disparati.

C'e' un DJ, un pompiere,

un ufficiale di marina e il
solito gruppetto di studenti.

Cio' che li accomuna e' la
capacita' sconvolgente

di imparare a memoria
migliaia di numeri.

Andy Bell viene qui da tre anni.

Sono qui per provare a vincere.
E' una gara molto competitiva.

Ho gia' battuto alcuni record,

ma il principale obiettivo e'
cercare di vincere il titolo.

Oggi ha poche speranze.

Pronti, partenza, via!

Quest'uomo ha vinto il campionato
della memoria quattro volte.

Quest'uomo ha imparato le risposte di
ogni singola domanda del Trivial Pursuit.

Oggi l'unica cosa che lo separa
dalla vittoria e' un mazzo di carte

che deve visionare in meno di 40 secondi

e memorizzare nel giro di tre minuti.

Si chiama Dominic O'Brien.

Come ci riescono?

Fine della memorizzazione,
chiamiamo le carte.

Gli istituti Nazionali di Sanita'
americani hanno impiegato tre anni

e 250.000 dollari

per scoprire cosa ci fosse di diverso
nel cervello di queste persone.

Sei di picche, otto di picche.

Ne hanno concluso che queste persone
sono perfettamente normali.

Tre di picche.

Non hanno una memoria fotografica, che
molti scienziati ritengono essere un mito.

In effetti l'unica
differenza tra loro e voi

e' che loro hanno allenato quella
memoria che noi tutti abbiamo.

- Regina di quadri. E' giusto?
- Si'.

Un minuto.

Questa qui l'ho sbagliata.

Si'.

Un'altra vittoria per Dominic O'Brien.

Quindi qual e' il
segreto di Dominic?

Se mi viene presentato un numero
con cento cifre non mi dice niente...

a meno che io non lo scomponga.

Quindi scompongo un numero lungo,
creo delle sequenze di due cifre

e assegno a ogni coppia di
cifre un personaggio.

Per esempio, il numero 10 e' Dudley
Moore e il numero 07 e' Roger Moore.

Il 99 sarebbe Mister Whippy.

A questo punto ho qualcosa
con cui posso lavorare.

E per ricordare queste coppie di cifre
in sequenza le immagino in un percorso.

E' un po' come costruire una storia
intorno a questi personaggi.

Questo significa che la storia
per il numero 100799

sarebbe "Dudley Moore...

che incontra Roger Moore...

per prendere un gelato
da Mister Whippy." Semplice.

Siamo nati per cercare le cose
e per trarre conclusioni,

ed e' per questo che mi
avvalgo dei percorsi.

Devo convertire una cosa astratta,
migliaia di numeri senza significato,

in qualcosa che il mio cervello primitivo,
o da cavernicolo, se volete, possa capire.

E' troppo serio. Un po' piu' sorridente.

Dominic trasforma
dati casuali in storie,

perche' il suo cervello si e' evoluto
in modo da immagazzinarle facilmente.

Le storie hanno giocato
un ruolo importante

nella conservazione di
ricordi ben piu' antichi.

Gli animali e gli dei aborigeni
dipinti su questa parete

ci raccontano storie
di un antico passato.

In effetti l'arte rupestre e' solamente
un'estensione della memoria,

un modo piu' duraturo per
immagazzinare tradizioni.

Li' in alto c'e' un grosso canguro
rosso. Qui invece c'e' un branzino.

Un altro pesce persico.

Quando uscivi a caccia e prendevi il tuo
primo pesce lo dipingevano su una parete,

cosi che tutti potessero
vedere che pesce fosse.

Molte di queste pitture hanno dai
ventimila ai quarantamila anni.

Potete vedere che sembra
quasi sia stato dipinto ieri.

Le trovi qui, infilando
le mani nelle buche.

L'insegnamento dei genitori
ai propri figli e' un altro modo

per tramandare informazioni
di generazione in generazione.

Philip mostra a suo figlio come trovare
le tartarughe che vivono nel fango.

Sono nelle buche, Sam.
Provane una, sembrano delle rocce.

Eccone una bella grossa. Tirala fuori.

Cosi' si impara molto, in effetti.

Istruire i ragazzi fin dalla
tenera eta' e' davvero importante,

perche' cosi' formano un
legame con la loro cultura

e riescono a comprendere
le loro radici.

Tramite i nostri genitori, l'arte,

e l'educazione,
impariamo a conoscere il mondo.

E tutta questa conoscenza viene
assorbita dal potente cervello umano.

Cioe'...

In molte zone islamiche,
se una donna non puo' concepire,

subisce dei maltrattamenti
molto pesanti.

Talvolta guardiamo l'Islam
e pensiamo "Che strano",

ma lo stesso discorso vale
ovviamente per tutte le religioni.

Io sono ebreo. E avviene lo stesso,
per certi versi, nel Giudaismo.

Lo stesso vale per la
societa' cristiana.

Il compito piu' difficile del cervello e'
imparare a rapportarsi con la societa'.

Forse l'abilita' di rapportarsi con altre
persone e di integrarsi nella societa'

e' stata la forza principale dietro
alla crescita del cervello umano.

Se ci pensate,
la cosa piu' complicata

che un uomo primitivo avrebbe
potuto incontrare nella sua vita,

non sarebbe stato
qualcosa da mangiare

o un utensile, e neanche un
predatore, ma un'altra persona.

In definitiva, la difficolta' sta nel
rapportarsi con altre persone,

non con il mondo stesso.

Per comprendere gli altri,
per convincere, per affascinare,

per farsi degli amici e non dei
nemici, serve sempre il cervello.

Possiamo vedere come succede
con i nostri parenti piu' stretti.

Gli scimpanze' sono sempre
in competizione tra loro

per poter essere a capo del branco.

Ecco un giovane scimpanze' che cerca
di spodestarne uno piu' anziano.

E nonostante i combattimenti
siano drammatici,

spesso l'abilita' di allearsi con
altri scimpanze' e' piu' importante

della sola forza bruta.

La mente domina sul corpo.

Gli scimpanze' passano ore intere
a rastrellare i peli dei loro simili.

Si chiama toelettatura, ed e'
la chiave per la scalata sociale.

Piu' uno scimpanze' e'
bravo con queste cortesie,

piu' possibilita' c'e'
che spicchi nel branco.

Gli scienziati hanno scoperto

che piu' il contesto sociale a cui
un animale appartiene e' complesso,

piu' e' grande il suo cervello.

Le abilita' di ingannare, di
allearsi, di convincere gli altri,

devono essere state fondamentali nello
sviluppo della mente degli scimpanze'.

Vi ricorda qualcosa?

Le societa' umane sono le piu'
complicate fra tutte le societa' animali.

C'e' una pressione costante
per riuscire a prevalere.

E quale miglior posto per verificarlo,
se non nei corridoi del potere?

Benche' le usanze della vita
parlamentare siano piuttosto sfarzose,

sono le dinamiche dietro le quinte
ad essere spesso piu' importanti.

I politici si radunano scambiandosi
chiacchiere cospiratorie.

Vengono stretti e infranti accordi.

I Deputati, i Lord e le Lady,

fanno uso di abilita' che sono
rimaste immutate per milioni di anni.

Io dovrei saperlo,
dopotutto ci lavoro.

Non siamo scimpanze',
ma la' fuori e' una giungla.

E non e' necessario
dover andare in Parlamento

per imbattersi nella politica.

Il nostro cervello ha sempre a che fare
con una politica con la "p" minuscola.

Pettegolezzi, lusinghe, maldicenze.

A casa o in ufficio, e' semplicemente il
nostro modo di rapportarci con la gente.

Per milioni di anni,

il cervello e il corpo umano

si sono evoluti per affrontare
sfide sempre piu' complicate.

Abbiamo imparato
a manipolare utensili,

abbiamo raggiunto il pieno
uso del senso della vista

e abbiamo sviluppato
una potente memoria.

E, piu' recentemente, abbiamo
padroneggiato il linguaggio,

una forma altamente efficiente
di toelettatura sociale.

Ora possiamo costruire
un quadro dettagliato

del cervello che abbiamo sviluppato:

il cervelletto, responsabile
dei movimenti automatici.

La parte posteriore del
cervello, deputata alla vista.

La corteccia frontale,
per la memoria.

C'e' persino un luogo
riservato al linguaggio.

Ma manca ancora qualcosa
in questa mappa.

E' quella cosa misteriosa
che fa di voi cio' che siete,

e fa di me cio' che sono.

Gli scienziati la chiamano coscienza.

La coscienza e' la piu' grande
tra le qualita' del cervello.

E' molto difficile da definire,
a dire il vero,

ma essenzialmente, e' la nostra
capacita' di renderci conto

dei nostri pensieri e
delle nostre emozioni,

in modo che ognuno di noi possa
avere la propria personalita'.

Senza coscienza, saremmo
poco piu' che robot,

che partecipano per inerzia
agli eventi della vita.

La coscienza ci permette di godere
degli aspetti piu' belli della vita:

amore, arte, scienza e fede.

La coscienza rende il nostro cervello

molto piu' che un insieme di piccole
cellule grigie e elettricita'.

E' cio' che ci rende veramente umani.

Come materia, la coscienza e'
estremamente difficile da studiare,

ma una serie di straordinarie
operazioni chirurgiche

hanno rivelato alcune
informazioni sconvolgenti.

Questa storia piuttosto triste
ebbe inizio negli anni '60.

Dei neurochirurghi,

che volevano disperatamente curare
i loro pazienti gravemente epilettici,

furono i primi a tentare un'operazione
per controllare gli spasmi epilettici.

Bene. Ok, Dave, adesso inizio
a dividere il corpo calloso.

Questo impressionante intervento

consisteva nel dividere
il cervello esattamente a meta'.

Speravano di limitare i futuri spasmi
ad un solo emisfero del cervello.

Era un approccio radicale,

ma i pazienti soffrivano di una
forma di epilessia cosi' grave

che era la loro ultima speranza.

L'operazione di solito riusciva,

ma aveva degli spiacevoli effetti
collaterali in alcuni pazienti.

Vicky e' una di questi pazienti.

In seguito, gli scienziati
scoprirono che l'intervento

sembrava averle fornito
due menti indipendenti,

ognuna delle quali controllava
solo meta' del corpo.

Una persona.

Si notava perfino
quando Vicky si vestiva.

Sapevo cosa volevo indossare,

aprivo il mio armadio,

e a volte, mentre una mano
si preparava a tirar fuori il vestito,

l'altra... mia mano voleva
prendere il controllo.

E mi e' capitato di avere addosso
un paio di pantaloni corti,

e mi ritrovavo a
metterne un altro paio

sul paio che gia' indossavo, anche
se sapevo... sapevo che era sbagliato

e che non sarei uscita
di casa in quel modo.

Ciascuna delle sue mani obbedisce
ad una diversa meta' del suo cervello.

E' come se la sua coscienza
fosse stata divisa a meta'.

Due menti nel suo unico cervello.

Questo e' straordinario.

Se la nostra coscienza si trovasse
in una sola zona del cervello,

non potrebbe mai essere separata
in due, come e' stato per Vicky.

Percio' non posso indicare una
parte del mio cervello e dire:

"Li' e' dove risiede il mio Io."

Per farla breve, la coscienza
fa parte dell'intero cervello.

Forse,

nello stesso misterioso modo in cui le
termiti lavorano insieme nella colonia,

cosi' i tanti elementi che costituiscono
la nostra coscienza lavorano in armonia.

Sembra che le piu' grandi
abilita' del cervello,

memoria, percezione,
e le emozioni,

siano perfettamente legate
in un unico meraviglioso "tutto".

Ma c'e' dell'altro oltre a questo?

Come scienziato, io credo che la
scienza sia il modo piu' efficace

per conoscere il corpo umano.

Ma anche cosi', ci saranno
sempre alcune domande

alle quali semplicemente
non si potra' rispondere.

Come credente, penso che gran
parte di cio' che ci rende umani

rimarra' per sempre misterioso,
addirittura spirituale.

E questo, io lo chiamo anima.

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