All language subtitles for I.Bastardi.Di.Pizzofalcone.1x03.Vicini.ITA.ENG.AMZN.WEBRip.XviD-Pir8.it

Mettiamo qua.

Amore buongiorno, ti sei
fatta una bella dormita eh.

Quanto sei cresciuta, amore mio.

Non ci vediamo da più
di un anno, papà.

Ogni volta che
provavo a chiamarti

tua madre mi diceva che non
c'eri, che stavi da un'amica.

Invece avrei voluto parlarti.

Senti papà, mi sono
appena svegliata, dai.

Va bene!

Lo vuoi un po' di caffè?
Un goccino, eh? Dai.

Un goccio di caffè.

Papà, a scuola mi hanno
sospeso per 15 giorni.

Ma perché? Cosa hai fatto?

Eh, sono andata al
mare con un'amica,

nell'ora di matematica e
non sono più rientrata.

E tua madre non mi dice niente.

Voleva che lo sapessi da me.

Ma che è successo, scusa? Ma ti piaceva
tanto andare a scuola. Perché?

Niente papà. Non mi
va più di studiare.

Ma scusami, alla tua
età, che cosa vuoi fare?

Io capisco che hai cambiato città, che è
successo quello che è successo, ma insomma.

Papà non ti preoccupare.
Tanto sospensione o meno,

comunque quest'anno mi bocciano.

Come ti bocciano?

Poi ho fatto la primina. Non ti
preoccupare. Sto un anno avanti.

Dove stai andando adesso?

Vado a fare un giro. Non posso
stare sempre chiusa in casa!

- Ma dai finiamo di parlare.
- Ciao Papà.

- È una città pericolosa.
- Non vivo a Disneyland, papà.

Nico dove vai?

Ma fate la portiera?

No, non sono più la
portiera, e allora?

- Allora fatevi i fatti vostri.
- Scostumato!

Teresa! Teresa!

Maronna mia!

Donna Rosetta! Oh, aiuto!
Donna Rosetta!

Donna Rosetta! Aiuto! Oh.

Ehi, che è?

- È morta donna Rosè.
- Ma chi è morta?

- Teresa! È morta!
- Oh mamma mia!

Ma Romano dove sta?

Avete provato a richiamarlo?
O no?

Sì, ho riprovato proprio adesso.
Però non risponde.

Ah, ecco, ecco.

A Roma', sei arrivato?! Sei
finito sotto ad un treno?

Non sono stato molto
bene stanotte.

Però adesso sto meglio, grazie.

E non mi pare e comunque
dovevi avvisare.

Qua dentro non potete fare
quello che vi pare, è chiaro?

E che non succeda più.

Pronto.

Agente Cuomo, dimmi.

Ma dove? Aspetta, segna.
Via Monte di Dio 7.

Va beh. Grazie.

Lojà, hanno trovato il
cadavere di una donna.

Vacci tu.

Capo, manda a me con Lojacono.
Come coppia siamo una bomba, no?

- Se lo dici tu.
- Hai visto?

Coppie fisse non se ne fanno qua.
E vai, vai con Lojacono, vai.

- Grazie capo.
- Vai, vai, vai.

Aspettami Lojacono!

- Buongiorno.
- Buongiorno.

Agente Cuomo, in forza alla questura.
Vi faccio strada.

- Ah, buongiorno.
- Salve.

Che ci dice della vittima?

È morta tra le
undici e le quindici.

E a giudicare dalla ferita che ha sulla
nuca, ha subito un forte trauma cranico.

E questo potrebbe averne
causato la morte?

Non posso esprimermi
ancora al momento.

Però vede ha delle
abrasioni sul collo,

e questo lascerebbe pensare
che è stata soffocata.

Guarda i lividi sui polsi.

E tutto fa pensare ad una
colluttazione piuttosto violenta.

Poi ci stanno pure tracce
di sangue, capelli.

Va bene. Tra un paio di giorni vi
darò i primi esiti dell'autopsia.

- Grazie.
- Buon lavoro.

Lei invece, che mi
dice sulla vittima?

Si chiamava Teresa Piscopo.
Andava a servizio ad ore.

A chi appartiene questa cantina?

Agli Scognamiglio. La ragazza
andava anche da loro.

Il cadavere l'ha trovato Nico
Forcella, il garzone del fornaio.

Ci ha detto che è sceso a portare
una scorta di bottiglie d'acqua

nella cantina e ha
visto il cadavere.

È risalito e ci
ha fatto chiamare.

E adesso dov'è?

Dal fornaio. Lo trovate
a pochi passi da qui.

- Buongiorno.
- Buongiorno.

Dottoressa, mi dispiace incontrarla
sempre in circostanze spiacevoli.

- È il nostro lavoro.
- Già.

Lasciatemi. Fatemi
vedere a Teresa.

Scusate ispettore è voluto
scendere per forza.

È Salvatore Piscopo, il marito.

Lasciatelo, lasciatelo. Però lei non può
avvicinarsi più di tanto a sua moglie.

Abbia pazienza.

Amore mio che ti hanno fatto!

Coraggio. Coraggio.

Aragona, accompagniamo
fuori il signor Piscopo.

La accompagna il collega. Si
faccia coraggio signor Piscopo.

Coraggio.

Ha il camice sbottonato

forse ha litigato con qualcuno che ha
tentato un approccio del tipo sessuale.

Un approccio dolce,
forse consenziente.

Perché?

Perché l'ha detto lei prima. Il camice non
è strappato, ma semplicemente sbottonato.

- Io vado un attimo su, viene con me?
- Sì, certo.

Buon lavoro.

Tutto bene?

Eh, io sottoterra non
ci riesco a stare.

Come va con tua figlia?

Eh, come va con mia figlia.

Tutto mi fa pensare
che non sarà facile.

L'ultima volta che l'ho
vista era una bambina,

carina, gentile, educata.
E adesso...

È diventata una donna che
vuole fare tutto da sola.

Ma si può cambiare
così in un anno?

Certo che sì. E rassegnati Giuseppe,
perché alla sua età è normale.

Laura,

per quello che è successo ieri
sera, quello che ti volevo dire...

È che è stato meglio così.

Sarebbe stato un errore confondere
il lavoro con qualcos'altro.

Non l'ho mai fatto. Non va bene.
Non si fa.

Lo capisco che è una situazione delicata
tra di noi però, potremmo anche provare.

Io però ho un processo
tra meno di mezz'ora.

- Sì.
- Mi aggiorni?

- Certo. Ciao PM.
- Ciao ispettore.

Dottoressa?

Niente.

Accompagniamo la dottoressa
alla macchina per cortesia.

Agente? Va a prendere il ragazzo che
ha trovato il cadavere per cortesia?

- Certo.
- Commissà.

- No, ispettore, solo ispettore.
- Ve lo vado a prendere io.

E lei chi è? La portiera?

No, non sono la portiera. Questi
fetenti m'hanno licenziato.

E che ci fa qui?

Io e mio marito, quando c'hanno dato lo
sfratto, la casa ce la siamo comprata,

alla faccia di questi
morti di fame.

Adesso sono condomina e basta.

Le scale le puliva Teresa.

Eh, ma non le puliva bene come le
pulivo io. Pace all'anima sua.

Lei come si chiama?

Rosa Cannavacciolo in
Marino, commissario bello.

No, ispettore. Sempre
ispettore sono.

Va beh. Comunque, per qualsiasi
cosa io sono a disposizione vostra.

Signora, ma ce ne occupiamo noi di Nico
adesso. Non si preoccupi. Grazie, eh?

Prego, figuratevi.

Ho citofonato agli
Scognamiglio, sono in casa.

- Va bene.
- Ultimo piano, ispettò.

- Voi siete la portiera?
- Non sono la portiera.

Lascia stare. Vammi a controllare
la situazione del ragazzino.

- Me la vedo io.
- Sì. È di qua?

Di qua, e poi devi girare di là.

Buongiorno. Ispettore Lojacono.
Posso?

Mio figlio Giacomo ha interrotto
una tradizione di famiglia.

Non ne ha voluto sapere
di diventare avvocato.

E cosa fai?

Sono iscritto a lettere.

Ispettore, noi siamo sconvolti per
quello che è successo a Teresa.

Le eravamo molto affezionati.

Era molto tempo che
lavorava da voi?

- Più di sei anni, no?
- Sì, sei anni.

Una bravissima ragazza,
una grande lavoratrice.

Perché era scesa in cantina?

Le avevo chiesto io di andare
a prendere delle provviste.

Saranno state più o meno le 12.

E poi io sono uscita subito dopo
perché dovevo andare dal parrucchiere.

E non c'era nessuno in casa?

Solo mio figlio Giacomo.
Io ero a studio.

Mia moglie quando
ha saputo di Teresa

mi ha telefonato e sono
ritornato subito a casa.

Quindi, tu l'ha visto
scendere in cantina

è non ti è sembrato strano
il fatto che non risalisse?

Ispettore, mio figlio dormiva.

Ha passato tutta la
notte a studiare.

L'ho svegliato io Giacomo,

quando l'ex portiera mi ha
raccontato quello che era successo.

È una tragedia, se penso che
dovrò cercare un'altra cameriera.

Ma che cosa dici mamma!

Ti sembra questo il momento?

- Chiedo scusa.
- Prego.

Giacomo è un ragazzo
molto sensibile.

Ispettore, i suoi
nervi sono fragili.

Veronica per cortesia.

Ispettore, siamo a vostra completa
disposizione. La accompagno.

No, no, non si preoccupi.
Grazie per la collaborazione.

A presto. Signora, stia bene.
A presto.

Arrivederci.

Ha detto il ragazzino
se andiamo noi da lui.

Il fornaio non c'è e lui
non ci può muovere.

- Va bene.
- Voi altri siete della Polizia?

Sì, buongiorno signora. Stiamo indagando
sull'omicidio di Teresa Piscopo.

Ma chi è che ha fatto
una roba simile?

Eh signò, mica teniamo
la palla di vetro.

Lei la conosceva?

Sì. Veniva da me tutti giorni.
Dalle cinque alle sette e mezza.

E posso farle qualche domanda?
Ci fa entrare?

Prego.

- Buongiorno.
- Buongiorno.

Eh mio marito, Mario. Non
ci sta con la testa.

Demenza senile, che
ha detto il medico.

Mi dispiace.

- Allora lei è la signora?
- Faggin.

Lei ha detto che Teresa Piscopo
veniva a servizio da lei.

Sì. Mi dispiace che l'hanno
ammazzata, però anche lei.

Cosa intende?

Non dico che era una ragazza facile,
le piaceva essere corteggiata.

Sorrideva sempre a tutti.

Cosa che s'è da sorridere al giorni
d'oggi? Che s'è da piangere.

Mamma mia, se uno sta depresso e
viene da lei, si uccide proprio.

Per cortesia. Allora signora,

lei sa se c'era qualcuno che corteggiava
Teresa in maniera particolare nel palazzo?

No, non lo so.

Bella era bella

e a qualche madre, con il ragazzo
giovane in casa, dava fastidio.

Lei allude agli Scognamiglio?

A quella gran donna
della Scognamiglio.

Non mi saluta perché non ho dato il
voto per la ripulitura del palazzo,

e neanche suo marito mi saluta.
Due maleducati.

Ma restiamo ai fatti.

Ci può raccontare
qualcos'altro su Teresa?

Una volta mi ha detto

che andando in terrazza a
stendere la biancheria

era come se avesse l'impressione
che qualcuno la spiasse...

E Teresa si era fatta un'idea
su chi potesse essere?

Teresa.

Ah, Mario.

È buona Teresa
chiamatemi a Teresa...

Sì, Mario, guarda
le televendite.

Sa perché dice che
Teresa è buona?

Perché le metteva le mani sulle tette e
lei non diceva niente, non lo sgridava.

Diceva che era senza malizia.

E a me mi faceva venire una gran
rabbia, proprio una gran rabbia.

Rabbia.

- Scusi, chi è che mi voleva parlarmi?
- L'ispettore.

- Scusi lei è l'ispettore?
- Sì. Tu chi sei?

Nico Forcella.

Mio zio è tornato al
negozio e so' venuto io.

Beh, accomodati un attimo che
ti facciamo due domande.

Tanto per parlare chiaro.

Io sono solo quello che ha trovato
Teresa morta, niente di più.

E non ci stava nessuno
altro oltre a te?

- Non ho visto a nessuno.
- Sei sicuro?

Una come Teresa non si
meritava di morire così.

E che vuoi dire?

Aveva il seno più
bello del mondo.

- Scusate ma ora devo lavorare.
- Aspetta un attimo.

Scusa, tu non sei troppo
giovane poi per lavorare?

No, ma mica io lavoro,

faccio solo un piacere a mio zio Ciro che
non può lasciare il negozio da solo.

- E noi ti crediamo?
- E sì, noi gli crediamo!

Senti Nico, chissà quante cose hai
visto dentro in questo condominio.

Di tutti i colori. Pure una
cosa che riguarda Teresa.

Ma non ve la dico gratis.

Non scherzare che qui ti
portiamo dentro subito.

In galera non mi ci potete
portare perché sono minorenne,

ma parlo per rispetto a Teresa.

Che voglio pure io che
prendete a chi l'ha uccisa.

E parla, dai.

Circa due di mesi fa,
quando uscivo dal portone,

il marito di Teresa e Giacomo Scognamiglio
stavano per pigliarsi a mazzate.

Poi è arrivato il padre di
Giacomo e li ha separati.

Li ha visti pure l' "Ominicchio".

Chi è l' "Ominicchio".

Per carità, non chiamatelo
così che quello si arrabbia.

Si chiama Vincenzo Marino.

E dove lo troviamo?

E quello è il marito dell'ex portiera.
C'ha una bottega qui vicino.

È permesso?

Prego, prego. Accomodatevi.
Guardate, guardate.

Se cercate qualcosa di
particolare, dite pure.

Ispettore Lojacono. Vorrei farle
qualche domanda, mi scusi.

Come immagino lei saprà, è stata ucciso
una donna di servizio nel suo condominio.

Teresa Piscopo.

Sì, è venuta mia moglie a dirmelo.
Non ci potevo credere.

Ero qui a lavorare, non torno
mai a casa per pranzo.

Mi dispiace per Teresa.

Ci siamo incontrati stamattina, come
tutte le mattine e ci siamo salutati

e adesso non ci posso
credere che non c'è più.

Ci hanno detto che tempo
fa lei ha visto una lite

tra il marito di Teresa
e Giacomo Scognamiglio.

Ci può confermare questa cosa?

Certo che posso confermarlo.
Mentre rientravo a casa,

all'altezza del portone ho visto
i due che iniziavano a darsele.

Per fortuna che è passato
l'avvocato Scognamiglio,

ed è riuscito a separarli.
Una scena molto triste.

- Ma perché stavano litigando?
- Questo non lo so.

Lei conosceva bene Teresa?

Bene, bene è una
parola “grossa”.

La conoscevo come la conoscono
tutti nel condominio.

Posso dire che era una donna
educata, sempre sorridente.

Ci piacevano molto
le mie statuine,

l'anno scorso è venuta qui per
il compleanno del marito.

Le consigliai di farsi la statuina con il
suo viso. Ma lei disse, no, non è cosa.

Ci pensate, una bella donna come
a Teresa che non si piaceva?

E alla fine cosa comprò?

La statuina di Armando Maradona.

Ma voi fate solo
personaggi famosi?

Qui chiunque entra mi può
chiedere di fargli la statuetta,

io cerco di accontentarla ma mi
deve portare una fotografia.

Oh, guarda Lojà, guarda
questa come è bella!

Lei è davvero molto bravo.

Sono solo un artigiano
bravo a copiare.

A me sto femminone
mi piace proprio.

Ma quanto costa? Me la
voglio portare a casa.

Mia cugina Caterina non è in vendita.
Ci ha lasciato molti anni fa.

Metti a posto. Non toccare le cose.
Togliamo il disturbo. Grazie.

Quale disturbo!? Qualsiasi cosa, a
disposizione. Mi trovate qua. Arrivederci.

- Scusate.
- Eh, figuratevi.

Che ne potevo sapere che era
la cugina, e pure morta.

Ciao a tutti. Buongiorno.

- Salve.
- Lojà.

Ho fatto qualche ricerca
sulla vittima e sul marito.

Allora, lei si chiamava Teresa
Lauricella in Piscopo, nata a Napoli.

Anche il marito nato a Napoli, tutti
e due hanno la fedina penale pulita.

- Che lavoro fa il marito?
- Lavora in un garage a Fuorigrotta.

Chiedi alla scientifica se hanno
trovato il telefono della Piscopo.

Allora. Signori, sono
stato dal questore,

ci invita a essere molto cauti con questi
interrogatori alla famiglia Scognamiglio,

perché sono persone
di tutto rispetto.

Ma perché? Chi sono?

Lo studio Legale Scognamiglio è uno
dei più prestigiosi della città.

Il vecchio avvocato Scognamiglio morì
qualche anno fa, era un galantuomo.

Il figlio invece è un pescecane.

Ha difeso e ha fatto assolvere
parecchi imprenditori importanti

che fanno affari con la camorra.

Sì, ma noi abbiamo due
testimoni oculari

che hanno visto Giacomo Scognamiglio
litigare con Salvatore Piscopo,

che è il marito della vittima.

Lojacono, fai quello
che devi fare.

Vorrei vedere.

Però con la consapevolezza
che, se sbagliamo,

archiviamo pratiche
fino a chiusura.

Va bene?

Per quanto mi riguarda,
non cambierebbe niente.

Perché? Che problema hai?

Che problema ho!

Che sono un poliziotto,
e che faccio!?

Archivio pratiche dalla
mattina alla sera.

Va bene. Domani vai in
strada pure tu con Lojacono.

Scusa capo, ma già siamo in due.
Romano a che ci serve?

- Che hai detto? Cioè fammi capire.
- Basta! Fermi.

- Ripeti quello che hai detto.
- Basta.

Basta così.

Di Nardo domani vai pure tu.

- Eh, e così siamo in quattro.
- No, siamo in tre.

E perché?

Perché tu servi a me. Ho
un problema con Nenella.

Il cellulare della vittima,

quelli della scientifica, non
l'hanno trovato né in cantina,

né tra i suoi effetti personali.

E fatti dare il numero di cellulare
di Teresa, va bene uguale.

Va beh, io chiedo alla Piras di
farci fare un decreto d'urgenza,

per avere questi tabulati telefonici.
Al lavoro.

Marinella.

Marinella? Amore, sono papà.
Sono a casa, dove sei?

Papà, sto qua.

Lì sei? Perché stavi al buio?

Oh, ma sei peggio di mamma. Ascoltavo
musica e mi piace sentirla al buio.

Ti ho comprato la
cena, ringraziami.

Grazie!

Tieni. È buono, da
perderci la testa.

Che cos'è? Ah, il
famoso calzone fritto.

Beh questo ce lo possiamo dividere,
e poi ci facciamo due spaghetti.

O magari invece, ti
porto a cena fuori.

No, ma il calzone l'ho preso per te.
Io esco con un'amica.

Ma come esci con un'amica?
Dovevamo parlare.

C'è tempo per parlare. E poi
io ho bisogno di muovermi.

- Ma se sei arrivata ieri sera.
- È appunto. Stasera esco.

Ma chi è quest'amica che non
conosci nessuno, a Napoli?

Ieri non conoscevo nessuno.

Ma stamattina ho conosciuto una
simpaticissima, ha l'età mia,

e mi vuole portare a fare l'happy
hour in un posto fighissimo.

Happy hour.

- Ciao!
- Buonasera.

Buonasera.

Piacere, Chanel.

Ciao. Tu sei l'appassionata di musica
che abita nel palazzo di fronte?

Sì. Sono proprio io. Come va?

- Bene. Abbastanza bene.
- Dai, Chanel andiamo.

No. Un attimo.

Allora tu la sera devi tenere il
volume dello stereo più basso

sennò svegli tutta
la strada, eh?

Tu tieni il cellulare acceso e
massimo fra un'ora sei a casa.

- Sì, sì. Va bene.
- Un'ora massimo è chiaro?

Due!

"Molte volte hai provato il desiderio
di colpirmi, ma non lo avevi mai fatto.

Non si può più tornare indietro.

Non posso più stare con
un uomo di cui ho paura...

Ho bisogno di parlarti.

Ti prego, richiamami.

- Per me? Ma perché? Che cos'è?
- Una sciocchezza.

Ah, grazie Pisanè, è bellissima.

Per quando fa freddo. Ma voi le potete
portare le sciarpe? Voi frati, dico.

È vero che abbiamo
fatto voto di povertà,

però pure i colli dei
frati tengono freddo, no?

Eh. Ma come si fa a essere
depressi in una città così?

Ma perché, tu stai depresso?

No, non me lo posso permettere.
C'ho l'indagine da portare avanti.

A proposito, c'è una novità.

- Hai scoperto qualche qualcosa?
- Meglio.

- E racconta lo sai che sono curioso!
- Ho un piano.

- Un piano?
- Cerco di anticipare l'assassino.

E che significa?

Cerco di capire chi è la prossima
vittima, e aspetto lì l'assassino.

Lui ammazza sempre
all'ora del vespro.

Mi preoccupi Giorgio. Ma che
hai pigliato una fissazione.

Partiamo dal fatto che l'assassino
ammazza sempre vecchi, depressi,

persone che stanno male,

cioè tutti quelli che si può pensare
che stanno lì lì per suicidarsi.

Lui arriva prima, e li suicida io
voglio arrivare ancore prima di lui.

E come fai? Cioè, voglio dire, come
puoi azzeccare la persona giusta?

Qua sta il piano.

Dal farmacista sotto casa,

mi sono fatto dare l'elenco di
tutti i depressi del quartiere.

Lui li conosce perché gli
vende le medicine, no?

Ora hai anche il piano, ma come
mai hai questa ossessione?

Io prima di tutto
sono un poliziotto.

E poi non ce la faccio a vedere
le persone che stanno male.

Tu mi dovresti capire, no?

Certo che ti capisco. Pure io non
posso vedere le persone che soffrono.

- Buongiorno. Casa Piscopo?
- Di là.

- Grazie.
- Prego.

- Signor Piscopo, ci rivediamo.
- Buongiorno.

- Possiamo entrare, per favore?
- Grazie.

Fate attenzione che vi sporcate.

- Posso?
- Prego.

State ristrutturando?

L'amore mio ci teneva a fare la casa
nostra bella. Che notizie mi portate?

Noi abbiamo saputo che tra lei e
Giacomo Scognamiglio ci fu una lite.

Per quale motivo?

Quel figlio di papà si era
innamorato di mia moglie.

E Teresa le aveva
detto qualcosa?

No. Ma quello chiamava
a casa, pure la sera.

Teresa s'imbarazzava perché
lo sapeva che io ero geloso.

Lei diceva che per Giacomo
era come una sorella grande.

E non era vero?

Quello è bello, ricco,
e pure istruito.

Ed io sono come mi vedete.

Che vi devo dire, f orse nemmeno me la
meritavo una donna bella come a Teresa.

Chiedo scusa Piscopo,

negli ultimi tempi ha notato
qualcosa di diverso in sua moglie?

Non mi guardava più negli occhi.

Le ha mai detto che in quel condominio
aveva la sensazione di essere spiata?

No, no me lo ha mai detto.

Forse per non
mettermi agitazione,

ma se c'era qualcuno che la spiava, quello
sicuramente era Giacomo. Date retta a me.

Dove si trovava ieri
tra le 11 e le 15?

Voi state qua a perdere tempo con me.
Andate a cercare a chi me l'ha ammazzata.

Si calmi. Non ha
risposto alla domanda.

Ero a casa. Venivo dal
turno di notte in garage.

Rieccoci. A che piano sarà
questa Carmen Esposito?

- Buongiorno.
- Buongiorno!

- Da chi andate oggi?
- Andiamo dalla signorina Esposito.

- Eh, quella ora dorme.
- Ma a quest'ora ancora dorme?

La signorina, la notte lavora
fino a tardi e ho detto tutto.

Comunque sta al secondo piano.

Senta noi ieri siamo
stati da suo marito,

che ci ha confermato che tra il marito
di Teresa e Giacomo Scognamiglio

c'era stato una lite
abbastanza vivace.

Allora, volevo sapere se
magari lei aveva assistito,

se poteva darci delle indicazioni che
ci possono aiutare per le indagini.

E non ne sapevo niente.

Quello, mio marito, con la sottoscritta
non parla fa il riservato.

Dice che io ho la
bocca larga, io, eh.

Ma ora che vieni mi sente.

Signorina, se non avete un marito,
pensateci cento volte prima di sposarvi,

così non ne avete
dispiaceri dopo.

Va bene. Terrò presente. Grazie.

Sa mica se Giacomo
Scognamiglio è in casa?

E che ne so comissà,
mica so' la portiera.

Ma perché? Io sono commissario?

Eppure avete ragione.

Va beh. Facciamo così, io
vado dagli Scognamiglio.

Voi cominciate dal primo piano,
dagli Esposito ci andiamo dopo

che quella dorme, dorme.
Buon lavoro.

- A te.
- A te Lojà.

Buongiorno signora.
Ci rivediamo.

Buongiorno Ispettore.
Prego, si accomodi.

- Ispettore ci sono novità?
- No, ancora no.

Suo figlio è in casa?

Veramente Giacomo è uscito. Non so
dove sia andato né quando rientri.

Va bene. Grazie. In
caso ripasserò allora.

Buona giornata. Scusi ancora il disturbo.
Di nuovo, di nuovo.

Che cosa voleva?

Giacomo, non lo so e non mi piace.
Adesso chiamo tuo padre.

- Buongiorno. Signor Vassallo?
- Sì. Buongiorno.

Sono l'ispettore Lojacono. Potrei farle
qualche domanda su Teresa Piscopo?

Certo. Prego si accomodi.

Grazie, scusi, eh.

Prego. Venga con me,
le faccio strada.

- Con permesso.
- Andiamo di là.

- Buongiorno.
- Prego. Da questa parte.

Alessio, per piacere, vai in
camera tua a fare i compiti, su.

Prego si accomodi.

- Posso offrirle un caffè?
- No, no. Grazie.

Allora, per tornare alla Piscopo.
Lei la conosceva?

Oddio, la conoscevo! Alessio,
per piacere vai in camera tua.

Non benissimo, cioè, insomma io e mia
moglie la conoscevamo così di sfuggita.

"Buongiorno e buonasera" quando ci
incontriamo per le scale, niente di che.

Alessio, ho detto basta, per piacere vai
in camera tua a fare i compiti, basta!

Di solito abbiamo una babysitter che
ci aiuta, ma oggi non è potuta venire.

Eh, che io faccio il musicista.

Non sempre sono a casa,

ma quando ci sono aiuto abbastanza
mia moglie nelle faccende di casa.

Sua moglie non lavora?

No, mia moglie è
mamma a tempo pieno.

Alessio basta per piacere.
Sto parlando.

Ma quando viene mammà?

Ha chiamato poco fa. Arriva tra poco.
Sta un poco in ritardo.

Uffa!!

È mia madre.

Da poco è venuta
a stare con noi.

A casa da sola non poteva
proprio più stare.

Eh, queste sono cose che succedono
spesso con le persone anziane.

Sua moglie invece, non è a
casa in questo momento?

Mia moglie è in camera da letto.

Sta riposando, perché non
si sentiva un granché bene.

Alessio! Basta! Basta!

Guarda che hai combinato
vattene in camera tua.

- Che è successo?
- Guarda che ha fatto.

Vattene subito in camera tua!
No, scusami, scusami.

Perdonami amore, perdonami.

Oggi ho la testa che mi scoppia.
Andiamo vieni. Ti accompagno.

Andiamo.

Lasci.

No. Guardi signore che si
ripara facilmente, eh?

Sì, sì amore. Guarda che
se non ci riesco io,

la porto dal signor Marino in negozio e
la faccio aggiustare. Stai tranquilla.

Buttala nella spazzatura.
Io non sono più quella lì.

Scusi, ma lei chi è?

Non mi sono presentato.
Sono l'ispettore Lojacono.

Mi sto occupando delle indagini che
riguardano il caso di Teresa Piscopo.

Anzi. Volevo chiederle come avrei
fatto con suo marito se per caso lei

ha visto o sentito qualcosa che
potrebbe aiutarci nelle indagini?

No, mi dispiace.

- Avete una sigaretta?
- Annina, voi non potete fumare.

Giovanotto, neanche voi
avete una sigaretta?

- Eh no, signora, ho smesso.
- E grazie assai.

- Quindi non le viene in mente nulla?
- No mi dispiace.

- Ecco qua.
- Grazie.

Allora.

Io a Teresa ci volevo
bene come a una sorella.

Non ci posso pensare
che non c'è più.

A casa mia ci veniva a fare i servizi.
Un'ora tutti i santi giorni.

E puliva una meraviglia. Teresa
era brava, era riservata.

Non come quella pettegola della Faggin
o quella fanatica della Scognamiglio.

Sono loro che con
l'aiuto di Rosetta,

hanno messo in giro la voce che io
per sopravvivere faccio la zoccola.

Avete capito?

Perché, invece lei
che lavoro fa?

- Ma come? Non mi conoscete?
- No.

La ballerina di burlesque
su tele Vesuvio tremila.

Sentite. Il caffè, lo prendete
tutti con lo zucchero?

No, io no. Grazie.

- Grazie.
- Grazie.

Senta, insomma, da
quello che ci ha detto,

mi sembra di capire che lei e
Teresa eravate in confidenza.

Magari lei sa qualcosa che può
esserci d'aiuto per le indagini.

Non saprei, qualche
tempo fa Teresa,

mi aveva confidato che la
Scognamiglio l'aveva licenziata

e poi l'aveva riassunta
due giorni dopo.

E perché l'aveva licenziata?

Lei diceva che con le sue
grazie provocava il figlio.

Però è stato lo stesso
Giacomo a farla riassumere

altrimenti se ne sarebbe andato
di casa, così m'ha detto Teresa.

E non le ha mai fatto cenno riguardo
a una relazione con il ragazzo?

Guardate. Per quello che ne so io
Teresa era innamorata del marito.

Lei diceva che con lui
si sentiva protetta.

La faceva ridere, beata a lei.
A me mi capitano tutte mummie.

E Salvatore era
geloso di sua moglie?

Certo che era geloso. Quello si
doveva sentire un miracolato.

Però, ora che ci penso, Teresa negli
ultimi tempi era un po' strana.

Come se avesse avuto
qualche problema.

Ma magari è solo una
mia impressione.

Teresa le ha detto che aveva la sensazione
di essere spiata dentro al condominio?

- Sì, me l'ha detto.
- E lei sa chi è?

La verità è che non lo sapeva nemmeno
Teresa. Lei diceva che era una sensazione.

Grazie.

Roma', tutto a posto? Sei
sicuro di stare bene?

Aragona, dimmi.

Oltre all'insonnia?

Penso di avere mangiato qualcosa di
pesante che mi ha fatto male stanotte.

Ora mi passa.

Sei sicuro? Perché se vuoi, ci fermiamo
in farmacia e ti prendi qualcosa.

Ti ho detto che ora mi passa.

Grazie.

Ho capito. Sì. Sì, ci
vediamo in procura. Ciao.

L'autopsia conferma che la vittima
non ha subito violenze sessuali.

- E di che è morta?
- Asfissia.

Quindi abbiamo un marito geloso ed un
ragazzo innamorato della cameriera.

Sì, esatto.

Eh, potrebbe essere stato
anche il marito a ucciderla?

Oppure Giacomo Scognamiglio.

Visto che voleva o aveva una
relazione con la vittima.

Beh, se fosse stato Giacomo a litigare
in cantina con la vittima e a ucciderla,

allora si spiegherebbe la storia del
camice sbottonato e non strappato.

Perché?

Perché a quanto ne so, lui è un
ragazzo timido e problematico.

Quindi potrebbe avere iniziato
con un approccio dolce, morbido.

La vittima si è ribellata e
poi è andata com'è andata.

E quindi torna la sua ipotesi
sul camice sbottonato.

Bè, a questo punto mi sembra
appropriata, non crede?

Sì, potrebbe essere andata così.

Va bene. Comunque, convochiamo
subito questo Giacomo Scognamiglio.

- Ci penso io, capo.
- Avviso il questore.

Rassicuri il questore che tratteremo il
Scognamiglio con i guanti di velluto.

Non ci sono dubbi, anche
perché sarò presente.

Buona giornata. Dottoressa.

Arrivederci.

Per favore mi dia
il questore Ardito.

- Me ne sono accorto solo io?
- Di cosa?

Ho visto come ti ha guardato.
Quella già ti punta Loja.

Poi tu le fai pure la cosa
del camice sbottonato.

Allora, facciamo ziti alla genovese
e un bel sartù di riso. Ok?

- Ciao.
- Ciao. Marinella.

Ma che bella figlia che tieni!
Io sono Letizia.

- Piacere.
- Vi accompagno al vostro tavolo.

Vai, vai, vai.

Prego.

- Ma siediti un attimo con noi, no?
- Finisco una cosa in cucina e vengo.

Amore a meno a tavola, il cellulare!
E dai.

Su! Allora? Cosa hai fatto oggi?

- Niente. Sono andata un po' in giro.
- Vestita così.

Guarda che io a Palermo
giro sempre in shorts.

Ti posso fare una domanda?

Tu sei venuta qui per passare qualche
giorno amabilmente con tuo padre

o per farmi la guerra? Perché
così almeno lo sappiamo.

Allora, che volete mangiare?

Senti papà. Io sono venuta a Napoli.
Punto.

- Posso?
- Eh, certo.

All'età sua portavo una mini gonna viola
lurex, con tutte le cosce di fuori,

e sono sopravvissuta.

Ah, finalmente una
persona normale, vedi?

Letizia, per piacere, non
ti ci mettere pure tu.

Io voglio semplicemente
stare tranquillo.

- Mi dovrei vestire da suora?
- Ma io te l'ho mai chiesto?

Va beh, non vi
appiccicate però, eh?

Lui fa così perché ti
vuole un bene pazzo.

- Ascolta.
- Davvero?

Certo, parla sempre di te.
Oddio!

Ogni tanto si lamenta del fatto che
ti chiama e tu non gli rispondi,

e io gli dico che le ragazze
hanno altro da fare

che parlare al
telefono con il padre.

Signora Letizia potrebbe
venire in cucina?

- Sì.
- E torna però.

Certo.

Sembra una intelligente, e
secondo me le piaci pure.

Parla piano, che "piaci".
Siamo soltanto amici.

- E con quell'altra?
- Quell'altra chi?

Come? Quando sono arrivata, stavi con una.
Eh, beh. State insieme?

Quella è la dottoressa Piras, è un PM.
Stiamo indagando insieme.

E indagate a casa tua?

Sì, sì. Con il mio mestiere si lavora
anche a casa. È una cosa normale.

- Normale.
- Fatti i fatti tuoi.

Sono fatti miei.

Allora, abbiamo i tabulati con tutte le
telefonate del cellulare della vittima.

Ci sono moltissimi
numeri ricorrenti

sia in entrata che in uscita,
sia da fissi che da cellulari.

Abbiamo ottenuto i
nominativi delle utenze?

Sì. La maggior parte dei numeri,

sono chiaramente dei condomini presso
i quali Teresa prestava servizio.

Poi ci sono le telefonate del marito
Salvatore e di Giacomo Scognamiglio.

E poi in fine ci sono delle telefonate
di una certa Lucia Panzironi,

nata nel '35 e di una certa
Anna Rossetti, nata nel '37

che abitano in strade non distanti dal
condominio dove Teresa prestava servizio.

Due signore piuttosto anziane.

Può darsi che Teresa forse andava
lì da loro, giusto per qualche ora.

Io faccio un salto
alla scientifica.

- Vengo con te.
- Ok. Grazie.

Ciao.

Il dottore ha detto che Teresa aveva
un grosso ematoma sullo sterno,

ipotizzava che potesse essere stato
causato da una forte spinta.

Sì, una spinta
sferrata con violenza

ci sta perfettamente nella
traiettoria che abbiamo calcolato.

Nella caduta all'indietro
della vittima,

busto e colonnina sono crollati.

La colluttazione deve
essere continuata a terra,

l'assassino le ha messo le mani in faccia
impedendole di respirare e l'ha soffocata.

Lei ha sempre detto
un assassino.

Quindi lei esclude che le mani
che hanno soffocato Teresa

potessero essere mani femminili?

No, ma se è una donna,
deve avere mani grandi.

La forza è irrilevante. In preda
alla rabbia la forza si raddoppia.

Avete trovato tracce organiche?

- Solo della vittima.
- Ed impronte?

Ce ne sono anche troppe.

Stiamo ancora esaminando il tessuto
del reggiseno e quello del camice.

Come lei sa bene è quasi impossibile
rilevare impronte sulle stoffe.

Sì, va beh. La percentuale di
attendibilità è bassissima.

Sì. Sul camice abbiamo
trovato tracce di detersivi,

qualche residuo di terriccio,
probabilmente della cantina,

e dei residui di
polvere di gesso.

Avrà strisciato il
camice contro il muro.

A casa di Teresa c'erano
i lavori in corso.

Comunque, appena ho qualche
novità, ve la comunico.

Va bene. D'accordo. Grazie.
Allora io vado.

Sta bene con i capelli
messi così, dottoressa.

Ispettore, lei è il primo
che se n'è accorto.

- Non sarò l'ultimo.
- Grazie.

Ti andrebbe di mangiare
insieme domani sera?

Sì, perché no!

- Ti chiamo domani allora.
- Va bene.

Comunque l'avevo notata anch'io
la nuova piega. Mi piace.

Complimenti, stai
diventando più brava di me.

Papà, domani sera ho una
cena con i colleghi.

Che cosa? Domani sera?

Ma domani sera abbiamo la nostra
partita di bridge con i Cantiani.

Non è possibile.
Inventati una scusa.

Ma veramente, avevo
detto che ci andavo.

Ma che figura ci facciamo.

Va bene, m'inventerò una scusa.

Brava. Adesso ti riconosco.
Vieni, andiamo, andiamo.

Dottoressa, siamo qui per
una questione di cortesia.

Non credo che ci siano i motivi
giusti per sottoporre mio figlio

ad uno stress di questo tipo.

No, no avvocato, tranquillo. È
solo una raccolta di informazioni.

Suo figlio Giacomo
non è indagato.

Deve solo rispondere
a qualche domanda.

Sappiamo che tu hai avuto una
discussione con il marito di Teresa.

Ci puoi dire il motivo?

Dottoressa, glielo dico io, visto
che sono stato io a separarli.

Avvocato, apprezziamo la sua presenza,
però ci faccia fare il nostro lavoro.

Sì, per chiarire i motivi.

Il marito di Teresa è stato sempre
un uomo molto geloso della moglie.

Quindi si era messo in testa stupidamente
che mio figlio la insidiasse.

Ed era così, Giacomo?

Assolutamente no.

Tra me e Teresa non
c'è mai stato niente.

A noi risulta che Teresa ultimamente
avesse la sensazione di essere spiata

quando andava in terrazza a stendere
i panni, quando scendeva in cantina.

A te non ha mai detto niente?

Sì, ma non ero io a spiarla.

Ma ti sarai fatto una idea
su chi potesse essere?

No, so solo che non
sono stato io.

Mi sembra che mio figlio abbia
risposto in maniera esauriente,

se non avete altro da chiedere.

No. Io avrei un'altra domanda. Sua
moglie aveva licenziato Teresa

e dopo due giorni l'aveva riassunta?
Perché?

Teresa aveva risposto
male a mia moglie

e lei in un momento di
nervosismo l'hai licenziata.

Poi considerando che Teresa è stata
sempre un'ottima donna di servizio,

è tornata su sui passi.

Va bene. Grazie, avvocato. Grazie Giacomo.
Arrivederci.

Che dite?

Beh, Giacomo era intimidito
dalla presenza di suo padre.

Forse è vero che non c'era
niente tra lui e Teresa,

ma era molto scosso
per la sua morte.

Sì, me ne sono accorta anch'io.

Giacomo forse aveva un rapporto
di amicizia molto forte con lei.

O forse come dice il signor
Piscopo, era innamorato di lei.

Sì. Arriviamo subito. Va bene.

Scusate dottoressa, la Faggin ha chiamato
e ti vuole vedere d'urgenza. Ti porto io?

Andiamo! Buona giornata.
Buon lavoro. Palma.

Dottore.

Marinella amore, che succede?

Ma adesso? Va bene dai, aspettami lì.
Arrivo. Ciao.

- Ciao amore mio.
- Ciao.

- Come stai?
- Bene.

- Allora, ti do venti euro, ti bastano?
- Sì grazie.

- Sai, non volevo uscire senza un euro.
- Dove vai?

- Da un'amica.
- Vestita così?

- Ciao papà.
- Torna per cena.

Torna per cena.

Ciao. Lojà, lo sai che tua
figlia è proprio carina.

Ho capito, mi faccio
i cazzi miei.

- Buongiorno, ispettò.
- Signorina.

Non ci posso credere.

Ma siete voi veramente? Siete
Carmen Esposito! Carmen Chantant!

- Mi avete riconosciuto!?
- Certo che vi ho riconosciuto.

E volete un autografo?

Magari. Troppo buona. Se non è un
disturbo. Ce l'ho io la penna.

Come vi chiamate?

Marco Aragona.

Signorina voi siete bravissima quando
fate il balletto, lo stacchetto.

Bravissima.

- Siete molto gentile.
- Grazie.

Sempre a vostra disposizione.

Lojà, questa è una
professionista.

Aragona, ti ricordo che sei in servizio.
E non puoi fare il cretino.

Papà? Papà adesso non posso
perché sto in servizio, papà.

Fai una cosa, ci vediamo domenica e così
pranziamo insieme. Ciao. Ciao pà. E scusa.

E guarda, guarda. Ti ho detto piano.
Non devi correre Alessio!

- Eh, l'abbiamo preso.
- Ah! Buongiorno ispettore.

Grazie. Che corri a fare. Ti ho
detto che devi stare vicino a me.

Da solo non vai da
nessuna parte, è chiaro?

Altrimenti ti faccio
arrestare dallo ispettore.

- Non è vero.
- Voi siete l'ispettore?

Sì signora.

A me si sono rubati la
tessera d'identità.

Come faccio? Devo andare in
Germania da mia sorella.

Devi fare una denuncia, signora.

- Ah! Come si fa?
- Eh, deve andare...

Non ti preoccupare, ho già
risolto tutto io. Va bene?

C'ho i biglietti per la Germania
per tutti e due, va bene?

La sorella è morta
dieci anni fa.

Ci vogliamo andare a prendete
un gelato al parco con Alessio?

E anche un pacchetto di sigarette.
Perché devo fumare.

Non sia mai non fuma. Pure le sigarette.
Buongiorno ispettore.

Ispettore. Ci sono novità?

No, ancora no.

- Buongiorno. Arrivederci.
- Buongiorno.

Figlio pestifero e madre rincoglionita.
Sta inguaiato.

Pensa se c'aveva pure
te come fratello.

Allora signora, aveva
urgenza di vedermi?

- Sì, accomodatevi.
- Grazie.

Mi sono ricordata di una roba che ho
visto e che a voi vi può interessare.

Il giorno che hanno
ammazzato Teresa,

l'ho vista davanti al cancello che
discuteva animatamente con suo marito.

Erano le 11 e trenta.

Signora, ma lei è sicura
del giorno e dell'ora?

Giovanotto, io non sono
fuori di testa, sa?

Sono sicura, perché scendevo
per andare dal medico,

che avevo appuntamento alle 11 e 45.
Hai capito?

- Capito.
- È utile no?

Da questa parte.

Teresa mi aveva chiamato perché aveva
dimenticato il cellulare a casa.

Io avevo il turno di notte
e glielo ho portato.

E dopo cosa ha fatto?

Sono tornato a casa.

Sono uscito dopo soltanto quando ho
ricevuto la chiamata della questura

che mi avvisava di quello che
era successo a mia moglie.

È la verità.

E di che cosa discutevate
lei e sua moglie?

Volevo che lasciasse il lavoro dagli
Scognamiglio per i fatti che sapete.

Ma Teresa non voleva.

Perché pensava al mutuo che teniamo
e gli Scognamiglio pagavano bene.

Lei ha detto che sua
moglie l'ha chiamata.

Dal telefono di casa
degli Scognamiglio?

- Sì, credo di sì.
- Va bene. Controlleremo.

Signor Piscopo, il fatto che lei
si trovasse in quel condominio

poco prima dell'omicidio
di sua moglie,

aggrava molto la sua posizione.

Le comunico che è ufficialmente
indagato per omicidio.

Non potrà lasciare Napoli e
dovrà rimanere a disposizione.

Non sono stato io a
uccidere mia moglie.

Teresa era tutta la mia vita.

È stato Giacomo. Io più ci penso
e più mi convinco di questa cosa.

Teresa mia non m'ha tradito.
Era quello che la voleva.

Lei non c'è stata ed allora
quel bastardo figlio di papà...

- Va beh. Signor Piscopo può andare.
- Venga.

Secondo me era sincero.

- A domani.
- Ciao Alex.

Alex. Oh, Ottà. Ho chiamato quei numeri
che mi hai dato, quelli delle case.

Che ti hai detto?

No, ci sta qualche cosa di interessante.
Però si devono andare a vedere.

Se ti chiedo un favore,
tu me lo faresti?

Certo.

Mi accompagneresti a vederle?

Perché io non le capisco .Voi donne
siete più brave in queste cose.

Se non ho problemi a casa, ti
accompagno volentieri.

Anche perché lo sai che a me
piace moltissimo vedere le case.

Le case in affitto o
quelle in vendita.

Non lo so, mi immagino la vita
che uno ci potrebbe fare dentro.

Ogni casa, una vita.

Che pensiero, Otta'.
Hai fantasia.

Eh, meno male, che
almeno c'ho quella.

Signor Musella,

sono Pisanelli, il vice commissario.
Vi ricordate di me?

Ah, sì due anni fa.

Quando mi rubarono l'orologio

e voi mi avete aiutato
a fare la denuncia...

- Esatto.
- E l'hanno ritrovato?

No, io ve lo dissi già all'epoca.
Vi dovevate rassegnare.

Ma volete dare a me?
Ve la porto io?

Va bene. Grazie.

Ma mangiate solo tonno?

Tiene le proteine, è già pronto.
Che volete di più?

- E non vi stancate?
- Di mangiare sempre tonno?

- No. Fosse tutto
questo il problema.

- E qual è il problema?
- Volete un caffè?

No, non lo prendo
mai prima di cena.

Andate a cena a casa? C'è vostra
moglie che vi aspetta, beato voi!

Mia moglie è morta.

Mi dispiace. Sembrate uno che
la moglie ce l'ha ancora.

E come fate a dire questo?

Non lo so, ma c'avete
lo sguardo vivo.

E quando è morta vostra moglie?

Due anni fa. Era una donna splendida.
Eravamo felicissimi.

E poi?

E poi, io senza di lei non riesco a
capire perché continuo a vivere.

Non riesco più a dipingere.
Non ci credo più.

Il dottore dice che sono depresso, mi
dà un sacco di medicine per tirarmi su.

Ma io non mi voglio tirare su.
Non ce la faccio più.

- Invece bisogna farsi coraggio.
- Non è facile, credetemi.

- Ciao papà, esci?
- Entra subito in casa.

Ma tu ti rendi conto che ero preoccupato?
Che stavo uscendo per venirti a cercare.

Senti papà, sono le 11:00, non
sono tornata mica alle cinque!

È tardissimo, dovevi essere a casa
alle otto! Perché non mi hai chiamato?

Si è scaricato il cellulare.

E ti facevi prestare il
cellulare dalla tua amica!

Dove siete state?
Dove siete state?

All'Arenile di Bagnoli,
un posto pazzesco,

musica sulla spiaggia, si balla tutta la
notte, e poi all'alba ci si fa il bagno.

Tutti sono rimasti lì, pure
Chanel, ed io invece no!

Io invece no perché ho un padre che
fa il poliziotto pure con la figlia!

Nella vita, come in questa
casa ci sono delle regole

che tu devi rispettare, chiaro?

- Regole?
- Sì.

- Proprio tu parli di regole?
- Ma che vuoi dire?

Ma tu non mi puoi proprio
parlare di regole,

tu non mi puoi dare ordini!

Tu sei stato il primo a non
rispettarle, le regole,

ed io sto ancora pagando per quello
che hai combinato ad Agrigento!

Aspetta. Parliamo. Cerchiamo di parlare.
Parliamo, eh?

Dovevamo parlare un anno fa, quando te
ne sei andato senza dire una parola.

Andiamo a fare due passi.

Così ti spiego come sono andate
veramente le cose. Eh, ti va?

Tu hai pensato che quelle accuse
contro di me fossero vere?

All'inizio non ho
pensato niente,

ero troppo incazzata,

ce l'avevo con te, con
mamma, con tutti.

Ma tu ti rendi conto che la mia vita
è cambiata così all'improvviso?

A scuola mi guardavano male,

“la figlia del mafioso” mi ha
detto una volta uno stronzo.

Poi ci hanno mandato a Palermo, ad
Agrigento non era aria per noi,

ha detto il questore a mamma.

E a Palermo, ricomincia
tutto da capo.

Con le domande che
mi facevano tutti,

“O Marinella, Marinella,
ma che ti è successo?”,

“Ma come mai ti sei trasferita
così all'improvviso?”.

Poi le voci, i pettegolezzi.

Papà, è stato un inferno.
E tu dove stavi, eh?

Nemmeno me lo hai detto,
dove t'avevano mandato.

Tu sei scomparso,
senza una parola,

senza una spiegazione.

Ma, che si fa così?

E poi mi telefonavi e mi volevi parlare.
Ma vaffanculo!

Amore, questa è una cosa che avrei
dovuto dirti tanto tempo fa,

ma te la dico adesso.

Io non ho mai passato
informazioni alla mafia,

va contro tutto quello che ho fatto
nella mia vita, contro i miei principi.

Sono innocente amore mio.
Te lo giuro.

E allora perché non ti sei difeso?
Perché?

Perché non ce l'ho fatta.

Non ce l'ho fatta.

Ma hai ragione tu, mi
sarei dovuto difendere.

E mi difenderò!

L'avvocato Scognamiglio mi ha riferito
che avete convocato il figlio.

Convocazione inutile,

visto che, a questo punto il
marito è il principale sospettato.

No, convocazione dovuta.

Considerando che Giacomo era stato
visto litigare con Piscopo.

Anzi a questo proposito,

volevo informarla che noi
continueremo ad indagare su di lui.

Il ragazzo non ha un
alibi e ha un movente.

Secondo me, è il marito che
ha ammazzato la moglie.

Comunque continuate pure a fare tutto
quello che ritenete opportuno.

Proprio ieri parlavo con il prefetto
delle sue ottime capacità dirigenziali.

Grazie, signor questore.

Senta, ma mi tolga
una curiosità.

Noi le abbiamo assegnato gli
scarti di tutti commissariati,

eppure sembra che con lei funzionano.
Ma come fa?

No, devo riconoscere che sono
meglio di quello che pensavo.

Certo non hanno caratteri
facili, ma sono in gamba.

Tutti?

Direi proprio di sì.
Ognuno a suo modo.

Come vanno le cose, Marcoli'?

Papà, per piacere non
mi chiamare Marcolino.

Maronna! Come sei
suscettibile Marcolì!

Io volevo soltanto sapere se ti è
arrivato qualcosa di importante da fare.

Tu devi essere valorizzato, eh.

- Ciao Mario.
- Buongiorno.

Buongiorno. Grazie.

Buon appetito.

- Grazie Mario.
- Grazie.

Marco non mangi?

- Non tengo fame.
- Ah, allora, mi vuoi dire?

Che cosa, papà? È tutto a posto,
già te l'ho detto al telefono.

Marcolì, senti io, ti
devo dare una notizia.

Che è successo? Tieni
qualche malattia?

No, no, no quale malattia Marco.

Il mio referente a Napoli sta un
po' nei casini. È stato indagato.

- Che ha fatto?
- Niente!

Ma che ha fatto! Non ha fatto niente.
Lui fa, fa e poi strafa.

Ecco qua. Il fatto è che
lui è troppo buono.

Ora purtroppo, deve starsene
un poco tranquillo.

Non può mettere neanche una
buona parolina per te.

Papà non m'interessa,
io già te l'ho detto.

Ma non ti interessa
che cosa Marco?

Devo trovare un'altra persona che
mette una buona parola per te.

Oppure quando a fine anno il tuo
commissariato del cazzo chiude,

vai a lavare i piatti alla
mensa della questura.

E ti saluto
promozione al Vomero!

- Per piacere, abbassa la voce.
- Ho capito. Tu vali!

Questi a te ti
devono valorizzare.

Ciao, Paolo, come stai?
Giuseppe.

No, aspetta prima di rimproverarmi,
aspetta un attimo prima di rimproverarmi.

Insomma, alla fine hai ragione te.
Mi dovevo difendere.

Voglio denunciare Lo
Monaco per calunnia

e voglio uscire pulito
da tutta questa storia.

Perché mi ci ha fatto pensare mia figlia.
Tutto merito di mia figlia.

È già. Stai bene.

Ciao.

Sei stato dallo Scognamiglio?

- Ha confermato la versione di Salvatore.
- Novità?

Salvatore ha detto la verità.

Il giorno del suo omicidio

Teresa aveva chiesto alla Scognamiglio
di fare una telefonata al suo marito.

Aveva dimenticato a casa il cellulare
e voleva che lui glielo portasse.

Sì. Salvatore ha detto
la verità sul cellulare

ma resta il fatto che dopo
mezz'ora la moglie veniva uccisa.

E chi ce lo dice a noi che è
davvero ritornato a casa?

Voglio parlare di nuovo
con Giacomo Scognamiglio.

Convochiamolo.

- Eh, ma si ripresenterà con il padre.
- Lojà, non lo possiamo impedire.

Se si ripresenta con il padre,

non aggiungerà nulla di nuovo
a quanto già sappiamo.

Questo è.

Ciao.

Ispettore, cosa
vuole da me ancora?

Tranquillo. Sto solo cercando di
conoscere un po' meglio Teresa.

E sono convinto che nessuno mai più di
te possa aiutarmi a capire chi era.

- E come fa a dire questo?
- Perché tu le volevi bene.

Avevo più o meno sedici anni quando
mi sono innamorato di Teresa,

era bella, intelligente, a
volte le scrivevo delle poesie

e quando gliele leggevo si commuoveva.
Diceva che erano bellissime.

Magari non era vero, però mi dava
il coraggio di scriverne altre.

Ma tra di voi non c'è
mai stato niente?

No nemmeno un bacio.

Diceva che era troppo innamorata di
Salvatore e non l'avrebbe mai tradito.

Anche se...

Anche se?

Non lo so Teresa era molto cambiata
ultimamente, si era chiusa, anche con me.

Perché?

Credo che avesse
conosciuto qualcuno.

Riceveva spesso delle
telefonate da una certa Anna,

ma secondo me non era
una donna, era un uomo.

Si alzava subito e se ne andava in
un'altra stanza per non farmi sentire.

E tu non le ha mai chiesto
niente di quest'Anna?

Ah sì io gli ho chiesto, e lei mi ha
detto che era una sua cara amica,

ma Teresa non sapeva mentire,
diventava subito rossa.

Anche quella volta?

Allora facciamo il punto
della situazione.

Giacomo Scognamiglio
non ha un alibi

ed era innamorato di una
donna che lo respingeva.

Possiamo dire adesso che
è il maggior sospettato?

E magari è finita così, Giacomo
l'ha seguita in cantina,

le ha chiesto di fare l'amore con lui,
lei per l'ennesima volta l'hai rifiutato

ed è finita male.

Non era attrazione sessuale. Giacomo
era sinceramente innamorato di Teresa.

Va beh. Sempre qualcosa voleva,
qualcosa che lei non voleva dargli.

Io ho la brutta sensazione che
stiamo di nuovo in un vicolo cieco.

Allora, Giacomo mi ha detto
una cosa interessante.

Mi ha detto che Teresa spesso riceveva
le telefonate da una certa Anna.

E mi ha detto che secondo lui,
quella che Teresa chiamava Anna,

invece era un uomo.

Nei tabulati della Piscopo c'erano due
numeri di telefono di due donne anziane?

- Sì.
- E una delle due non si chiamava Anna?

Sì. Anna Rossetti. Ma ho provato a
contattarla e non ci sono riuscita.

Ha sempre il cellulare staccato.

- Dove abita Anna Rossetti?
- Via Ribera 5.

Io credo che sia
arrivato il momento

di fare delle ricerche accurate
su questa Anna Rossetti.

Ci vado io.

E cerchiamo di capire da quando
è attivo il suo telefono.

Subito.

- Marinella?
- Sì?

- Ciao amore.
- Ciao.

Cosa hai cucinato?

Il timballo ma si è
un po' bruciacchiato.

- Eh, perché? Magari è buono.
- Speriamo. Ho invitato a cena Chanel.

Ah che bello. Apparecchio io, eh? Vado
a sciacquarmi le mani e torno subito.

Va bene.

- Vi abbiamo battuti di nuovo.
- Come sempre, generale.

Ah, pronti a darvi la
rivincita, naturalmente.

- Certo.
- Ora assaggeremo una specialità.

Sì, un limoncello fatto
con le mie mani.

Papà, lo vado a fare una
telefonata di lavoro.

Ah. Sì, sì. Vai pure, cara.
Vai pure.

Eh, ma quanto ci mette Alex.

Alex, hai finito? Vieni. Vieni a
bere il limoncello che riprendiamo.

- Sì. Arrivo.
- Dai.

Amore è veramente buono.
Ma veramente buono.

E secondo me può
venire ancora meglio.

- Chanel, è tardi.
- No, inizia sempre in ritardo.

Quello cosa?

Ci sta l'inaugurazione di un
nuovo locale a San Pasquale.

- Voi la conoscete Napoli di notte?
- Perché?

No, perché, se non la conoscete, non
sapete proprio niente della vita.

No, perché tu invece lo sai.

- Dai papà, noi andiamo.
- No, dove vai? Dove andate?

- E dai papà! Su Chanel, andiamo.
- Ma dove andate?

- Ma dove andate?
- Ciao papà.

Ci vediamo Dotto'! Ciao. Ciao.

Non fate tardi.

Pensa te! Paolo amico mio, dimmi tutto!
Ci sono novità?

Beh, avevi detto che erano
soltanto delle voci.

E la mia denuncia nei
suoi confronti procede?

E questa è proprio
una bella notizia.

Dai che ce la facciamo.

Paolo, Grazie, eh?!

Stammi bene. A presto. Grazie ancora.
Ciao. Ciao.

Buongiorno. Lojà.

Anna Rossetti a via Ribera non ci sta
più, pare che s'è trasferita dal figlio.

Grazie. Allora, la scheda del
cellulare di Anna Rossetti

è stata attivata due mesi fa.

- Mi ricordi la data di nascita?
- Sì. 37.

37. Quindi una donna
di settantotto anni.

La madre di Fabio Vassallo la
nuora l'ha chiamata Annina

ed andata a vivere da
lui da qualche mese,

Quando li abbiamo incontrati per le
scale, te lo ricordi, la madre ci disse

che le avevano rubato
la carta d'identità.

Per attivare un numero di cellulare
può andare pure un'altra persona.

Basta che questa persona,

abbia la carta d'identità
dell'intestatario del numero telefonico.

Signor Vassallo
buongiorno, ci rivediamo.

- Buongiorno ispettore.
- Possiamo fare due chiacchiere?

Ma certo, prego accomodatevi.

Buongiorno.

Da questa parte.

- Signora Rossetti buongiorno.
- Ma noi ci conosciamo?

- Preparati che dopo usciamo insieme.
- Andiamo da mamma'?

Sì, sì, da mamma'.

- Prego.
- Grazie.

A cosa devo la vostra visita?

Allora, signor Vassallo.

Lei perché ci ha detto di conoscere
la vittima soltanto di vista,

quando invece a noi risulta

che l'ha chiamata ripetutamente

per altro utilizzando il
telefono intestato a sua madre.

Ispettore, mia moglie è
andata a fare la spesa,

Vi racconto tutto, però
vi prego non le dite niente.

Beh, no. Io questo non glielo posso
garantire. Ma siamo qui per ascoltarla.

Io e Teresa abbiamo
avuto una storia.

Una storia breve. Io avevo perso
completamente la testa per lei.

Mi ero innamorato
come un ragazzino.

Però per Teresa era diverso.

Era più una sbandata,
una cosa di un momento.

E questa è una sua supposizione?

No, no. Me lo disse lei. Teresa voleva un
bambino ma il marito non era d'accordo.

Diceva che non avevano
abbastanza soldi,

non potevano permettersi
un'altra bocca da sfamare.

E Teresa quando ha deciso di
chiudere la storia con lei?

Pochi giorno prima di essere ammazzata.

Ci siamo visti nell'appartamento
di mia madre a Via Ribera.

Lei ha solo detto che era finita.
Amava troppo il marito.

Non voleva rischiare.

Sentite, io vi ho detto tutto. Ma non l'ho
ammazzata io, ispettore io vi lo giuro.

Io non le avrei mai fatto
del male a Teresa.

Lo giuro, ispettore.
Non sono stato io.

Signor Vassallo, devo chiederla
di seguirci in commissariato.

Ispettore, non sono stato io.

Abbiamo un mandato di
custodia cautelare.

Buongiorno signora.

No, non è stato lui. Sono
stata io ad ucciderla.

Ma che stai dicendo? Ma sei impazzita!

Non posso più vivere
con questo rimorso.

Avevo scoperto che avevi
un altro cellulare

e che facevi sempre
lo stesso numero.

L'ho chiamato anch'io quel numero e
mi ha risposto lei, la tua amante.

Allora ho cominciato a
seguirla, a controllarla

e così quel giorno l'ho
seguita giù in cantina

e l'ho affrontata.

Non volevo farle del male. Volevo solo
che stesse lontano da mio marito.

Ero gelosa, ero fuori di me.

Ero piena di rabbia.

“Ti è piaciuto andare a letto con
mio marito, eh?” “Ti è piaciuto?”

- Aspetta.
- Lo vedi ancora?

- No, no, no.
- Lo vedi ancora?

È stato allora che le ho dato uno
spintone qui in mezzo al petto.

“Bugiarda”

e lei è caduta all'indietro addosso
a quella statua di bronzo.

Non volevo ucciderla.
Non volevo.

Ha preso lei il cellulare?

Pensavo che avrebbero trovato
le chiamate di Fabio

e non volevo che mio
marito venisse coinvolto.

Ed a suo marito non
ha detto nulla?

Che cosa avrei dovuto dirgli,
che ero un'assassina?

Quando Teresa è caduta, lei cosa ha fatto?

Come cosa ho fatto? Io ho soltanto preso
il cellulare e sono scappata via.

E non le ha messo le mani in faccia,
non ha cercato di soffocarla?

- Soffocarla?
- Sì.

Ma no, io l'ho spinta,
non l'ho soffocata.

Non serve.

Che omicidio inutile.

In un solo colpo una muore e
l'altra si rovina la vita.

Ma perché dice, di non essere
stata lei a soffocarla?

Ma magari non se lo ricorda. Era alterata
e ha avuto dei vuoti di memoria.

Capita spesso. Non stiamo parlando
di un assassino lucido e determinato,

ma di una donna gelosa che ha sfogato
tutta la rabbia che aveva in corpo.

Ha perso la testa.

Oh, Palma.

Senti, domani io devo vedere una casa.
Tu mi accompagneresti?

- E a che ora è?
- Sei, sei e mezzo.

Eh, va bene, dottore, t'accompagno.

- Grazie.
- Che bella! Bella. Nennella!

Nennella, oh.

Ma che è successo?

Scusami.

Gaetano mio marito.
Il dottor Palma.

- Piacere. Gaetano.
- Piacere. Palma.

Gaetano ma che è successo?

Non ti agitare però! Niente, m'hanno
chiamato, tengo un'urgenza su un cantiere,

e non sapevo come fare con Riccardo
e l'ho portato qua, è un problema?

No, no. Lo prendo io il bambino.

- Allora, dai. Vieni.
- Scusa, eh, prendo il bambino.

Vieni!

- Amore?
- Mamma.

- Amore. Vai, vai scappa!
- Ci vediamo stasera. Arrivederci dottore.

- Arrivederci.

Adesso stai un po' con mamma. Lui è
Riccardo.

- Ciao Ricca'.
- Mamma.

- E lui è Il dottor Palma.
- E lei è Nenella. Vieni qua. Brava.

Ma gli piace il cane.

- Teresa l'amava Salvatore.
- Vuole darmi il contentino?

No. Ce l'ha detto Vassallo. Teresa
lo ha lasciato perché amava lei.

E la moglie di Vassallo ce l'ha confermato.

Io sono venuto qui anche per dirle che
non ho intenzione di chiudere il caso.

Voglio continuare a indagare
sulla morte di sua moglie.

Ho motivo di pensare che non sia
stata la Vassallo a ucciderla.

- Di nuovo pensate che sono stato io?
- Io non l'ho mai pensato.

Grazie, ispettore e grazie anche per
avermi detto che Teresa mi amava.

A me non mi importa che mi ha tradito,

perché già l'ho
perdonata.

Stavate bene insieme.

Quelli sono i camici di
Teresa?

Se li cuciva lei.

Ne teneva tanti perché voleva sempre
che fossero puliti e ben stirati.

E il camice se lo metteva a
casa prima di andare al lavoro?

No, no. Se lo portava al lavoro pulito.
Ve l'ho detto, ci teneva.

Guardi. Non sono stata
io a soffocarla.

Teresa è morta cadendo a terra,

o almeno così mi sembrava.

Il camice da lavoro di
Teresa era sbottonato

è stata lei ad aprirlo per far
pensare ad una violenza?

- Ma no, non sono stata io.
- È sicura?

Quando sono scappata via il
camice, era abbottonato,

ma sì, me lo ricordo bene, era
abbottonato.

Credetemi è così.

Bella faccia, sì.

Prego. E qui c'è l'altra
parte della casa.

Adesso accendo la luce.

Ecco. Signora, qui abbiamo la cucin.

Vedi, anche questa è luminosa e poi se
avete figli, questa stanza è perfetta.

Se non li avete, arriveranno.

No. La signora non è mia moglie.
È una mia collega.

Ah, va bene. Tranquilli,

tanto non è che noi chiediamo
il certificato di matrimonio, eh.

Va beh. Vogliamo rivedere
il soggiorno, eh?

- Certo.
- Grazie.

La Vassallo ci ha
detto che Teresa

ha colpito con la testa la
statua a causa della spinta.

Il trauma, le ha fatto
perdere i sensi.

Se è andata così, allora la Vassallo l'ha
creduta morta ma in realtà era svenuta.

Può darsi. Può darsi anche che qualcuno
sia entrato dopo la fuga della Vassallo.

Teresa ha ripreso i sensi

e ha visto sempre questo
qualcuno che stava

sbottonando il camice per
approfittarsi di lei.

Forse, Lojacono.

Ha urlato, e quel
qualcuno l'ha soffocata.

Nicola stai fermo.

Mi sono fermato.

Vieni qui.

Che ci facevi in cantina?

Stavo nella cantina della Faggin a
sistemare le bottiglie dell'acqua,

poi vi ho sentito dire che
l'assassino è ancora libero

e mi so'messo
paura e so' scappato.

Allora Nico, ti faccio
una domanda importante.

Molto importante.

Quando hai trovato
il corpo di Teresa,

sei stato tu a sbottonarle il
camice per guardarle il seno?

Devi dire la verità perché è molto
importante. Soprattutto per te.

No, no. Ispettore,
mi dovete credere.

Ve lo giuro sulla testa
di mio zio Ciro,

che gli voglio bene come a mio
padre che non l'ho mai conosciuto.

Quando l'ho vista morta a terra

mi so' messo paura e so' scappato
subito da donna Rosetta.

Mi dovete credere però.

Ti crediamo.

Grazie, signorì. Voi siete bella e buona
assai.

Sì. Ora vai prima che cambio idea. Dai.

Una cosa importante
l'abbiamo capita.

Attraverso le
condutture dell'aria

riusciamo a sentire quello
che succede nelle cantine.

E magari l'assassino era
anche lui in cantina.

Ha sentito il litigio
e ne ha approfittato.

Ti ho convinta?

Se mi dici chi è l'assassino
e perché l'ha uccisa.

Ah, signora.

Ispettò, scusate. È vero che la
Vassallo ha ammazzato a Teresa

perché il marito le
faceva le corna?

Eh, sì signora. A quanto pare si.

Hai capito a Vassallo. Sembrava
tutto casa e famiglia,

e poi se la spassava con Teresa.

Signora, questi sono i
camici di suo marito?

Ah. Guardate qua. Lui sporca ed io lavo.

Me li porta bianchi dal lavoro perché
si attacca tutto il gesso sopra.

Ora scusate che vado in
terrazzo e li vado a stendere.

Io pensavo che Teresa si fosse
sporcata il camice a casa,

ma questo non è possibile perché il
marito mi ha spiegato che lei, i camici,

li portava puliti
al lavoro da casa.

Vai avanti, con il tuo ragionamento.

E quindi molto probabilmente le tracce
di gesso che abbiamo trovato sul camice,

sono della persona
che l'ha soffocata

e poi le ha aperto il camice,

non ha approfittato di Teresa
probabilmente perché è arrivato qualcuno

o magari perché non c'è l'ha fatta.

Hai fatto quella ricerca su
Rosetta e Vincenzo Marino?

Allora, sono sposati
da più di trent'anni.

Lei è portiera in quello
stabile dal 1980 al 2013

e hanno la residenza in quella
via da più di trent'anni.

Marino il negozio a Monte di Dio
l'ha preso in affitto nell' 84,

mentre prima ce l'aveva
in via del Sole...

Via del Sole!

Una trentina d'anni di fa ci fu un caso
di delitto irrisolto in Via del Sole.

Una ragazza trovata morta
nel suo appartamento,

l'assassino non fu mai trovato.

E se non sbaglio, la ragazza
era morta per soffocamento.

- Possiamo trovare quel fascicolo?
- Sì, certo.

Allora, la ragazza morta si
chiamava Caterina Scifoni.

Aveva venticinque anni
e faceva la commessa.

Ecco qua, questo è il
referto della scientifica.

Grazie.

Grazie. Dall'esame autoptico
della persona su indicata,

si dice che la morte è
avvenuta per soffocamento.

Mancanza di impronte
sul cadavere.

Residui di gesso sul cadavere,

e non è stata violentata.
Come nel nostro caso.

Venite a vedere la
foto della ragazza.

Ehi Lojà ma questa non è uguale.

Alla statuina della cugina
morta di Marino...

Eh, ma siamo sicuri che fosse la cugina?

Penso proprio di no.

Quando tornate a Napoli,
venite a trovarmi.

Ispettore, è buongiorno! Eh,
a che devo la sua visita?

Ho deciso di farmi fare
una statuetta da lei.

Con molto piacere! Eh, la
vogliamo fare con la divisa?

Perché no?

Era molto bella la sua cugina.

Sì, era bellissima.

Come è morta?

Una brutta malattia.

A me risulta che Caterina
Scifoni non fosse sua cugina.

È morta soffocata,

come Teresa.

Marino mi dica la verità,

ha fatto la statuetta
anche a Teresa?

Sì. Alla fine ci sono
riuscito ispettò.

Sì, ho fatto la
statuetta pure a lei.

Sarà bellissima. Lei ha un talento
straordinario.

- La vuole vedere?
- Certo.

Eccola qua. Ispettore, in confidenza,
lei ha già parlato con mia moglie?

No.

E quindi, se io confesso mi portate
direttamente a Poggio Reale

e non mi fate uscire più?

Perché io non ce la faccio più
a fare del male alle persone.

Glielo prometto.

Va bene. Eh, da dove vogliamo cominciare?

Quindi era lei che spiava Teresa?

Ero io. Teresa era bellissima.

Ho sempre cercato di farle una foto di
nascosto ma non ci sono mai riuscito.

Pure a lei volevo farle la statuina.

Quel giorno me ne
tornavo dal negozio

per prendere del materiale che
avevo lasciato nella mia cantina.

A un certo punto ho sentito la
Vassallo che litigava con Teresa.

Poi ho visto la Vassallo che scappava,
e a quel punto, sono entrato.

Ad un certo punto m'ha detto
un sacco di male parole.

Mi ha chiamato "Omminicchio".

Lei che era stata sempre
buona e gentile con me,

ma quando ha detto: “adesso
lo dico tutto a tua moglie”,

non ho visto più niente

e con queste mani l'ho soffocata.

Caterina Scifoni, perché l'ha uccisa?

Caterina Scifoni.

È passato un sacco di tempo. All'epoca
ero giovane e lei mi aveva illuso.

Mi aveva lasciato credere
che provava qualcosa per me.

Poi provai a baciarla,

ma lei mi ha respinto,
mi ha insultato.

Ispettò, me l'avete promesso,
adesso mi portate a Poggio Reale?

E se mia moglie vuole venire a trovarmi,
dite che io non voglio vedere nessuno.

Ci può contare.

Ha più paura della
moglie che della galera!

Dagli torto.

Beh, almeno una
cosa positiva c'è.

Posso revocare il fermo di
custodia cautelare alla Vassallo.

Tornerà a casa in
attesa del processo.

Ed a questo punto se
la caverà con poco.

Lojacono, complimenti.
Ottimo lavoro.

Grazie.

Dai. Dammi lo zainetto.

No, no amore, t'accompagno, dai.

No, per favore. I saluti mi fanno stare
male.

Scusa, eh?

Amore, ti prometto che ad
Agrigento torneremo a testa alta.

Ho parlato con il
mio amico avvocato.

E che aspettavi a dirmelo!

Tu però promettimi che vai a scuola, che
studi e fai quello che ti dice tua madre.

Me lo prometti?

D'accordo però. Voglio
tornare presto da te, papà.

Sì amore.

- Chiamami, eh?
- Ci puoi contare. Ciao Papà.

- Ciao papà.
- Ciao amore.

Ah, papà, ricordati della promessa.

Entra, entra.

Poggia il vassoio sul
tavolo, Santina.

Sono Irina signore, sono la nuova
cameriera.

Buona, buona sera.

Arrivederci.

Arrivederci.

Ciao PM.

Lojacono! Che succede?

Sei sempre convinta che
sarebbe un errore?

Perché io non faccio
altro che pensare a te.

Tu mi piaci ispettore.

È solo che

io non ce la faccio a vivere una seconda
vita se non chiudo con la prima,

e ancora non ci riesco.

Beh, ci sono passato anche io.

Posso capirti. Ma io sono
uno che sa aspettare.

Buonanotte.

Buonanotte Laura.