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Marta!

Ciao, Carlo.

Che cosa sei andata a fare
a Napoli?

Mi controlli?

Cerco di evitare che
tu faccia altre cazzate.

Avevo nostalgia dei posti dove Paolo
è cresciuto. La casa, il mare...

- Non mi credi?
- È che non riesco

a scordarmi di essere un poliziotto
e che lo sei pure tu.

Ti ho fatto una promessa
e la mantengo.

Tu vai avanti con le indagini
e io aspetto.

Ok, va bene.

[suoneria telefono]

Cazzo...

Carlo!

[Carlo] Non so dove sei, ma

il permesso è revocato, torna a Roma.

- Sono a Roma. Che cosa succede?
- Meglio.

Michele Lizzetto è un amico
del figlio di Marta.

Si sono incontrati una settimana
prima che morisse. Troviamolo.

- Fatti dire tutto dalla Repola. Ciao.
- Ciao.

- Buongiorno.
- Buongiorno.

[suoneria telefono]

[suoneria telefono]

[suoneria telefono]

Enea, scusami. Sono a casa da poco
e non è andata bene per niente.

[Enea] Se volessi parlarne,
sono davanti alla porta di casa tua.

Non voglio impormi, eh.
Se non vuoi aprirmi, va bene.

- Come devo fare con te?
- Intanto farmi entrare.

Entra.

Ti avverto, non sono di compagnia,
sono triste, sono incazzata.

- Sei pur sempre la mia tutor.
- No.

La Di Castro
mi ha fatto fuori, ricordi?

Meglio, non abbiamo più problemi
con il conflitto di interessi.

Hai sempre la battuta pronta.

Perché ti sei alzata?
Che cosa fai?

Pensavo a noi due.

A quando all'inizio facevamo l'amore
in macchina, ti ricordi?

A quando con te non si poteva fare
un discorso serio.

A come mi sono sentita
quando mi hai chiesto di sposarti

e come mi sento adesso.

Come ti senti adesso?

Lo sai benissimo, Carlo.
Non fare lo stronzo.

Strappa la richiesta
di trasferimento di Marta.

Fabio...

Ah, fa freddo!

Se non venivo io
stamattina a fare le pulizie?

Sai che non puoi rimanere
tutta la notte nelle stanze.

Oh, parlo con te! Fabio!

[urlo]

- Ciao.
- [uomo] Carlo!

- [Mario] Carlo!
- [Carlo] Ehi Mario!

C'è un cadavere allo Sporting Club.
Se per te va bene, ci andrei io.

Va bene. Portati la Repola.

Una cosa. Marta è sempre stata
così brava mentire?

Perché?

È andata a Napoli per
un'indagine per conto suo,

però a me ha detto tutt'altra cosa
guardandomi dritto negli occhi.

È disperata, Carlé.

- [Malik] Carlo.
- Ehi.

Dove sei stato?

Con mia madre.
È a Roma per un paio di giorni.

Parliamo dei fatti miei
o passiamo a Lizzetto?

Sai dov'è?

No, ma dopo Paolo, non è
più tornato a casa a Napoli.

Ecco perché Marta se
n'è andata così di corsa.

Che cosa c'entra?

C'entra che mentre prendi permessi
nella speranza che io non legga,

il mondo va avanti.

In un modo che non ti piace, sembra.

- In effetti...
- Comunque, non riesco a localizzarlo.

Il suo cellulare non dà segni
di vita dall'incontro con Paolo.

Controlla aeroporti, stazioni,
caselli dell'autostrada...

Ovunque ci sia una telecamera.
Magari qualcuno l'ha visto.

Capiamo se ha un appoggio a Roma.
Qualcuno deve averlo aiutato.

Sperando che sia vivo.

[suoneria telefono]

- [Carlo] Marta che cosa fa?
- Cammina.

- [Carlo] Cose strane?
- No, finora no.

[Carlo] Allora continua
a seguirla senza farti beccare

e tienimi aggiornato. Oh, ci sei?

Eh, la richiamo. Merda...

[Di Castro] Lo volti
e controlli la temperatura interna.

- Lo giro?
- Sì.

Fotografa, per favore.

[vociare indistinto]

Hanno anche il privé. Qua dentro,
non si fanno mancare niente.

È un circolo privato.

- L'avete identificato?
- Sì. Fabio Zimpanelli,

trentacinque anni, personal trainer
del Club da un anno. Incensurato.

L'ha trovato la cameriera
questa mattina alle 8.

- Ci parli tu?
- Va bene.

- Grazie.
- Prego.

Buongiorno. Cinzia Repola.
Posso fare qualche domanda?

Che cosa mi dice?

Ehm... Considerando la temperatura,
forse è morto da dodici ore?

Via i punti interrogativi.
Se non si sente sicuro, simuli.

I tentennamenti mi innervosiscono.

L'aria condizionata era accesa
alterando i tempi del rigor mortis.

A spanne,
tra le otto e le quattordici ore fa.

Quindi tra le 20 di
ieri e le 2 di stanotte?

Sì.

- Causa?
- Avvelenamento.

- Lo domanda o lo dice?
- Lo dico.

Sbagliato. Il punto interrogativo
sulle cause del decesso va lasciato

fino all'autopsia.

Avvelenamento, quasi sicuramente.

Aveva litigato con qualcuno?

No, era un bravo professionista.
Andava d'accordo con tutti.

Che cosa ci faceva in un privé?

Non lo so. Ero qui per preparare
la stanza per gli ospiti, mi spiace.

Buongiorno. Il direttore dice
di andare a casa. Ti sostituisco io.

Posso?

Certo, però resti a
disposizione. Buongiorno.

- Che cosa ti hanno detto?
- Sembra che sia avvelenamento.

Nessuno ha idea del perché
si trovasse in quella stanza.

Pare però che Zimpanelli
fosse l'impiegato dell'anno.

Cortese, simpatico, sempre affabile.
Nessuno screzio.

- I tempi?
- Ieri ha lavorato dalle 10 alle 20:30.

Alle 20:45, si è fatto una doccia
nello spogliatoio e si è cambiato,

ma dalle telecamere sul parcheggio,
la sua auto non si è mai mossa.

Quindi non è entrato nella stanza
prima delle 21:00. Impronte?

Ce ne sono tante.
Ci vorrà del tempo per processarle.

- Bene. Sollecita l'autopsia.
- Va bene.

Che stai a fa'?

L'ho persa. Non so com'è successo.
Un minuto e non c'era più.

Allora, non è colpa tua.
Vuol dire che si è smaterializzata.

Non serve infierire così, però.
Mi dica che cosa fare e lo faccio.

Autoflagellazione?

Sono positive, tallio.

Ah, quindi è morto
avvelenato, avevo ragione io.

Veramente, avevo ragione io.

- Beh, mi dà una mano, per favore?
- Sì.

Non è strano
che sia morto così in fretta?

Insomma... Il tallio nel corpo
va a sostituire il potassio

- e lui era un preparatore atletico.
- Aveva un metabolismo veloce.

Consumava molti sali minerali
e quando l'ha ingerito...

Si è assorbito. In pratica è morto
perché era troppo in forma.

Ehilà, si sta svegliando anche lei!
Complimenti!

- Alba dov'è?
- È già rientrata.

- Le ha detto di non presentarsi, no?
- Io?

Alba? Scusami, ma dove sei?

Posso?

Eh, mi tocca scusarmi.

Credo di aver proprio esagerato
perché... Siediti.

Anche riguardo al burnout,
magari è vero,

però l'ho diagnosticato io

e quindi penso proprio che sì...

devo parlarne con qualcuno.

Tu, però?

Sono stata in Svizzera.

Ho rintracciato mia madre
e sono andata da lei.

È che...

Volevo chiederle un po' di cose,

e sapere se le ero mancata.

Ehm... Quando però poi l'ho vista,
ho scoperto che ha un'altra figlia.

Aveva ragione mio padre

e mi sento in colpa
perché non gli ho detto niente.

Scusami, io pensavo
fossero delle questioni di cuore.

Sì, poi... Anche lì
non è che sto messa proprio bene.

Allora...

- cerchiamo di risolvere il lavoro?
- Mhmm.

Dai. Qua ho il referto dell'autopsia
dell'uomo trovato morto stamattina.

A meno che tu non voglia evitare
tuo padre o Soprani,

non vedo perché rompere
la tradizione, quindi...

Grazie.

- Quindi sono stata reintegrata?
- Eh, "reintegrata"...

- Piano. Vediamo. Calma.
- Giusto.

[Alba] È morto per avvelenamento
da ingestione di sali di tallio,

un veleno
inodore, insapore, incolore.

Veniva usato come topicida.

Potrebbe averlo ingerito
per sbaglio?

Sì, funzionerebbe per accumulo,
ci vuole tempo prima di uccidere,

invece Zimpanelli l'ha assunto
ed è morto dopo una o due ore.

Com'è possibile?

Il metabolismo era molto
veloce, era uno sportivo,

consumava tanti sali minerali,
l'ha assimilato in fretta.

C'è dell'altro?

Ha consumato un rapporto sessuale
poco prima. È scritto tutto lì.

Va bene. Grazie.

- Grazie.
- Ciao.

Posso parlarti?

Sì. Avrei voluto chiedertelo io.

Si è rifatta una vita, ma non è detto
che non ti abbia mai pensato.

Ha fatto un sacco di errori...

Sì, però certi legami
dovrebbero prescindere dagli errori.

Non voleva pagare
per ciò che ha fatto.

È passata una vita, Malik.
Che cosa rischierebbe, ora?

Sono stata una stupida io,
ho sbagliato io.

Adesso chiudo anche questo capitolo
e basta.

Fra noi, invece?

Quello che è successo l'altra notte
non significa niente.

Sei innamorata di Enea?

Non so lo, però mi fa stare bene.

Mi porta lontano da me...

e da te.

- Ha mai visto questo ragazzo?
- No, mi dispiace.

Non l'ho visto, mi dispiace.

- [uomo] Non lo conosco, mi spiace.
- Va bene, grazie.

[bip dal PC]

Niente da fare.
Deve aver staccato la batteria.

Avvisami appena la rintracci.

Il dover spiare Marta
proprio non mi piace.

Neanche a me, ma non voglio
che faccia altre cazzate.

Guerrieri, ho novità
sul caso dello Sporting Club.

- Ciao, Benzi.
- Ciao.

Mario!

La bottiglietta vuota sotto il letto
aveva tracce di tallio

e un forellino nel tappo. Vuol dire
che hanno usato una siringa.

Abbiamo il contenuto
del cellulare del morto.

Ci sono delle foto
che dovreste vedere.

- Che cosa mi dice?
- [donna] Che cosa vuole sapere?

Beh, perché non ci ha detto che lei
e Zimpanelli stavate insieme?

- Perché ci eravamo lasciati.
- Non ci ha detto neanche questo.

Sentite... Mi vergognavo.

- Di che cosa?
- Fabio era un uomo molto ambizioso

e piaceva parecchio alle donne,
anche a quelle più grandi.

Una volta al Club, mi ha chiesto
di aiutarlo ad arrotondare.

Solo che io non ce la facevo più,
stavamo insieme,

ero sempre più a disagio,
così due settimane fa l'ho lasciato.

Mi scusi, ma arrotondare come?

Mi pare di capire che pagavate
Zimpanelli per prestazioni sessuali.

- Se la vogliamo mettere così...
- Come la vogliamo mettere, invece?

Diciamo
che oltre all'iscrizione al Club,

avevamo
un abbonamento premium con Fabio.

Il direttore del circolo sapeva
di questo abbonamento premium?

Spero di no.

Che voi sappiate,
altre socie approfittavano

dell'iniziativa personale
di Zimpanelli?

Sarebbe bello di no, ma noi tre
siamo amiche, ci raccontiamo tutto,

ma se c'erano altre, chissà!

Se Zimpanelli
avesse avuto altre clienti,

avreste avuto problemi?
Gelosia, rabbia?

Qui nessuna è nata ieri.
Abbiamo tutte ben presente

la differenza
tra l'amore e la ginnastica.

Dove eravate ieri sera,
ve lo devo comunque chiedere.

Eravamo
al quarantesimo di sua sorella.

È il quarantacinquesimo,
ma non si dice.

Non diciamolo.

Ecco.

Ciao.

Col camice addosso,
sei proprio bella.

Anche tu non sei niente male.

Non ti ho detto una cosa
ieri e non riguarda mia madre.

Ah.

Allora non so se voglio saperla.

Io però vorrei dirtela lo stesso.

Malik era in Svizzera, non lo sapevo
e me lo sono ritrovato lì.

Abbiamo dormito insieme.

Mi faccio un giro, ok?

- Non voglio stare con lui.
- Mi faccio un giro lo stesso.

[Carlo] Mario!

Allora, siamo al buio sul
numero delle donne coinvolte.

Il direttore non sapeva niente
e Zimpanelli non segnava nulla.

Teneva alla privacy
delle sue clienti.

Comunque,
le donne sono almeno quattro,

le tre di prima e chi c'ha dormito
la notte in cui è morto.

- La ginnastica.
- La ginnastica. Malik!

A che punto siamo
con Paolo e Lizzetto?

Nella zona dove si sono incontrati,
Paolo è rimasto un paio d'ore,

- poi è tornato a casa.
- Nei giorni seguenti?

Niente di strano
e in quel bar non è più tornato.

Novità sul riconoscimento facciale?

Nessuna,
di Lizzetto non c'è traccia.

Quindi tra Paolo e Lizzetto

è successo tutto nelle due
ore in cui sono stati insieme.

Sì.

La Scientifica ha isolato un set
di impronte sulla bottiglietta.

Abbiamo la quarta donna.

Allora, guida
in stato di ebbrezza, taccheggio,

resistenza a pubblico ufficiale...
È cambiata molto, signora.

Ho messo la testa a posto...

e lo devo solo a mio marito.

Vorrei tornare al fatto

che le sue impronte erano
sul luogo del delitto. Come mai?

Perché io ero lì.

Doveva essere
l'ultima volta con Fabio

e paradossalmente lo è stata,
anche se non come immaginavo.

- Quindi stavate chiudendo.
- Diceva di essersi innamorato.

Rifiutava i miei soldi,
voleva che lasciassi mio marito.

Ha capito che per me finiva lì
e ha voluto vedermi un'ultima volta.

Ho fatto una doccia,
sono uscita dal bagno

- e lui era morto.
- Perché non ha chiamato noi?

Ero sconvolta.

Non voleva che suo marito
scoprisse la relazione?

Non volevo metterlo in imbarazzo
qui al Club, questo sì,

ma lui sapeva tutto.

Dante ha sempre saputo tutto.

Quindi non le dava fastidio
che sua moglie avesse altri uomini?

- Abbiamo un rapporto sincero.
- Che cosa significa?

Non posso avere paura ogni volta che
Alina va a letto con qualcuno. Impazzirei.

Tanto, alla fine,
è da me che torna sempre.

- Papà, mi cambio e arrivo.
- Va bene, Debora.

- È sua figlia?
- No, ma è come se lo fosse.

Quando le ho conosciute,
Alina era a terra

e Debora aveva un disperato bisogno
di qualcuno che si prendesse cura di lei.

Lavora qui?

Sì. Sua madre vuole
che impari il valore dei soldi.

Diciamo che mi tocca viziarla,
quando mia moglie non guarda.

[Carlo] Signora!
Mario! Un'ambulanza! Presto!

Sono l'Ispettore Muzo
del Commissariato Monti.

Serve un'ambulanza subito
allo Sporting Club.

Carlo, la Scientifica
è in ospedale dalla Pacena.

Bene, perché quel
malore non mi piace.

È stata avvelenata?

- Non lo so, ma non amo le coincidenze.
- [Malik] Carlo!

Ho qualcosa sui movimenti bancari
del figlio di Marta.

La sera dell'incontro,

ha prelevato cinquecento euro
da uno sportello a Primavalle

e lì c'è una vecchia pensione.

Michele Lizzetto?

Sorpresa.

Dobbiamo fare due chiacchiere.

Riguardo il tuo trasferimento,
il Questore mi ha chiesto un parere.

Ho risposto che non era il caso.
Dopo quello che hai fatto,

io, a lavorare qui, non ti voglio.

Pensavo che stare qui fosse il modo
più facile per sapere le cose,

perché stando fuori da tutto,
il tempo non passa mai, lo sai.

Io non mi posso più fidare di te.

Almeno fammici parlare.

- Scordatelo.
- Va bene, allora fammi ascoltare.

Conviene anche a te.
Conosco Michele, capisco se mente.

Non ho ucciso io Paolo.

Paolo e Olga sarebbero morti
per colpa sua?

[Carlo dall'interfono] Ti faccio
i complimenti, per essere innocente,

scappi e ti nascondi
come un colpevole.

- Non gli avrei mai fatto del male.
- Da quanto non vi sentivate?

Da quando si era trasferito.

[Carlo] Lo chiami proprio
la settimana prima che muoia?

- Non dirmi che ti mancava.
- Mi mancava, invece.

[Michele dall'interfono] È
rimasto il mio migliore amico,

anche se tutti
dicevano di lasciarmi perdere.

[Carlo dall'interfono] Se avesse
ascoltato questi tutti,

magari adesso
sarebbe ancora vivo.

[Michele dall'interfono]
Voglio trovare anch'io,

il bastardo che l'ha ammazzato.

[Carlo dall'interfono] Diciamo
che gli volevi bene

e non volevi che morisse.

[Carlo dall'interfono] Dimostramelo.

Dimmi com'è andata.

Mi sono fatto prendere la mano.

[Michele dall'interfono]
Ho detto a Santo

di avere uno sbirro di fiducia.

[Carlo dall'interfono] Chi è?

[Michele dall'interfono] Santo Mautri,
uno poco più grande di me.

[Michele] È partito dal niente
e piano piano si sta ingrandendo.

[Michele dall'interfono] Gli ho detto
che di me poteva fidarsi

e che il poliziotto faceva
quello che dicevo io,

ero sicuro
che Paolo mi avrebbe aiutato.

Che cosa avrebbe dovuto fare?

Guidare un furgoncino
pieno di cobret, scarti di eroina.

[Michele dall'interfono]
Doveva portarmi col carico,

dal porto di Ostia a Napoli,
per farci arrivare senza problemi.

Se fermato,
avrebbe tirato fuori il tesserino.

Giusto. Solo che
Paolo ha detto di no.

[Michele dall'interfono] Mi ha dato dei
soldi per tirare avanti un po' di giorni.

Poi mi ha detto che, in caso,
me ne avrebbe dati altri.

Poi non l'ho più visto.

A Santo il rifiuto non è piaciuto.

Non c'era più tempo
per organizzare un trasporto sicuro,

così ha perso il carico.

Poi Paolo è morto,

e mi sono tappato in
quella pensione di merda.

[Michele dall'interfono]
Se Santo mi trova,

finisco pure io
sotto una macchina.

Che cosa c'entra con l'hackeraggio,
le piste false, la morte di Olga?

Quella è una droga
che si vende a pochi euro.

Mautri è uno spacciatore in ascesa,
ma non un genio del crimine.

Concordo,
non tornano troppe cose.

Allora forse c'è qualcosa
che non consideriamo.

Sì, però io mi concentrerei
sul caso Pacena.

Pare che la signora
sia fuori pericolo, la dimettono.

Va bene.

- [Marco] Cantabella!
- Sì.

Chiama Monaschi della Mobile e dagli
tutto ciò che sappiamo su Lizzetto.

Digli che è un regalo
del Commissariato Monti.

Perfetto.

- Tu vieni con me.
- Io che cosa faccio?

- Niente, Marta.
- Portami con te.

L'unico legame rimasto tra Olga
e Paolo sono quelle telecamere.

Da lì non esce fuori niente,
già lo sappiamo.

Tuo figlio viene investito e poi
si spengono le telecamere. Perché?

Volevano che vedessi.

Hanno procurato
l'interruzione di corrente.

Come sapevano che saresti stata
davanti al monitor in quel momento?

Paolo in macchina chiede a Francesco
di essere lasciato dal fioraio.

In un SMS, mi dice
di guardarlo dalla telecamera.

Hanno hackerato anche il telefono
tuo e quello di tuo figlio.

- Questo non lo sappiamo.
- Scopriamolo subito.

Capiamo se qualcuno voleva morti
sia Paolo che Olga dall'inizio.

Devo andare a casa.
Devo prendere il telefono di Paolo.

[Marta] Grazie
per avermi permesso di venire.

Niente di speciale.

Dopo che ho riportato il telefono,
ti va se beviamo qualcosa insieme?

No, Marta. Stasera
preferisco cenare con Cristina.

Ok, giusto.
Ehm... Buona serata, allora.

Buona notte.

[voci dalla TV]

[campanello]

Sì?

Quando hai detto
che non vuoi stare con lui,

volevi dire
che vuoi stare con me?

- Anche.
- "Anche".

Beh...

È una bella risposta, mi piace.
Se un giorno dovessi chiederti:

"Alba, vuoi sposarmi?",
tu mi puoi rispondere: "Anche". No?

Sì.

[musica in sottofondo]

[Carlo] Questa è la richiesta
di trasferimento di Marta.

L'ho respinta.

Non devi restare con me
solo perché siamo sposati.

Io resto con te
perché è con te che voglio stare.

[Nusco] Tutti e quattro hackerati...

Era la stessa applicazione nascosta
su tutti e quattro.

Il primo è stato quello di Paolo.
Gli altri subito a ruota.

Hai capito da quanto tempo?

No. Purtroppo questo è molto bravo.

Si è fatto tardi, vai a casa.
Finisco io qui.

- Posso restare.
- Tranquillo, finiamo domani.

Bene, buon riposo. Grazie.

Forza...

Cazzo, anche il mio.

- Buongiorno.
- Buongiorno.

[suoneria telefono]

[suoneria telefono]

[suoneria telefono]

[Malik] Sì? Muzo non è ancora arrivato.
Può dire a me.

[Cinzia] "Era di mia madre,
vorrei che lo avesse mia figlia."

[Malik] Bene. Ma da quanto tempo?

- [Malik] Ho capito.
- [Marco] Ciao.

- Ok, grazie.
- Nusco ha chiamato?

- No, non si è fatto sentire.
- Lo chiamo?

No, non avrà finito, ma se chiama,
passatemelo, ovunque io sia.

- Chi era?
- La Scientifica.

Avevi ragione. Alina Pacena
era intrisa di tallio da settimane.

Quindi Zimpanelli ha bevuto l'acqua
per sbaglio. Puntavano ad Alina.

Non ci sono riusciti per miracolo,
dopo due settimane a quelle dosi.

Due settimane, hai detto.

È vero, due settimane fa,
è stato Fabio a lasciare me.

Non l'ho detto prima perché...

Certo. L'ha lasciata per una
con quasi il doppio dei suoi anni.

- La cosa l'avrà fatta arrabbiare.
- Sì, ma io non ho fatto niente.

L'aveva lasciata per Alina Pacena
e quindi ha cercato di avvelenarla.

Sali di tallio nell'acqua
che ordinava al Club.

Allenamenti, saune, pranzi...
Aveva parecchie occasioni per bere.

Che cosa dite?
Io manco so che cos'è il tallio!

L'ha trovato al Club?
Un avanzo di topicida?

- Sentite, io...
- Carlo, dovresti salire un momento.

- Sono stato io, gliel'ho detto.
- Basta, Dante. Non è vero.

Sai che cosa non è vero?
Che mi andava bene tutto, Alina.

Avevo troppa paura di perderti
per oppormi.

Si rende conto della gravità
di quello che sta dicendo?

Certo, ma avete arrestato
quella povera cameriera

e non deve pagare per le mie azioni.

Perché uccidere sua moglie?
Non poteva divorziare?

Non volevo perdere Debora.
Non sono davvero suo padre.

Mi può dire come e dove
ha reperito i sali di tallio?

Li tenevo per i topi.

Quindi a casa sua
ne troviamo una confezione?

- No, li ho finiti.
- Mi descrive la confezione?

- Non saprei, non c'ho fatto caso.
- Dove la teneva?

Sarà facile stabilire se ci sono
tracce di tallio, ovunque indicherà.

Quindi ci pensi bene.

Perché sta mentendo?

Forse so io il perché.

È stato comprato del tallio

con la carta di credito
del signor Pacena, due settimane fa.

Visto? Che le dicevo?

Sì, ma da' un'occhiata
alle altre spese.

[Carlo] La lista della spesa è lunga.

Orecchini, scrub per il
corpo, intimo donna...

Devo andare avanti?

[Malik all'interfono] Usavi tu la carta
di credito intestata a tuo padre, vero?

Sei stata tu a comprare i sali
di tallio per avvelenare tua madre.

Non volevo
fare del male a quell'uomo.

[dall'interfono] Ero sicura
che mia madre sarebbe morta presto.

[Malik dall'interfono] Quali problemi
avrebbe risolto la morte di tua madre?

Tutti.

Quindi se uno ci crea problemi,
lo eliminiamo?

Prima di Dante,
con lei era un inferno.

Mi trascinava da un posto all'altro.
Niente soldi, casa, scuola.

Dietro a uno che ogni volta
era "quello giusto".

Poi è arrivato Dante.
Lui era perfetto per noi.

[Debora dall'interfono] Era il padre
che non avevo avuto, ma anche con lui,

ha fatto casini.

Non so quante volte l'ha tradito.

Volevi ucciderla
per proteggere tuo padre.

Sono dieci anni che prego
che non scopra i suoi tradimenti.

[Debora dall'interfono]
Qualche settimana fa,

Zimpanelli le ha chiesto
di scappare con lui.

Non volevo che mi portasse via
dalla nostra casa e da mio padre.

Lui mi avrebbe lasciato andare.
Mica sono sua figlia, no?

Sai una cosa?

Avresti dovuto fidarti di più
di tuo padre.

Non è così che funziona.

Se sei sua figlia,
sei sua figlia e basta.

Quindi Pacena ha letto
il resoconto della carta,

ha capito e ha cercato
di proteggere la figlia.

Che follia, quella ragazzina.

- [Dante] Ci penso io.
- Ok.

- [Malik] Vado. A dopo.
- [Cinzia] Ciao.

Ehi. Senti,
te lo devi riprendere, mi dispiace.

Non posso. Anzi, non voglio.

Sarò stato uno stronzo, ma voglio
prendermi le mie responsabilità.

No.
Ti devi prendere solo questo regalo.

Mi spiace per i tuoi sensi di colpa,
ma noi non stiamo ai tuoi comodi.

- Che cosa succede?
- Non sono affari tuoi.

Mi sa di sì, invece.
Che cos'è questo coso?

- Non è per te!
- Levati.

"Era di mia madre.
Vorrei che lo avesse mia figlia."

Vaffanculo, Lisi!
Hai rotto il cazzo!

- [Marco] Sto coglione...
- [Cinzia] Marco! Per favore!

Piano, eh. Ahia!

Non dire niente.

Emma è tua figlia.
Perché tutto sto casino?

Io so che è mia figlia.

- Se però riesce a togliercela?
- Non ci riesce.

Diventerebbe "Emma Lisi",
non si può sentire.

Neanche che nel mio Commissariato
due uomini fanno a cazzotti

invece di fare squadra.
Ti dovrei far trasferire, lo sai?

Se la vostra storia mi crea casini,
io, di casini, ne ho già abbastanza.

- Devo dirle una cosa.
- Tu non mi devi dire niente.

Non c'entra con questo casino.
Stavo cercando di contattare Nusco.

L'ho cercato anche in ufficio,
ma non si è proprio presentato.

All'inizio non rispondeva
e adesso ha il telefono staccato.

Tutto qua.

[sirena allarme antifurto]

[sirena allarme antifurto]

[sirena allarme antifurto]

[sirena allarme antifurto]

[sirena allarme antifurto]

[uomo] Scusi!
Ha bisogno di qualcosa?

[cessazione sirena]

- Oh!
- A me lo dice? Giorno e notte così.

Dicono che c'è un contatto
che risolvono, ma...

- Lei conosce il dottor Nusco?
- Sì, certo.

- L'ha visto tra ieri e oggi?
- No, ma abbiamo orari diversi.

- Non ci incontriamo spesso.
- Ok, grazie.

[sirena allarme antifurto]

- Io farei un sollecito.
- Eh...

- Pronto, Carlo.
- [Carlo] Ciao, Marta.

- Ciao.
- [Carlo] Dimmi.

[campanello]

- Grazie di essere venuto.
- Che cosa volevi dirmi?

Niente.
Volevo chiederti scusa

per averti mentito su Napoli
e tutto il resto.

Va beh, ormai è andata.

Avevo voglia di vederti.

Da sola sono persa, Carlo.

Non l'avrei mai pensato, invece...

È tutta la vita
che risolvo le cose da sola.

È solo
che prima non c'era questo vuoto.

[Carlo] Penso sempre
a ciò che è successo,

ma tu non mi fai capire chi sei.

Sono una che ha perso tutto.

Non so mai se mi dici la verità
o che cosa ti passa per la testa.

Mi passa di tutto per la testa,
è che tu riesci a calmarmi.

Mi fai sentire protetta, è una cosa
che non conoscevo e mi piace tanto.

Pensavo di non averne bisogno,
invece lo voglio.

- Resta qua.
- Non posso, Marta.

Perché se resto, tutto quello che ho detto
su di me, su di noi, sulla mia vita,

non ha più senso.

[musica di tensione in sottofondo]

[sirena allarme antifurto]

[urlo di dolore]

[sirena allarme antifurto]

Mi dispiace.

[suoneria telefono]

- Pronto?
- [Nusco ansima al telefono]

[dal telefono la sirena dell'antifurto]

Pronto?

- Carlo...
- Nusco, sei tu?

[dal telefono la sirena dell'antifurto]

È Nusco.

Che cosa succede?

[sirena allarme antifurto]

Prova a richiamare quel numero.

[la sirena smette di suonare]

[suoneria telefono]

- Squilla.
- Sì, lo sento suonare.

- Viene dal garage!
- Andiamo!

[Carlo] Nusco!

Chiama un'ambulanza.

È morto.