All language subtitles for La Promessa Il Prezzo Del Potere 2021 1080p H265 iTA FRE AC3 Sub iTA AsPiDe

Hai ricevuto il messaggio?

Sì, e per la cifra sono più che sicuro.

Non so, lo 0,25?
Va verificato, Yazid.

- Sali!
- Arrivo.

- Come va, bell'uomo? - Bene, e tu?
- Non c'è male. - A posto?

- Yazid, allora?
- Eccomi

Ha dormito male.

Ci eravamo basati
sul tasso lordo.

Sì, è vero,
ma il tasso netto è 0,25.

Quindi 823 unità abitative, 8 stabili,
6 ettari e mezzo di superficie piana,

- 647mila tonnellate di cemento...
- Un po' troppo, vero?

No.

- Non per 63 milioni di euro.
- Non è me che devono comprare.

E il tailleur nero che
avevi messo per l'insediamento?

Meglio. Richiama Chaumette per cortesia.
Per verificare!

È un piacere venirti a prendere la mattina...

Non era obbligato ad accettare l'incarico, è
grande abbastanza da dir di no, signor Jabbi.

Studio Chaumette e Dunoyer...
C'è la segreteria.

Non importa, lo chiamo io dopo.

- Metto giù, sei sicura?
- sicurissima.

Se vuoi parliamo anche dell'impegno
di spesa per la copertura assicurativa.

- Perché, ci sono problemi?
- No, ma te ne posso trovare, se vuoi.

Ho l'impressione che tu ti debba
scaldare un po' per la commissione.

Sto bene.

Quelle nere sono meglio, credo.

- Buongiorno, comunque.
- Buongiorno Clémence.

Ho chiuso l'acqua!
Andate via, non restate Iî.

Naina, Vieni.
Prendi Ia roba e andiamo a scuola.

- L'acqua è chiusa, Fatima.
- Grazie Michel.

- Sapete da dove arriva?
- Non ne ho idea.

L'acqua è chiusa!

E meno male!

Buongiorno.

- Tutto bene?
- Sì. Come va? - Come va?

— Siamo in anticipo? — Sì, ma loro
sono in ritardo. Di un'ora, almeno.

COMPLESSO LES BERNARDINS
PIANO DI RECUPERO

Buongiorno.

L'affitto, prego. In cucina.

Signori, affitto.

In cucina. Andiamo.

Affitto. L'affitto, forza.

- Buongiorno.
- Buongiorno.

- II tuo nome?
- Darshana.

Okay.

- II tuo nome?
- Saîd.

- Mm?
- Saîd. - Okay.

Buongiorno, c'è di nuovo una perdita
sul pianerottolo, bisogna chiudere l'acqua.

L'acqua. Grazie.

Buongiorno.

- Che sta facendo, Kupka?
- Ha visto il contatore? Non può stare così.

Sì, sì, l'ho visto. Stiamo
cercando di risolvere il problema.

Bisogna isolare i fili e coprirla, almeno.

Okay! Le ho detto che
stiamo risolvendo il problema,

- abbiamo chiamato una ditta,
non si preoccupi. - E quando vengono?

Se ne vada invece di rompere
i coglioni per quattro fili va bene?

Se scoppia un incendio voi
non affittata più niente.

— Clémence. — Buongiorno Jéròme,
va tutto bene? — Sì, grazie.

- Le presento Naidra, la mia vice sindaca...
- Piacere. - Piacere.

- Yazid, Capo di Gabinetto.
- Buongiorno. - Buongiorno.

- II dottor Chaumette, amministratore
giudiziario. - Ci conosciamo.

II Signor Grande Parigi.
Jéròme Narvaux.

Beh, eh, abbiamo un imprevisto.

Chi è esattamente, Michel Kupka?

È il presidente dell'Associazione
Les Bernardins

il capofila dei proprietari storici.
Qual è il problema?

Stamattina abbiamo ricevuto una sua lettera.

"Alla cortese attenzione
dell'alto commissario", cioè io...

"Dopo aver tentato invano di informare
il Comune della gravita della situazione,

ci rivolgiamo a lei in ultima istanza.

Nel febbraio 1986 acquistai un trilocale
a Les Bernardins, ci entrai...", va beh...

Una pagina in cui racconta
i suoi ultimi trent'anni...

"L'ineluttabile processo
di degrado urbanistico...",

parla come un tecnocrate,
questo signore,

"povertà, miseria, morosità,
assenza dello Stato", eccetera, eccetera...

E poi si scaglia contro di lei,
dottor Chaumette.

"Aumento arbitrario e ingiustificato
delle spese condominiali.

L'amministratore, a seguito
del decadimento dello stabile,

rifiuta ogni comunicazione:
telefonica, cartacea, via mail, eccetera..."

La mia porta è sempre aperta, per tutti.

Comunque, secondo lui, invece di
risanare i conti e manutenere le parti comuni,

lei avrebbe pasteggiato, e cito,
su una carcassa in decomposizione.

Mm, sî. E faccio anche messe nere.
Con sacrifici di bambini.

E aggiunge anche
un commento su di lei.

E sappia che uso
tutte le virgolette possibili:

"CIémence Collombet, una sindaca
tanto ottusa quanto incompetente."

E continua. Così.
Sempre con la stessa foga.

Comunque, eh, arriviamo alla conclusione:

"Vista la situazione i
membri dell'associazione

hanno deciso di sospendere il
pagamento di tutte Ie spese condominiali."

- Ma che cosa vuole questo pazzo?
- E ovvio: la sua testa.

Vuole sollevarla dalla gestione.

Eh, qual era la richiesta?
Per il vostro progetto.

63 milioni.

Con un piano
di ristrutturazione di trentun mesi.

Lo Stato avrà il 68% delle proprietà,

da trasformare in case popolari
per i nuclei familiari meno abbienti

e il 32% rimane ai proprietari,
quelli solvibili e responsabili.

- Responsabili?
- Responsabili e disperati, sî.

Più tutto crolla più pagano.

Stamattina una perdita ha allagato cinque
appartamenti. Bisogna tendergli una mano.

Beh, una mano da 63 milioni, Clémence,
che a quanto pare non vogliono.

Se lo Stato rinnova tutto il complesso,

ma alla fine i condomini
non pagano |e spese,

gli stabili non si manterranno e tra
quindici anni saremo allo stesso punto.

Però con 63 milioni di
denaro pubblico andati in fumo.

No, mi spiace, signori.
Ci aggiorniamo.

Prego? Ah, la avviso Jéròme,

se mi impedirai di presentare il
progetto dovrò chiamare la polizia.

Lo rimandiamo alla commissione di giugno.

A giugno ormai le casse saranno
vuote. E io non ci sarò più.

- Non si ripresenta?
- Ne ho abbastanza.

Naidra prenderà il mio posto.

Ma non voglio
andarmene come una ladra,

voglio prima sistemare la
questione, il che significa ora.

Senta, allora, ho visto il
progetto, ieri, ed è buono.

O meglio, era buono, mm? Perché nel
frattempo ho ricevuto questa bella lettera.

Non vorrà fermare un progetto da 63
milioni per 100 mila euro di spese?

Ci sono altre realtà,
non esistono solo Les Bernardins.

Si chiama arbitrato. E sfortunatamente per voi
il principio su cui si fonda è l'eliminazione.

Okay.

Okay cosa? Ci aggiorniamo?

Yazid, fa rientrare tutti,
per cortesia, la pausa è finita.

- Ma certo. - No, aspetti...
- Recupererò |e spese.

Sarà tutto in ordine quando
avrete preso una decisione.

Signore e signori, accomodatevi.
Prego, riprendiamo.

Va beh!

- E non parlerà della lettera
ai suoi colleghi. - Sta scherzando?

Mi ascolterebbero e poi butterebbero
la vita di 3000 persone nella spazzatura.

E così il nostro accordo salterebbe.

- Ma quale accordo, Clémence?
- Prima la presentazione, poi Ie spese.

Non c'è nessun "accordo" tra di noi,
è un favore che io le concedo.

In cambio della garanzia, da parte
nostra, di risolvere il problema delle spese.

Ma questa è una lettera ufficiale,
non posso non renderne conto.

No, Jéròme, non ne parli con nessuno.
Sistemerò tutto, vedrà. Se no l'accordo salta.

Ma cosa pensa? Che ripetendo la parola
accordo mi convincerà che esiste un accordo?

Va bene, sî. Come vuole.
Siamo in ritardo, venti minuti.

- Grazie Jéròme.
- Di niente, Clémence.

— Dove sei? Sono venuti gli idraulici?
— Ne avranno per tutta la notte.

- E Michel Kupka?
- Si è barricate da quando sono arrivata.

- Ah, merda.
- Gli ho lasciato due messaggi.

II sogno del comandante Kupka:

sentire in segreteria la tua
voce sconfitta e supplicante.

Domani mattina all'alba tu vieni
qui e gli spieghi bene il progetto.

Se passa, la gestione sarà
statale e addio Chaumette.

Diglielo, ridiglielo e diglielo ancora.

- D'accordo.
- Un attimo, aspetta...

- Buonasera, signor Hadjemi.
- Buonasera signora.

— Anche lei ha avuto dei danni? — Sì, ma
niente di che, al soffitto della cucina.

- Come sta sua moglie?
- Bene.

La saluti tanto da parte mia.

- In bocca al lupo.
- Grazie, arrivederci.

Farà la storia del capitalismo
e tu non ne uscirai vivo.

D'accordo, va bene.

- Dove sei, tu?
- Nella vasca da bagno.

Ah. Lavati bene anche i denti.

- Buona notte.
- Buona notte Clémence.

Ciao Michel.

Possiamo parlare?

- Anche se ce l'hai con Clémence,
a me buongiorno puoi dirlo. - Buongiorno.

Vorrei solo capire come
puoi decidere di mollare

una battaglia che hai
combattuto per vent'anni.

È proprio questo,
sai quanti progetti ho visto, in vent'anni?

Lo Stato trova sempre una
buona ragione per non far niente.

Ma almeno così noi
ci teniamo i soldi in tasca.

E sai perché siamo a questo punto?

Perché in questo paese
tutti pensano che il degrado

nelle periferie sia un
problema di schermi piatti.

Beh, sî. La gente si compra degli
schermi enormi,

con abbonamenti a mille canali, le consolle
per i videogiochi, anziché pagare le spese.

E sono in pochi a capire che per
chi non ha mezzi un bello schermo

è come avere qualcuno
che ti guardi i figli.

Tu invece capisci Yazid, grazie.
Questo mi scalda il cuore.

Vedi, Michel, Chaumette
non è solo un bastardo,

è un bastardo con la
legge dalla sua parte.

Vi metterà gli ufficiali giudiziari
al culo e dormirà tranquillamente.

- Sarà tutta fatica sprecata.
- Perché?

Se vorrà sbatterci fuori
gli servirà la polizia, molta polizia.

La gente ci ha messo una vita a pagare
una casa che ora non vale più niente.

C'è chi pensa che addirittura
la sua vita, non valga più niente.

E non sarà certo un ufficiale
giudiziario a fargli fare marcia indietro.

- Abbiamo cambiato due luci in un corridoio.
- E?

Chaumette ha conteggiato
18 euro a lampadina.

C'è chi dice che è stato un errore,
ma non è così.

Perché lui contabilmente
fa il gioco sporco:

siccome gli speculatori non gli
pagano le spese, deve compensare.

È liberalismo allo stato puro.

D'accordo, ma la domanda è:
che si fa adesso?

Ho ragione o no?

Senti, Michel, lo Stato vi chiede
uno sforzo per darvi una mano

ma voi volete una mano
prima di fare uno sforzo.

Però siete voi che avete qualcosa da perdere.

Visto che non giochiamo non perderemo.

Tu non vivi più qui, lavori in Comune.

Non puoi capire.

Michel? Da quanto tempo non
vengo più ai Bernardines, lo sai?

- No.
- No? Beh, neanch'io melo ricordo.

Ho vissuto qui per 15 anni e
potrebbero radere tutto al suolo

per fare un centro commerciale
e non mi importerebbe.

Dopo le elezioni mi
troverò un lavoro a Parigi.

Cucina raffinata,
ne ho le palle piene di kebab.

E ti va bene, sai che non sono
io il sindaco, ma lo è Clémence.

Perché ti garantisco che sono 12 anni
che la vedo combattere per Les Bernardins

come se da questo
dipendessero le sorti dell'umanità.

Potrebbe essere rieletta
con la maggioranza, ma no.

Ha promesso che avrebbe fatto
due mandati e farà due mandati.

Questo io lo chiamo senso dell'onore.

Ti chiedo solo di fidarti un po' di più.

- Buongiorno ragazzi.
- Buongiorno.

Grazie.

- Buongiorno Clémence.
- Buongiorno Jéròme.

- Buongiorno.
- Buongiorno.

- Va tutto bene?
- Benissimo, grazie.

È abbastanza riservato?
Vuole vedere se ci sono microfoni?

È perfetto.

Ieri sera ero a Palazzo Matignon.

Una piccola riunione informale
tra persone di fiducia.

II primo ministro era teso,
non l'ho mai visto così.

E dire che lo conosco bene, è un amico.

Ma si sta giocando la testa sulle
amministrative e vuole farsi sentire.

Ci sarà un rimpasto.
Poco prima del voto.

Gli ho parlato di lei.

- Davvero? - Sî. Lei ha esattamente
il profilo che serve a questo governo.

Una rompipalle?

No. No, Cerca gente vera.

Che sappia parlare alla base.

Persone legate al territorio,
in contatto con la realtà.

Non so, può essere il Ministero
della Città, o dell'Abitazione

o quello della Coesione Territoriale. O magari
tutti e tre, addirittura, chi lo sa, vedremo.

Non sono voci di corridoio, Clémence.

Qualcuno la contatterà, entro domani.
Per fissare un incontro.

- Con chi?
- II primo ministro.

Non so se ne ho voglia, però.

- Di cosa non ha voglia?
- Di quel mondo, il suo mondo.

Di cosa ha paura, esattamente?

Di avere un po' di ambizione?

Di non essere più "quella diversa"

e di diventare una assetata
di politica come tanti altri?

Cosa voleva fare, dopo le elezioni?

Oh, non ho avuto il tempo di
pensarci, ma non mi preoccupa.

Non mi spaventa il vuoto.

Roissy è a due passi,
un volo di sola andata.

Non importa per dove.

Prendere il largo.

E ero un medico. Avevo una vita
prima e ce l'avrò avrò anche dopo.

Senta, Clémence, questo tipo di
conversazione non le capiterà di nuovo.

Quando lascerà il Comune Ia dimenticheranno.

E non serve andare in
Patagonia perché capiti.

Lo so bene

Ministra!

Vuol dire lasciare un segno
nella storia della Francia.

Anche se piccolo,
sarebbe comunque un segno.

Una cosa che i suoi nipoti racconteranno
ai loro figli alle feste di famiglia.

Non l'ho mai desiderato.

O forse da molto giovane.

Ciao, come va?

Bene e tu?
Sei ancora a casa?

Sì, ma sto quasi per andare.

— Chiamami quando arrivi, eh.
— Sì, certo

Mi hanno proposto un ministero.

- Ministero di cosa?
- Non lo so, della Città, forse.

È pazzesco. E arriva
con un tempismo perfetto.

Perché?

Perché non avevi
ancora fatto programmi.

E non credo sia facile smettere
da un giorno all'altro, con la politica.

Hai dei dubbi?

È complicata, come decisione.

- Perché?
- Perché finirei in un tritacarne.

- E Yazid che cosa dice?
- Non lo sa ancora.

— Non Io porteresti con te?
— Sì, figurati! Farà i salti di gioia.

Ma non glielo dico finché non è
sicuro, partirebbe subito in quarta.

Beh, ma a te andrebbe o no?

Sì, mi pare ovvio.

- Mi chiami quando arrivi, allora?
- Certo.

- Baccalà. Baccalà?
- Perché no.

- Naidra?
- Sì.

Baccalà!
Eccola, possiamo ordinare.

- Buongiorno, tutto bene? Buon appetito.
- Buongiorno, come sta?

- Buongiorno Nicolas.
- Buongiorno.

Per me sarebbe un grande regalo,
se riuscisse a venire all'inaugurazione.

— Sì, sì, ci proverò.
— Grazie.

- Tutto bene?
- Ciao.

Hai sentito Kupka?

Non mi chiamerà mai.

Vorrà dire che raccoglierà io le spese.

- In che senso? - Vado ai Les Bernardins,
parlo con i condòmini e recupero gli assegni.

- Intendi porta a porta?
- Non è praticabile Clémence.

E che ne sai? Per dirlo bisogna
provare. Tu che cosa proponi?

Si era parlato di fare una riunione aperta
con tutti i proprietari. Forse è il momento.

Beh, una riunione potrebbe essere, però...

Anche se gli parliamo del
progetto, se c'è nulla di nuovo...

Vogliono la testa di Chaumette,
diamogli la testa di Chaumette.

Li informiamo che partirà
un'azione legale contro di lui.

Solo che non partirà un'azione
legale contro Chaumette.

Abbiamo chiesto un parere
a uno studio per capire

se ha senso far causa all'amministratore:

"Azione legale sconsigliata".

Diciamo che procediamo contro Chaumette.

Per cattiva gestione, addebiti impropri
e anche per danni alla salute pubblica.

Sarai sincera: non prometti di vincere,
solo di combattere.

A Échirolles ci hanno
provato più di vent'anni fa,

è finito tutto al consiglio di Stato
e i proprietari ci hanno rimesso.

Non dobbiamo mica fare una lezione di storia.

Quindi sarò sincera, ma mento.

- Perché? No. Gli faremo veramente causa.
- Che sappiamo essere inutile.

Una promessa mantenuta
non è una menzogna.

Beh, se sappiamo già che
non può essere mantenuta, sî.

Ma noi lo sappiamo che
non può essere mantenuta?

Beh, certo che sì, se no avremmo fatto
partire l'azione legale già da un pezzo.

- No. Lo studio non dice che non vinceremo.
- Beh, in fondo sî.

In fondo. Ma non vuol dire
che non ci sia una possibilità.

- Mm, che sarebbe meglio non perseguire.
- Ma che esiste.

- Per me no.
- Non per te, però esiste.

Comunque, non si parla di false
promesse e tanto meno di vere menzogne.

- Allora? Cosa vi porto?
- Quattro baccalà.

- Quattro.
- Grazie.

- Signora sindaca, un'insalata?
Benissimo. Vino? - Sî.

- Vino verde? - Vino verde, sî.
- Grazie. - Due?

Nella pratica, le bugie non funzionano mai.

Prima Ii ascolterai, molto a lungo.

Li lascerai sfogare contro Chaumette
e i suoi addebiti impropri.

Chi Ii capisce i conti di Chaumette?
Nessuno! O sbaglio?

153 euro e 60
per un parcheggio allagato,

70 euro per una cantina occupata,

SO euro e 23 per un ascensore
che è fermo da dieci anni.

Ecco! Lo vede com'è?

Sì, questo Ii consolerà un po',
ma comunque non pagheranno.

Invece sì, perché è qui che Ii vogliamo:

devono pagare le spese per
poter attaccare Chaumette.

Non si intenta una causa
se per primi si è in difetto.

Naidra, se sarai eletta dopo
di me, e credo che lo sarai,

toccherà a te gestirai tu le
conseguenze di questo casino.

Sai che tu hai sempre ragione, per me, ma
su questo penso che sia l'unica soluzione.

Non ti crederanno mai, Clémence.

Se vivessi Iî le crederesti.

Vanno avanti ad ansiolitici
perché il comandante Kupka

Ii ha coinvolti in una
battaglia persa in partenza,

ma ecco che una figura rassicurante
si schiera al loro fianco.

Fanno i duri, ma aspettano
solo un'ancora di salvezza.

E tu gliela lancerai.

Questo voto, puramente
indicativo, votiamo per alzata di mano,

è informale, più che altro
per capire la vostra posizione

e come possiamo unire le forze.

Allora, chi è favorevole all'azione legale

finalizzata a ottenere il cambio
dell'amministratore, alzi la mano.

Scusatemi. Votiamo così,
alzando Ia mano e basta?

- Buonasera, benvenuto.
- Buonasera.

Insomma, voglio dire, è una cosa
che non ha senso. Anzi, scusi, è legale?

No, ma l'ho detto, questo voto
non ha alcun valore giuridico,

è a titolo puramente indicativo.

Questa si chiama intimidazione.
Perché siamo a casa sua, no? Siamo in Comune.

E in più è lei che conta i voti.

E tutto per dar retta a un branco di
avvocati che nessuno di noi vedrà.

- È questa la democrazia? Glielo chiedo.
- Ma cosa vuol dire?

Signor Esposito, quello che sta
facendo è vecchio come la politica:

lei viene qui per, mi passi l'espressione,
fare casino, impedire alla gente di parlare,

ma le ricordo che lei
non ha voce in capitolo.

Rappresenta diversi proprietari
del complesso Les Bernardins...

No, scusi, no. Lei è solo uno sfruttatore,

e per quello che riguarda le
spese, lei non le ha mai pagate.

II suo interesse è diametralmente
opposto a quello dei presenti,

perché lei, più gli edifici si degradano
meno deve sborsare per recuperare immobili.

- Brava.
- Scusi signora, chi sono questi avvocati?

Questi avvocati
sono lo studio Loiseau,

ed è uno studio con cui
collaboriamo regolarmente.

- Eccellente reputazione.
- Beh, mi sembra il minimo, direi.

Quindi le hanno consigliato
di denunciare Chaumette.

— Sì, esatto.
— E così intanto si faranno un po' di soldi.

E le hanno detto qual è
la probabilità di successo?

Perché se no come decidiamo?

Lo sa, Michel, gli avvocati raramente
si espongono facendo promesse.

Eh... Mm.

Ma io l'ho domandato.

L'ho domandato, ho insistito,
e ho ottenuto una cifra: 80°/u.

80% di possibilità di successo.

Non sono qui per dirvi che ci batteremo.
Sono qui per dirvi che vinceremo!

Perfetto. Direi che abbiamo
una larga maggioranza decisamente a favore.

Vi ringrazio infinitamente
di essere venuti fin qui,

adesso possiamo andare avanti insieme.

Grazie. Grazie mille. E buona notte.

Siamo stati sempre in spiaggia.
II posto dove stavamo era vicino.

È per quello che si chiama
"I Piedi nel Mare". O una cosa simile.

- "I Piedi nell'Acqua".
- Giusto.

È una bella cosa, Oléron.

La sindaca fa un sacco di
cose per i ragazzi dei Les Bernardins.

Quindi, eh, volevo sapere per quest'estate.

Per quest'estate?

Sì, insomma, se era ancora possibile.
Se potevo tornarci.

Perché ho fatto domanda e non
mi avete risposto, ma sono l'unico.

C'è un problema.

- Davvero?
- Sì.

C'è quest'estate e quella precedente.

L'avvenire si costruisce sul passato.

È come un campo da coltivare.

C'è il tempo della raccolta, il tempo
dell'attesa, del rigore, della cura.

- Mi capisci?
- Sì.

E sulla cura l'anno scorso a
Oléron c'è stato un problema.

L'appartamento è stato vandalizzato, il Comune
ha dovuto pagare 6000 euro di riparazioni.

Ah, no, però io non c'ero alla fine,
sono i bambini che fanno casino.

Ah sì? Te ne sei andato
prima della fine del soggiorno?

- Perché non hanno lasciato uscire mia zia.
- Ah...

— Sì, dall'ospedale.
— Capito.

Però il Comune ha pagato i biglietti
del treno, erano tutti nella stessa data.

No, ma io ho fatto l'autostop.

- Da Oléron?
- Sì.

Senza avvisare gli animatori?

Mi ha chiamato mia madre, stava
impazzendo sono partito e basta.

Ah! Quindi se ho capito bene tu personalmente
non hai partecipato ai vandalismi?

No, glielo giuro.

Okay.

Quindi, mi posso iscrivere?

No.

- Perché?
- Eccedenza di sterco.

Di cosa... Che vuol dire sterco?

Lo sterco è la merda.
L'eccedenza di sterco è tanta merda.

E Iî di sterco ce n'era parecchio,
nella vasca da bagno,

- insieme a tutto il casino che avete
lasciato. - Ma se le ho detto che ero partito!

Forse non ti ricordi bene.

Per fortuna ci sono le foto
dell'assicurazione. Vuoi vederle?

Guarda qui. Prendilo.

Chiudi quella bocca!

Sta' zitto, figlio di puttana.

Ti sei allargato un po' troppo!

Dottoressa Ccmombet.

- È un grande piacere conoscerla.
- Buongiorno.

Guillaume Mars, Capo di Gabinetto.

Ero all'Assemblea Annuale dei Sindaci tre anni
fa, a Tolosa, ho seguito il suo intervento.

Raramente ho sentito tanti applausi.

Allora, c'è stata una bufera di neve sul
massiccio di Karakòram, a nord del Pakistan,

il Primo Ministro
arriverà con due ore di ritardo.

Quindi l'agenda della
sua giornata è saltata.

Mi dispiace, l'ho appena saputo.

Ma fisseremo un altro appuntamento.

Mi permette di offrirle un caffè?

Volentieri.

Sono presenti il Capo d'Istituto,
un responsabile dei servizi sociali

e un funzionario dell'Edilizia Residenziale.

Le riunioni sono lunghe, ma
potremmo cosi parlare di ogni famiglia

ed è l'unico modo di far bene il
nostro lavoro e ottenere risultati.

E personalmente, penso che sia un'ottima
procedura che andrebbe istituzionalizzata.

Allora, lei sarà dei nostri,
cosa che ovviamente le auguro,

ma dovrà dimenticare tutto ciò che sa.

Non nella sostanza, naturalmente,
nessuno dubita della sua competenza,

mi riferisco al suo
rapporto con l'autorità.

Oggi lei lavora per i suoi elettori,

anzi, meglio, diciamo per i suoi cittadini,
deve loro tutto, è normale.

Domani renderà conto a una
sola persona: II Primo Ministro.

- Avrà certamente maggior potere, ma...
- Meno libertà.

Cerchiamo persone in gamba.

Gente con un percorso alle spalle,

non dei pirati della politica.

Sì, Io capisco.

II Primo Ministro ha fissato la rotta e
gli servono braccia forti che remino.

Signora Cuaron, l'abbiamo convocata

per i 9 verbali di violazione
delle norme igieniche

e gli 11 per sovraffollamento che il
Comune ha emesso, in un solo anno,

per degli appartamenti della
società immobiliare a lei intestata.

Dopodiché Ie abbiamo inviato un certo
numero di diffide, rimaste senza risposta.

La società è sua, giusto?
Lei si chiama Cuaron?

Sì.

Per problemi di salute, la
signora Cuaron

ultimamente ha trascurato un po'
l'amministrazione, tutto qui.

Comunque ora si è presentata, per chiarire.

Prego, signora Cuaron, la ascoltano.

Vede, dottore, quando ho lasciato
Ia Spagna, nel giugno del '49,

con i miei genitori e i miei tre fratelli,
non avevamo niente di niente.

Siamo andati a vivere in una
baracca in fondo a un giardino.

Per un anno. Era di un artigiano, ehm,
di Tolosa, il signor Pitivier, si chiamava.

Oh, era un signore tanto gentile.

Sì, quello, se mi permette, quello
che la signora sta cercando di spiegare,

è che lei si sente in dovere
di aiutare i migranti.

Quanta umanità, è commovente.

Signora, non so quanto
la pagano per fare da prestanome,

ma di fronte al giudice sarà da sola.

Ma io volevo solo
fare un favore a un rifugiato.

Per dargli un aiuto.

Ma sapete com'è quella gente,
si arrangiano tra di loro,

vanno, vengono e io non riesco più
a controllare.

- Sono, sono...
- Squatter.

Sì, ecco, bravo.
Ormai mi hanno squattata.

Guarda queste. Sono il top!

Le ho prese per il servizio di sicurezza di un
concerto, al centro ricreativo di Tournelles.

- Lo sai quant'è grande?
- Sì.

Con queste qui, all'aperto,
arrivi a 10 chilometri.

Guarda. Sono gli standard militari.

Bello.

Tu che mi dici?
Novità dal Comune di Gotham City?

Oltre a portare le scarpe
più fiche della zona, che fai?

Frédéric Esposito, lo conosci?

Fa parte del paesaggio.
Lo conoscono tutti.

- II re dei cazzari.
- II re dei cazzari?

Se ha più di trenta
appartamenti ai Les Bernardins.

Lui? No. No, non è il proprietario.

- È il tirapiedi di qualcuno.
- Chi?

- A parte il solito...
- Belkacem?

Ma è andato a vivere a Dubai, no?

Potrebbe aver mantenuto i contatti.

Con gli affitti ai clandestini ti riempi le
tasche e sfrutti al massimo gli immobili.

- Ti va un caffè?
- No, ti ringrazio, sono di corsa.

- L'hai recuperata?
- Cosa? - La mia stilo.

Ah, la tua bella penna.

Vieni!

- Dai, non ho nessuna voglia di vederlo.
- Ehi, ehi, Yaz, tranquillo.

Non dici niente, Wayne?

Scusami, Kamel.

Non è a me che hai rubato la penna.

- Lascia stare...
- No, no, no, fermo.

Coraggio.

- Non devo scusarmi.
- Wayne

Non ho cagato nella tua vasca da bagno!

Sono partito perché le
mie sorelle stavano da sole.

Tu non sai come
mi ha trattato nel suo ufficio.

- E ora viene qui a piangere.
- Oh!

- Che ti ho detto?
- Telo giuro, non sono palle.

Per te massimo rispetto.

Ma lui è una merda! Figlio di...

Fermo! Che fai, sei pazzo!?

- Dai, fa' vedere.
- Non toccarmi!

- Porca puttana, è minorenne.
- Tranquillo, non è niente.

Lavoro per la sindaca,
non ti è venuto in mente?

Ti occupi tu di lui, sono cazzi tuoi.

- Come va?
- Bene, e tu? - Bene.

Non ho fame.

Devi mangiare qualcosa.
Dai, te la sbuccio.

Grazie.

- II tuo messaggio su Belkacem, sei sicuro?
- Sì.

Ti ricordi l'anno scorso quel problema con
gli ucraini che spacciavano nell'edificio E?

Erano tizi che stavano nei buchi di Esposito.

E pare che lo facessero per
lui in cambio dei soldi dell'affitto.

- Comunque in realtà non cambia niente.
- No, cambia tutto.

È dura convincere il procuratore a indagare
su una vecchia signora, ma su Belkacem...

Non aspetta altro.
Farà qualunque cosa.

Una mossa come con AI Capone.

Scusami.

Buongiorno Jéròme.

Buongiorno Clémence.

Ehm, c'è un problema.

Ah.

Non ci sarà un altro incontro.
Finisce qui.

Mi spiace, ma è andata così.

So di essere brutale, ma...

No, assolutamente, capisco.

Quindi come AI Capone.

Certo, è chiaro: incastrare
Belkacem per gli affitti ai clandestini

e poi arrivare al narcotraffico.

Come AI Capone che fu arrestato
per evasione fiscale.

- Buongiorno, tutto bene?
- Buongiorno Clémence.

- Buongiorno.
- Buongiorno Clémence.

Ehm, cominciate senza di me,
arrivo subito.

- Sì?
- Senta, è assurdo, non può finire così.

Avevo delle idee, delle tematiche
da proporre, vorrei esporle almeno.

Mi dispiace molto.
Mi sono spinto troppo in là e...

È colpa mia, non dovevo.

Solo 20 minuti con il Primo Ministro.

- No, no. Quando c'è un veto c'è un veto.
- Ma come un veto?

È stato Guillaume Mars.
E un sociopatico, non so che problemi abbia.

Da quel che ho capito, vi siete incrociati.

- Com'è andata?
- Bene, non so cosa posso aver fatto.

- Esattamente cosa gli ha detto?
- Niente di speciale.

Non gli ha parlato
di Les Bernardins, immagino.

Ma no, certamente no.
Perché, ha detto qualcosa?

No, niente. Era solo ostile.

Sono stata al gioco: lui mi ha messa
alla prova e io ho tenuto un profilo basso.

Quasi rasoterra.

Sì, va beh, va beh.

Ma lei, ha parlato direttamente
con il Primo Ministro?

Ho cenato con lui, sî.
E con qualcun altro.

E allora?

È uscito il suo nome,
Guillaume l'ha silurata e chiusa la questione.

Mi ha silurata? Ma cos'ha detto?

Non ha importanza...

Ma come "non ha importanza"? Mi
dice che il Primo Ministro è suo amico,

che vuole vedermi e poi
non vuole più. Vorrei capire...

Non c'è niente da capire.

Che cosa ha detto Guillaume?

Ha detto, ehm: "non è con lei che
faremo sognare la gente". Punto.

Secondo me ha solo voluto farla fuori,
avrà qualcun altro da piazzare.

Clémence?

Come va, mamma?
Ti ho chiamata almeno dieci volte.

Non puoi preoccuparti
ogni volta che non ti rispondo.

Ti ricordi che dovevi
passare da me ieri sera?

Sì, Io so, scusami.
Ho avuto un contrattempo, scusami.

Ci sono novità, per il ministero?

Non se ne fa niente.
Ma è quasi un sollievo, è meglio così.

- Va bene.
- Tranquillo.

— Ma sì, dai, ci saranno altre possibilità.
— Sî. Si vedrà.

E tu invece? Come va? Raccontami.

- Buonasera. - Volevo ringraziarli:
per quello che ha fatto,

il suo intervento è stato
veramente provvidenziale.

Clémence? Tutto bene?

— Tutto bene, sì, e tu?
— Sono un po' in ansia per sabato.

- Per il lancio della campagna.
- Sì.

Ho buttato giù una bozza
del discorso, ho seguito i tuoi consigli.

Ormai puoi fare anche di testa tua.

Potresti dargli un'occhiata?

Tu sei soddisfatta?

— Beh, sî. Sì, abbastanza, ma...
— Allora va bene così, Naidra.

Clémence?

- Buongiorno.
- Buongiorno.

- Clémence non è ancora arrivata?
- No.

- Sai dov'è? - Non l'ho proprio vista.
Magari oggi lavora da casa.

- Bisogna rispondergli, entro questo
fine settimana. - D'accordo. - Grazie.

- C'è qualche novità?
- Niente di speciale, Yazid ti sta aspettando.

Ah! Buongiorno.

Vieni.

- Come va?
- Bene e tu? - Bene.

AI Capone è innocente.

Non può essere Belkacem.

Hai sentito il procuratore?

Sì, l'ho sentito.

Belkacem aveva undici anni
quando hanno creato la società.

- Mi dispiace.
- Ma perché?

Era una voce che avevo sentito in giro e...

Non avrei mai dovuto parlartene.

Tranquillo. Quando approveranno il progetto,
faremo partire le espropriazioni.

E faremo sloggiare Esposito e i suoi.

- Dovrebbe finire in galera.
- Ah, io insisterò con il procuratore.

II tempo è dalla nostra.

Mm?

Chiudi la porta, per favore.

"I| tempo è dalla nostra"?

Voglio ripresentarmi.

Per questo eri strana in questi giorni?

Ah beh, non è stato certo facile, decidere.

- Non è troppo tardi per cambiare idea?
- No.

E con il partito ne hai parlato?
Cos'hanno detto?

Lo dirò a Pierre Messa: venerdì sera,
viene a cena.

Vorrei che ci fossi anche tu.

Farà il diavolo a quattro.

Oh, abbaierà un po', sicuramente.
Devo superarmi in cucina.

- Ma perché? - Beh, lo vedi, no
quante cose ci sono ancora da fare?

Come ho potuto pensare di fermarmi?

Ma non avere paura, non ti tengo in ostaggio.
Non voglio tarparti le ali.

Anche se tu sai fare tutto, qui dentro, però
una campagna elettorale non l'hai mai diretta.

E negli stati maggiori parigini,
ti può servire.

E Naidra?

Gliene parlerò.

Non preoccuparti, risolveremo tutto.

E una ragazza molto in gamba.

È scorretto, però.

È giovane, ce la farà.

È perché sei sola?

- Eh? - È perché sei sola?
E perché tuo figlio che se ne va, il vuoto...

Uh, niente psicologia, ti prego.

Voglio solamente il meglio.

Allora, ne||'E 305,
abbiamo Babayaro 370,

Siaka 310,

N'Gozi 330,

Garang 190 e i liberiani 420.

C'è ancora un sacco
di roba da fare.

Deve essere rimpiazzata la porta e i
lavori in bagno non sono ancora finiti.

Bisogna riempirlo, in fretta.

- Ha pagato la Cuaron?
- Sì.

Ho ascoltato la sindaca.

Isterica. E una pazza furiosa.

Lei o un'altra...

Ma se passa il progetto è un casino.

E la strategia di far fuori
l'amministratore porterà a qualcosa?

- Ne ha parlato al suo avvocato?
- Preferisco di no, farebbe troppe domande.

E Chaumette? Chaumette la conosce?

Io so chi è, ma lui...
Insomma, non ci siamo mai parlati.

Incredibilmente, dopo Bagnolet,
la strada si è liberata.

Cominciamo ad andare più veloce,
ci rilassiamo, mettiamo France Musique

e Iî, beh, Mozart accompagna lo
splendore di queste sei corsie semideserte.

Ma poi, all'improvviso, ci ritroviamo in un
aggrovigliamento di bretelle autostradali.

E mi preoccupo.

Guardo il navigatore per capire quale
uscita mi condurrà verso la terra promessa

e in quel momento sparisce tutto
perché qualcuno mi sta chiamando.

È il Presidente. Sono almeno
due giorni che aspetto che mi chiami:

deve approvarmi ancora una decina di nomine.

Ma io, d'altra parte, non posso
permettermi di sbagliare strada.

- Mi volto verso Catherine...
- Io provo ad aprire, in fretta e furia,

il navigatore sul mio telefono...

- Ho un tir enorme dietro che mi suona
il clacson. - E non ce la faccio.

Allora non ho scelta, prendo una
decisione e mi butto nell'uscita 7 A.

- Ahi, grave errore!
- Non me ne parlare.

E cosi, non ho il tempo di dire una parola,
sento la voce del Presidente che mi dice:

"Ti richiamo più tardi." E riattacca.

L'orrore.

Ah, quanto ci abbiamo messo? Cinquanta
minuti? Eh, per fare gli ultimi 4 chilometri.

Ti insegna la pazienza, vivere qui.

- Tu, Ia pazienza?
- Una pazienza infinita.

E determinata.

Una pazienza infinita e determinata:
è una cosa che esiste?

Certo che esiste, è l'arma dei poveri.

E della periferia.

Rimarrai qui, dopo?

Non hai voglia di cambiare?

Voglio ripresentarmi.

Non dirai sul serio?

Non posso fermarmi.

Non ora, ne abbiamo
parlato molto, con Yazid.

Sarebbe una follia smettere adesso.

Cos'è quest'idiozia?

- Pierre...
- No, scusami, tesoro.

Clémence, la campagna comincia domani.

Naidra l'ha scelta il partito
e l'hai scelta tu,

quindi, a meno che tu non voglia
convincerla a rinunciare non se ne parla!

A me non serve Naidra
e nemmeno il partito, per vincere.

È una brava ragazza, ma non è pronta.

È falso, e lo sai benissimo.
E perfettamente in grado.

Ti credevo diversa dagli altri,

ma sei disposta tutto per
qualche briciola di potere.

Pierre, in questa città ho sempre vinto

e ho dato tutta me stessa per 12 anni,
merito rispetto.

Io rispetto chi mantiene la parola.

Un anno fa ti ho chiesto
se volevi cambiare idea.

Ma adesso è troppo tardi.

Lancerò la campagna il 22.

- Bene. Ce ne andiamo.
- No.

Complimenti, sei furba.

Quanti anni sono che non veniamo qui?

Quanti mesi sono che non senti Catherine?

Quante volte non l'hai richiamata
dopo che ti ha lasciato un messaggio?

Eh sì, tu ti comporti così,
come una principessa.

Ha ragione Pierre.

Perle persone a cui tieni il tempo si trova.

Io sono sempre nel mio
tunnel e mi perdo il resto.

- Mi dispiace, Catherine.
- Non preoccuparti.

Buonasera, signor Chaumette.
Frédéric Leroux.

- Eh, mi scusi, non ho un appuntamento.
- No, guardi, non ho tempo.

II fatto è che rappresento una piccola
associazione del nostro dipartimento.

Gente seria che vuole sapere
dove finisce il denaro pubblico.

- Come si chiama l'associazione?
- Vigilanza 93.

- Mai sentita, è politicizzata?
- No, no, è solo un gruppo di cittadini.

In particolare ci interessa
il progetto Les Bernardins.

So che ha dato un giro di vite
che non è piaciuto.

E ho anche sentito che il Comune
insieme ai condòmini vogliono farle causa.

Pura demagogia della nostra sindaca...

Incredibile.

E quindi? Cioè, voglio dire, lei
proverà a difendersi, immagino.

Non mi preoccupa.

E quindi ha detto così?
"Io non me ne vado"

Sì, una cosa tipo, ehm, "Chiamate pure
le guardie, io non mi muovo di qui." Non so...

- Non ho detto "chiamate pure le guardie'
- Beh, sî...

- Non posso aver detto "guardie".
- No, è vero, hai detto:

"Potete fare appello alle forze preposte al
mantenimento dell'ordine per dislocarmi."

Ma... Beh, insomma! Non potevo
esimermi, soprattutto con Yazid a fianco.

- Perché? - Perché per Yazid
questo non è un progetto qualunque.

È la sua infanzia.

— Sei cresciuto Iî? — Sì, però ero fortunato,
non ci mancava niente.

Mm, spesso la politica
si fa con quel che si è.

Beh, comunque, la politica per te come si fa?

-Aah...
-Obama!

La sera della sua prima elezione,
Yazid ha voluto la CNN su tutti i televisori.

Faceva lui la traduzione simultanea.

Ah, parli bene l'inglese?

Soprattutto parla bene Pobamese.

Yazid, ci fai un pezzo di un suo discorso?

- Ma dai... - La Cena dei Corrispondenti,
quella con Trump!

- L'hanno già visto tutti...
- Beh, io no, mai.

Cos'è adesso, improvvisamente?

Perché sono di una minoranza

devo per forza avere un poster
di Obama sopra il letto? È così?

Non importa...

No, evitiamo i discorsi: una storia.

Ah!

Alice Palmer.

- Non conosco.
- Obama prima di Obama, la sua prima campagna.

Chicago 1996.

In quel momento Barak
insegna diritto costituzionale

e nel frattempo milita nei quartieri poveri,
anche quelli con i loro stabili in degrado.

II suo obiettivo, quello a cui mira,
è di essere eletto all'Assemblea l'Illinois,

al posto di una certa Alice Palmer.

Allora, chi è Alice Palmer?

È di colore, è stata una grande attivista
per i diritti civili, quand'era giovane,

e fa parte del ramo progressista
del partito democratico.

Dà Iî sua benedizione a Barak Obama
come suo successore.

Perché gli fa questo regalo? Perché lei ha
un'altra ambizione, un'ambizione nazionale.

Vuole una poltrona al Congresso.

Lo presenta a tutti, poi comincia ad
aiutarlo a trovare sostegni finanziari,

quando però: tan-tan-tan!

Si affianca ad Alice Palmer un nuovo
avversario per la corsa al Congresso:

il figlio del reverendo Jesse Jackson,
uno dei collaboratori di Martin Luther King.

Un colpo.

Dopodiché, cosa capita?

Pierre?

Catherine?

II figlio di Jackson batte Alice Palmer,

- e lei rivuole il suo posto.
- Esattamente.

I quadri del partito fanno
pressione su Obama perché rinunci...

Ma Obama si rifiuta.

Sono sei mesi che bussa a tutte
le parte e stringe mani 24 ore su 24.

E poi dietro al suo aspetto da
giovane di belle speranze, è un mastino.

- Quindi è scontro aperto.
- Un massacro.

Tutto si gioca nelle ultime 24 ore,

al momento della consegna
delle firme per ogni candidatura.

Alice Palmer, avendo fatto partire la
campagna in ritardo, ha giocato sporco.

Barack fiuta l'imbroglio,

chiede al suo staff di spulciare
tutte le candidature, firma per firma.

E scopre che su 2000
la metà non è conforme.

A questo punto presenta ricorso

e la candidatura di Alice Palmer
viene invalidata dal comitato elettorale.

Sipario.

E dopo cos'è diventata, Alice Palmer?

Un triste paragrafetto nella biografia

di uno dei più grandi politici
della storia della galassia.

Non me l'avevi mai raccontata, questa.

Mi piace molto.

Buonasera, signor Kupka.

- Che cosa vuole?
- Ero preoccupato, volevo sapere come sta.

Perché come sto?

GIie|'hanno messa nel culo.

Fa male se non è abituato.

- Alla prossima, allora. - Certo. Arrivederci
Catherine, è stato un piacere.

A quanto sembra la sindaca

ha fatto un gran bel discorso
a quelli dei Les Bernardins.

Così pare.

E ci è andata giù pesante, con lei.
A quanto so sono stati lì ore.

Sono tutti uguali, i politici.

Non riesco ad abituarmi
al loro grado di cinismo.

Scusi, signor Chaumette,
non riesco a seguirla.

Tutto il discorso della sindaca,
tutta la sua tiritera, è solo una bufala?

Ma certo.

È chiaro che la sindaca sa che la
storia di farmi fuori non ha senso.

Perché era già successo un sacco di tempo fa
a EchiroHes, ma per sfortuna loro, io c'ero.

Ho letto tutti gli atti. All'epoca mi
aveva incuriosito e avevo segui...

ALLERTA INFO
RIMPASTO: 4 NUOVI MINISTRI,

6 NUOVI SOTFOSEGRETARI
ENTRANO A FAR PARTE DEL GOVERNO.

— Tu cosa ne pensi?
— Sì, va bene

— Sì, sì, va benissimo. Pubblicalo pure.
— Okay.

— Sì, pronto?
— Yaz, devi darmi una mano.

II Comune mi ha fregato.

Non capisco, l'offerta era una bomba.
Ho fatto dei prezzi stracciati.

Aspetta, Kamel, di cosa stai parlando?

Della sicurezza per il torneo
di pallavolo dell'anno prossimo. - Ah!

Ho fatto tutto come si deve e mi
hanno cassato al primo giro. Melo spieghi?

Ti posso richiamare tra un'ora?
Non ho tempo adesso.

No, Yaz, non ci provare, non con me.

- È troppo importante, mi cambia la vita.
- Ma te l'ho già detto, non me ne occupo io.

Allora dimmi quale figlio di puttana
devo pagare per poter vincere l'appalto!

Eh?

Yazid! Fa' qualcosa
di utile per una volta nella vita!

Aspetta, Kamel, qual è il principio
delle commissioni per le gare d'appalto?

E che ne so io?
Scegliere l'offerta migliore?

Sì, ed evitare le pressioni, cioè far sì
che tu non venga a rompermi i coglioni.

Tutto bene?

La riqualificazione è ferma.

Come? Perché?

Ancora le spese.

Non hanno pagato?

Non quanto dovevano.
Kupka avrà avuto dei sospetti.

Ho provato a chiamarlo, ma non risponde.

E morta, addio alle sovvenzioni.

- Beh, c'è ancora qualche giorno.
- Purtroppo no.

II Presidente firmerà Ie assegnazioni
domattina alle 11 e mezzo

e domani sera le renderanno pubbliche.

- E cos'ha detto Narvaux?
- Ho parlato solo con il suo ufficio.

E ti hanno detto che è finita?

Beh, finché non c'è Ia delibera ufficiale
non lo diranno mai, ma è evidente.

Prova a chiamarlo.

- Chi?
- Beh, Narvaux. - No.

- È normale che tu voglia parlargli.
- Non serve a niente, è troppo tardi.

— Non puoi saperlo.
— Sì, Io so.

Ma finché non hanno
deliberato ufficialmente...

Prima vinciamo Ie elezioni
e poi riprendiamo a combattere.

Fidati Ie prenderemo quelle sovvenzioni.

Volevi vedermi per qualche cosa?

Ma cazzo, Clémence,
stagli col fiato sul collo!

So come vanno le cose!

L'altro giorno c'era una possibilità
mentre oggi no.

- Ma perché non fai nemmeno un tentativo?
- Perché non servirebbe a niente!

È un vigliacco! Quell'uomo è un vigliacco!

Sono parole sue: il Tesoro gli rompe le palle,
noi dobbiamo solo farlo di più!

- Yazid, è finita.
- Scusa, parliamo di 63 milioni di euro.

E tu te Ii lasci scappare senza fare niente?

A me non hanno insegnato questo,
e nemmeno a te, Clémence.

- Adesso basta!
- Provo semplicemente a capirti...

No, tu non provi a capirmi,
tu vuoi farmi la lezioncina.

Perché non mi racconti un'altra bella
storiella, visto che ti viene così bene?

E non perdiamo un'occasione per far
vedere quanto siamo bravi, per carità.

Ma Ia politica, caro mio, è soprattutto
usare le gambe. E all'occorrenza...

— Davvero?
— Sì! Davvero.

Allora perché non vai a farti un giro
alla festa dei serbi al posto mio?

Io non posso ho troppo da fare.

Ci sono dei voti da prendere.
Bisogna farsi vedere.

- Buongiorno. Yazid Jabbi, del Comune.
- Buongiorno. Benvenuto.

Ah, molto piacere.
Buon divertimento, allora.

Buongiorno.
Buongiorno, Yazid Jabbi del Comune.

— Piacere, vuole bere qualche cosa?
— Con piacere, sì, sì, sî.

- Buongiorno.
- Uno slivovitz? - Va benissimo.

"Dabokti na kuèu na televisoru."

No, non è così?

"Davokti na kuèu na televisoru.'

"Davokti na kuèu na televisoru.'

"Jebeé ti mater.'

Mater? Ho capito! Vuol dire madre.
'Fanculo tua madre!

- È giusto? Ah!
- È giusto! È giusto.

"Jebeé ti, krv, pretke i porodicu."

Oddio, qui mandiamo affanculo tanta roba, eh?

"Jebe k ti, porekt... porodicu!"

— E cosa vuol dire? — Le tue origini,
il tuo sangue e la tua famiglia!

Tutto l'albero genealogico!
Ah bene, almeno così è completo. E esaustivo.

L'ha picchiato? Yazid?

Sì, con un pugno. Un gran bel pugno.
C'era sangue dappertutto.

Immagino che abbia sporto denuncia.

Appena è successo l'ho portato in
ospedale per fargli mettere dei punti.

Gli hanno fatto i raggi, microfrattura
dell'osso zigomatico, falle vedere.

E siete andati in commissariato?

Sì, ci ho pensato, i miei ragazzi
hanno visto, ho dei testimoni.

Ma voglio bene a Yazid,
ci conosciamo da sempre.

E poi io, a differenza di altri,
voglio davvero che lei vinca.

Faccio fatica a seguirla,
perché è venuto qui da me?

Per parlarle a quattrbcchi.

II suo capo di gabinetto
che aggredisce un minore: wow.

Sarebbe un bel casino.

In più, oggi, con i social,
basta un attimo.

Sarebbe un peccato
non vincere per questo, no?

Una scuola di
formazione professionale a Pont Blanc,

ci dicevano che era impossibile.

II recupero di un sito industriale
abbandonato, ci dicevano che era impossibile.

La riduzione del debito senza un euro di
tasse in più, ci dicevano che era impossibile.

Questo dimostra che per noi,
l'impossibile, è un appello alla sfida,

alla volontà e all'intraprendenza.

E questo perché sappiamo
perché amiamo questa città,

perché ci battiamo ancora e ancora, perché
non rinunceremo mai, fino alla vittoria!

Dove diavolo eri finito?

II tuo amico Kamel è venuto da Clémence
con un ragazzo che dice che lo hai pestato.

Era pronto a denunciarti.
Ha fatto una scenata...

Io non l'ho picchiato.

Sî. Comunque qui non è la verità il problema.

Mi dispiace Clémence.

- Io non l'ho picchiato.
- Lo so bene.

Dimmi un po', i danni di Oléron
erano colpa di Wayne o no?

Non credo, no.

Ascolta, la cosa è semplice.

Mi licenzi e fai causa
per tentata estorsione.

Devi essere trasparente,
solo così salvi Ia campagna.

È una possibilità, è vero,
ma non è la decisione che ho preso.

Che vuol dire?

Vuol dire che Kamel avrà l'appalto per la
pallavolo e nessuno procederà contro di te.

Grazie.

È un po' piccolo, come grazie.

Io mi fermo qui, Clémence.

Non faccio la campagna,
non ho più la forza.

E poi, vedrai, sarà più facile cosi.

Signor Yazid!

Ho fatto tardi, è stato colpa dei ragazzi.

- Ho bucato il discorso?
- Devo andare.

Aspetta, aspetta, oh!
II tizio degli affitti, ho il suo nome.

- Chi, scusa? - Dart Veder.
Me l'hai chiesto tu, il boss di Esposito!

Non è stato semplice, ho dovuto
fare il gentile con una mia ex.

Jean-Marc Forgeat.
È lui. II suo indirizzo.

Non c'è di che. Eh?

Quando si è amici ci si dà una mano, no?

Ehi, promettimi che questo
non lo attacchi al muro.

Allora, vediamo se va un po' meglio.

Eccoci, dammi la zampa.

Ah beh, si muove bene.

Ti liberiamo, Graciosa, te lo sei meritato.

Stia tranquilla, signor Mogelle,
la zampa non le fa più male.

- Guardi. Ecco qua.
- Andiamo. Grazie dottore. - Arrivederci.

Buonasera. Ha un appuntamento?
Perché sto chiudendo.

- Dottor Forgeat, vero?
- Sì.

- Che cosa vuole?
- Niente, solo un'informazione.

Cerco una casa in affitto.

AI Les Bernardins.

Mi può aiutare?

Mi dispiace...

Uno spazio di 10 metri quadrati,
più o meno, tra i 600 e i 700 euro,

malsana ovviamente,
con blatte, cimici e affini.

Se ne vada.

Me lo trovi, allora.

- Ti accompagno?
- Faccio due passi. A domani.

Okay. A domani, Clémence.

Dimmi, Pierre.

- Come va?
- Bene. Ho appena lanciato la campagna.

Io invece mi sono appena
fatto strigliare dal Primo Ministro,

- quindi abbi la gentilezza di ascoltarmi.
- Ti ascolto.

Vuoi continuare con la politica?

Va bene, nessun problema,
ti chiedo solo di cambiare poltrona.

Ti facciamo una proposta.

Non c'è niente di meglio
che fare il sindaco.

Però mi ha detto
che volevi diventare ministro.

Quindi ti propongo il Senato.
Non è una proposta, in realtà, è un regalo.

Ti ritiri con eleganza a vantaggio di Naidra

e fra dieci mesi rappresenterai
la tua città al Palazzo di Lussemburgo.

Puzza di morte, il Senato.

Ti chiedo cinque minuti, Michel.
Solo cinque minuti.

Buonasera Karine.

Domattina alle 11 e mezzo a||'EIiseo
si deciderà la sorte di Les Bernardins.

Tutto si gioca in due minuti e mezzo,
possiamo ancora farcela.

Sarà il colpo più folle
della storia della città.

80 per cento...

Lo so. Clémence ha mentito,
io ho mentito.

Siediti.

Grazie, Karine.

Okay, Michel, avevi ragione.

Avevi ragione anche su Clémence e me, però
non sono venuto per lei, non lo sa nemmeno.

Dobbiamo dare le spese a Chaumette.

Ci avevamo creduto, avevo gli assegni.

Li ho strappati.

Beh, non è grave.

Che ore sono?
Le nove, più o meno, è l'ora ideale.

Andiamo in due a bussare alle porte,
recuperiamo gli assegni.

Voi pagate e domani sera
sappiamo se abbiamo le sovvenzioni.

E se non arrivano,
potete fare opposizione.

Non hai niente da perdere.

- No'?
- No.?

- Che cos'è questo, te l'ha dato Esposito?
- Sì.

...i politici. Non riesco ad abituarmi
alloro grado di cinismo.

Scusi, signor Chaumette,
non riesco a seguirla.

Tutto il discorso della sindaca,
tutta la sua tiritera, è solo una bufala?

Ma certo.

È chiaro che la sindaca sa che la
storia di farmi fuori non ha senso.

Perché era già successo un
sacco di tempo fa a EchiroHes.

L'hai fatto solo per questo?

Io l'ho visto il boss di Esposito,
è un bravo veterinario,

che lavora nel suo bell'ambulatorio,

dove cura dei bei cagnolini
e come hobby sfrutta gli extracomunitari.

Quindi tu, per vendicarti
della fregatura della sindaca

ti fai fregare da questi figli di puttana?

E ti va bene, ti senti la coscienza a posto?

Che facciamo adesso, molliamo tutto,
ci fermiamo? Eh?

Io non sono d'accordo.

Non puoi recuperare 160 assegni così.
Qui vanno a dormire presto.

Buonasera signora, scusi il disturbo,
non so se ci siamo già incontrati.

Mi chiamo Yazid Jabbi
e lavoro per il Comune.

Sul progetto di riqualificazione
del vostro complesso.

- È lei la proprietaria?
- No, è mio fratello.

- Posso parlargli?
- Non c'è. Ma lo trova venerdì.

D'accordo. Le auguro una buona serata, grazie.
E scusi ancora se l'ho disturbata.

No, no, no, no.
Hanno un bimbo di pochi mesi.

Vieni con me ho l'elenco,
faremo tutto per telefono.

- Grazie Michel.
- Risparmia il fiato.

Ne avrai bisogno.

Non chiedo altro che di vederla!
Quando l'ho chiamata mi ha urlato contro.

E tu che dicevi "spazio ai giovani".

Tu ti tingi i capelli,
non toccare l'argomento.

Lo sai, vero, che stai consegnando
la terza città del dipartimento ai nemici?

È matematico.
Vi neutralizzate, tu e Naidra.

Vi sfracellerete tutte e due.

Finirai la tua carriera come tutti:

te ne andrai dopo una sconfitta e
poi passerai il tempo roderti il fegato.

- E dimmi, Catherine? Come sta?
- Benissimo.

- E Yazid?
- Beh, non è il mio fidanzato.

Si è visto l'altra sera, infatti.

- Va meglio tra di voi?
- L'ho licenziato, se vuoi saperlo.

Allora posso prenderlo io!

E un uomo brillante,
un profilo notevole.

Secondo te gli interessa
il gabinetto di un ministero?

Oh, beh, è quello che vorrebbe, sî.

Penso di averlo tenuto in gabbia,
per questo ce l'ha con me, in fondo.

E a Parigi sarà nel suo habitat.

Ci vorrà del tempo,
ma ci arriveremo.

Rinnoveremo tutto.
I serramenti, gli impianti, l'ascensore,

i rivestimenti, la coibentazione...

Cosi ripuliremo tutto
e ci sarà una sicurezza maggiore.

Parliamo di una somma totale di 63
milioni di euro, per l'insieme dei lavori.

Non c'è niente di ufficiale!
Lei è del Comune?

— Sì, sono del Comune.
— Non è a lei che devo dare l'assegno.

Vede, non è la prima volta
che cercano di illuderci.

Vi assicuro che in questo caso non
è un'illusione. È una cosa concreta.

Lei davvero pensa che si farà veramente?

Ah, su questo non c'è il minimo dubbio.

II direttore della Grande
Parigi si è impegnato...

Saranno dieci anni che:
"Ci impegniamo, ci impegniamo.

Sì, ma io non le parlo di dieci anni,
le parlo di 24 ore.

Pronto? Grazie di avermi richiamato.

Si chiama Yazid. Arriverà
più o meno tra dieci minuti.

Vai allo stabile C, all'ottavo piano.
Bouzini.

No, no, no, non è una presa in giro,
te l'assicuro.

No, Chaumette non c'entra adesso,
è perle sovvenzioni.

- Buonasera signora.
- Buonasera.

Mi scusi, l'ho svegliata.

II Presidente
della Repubblica, veramente?

Il Presidente della Repubblica non esaminerà
il progetto nel dettaglio, ma lo ratificherà.

È un arbitrato, in pratica.

Dai, vieni.

Buonasera signora,
sono Yazid Jabbi, del Comune,

scusi se l'ho disturbata a un'ora del genere.

- Non c'è problema.
- Le auguro una buona serata.

- Anche a lei.
- Grazie mille.

- Arrivederci.
- Grazie. Arrivederci.

Abbiamo pochissimo tempo.

Buongiorno signora.

Grazie, signora Gorakis.

Fammi vedere il vestito.

Che bello!

Lavori tanto in Comune, eh?

Ma tu lavoravi tanto già a scuola.

La terrò aggiornata, ci sentiamo.

Tieni, la signora Ben Youssef, aveva la metà.

Li prendo comunque.

95, 96, 97. Nemmeno 100.

Devo andare al lavoro.

Me la sbrigo io.

Ha preso solo i contanti.

- Quanto avevamo?
- 4530.

N — E un'ora che Io chiamo,
c'è la segreteria. — Sì, anch'io.

Yazid ha problemi di soldi?

A casa non c'è. Ho suonato ai vicini,
ma non l'hanno visto.

Invece Justina, la stagista,
l'ha incrociato stamattina.

Ai Les Bernardins.

Parlava con Kupka.

Che facciamo?

Clémence?

- Chiamo la polizia?
- No, no.

Aspetto sue notizie.

- Me ne occupo io, alla settimana prossima.
Arrivederci. - Buona giornata.

Qui ci sono Ie spese dei proprietari
dei Les Bernardins, famiglia per famiglia.

— Les Bernardins?
— Sì, esatto. — Che succede qui?

Dottor Chaumette, mi serve una ricevuta.

Una ricevuta? Per cosa?

Perle sovvenzioni per Les Bernardins.
Guardi qui. Ci sono 97 meravigliosi assegni.

Non basteranno per
chiudere i conti, signor Jabbi.

No. Ma ci sono 4500 euro in contanti.

I proprietari sono tutti
d'accordo a pagare,

le recupero il resto entro stasera,
mi serve solo la ricevuta.

C'è una riunione a||'EIiseo alle 11 e mezzo.

Dottor Chaumette...

Non ne ha abbastanza di Les Bernardins?

Non vuole che finisca
tutto bene, per una volta?

Piacerebbe a tutti avere
una bacchetta magica, signor Jabbi.

Va bene.

Quanti me ne restano?

Ho una ventina di assegni,
prendo le somme più grosse.

I Sayada quanto devono ancora?
634,30.

E chi mi garantisce che i
suoi assegni siano coperti?

Basta mettere tutto nero su bianco!

Prenda le precauzioni del caso, può scrivere:

"Ricevo oggi X euro, salvo mancato buon
fine di incasso presso la Banca bla-bla-bla."

Non rischia niente, è coperto.

Buongiorno,
questa è la segreteria di Yazid Jabbi,

lasciate un messaggio e vi
richiamerò il più presto possibile.

Insomma Yazid, richiamami! Che cosa
fai? Che cosa vuoi dimostrarmi? Merda!

Buongiorno.

Prego, vada pure.

- Buongiorno, mi dica.
- Buongiorno.

— Posso vedere un suo documento, per favore?
— Sì, Yazid Jabbi, qui c'è il mio passaporto.

- Grazie mille.
- E il pass del Comune.

Perfetto.

Allora, non ho un appuntamento,
ma ho assolutamente bisogno di parlare

con Jéròme Narvaux,
il direttore della Grande Parigi.

Ha una riunione con il
Presidente fra mezz'ora

e ho estrema urgenza di parlargli,
se può fargli sapere che sono qui?

Mi dispiace molto, ma non è possibile.

Ma devo consegnargli un documento decisivo
per un arbitrato da presentare al Presidente.

Capisco. La invito a
chiamare il suo contatto,

che chiamerà la Capo di Gabinetto,
che chiamerà me e io la farò entrare.

Sì, certo. È chiaro,
ovviamente l'ho appena fatto,

e purtroppo non risponde al telefono,
credo che l'abbia spento.

Lo conosco bene, eh?

Ho solo bisogno di parlargli due minuti,

se può fargli sapere che sono qui,
io non mi muovo, lo aspetto.

Mi dispiace.
Buongiorno dottor, Verdier.

Okay, lo capisco.

Allora, le chiedo solo una cosa:
può fargli arrivare questo documento?

Da questo dipende il futuro di un quartiere,
il futuro di più 3000 persone allo stremo.

Deve assolutamente arrivare
nelle sue mani. Per favore.

Mi dispiace molto.

Le devo chiedere di raggiungere l'uscita.

La pregîî-

- Le auguro una buona giornata.
- Buona giornata.

Bene.

Voglio innanzitutto ringraziarvi
moltissimo di essere qui tutte e due.

Sarò adamantino, Naidra.

Quello che ti ho detto posso
ripeterlo di fronte Clémence:

ha compiuto un'azione disgustosa,
non c'è altra parola.

II nostro partito ha delle regole.

Perché senza regole non c'è rinnovamento
e quindi nemmeno democrazia.

Se no è solo una giungla.

Signora! Yazid Jabbi, si ricorda di me?

II progetto per Les Bernardins, l'ho
presentato in commissione alla Grande Parigi,

mi ha persino fatto una domanda.

- No, si sbaglia.
- Lei non lavora con Jéròme Narvaux?

Assolutamente no.

Mi scusi.

Io lo conosco, Jéròme.

Può fargli avere questo documento?

La prego, è molto importante,

deve dirgli di chiamare Clémence
Collombet prima della riunione.

È urgente, sta aspettando
la sua telefonata.

Ricordi quando ti ho presentato mio padre?

Sì, abbiamo cenato tutti e tre
nel cortiletto de||'AIexandrie.

Era il mese di giugno.

Era sette anni fa, no?

Aveva così paura di vedermi in politica.

Ma tu l'hai rassicurato.

Gli hai detto che tu mi avresti protetta.

Sì, mi ricordo bene.

Che effetto ti fa?

Non è un problema?

Penso che mi aiuterebbe a capire meglio
come funziona la tua testa.

- Un giorno Io capirai.
- Sono troppo giovane?

È una parte del problema.

Ma cambierai col tempo.
Non avrai scelta.

Tirerai fuori il peggio e il meglio
di te stessa.

Hai scelto questa vita, Naidra.

Sei tu che mi fai un torto, così.

Mi parli di tuo padre perché rinunci?
Sai che non lo farò.

- Clémence...
- Io mi candido, in qualunque caso.

- Aspetta...
- Non siamo qui per parlare di me,

ma del futuro di Naidra e Iî, al contrario,
la tua età è parte della soluzione.

Diventerai sindaca, ma
dovrai aspettare ancora un po'.

Facciamo la campagna
mano nella mano, vinco le elezioni,

tu resti mia vice sindaca
e a metà mandato ti passo lo scettro.

Non è né meraviglioso né geniale,
ma per lo meno cosi evitiamo il massacro, no?

Naidra.

Se nessuna di voi fa uno sforzo,
perderete tutte e due.

Lei si rovinerà la fine della carriera
e la tua non comincerà nemmeno.

Adesso siamo nella giungla,
il rapporto di forza è questo.

Propongo di spaccare la mela in due:

i primi tre anni per Clémence,

la fine del mandato per Naidra.

E mi chiederai di distribuire volantini
per la sua campagna, anche? Eh?

- Jéròme?
- Riprende la riunione, che cosa voleva dirmi?

- Non so di cosa sta parlando.
- Sta scherzando?

No, che cosa succede?

La ricevuta delle spese.
II suo collaboratore che viene fin qui...

Yazid?

È troppo tardi Clémence.

Clémence?

- Ha visto il Presidente?
- Tra un attimo.

Ah, allora va bene,
può rispettare il nostro accordo.

- II nostro accordo... - Non è mai troppo
tardi per mantenere la parola.

Le abbiamo dato le spese,
a lei la palla, adesso.

No, no, Clémence. È finita.

Le piaceva, eh?
Pensare di potermi cambiare la vita?

Clémence, gliel'ho già detto,
mi dispiace molto.

Lei non può nominare
un ministro, Jéròme.

Di contro, salvare la periferia
dal collasso, sì che Io può fare.

Ed è molto più importante.

Ma come faccio, ormai?
A chi Ii prendo, i milioni? Eh?

A Melun? A Grigny, a St Denis?
Svesto Pietro per vestire Paolo?

Faccia un po' come vuole! Se la cavi
da solo, chi se ne frega di come fa,

basta che mantenga la parola!

Senta Clémence, devo riprendere.
La saluto.

- Vuoi che ritiri la candidatura
per la signorina? - Eh?

- Chiama il Primo Ministro.
- Per dirgli cosa?

Per dirgli di chiamare
Narvaux immediatamente

perché approvino il piano
di riqualificazione dei Les Bernardins.

Decideranno a||'EIiseo tra due minuti.

In cambio io rinuncio alle elezioni.

Non che non mi interessi la tua città,
ma tu mischi tutto.

Riprendiamo la conversazione
dove l'avevamo lasciata, per favore.

Se non lo chiami non se ne fa più niente.

Mi presento da sola e senza partito.
Scusa, Naidra.

Sei pazza.

Tu sei pazza.

E credi che io obbedisce: a una
pazza che cambia idea ogni minuto?

Dai Pierre, ancora un piccolo sforzo e ti
sbarazzerai della pazza una volta per tutte.

Signore e signori, stiamo per cominciare.

Sì, certo.

Va bene.

Me ne occupo subito, Ministro.

Jéròme? Dobbiamo parlare
di Les Bernardins.

ELEZIONI AMMINISTRATIVE:
CLÉMENCE COLLOMBET RINUNCIA...

EDILIZIA RESIDENZIALE

Siamo noi. Michel!

...nel Seine et Marne.
La Grande Berne nell'Essonne.

Il Clos Saint-Lazare e il complesso
Les Bernardins nel Seine St-Denis.

In totale, 380 milioni di euro

verranno investiti per salvare
questi quartieri dal degrado.

Secondo le previsioni 100 mila
famiglie si stabiliranno nelFIle-de-France...