All language subtitles for CHE, UN HOMBRE NUEVO (2009), largometraje documental del argentino Tristán Bauer..eng111

Nel 1967

il Che muore
assassinato in Bolivia.

Ha solo 39 anni.

- Salve! Non sta filmando, vero?
- No.

Da allora

le forze armate, nei loro archivi,
conservano gelosamente un tesoro.

Tra le altre cose

i documenti e quaderni scritti
a mano che aveva nello zaino,

con il suo diario,
prima che fosse catturato.

Dietro questa porta

la parola di Ernesto
Guevara ancora brucia.

La sua voce

risuona nel nastro lasciato alla
moglie nel momento dell'addio,

e che oggi ascolteremo
per la prima volta.

Questa e' l'unica cosa

intimamente mia,

e intimamente conosciuta di noi due

che posso lasciarti ora.

"Gli araldi neri."

Ci sono colpi nella vita,
cosi' forti...

Io non so!

Colpi come l’odio di Dio;

come se di fronte ad essi,

la risacca di tutto il sofferto

ristagnasse nell’anima…

Io non so!

Sono pochi; pero' sono.

Aprono solchi scuri

nel volto piu' fiero

e nel lombo piu' forte.

Saranno forse i puledri
di barbari Attila;

o gli araldi neri che
ci invia la Morte.

Son le cadute profonde
dei Cristi dell’anima,

di qualche fede da adorare
che il Destino bestemmia.

Questi colpi sanguinosi sono i crepitii

di qualche pane

che sulla porta del
forno ci si brucia.

E l’uomo

Povero...

Povero!

Gira lo sguardo,

come quando una pacca
sulla spalle ci chiama;

Gira gli occhi pazzi,

e tutto il vissuto ristagna,

come una pozzanghera di
colpa, nello sguardo.

Ci sono colpi nella vita,

cosi' forti...

Mia cara,

oggi viene da Hiroshima,

quella della bomba.

Nel catafalco che vedi,

ci sono i nomi di
78.000 persone morte.

Si stima il totale in 180.000.

Fa bene vedere queste cose, per
lottare energicamente per la pace.

Un abbraccio, Che.

:=:== Sottotitoli di SRT project ==:=:

SRT project e' lieta di presentare

'Che. Un uomo nuovo'

Traduzione di:
Patagonia [SRT project]

In Bolivia, 12 anni fa

cominciammo le nostre
ricerche su Ernesto Guevara.

Ripercorremmo i suoi stessi cammini,

ascoltammo leggende,

raccogliemmo testimonianze

e studiammo il suo famoso diario.

Intuimmo che
esistevano documeti segreti,

pero' tutti ci negavano
la loro esistenza.

"Accademia boliviana
di storia militare."

La casualita' e una telefonata

ci guidarono fino
a un archivio militare

che conservava 29 volumi

con le informazioni
segrete e classificate

sulla lotta guerrigliera
del Che, sui monti boliviani.

Li', potemmo vedere
per la prima volta,

la sua documentazione
personale e i suoi ultimi scritti.

Tra gli altri documenti

riuscimmo a fotografare 3
quaderni sconosciuti e inediti.

Scoprimmo la sua
caligrafia minuziosa,

constatammo la sua necessita'
permanente di scrivere,

la sua passione per la poesia,

i suoi studi e le
riflessioni teoriche.

Ci facemmo diverse domande.

Perche' nel vuoto
e arido combattimento

il Che si imponeva
ancora questa discipina?

Cosa stava scrivendo?

Cosa stava pensando?

Qual era la sua eredita'?

Alcune ore piu' tardi

i militari a guardia dell'archivio
ci impedirono di continuare

a studiare i documenti,
e ci cacciarono.

Dissero che si erano sbagliati,

che questi erano
segreti, classificati.

Allo scoprire le immagini,
ancora una volta,

apparve l'uomo impegnato
nel fare del suo pensiero, azione

e della sua azione,
una nuova riflessione teorica.

Sarebbe stata la
sua morte in Bolivia,

la fine del suo
progetto rivoluzionario?

O, al contrario,

avrebbe rappresentato
un nuovo punto di partenza?

Ci proponemmo quindi

di trovare risposta nei suoi testi,

nella sua vita.

Cara Beatriz, ho
ricevuto la tua lettera.

Sono gia' arrivati i
libri di Salgari e Vigil.

Mandami gli altri 4
libri della collezione.

Guarda quanto sto bene di asma!

Tanti saluti alla nonnina,
e tanti ricordi per te, Ernestino.

Ernestino, Tete.

Sembra un bambino
allegro, attivo, vitale.

"Filmato originale della famiglia Guevara."

Lo e', quando puo'.

L'asma lo soffoca, pero'
gli impone la volonta'

per affrontare la
sensazione di morte.

Si rifugia a Cordoba,

in questa "Alta Gracia"
dell'esilio repubblicano spagnolo.

Dove a pochi isolati da casa sua

suona il pianoforte
di Manuel De Falla.

Non puo' andare a
scuola regolarmente,

si afferra a sua madre.

Lei le insegna a leggere e scrivere,

a parlare francese.

Lo accompagna, lo stimola.

Suo padre lo accompagna nelle
lunghe notti con attacchi d'asma.

Gioca con lui a scacchi,
gli recita poesie.

A L'Avana, la famiglia di
Ernesto conserva, come un tesoro,

"Centro di Studi Che Guevara."

tutti i suoi scritti personali.

Tra questi documenti,

c'e' un libretto nel quale,
da quando era piccolo,

annota tutti i libri che legge,
della biblioteca di casa sua.

Continuera' con questa
abitudine per tutta la vita.

Hernandez, Jose'. Marx, Karl.

Shakespeare, William. Vern, Giulio.

Wilde, Oscar.

Sono anni di studio
di ingegneria, medicina.

Di attivita' tanto diverse,
come scacchi e rugby.

Sport che lo mette alla
prova, fisicamente

e sul quale riflette nei suoi
articoli della rivista "Tackle".

21 anni. Inizia il suo
primo viaggio.

Percorre in bici, piu' di 4000
chilometri nel nord dell'Argentina.

Porta un quaderno dove riporta
le sue esperienze e impressioni.

Un nuovo metodo, che sistematizzera'
fino alla fine della sua vita:

i diari di viaggio.

Mi rendo conto
che ha maturato in me

qualcosa che da molto cresceva
all'interno del vociare cittadino,

ed e' l'odio per la civilizzazione.

la grezza immagine di gente impazzita
al ritmo di questo rumore terribile,

mi appare come
l'odiosa antitesi alla pace.

nella quale il ronzio
silenzioso delle pagine,

forma una melodiosa
musica di sottofondo.

Ernesto cerca la
solitudine per pensare,

per scrivere,

per conrinuare a elaborare
un dizionario proprio

nei suoi quaderni filosofici

che comincia a 17 anni,

e che corregge e
amplia metodicamente

per un decennio.

Assoluto, anima, amicizia,

amore, anarchia, angustia,

Aristotele, arte.

Non mi nutro nella
stessa maniera del turista:

l'anima di un popolo
si riflette nei malati in ospedale,

gli arrestati nella questura,

o il pedone curioso che si conosce.

Mentre il Rio Bravo
(confine tra USA e Messico. NdT)

mostra una crescita turbolenta,
sotto di esso.

Coscienza, crisi
capitalista, cristianesimo,

cultura, dialettica, destino,

diavolo, denaro, dio, dolore.

Realizza due viaggi
per l'America Latina:

uno come studente di
medicina, e l'altro gia' laureato.

Inizia cosi'

un percorso che si sviluppera'
senza meta precisa e senza ritorno.

Racconta le sue peripezie
nei suoi diari di viaggio,

ma i suoi sentimenti piu'
intimi li esprime in altro modo.

Sotto forma di poesia.

"Volare, volare."

Ernesto Guevara Serna.

Ascolto, ti offro tutto,

le mie citta' e i miei monti,

i miei fiumi e le mie sierre,

e le vene che solcano
tutta la mia sfera.

Dato che e' la legge del sangue
che guida il mio destino.

seguo la voce,
che mi chiama al cammino.

Cara mamma, avevo in progetto
di vagabondare per 10 anni

dopo lo studio della medicina.

E dopo, se avanzava tempo, chiudermi
nella grande avventura della fisica.

Tutto cio' e' passato,
l'unica cosa chiara

e' che i 10 anni di
vagabondaggio saranno di piu'.

Ma sara' di un tipo totalmente
diverso da quello che sognai.

E quando arrivero'
in un nuovo paese,

non sara' per percorrere
strada, vedere musei e rovine.

Ma di piu', perche' cio'
comunque sempre mi interessa,

per unirmi alla lotta del popolo.

La maniera in cui i
gringo trattano l'America,

ricordati che i gringo
sono gli Yankees,

mi provoca
un'indignazione crescente.

Ma, contemporaneamente,

stavo studiando il perche' delle loro
azioni, e le valuto scientifiche.

Quando ho lasciato il ragionamento,
per qualcosa di cosi', come la fede?

Non posso dirlo,

perche' il percorso fu
abbastanza lunghetto,

e con molti indietreggiamenti.

1953, Bolivia.

Ernesto si fa una foto in quella
che oggi e' l'accademia militare.

Mai si sarebbe
immaginato che 50 anni dopo

la foto sarebbe stata
esposta in questo stesso luogo,

in una sala di museo,
dedicata alla sua guerriglia.

Si pensa che questi
siano i suoi fucili,

i suoi strumenti chirurgici,

e la sua macchina fotografica.

Seguendo la tradizione di suo padre,
Ernesto porta sempre con se' una

macchina fotografica, con
la quale realizza, inoltre,

alcuni lavori come fotoreporter
durante la sua gioventu'.

I suoi quaderni,
e la sua macchina fotografica,

sono gli strumenti
coi quali plasmera'

il suo personale sguardo
sul mondo che lo circonda.

La mia cultura medica
non cresce, e nel frattempo

assimilo altre conoscenze
molto piu' interessanti di quelle.

L'America sara' il teatro
delle mie avventure

con un ruolo molto piu' importante
di quanto potessi pensare.

Davvero, credo di essere
riuscito a comprenderla

e mi sento americano

con caratteristiche diverse da
qualsiasi altro popolo della Terra.

Arriva in Guatemale e ci
resta quasi un anno.

Mentre cerca lavori,
che mai si concretizzano,

elabora un progetto di un
libro, che non concludera'.

"La funzione del medico
in America Latina".

Qui, riunisce le sue
riflessioni sulla condotta

che dovrebbe avere
un medico rivoluzionario

che affronta ogni giorno la fame

e la miseria del Continente.

In questa tappa, mantiene sempre
la corrispondenza con la madre.

Mi sono dimenticato di parlarti di
Hilda Gadea, una esiliata peruviana

della quale il minimo che posso dire,
e' che tiene un cuore di platino.

Con Hilda Gadea
condivide viaggi e letture.

Ernesto approfondisce
anche lo studio del Marxismo.

Qui ho conosciuto dei cubani,

pero' questo te lo racconto
nella prossima.

Dopo 3 anni dalla salita al governo
del democratico Jacobo Arbenz,

un colpo di stato
organizzato dalla CIA

scalza il presidente
eletto dal popolo

"Nixon, vicepresidente USA,
insieme al dittatore Armas".

e installa al potere il dittatore
Carlos Castillo Armas.

Sua eccellenza, signor Nixon.

Ci fa piacere riceverla come ospite

nella sua visita di buon auspicio

ai paesi del Centro America.

Non parlo come capo di Stato,

ma come soldato,
nella guerra contro il comunismo.

E' la prima volta nella storia

del Mondo che un governo comunista
e' stato scalzato dal popolo.

E per questo ci congratuliamo
con Voi, e il popolo Guatemalteco

per il supporto che hanno dato.

Mi sono reso conto di
una cosa fondamentale.

Per essere un medico rivoluzionario,

o per essere rivoluzionario,

la prima cosa da
avere e' la rivoluzione.

Lo sforzo individuale
non serve a nulla.

L'affanno di sacrificare tutta
la vita nel nome degli ideali

e' inutile, se e' lo
sforzo di un singolo.

Per fare una rivoluzione

e' necessario che tutto
il popolo si mobiliti.

"Siamo come ciechi,
perche' non sappiamo leggere"

Tra pochi giorni
partiro' per il Messico.

Comunque, staro' attento per andare
alla prossima che si combatta,

Dato che combattere, si
combattera' di sicuro!

Perche' gli Yankees non possono non
difendere la democrazia in ogni posto.

Ho conosciuto i primi membri
del movimento del 26 di luglio,

alcuni erano esiliati in Guatemala,

e in seguito, mantenni
i contatti con loro in Messico.

Per primo conobbi Raul,

che in seguito mi presento' a Fidel.

Nel 1953, Fidel Castro prova a
far cadere il governo del dittatore

Fulgencio Batista.

Attaccando, con esito negativo,
una caserma dell'esercito,

la caserma Moncada.

Per questo, viene catturato
e liberato anni dopo

grazie a una amnistia politica.

Crea il movimento "26 di luglio".

Ando' in esilio, con
l'unica missione di tornare

e spodestare il dittatore.

Devo dire, che la prima
notte che abbiamo parlato,

dopo avermi esposto
tutte le sue motivazioni

per iniziare questa lotta a Cuba,

mi entusiasmai definitivamente,
con i suoi ideali e aspirazioni

e la notte stessa, alla sua proposta
di essere medico della spedizione,

accettai immediatamente.

Fidel ha un piano.

Partire dal Messico in barca,
sbarcare nelle spiagge cubane,

iniziare la guerra sulle montagne,

e trionfare con la rivoluzione.

Ernesto, chiamato dai suoi
compagni da questo momento "Che",

si concentra nei preparativi per
la rivoluzione cubana.

Allenamento fisico e militare,

nel quale eccelle, nonostante i suoi
permanenti attacchi d'asma.

Nell'ultima pagina del suo diario,
scritta prima di partire,

non fa alcun accenno
ai suoi reali piani.

E' passato molto tempo, e molti
avvenimenti nuovi sono successi.

Riportero' solo i piu' importanti.

Dal 15 febbraio del 1956,
sono padre.

Hilda Beatriz Guevara
e' la primogenita.

Sono andate male 5 offerte
di lavoro che mi hanno proposto,

e ho iniziato come cameraman
in una piccola compagnia.

I miei progressi nell'arte
cinematografica sono veloci.

I miei progetti per il futuro
sono nebbiosi,

ma spero di finire un paio
di progetti di ricerca.

Quest'anno puo' essere
importante per il mio futuro.

Ho gia' abbandonato gli ospedali.

Scrivero' in seguito
dettagliatamente.

Eravamo 82 uomini, in una nave
che ne avrebbe potuti ospitare 30.

Sono stati 7 giorni di navigazione
attraverso il Golfo del Messico

e il Mare Caraibico,

senza cibo e con la nave
in pessime condizioni.

Il trentesimo giorno,

sentimmo per radio le notizie
sulle rivolte di Santiago Di Cuba

provocate dal nostro
grande Frank Pais,

che pensava di sincronizzarle con
l'arrivo della nostra spedizione.

Il giorno seguente,
la notte del primo dicembre,

avevamo la prua in direzione Cuba.

L'asmatica navigazione, rese
interminabili le ultime ore.

Passammo altri 3 giorni

camminando per ore in una palude,
indossando stivali nuovi.

Questo provoco' ferite ai piedi di
quasi tutta la truppa,

lasciando il segno in un
esercito di inesperti,

che non avevano mai combattuto.

Sulla terra ferma, erano pochi quelli
che riuscivano a camminare ancora.

La gente, stremata, camminava a poca
distanza e chiedeva lunghe pause.

Si ordino' una pausa al
margine di un canneto.

La maggior parte di noi,
quella mattina dormi'.

"Esercito di Batista"

Alle 4 del pomeriggio,
senza preavviso,

senza alcun sospetto,
risuono' il primo colpo,

seguito da una sinfonia di piombo,
che si libro', sopra la nostra testa,

non ancora abituata al virile sport.

Volti e voci familiari, che
la paura rende estranei.

Una confezione di proiettili.

Cosa sono?
Un medico soldato?

O soldato e medico?

Questo, sono questo.

Le pallottole. Le carico.

Un colpo terribile
mi mette in ginocchio.

E l'orma rovente di una
pallottola mi accarezza il collo.

Mi hanno preso.

Moriro'.

La mia vita, i miei amori,
le mie aspirazioni.

Portero' con me sottoterra solo
l'amarezza di un canto inconcluso.

Bisogna morire con dignita'.
Come un antico guerriero.

Sprofondo l'udito
nelle mie interiora.

cercando a tentoni la ferita aperta.

Non la trovo.
Non sono grave.

Sopra gli aerei che passano,
sopra il sibilio dei proiettili,

e il dolore dei feriti,
galleggia il mio battesimo di fuoco

e di sconfitta.

Giorni amari, di sbando,
furono i successivi.

Affamati, assetati, con
la fede bruciata,

in gruppo, vagavano per la palude.

Alcuni zoppicavano e
deponevano le armi.

Grandi compagni
morivano assassinati.

Passavano i giorni e, alla fine,
si ritrovavano i dispersi.

Fidel guidava i pochi guerriglieri.

Vide, dovo nessuno
nemmeno osava sbirciare.

Vide il trionfo,
in quei giorni di sconfitta,

e la sua meravigliosa
fede nella forza del popolo

ci istigo' tutti.

Degli 82 spedizionieri
della nave Granma,

rimasero solo in 22.

Dopo vari mesi,

l'esercito di ribelli
inizia a consolidarsi.

Arrivano i primi
combattimenti vittoriosi,

ricevono i primi giornalisti,

e i primi contatti della citta'.

Fino a quel momento,
vedevamo in ogni contadino

un potenziale spione,

in ogni casa, una minaccia
per la nostra sicurezza.

Non avevamo compreso la capacita'
di lottare del contadino cubano.

Alle minacce, matrattamenti,

incendi alle case e uccisioni,

loro rispondevano appoggiandoci
con ancora piu' entusiasmo,

dandoci i loro figli per
unirsi a noi come soldati, o guide,

e il loro raccolto come contributo.

Dr. Guevara, come mai
e' qui, a lottare per Cuba?

Da tempo mi sono convinto
che tutta l'America

e' una sola, e che abbiamo
un bisogno urgente,

noi che sentiamo un desiderio di
democrazia,

di lottare in qualsiasi di
questi Paesi, per la loro liberta'.

Non ha paura che il suo intervento

possa essere interpretato
come una intromissione

negli affari interni
di un altro paese?

Penso che l'intromissione negli
affari interni di un altro paese

e' qualcosa che si deve combattere,
sempre e violentemente.

Ma se un uomo viene a Cuba a lottare

per i propri ideali, a
offrire niente piu' che la sua vita,

e la sua presenza fisica,

non lo considero in alcun modo
una intromissione.

Meno che mai nel paese di Marti',

che fu uno dei paladini

dell'unita' di tutta la nostra
America, in un tutt'uno organico.

Il Che e' l'Argentino riservato,

rigoroso, dalla
condotta inflessibile.

Un asmatico che si cura
con la forza di volonta'.

che legge libri di storia
e geografia cubana,

algebra, teatro, poesia...

Che nel mezzo della guerra

continua il suo elenco di letture,

e che, inoltre,

si distingue per la sua convinzione
e il suo coraggio nei combattimenti.

Nel mezzo del
fragore della battaglia,

ricevo una epistolica,
lontana voce.

Porta un passato,
tra le sue righe amare,

vidi il mio ritratto adolescenziale,
attraverso un vecchio prisma.

Che rigido, che elastico, e
che strano, il percorso dei ricordi.

Io sono una foglia,
soffiata dal vento,

e guardo al passato,
come a un guscio vuoto.

Mi dirigo verso
l'opposto punto cardinale.

Ma il timone che mi guida,

quello della foglia sparata
verso il futuro,

ha perso il cammino del ritorno.

La mia voce mi segue,
come un cane viziato,

e si rifiuta di lasciarmi.

Le faccio un gesto amichevole,
invitandola a seguirmi,

e nella lontananza che distorce,
sembra l'addio definitivo.

7 mesi dopo lo sbarco,

Fidel lo nomina comandante.

La dose di vanita'
che ciascuno di noi possiede

ha fatto si che mi sentissi l'uomo
piu' orgoglioso sulla Terra.

Il simbolo della mia nomina:

una piccola stella,
e un orologio da polso.

Ma come e' successo che, incorporato
come medico della spedizione,

sia potuto diventare
un capo militare?

E' un po' complicato da spiegare,

ma, Lei sa, che nello sviluppo di
un processo rivoluzionario,

si sviluppano le vocazioni
piu' nascoste dei singoli.

Piu' o meno come e' successo a me.

Poco a poco ho cambiato il mio ruolo
nell'esercito rivoluzionario,

per diventare direttamente
un combattente.

E da un certo momento si penso'

che potessi essere
piu' utile come combattente,

che come medico, e...

Dopo poco mi fu dato
il comando di una colonna.

Gia' durante il primo anno di lotte,

il Che organizza la vita negli
accampamenti, sotto il suo comando.

Fonda il primo ospedale,

la selleria,

la fonderia,

le fabbriche di armi e di tabacco.

Inaugura un'accademia militare,

alfabetizza la truppa,

e crea due mezzi di
propaganda fondamentali

per contrastare le notizie
diffuse dalla dittatura:

Il periodico "El cubano libre",

dove lui stesso scrive articoli,

e una radio, che
avrebbe fatto storia.

Qui "Radio Rebelde",

organo del movimento
rivoluzionario "26 Luglio"

e dell'esercito di ribellione,

in onda quotidianamente
dalle montagne d'oriente,

territorio libero di Cuba.

In tutti questi mesi, gia' sono 16
mesi che siamo nella Sierra Maestra,

sono venuti giornalisti
da tutte le parti.

E si sono interessati della...

dell'aspetto aneddotico, diciamo,
di questa guerriglia.

Oggi approfitto della visita
di un giornalista cubano,

per dare al popolo cubano

il pimo saluto che ho
l'opportunita' di dare,

a un popolo che ho deciso di
difendere, che conoscevo solamente

grazie alle azioni e ai pensieri

del nostro comandante, Fidel Castro.

La dittatura inizia
una feroce offensiva

contro il territorio liberato
dall'esercito di ribelli.

Dopo 2 mesi di duri combattimenti,
e aver perso piu' di 1000 uomini,

e 600 armi,

l'esercito di Batista ha
la spina dorsale spezzata.

La lotta deve continuare in pianura.

Fidel mette in pratica la
strategia finale della guerra:

attaccare l'esercito della
dittatura con 3 colonne,

per Santiago di Cuba,
Las Villas e per Pinar del Rio.

Per fare cio', fa affidamento
a 2 dei suoi migliori uomini:

Camilo Cienfuegos e il Che.

Sono giorni di cammino faticoso,
lungo territori desolati,

nei quali ci sono solo acqua e fango.

Abbiamo fame, abbiamo sete,
e appena si puo' avanzare,

perche' le gambe pesano come piombo,

e le armi hanno un peso anormale,

e io, con la mia questione
asmatica, che porto come una croce.

Guevara e la sua
colonna di 140 uomini

percorrono in 45 giorni

i 500 chilometri che
separano la Sierra Maestra

dalla zona montuosa de Las Villas.

La truppa era sempre
piu' stanca e piu' scoraggiata.

Infatti, quando la
situazione era tesa

quando ormai solo con gli insulti,
l'implorazione e il malo modo

potevo far si che la gente
esausta camminnasse ancora,

una sola visione in lontananza,
illumino' i loro volti

e infuse un nuovo
spirito alla guerriglia.

La visione era una macchia
blu verso occidente.

La macchia blu del massiccio
montuoso di Las Villas,

che i nostri uomini vedevano
per la prima volta.

Attenzione colonna 8, attenzione.
Colonna 2, Antonio Maceo...

Il tempo scarseggia
e il compito e' enorme.

Camilo fa la sua parte al nord,

seminando il terrore,
tra gli uomini della dittatura.

Ora vediamo sei sei
bravo come locutore,

oltre che come comandante.
Passo, Guevara.

Attenzione, Camilo. Qui il Che.

Ricevuto perfettamente.

Sono un grande locutore. Passo.

Il Che riesce a creare un fronte politico
unito, sotto il suo comando,

in questa zona, dove agiscono
5 diverse organizzazioni.

Le sue truppe, insieme a quelle di
Cienfuegos, liberano un territorio

di 8.000 chilometri quadrati
e quasi 500.000 abitanti.

Le nostre truppe stavano
gia' avvicinandosi a Santa Clara,

una citta' di 150.000 abitanti,

centro ferroviario e di tutte
le comuncazioni del paese.

Il 29 dicembre iniziammo
la lotta in diversi punti della citta',

che era difesa da 3200
uomini dell'esercito di Batista

e l'aiuto attivo dell'aviazione.

Per ogni ribelle,
c'erano quasi 9 soldati.

In quel periodo, conosce una
giovane combattente di Santa Clara,

Aleida March,che sara' sua futura
sposa, e madre di 4 figli.

L'esercito difendeva con
tenacia un treno blindato

che era arrivato dall'Avana e che
si trovava in un estremo della citta'.

Quel mostro di accaio, trasportava
un armamentario superiore al nostro.

Compagni di tutta Cuba:

piu' di 2 anni di lotta
armata e immisericordiosa

si sono concretizzati oggi

con la fuga del dittatore
e dei principali aguzzini.

Per quel che riguarda
la questione militare,

ho la soddisfazione di poter
informare il popolo cubano

che l'intera guarnigione
di Santa Clara si e' arresa

e si aspetta da un momento all'altro
la resa in tutta la provincia.

Dopo 4 giorni di lotta tenace

si sono arresi tutti i
punti forti del nemico

nel capoluogo di Las Villas.

Per quanto riguarda la
questione sociale,

ci dichiariamo assolutamente
favorevoli alla riforma agraria

e manteniamo la nostra posizione

riguardo al diritto alla terra
di tutti coloro che la lavorano.

Rendiamo cosi' giustizia
ai contadini,

pilone della nostra rivoluzione,
durante i 2 anni di lotta.

Raccomandiamo
al popolo di Las Villas

di contenere le
"esplosioni" di entusiasmo,

cosi' come le manifestazioni
di ira popolare,

con la certezza che
l'esercito rivoluzionario

sara' rigido nel punire
i colpevoli di crimini di guerra.

All'alba del 3 gennaio,
arrivammo a L'Avana.

Per la prima volta vedevo la citta'
di cui tanto mi avevano parlato.

Senza in bisogno di
sparare un solo colpo,

prendemmo la fortezza
militare de La Cabana,

una guarnigione che ospitava
3.000 soldati di Batista.

Ernesto Guevara, il Che,
ha solo 30 anni.

Quando ho lasciato la Sierra

disse che la prossima volta ci saremmo
visti all'Avana. Congratulazioni!

Grazie mille.

Sa se Fidel arrivera'
all'Avana, e quando?

Credo quando si sara'
normalizzata la situazione.

E arrivera' col dottor Urrutia.

Comandante, una domanda.

Quanto tempo crede ci vorra' prima
del completo disarmo dell'esercito?

L'esercito e' gia'
disarmato, e collaborera'

completamente con il Movimento.

Qui alla Cabana,c'e'
stata una consegna ordinata.

Gia' abbiamo parlato alle truppe,

e siamo nella fase di integrazione.

Oggi e' prevista a Columbia
la consegna delle armi

e in tutta la Repubblica
sono state deposte le cariche.

Quindi ora non ci
sono ostacoli di tipo militare

perche' il Presidente possa
prendere il controllo del governo.

Quali sono i suoi piani
futuri, comandante?

- Io non ho programmi.
- No?

Solo quelli che decidera'
il popolo di Cuba.

L'Avana, cosi' lontana e
vicina alla Sierra Maestra

e' ora una realta'
pulsante di asfalto

conquistato dal passo
deciso dei liberatori.

L'invasione giunge vittoriosa
lungo la strada principale.

Dalla Virgen del Camino alla
Avenida del Puerto, i coraggiosi

barbuti di tutti i fronti, vengono
a occuparsi della capitale.

Finalmente, la vittoria
e' stata conquistata.

Ma la dittatura era stata
spietata durante la guerra.

Utilizzando la tortura e
le esecuzioni piu' perverse.

Questa volta,
fortunatamente per Cuba,

la rivoluzione arrivera'
per davvero al potere.

Ne' ladri, ne' traditori,
ne' intervenzionisti .

Questa volta, si'
che e' rivoluzione!

A volte, sarei voluto
essere un soldato di Pizarro.

Ma per la mia brama di avventura,
e ansia di presenziare momenti

decisivi, non e' necessario.

Oggi, e' tutto qui,

e un ideale, per
il quale combattere,

insieme alla responsabilita',
e' un esempio da lasciare.

Dopo 6 anni,

Ernesto reincontra suo
padre, e sua madre.

Lo aspettano anni di
lavoro intenso e vertiginoso.

Dalle responsabilita'
avute nella Cabana,

diventa capo dell'industalizzazione

dell' Istituto Nazionale
delle Riforma Agraria,

presidente della Banca
Nazionale Cubana,

ministro dell'industria, capo
militare della zona occidentale,

membro della direzione del Partito
e portavoce della politica estera.

Sono anni di studi e dibattiti,

e per fondare le basi per
una societa' e un uomo nuovo

basati su coscienza e giustizia.

L'ondata di gioia,

si e' trasformata in un'ondata
di giustizia rivoluzionaria.

I responsabili di morti e torture

sono dovuti comparire
davanti ai giudici

per pagare per i loro delitti.

La mia e' una difficile posizione.

Ho la completa
responsabilita' delle condanne.

Quindi, essendo cosi' le cose,

non posso avere
contatti con queste persone.

Non conosco nessuno
degli arrestati della Cabana.

Mi limito in questo caso
solamente a esercitare

il ruolo di capo del Tribunale
Supremo della Cabana

e analizzare oggettivamente i fatti,
seguendo le stesure stenografiche.

Circa 1.500.000 di cittadini
spontaneamente si spostano

verso il palazzo presidenziale,
nella piu' grande concentrazione...

Io parto dalla base

che la giustizia rivoluzionaria
sia davvero giustizia.

Puo' avere difetti d'interpretazione,
e difetti tecnici,

ma quando si applica una pena

e' perche ritiene che la societa'
rappresentata in quel momento

sta applicando a un reo questa pena.

Il Che e' dichiarato
cittadino cubano di nascita.

Sto una meraviglia!

Io, l'unica cosa che ho

e' una vecchia
compagna da 28, anzi 29 anni,

che e' l'asma! E ci sono volte
in cui si arrabbia un po'

e la nostra relazione
e' un po' agre, ma

al momento abbiamo
una relazione magnifica!

Abbiamo iniziato, come
si doveva, da leggi piu' "timide"

ma che contribuiscono
attivamente al beneficio popolare.

Si e' abbassata la tariffa
della luce, gli affitti,

e si e' risanato il
bilancio pubblico.

I grossi monopoli stranieri
erano addirittura contenti,

gli conveniva.

Un governo rispettoso,
di prestigio popolare

che, semplicemente, migliorava un
po' le condizioni di vita della gente

e gli dava dignita'. Questo
potrebbe essere il governo perfetto.

E ora scusate,
ma arriva la riforma agraria,

e quindi le cose si complicano.

A nome del nostro Governo
Rivoluzionario, vi si consegna

il contratto di proprieta'.
del vostro pezzo di terra...

E risulto' che la riforma agraria

non solo condiziono'
i latifondisti cubani,

ma condiziono' senza pieta' anche
i latifondisti nordamericani,

e da quel giorno vennero
definiti chiaramente i territori.

Da questa parte il popolo,

dall'altra parte l'imperialismo

e tutti i suoi alleati interni.

Di li' a poco, sposa Aleida.

10 giorni dopo, viene mandato alla
sua prima missione internazionale.

Viaggia per 3 mesi per
Europa, Africa e Asia.

per firmare accordi
commerciali, tecnici e culturali.

"Gamal Abderl Nasser. Presidente
della Repubblica Araba Unita."

"Jawaharlal Nehru.
Primo Ministro indiano."

"Achmed Sukarno.
Presidente dell'Indonesia."

"Marshal Josip Broz Tito.
Presidente della Yugoslavia."

"Hiroshima, Giappone."

Le foto scattate con la sua
macchina fotografica

sono le prove visive

di una intatta sensibilita'.

A ottobre, viene assegnato a capo
del Dipartimento dell'Industria

dell'Istituto Nazionale
di Riforma Agraria.

Un mese dopo,

e' nominato Presidente
della Banca Nazionale di Cuba.

"4 maggio 1960, attacco
alla nave La Coubre."

Le aggressioni degli
USA nei confronti di Cuba

sono iniziate appena
ha trionfato la rivoluzione.

La prima fase e' stata
caratterizzata da

attacchi rivolti ai
centri di produzione cubani.

In seguito le aggressioni
sono state mirate

a paralizzare l'economia cubana.

Hanno provato a lasciare Cuba
senza il carburante necessario

al funzionamento delle industrie,
trasporto, e centrali elettriche.

Poco dopo, hanno provato a
toglierle la moneta

necessaria per il
commercio con l'estero.

Di nuovo, non
avremmo altra possibilita'

di quella con cui abbiamo
iniziato la lotta rivoluzionaria.

Quella della liberta', o della morte.

Solo che ora "liberta'"
vuol dire qualcosa in piu'.

Liberta' vuol dire Patria,

e la nostra alternativa,
sarebbe dunque Patria o morte.

E' in quel momento, che,
quasi per caso,

il fotografo cubano Alberto Korda

ferma l'immagine che in
seguito fara' il giro del Mondo.

Per quelli di noi che
vivono a sud del Rio Bravo,

ciascuna delle
patrie americane e' nostra,

e per ognuna possiamo dare la vita,

sapendo con certezza che stiamo
lottando per la nostra Patria.

Dal 1959, iniziano i suoi incontri
con dirigenti e intellettuali

da tutto il mondo. E
in particolare

con rappresentanti di
movimenti rivoluzionari.

Le idee principali che espone
sono la solidarieta' internazionale

coi paesi che lottano
per la propria liberazione,

e la necessita' di una lotta
mondiale contro l'imperialismo.

La rivoluzione cubana si sviluppa
di volta in volta, rispondendo

alle aggressioni
dei poteri imperialisti.

In questo modo a ciascuna
aggressione, si risponde con un

altro passo, una maggiore
radicalizzazione della rivoluzione.

Le ultime misure, rispetto alla
politica estera, sono state

la nazionalizzazione delle
compagnie nordamericane in 3 passi.

Primo, i pricipali e
piu' grandi zuccherifici.

Poi, in risposta a un altro attacco,
le banche nordamericane.

E per ultime, in questi giorni,
il resto delle compagnie americane.

Si sono ordinati dunque attacchi con
aerei, il bombardamento all'Avana.

Contro le aggressioni si e' risposto
con nuove leggi rivoluzionarie:

la legge sul petrolio,
la legge sulle miniere.

Se avessimo continuato cosi',
ci hanno minacciato di sospendere

la quota (garanzia minima di vendite
di zucchero verso gli USA, NdT),

abbiamo firmato un
accordo con l'Unione Sovietica,

ci hanno tagliato i crediti alle banche;

abbiamo firmato dei patti con
alcuni paesi comunisti

e con altri, come il Giappone.

Cioe', abbiamo diversificato
il nostro commercio con l'estero

aspettandoci un contrattacco.

Compagni e amici
del grande popolo cinese.

Siamo venuti qua oggi,
con molta soddisfazione,

per compiere un accordo
ufficiale del nostro governo,

e per compiere anche un dovere
di amicizia del nostro popolo.

"Mao Tse Tung. Presidente
della Repubblica Popolare Cinese."

Sapete che aerei da
bombardamento nemici,

armati con mitragliatrici 50,

con razzi e bombe leggere
(un tipo di bomba nucleare, NdT),

hanno mitragliato e bombardato
l'aeroporto di Santiago,

la base di San Antonio e
la base di Ciudad Libertad.

I nuovi fascisti, i nuovi
nazi del mondo

scatenano un'altra volta
aggressioni contro paesi indifesi

e cercano, nella
conquista e nella distruzione,

la soluzione ai problemi politici.

E oggi aerei che non possono
partire, se non da basi nordamericane,

perche' il loro raggio d'azione non
sarebbe altrimenti abbastanza ampio,

vengono a bombardarci.

Questa e' la forma in cui parlano
e agiscono i nazi di oggigiorno.

Il Che continua a lavorare
nel nuovo Ministerio dell'Industria

con un obiettivo:

gettare le basi per
l'industrializzazione del Paese.

Un'industralizzazione
che deve formarsi

con l'unione delle forze del popolo.

Il Ministero dell'Industria
di Cuba e' stato fondato

tenedo in considerazione la
"freschezza" delle nostre istituzioni

e i repentini cambiamenti
del panorama.

Quindi, non e' assolutamente
rigido ne' schematico,

perche' ci stiamo costantemente
adattando alle necessita'

imposte dal nostro difficile
obiettivo: l'industralizzazione.

Se lei pensa che Cuba riceveva

tutti i vecchi macchinari
degli Stati Uniti,

quando i capitalisti li inviavano
qui per continuare a guadagnare,

e molti prodotti hanno
una produzione altalenante,

puo' farsi un'idea di
quanto sia stato

incredibile lo sforzo fatto
per superare questa condizione.

Abbiamo avuto lunghi incontri
con l'Unione Sovietica,

in cui ci hanno proposto un prezzo
speciale per il nostro zucchero.

Questa e' la dimostrazione effettiva,
del fatto che le relazioni socialiste

sono fatte su delle basi
completamente diverse.

Il prezzo pagato dall'Unione
Sovietica per il nostro zucchero

ci permette di importare
i macchinari sufficienti a

sviluppare l'industria, e diventare
un paese industriale-agrario,

e non un semplice paese
esportatore di materie prime.

Gli Usa organizzano la
prima invasione terrestre.

"17 aprile 61, Playa Giron.
Sbarco della Baia dei Porci."

1.500 mercenari sbarcano
sulle spiaggie cubane.

Tutti sapevano che erano stati gli
USA ad aver organizzato l'invasione,

e che avevano preparato i mercenari,
loro stessi l'avevano detto.

Che erano quelli che avevano
portato i mercenari sulle spiagge.

Tutti lo sapevano, e quando
usci' la notizia,

tutti si resero conto del disastro
provocato dall'imperialismo.

"Annichilata l'invasione."

"Arresi tutti gli
invasori capitolati"

Playa Giron e' un simbolo per
tutti i popoli oppressi.

Playa Giron e' la prima sconfitta
dell'imperialismo in America Latina,

ma e' anche una delle prime
sconfitte dell'imperialismo

a livello mondiale.

Siamo giunti cosi' all'anno 1961,

in cui non siamo, neppure
lontanamente, soli.

E avanziamo velocemente,
come sapete,

per poter dichiarare il primo maggio
questa rivoluzione

come la prima rivoluzione
socialista d'America.

Nella casa dove ha vissuto Ernesto
Guevara Lynch, il padre del Che,

una pellicola 8 millimetri,
sconosciuta e inedita fino a oggi,

conserva ancora i momenti in cui il
Che si riunisce per l'ultima volta

coi suoi genitori, i suoi
fratelli, e sua zia Beatriz.

Se tradurre vi appassiona
e diverte, venite a tradurre con noi.

[SRT project]
www.phoenix.forumgalaxy.com

Il CIES (Consiglio Interno Americano
di Economia e Finanza, NdT)

e' un'agenzia dell'Organizzazione
degli Stati Americani che si occupa

delle questioni
economiche americane.

La conferenza del Ministro
dell'Economia era prefitta

a stabilire una Alleanza per
il Progresso, annunciata da Kennedy,

e naturalmente a incatenare di
piu' i Paesi Latinoamericani

alle organizzazioni
finanziarie di Wall Street,

a isolare Cuba e, se possibile,

a organizzare l'attacco
armato intestino, contro Cuba.

Ha la parola il delegato di Cuba.

Condividiamo un'unica cosa
della relazione

degli esperti, nel punto 5.

Un'unica frase definisce
la situazione attuale.

"Una nuova era inizia, per le
relazioni tra i popoli d'America", dice.

Ed e' vero.

Solo che questa nuova era
comincia sotto il segno di Cuba,

territorio libero d'America.
E questa conferenza,

e il trattamento speciale che hanno
ricevuto le delegazioni

e i crediti approvati, hanno tutti
l'intestazione di Cuba

che piaccia o no ai beneficiari.

Gli esperti suggeriscono

sostituzione di inefficienti
latifondi e minifondi

con fattorie ben equipaggiate.

Noi chiediamo,

volete fare una riforma agraria?

Prendete la terra di chi ne ha tanta

e datela a chi non ne ha.

Si fanno cosi' le riforme agrarie.

Il resto sono parole al vento.

Non possiamo fare a
meno di dare l'esempio,

come temono gli Stati Uniti.

Perche' l'esempio e'
qualcosa di spirituale,

che supera i confini.

E quello che affermiamo qui,
a questa conferenza e ai popoli,

e' che se non si prendono misure
urgenti di prevenzione sociale,

l'esempio dato da Cuba si',
verra' seguito dagli altri popoli!

In America, Asia e Africa,

i 3 continenti oppressi,

sono nate nuove
guerre di liberazione.

In Angola e nella Guinea Portoghese

si lotta direttamente con guerriglia.

E nel nostro continente, al momento,

la forza del popolo sta dimostrando

l'impotenza degli eserciti
nel liquidare

le aspirazioni dei
popoli alla loro liberta'.

Nel cuore dell'Africa, in Congo,
un giovane dirigente indipendentista,

Patrice Lumumba,
diventa Primo Ministro,

interrompendo anni di
potere colonialista belga.

Il comunismo lo creano i popoli,

che, per tanto, lo fanno a
loro immagine e somiglianza.

Le particolarita' della nostra
struttura etnica, sociale, culturale,

si trasferiscono nel nostro modo di
fare e costruire la nuova societa'.

E i giovani brigadisti, rispondendo
alla chiamata della rivoluzione,

hanno invaso ogni angolo del paese.

Cosi', dopo qualche mese di
una dura battaglia,

abbiamo potuto annunciare
una nuova situazione in America.

poiche' Cuba era ora un territorio
libero dall'analfabetizzazione.

L'utopia che sognavano i filosofi
del secolo scorso

sta per divenire realta'.

Ci troviamo ora nella fase di
costruzione della societa' socialista.

Una societa' che deve
caratterizzarsi dall'annullamento

dello sfruttamento dell'uomo
da parte di altri uomini,

da una distribuzione il
piu' equa possibile

dei profitti della Nazione,

e da una produzione
in costante aumento,

che possa essere
restituita al nostro popolo.

E insieme costruiremo
la nuova vita.

Insieme, perche' siamo insieme,

noi qui a Cuba,

l'Unione Sovietica o la Repubblica
Popolare Cinese laggiu',

e in Vietnam, lottando nel
sudest asiatico.

Ultimamente e' aumentata
l'aggressivita' imperialista.

Ma perche' non pensare,
che avranno le loro ragioni?

Il 30 agosto del 1962

il Che si riunisce nell'Unione
Sovietica con Nikita Khrushchev

nella sua casa di campagna in Crimea.

La riunione, ha una sezione segreta:

la firma di un accordo militare,
iniziato da Raul Castro,

un mese prima.

Un trattato di cooperazione militare

per la difesa del territorio dell'Isola,
in caso di aggressione.

Questo, prevede l'istallazione
a Cuba di missili nucleari.

Il mondo e' sull'orlo della
guerra nucleare.

Dalla scorsa settimana

ci sono evidenze inconfutabili

che una serie di missili offensivi

saranno disposti sull'Isola.

La tensione diminuisce quando
Khrushchev, alle spalle di Cuba,

"Giu' le mani da Cuba!"

offre a Kennedy di ritirare i
missili dall'Isola,

se gli USA ritirano i
propri dalla Turchia.

Il conflitto mondiale
e' stato sventato,

ma la tensione sarebbe continuata
ancora per molti anni.

Dal principio, il Che appoggia
i movimenti

rivoluzionari in America Latina.

Appoggia personalmente
l'operazione "Sombra",

una base guerrigliera nel
nord dell'Argentina

guidata dal "Comandante Secondo",
il giornalista Jorge Masetti,

che lo intervisto' durante i primi
mesi nella Sierra Maestra,

e che fondo' l'agenzia di
notizie "Prensa Latina".

Il piccolo gruppo di
argentini e cubani

entra dalla Bolivia, alla
giungla di Salta nel 1963.

Pochi mesi dopo, il nuovo
"Ejercito Guerrillero del Pueblo"

sara' sconfitto, e i suoi uomini
catturati o uccisi.

Il corpo di Masetti non
sara' mai incontrato.

Questi fatti, convincono
ancor piu' il Che

che la sua diretta
partecipazione e' necessaria

per iniziare la rivoluzione
continentale, in America Latina.

Come ministro dell'Industria,

deve affrontare ogni giorno
le difficolta' e mancanze

dello sviluppo della
rivoluzione Cubana.

Promuove il dibattito e la
critica continua,

e sostiene per anni,
con vari suoi collaboratori,

uno studio sistematico de
"Il Capitale" di Marx.

In questo modo inizia per
la prima volta in America Latina,

lo sviluppo di una teoria economica

basata a partire da
pratiche concrete.

Abbiamo copiato meccanicamente
le esperienze dei Paesi fratelli

e questo e' stato un errore...

Non dei piu' gravi, ma
comunque un errore,

che ha bloccato lo sviluppo
e contribuito pericolosamente

a un fenomeno che
dobbiamo combattere

con il vigore della
rivoluzione socialista:

il burocratismo.

Crediamo che il burocratismo esista,

noi l'abbiamo individuato come una
certa mancanza di "motore interno"

di alcuni funzionari.

Cioe', gli manca sentire dentro
di loro, di cosa tratta il problema,

una certa paura delle
conseguenze degli errori,

che li obbliga a nascondersi dietro un
foglio, ne hanno sempre uno davanti.

Anche negli USA succede, non solo
nei paesi comunisti.

Ci sono un sacco di scartoffie anche
negli uffici pubblici statunitensi.

E inoltre, anche un
problema di ignoranza.

Quindi stiamo studiando,
nei dettagli,

queste cause, per vedere
come poter eliminarle.

Oggi, nella nostra Cuba,

il lavoro assume, sempre di
piu', un nuovo significato.

E' il fattore che sviluppa la
coscienza dei lavoratori

piu' che a chiunque altro.

E ancor piu' quando
questi lavoratori

esercitano il loro lavoro
in posti non usuali per loro.

Si trasforma quindi in un mezzo

di congiunzione e comprensione tra i
lavoratori amministrativi e manuali

per preparare una nuova
tappa della societa'

dove non esisteranno
le classi sociali,

e percio' non ci potranno
essere differenze

tra lavoratori manuali
o intellettuali,

tra operai e contadini.

Per questo noi cerchiamo
di essere coerenti,

al principio che i dirigenti
devono dare l'esempio.

# Lo faremo io e te. #

# Lo faremo noi. #

# Prendiamo l'argilla, #

# per l'uomo nuovo. #

# Il suo sangue verra' #

# da tutto il sangue #

# cancellando la storia
della paura e della fame. #

# Per braccio, un fucile. #

# Per luce, lo sguardo. #

# E accanto all'idea,
si affaccia una pallottola. #

# E al posto dell'amore #

# un grido nascosto #

# gia' le orecchie coglieranno #

# Il suo grido sara' #

# di guerra e vittoria #

# come un frastuono
che annuncia la gloria. #

# E per cuore #

# a quest'uomo daremo #

# quello del guerrigliero,
che tutti conosciamo. #

# Lo faremo io e te. #

# Per braccio, un fucile. #

# Lo faremo noi. #

# Per luce, lo sguardo. #

# Prendiamo l'argilla. #

# Albeggia. #

Nel 1964, il Che comincia a pensare

che sia ora di continuare il suo
cammino per l' America Latina.

Pianifica un'avanzata in
Bolivia, e percio'

invia ad infiltrarsi tra gli alti
ranghi del governo Tania,

una rivoluzionaria di origini
argentine e tedesche.

Comunque, dovra' aspettare
ancora qualche anno

prima di tornare
definitivamente nel Continente.

Tutto questo avviene
mentre Cuba

e' sempre piu' aggredita.

Ovviamente c'e' il
"blocco imperialista".

E continuera' ad esserci,
ancora per un po' di tempo,

Finche' non si stancheranno, o
finche' non succedera' qualcosa.

Non importa se ogni giorno
l'imperialismo

e' sempre piu' aggressivo.

I popoli che hanno deciso di
combattere per la loro liberta'

e di mantenere la
liberta' ottenuta,

non possono lasciarsi intimidire.

Gli americani si sbagliano,
se credono che bombardando il nord

"Ho Chi Minh. Presidente della
Repubblica Democratica del Vietnam"

vinceranno la guerra nel sud.

Mai, mai, vinceranno questa guerra.

Mai, mai, ci arrenderemo.

Perche' la nostra e' una
guerra patriottica

perche' e' una guerra giusta.

Continueremo a lottare

per 5, 10, 20 anni o piu'.

E vinceremo.

La' in Vietnam

si stanno allenando le forze
che un giorno verranno a reprimere

i nostri guerriglieri,

nostri, di tutto il
continente americano.

Laggiu' si stanno provando
tutte le nuove armi di sterminio

e tutte le tecniche piu' moderne

per lottare contro
la liberta' dei popoli.

In questo momento,
il Vietnam del Sud,

e' il grande laboratorio
dell'imperialismo Yankee

per preparare tutti
i loro equipaggiamenti

per un conflitto, se possibile,
forse ancora piu' importante

che avra' luogo

nel retro dei
loro possedimenti coloniali

in tutto il continente americano.

Comunque,

la presenza attiva delle
forze di liberazione del Vietnam,

le loro vittorie costanti,

il loro avanzamento costante verso
le zone meglio difese dal nemico,

sono un esempio che tutti
i popoli dovrebbero prendere.

E se osserviamo per un momento
la cartina del Vietnam,

piccolo com'e',

e osserviamo poi

i 20 milioni di
chilometri quadrati

della nostra immensa America,

sapremo, con ancora
piu' certezza,

che la lotta si puo' fare.

Quando ci riuniamo

per salutare il popolo vietnamita,

stiamo stringendo
tra le nostre braccia.

fratelli che, in una remota
regione del mondo,

stanno lottando per
la nostra sicurezza,

e stanno lottando per tutti
i desideri comuni

che condividono tutti i popoli

dei 3 continenti oppressi
in questo momento:

Asia, Africa e la nostra America.

Viva il popolo del Vietnam del Sud!

Viva il suo esercito rivoluzionario!

Viva l'internazionalismo proletario!

Morte all'imperialismo!

Patria o morte!

E' la nostra lotta

quella che ci permette oggi
di poter godere della pace costruttiva.

Ed e' la nostra aspirazione, la pace,

massima, la pace completa,

la pace di tutti i popoli
che abbiano abbandonato

il sistema dello sfruttamento

e sono passati a un livello
superiore di societa'.

Ma se qualcuno si oppone,
a che la realta' di Cuba

si possa riprodurre
in altri popoli sulla Terra,

allora e' lecito lasciare
per un momento la pace

per conquistarla, con le armi.

Cari genitori, ancora una volta
tra le mie gambe sento

il costato di Ronzinante
(il cavallo di Don Chisciotte, NdT ).

Mi rimetto in marcia, con
lo scudo al braccio.

Non e' cambiato nulla in sostanza,

tranne che ora sono molto
piu' consapevole.

Il mio Marxismo si
e' radicato e depurato.

Credo nella lotta armata
come unica soluzione

per i popoli che lottano
per la loro liberta'.

E mi assumo le responsabilita'
di cio' in cui credo.

Molti mi chiameranno
avventuriere, e lo sono,

solo che di un tipo diverso,

di quelli che rischiano la vita
per dimostrare le loro verita'.

Vi ho voluto tanto bene,

Solo, non ho saputo
manifestare il mio affetto.

Sono estremamente
rigido nelle mie azioni,

e credo che a volte non mi
abbiate compreso.

Non era facile comprendermi.

Ora, una forza di volonta' che ho
ripulito con diletto da artista,

sosterra' 2 gambe flacide
e 2 polmoni stanchi.

Lo faro'.

Ricordatevi di questo piccolo
condottiero del ventesimo secolo.

Un grande abbraccio dal vostro
ostinato figliol prodigo,

Ernesto.

E cosa sta succedendo in Africa?

"Patrice Lumumba. Primo ministro della
Repubblica Democratica del Congo."

In Africa, dove solo
un paio d'anni fa

fu assassinato e squartato

il Primo Ministro del Congo.

Dove si stabilirono i
monopoli nordamericani

e inizio' la lotta
per possedere il Congo.

Perche'? Perche' li' c'e' il rame,

perche' li' ci sono
minerali radioattivi,

perche' il Congo racchiude
risorse strategiche straordinarie.

Questo ci indica 2 cose.

La prima, la bestialita'
dell'imperialismo.

Bestialita', che non possiede
delle frontiere stabilite,

ne' appartiene ad
un determinato paese.

Bestie furono le orde di Hitler,

come bestie sono gli
statunitensi oggi,

come bestie sono i
paracadutisti belga,

come bestie furono gli
imperialisti francesi in Algeria.

Perche' la natura dell'imperialismo,
converte l'uomo in bestie.

Quella che li converte in
fiere affamate di sangue

che sono disposte a sgozzare

assassinare e distruggere, fino
all'ultimo rivoluzionario,

o seguace di una politica, che
sia caduto nelle sue mani,

o che lotti per la sua liberta'.

E la statua che ricorda Lumumba,

oggi distrutta,
ma domani ricostruita,

ci ricorda che non ci si
puo' fidare dell'imperialismo...

Ma nemmeno un pochettino!
Per niente!

Nel dicembre del 1964,

effettua il suo ultimo viaggio da
rappresentante della rivoluzione.

Sara' un viaggio di 3 mesi,
con inizio a New York,

e che lo condurra' in diverse citta'
dell'Africa e dell'Europa.

Un viaggio nel quale scrive uno
dei suoi testi fondamentali

e nel quale tiene 2 dei suoi
discorsi piu' palpitanti.

Ora si', la storia dovra' tenere in
considerazione i poveri d'America,

gli sfruttati e disprezzati
dell'America Latina,

che hanno deciso di iniziare a
scriversi da soli la loro storia.

E quest'onda di rancore,
di reclamo di giustizia,

di diritti calpestati,

che si inizia a alzare tra
le terre dell'America Latina,

quest'onda, ormai
non si fermera' piu'.

Quest'onda crescera'
ogni giorno di piu',

perche' quest'onda la compone
la maggioranza,

secondo ogni punto di vista:

quelli che con il loro lavoro
generano la ricchezza,

creano il valore, fanno
girare la ruota della storia.

E che ora si stanno svegliando dal
lungo sonno ammaliante

al quale sono stati sottomessi.

Perche' questa grande umanita'
ha detto basta,

e ha iniziato a muoversi.

E la sua grande
marcia non si fermera'

finche' non si conquistera'
la vera indipendenza,

per la quale, gia' piu' di una volta,
ci sono stati morti, inutilmente.

Ora, comunque, quelli che moriranno

moriranno come i cubani
della Baia dei Porci.

Moriranno per la loro unica, vera,
irrinunciabile indipendenza.

Alla fine del suo
percorso internazionale

pronuncia un commovente discorso:
il discorso di Algeri.

Qui, chiede alle superpotenze
socialiste un impegno maggiore

e appoggio incondizionato per i
movimenti di liberazione

dei paesi del Terzo Mondo.

Prima di tornare all'Isola

invia al settimanale
uruguaiano Marcha

un testo scritto e corretto
nel suo lungo percorso africano.

"Il socialismo e l'uomo a Cuba."

Dobbiamo creare
l'uomo del XXI secolo.

Il presente e' di
lotta, il futuro e' nostro.

Nasce una nuova generazione.

In una vera rivoluzione,
di quelle che gli si da' tutto,

e dalla quale non ci si
aspetta alcun ritorno materiale,

il compito del
rivoluzionario di avanguardia

e' allo stesso tempo
magnifico e angoscioso.

Il vero rivoluzionario e' guidato
da un grande sentimento d'amore.

E' impossibile pensare a un vero
rivoluzionario, senza questa qualita'.

Forse e' uno dei grandi
drammi dei dirigenti,

che devono unire allo spirito
passionale, una mente fredda

e prendere decisioni dolorose,
senza che si contragga un muscolo.

Il rivoluzionario d'avanguardia deve
idealizzare questo amore

per i popoli, alle cause piu' sacre,
e farlo unico, indivisibile.

In queste condizioni, bisogna
avere una gran dose di umanita',

una gran dose di senso della
giustizia e di verita'

per non ricadere in
estremismi assoluti.

Tutti i giorni bisogna lottare, in
modo che questo amore per l'umanita'

si trasformi in fatti concreti,
in atti che servano come esempio

e pel la mobilitazione.

La rivoluzione si fa con l'uomo,

ma l'uomo deve forgiare giorno dopo
giorno lo spirito rivoluzionario.

Il cammino e' lungo e,
in parte, sconosciuto.

Conosciamo i nostri limiti.

Renderemo l'uomo del XXI secolo
noi stessi.

Questa pellicola, girata da
un cameraman cubano,

registra le ultime
immagini del Che vivo.

E' il suo arrivo all'Avana,
dopo il lungo viaggio,

Il 15 marzo del 1965.

Un arrivo, che sa di addio.

dato che dopo pochi
giorni lascera' Cuba.

Ai suoi conoscenti dira' che
sta andando a tagliare canne.

Solo i piu' intimi sanno la verita'.

Scrive una lettera a Fidel,

una ai suoi figli,
e una ai suoi genitori.

A sua moglie Aleida le lascia
la "sua cosa piu' intima":

una selezione di poesie
registrate con la sua voce

nella solitudine della notte.

Tra le quali recita
Martinez Villena,

Cesar Vallejo e Pablo Neruda.

Amo l'amore che si suddivide

in baci, letto e pane.

Amore che puo' essere eterno

e puo' esser fugace.

Amore che vuol liberarsi

per tornare ad amare.

Amore divinizzato che si avvicina,

Amore divinizzato che se ne va.

I tuoi occhi non
affascineranno piu' i miei,

il mio dolore non si
addolcira', accanto a te.

Ma ovunque vada,
portero' il tuo sguardo,

e dove io cammini,
porterai il mio dolore.

Sono stato tuo. Sei stata mia.
Che altro?

Insieme abbiamo fatto un'insenatura
lungo il percorso dove passa l'amore.

Sono stato tuo, sei stata mia.

Sarai di colui che ti amera',

chi raccogliera' dal tuo orto,
cio' che ho seminato io.

Dopo l'agrodolce via vai degli addii,

rimaneva l'ultimo scalone:
il viaggio clandestino.

Lasciavo dietro di me,
quasi 11 anni di lavoro

per la rivoluzione cubana,
accanto a Fidel,

una casa felice, per quanto
possa chiamarsi casa

il rifugio di un rivoluzionario
dedito al suo compito,

e un mucchio di figli, che
a malapena sapevano del mio affetto.

Il primo aprile, parte con
destinazione Africa.

Non come il Che, ma come un borghese
di nome Ramon Benitez.

Insieme a lui viaggeranno, divisi in
gruppi, seguendo diversi itinerari

e in diversi momenti,
circa 130 cubani.

Il Che definisce questo momento come
"la storia di un fallimento".

La sua missione consiste nel
consegnare armi e dare appoggio

e istruzioni militari ai
gruppi ribelli lumumbisti

che combattono in Congo
contro le truppe del governo

sostenute da mercenari bianchi.

Saranno mesi di
incertezze e angoscia,

di malattie, di tentativi
di formare delle truppe

che per ragioni tribali,
di lotte intestine,

e mancanza totale di
predisposizione al combattimento,

non si riescono mai a organizzare.

Riceve anche una delle
notizie piu' tristi della sua vita:

la morte di sua madre.

Me l'ha detto come si dovrebbero
dire queste cose a un uomo forte.

Non mostro' dolore
o preoccupazione,

e ho provato a non mostrare
ne' l'uno, ne' l'altro.

Fu cosi' semplice!

L'avevano chiamato,
dicendogli che era grave.

"Grave da poter morire?" chiesi.
"Si'".

Potevo solo aspettare.

Avuta la notizia ufficiale,
avrei deciso se avevo il diritto o no

di mostrare la mia tristezza.
Mi convinsi di no.

Il sole mattutino picchiava
duro, dopo la pioggia.

Non c'era nulla di strano.

Dicevano che il 20 di maggio
smetteva di piovere, fino a ottobre.

Dicevano. Ma dicono tante
cose che non sono vere.

La natura segue il calendario?

Non mi importava se la
natura segue il calendario o no.

In generale, potevo dire che non
mi importava niente di niente.

Ne' questa inattivita' forzata, ne'
questa guerra senza obiettivi.

Beh, non senza obiettivi.

Solo che cosi' vaghi, cosi' "diluiti",
che sembravano irraggiungibili,

come un inferno surrealista,
dove l'eterno castigo era il tedio.

E inoltre, mi importava.
Certo che mi importava.

Volevo fumare, e ho
tirato fuori la pipa.

Come sempre, ce l'avevo in tasca.

Nei percorsi del fumo, si puo'
colmare qualsiasi distanza.

E' importante quando
sogni di posti lontani,

verso un futuro il cui
unico percorso e' il fumo,

o un passato tanto lontano, che
bisogna usare lo stesso sentiero.

La garza me l'ha data lei, in caso
mi avessero ferito a un braccio.

Sarebbe un fazzoletto d'amore.

La cosa difficile, sarebbe usarlo
se mi rompevano la zucca.

In realta', c'era una
soluzione semplice.

Che me lo mettessi in testa,
per reggermi la mascella,

e me lo portassi nella tomba.

Lealta' fino alla morte.

Se fossi rimasto appeso su per un
monte, o mi catturavano gli altri,

non avrei avuto la garza.

Mi decomporrei tra l'erba,
o mi esporrebbero

e forse uscirei sul Life con
uno sguardo agonizzante e disperato

fisso, nell'istante
della paura suprema.

Perche' se ne ha di
paura, perche' negarlo?

Attraverso il fumo, ho
ripercorso i miei vecchi cammini

e raggiunto gli angoli
piu' intimi delle mie paure,

sempre legate alla morte.

Ho portato solo 2 piccoli
ricordi con me in battaglia.

La garza di mia moglie, e il porta
chiavi con la pietra di mia madre.

Non si piange perche' non si deve,
o perche' non si puo'?

Davvero, non lo so.

So solo che ho un bisogno fisico

che appaia mia madre e di appoggiare
la testa sulle sue cosce magre,

e che mi dica "mi viejo" con
una tenerezza asciutta e piena.

Poco dopo la partenza, iniziano a
circolare voci, a causa della stampa

e dei servizi segreti
internazionali.

Dicono che sta combattendo a
Santo Domingo, in Vietnam,

che e' ricoverato in una
clinica psichiatrica,

che ha discusso con Fidel
e che se ne e' andato.

6 mesi dopo, nell'ottobre del 1965

Fidel legge pubblicamente
la lettera di addio

che gli ha lasciato il Che,
prima di partire.

Avana. Anno dell'agricoltura.

Fidel,

in questo momento mi
vengono alla mente molte cose,

quando mi hai chiesto di unirmi a te,

di tutta la tensione
dei preparativi.

Un giorno passarono a chiedere,

chi si sarebbe dovuto
avvisare in caso di morte

e la reale possibilita' che
potesse succedere, ci colpi' tutti.

Sento di aver compiuto
la parte del mio dovere

che mi legava alla rivoluzione
cubana nel suo territorio,

e do' l'addio a te,
ai compagni, al tuo popolo,

che e' anche mio.

Rinuncio formalmente ai miei
incarichi alla direzione del Partito

del mio posto da ministro,
del mio grado di comandante,

e della mia cittadinanza cubana.

Non c'e' niente di legale
che mi lega a Cuba.

Solo vincoli di altro tipo, che
non si possono rompere,

come le nomine.

Altre terre di questo mondo

richiedono l'aiuto
dei miei modesti sforzi.

Lottare contro l'imperialismo,

dovunque sia, questo conforta

e cura qualsiasi ferita.

Se arrivasse la mia
ora sotto altri cieli,

il mio ultimo pensiero sara' a
questo popolo e a te in particolare.

Dovunque sia, sentiro'
la responsabilita'

di essere un rivoluzionario cubano,
e da tale mi comportero'.

Non lascio ai miei figli e a mia
moglie nulla di materiale;

e non mi affliggo. Sono contento
sia cosi', non chiedo nulla per loro

perche' lo stato gli dara'
il sufficiente per vivere

e avere un'educazione.

Le parole non possono
esprimere quello che vorrei,

e non vale la pena sprecare carta.

Fino alla vittoria, sempre.
Patria o morte.

Dal lontano Congo, il Che ascolta la
lettura della sua lettera.

Si sorprende quando, sul finire,
Fidel legge:

"Fino alla vittoria, sempre."

Lui ha scritto: "Fino alla vittoria.
Sempre, Patria o morte."

Piu' tardi, quando ritrova
una copia della lettera,

si accorge che manca un punto,
e che la sua

"s" maiuscola puo' essere
letta come minuscola.

Comunque, da quel momento la frase
"Fino alla vittoria sempre",

sarebbe stata asscociata alla sua
immagine e alla sua lotta.

Verso fine novembre del 1965

la situazione politica e
militare e' insostenibile.

Il gruppo cubano deve rititarsi.

L'idea di sgombrare e andarcene,
come eravamo venuti,

mi addolorava profondamente.

Non osai chiedere il sacrificio massimo

nel momento decisivo.

In realta' l'idea di restare
mi girava per la testa

fino alle ultime ore della notte, e
forse non ho mai preso la decisione,

ma sono stato un fuggitivo in piu'.

Sul ponte della lancia che si
allontana dalla selva congolese

il Che subisce una nuova
trasformazione fisica.

Durante queste ultime ore in Congo,

mi sono sentito solo, come mai prima.

ne' a Cuba, ne' in nessun
posto dove ho peregrinato.

Potrei dire:

"Mai come oggi, son tornato con tutto
il mio cammino, a vedermi solo".

(Cit. la poesia "Piedra negra sobre una
piedra blanca" di Cesar Vallejo, NdT)

Arriveranno momenti di
clandestinita', lettura, riflessione

e di scrittura in solitudine.

Non riesco a scrivere.

O sono i dettagli tecnici
che non interessano,

o i ricordi della vita che ci
mettera' del tempo prima di tornare.

Perche' sono un miscuglio,
tra avventuriero e borghese

con un'incredibile voglia di casa,

pero' con l'ansia di
realizzare quanto sognato.

Nella mia grotta burocratica sognavo
di fare quello che poi avrei fatto

E ora, e nel resto del cammino,

sognero' di te e dei ragazzi che
stanno inesorabilmente crescendo.

Chiuso nel piano superiore
dell'ambasciata cubana in Tanzania,

scrive le memorie
dell'esperienza appena trascorsa

sotto forma di un nuovo libro.

"Passaggi della guerra
rivoluzionaria: il Congo".

Ho imparato in Congo;

ci sono errori che non rifaro'.

Forse qualcuno lo rifaro',
o ne commettero' di altri, nuovi.

Ne sono uscito con ancora
piu' fede dalla lotta guerrigliera,

ma abbiamo capitolato.

La mia responsabilita' e' grande.

Non mi dimentichero' della sconfitta,
ne' dei suoi preziosi insegnamenti.

Aleida March lo incontra ancora.

Nella loro intimita', parlano
della sua prossima meta.

Sa con certezza che sara'
l'America Latina.

Ma ancora non sa quando, ne' in che
modo tornera' nel Continente.

Dalla Tanzania,

viaggia a Praga.

Mentre pianifica il suo futuro,

comincia ad abbozzare un libro,
che restera' incompiuto.

E' una critica al Manuale di Economia
Politica dell'Unione Sovietica.

Sa che causera' polemiche.

Intitola il prologo:
"Necessita' di questo libro".

Dall'apparizione de "Il Capitale",

i rivoluzionari di tutto il
mondo hanno avuto un monumento

teorico che chiarificava il
meccanismo del sistema capitalista.

Le agitazioni sociali e i conflitti
provocati dalla ripartizione

del Mondo tra
le nazioni imperialiste,

provocarono la Prima Guerra Mondiale,
e la Rivoluzione di Ottobre.

L'enorme quantita' di scritti
che lascio' Lenin alla sua morte,

furono un complemento fondamentale,
all'opera dei fondatori.

Nei suoi ultimi anni, Stalin
ordino' la redazione di un manuale

che fosse accessibile
alle masse

e che trattasse temi di economia
politica, fino ai nostri giorni.

Quando iniziammo uno studio
critico del manuale,

incontrammo una tale
quantita' di concetti

in disaccordo con la
nostra visione,

che decidemmo iniziare
questa impresa

con il maggior rigore scientifico
possibile, e con massima onesta'.

Qualita' imprescinibile, quest'ultima,
perche' lo studio sereno della

teoria marxista, e dei
recenti avvenimenti

ci collocano nella posizione
di critica verso l'Unione Sovietica.

Al dogmatismo intransigente
dell'epoca di Stalin

ha fatto seguito un
pragmatismo inconsistente.

Nel corso della nostra
investigazione teorica,

siamo giunti a individuare un
colpevole, con nome e cognome.

Vladimir Illich Lenin.

Tale e' il mostro affronto!

Ma chi avra' la pazienza di arrivare
agli ultimi capitoli di quest'opera

potra' apprezzare il rispetto
e l'ammirazione

che proviamo nei confronti
di questo "colpevole".

La nostra tesi, e' che i cambi
prodotti dalla nuova economia politica

si sono radicati cosi' a fondo
nella vita dell'Unione Sovietica,

che hanno marcato con il
loro segno, tutto questo periodo.

E i suoi risultati sono scoraggianti.

Si sta tornando al capitalismo.

"Caduta del muro di Berlino.
Germania, 1989"

Lascia Praga per cominciare una
nuova tappa, di allenamento

e trasformazione fisica, a Cuba.

E' un breve periodo clandestino,

nel quale vede per l'ultima
volta Aleida e i loro figli.

I bambini non lo riconoscono.

Ma accettano il suo affetto.

Gli hanno detto che
e' un amico del padre.

Il suo prossimo obiettivo
ora e' preciso

ed e' riportato nel suo
ultimo testo pubblico:

il messaggio al "Tricontinente".

L'obiettivo e' creare
2, 3, molti Vietnam.

Bolivia sara' la sua nuova base

per iniziare la lotta in
America Latina.

Il 3 novembre del 1966,
arriva a La Paz

per prendere il comando di
quello che in seguito sara'

l'Esercito di Liberazione Nazionale.

Nella sua stanza
dell'albergo Copacabana,

lascia una testimonianza del suo
passaggio, con un ultimo autoritratto.

Tiene contatti minimi con
la rete clandestina urbana,

e pochi giorni dopo, insieme
a 3 compagni cubani e un boliviano,

parte per Nancahuazu',

il luogo eletto per diventare
il nuovo Vietnam in America.

12 novembre. I capelli mi
stanno crescendo, anche se radi.

E i capelli bianchi stanno diventando
biondi, e iniziano a sparire.

Mi cresce la barba.

In un paio di mesi,
saro' di nuovo io.

Inizia ad allenarsi, insieme
al suo piccolo esercito,

che in quel momento
e' formato da 24 uomini.

Tra questi, solo 9 sono boliviani.

Analisi di novembre.

Il panorama sembra buono,
in questa zona isolata,

dove tutto indica
che possiamo restare

tutto il tempo che
riteniamo opportuno.

I piani sono: aspettare il
resto della gente,

aumentare il numero di
boliviani, almeno fino a 20,

e cominciare l'operazione.

Manca sapere quale sara'
la reazione di Monje.

Mario Monje, segretario del
Partito Comunista Boliviano,

risponde direttamente a Mosca.

Il 31 dicembre del 1966, arriva
al accampamento dei guerriglieri

per riunirsi da solo con il Che.

Monje ha garantito
l'appoggio del suo partito,

ma in questo incontro,
impone una serie di condizioni.

Tra le altre, quella di prendere lui
stesso il comando generale.

Il Che non accetta.

Allora Monje ritratta
quanto pattuito.

Cio' provoca un duro colpo per
la pianificazione della campagna.

Da questo momento,

la guerriglia si ritrovera' sommersa
in un isolamento, in continuo aumento.

Il presidente Morales ci autorizzo'
a filmare la documentazione del Che,

che e' conservata
nella Banca Centrale.

Li', ci sono le sue note con le
valutazioni dei suoi compagni,

le relazioni e lettere per Fidel,

i comunicati militari,
dove non firmava piu'

"patria o morte",
ma "vittoria o morte".

e il suo diario della campagna,

in un quaderno rosso la
prima parte,

in un'agenda tedesca, la seconda.

Analisi di gennaio.

Come mi aspettavo, il comportamento di
Monje e' stato dapprima evasivo

e traditore in seguito.

Il partito e' contro di noi
e non so fin dove arrivera'.

23 di marzo.

Giorno di avvenimenti bellici.

Alle 8 passate, e' arrivato
Coco di corsa per dirci

che una sezione dell'esercito
era caduta nell'imboscata.

Il risultato finale
e', per ora, 7 morti,

4 feriti e 14 prigionieri sani.

27 marzo.

Oggi e' esplosa la notizia,
diramata da tutte le radio,

producendo una gran
quantita' di comunicati,

compresa una conferenza
stampa di Barrientos.

Nonostante le difficolta',
l'isolamento,

la mancanza di appoggio da
parte dei contadini boliviani,

e della sua sofferenza fisica,
dovuta all'asma,

il Che continua a scarivere il
libro che inizio' a Praga.

Quando fu catturato
dall'esercito boliviano,

nel sua zaino gli vengono
trovati quaderni

nei quali analizza
testi di Trotsky, Wright Mills,

Lenin, Mao, Fidel.

Un altro quaderno contiene tre
poesie scritte a mano,

quelle che recitava da piccolo,
insieme al padre.

I suoi compagni raccontano che
mentre camminava con il fucile

recitava poesie.

25 aprile.

In un momento di tregua, ho mandato
Urbano a ordinare la ritirata

ma e' tornato riferendo che
Rolando era stato ferito.

Lo portarono poco dopo,
gia' esangue,

e e' morto quando gli stavamo
facendo una trasfusione di plasma.

Sembra certo che i nordamericani
interverranno qua.

Gia' stanno inviando elicotteri
e, a quanto pare, i Berretti Verdi.

L'esercito ha migliorato le sue
tecniche, e non si sono demoralizzati

nel "Maison" (Carcere vietnamita,
dove si torturavano i prigionieri, NdT)

Riassunto del mese di agosto.

Fu, senza nessun dubbio, il peggior
mese del periodo di guerriglia.

La perdita della grotta con tutte le
documentazioni e medicamenti,

e' stata un duro colpo.
Soprattutto, psicologico.

30 settembre.

Altro giorno di tensioni.

La mattina, la radio ha annuunciato
che alti ranghi dell'esercito

dichiararono di aver intrappolato
Che Guevara in un canyon nella selva.

All'alba, Barrientos assicuro'

dal Palacio Quemado
(Palazzo del Governo Boliviano, NdT)

che Che Guevara era
accerchiato, nella zona

che comprende il
Rio Grande e il Rio Acero,

e che il gruppo di guerriglieri
conta con meno di 20 uomini.

Un'altra fonte informa

che da Vallegrande sono partite
truppe addestrate a La Esperanza

da istruttori dei Berretti
Verdi nordamericani.

Riassunto del mese: settembre.

Ora, il compito piu' importante
e' scappare, e cercare zone migliori.

Dopo, i contatti.

Anche se tutta l'organizzazione
e' stata smantellata a La Paz,

dove, anche li',
ci hanno colpito duro.

L'intervento del
governo degli Stati Uniti.

e' enorme.

Istruttori militari e qualificati
agenti della CIA

operano direttamente
nel territorio boliviano.

L'8 di ottobre, il Che e' accerchiato
dall'esercito nella Quebrada del Yuro.

Con lui ci sono 16 uomini.

Il combattimento finale
inizia alle 13.30.

Dopo una lunga sparatoria, una
pallottola gli attraversa il basco.

Un'altra, lo colpisce nel
polpaccio destro.

E la terza gli distrugge
il caricatore del suo fucile,

rendendolo inutilizzabile.

Esausto, e senza possibilita'
di continuare a combattere,

viene catturato.

"Il 9 ottobre 1967"

"a 39 anni"

"viene ucciso nella scuola
La Higuera."

Cari Hildita, Aleidita, Camilo,
Celia e Ernesto,

Se doveste mai
leggere questa lettera,

sara' perche' non saro' tra voi.

Quasi non vi ricorderete di me,

e i piu' piccolini
non ricorderanno nulla.

Vostro padre e' stato un uomo
che ha agito secondo le proprie idee

e, per certo, che e' stato
fedele alle sue convinzioni.

Crescete come buoni rivoluzionari.

Studiate molto, per poter
controllare gli strumenti

che permettono
di dominare la natura.

Ricordate che la rivoluzione
e' cio' che e' importante,

e che ciascuno di noi,
da solo, non vale niente.

Soprattutto, siate sempre in grado
di sentire nel profondo

qualsiasi ingiustizia commessa
contro chicchessia,

in qualsiasi parte del mondo.

Che e' la qualita' piu'
bella di un rivoluzionario.

Alla prossima, figlioli.

Spero di vedervi ancora.

Un bacione grande e un
abbraccio da... Papa'.

E se ci dicessero, che siamo
quasi dei romantici,

che siamo dei vecchi idealisti,

che pensiamo a cose impossibili,

e che non si puo' riuscire
a ottenere da un'intera massa

una sorta di archetipo umano...

Noi dovremo dirgli,

una, e mille altre volte,
che si'!

Che si', si puo'!

E dev'essere cosi'

per forza dev'essere cosi',
e cosi' sara', compagni!.

Traduzione di:
Patagonia [SRT project]

Se tradurre vi appassiona
e diverte, venite a tradurre con noi.

[SRT project]
www.phoenix.forumgalaxy.com

# Nel mio paese, quanta tristezza #

# la poverta' e il rancore. #

# Dice mio padre che arrivera' #

# dal fondo del tempo,
un altro tempo, #

# e dice che il Sole brillera' #

# sulla gente che sogna di lavorare
la propria terra verde. #

# Nel mio paese, quanta tristezza #

# la poverta' e il rancore. #

# Non hai chiesto la guerra, #

# Madre Natura, io lo so. #

# Dice mio padre #

# che un solo traditore
puo' contro 1000 coraggiosi. #

# Lui sente che il popolo, nel suo dolore, #

# oggi si nega a bere alla fonte
chiara dell'onore. #

# Non hai chiesto la guerra, #

# Madre Natura, io lo so. #

# Nel mio paese siamo forti, #

# il futuro lo dira'. #

# Canta il mio popolo una
canzone di pace, #

# sta all'erta il mio popolo,
dietro ad ogni porta. #

# E ormai nessuno potra' zittire
la sua canzone. #

# E anche domani cantera'. #

# Nel mio paese siamo forti, #

# il futuro lo dira'. #

# Nel mio paese, che tepore, #

# quando inizia a albeggiare.#

# Dice il mio popolo che riesce a
vedere nelle mani operaie il destino #

# e che non c'e' veggente o re #

#che possa marcargli
il cammino che percorrera'. #

# Nel mio paese, che tepore, #

# quando inizia a albeggiare.#

# Nel mio paese siamo
mille e mille. #

# Nel mio paese brillera',
lo so, il Sole del popolo. #

# ardera', nuovamente,
illuminando la mia terra. #