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Che stavo vivendo a New York
c'erano questi spazi che si

aprivano ogni tanto nei nei
dogs di New York che erano

spazi enormi il filo conduttore
era una buona musica una ottima

qualità del suono e le luci a
New York cominciavano a venire

fuori i dj i DJ che mixavano in
maniera molto particolare la

musica. E la sua idea quando
torna in Italia è quello di

provare a replicare eh in
Italia in una eh dimensione da

discoteca eh simile a quelle
che lui aveva visto e che aveva

frequentato negli Stati Uniti.
A Gabicce mare apre la baia

degli angeli.

Tremila metri di di locali su
due piani.

La baia degli angeli è la prima
e il primo club a capire

l'importanza dell'immagine e
del merchandising. Oggi le i

loro inviti hanno degli inviti
straordinari, le scatolette di

Sardine, ogni forma di supporto
poteva diventare un invito.

Avendo importato questo modello
di discoteca dagli Stati Uniti

lui importa anche i DJ i primi
DJ della Baia degli Angeli sono

questi Bobe e Tom questa coppia
appunto di DJ americani.

Io mi ricordo questo disgiochi
che saliva e scendeva con con

l'ascensore. Il panorama che
era una cosa meravigliosa.

E che la loro forza era avere
dei dischi favolosi che noi

vedevamo sei o sette mesi dopo.
Loro mettevano un

quarantacinque giri con la
copertina di carta che serviva

da frizione cioè sopra mettevi
il disco da suonare lo fermavi

con il dito e aveva la funzione
del panno che si usa adesso. Vi

ricordo che c'era gente che
pagava centomila lire e una

cassetta di bobe tom. Perché
loro ne facevano una o due a

sera e quindi le vendevano per
centomila lire. Per la prima

volta interpretano un senso, un
concetto di comunità e di

identità. Era aperta sette
giorni su sette è estate

inverno. La

per chi

questa magia è stata rotta nel
nel terzo anno quando l'eroina

è diventata presente eh in
Italia e si è trovata anche

molto impreparati perché non si
conosceva questo tipo di

problematiche. Vi è stato uno
dei motivi che eh ho ho

preferito eh passare la mano

eh divento amico di di Bobbe
Tom e un 'giorno mi dicono

guarda noi ce ne torniamo in
America e ti abbiamo proposto

per succederci no insomma e
quindi però era una nuova

gestione e il proprietario
della baia degli angeli

ingaggia giù ai giovani deejay
e dell'area romagnola Claudio

Mozart Rispoli e Daniele
Baldelli profondi conoscitori

della musica e questo li porta
a pensare che forse i

giradischi possono essere usati
in una maniera diversa dalla

quale sono stati usati sino a
quel momento e cioè in maniera

creativa. Era in voga questa
pratica di coprire la parte il

centrino del disco con della
plastica opaga di modo che

nessuno potesse vedere i nomi
dei musicisti e il nome dei

dischi che venivano suonati
questo perché appunto la gara

era ovviamente quella a chi
prima possedeva questi dischi.

Nel millenovecentosettantotto
trentuno agosto la baia viene

chiusa per problemi anche di
ordine pubblico e quindi io

rimango a piedi

correre allora? La macchina va
dove vuole svolta su e giù

dalla via Emilia incontrò le
colline alle montagne oppure

verso i fiumi e le bonifiche, i
canneti poi tra Reggio e Parma

a lasciare andare il tiramento
di testa. E provare a

indovinare il numero dei bar
compresi quelli all'interno

delle discoteche e dei dancing
all'aperto. Ora che è agosto e

hanno alzato persino le verande
per godersi meglio le zanzare e

il puzzo della campagna grassa
e concimata. Lungo la via

Emilia incontro. Le indicazioni
luminose intermittenti i

parcheggi ampi e infine le
strutture di cemento e neon

violacei e spot arancioni e
grandi fari iodio che si alzano

dritti e oscillano avanti e
indietro. Così che i coni di

luce si intrecciano alti nel
cielo. E pare allora di stare a

Broadway o nel Sunset Bulefar
in una notte di quelle buone

convive, magnati, produttori e
grandi miti.

Il ballo è linguaggio
prepolitico, linguaggio

scivoloso, un linguaggio
rischioso forse appunto è

meglio rischiare, scivolare a
ritmo del rock, il ritmo delle

discognosi, che invece eh
scivolare su un ritmo che è

disastroso di per sé, è il
ritmo delle norme, il ritmo di

una società organizzata in modo
umano

si apre la radio libera in
Italia la disco music e il funk

esplodono in Italia. Gli
italiani sono degli esperti

totali di disco in generale di
musica nera di quell'epoca

stiamo parlando di un di un
periodo in cui il DJ e le

discoteche davano anche
suggerimento alle radio

contemporanea

c'era proprio una zona di
Milano che era piazza della

Repubblica che era un po'
considerato il triangolo delle

bermuda c'erano Radio Milano
International che è stata la

mia radio del cuore da
ragazzino centocinque e poi

successivamente a Radio Music è
la radio dove io ho cominciato.

Eh devo dire che la radio
private nello specifico radio

Milano international l'allora
mitica One One mi ha formato ed

educato tutti i generi
musicali. Era una radio molto

interessante e molto
propositiva a trecentosessanta

gradi. Il periodo forte di
Radio Milano International è

durato quattro o cinque anni.
Il periodo in cui c'era

Leopardo che era per me un dio.

Vogliamo cominciare con la
nostra settimana

miao. Dal vostro leopardo.
Leopardo deejay bune boom. Maxi

rispetta. Era il più grande in
assoluto è stato uno dei più

grandi Leonardo Leopardo e
Cecconi. Eh per il suo modo di

condurre appunto lo speaker ehm
e per la musica soprattutto che

suonava. Quindi un mondo
assolutamente nuovo. Il periodo

della disco music team. Siete
noi yoga. Attenzione ragazzi un

ex disco one one radio
national. Eh house. La tecnica

di messaggio in realtà poi
c'era un altro DJ sempre a

Radio Minale International che
si chiamava Jonathan mixava

sessanta minuti di musica in
modo assolutamente perfetto e

quindi noi ci cimentavamo poi a
provare e a capire come si

facesse perché all'epoca non
c'era nessuno che ti spiegava

come si mettessero a tempo i
dischi. I primi DJ che vidi

esibirsi in discoteca con una
tecnica impeccabile furono.

Claudio Cecchetto al divina e è
Peter Miccioni avevano una

tecnica cioè a quei tempi era
fantascienza.

Ai tempi c'era anche Claudio
che veniva giù in tournée.

Conoscevo i vari dislochi e lì
ho fatto degli accordi con

centocinque. I dislochi di
centocinque venivano a Riccione

in vacanza. Però era la vacanza
lavoro. Quindi alloggiavano

tutti qui nato nel novecento e
lì son passati tutti. C'era

quindi il cecchetto che finite
le serate veniva su da noi. E

così iniziato il periodo e il
club dei nove nove. L'abbiamo

chiamato club di nove nove
perché perché era legato a

centocinque prendevo tutti i PR
tutte le PR più importanti di

Milano e li portavo a Riccione
c'era Big Laure ad esempio che

era un personaggio tutte voci
della radio tutti i personaggi

che avevano a che fare con
migliaia e migliaia di persone

era ottobre del settantotto. Il
locale avrebbe aperto in aprile

del settantanove.

Del proprietario voleva fare
una palestra da ballo tant'è

che il locale era tutto pista
con qualche seduta laterale

giusto per affermarsi un
attimino e poi giusto perché

doveva essere una palestra
anche il bar serviva solo

bibite analcoliche

il logo del Cosmec nasce da una
copertina dei Commodors voleva

dare questo segnale arriva
qualcosa di nuovo

tra il settantanove e
l'ottantacinque c'erano quattro

o cinque locali che venivano
definiti locali afro. Nasce il

Chicago a Bologna, la Mecca a
Rimini, il a brescia questi

sono i quattro locali
principali

ogni sabato sera vendevo circa
un centinaio di cassette e

quindi queste cassette insomma
erano ambite sono state

duplicate decuplicate una parte
di di quella che consideriamo

DJ Calcio al moderno è stata eh
l'Italia è stata fondamentale

penso Daniele Baldelli a Mozart
dei primi anni ottanta ma ce ne

son tanti eh che hanno
sviluppato il mixing a un

livello che grazie a Dio son
rimaste le cassette se n'è

accorto tutto il mondo e sennò
rimaneva un passaparola per

questi personaggi sono una
generazione real sono quelli

veri.

Sono sulla strada amico. Son
partito. Ho il mio odore a

litri nei polmoni. Ho fra i
denti la salsedine e in testa

libertà.

Un mio amico mi porta questa
cassetta della baia dove c'era

un lato di Daniele Baldelli e
un lato di e io l'ascoltai

quasi per fargli un favore
perché disco music vade retro

però ascoltando questa cassetta
è stata una rivelazione perché

tutto quello che ascoltavo per
me era incredibilmente nuovo,

diverso e soprattutto aveva una
sua forza comunicativa penso

sia stato il momento topico in
cui io sono diventato un DJ dal

punto di vista mentale

io arrivo a Roma e mi ritrovo
coinvolto in un in una festa

che durava ventiquattr'ore su
ventiquattro.

Allora posso andare? Sì tutto
bene allora ecco io sono Marco

Trani di's giochi del da circa
un anno e mezzo. Qua già sta

ridendo questa ragazza okay

non ti sembrava di entrare in
un bagno turco con tutto

mosaico, le pareti, questi
mosaici di un artista

famosissimo, un'icona per la
comunità gay con queste

immagini di uomini eh marinai
che facevano sesso quelle cose

le vedevi solo se entravi a
Lisigong altrimenti non le

avresti viste come non le
avresti viste tutto quello che

succedeva nei bagni, tutto
quello che succedeva in pista,

non avresti visto gli uomini
che baciavano donne, donne che

baciavano donne, uomini che
baciavano uomini si baciavano

tutti e poi quest'aria di
popper questo eccitatore

sessuale questo liquido che si
respirava che tu comunque anche

non volendo lo lo inalavi anche
tu perché era proprio nell'aria

e conobby uno dei più grandi
deejay forse che ho mai

incontrato nella mia vita Marco
Trani ehi bravissimo eh e

questa è una cosa indiscussa
Antonella vai con le domande su

sei bello? Io molto moltissimo
eccezionale direi poi sei bravo

perché sei indiscusso non c'è
problema cos'altro sei? Sono

tutto Marco Trani bisogna
ricordare che lavorava

all'Isigong proprio grazie a
Paolo Micioni Marco che stava

in questa consolle con questo
pisellone eh dietro le sue

spalle metteva la musica in
maniera incredibile. Per chi

capisce un po' di batteria
faceva i cambi in levare

metteva i dischi a strappo.
Faceva delle sovrapposizioni

lunghissime. Rallentava la
musica dai dischi

quarantacinque li metteva a
trentatré quante volte ti

guardi allo specchio? Quasi
ventiquattro ore su

ventiquattro. Perché sono
circondato da specchi, anche in

discoteca. E anche quando metti
musica ti guardi allo specchio.

Secondo, se vedo una bella
ragazza, sì, mi metto a posto

subito i capelli.

Fu il primo vero DJ personaggi
che aveva proprio un'aura di

misticità mitologica quasi
perché era lui che l'alimentava

col suo modo di di porsi e di
comportarsi che però era poi

seguito dai patti quando si
metteva con le mani sul mix

cinque ottobre ottantatré io e
Marco Trani in consolle

all'Isteria. Da quel momento
abbiamo cambiato la fisionomia

delle notti musicali romani
perché Marco cominciò a fondere

quello che erano gli anni
settanta che erano finiti da

poco con tutto la quindi la
musica inglese, i durandurali,

gli spandauballè e la musica
americana del momento quindi

linee, iackson, madonna io
comprai quella che mio padre

chiamava Pianola campionavi i
dischi e li spezzettavo

praticamente li remixavo al
volo. Questa cosa dell'emulator

mi mise nella condizione di di
essere notato. È proprio Marco

Trani notò me perché io avevo
notato lui però lui neanche

sapeva che esistesse. Mi disse
senti ma tu verresti agli

isteri a Roma? Perché il mio
secondo Corrado Rizza va a New

York per uno stage eccetera
eccetera io la tiravi un

pochino ho detto e ci penso un
attimino ma di che stiamo

parlando più o meno? Mi dai
un'idea? Ma dovresti lavorare

sei giorni su sette perché
eravamo chiusi solo il lunedì e

un milione e mezzo al mese.
Quando ha detto un milione e

mezzo al mese so' andato
direttamente a prendere il

libretto universitario ho
portato a mio padre ho detto

papà grazie di tutto ma io mi
gioco sta carta qua.

Stare vicino a Marco Trani per
me era diventato motivo di

notorietà sulla scena romana.
Quando poi io mettevo tre

dischi all'inizio e tre dischi
alla fine. Se ero fortunato che

aveva qualche durante la serata
e mettevo qualcuno centrale. E

guai a sgarrare la scaletta che
aveva predisposto lui. A

mettere i dischi come li
metteva lui ce n'erano. No

pochi, pochissimi se non se non
addirittura fosse l'unico in

quel periodo che poteva fare un
certo tipo di suono. Ma il suo

suono era molto personale,
molto definito, molto invitato

di tutto questo quadro esce
fuori appunto una persona che

assomiglia più a una tra
virgolette rock star che ha un

semplice disgiochi che passava
dischi nell'accezione degli

anni ottanta provenienza

rain your store me like di

la fine dei grandi racconti
della stagione politica della

stagione ideologica arriva
proprio nel cosiddetto

postmoderno nell'inizio del
degli anni ottanta. Nascono

definitivamente i lavori di
comunicazione. Il creativo

vuole tutto vede tutto in TV
perché la TV è di

ventiquattrore, sente tutto
perché le radio libere suonano

tutto. Nasce una nuova razza di
italiani che non sono italiani.

Nasciamo noi nasce il club come
terreno di espansione della

propria intelligenza, della
propria capacità relazionale

che poi viene portata
all'interno del mondo del

lavoro

lì dentro l'identità sessuale è
volutamente o finalmente

espressa in tutta la fluidità
proprio delle nuance che può

avere

non solo cambiano i costumi ma
cambia anche il look, cambia i

comportamenti delle persone. La
gente usciva tutte le sere.

Negli anni ottanta non si
dormiva.

È d'obbligo l'abito oscuro. Il
trucco pesante, lo sfarzo

soprattutto lo sfarzo

eravamo a Milano. Non era da
bere ancora. Era ancora grigia

però per me era la città dei
miei sogni sono cresciuto in

Inghilterra da quando avevo
tredici anni per cui sentivo

che mancava qualcosa di meno
borghese il fratello di Lucio

aveva questo locale in viale
Umbria che aveva reso in

affitto ma era chiuso e allora
ho detto te lo faccio io questo

posto

e poi dopo il mio primo lavoro
era per Elio Fiorucci che mi ha

presentato credo il mondo ecco
quell'uomo.

Abbiamo aperto nel dicembre
millenovecentottanta si entrava

da questo corridoio nero il
locale era tutto nero talmente

spoglio per cui arrivare e dici
boh speriamo che che Dio se la

mandi buona credo che dicesse
la gente noi avevamo un punk

all'acqua di rose però comunque
senz'altro più creativi e un

po' più ribelli

per tutti i giorni. Escluso il
lunedì.

Per entrare bisognava essere
vestiti in un modo soprattutto

per i primi anni. Proprio era
il passaporto, proprio

l'abbigliamento, avere uno
stile avere una una presenza di

carattere ecco

cioè tutti i creativi di Milano
erano al plastic cioè registi,

musicisti e poi vabbè
arrivavano insomma Andy Warhol,

arrivava era comunque un posto
era un buco però era un posto

veramente interessante dove
molto succedeva e anche molti

incontri avvenivano lì

ah vieni, fai qualsiasi cosa,
vieni, vieni a far da matti,

cioè davanti

rubinetti d'ottone d'oro. Ce
n'erano non so mille rubinetti.

Una marchina una grandissima
Kadin Lark

all'ingresso c'era un pitone
paurosissimo dentro a una teca

di cristallo son riuscita a far
acquistare uno speed fire come

un'installazione dentro la
piscina bagnato per metà per le

ali tutto storto che ha
ripensato e ci dico che

meraviglia questo mio posto
subito nel mondo della notte in

una dimensione di proposta
artistica ma anche di lavoro

chiesi a Sabrina Bertaccini che
era una animatrice istintiva.

Sabrina per favore devi fare
quest'uscita con un cavallo

bianco, con una parrucca
lunghissima, a cavallo, con uno

strascico, con una lady godiva,
con una musica di inaugurazione

vestito rosso di terry muglèr,
pistola finta chiaramente, da

una parte e è entrata a cavallo
tutta la gente che sia insomma

e fu un un una cosa mai vista
ma forse veramente mai vista

allora. La riviera si stava
muovendo come una metropoli

balneare nel nostro immaginario
in realtà era era a parte

questi luoghi di aggregazione
speciali che riunivano un po' i

simili in un nomadismo notturno
un po' agli inizi

c'era la grazia Massimo del
Kinky di Bologna che sono

venuti a Leli Merlin a guardare
questi personaggi strani e

avevano bisogno di due persone
creative. Scelsero me e l'amara

e insomma come ci chiamiamo? E
allora abbiamo pensato ma

chiamiamoci le pettegoliere ci
inventavamo un tema il tema

della festa facevamo la grafica
del biglietto facevamo

animazione i nostri animatori
erano quelli che lavoravano a

Ibiza al fascià e all'Amnesia
all'estate il Kinky come tanti

altri club in Italia non era un
club aperto a tutti era un club

molto esclusivo. E
l'esclusività veniva da quello

che tu eri, da quello che tu
volevi essere, da quello che tu

sentivi di essere l'estrazione
sociale non era importante,

anzi era proprio quello che si
voleva abbandonare

le persone stava fuori dai club
provavano per mesi ad entrare e

riuscire ad entrare all'interno
di quello che diventava un

giardino segreto

ho la selezione era una tutela
per chi era all'interno perché

quello che succedeva
all'interno del Kinky, del

plastic, di questi club
veramente underground era roba

forte non si scherzava

poter stare completamente nudi
all'interno del club, giocare

con dei vibratori, divertirsi
per nove ore di seguito senza

capire dove si è fare tanto
senso, c'era tanto sesso, c'era

tanta droga una persona, una
ragazza in transizione, un

ragazzo che era trans cioè ti
puoi immaginare in quel periodo

che cosa strana poteva essere
un bufo, era un extraterrestre,

eri un peccato e invece tu
arrivavi lì ed eri una star eri

apprezzato per quello che tu
eri

mi hanno permesso molte volte
le botte a un certo punto io

ehm per per far entrare o non
fare entrare le persone mi

toccavo l'orecchio destro e gli
il servizio d'ordine mi

guardava e capiva chi poteva
entrare e non poteva entrare.

Era un po' quello che era nato
poi lo studio cinquantaquattro

di mio papà. La selezione
nostra è stata importantissima

perché ha determinato veramente
lo stile. Non c'è niente da

fare. Se tu non eri vestito in
un certo modo o ti comportavi

anche in un certo modo perché
erano anche le movenze, le

posture che a me non piacevano
non entravi. Chi sono che non

entrano. Eccoli qua.
Finalmente. Uno scoop in

esclusiva. Dopo i grandi
esclusi di del Festival di

Sanremo gli esclusi del lo so e
ritorniamo dentro dove ci

aspettano mille mille sorprese.

L'abito era manifesto cioè era
manifesto anche delle tue idee,

era manifesto, di cosa
ascoltavi, era anche

creatività, era anche
laboratorio. La discoteca era

in un certo senso anche un po'
un piccolo teatro

d'avanguardia. La moda era
molto più presente rispetto

adesso nel mondo della notte,
diciamo che eh c'eran proprio

questa voglia di vestirsi per
la serata. Non c'era una regola

particolare perché tutti erano
liberi ma era molto spinto nel

fashion, ma anche
l'abbigliamento era molto

diverso, cioè il design
presentavano capi molto forti

molto più riconoscibili. Tutti
noi eravamo impazziti per i

look. Finivamo il sabato, la
domenica già il lunedì, no mi

devo vestire così, voglio la
ricerca, poi il vintage, molti

stilisti, designer, eccetera
già un po' più affermati invece

venivano ad attingere
informazioni e vedere come ci

vestivamo perché comunque
eravamo originali. La ricerca

continua di un apparire ma di
essere perché eravamo ricordo

con il perizoma e con mhm e con
il copricapestolo che poi

abbiamo visto in tutte le
campagne. Era proprio un

contenitore dove creatività e
cultura e divertimento finivano

tutti insieme insomma. La disco
era un palcoscenico. La riviera

stava cominciando veramente a
essere unica e importante. Qui

venivano da tutte le parti a
vedere il sistema riccione.

Perché in realtà un'alchimia
che nasceva così perché alla

fin fine si facevano le cose
più semplici di questo mondo.

Era tutto nuovo era tutto
fresco era tutto ancora non

vissuto ed era fatto tutto con
tanta spontaneità

eravamo tutti dei diversi alla
ricerca. Non so che cosa

cercavamo. Un mondo dove tutto
era possibile. Un mondo dove

non ti sentivi più solo.
Allora, adesso voglio

presentarvi una sorpresa, un
ospite d'onore Gianluca tantini

uh uh il boss del locale.
Gianluca Tantini organizzava

concerti e si fece con lui
questa ristrutturazione venne

fuori questo ethos etos mamma
club dimora eh luogo di

abitazione in greco. Quello che
lui voleva fare era proprio un

club cioè voleva riunire della
gente che probabilmente ancora

non c'era perché ancora non
sapevamo chi erano però sarebbe

stata la loro casa. Dove va
questa cosa qua? Dove va? Eh

nostro no tra archivio nostro
potete dire tutto quello che

volete. Ah si può dire tutto
quello che aveva ideato un

locale con due sale eh la sala
principale la main room ci

suonava Flavio.

A DJ

club

notarono e mi chiamarono
appunto le categorie mi

chiamarono a fare il barista
club che era il locale che

aveva aperto da qualche mese
ballavo sempre sul bancone del

bar facevo due drink che
ballavo

my by wall me tony wall me you
can dally si vestivano il più

perché dovevano avere una
reputazione si vestivano il più

estrosamente possibile e eh lì
creavano anche la moda no?

Frequentava il nostro locale
abitualmente

si era creato un movimento ma
più grosso di quello che

avremmo potuto immaginare
considerando che non c'era

internet, non c'era la
tecnologia, non c'erano i

cellulari. Domani sera con

sono lì hanno iniziato a
lavorare i dj che poi sono

diventati famosi da da da riti
montanari, ricci clienti

telefonavano e chiedevano ma
che musica fate? Non farete

mica la house ho detto sì
facciamo musica house ah no no

allora grazie faceva tutto
Flavio prendeva le persone che

chiacchieravano ed erano con le
luci di servizio si spegnevano

le luci partiva la sua musica
lui le acchiappava e le teneva

con sé fino a mezzogiorno ma le
teneva con sé voleva dire che

gli faceva fare un viaggio
spirituale

il padre ed era House Music e
dell'epopea nostra era Flavio

Vecchi. Flavia avrebbe un
incidente in macchina e rischio

la vita finì in un in un fosso
e per farsi vedere

dall'autostrada dette fuoco a
una copertina di un disco che

però rientrò in macchina mentre
la sventolava e rischiò di

andare a fuoco per cui insomma
una storia e in quel periodo un

giovanissimo Ralph lo sostituì

a letto sò fatto tutta la
stagione invernale poi eh

Flavio si rimise in forma,
ritornò eh a e la mia prima

uscita dalla regione fu a Roma
con una serata che Marco

Moreggia e i ragazzi terribili
molto ispirato anche a quello

che facevano a Roma il che
secondo me è stato uno dei

primi posti in Italia a fare un
discorso serio sull'house.

Marco Militello era il DJ del
eh figlio di un diplomatico

italiano che viveva a New York
faceva spoda tra Italia e

America e quindi portava non i
dischi ma anche proprio il mood

in cui la house music era
coniugata negli states

e questa cosa vissuta una volta
al The Wotion mi ha fulminato

totalmente io da quel momento
ho avuto solo quella modalità

perché la cosa veramente
importante è che ci fosse un

grande impianto di qualità e
potente quella è la musica che

eh a un certo punto irrompe
come eh un un uragano sul

panorama italiano è spessissimo
dentro alle discoteche dentro

ai club si è sentita la musica
più d'avanguardia possibile di

quel momento

ciò in cui gli italiani
eccellerano nell'epoca sempre

negli anni ottanta è il
sintetico

sono precursori nell'uso del
sintetizzatore ed elettronica

nella cosiddetta italo-disco.

Come già la Motown nascono
delle discografiche che sono

delle factory nel senso che
sono proprio delle fabbriche di

replicanti genio vero tutta
questa cosa si chiama

Freddynajer che è un egiziano
arrivato in Italia che ha

l'abevi records e la baby
record torna it tutt'ora

considerati straordinari di te
lo disco con degli intenti

visibilmente comici nel senso
che i nomi stessi dei cantanti

erano chiaramente delle prese
in giro tipo denaro

li te lo disco ha una
percentuale altissima di

porcheria al suo interno però
non c'è un produttore sopra i

cinquanta di Detroit che non ti
metta litro disco come una

delle prime influenze del suono
della Detroit Techno c'è magari

quel RIF con la linea ribasso,
quell'accordo che hanno portato

la musica in un'altra
dimensione, ne è venuta fuori

in parte dell'avanguardia pura

music nasce a Chicago eh le
prime produzioni non pubblicate

sono della prima metà degli
anni ottanta quando c'era una

serie di di ragazzi che
andavano a ballare

principalmente due deejay,
Ronaldi e e Franchina e eh che

facevano dei DJ set cercando di
mischiare un po' i classici

della disco, del funk con la
nuova elettronica dei primi

anni ottanta, l'Italo Disco,
quindi da un lato, la cioè la

disco music elettronica e certe
cose più new wave, industrial

che arrivavano dall'Inghilterra
o da Belgio, dalla sono poi

nati i più grossi successi che
hanno determinato il panorama

degli anni novanta. House Music
eh dibattito aperto però

insomma pare che fosse da
Warehouse che era club dove

suonava Chicago eh che quindi
da e poi diventasse House Music

però si adatta molto molto bene
anche al semplice fatto che

veniva fatto in casa con una
strumentazione elettronica

molto rudimentale di strumenti
che venivano comprati ai

mercatini ladies and gentlemen

quando eravamo in America eh
per sentire le radio americane

c'era questo entusiasmo proprio
questa passione per la radio no

per la musica anche per la la
scoperta di di cose nuove

direttamente dai
novantanovemilasettecento di

radio DJ con noi Claudio
Cecchetto e la sua deejay Radio

Music chiude. Viene acquistata
da di Claudio Cecchetto che ne

fa Radio Deejay. Poi due anni
dopo Cecchetto mi chiama. Ho

capito che da lì sarebbe nata
mhm una storia importante. Un

nuovo gruppo incredibile

siamo in onda. Alla fine degli
anni ottanta la musica cambia e

io mi sono trovato spesso in
conflitto con Claudio gli dissi

sta succedendo molto di più tra
i DJ dei clubs che nelle radio

sono morte. Non 'sta succedendo
niente. Noi dobbiamo portare il

club della radio.

Per fortuna nell'ottantotto
arriva Lorenzo. E la cosa bella

è che io e Lorenzo siamo stati
subito complici perché ci

piacevano le stesse cose e
siccome Claudio ovviamente

stravedeva per Lorenzo mi ha
dato una grossa mano a

convincerlo a cambiare la
musica. E quindi insieme

abbiamo fatto questo percorso
nel pomeriggio dove abbiamo

cominciato a proporre house
techno, hip hop, diciamo che la

la mia esplosione è cominciata
all'inizio degli anni novanta

mettendo musica techno