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Mancano la placca e la pistola.

Che cos'è?

Oddio...

È Imardi!

Mario!

Mario, che cosa c'è? Dove vai?

- Lontano da qua.
- Vengo con te.

No, ho bisogno di stare solo.
Lasciami stare!

Che succede?

È normale che sia sconvolto.

Sì, ma non c'è niente di normale
in questa storia.

Quando eri scettico sul fatto
che Imardi fosse colpevole

non avevi tutti i torti.

Sì, ma non mi aspettavo
di trovarlo dentro una nicchia.

- Aveva qualcos'altro addosso?
- No.

- Muzo?
- Se n'è andato.

Se Imardi non c'entra,
non capisco chi possa odiarci così.

Qualcuno
che vi attribuisce le stesse colpe.

Abbiamo perso tempo, però.

No, l'indagine sulla prostituzione
è la pista giusta.

Il legame tra voi e Imardi
è il traffico di ragazzine.

È lì che dobbiamo
continuare a cercare.

- Posso?
- Certo.

È morto da cinque o sei mesi.

La mummificazione è per la mancanza
di aria e umidità. Niente percosse.

- Come è stato ammazzato?
- Così.

Murato vivo.

- Controlla i dati.
- Certo.

Scusami,
non so se posso parlare con te.

Tre giorni fa, hanno portato
un mio amico, Fabrizio Sanni.

Sì. Non è possibile vederlo,

senza una delega o un permesso
della famiglia.

No. È morto davvero per un'aritmia
di cui nessuno si era accorto?

Non possiamo dare informazioni.

Per favore.

Ero con lui quando è successo.
Potevo fare di più?

- Guarda, io...
- Era già stato male due mesi fa.

- Ti prego, siamo cresciuti insieme.
- Va bene. Vedo che cosa posso fare.

Non ci contare,
qua sono l'ultima ruota del carro.

Anch'io, in tutto.

Dai,
lasciami il tuo numero di telefono.

Sono Antonio.

- Non ti assicuro di niente, eh!
- Grazie.

Alba!

- Il telefono.
- Grazie.

- Come stai? La ferita?
- Ormai è passata.

Tuo padre mi ha quasi preso a pugni,
in compenso.

Oddio, scusami. Non ti ho detto
che non riuscivo più a stare zitta.

Non gli hai detto dove sta, vero?

Non me l'ha chiesto,
ma non l'avrei fatto.

L'ho fatto per te e tua
madre, non per farla arrestare.

Grazie.

- Ciao.
- Ciao.

- Guarda un po'.
- È una telecamera.

Benzi l'ha trovata nella nicchia,
incastonata in alto.

L'ha murato vivo
e si è goduto lo spettacolo.

Non riesci proprio
a starle lontano, eh?

Puoi stare tranquillo,
ormai mi ha rimpiazzato.

C'è un cadavere mummificato, lì.

Speriamo che la Di Castro
recuperi un po' di entusiasmo.

Mummie e ossa la facevano impazzire.
Dove sta?

Non so, le sue cose sono in ufficio,
ma lei non c'è. Posso parlarti?

Sì.

Il ragazzo portato tre giorni fa,
morto per arresto cardiaco...

Se n'è occupato il dottor Cenza.

Oggi è venuto un suo amico.

Voleva sapere se l'aritmia
fosse davvero la causa del decesso.

Gli ho promesso che gli avrei
fatto sapere e così ho fatto.

Sei matto? È un reato!
Quelli sono segreti di ufficio!

- Era angosciato...
- Da sei mesi a tre anni di carcere.

Sì, va beh...
Lo sappiamo solo io e te.

Non penso che tu vada a dirlo
per farmi cacciare, no?

La tentazione quasi ce l'avrei.

Vado a cercare la Di Castro.

Ciao.

Va bene.

Se ho novità, te le faccio sapere,
sennò ci sentiamo domattina.

Non sali?

No. Ti conosco
e so che ora vuoi stare da sola.

Promettimi però che non fumi
duecento sigarette e che mangi.

Ci provo.

Lo prendiamo.
Chiunque sia, lo prendiamo.

Ciao.

- Marzan fa il pomeriggio.
- Va bene.

- Grazie.
- [Lisi] Scusa.

Mi hai chiesto del tempo
per pensarci, ma il tempo finisce.

Anche la pazienza, Matteo.

Il mio rapporto con Marco
è in crisi per colpa tua.

Va' in tribunale. Vediamo chi vince.

- Vuoi la guerra?
- Sì e la vinco.

Bravo!

- Marco...
- No, dai.

- Ti fermi, per favore?
- "Per favore"?

Mi sono rotto di vedervi parlottare
e di decidere di Emma senza di me.

Non ho deciso niente!
Io e te vogliamo la stessa cosa!

Dovevo coinvolgerti da subito,
ho sbagliato.

Tu sei il padre migliore del mondo
e sei l'unico padre per Emma.

- Quindi, per favore...
- Chi sono io?

Sei il padre migliore del mondo, sì.

Ecco, guardali bene

e domandati se vale la pena
di fare tutto questo casino.

C'è Carlo.

Carlo, è arrivata
questa raccomandata per te.

Non l'ho messa nella posta ordinaria
perché è da uno studio legale.

- Avete fatto pace?
- Eh, sì.

Ha detto che sono il
padre migliore del mondo!

Insomma...

Dopo di te! Ci mancherebbe.

Comunque, quello è il corridoio
di un Commissariato.

- Quindi pomiciate da un'altra parte.
- Pomiciare... Era un bacetto.

Bacetto...

Molesti!

[suoneria telefono]

- Dimmi.
- Ciao. Come stai?

Bene.

[Carlo] Mi è arrivata
la lettera dell'avvocato.

Avrei preferito parlarne.

Io no, altrimenti
non ti mandavo la lettera.

È squallido, così.

Lo so, ma non ho niente da salvare
in questa storia, mi dispiace.

[Cristina] Ciao.

Io ci sono. Da dove vuoi partire?

[Carlo] Dalle ragazzine
che si prostituivano per lui.

[Di Castro] Ricapitolando...

L'assassino gli ha iniettato
del sedativo e l'ha murato.

Quando ha aperto gli occhi,
era nella nicchia.

Ha spezzato le unghie tentando
di aprire fessure in cerca d'aria.

È morto per asfissia.

Corri in Commissariato
o chiamo tuo padre?

È da un po' che non ci corro,
dovresti essertene accorta.

Meglio così.

- [Carlo] Questo è interessante.
- [Malik] Hai trovato qualcosa?

Xenia Romani, una delle ragazze
che Imardi faceva prostituire,

ammazzata dal fidanzato
durante il processo.

Lui si chiamava Leonardo Sfera

e quando è stato arrestato,
c'erano Muzo, Marta e Nusco.

E basta a giustificare tutto
quello che sta succedendo?

- Non lo so, però...
- È un bel collegamento.

Direi di sì.

Vado all'archivio centrale
per il fascicolo dell'omicidio.

Sono abituati
a vedermi arrivare a quest'ora.

Forse può inviarmelo una collega
che lavora in archivio.

- A quest'ora? È tardissimo.
- Non vede l'ora che la richiami.

Pensa se diventavi mio genero...

[Sara dallo schermo]
Stai andando bene, lo sai?

[Sara dallo schermo]
Se continui così, presto ti svegli

e dici tu ai tuoi colleghi
chi è stato. Speriamo.

[Sara dallo schermo] A dopo.

[Carlo] Leonardo Sfera,
il fidanzato di Xenia.

[Carlo] È uscito da
Rebibbia sei mesi fa.

L'ultimo anno
era in semilibertà.

Così ha preparato la sua vendetta.

- Come sapete che si tratta di lui?
- Per i tempi, ma non solo.

Xenia è stata uccisa
il 30 maggio 1994.

Paolo è stato ucciso il 30 maggio.

Riguardo Olga... Mario, guarda.
Ce l'hanno fatta ritrovare

nella stessa posizione
in cui è stata trovata Xenia.

Non può essere un caso.

Ora dovete aiutarci a capire.

Pensavamo vi foste occupati
dell'indagine, ma non risulta.

Avete trovato il corpo e risultate
spesso nei rapporti. Come mai?

Per il legame con Xenia.
Era la più giovane, la più fragile.

Abbiamo provato a darle una mano.
L'abbiamo messa...

In una casa-famiglia.

- Sfera?
- Sfera era il problema.

Era un mezzo delinquente violento,
ma Xenia ne era innamorata pazza.

Scappava dalla casa-famiglia

e toccava a noi cercarla
per riportarla indietro.

L'ultima volta che è sparita

non abbiamo avuto sue notizie
per due giorni.

Lo stesso è successo con Olga.

- Come avete trovato il cadavere di Xenia?
- Nusco...

Sì, Nusco ha ricevuto
una telefonata anonima.

Siamo arrivati lì
e l'abbiamo trovata morta.

Sfera l'aveva scaraventata giù
da un palazzo in costruzione.

Sfera si era
professato innocente.

Nusco era riuscito
ad arrestarlo.

- Gli aveva trovato addosso un coltello...
- Refurtiva.

Xenia venne da noi e disse
che Nusco si era inventato tutto.

[uomo] Lasci fare a me.
Scusi, non volevo spaventarla.

Ci siamo visti
a terapia intensiva, ricorda?

Certo.
Non capisco, è praticamente nuova.

Colpa del progresso.

- Posso?
- Faccia pure.

Come ha fatto?

Sono un po' più bravo del ladro

che ha manomesso
il sistema elettronico.

Non so davvero come ringraziarla.

Cornetto e cappuccino?
Ho appena staccato anch'io.

Se Sfera è innocente, si è fatto
venticinque anni per colpa nostra.

Allora gli chiederemo
perdono in ginocchio.

Non dicevo questo.

Senti,
tutte le prove erano contro di lui.

Le prove a volte non servono
a un cazzo, lo dico per esperienza.

Se davvero con lui
abbiamo sbagliato,

allora Olga e Paolo...

Non possiamo esserci
sbagliati tutti e tre.

Speriamo.

Ciao.

Ciao, Mario.

È assurdo.

Riproduce il passato e
lo rispedisce al mittente.

Sfera che cosa ha
riprodotto con Nusco?

Per ora, niente.

Lui era in fuga
e Sfera ha accelerato i tempi.

Vista però la sua passione
per date e simboli,

forse si inventerà qualcosa quando
proverà ad ammazzarlo di nuovo.

Voglio una foto recente di Sfera.

Un conto in banca,
un telefono, qualunque cosa.

Dovremmo avvertire Monaschi.

Sì, ma prendiamoci due ore di sonno.
Sono distrutto.

C'è un cadavere a via Castel Sacro.

Grazie.

Potrei approfittare del grado,
ma non mi pare giusto.

- Testa o croce per chi va sul posto?
- Testa.

Eccomi, sono passato
un attimo da casa.

Tranquillo.

Si chiamava Antonio Chieri,
diciannove anni,

ciclista dilettante
per la Guidani Virtus.

Lavorava come pony per una pizzeria
di San Lorenzo, "Da Fosca".

Gli hanno svuotato
un caricatore addosso.

- Precedenti?
- No, incensurato.

Gli hanno sparato qui
e lo hanno trascinato fino a qui.

Dal palazzo hanno
visto o sentito qualcosa?

Non ci abita nessuno.

Questo era il posto per la consegna,
ma l'hanno sgomberato due anni fa.

Un nome?

L'ordine è stato fatto
a nome "Pietro Duranti",

ma non c'è nessun
Pietro Duranti nella via.

Il contatto telefonico lasciato
è falso.

Che cos'altro sappiamo?

Un mese fa, si era trasferito
vicino a dove lavorava.

Invece prima viveva
con la madre e il compagno di lei,

Claudio Guidani,
che era anche il suo allenatore.

- Buongiorno.
- Buongiorno.

- Ciao, ragazzi.
- Ciao.

No, non è possibile!

C'è una tua chiamata nel cellulare
di questo ragazzo. Lo conoscevi?

Ieri pomeriggio
era a medicina legale.

Voleva sapere qualcosa sulla morte
del suo amico, io l'ho chiamato

dal suo telefono per confermargli
che non possiamo dare informazioni.

Puoi dirmi che cosa voleva
sapere di preciso? Te la senti?

Certo.

Vai, io intanto comincio.

[campanello]

Mario, stavo venendo da te.

Non mi avresti trovato.

Che cosa vuol dire?

Non sto più in quella casa,
vedo Olga dappertutto.

- Ho preso una stanza in un B&B.
- Perché? Potevi venire qui da me.

- Con Marta nel lettone?
- Non stiamo a questo punto.

Allora magari torna Cristina.
Mi farebbe piacere, le voglio bene.

- Le cose cambiano, però.
- Eccome, se cambiano.

Lascio la Polizia.

Vieni.

Capisco le cose che mi dici,
però pensaci bene.

C'ho pensato, Carlé.
Non ce la faccio più.

Cazzo, non mi puoi mollare adesso!
Neanche in generale, ma adesso...

Sono arrivato, Carlé.

Ok.

Tu, però, tieni d'occhio Marta.

Stalle addosso.

Se ha qualcosa in testa e lo sai,
me lo devi dire.

Che cosa vuoi che abbia in testa?

Quello che ho io.

Solo che io non lo farei mai.

Io vado.

- Benzi, sono Carlo.
- [Benzi] Dimmi!

Mi serve un lavoretto discreto
sulla macchina di Marta.

Quando sta parcheggiata
sotto da noi, ti avverto.

[Benzi] Posso sapere perché?

Non ti posso dire il perché.
Ciao.

[donna al telefono]
Casa circondariale di Rebibbia.

Sono l'Ispettore Marta Moselli,
vorrei parlare con il Direttore.

[donna al telefono] Resti in linea.

[uomo al telefono] Marta,
ho saputo di tuo figlio. Come stai?

Come? Male. Avrei bisogno di parlarti.
Hai un minuto da dedicarmi?

[uomo al telefono]
Anche un'ora, se vuoi.

Grazie, a dopo.

È morto tra le 20 e le 22 di ieri.
Cinque colpi alle spalle.

Distanza di mezzo metro.
Ha graffi sul volto e sulle mani,

compatibili con
il trascinamento.

Che cosa sappiamo della pistola?

Niente. Non c'erano
bossoli, né foro di uscita.

Aspettiamo l'autopsia.

Sembra un'esecuzione.
Aveva droga o soldi?

Addosso, no.

Non è strano? Va a chiedere notizie
sulla morte dell'amico

e dopo poche ore viene ammazzato.

L'altro ragazzo è morto per aritmia.
Niente di strano dietro, sembra.

- Posso?
- Vieni, Cinzia.

Leonardo Sfera non ha telefoni intestati
e non risulta residente da nessuna parte.

Il padre è morto sei anni fa
e la madre pochi mesi dopo.

La buona notizia?

Purtroppo non ho buone notizie.

Non troviamo neanche
una foto recente.

Magari posso far trattare questa
dalla Scientifica, che cosa dici?

Buona idea, però fai alla svelta.

Combattiamo con uno
che ha accumulato 25 anni d'odio.

Qualcosa gli sarà sfuggito.
Non può essere infallibile.

Speriamo, Malik.

Di' a Benzi di dare un'occhiata
nell'appartamento di questo ragazzo.

Va bene.

Non sei costretto a restare, se non vuoi.

- Non è questo che mi dà fastidio.
- Che cosa, allora?

Vedere che ti occupi di me
come se fossi un ragazzino.

A Malik chiedi aiuto, a me lo dai.

Se tu gli avessi detto
come sono andate le cose,

la tua telefonata sarebbe finita
sul suo rapporto, poi dal PM,

che avrebbe aperto un'indagine
su di te.

Hai ragione, scusami.

A volte le conseguenze rischiano
di essere più grandi degli errori.

Che errore ha fatto,
per finire così?

Sono andata a Rebibbia.
Avrei dovuto dirtelo,

ma seguendo l'iter normale,
staremmo aspettando questi nomi.

- Chi sono?
- I compagni di classe di Sfera.

Tre anni fa, ha seguito
un corso di informatica in carcere.

Questo non basta
per diventare un hacker.

Si è pure preso una laurea
in matematica.

Poi lì forse è entrato in contatto
con qualcuno che potrebbe aiutarlo.

- Grazie.
- Di che cosa?

Di stare qui e non andare a cercare
da sola l'assassino di tuo figlio.

L'ultima volta che c'ho provato,
mi hai quasi arrestata.

- Esatto.
- Carlo?

Guarda che cos'ha trovato Benzi
a casa di Antonio Chieri.

Lavora su questi nomi
con Cantabella e la Repola.

Ok.

Cocaina o eroina?

Cocaina. Venti grammi puri
e pasticche per tagliarla.

- Qualcosa dal telefono?
- Niente, ma magari ne aveva un altro,

solo che non l'abbiamo trovato.

Vediamo se qualche numero sospetto
ha viaggiato con il suo. La madre?

- L'abbiamo convocata.
- Ok.

[Carlo] Quando ha visto suo figlio
l'ultima volta?

Tre giorni fa, all'ospedale,
quando è morto Fabrizio.

- Era distrutto.
- Sono cresciuti insieme.

Ho perso due miei ragazzi,
in pochi giorni.

Mi hanno strappato
un pezzo di cuore.

Abbiamo trovato molte sue chiamate.
L'ultima, stamattina alle sei.

Eravamo preoccupati.

Da un mese era andato a vivere
per conto suo, ma telefonava sempre.

- Dalla morte di Fabrizio, niente.
- Dei conflitti o delle minacce?

Antonio era un ragazzo d'oro,
non mi ha mai dato pensieri.

- Perché è andato via di casa?
- Aveva trovato lavoro in pizzeria.

- Poi non andavano più tanto d'accordo.
- Come mai?

Non voleva più correre,
non si allenava, c'ero rimasto male.

Aveva un secondo cellulare?
L'avete mai visto?

No, io no. Tu?

Se sapete perché l'hanno ammazzato,
ditemelo, qualunque sia il motivo.

Voglio sapere perché è morto.

Indagare a volte è come sollevare
il coperchio di una pentola.

Vengono fuori cose
che non ci si aspetterebbe mai.

Su Antonio
che cosa avreste trovato?

Della droga, venti grammi di cocaina
e cinquecento euro in contanti.

Non è roba sua. Piuttosto
che spacciare, si sarebbe ammazzato.

Quando sono rimasta vedova,
lui aveva sette mesi.

Per dodici anni,
eravamo solo io e lui.

Claudio,
diglielo come l'ho tirato su.

Mi spiace, Elisa.
Avrei voluto che non si sapesse mai.

Chiedi ad Alba
a che punto stanno con l'autopsia.

Io vado avanti con lui.

Antonio Chieri era sano
come un pesce. Né cocaina né altro.

In casa sua ne aveva venti grammi,
più delle schifezze per tagliarla.

Non so che cosa dirti.
Forse spacciava e basta.

Nel referto della morte di Fabrizio
si parla di aritmia. Non è strano?

Uno sportivo
dovrebbe essere controllato.

Delle aritmie sono più difficili
da individuare, tra cui la sua.

Dipendeva da un difetto
del sistema di conduzione del cuore.

Che cosa c'è?

Penso alla rapidità con
cui hai mentito sulla telefonata

per evitare
che Enea finisse nei casini.

Che cosa cambia
chi ha fatto la telefonata?

Intanto non sai dirmi
la reazione di Chieri al referto,

perché è stato Enea a chiamarlo.

Sì, Enea ha fatto una cazzata,
però l'ha fatta per inesperienza.

Cambia, però,
perché ho visto quanto tieni a lui.

[Sara] Di' al professore
che sta respirando autonomamente.

[dal monitor]Professore, venga.

Il paziente ha cominciato
a respirare da solo.

Cazzo!

Vedremo per quanto.

- Carlo, posso?
- Vieni. Come va di là?

Dalle verifiche su chi ha fatto
il corso di informatica con Sfera

ancora non sta emergendo nulla.

È normale
che Muzo oggi non si sia visto?

No, però non sta bene
e credo voglia stare solo.

Tu glielo lasci fare?

Non voglio peggiorare le cose,
essere troppo invadente.

Io gli starei addosso comunque.

La titolare della pizzeria ha detto
che Chieri non lavorava lì da molto,

ma lo conosceva da anni
ed esclude la droga.

Va bene, non si faceva,

ma non esclude che potesse spacciare
per arrotondare.

Le prove possono essere confezionate
e la vicenda di Muzo ce lo insegna.

A me lo dici? Se era per te,
Muzo stava ancora in galera...

e io pure.

Segui la pista della
messinscena, vediamo dove porta.

Va bene.

[suoneria telefono]

Pronto.

Enea,

quando hai letto a Chieri il referto
dell'amico, come ha reagito?

Cioè...
Ti è sembrato più tranquillo?

Direi di no, mi ha chiesto due volte
se fossi sicuro.

È strano. Vorrei riesaminare
il corpo del suo amico.

Come facciamo con il dottor Cenza?
È in vacanza.

Dobbiamo farlo di nascosto,

sapendo stavolta che, se mi sbaglio,
rischiamo il posto tutti e due.

[colpi alla porta]

Mario, sono io. Mi apri?

Dai, lo so che sei là dentro. Su!
Ti devo dire una cosa importante.

Apri, Mario!

[colpi alla porta]

Ce l'hai fatta!

Che cazzo stai facendo?

[suoneria telefono]

[suoneria telefono]

[suoneria telefono]

È Alba.

[suoneria telefono]

Dimmi!

[Alba] Scusa l'ora. Verresti
a medicina legale? Ho delle novità.

Arrivo.

Devo andare.

Se dovesse continuare tra di noi,
sarà sempre così?

Correrete sempre l'uno per l'altra?

È per lavoro che mi ha chiamato.

Non parlo di adesso, Malik.
Parlo in generale.

Ti sparano e anziché andare
all'ospedale, vai da lei.

Lei deve cercare sua madre
e chiama te.

Non so che cosa farà Alba
da qui a cent'anni,

ma quando avrà bisogno di me,
farò il possibile.

Capito. Grazie per la sincerità.

Resta qui. Io torno prima che posso.

Ok.

Pensavamo si fosse trattato
di un errore del laboratorio

e abbiamo fatto ripetere
gli esami tossicologici.

Nel sangue o nei capelli di Sanni
non c'erano tracce di cocaina,

però abbiamo trovato altro.

Che cosa?

EPO nel sangue di entrambi, ma serve
un esame particolare per trovarla.

Per Chieri non l'abbiamo richiesto
perché gli avevano sparato.

Mentre per Sanni,
non conveniva al medico legale.

È un'accusa pesante
quella che stai facendo.

Il referto è falso, Malik.

Sanni non aveva problemi al cuore.
Non ha retto il doping.

Forse è il caso che il dottor Cenza
torni dalle ferie.

Lo convoco subito.

[Mario] Sembriamo due reduci.

In fondo, siamo un po' due reduci.
Dimmi una cosa.

Quando Nusco ha arrestato Sfera,
ha trovato il coltello e altro,

- era da solo?
- Mi pare che fosse da solo

e l'avesse anche preso per caso,
non era nemmeno in servizio.

Non ti pare strano
che Nusco non abbia una moglie,

una fidanzata, una donna...
Insomma, una relazione qualunque?

Non è sempre stato così.

L'ho perso di vista e l'ho ritrovato
qui a Roma a capo della Postale,

ma effettivamente è strano.

[suoneria telefono]

È Malik.

- Malik, dimmi.
- Ti ho svegliato?

No.

Verresti in
Commissariato? Ho novità sul caso.

- Vai.
- Sì, ok. Arrivo.

Arrivo, però questa me la prendo io.

- Non fare lo stronzo.
- No, no, la prendo io.

Non m'ammazzo più.

La prendo io e ci vediamo domani
in Commissariato.

Sì.

- Ubriàcati.
- Sì.

[apertura porta]

[Carlo] Signor Guidani,
venga qua vicino a me.

È un bel momento per la Polizia,
sono contento che assista.

Il dottor Cenza
sta firmando una confessione.

Con gente come lui, è una bellezza.

Si siedono, cominciano a parlare
e non si fermano più.

Pensi che lui è tornato addirittura
dalle vacanze, stava al mare.

- Debora, puoi lasciarci soli?
- Va bene.

Vuole salutarlo?

Conosce il dottor Cenza, è amico
del presidente della sua società.

Sta venendo qui anche lui,
con buona parte del suo staff.

Non so di che cosa parla.

Parlo di un'autopsia falsa,

di una serie di telefonate
fra te e quella specie di medico.

Parlo di Antonio,
che non ne poteva più

delle schifezze
che iniettate negli atleti.

Due mesi fa,
Fabrizio si era sentito male,

ma non risultano ricoveri,
non l'avete portato in ospedale.

Non è vero.

Da quel momento,
Antonio ha deciso di ribellarsi.

Fabrizio è morto, lui ha minacciato
di denunciarvi e tu l'hai ammazzato.

Lei vaneggia.

No. Quel dottore ha
cominciato a raccontarci tutto.

- Voglio il mio avvocato.
- Certo.

Te lo chiamo. Anche un assassino
ha diritto all'avvocato.

- Io avrei sparato ad Antonio?
- Quella sera, sei tornato a casa,

hai messo la camicia
nella cesta dei panni sporchi.

Non c'erano macchie di sangue,
ma la polvere da sparo resta

e la tua compagna non ha lavato
quella camicia. Sai perché?

Perché pensava
al figlio che le hai ammazzato.

Mentre chiamo l'avvocato, ti lascio
in compagnia dei tuoi ragazzi.

Come li hai chiamati?
"Due pezzi di cuore".

[Carlo] Mettilo in cella.

Non ci vuole molto a far condannare
qualcuno con prove false, è vero.

Pensi all'allenatore con il ragazzo
o Sfera con Muzo?

Penso a Sfera.

Tutto questo rancore,
uno lo prova se è innocente.

Ci vediamo dopo.

Io sono tornato, però adesso ti fidi
e mi ridai la pistola.

Marta sa già quello che dovete fare.

Sono contento di vederti qui.

- Carlé...
- Eh?

La pistola.

Nel mio ufficio!

Ciao.

Grazie.

[musica in sottofondo]

- Ci vediamo dopo?
- Mhmm.

- Buon lavoro.
- Anche a te.

- Ciao.
- Ciao.

Trovi sulla tua scrivania una copia
delle autopsie fatte da Cenza.

Non sono tantissime,
anche perché era arrivato da poco.

Grazie. Ti va un caffè?

No, grazie. Vado di fretta.

Mi dispiace tu abbia saputo così
di me e di Monica.

- Avrei preferito dirtelo io.
- Non ti devi mica giustificare.

Ehm... Anzi, io sono contenta
che tu stia bene con lei

e che soprattutto non sia
una delle tue solite toccata e fuga.

No, non lo è.
Del resto, neanche tra te e Enea.

No, infatti stiamo molto bene.

Vado. Se hai bisogno di altro
per il PM, fammi sapere.

Certo, grazie.

[motore della vespa che si avvia]

Cri.

Scusa, sono in anticipo,
ma non ho visto la macchina.

- Ripasso dopo.
- No, tranquilla. Ho finito.

Non sarei dovuto proprio venire,
ma dovevo fare una cosa importante.

No. Scusa, ma sono troppo incazzata.

Ti guardo e non riesco a odiarti.

Quando esci,
ti mando certe maledizioni!

Non ci credo,
non riesci a essere cattiva.

L'hai già portata qua?

No, Cri. Io non passo
da una storia a un'altra.

Mi manca tutto questo spazio
dove addormentarmi.

Io, per te, ci sarò sempre.

Questo stava sulla terrazza da cui
è volata Xenia, l'ho ricostruito.

Cerca di capire che cos'è.

Trovato! Nella lista c'è un tipo
uscito un anno prima di Sfera

ed è rimasto in
contatto con lui.

Arrivo.

- Occupati di questo.
- Va bene, parto dal materiale.

Vinicio Zambra, ventisette anni,

arrestato nel 2014
per truffa informatica.

Hanno fatto il corso e per un po'
sono stati anche in cella insieme.

Un genio del computer.

Gestisce un negozietto di
informatica in via Fontani,

vende computer nuovi e usati.

Altri contatti con Sfera
dopo il carcere?

Il 16 gennaio era vicino al carcere
di Rebibbia dalle 12:35 alle 12:40,

quando è uscito Sfera.
Sarà andato a prenderlo.

Contatti con schede false?

No, nessuno,
ma magari Sfera ha cancellato tutto.

Zambra va fermato.

Sì, ma non subito e
senza dare nell'occhio.

Vediamo se è ancora
in contatto con Sfera.

Bisognerebbe mettere le mani
sul suo computer o telefonino.

Senza fermarlo, è un po' difficile.

Perché hai poca fantasia, Marco.

- [Ottavia] C'ho fame.
- [Carlo] Tira la coda al cane.

Non potevi far appostare i tuoi?
Pure l'assistente spia, devo fare?

- Ce la fai a rubargli lo zaino?
- Sei scemo?

Ce la fai? Ci riesci?

- Ci riesco sì.
- Allora daje.

Contento te...

Oh, fai quello che devi fare
e ci vediamo in fondo a via Fasolo.

Ok.

[musica di tensione in sottofondo]

[Zambra] Ehi!

- Mi scusi.
- Mi scusi.

[Zambra] Oh!

Porca puttana!

Cazzo, è stato bellissimo!
Me lo fai rifare?

- Vedremo.
- Grazie.

- Che cosa vuoi?
- Anche stavolta non mi dai una lira?

- Ringrazia Dio che non ti arresto.
- Ecco.

- Ciao, piccole'!
- Ciao!

[tecnico] Soprani!

Ecco qua. Il codice a barre
non è servito a molto, purtroppo.

Ti ho preparato una lista di oggetti

per cui veniva usato questo tipo
di polipropilene negli anni novanta.

- Grazie.
- Non ringraziarmi, lì c'è di tutto.

Se però uno ha un sospetto,
può restringere il campo.

Questo sì.

- Grazie.
- Prego.

- Carlo...
- Dimmi!

Devo fare una ricerca
nei nostri magazzini.

Ho bisogno di una
richiesta urgente da parte tua.

Te la mando subito.

[Malik] Questo era il modello
in dotazione alle volanti nel 1994.

Non è stato Sfera
ad ammazzare Xenia.

C'era un poliziotto
su quella terrazza.