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Quattro metri e mezzo al secondo.

Per bagnarsi di meno, bisognerebbe
percorrere quattro metri al secondo.

Da piccola pensavo che se camminavo piano,
la pioggia mi prendeva solo in testa.

Però per più tempo.

Invece se andavo veloce, le gocce
mi arrivavano dappertutto e mi bagnavo.

Però per meno tempo.
Non sapevo mai cosa era meglio.

Posso?

Se VP, sta per la velocità
delle gocce di pioggia,

e VM per la nostra velocità media,

se andiamo a sei chilometri orari,

ci vorranno circa 23 minuti
per essere zuppi.

Se aumentiamo la velocità
a dieci chilometro orari,

riduciamo il fattore di inzuppamento
del 40%.

Se aumentiamo la velocità,
il fattore dì inzuppamento va a diminuire.

Comunque,

la soluzione migliore rimane
l'indianino dietro l'angolo.

Quattromila lire, problema risolto.
- Grazie.

Prego.

- Io devo andare di qua.
- Io di là.

- Vuoi.
- Questo è tuo.

Quante possibilità ci sono?

- Per che cosa?

Tu che sei forte con i numeri,

quante possibilità ci sono
che ci rincontriamo?

È una percentuale così bassa
che viene definita irrilevante.

Ciao.

Ciao.

Buon caldo a tutti!

Oggi in Rete ho trovato questo:

"Non contare i giorni,
ma fai in modo che i giorni contino."

È un bel modo per iniziare
questa domenica mattina.

Che vuol dire PLIV?

Pantaloni lunghi invernali velluto.

Puoi scendere un secondo?
Mi serve una mano.

- Odio gli anniversari.
- Lo so.

Vieni.

Soffia.

- Amore mio.
- Buongiorno.

- Hai lavorato tutta la notte?
- Sì.

Cose buone?

Sì.

Vuoi un caffè?

Capo.

Voglio fare un fumetto sui supereroi.

- Non sei l'unica.
- Lo so.

Però i miei sono speciali.

Che hanno di speciale?

Stanno insieme.

Che fanno?

Stanno insieme.

Coppie.

I veri supereroi, oggi, sono loro.

Sono separato.

Ok...

Dai, mi piace. Comincia a lavorarci.

Sì.

Grazie.

Ciao.

Ciao.

Perché non mi hai chiamato?

Hai calcolato male
il fattore inzuppamento.

Il numero si è cancellato.

Allora? Come ti faccio?
Tra dieci, 20 o 50 anni?

- Il prezzo è lo stesso.
- Come sono adesso.

Io disegno le persone
come diventano da vecchie.

Adesso.

Per favore.

Hai paura di vedere come sarai?

Non mi interessa.

Voglio sapere come mi vedi ora.

Va bene.

Gira la testa.

Guardami negli occhi.

Che è?

Sei strano.

Tutti sono strani visti da vicino.

Potresti essere un fumetto.

Da vecchio come mi avresti disegnato?

- No, Anna! Sono in affitto qua.
- Dai!

È bello.

Tu come ti vedi da vecchia?

Preferisco vedere gli altri.
Dov'è il bagno?

- Non c'è la chiave?
- Non c'è.

- Chi è Drusilla?
- Sono io, quando disegno.

- È un po' grande, però per dormire...
- Io non dormo qui.

- È tardi.
- Non dormo qui.

- È notte fonda.
- Sì, ma non posso.

Perché?

C'è qualcuno che mi aspetta.

Non è ragionevole.

Eh?

Dico, non è ragionevole.

Ciao.

Buonanotte, Anna.

- Buongiorno.
- Buongiorno.

Scopa con i calzini.

Che dicono i tuoi manuali?

È un nudo fobico.

Le mutande se l'è levate.

Meno male!

Chiudi il tuo letto, per favore?

- Ti aiuto.

Sono stata bene.

Grande novità!

- Perché non sei rimasta?
- Non voglio lasciare roba in giro.

Che ti frega?

Ho detto che c'era qualcuno
che mi aspettava a casa.

Gli hai detto che hai un altro?

Ma, no.

E lui?

E lui ha detto: "Non è ragionevole".

Che si adatta a tutto quello che fai.

E, poi?

Poi mi ha detto: 'Buonanotte'!

- Acido?
- Dolce.

Dolce?

A me uno così, mai!

Fatti una domanda.

- Quindi?
- Voleva andare via, Vittorio.

Tu volevi che restasse.

Io volevo che stesse bene.

- Alla terza.
- Che cosa?

Questo. Elevato alla terza.

Mi piacerebbe vederti con una donna.

Stai solo da troppo tempo.

Il tempo non esiste.

Certo.

Ehi!

Guarda qua.

Eccolo.

Che dici?

- Fa strano.
- Strano bello o strano brutto?

Strano, strano.

- Un sacco di persone lo vedranno.
- Speriamo tante.

Dai, leggi.

"Tanti auguri a noi.

Tanti auguri a noi."

Peccato che non sono dieci anni'.

- Come non sono dieci anni?
- Vai avanti.

Certo, eccomi.

"Dipende da dove inizi a contare."

Questa è la copertina del secondo numero.

Ogni numero è una missione diversa.

Ogni missione un ostacolo da superare
per restare insieme.

Può essere la noia, i figli,
il lavoro, i silenzi.

- Ho materiale per fare cento numeri.
- Certo.

Il prossimo è il sesso.

Quindi missione impossibile
fare l'amore dopo dieci anni.

Impossibile.

Quasi impossibile.

Il tempo non esiste.

Il tempo ha solo un'esistenza matematica.

Il tempo non è una dimensione
nella quale viviamo,

ma nella quale pensiamo.

Quindi la distinzione tra passato,
presente e futuro è un'illusione.

Illusione persistente, ma illusione.

- Non sono io a dirlo, ma è?
- Einstein.

Grazie.

Prima di lui,

tempo e spazio erano separati.

Dopo di lui, diventano una cosa sola.

Anna Malatesta,

ma l'amore fa così paura
da dover essere affrontato dai supereroi?

L'amore no, il tempo che passa, sì.

Prego.

Che rapporto c'è tra Drusilla,
il suo primo fumetto, e Anna?

Drusilla è cresciuta,

o almeno ci sta provando.

Quindi Anna è Valter ego.

Però, Marco chi è?

Marco è un personaggio di fantasia.

D'altronde com'è possibile
un tipo così assurdo?

Al centro del fumetto c'è la difficoltà
di resistere al tempo che scorre.

Dopo quanti anni
si diventa supereroi in una coppia?

Non esiste un tempo.

- Ognuno ha il suo.
- Lei è figlia d'arte.

I suoi genitori
sono stati una coppia di supereroi?

Diciamo che,
mia madre aveva il dono dell'invisibilità,

mio padre, direi, la super velocità.

È sparito ancora prima che io nascessi.

Quindi sì, i miei genitori,
erano due supereroi.

La stabilità in relazione alla coppia
quanto è imprescindibile?

Una coppia è tale se dura,

altrimenti sono solo due persone
che stanno insieme.

Sofia,
non volevo fare male a nessuno!

Invece hai fatto male a me.

Pensavo che noi non eravamo così.

- Questo pensiero mi scaldava il cuore.
- Noi non siamo così.

Io non sono così.
Tu sì e mi fai schifo!

Lei è andata via dicendo:

"Ho parcheggiato la macchina
in Via Bonfanti davanti al fioraio.

Ho lasciato le chiavi all'ingresso".
Che modo è di lasciare una persona!

Io sapevo dov'era la macchina.

Ero stato dal fioraio poco prima
per comprarle una cazzo di rosa

per attenuare il senso di colpa
per una scopata del cazzo,

- con una francese di cui non mi frega.
- Abbassa la voce.

Arrivederci.

Ho perso Sofia, Marco!

Il mio amore.

L'ho persa, vero?

Sì, probabilmente.

Sì.

- Permesso?
- Ehi.

- Hai finito tutto qui.
- Devo solo chiuderli.

- Tu?
- Quasi fatto.

Come stai? Sei pronta?

Non so niente.

Sono svegliata dalle cinque.
Vuoi il caffè?

No, grazie.

Vediamo.

Qual è il test più indicato
per l'angina da sforzo.

ECG da sforzo.

Cos'è lo scompenso cardiaco.

Il cuore non genera
una portata cardiaca efficiente.

Quanti battiti raggiunge il tuo cuore
quando mi vedi.

Stupido!

- Sai tutto.
- Ho ansia.

È l'ultimo esame. È normale.

Sai che mi mette tristezza?

Perché?

Perché non sarò più una studentessa.

Sarai un medico.

Io non vedevo l'ora di laurearmi
per iniziare a lavorare.

Lo so, però...

tutto questo non ci sarà più.

Perché sorridi?

Ci sarà qualcosa di meglio.

Credo.

Potevi dirmelo.

Cosa?

- Del calzino.

L'avrei levato.

Come stai?

Disegno su una scatola di corn flakes
accanto alle calorie,

ma sono contenta. Insomma...

sempre meglio di niente.

La fisica?

A parte bagnarti meno quando piove,
a che serve?

A capire i perché.

- Di che cosa?
- Di tutto.

Dì tutto! Anche delle emozioni?

A volte, sì.

Vedi!

Forse dovevo studiare fisica.

Ora ti dico una cosa.

Il mese dopo che ci siamo visti,

ho avuto un ritardo.

No, non è stato niente.
Però per un attimo, panico.

- Perché non melo hai detto?
- Che te lo dicevo a fare?

Sarei stato papà per qualche ora.

Saresti stato terrorizzato,
per qualche ora.

Sì...

o magari no?

Questa è la mia fermata.

Ciao.

Ciao.

- "Caviglia slogata."
- Vai, amore.

- Per quanto stai in Cina?
- Sei mesi.

- Sei mesi sono tanti.
- SÌ, ma è importante.

È impossibile imparare il cinese
se non ti trasferisci lì.

Mi verrai a trovare.

- Tutti i fine settimana.
- Deficiente!

- Ci concentriamo?
- Sì, scusa.

Io sono lo specialista in storte.
Ti salverò la vita, amore.

- Grazie.

- No!
- Campione!

Io cercherò una casa più grande,
Così quando torna, viene a vivere con me.

- Noi l'abbiamo trovata a Isola.
- Quando traslocate?

Quando traslochiamo?

Se lo chiedi a lui,
ti dice che il tempo non esiste.

È così. Oggi ho chiuso l'ultimo scatolone.

Certo.

- Tocca a Pilar.
- Che ho?

- Farfalle nella pancia.
- Vai.

Siete pronti?

- Andiamo!
- Grande!

- A chi tocca?
- A me.

"Cuore infranto."

Fai piano. Se sbagli, porta male.

Concentrazione.

- Piano.
- Silenzio.

Fuori classe!

Amore, hai chiuso gli scatoloni?

Ieri hai giurato.

Ho fissato con la ditta di traslochi
per lunedì mattina.

Prendono prima i miei, poi i tuoi.
Ricorda di fare la voltura della luce.

Io ho sentito il tipo della cucina
e più tardi prendo le misure del divano.

Sono distrutta.

Ci pensi che lunedì sera
dormiamo nella casa nuova?

- Posso aiutarti?
- No, grazie. Dammi...

- Hanno suonato, vai.
- Tullia, vai tu?

Vado.

- Un po' di pepe?
- No, grazie.

- Alici?
- Amore, vai a versare il vino.

- Lui è Walter.
- Ciao.

- Piacere, Walter.
- Piacere, Laurene.

Vittorio.

- Come stai?
- Buonasera.

- Buonasera.
- Ti aiuto?

- Che hai preparato?
- Risotto burro e alici.

- Facciamo un brindisi?
- Sì. A Walter?

Grazie.

Che tu resista almeno una settimana
con Tullia.

Deficiente.

- Scherzo, almeno un mese.
- Sarebbe un record.

Grazie, amici.

- Un brindisi alle coppie che durano.
- Bello!

Ad Anna e ai suoi supereroi,
che possa vendere un milione di copie.

Anna e Marco durano da oltre dieci anni.
Invece del figlio, hanno fatto un fumetto.

- Complimenti.
- Grazie.

Anche noi abbiamo un brindisi da fare.

- Sì.
" Vai.

Anche noi volevano fare un fumetto,
ma siccome non sappiamo disegnare".

No!

Sì. Siamo al terzo mese.

- Auguri!
- Auguri!

Auguri, amore.

Cavolo, mi dispiace.

Non fa niente.

- Pronto?
- Tullia.

Anna, dove sei?

- Sono a Marrakesh.
- A fare che?

Eravamo sui Navigli,

ho visto una lampada
che mi piaceva tantissimo.

Lui mi ha portato qui a prenderla.

Ikea, no?

Abbiamo dormito insieme.

- Com'è andata?
- Male.

Come male?

Poi mi dici che c'è di bello
a dormire con qualcuno.

Stanotte andrà meglio.

Dov'è il bagno?

Sei con qualcuno?

- No, nessuno.
- Come si chiama?

- Ugo.
- Non andate in camera mia.

Sentì questa! Perché dovremmo andarci?

- Perché c'è il matrimoniale.
- Allora?

- Pronto?
- Pronto? Anna?

No.

Vieni.

- Grazie.
- Prego.

Sono stato bene in questi giorni.

Anch'io.

Io sono felice di noi.

Però mi sembra che Viaggiamo
a due velocità differenti.

Io ti vedo presa da questa storia.

Un po' troppo presa.

Ah...

- Te ne sei accorto.
- Sì.

A me fa anche piacere.

Stai diventando un po' appiccicosa.

Piano a fare progetti.
Lo dico per me, ma soprattutto per te.

Stai pensando al matrimonio.

Abbiamo fatto l'amore, mi devi sposare.

Poi arriveranno la casa, i mutui.

Io vado pazza per i mutui.

Poi, Anna, te lo dico sinceramente.

Io non sono pronto per un figlio.

Come un figlio?

Pensavo a dei figli.

- Tipo?
- Almeno tre.

Non con me.

Si vede così tanto?

Sì.

No.

Ok, vieni.

Grazie.

- Chi vuole un caffè?
- Magari.

Io un succo.

Marco.

Pilar?

- Ciao.
- Ciao.

- Come stai?
- Bene. Vittorio!

Che fate qui?

- Sono diventato papà.
- Che bello!

- Tu invece?
- lo tutto bene.

Lavoro qui, sono cardiochirurgo.

Cardiochirurgia. Le mie interrogazioni
che ti hanno portato bene.

- Dovrei fare un controllo al cuore.
- Da quanto?

Un anno.

Vieni da me.

Io lavoro anche in ospedale.
Ti faccio un check-up.

- Segnati il mio numero.
- Sì.

- Fai tu?
- Sì.

Tu figli? Fammi indovinare. Tre, quattro.

Niente figli.

- Per ora soltanto una specie di zio.
- Vabbè...

- Chiamami.
- ok.

- Mi raccomando.
- Sì.

- Io scappo.
- Ciao.

- Ciao, papà.
- Ciao.

- Pensi mai se fossi rimasto con Pilar?
- No.

- Io ci penso sempre.
- A me e Pilar?

Questo figlio,
avrei voluto farlo con Sofia.

Con Laurene è successo.

Io non lo volevo, lei sì.
C'è sempre qualcuno che subisce.

Stavolta è toccato a me
perché io ho fatto il casino.

Sì.

Adesso il casino sta qui,
in braccio a tua moglie.

Sorridi, vai.

Ehi!

Allora che cosa è successo?
Guarda.

Bello!

Bravi!

Io odio. Sì, sì.

Odio con tutte le mie forze

chi dice che gli errori
servono a migliorarti,

che ti aiutano a crescere.

Venite, vi faccio fare un giro
nella mia vita.

Vi renderete conto di quanto
gli errori non servano a niente.

Tutto è cominciato quando avevo 23 anni.

Me lo ricordo come se fosse ieri.

Non ho capito questa risata.
Non era il secolo scorso.

Ero andata al supermercato
a comprare il latte.

Alla cassa trovo due file.

Una con tre carrelli,
l'altra con due, ma pienissimi.

Scelgo la prima.

Da quel giorno,
la mia vita non è stata più la stessa.

Non perché ci ho messo un'ora in più,

ma perché ho vissuto due anni
con il cassiere.

Quella è stata la prima
di una lunga serie di errori

e di uomini,

che più o meno sarebbero la stessa cosa.

- Complimenti, mamma, davvero bello.
- Sì, ridevano tutti.

Grazie.

Volevo dirti che sono felice
perché mi hanno pubblicato.

SÌ?

- Sì, è una striscia...
- Quanti siete!

- Elena.
- Sì?

- Buonasera.
- Buonasera.

- Ci stanno aspettando.
- Arrivo.

Ragazzi, vi direi dì venire con noi,
ma vi risparmio una cena noiosissima.

Non per Umberto che è meraviglioso.
La prossima volta te lo presento.

- Anche con te, Franco...
- Marco.

- Avremo tanto tempo per parlare.
- Sì.

Tesoro, lunedì parto per la tournée.
Quando torno, stiamo un po' insieme.

Tanto te la cavi benissimo da sola.

- Sì.
- Ciao, ragazzi.

- Arrivederci.
- Complimenti.

- Grazie.
- Merda, mamma.

- Questo lo lasciamo qui.
- Sì.

"Che ci fanno le grucce di ferro
nell'armadio? Non le voglio!"

- Che cos'è?
- Mammina cara, il film.

- Non lo avete visto.
- No.

C'è Faye Dunaway che fa una paura!

- In confronto tua madre è un angelo.
- Vi farei conoscere mia madre.

- Eviterei, amore.
- I miei sono morti.

Avevo 14 anni.

Hanno acceso la luce della sala da pranzo,
è esploso tutto.

Fuga di gas.

Scusate. Era per dire,
sempre meglio la mammina che niente.

Niente bombola del gas a casa nuova.

C'è una possibilità su 36 milioni.

Quindi andate a vivere insieme?

Quando pensavi di dirmelo?

Guarda che abbiamo deciso oggi.

Oggi decidi che vai a vivere con qualcuno.

Ne abbiamo parlato.
oggi Ugo ha trovato una casa che va bene.

- Avete già trovato casa?
- L'ha trovata lui.

Che ti salta in mente?
Da quanto lo conosci?

- Tre mesi.
- Appunto.

A te non viene mai voglia di buttarti?

- Di provare quella sensazione di.
- Di panico?

No, di libertà.

Mi hanno ripreso per i capelli.
Tre ore e venti di operazione.

Hai avuto dei postumi?

La barba, non l'ho più tagliata.

Comunque no, almeno così mi hanno detto.
E passato tanto tempo.

Sdraiati.

Allora? Come sta il mio cuore?

Il cuore è un organo sopravvalutato.

Non era il cervello?

Vieni sulla cyclette.

Inizia a pedalare.

Negli anni ho capito
che sono entrambi sopravvalutati.

Ora stimo di più altri organi.

Giusto, il mio preferito è il pancreas.

Il mio è la milza.
Lavora in silenzio, pulisce il sangue.

Fa il suo, senza fare il fenomeno.

Scendi.

Nella mia classifica,
prima la milza e poi il cuore.

Però lo ascolti.

Per lavoro.

- Nella vita privata.
- Ascolto la milza.

Rivestiti. Il cuore sta bene.

Magari più in là fai un eco cardio.

- Grazie per L'allegro Chirurgo.
- Prego.

- Dove lo hai trovato?
- E saltato fuori nell'ultimo trasloco.

Anche noi stavamo traslocando.

Io vivo ancora in quella casa.

Mio marito ha voluto ristrutturarla.

Non avevo capito che fossi sposata.

Ero sposata.

Tu?

Io è come se lo fossi,
ormai sono tanti anni.

Sempre lei?

Ti imbarazza?

Perché stavamo per andare a vivere insieme
e mi hai lasciato per lei.

Infatti non mi imbarazza.

Sai qual è la cosa più triste?

Ti avevo preso i biglietti per la prima
di Love Actually quella sera.

Mi dispiace.

- Però bello, no?
- Non lo so.

Li ho regalati
e non l'ho più voluto vedere.

Non era niente di che.

Vuoi altro vino?

Ventitré secondi.

- Di solito io faccio questi calcoli.
- Dopo quanti secondi è preoccupante?

- Dipende.
- Da che cosa?

Dal tipo di silenzio.

Quello della routine,
quello della calma, quello della noia,

- quello della complicità.
- Il nostro qual è?

- Quale ti fa paura?

Non è quello.

Possibile che non ci sia niente
sotto i mille euro?

Eccolo qua.

"Bilocale ristrutturato,
600 euro comprese le spese."

- Dove sta?
- Quarto oggiaro.

È lontano. Posso guardare?

- Questo è perfetto, Città Studi.
- Vicino a te.

"Arredata, luminosissima, ampio soggiorno,
due camere, balcone."

- Chissà quanto costa.
- I primi due mesi gratis.

Come gratis.

Poi se ti trovi bene,
mi paghi metà dell'affitto.

- Deficiente.
- Perché non vieni da me?

No, no.

Tra poco andiamo in vacanza.
Non ha senso trovare...

Non è possibile.

Dopo Pestate ti rimetti a cercare.

Ci pensi?

- Convivi con un uomo per la prima volta?
- Non usare quella parola.

Coabiti.

Vedrai, mi ringrazierai. Sorridi.

- Ciao.
- Ciao.

Vieni.

Vieni, disfiamo le valigie.

Perché disfarle? Tanto partiamo per Ponza.

Partiamo tra due mesi.

- Io dove disegno?
- Il tavolo della cucina è tutto tuo.

Ho fatto mettere la chiave al bagno.

E quelle di casa per te.

Mi hai preso i biscotti al cioccolato?

Sì.

Bene.

Ti porto a vedere una cosa.

Vieni.

Dai!

Papà mi ha fatto scoprire questo posto.

Ogni estate mi diceva:
"oggi ti porto a vedere un posto segreto."

Questo è stato l'ultimo.

Poi aggiungeva: "Non dirlo a nessuno."

- Tu l'hai mai detto a qualcuno?
- Sì.

Ho anche fatto l'amore una volta qui,
tanto tempo fa.

Vaffanculo!

Anna, perché non mi parli?

Che ho detto?

Mi parli delle tue ex
mentre stiamo in un posto stupendo!

Lo hai chiesto tu.

- Adesso ti parlo delle mie storie.
- Non te l'ho chiesto.

- Peccato.

- Ci sono cose molto interessanti.
- No!

- Tipo che cosa?
- Vuoi sapere o no?

Quanto è durata la tua storia più lunga.
Niente dettagli, solo un numero.

Uno? Uno che?
Un mese, un anno?

- Hai presente la prima notte con te?
- Sì.

Più o meno tutte così.

Una notte?

Neanche intera.

Quindi tu non eri fidanzata.

Guarda questi!

Com'è buono!

Era come una voce che mi ripeteva:
"Fai un figlio, fai un figlio".

Dopo i trent'anni,

l'organismo bussa in continuazione.

Lo ripete tutti i giorni. Bam, bam, bam.

Alla fine non sei neanche tu a scegliere.

Però ho scelto Vittorio, lui sì.

Devo dire che...

a volte,

quando conoscevo un uomo,

non mi chiedevo se mi piaceva o no,

Mi chiedevo solo
se poteva essere il padre di mio figlio.

Sembra brutto?

- Lo so.
- No, c'è di peggio.

Così neanche te ne rendi conto.

Tu lo faresti?

Non rispondere subito, pensaci bene.

Tu ora, in questo momento,
stanotte, lo faresti?

Realizza un attimo.

Il prossimo anno, in questo posto,
noi saremmo in tre e staremmo come loro.

E non tifa paura.

No, fermo. Non devi rispondere a me,
ma a te stesso.

Dai, immagina.

Provaci.

Ogni dettaglio.
Pianto, pannolini, cacca, insonnia.

Chiudi gli occhi.

Chiudi gli occhi! Dimmi un po'.

Sì, lo farei.

No, non lo farei.

- Piano.
- Dai.

Non c'era il supereroe ubriaco?

- Sì.
- Hancock.

- Però lui salvava il mondo.
- Io salvo me stessa.

- Io sceglierei il superpotere di volare.
- Io il teletrasporto.

- Bello.
- Io viaggiare nel tempo.

Tornerei al liceo per godermela.

Mi sono angosciata
e rovinata cinque anni di vita.

Ridatemi i 18 anni
e vi faccio vedere che combino.

Cosa non hai combinato?

Il senso di colpa mi ha rovinato tutto.

Pensa se non lo avessi avuto!

Anch'io vorrei viaggiare nel tempo.

Andare avanti, indietro e incontrarsi
tante volte come se fosse la prima volta.

Oddio, che fatica!
Pensa a conquistarti ogni volta.

Non ci hai messo molto, mi pare.

Scusate.

Che ne sai?

Se ci incontrassimo domani,
magari neanche ci guarderemmo.

Veramente?

Noi? Che dici?

Io penso di sì.

- Che ne sai? Come fai a dirlo?
- Sono d'accordo con Vittorio.

Cambiamo atteggiamento
a seconda del momento,

anche a distanza di poco tempo,
dal mattino alla sera.

Ti alzi al mattino ti girano,
ti passa uno davanti neanche lo vedi.

Magari lo incontri la sera stessa
e ci finisci a letto.

- Stai personalizzando un po'.
- Un po' troppo.

Basta con questa storia
delle due metà della mela.

Uno incontra l'uomo o la donna della vita
per caso.

Perché prendi l'autobus in ritardo o vai
a una festa dove neanche volevi andare.

- Casualità.
- Destino.

- Casualità.
- Si chiama destino, Vittorio.

Chiamalo come vuoi,
il risultato non cambia.

Cambia dopo.

Quando ti chiedi se sei felice
di essere andato a quella festa

o riparato sotto quel portico,

se avesse smesso di piovere poco prima
non ti saresti conosciuto.

Se la risposta è sì,
il caso diventa destino.

Grazie.

E tu?

Sei felice di essere venuto
a quella rassegna di cinema francese?

No!

Grazie, amore.

Ti hanno visto bere
a una fontana che non ero io

Te ne sei andata via con la tua amica
quella alta, grande fica

Poi mi hai detto poveretto,
il tuo sesso dallo al gabinetto

Con dolcezza è partita la mia mano

- Vediamo se mi ami davvero.
- Sì.

Vuoi tu Marco
prendere la qui presente Anna,

in amore e povertà...

l'avevo studiata... aspetta.

In fedeltà, in salute e nella malattia
finché morte non vi separi?

Non ci separi, a me e a te.

Non ci separi.

- Non ho detto che puoi baciare la sposa.
- Scusa.

Prima...

devi mettere questo, a me.

Così.

Ora puoi.

Mio padre ha preso la residenza qui
per essere seppellito con mia madre.

Previdente.

Mia madre vuole spargere le sue ceneri...
durante un monologo di Strindberg,

a teatro.

Te lo immagini?

Tu, invece?

Io non muoio mica.

Io voglio diventare un fumetto.

Bello.

Forse dovrei smettere di disegnare.

Dovrei smettere di fare cose infantili,

per avere un figlio.

No, ho paura di sbagliare.

Si può sbagliare anche senza fare nulla.

- Vero, ma è più facile aspettare.
- Sì.

Sì, lo so.

- Che dici?
- E bello.

Quello lo abbiamo anche in questo colore.

È bello anche così.

O cambiando genere.

Carino questo.

O questo qua.

Questo ti sta benissimo. Come si fa?
Mi piacciono tutti.

- Grazie mille.
- Forse il primo.

- Grazie mille.
- Salve.

- Anna, che è successo?
- Niente.

Allora perché sei uscita.

- Dai, per favore!
- Stavamo scegliendo un cappello.

Sì, "Ti sta benissimo".
Sei un deficiente.

La prima volta che ci siamo visti,
avevi il cappello.

A me piacciono da impazzire!

Ho anche pensato,
che se tu non lo vessi avuto,

magari non staremmo insieme.

Magari!

Magari no. Come magari?

Come fai senza di me? Guardami.

Attenzione.

Il prezzemolo.

Laurene mi sembra felice.

SÌ?

No! Vieni.

Dottoressa!

- Come va?
- Buongiorno.

È la dottoressa che ti ha salvato la vita.

Ciao, Marco.

Ciao.

Vi conoscete?

Sì.

Scusate. Ciao.

- Ti opera la tua ex e non melo dici.
- Non lo sapevo.

Come non lo sapevi?

Ero in corna, avevo tubi infilati ovunque.

- Perché non melo ha detto lei?
- Non lo so.

Io me lo ricordo bene.

Lei è venuta a vedere come stavi.

Abbiamo parlato, mi ha portato il Caffè.
Non ha detto nulla. E assurdo.

È strano.

Non è strano, è assurdo.

Comunque dopo ti avrà cercato per dirtelo.

Non mi ha cercato e non sapevo niente.

Non sai mai niente tu!

Che vuol dire?

- Mi prendete in giro.
- Se lo avessi saputo, te lo avrei detto.

Perché non c'è niente di male.

Perché lei non melo ha detto?

Anna, ascolta.

Questa situazione è strana anche per me,

ma è così e io non so che fare.

Non mi credi?

Guardami, non mi credi?

- No.
- Dovresti.

Tu hai i superpoteri solo nei fumetti.

- Io non riesco a.
- Dai!

- Hai cambiato faccia!
- Come?

Ti sei trasformato.

- In che cosa?
- In un coglione!

- Scherzi?
- Secondo te?

Non fare Drusilla.

Lascia il sarcasmo
nelle tue strisce del cavolo.

- Ti piaceva Drusilla.
- Mi piace Drusilla.

Non mi piaci tu quando fai Drusilla.

- Quando mi tratti da uomo qualunque.
- Lo sei quando fai così.

Anna, di' qualcosa.

- Non sai neanche chiedere scusa.
- Come?

Non sei in grado di chiedere scusa.

Stai esagerando, Anna.

- No, tu hai esagerato.
- Ho esagerato che cosa?

- Le avrai pure guardato il culo.
- lo?

- Le hai guardato il culo.
- Sì, gliel'ho guardato.

È la prima volta non ti fidi di me.

- È triste.
- Chiunque penserebbe male.

Dipende.

Vi siete rivisti?

No.

Va bene, ti credo.

Scusa.

Amore, è la nostra seconda notte di nozze.
Non possiamo litigare, cazzo.

Che è questa gelosia? Che cos'è?
E una cosa stupida.

- Davvero le hai guardato il culo?
- No.

Ecco.

- Davvero le mie strisce sono del cazzo?
- No.

- Mi ami?
- No.

Io sì.

Non te ne accorgi
e smetti di parlare o quasi.

Comunicazioni tecniche per lo più.

Silenzi sempre più lunghi
e sempre più normali.

Alla fine ti abitui, ci convivi
e non fai nulla per evitarli.

Forse succede
perché non ci diciamo più la verità.

Mentiamo, ci inibiamo
e quindi ci annoiamo.

Invece la verità non annoia mai.

È sempre sorprendente e in attesa.

Su questo vorrei fare il prossimo numero.

- Il titolo va bene.
- Sì.

- Scurisci un po' il fondo.
- Sì.

- Poi qua aggiungi due balloon?
- Quando mi dai i testi per i balloon?

- Restano vuoti.
- Incomunicabilità di coppia.

Grazie.

Vettorialmente, possiamo enunciare
la seconda legge della dinamica,

se a una corpo di massa M
viene applicata una forza,

questo subirà un'accelerazione.

Questa accelerazione sarà di verso
e direzione coincidenti con la forza.

Quindi F uguale MA. Questi sono vettori.

Chi non mette le frecce,
verrà bocciato all'infinito.

Tornando alla legge di Newton,
o principio di inerzia,

che cosa afferma?

Un corpo mantiene
il proprio stato di quiete

finché non interviene una forza esterna
a modificare tale stato.

Che ne pensi?

Sposterei un po' il bollino di Lucca.

L'intervento della particella A
porterà la particella B

a perdere il suo stato di quiete.

Non lì.

L'accelerazione sarà
direttamente proporzionale

alla forza che A esercita su B.

Quest'anno vado prima
per vedere le presentazioni.

- Basta che ci sei alla mia.
- Certo.

La missione di questo numero
è evitare il tradimento.

Perché evitarlo?
Non è più da supereroi superarlo?

Diciamo che sono superpoteri diversi.

Per evitare il tradimento.

Dimmi.

Serve la super velocità.

- Per superarlo?
- La super analisi.

Che succede quando un supereroe
non riesce a terminare la missione?

Dipende dalla missione.

- Questa, per esempio.
- Questa...

Hai presente Superman con la kryptonite?

Il supereroe si indebolisce.

Se l'esposizione è prolungata,
questa cosa potrebbe anche ucciderlo.

Mangiamo?

- Ciao.
- Amore.

- Spaghetti o rigatoni?
- Non ho farne, grazie.

Bene.

- Ehi.
- Mm?

Perché non viene con me a Lucca?

Stiamo un po' insieme.

Che è successo?

Non mi vuoi mai alle tue cose di lavoro.

Adesso ti voglio.

Queste sono le prime cose che ho fatto.

Ritraevo le persone
come le immaginavo da vecchie.

Perché da vecchie?

Perché non ho un ottimo rapporto
con il futuro.

È un modo per esorcizzarlo.

- A me? Come mi vedi da vecchio?
- Lei è già vecchio.

Potrei farla da bambino...

Scusi, dico sempre le cose
nel modo sbagliato.

Che ne diresti di fare esordire.

Drusilla su Comix?

Una striscia ogni numero.

- Ehi!
- Allora?

Una striscia tutta mia su Comix.

Mensile, libertà sui contenuti,
purché faccia ridere.

Drusilla fa molto ridere.

Racconta, che ti ha detto?

Ha chiesto se ero stronza come Drusilla.

Gli ho detto: "Secondo mio marito,
anche peggio."

Ti sei sposata anche, brava.

Mi è uscito così.

- Facciamo un brindisi?
- Sì. A Drusilla.

A tuo marito, anche.

- Quanta fame hai?
- Tanta.

Che hai? Che succede? Dimmi.

Dimmi, dimmi.

Vai, vai.

- Pronto?
- Malatesta?

Sì, sono io.

- La chiamo per l'appartamento.
- Sì, Via Plinio terzo piano?

Sì. Volevo chiederle...

- Possiamo parlarne domani?
- Certo.

Grazie.

Sai che dà? Mi è passata la fame.

Vieni.

Hai ripreso a cercare casa?

Mi faccio un'idea dei prezzi.

Hai deciso.

- Prendi casa, hai deciso.
- Avevamo detto dopo l'estate.

Un passo alla volta.

Che passo alla volta è questo?

Facciamo un passo avanti insieme,
poi tu ne fai due indietro da sola.

- Non è un passo indietro.
- Non è avanti, Anna.

È quello che voglio.
Che t'importa in che direzione è?

Che cosa vuoi?

Io voglio capire.
Che vuoi? Qual è il problema?

Se c'è qualcosa che non ti piace
nel presente, io provo a cambiarlo.

Se è una tua idea del nostro futuro...

Perché dobbiamo parlare del futuro?

Perché per me il futuro è adesso!

È tra un minuto. È stasera quando vado
a letto e domani quando mi sveglio.

Io voglio farlo con te.

Guardami.

Io non voglio stare senza di te.

Non provi la stessa cosa? Va bene.

È un altro tipo di amore,
non siamo compatibili.

Come si fa?

Io non lo so, tu neanche.

Io così non ci riesco.

Mi dispiace, non ce la faccio.

Grazie.

Ciao. Rachele.

Grazie.

- Anna.
- Anna, pure tu?

Grazie mille.

Ragazzi, scusate, ma per oggi basta.
Tanto domani ci sono.

- Grazie.
- Va bene.

- Io vado.

- Non vieni a bere con noi?
- Non so, magari domani sera.

- Pronto, amore? Dove sei?
- Amore, ciao.

- Ho preso un take away, vado a casa.
- Sei a Milano?

- Speravo che mi raggiungessi.
- Avrei voluto, ma ho fatto tardi.

Ho gli esami da correggere,
non ce la faccio. Scusa.

Vabbè, non preoccuparti.

- Com'è andata la presentazione?
- Molto bene.

- Bene. Tutto ok?
- Sì, sono solo un po' stanca.

Vai a letto presto. Fai una bella dormita.

Va bene, ciao.

Ciao.

Gli scriverò per ringraziarlo.

Che bambola regaliamo a Emily?

Quella che sembra un travestito
o la dominatrice sadomaso?

Anna, siamo qui!

Ehi!

- Ciao.
- Ce l'hai fatta, sei venuta!

Alla fine, sì.

- Vieni qua.
- Grazie.

Intanto bevi questo.

- Scusi, posso avere un altro mojito?
- Lo porto subito.

- Grazie.

- Tutto bene?
- Sì.

- Quante copie hai firmato?
- Tante.

Centoventuno, precisamente.

Sarebbe arrivata a 150,
se non fosse scappata.

Piacciono questi supereroi.

- Sì.
- Marco!

Metti Canale 5.

- Che devo fare?
- Metti Canale 5.

- Quattro del pomeriggio domani?
- Senz'altro.

Fantastico, grazie.

Visto?

Ti va una birra?

Quando, ora?

Sì.

Va bene.

Bello! Passo a prenderti.

Sì, però dammi dieci minuti.

Arrivo.

Grazie.

Di chi stavi parlando?

Ho una cicatrice che mi hai fatto tu
e non lo sapevo.

- Non serviva che lo sapessi.
- Lo dici tu.

Che cambiava?

- Anche soltanto per ringraziarti.
- Volevo evitare questo.

Sono stata male quando ci siamo lasciati.

Hai continuato a occupare tanto spazio
nel mio cuore.

Volevo tirarti fuori con le pinzetta
come facevamo con L'Allegro Chirurgo.

Però non era così facile.

Poi dopo anni mi chiamano
dal pronto soccorso,

corro in sala operatoria...

e ti vedo steso sul tavolo d'acciaio.

Ho pensato al destino.

Ho pensato che doveva esserci un motivo
se eri riapparso.

Poi sono venuta in reparto,
a vedere come stavi,

e c'era una ragazza con te.

Era sempre lì, giorno e notte.
Non ti lasciava mai.

C'era tanto amore in quella stanza
che non sono riuscita a entrare.

Così sono andata via.

Al destino.

Al destino.

Aquaman.

- Gigi, sono ubriaca.

- Lo stesso?
- Sì, lo stesso.

Primo piano?

Quello era il soggiorno,
quella la camera da letto.

Sì e quella è la cucina.

- Con il bancone e gli sgabelli.
- Belli!

- Ti piaceva tantissimo.
- C'è ancora?

No, era orrendo. L'ho cambiata.

Dicevi che ti piaceva.

Eri così contento,

avrei detto qualsiasi cosa.

Com'è adesso casa?

Diversa.

Buonanotte, Marco.

Grazie.

- Posso accendere?
- No, non accendere.

Devo andare in bagno.

- Vai in camera tua.
- Scherzi o sei seria?

Dai, per favore.

Non trovo la giacca.

Te la porto domani.

Che dici? Com'è?

È bello.

Domenica andiamo al lago?

Sì.

- Buonasera.
- Buonasera.

- Potrei avere un test di gravidanza?
- Certo.

Guardo?

Aspetta ancora un attimo, dai.

Mi dici chi è questo?

Nessuno. Dai, leggi, dimmi.

Negativo! Non sei incinta! Negativo.

Allora perché ho le nausee
e i mal di testa?

- È attendibile?
- Non al cento per cento, ma sì.

- Buongiorno.
- Buongiorno.

Che strano uomo avevo io

Con gli occhi dolci quanto basta

Per farmi dire sempre sono ancora tua

E mi mancava il terreno

Quando si addormentava sul mio seno

E lo scaldavo al fuoco umano
Della gelosia

Che strano uomo avevo io
Mi teneva sotto braccio

E se cercavo di esser seria
Per lui ero solo un pagliaccio

Poi mi diceva sempre
Non vali che un po' più dì niente

lo mi vestivo di ricordi
Per affrontare il presente

E ripensavo ai primi tempi
Quando ero innocente

Sei bellissima

Sei bellissima

Accecato d'amore mi stava a guardare

Sei bellissima

Sei bellissima

- Shh! Ascolta.

Spesso, quando passo di qui,
mi fermo a sentirli.

Sono tre.

Cerco di capire se mi piacciono
i loro suoni.

- Che suoni?
- Dipende dal momento.

Tipo lavatrice, quiz a premi, stoviglie,
schiamazzi, risate.

- Pianto del bambino.
- E...

E...

Penso che a volte deve essere bello
sentire i passi di qualcuno a casa.

Ti manca?

- Mi manca a letto.
- Ma...

Mi manca trovarlo nel letto.

Passare tutto il giorno nel caos del mondo

e poi sapere che la sera,
quando torno a casa,

lui c'è e dormiremo insieme.

Vieni.

Dagli esami risulta che lei non è incinta.

Non si preoccupi, meglio così.

Non era il momento.

Purtroppo la risonanza ha evidenziato
una massa cerebrale.

Una massa?

Una massa,
nella parte anteriore del cranio.

Ha una dimensione di circa tre centimetri,

e preme sulla corteccia.

Per questo i mal di testa.

Dobbiamo iniziare
un ciclo di cortisone per ridurre...

Amore.

Non trovo la macchina,
non ricordo dove l'ho messa.

Non la trovo, penso qua.

L'ho trovata.

Arrivo.

Ciao.

Ciao.

Ciao.

Facciamo un figlio.

Sì.

Questa volta quante possibilità
di rivederci c'erano?

Pensavo che non venissi.

Invece io ero sicura di ritrovarti.

- Sei felice?
- A tratti.

- "A tratti", mi piace.
- Lo so.

Racconta.

Ho finito il dottorato a Copenaghen,
ho pubblicato le prime cose.

- Poi?
- Poi basta.

Tu non vuoi sapere niente di me?

Mangi il porridge perché è proteico,

litighi con il padrone di casa
per la musica troppo alta,

volevi un gatto, ma sarebbe stata
una convivenza, quindi per Carità!

Continui a provare a fare yoga,
ma non ci riesci,

perché tu non riesci a non pensare
a niente.

- Hai letto Drusilla.
- Internet arriva anche lì.

Però oltre allo yoga e al porridge,
c'è dell'altro.

A giugno mi sposo.

Non lo sapevo.

- Hai fatto una faccia!
- Nessuna faccia.

- L'hai fatta.
- Ero stupito.

Sei sbiancato.

Mi chiedevo chi avesse avuto il coraggio.

Tu lo avevi avuto.

- Perché l'hai chiesto.
- Avevi detto sì.

- Era per finta.
- Era per davvero.

- Abiti ancora in quella casa?
- No, l'ho lasciata un anno fa.

Il nostro disegno?

È rimasto lì.

Ero arrabbiato.

- Io dovevo essere arrabbiata.
- Tu?

- Quella mattina mi hai lasciato tu.
- Ci eravamo già lasciati la sera prima.

La sera prima abbiamo fatto l'amore.

No.

Quella era una...

come si dice? Una scopata di addio.

Una scopata di addio?

Carne sarebbero le scopate di addio?

Malinconiche, tristi.

Sono brutte.

Non pensavo
che ti arrendessi tanto facilmente.

Alla fine sei tu che non credi al futuro.

- In qualche modo io ci credo.
- A modo tuo.

- Sì, ma ci credo.

Quanto tempo è passato?

Dall'ultima volta che lo hai chiesto,
pochi secondi.

Tre minuti non possono durare così tanto.

- Prova a essere felice.
- Eh?

La dopamina fa passare
il tempo più veloce.

Vabbè, vai. Vado?

Che c'è scritto?

Ecco.

Idea è questa.

Superano la missione del figlio
soltanto se sono incinta tutti e due.

Tutti e due?

Sì, tutti e due.

E una condivisione totale,

come una gravidanza
portata avanti insieme.

Perché soltanto noi dobbiamo tenere
questo pancione?

Mi piace.

Perché ho l'impressione
che lei sia felice.

Lei è felice, sì.

Ciao.

Guarda.

Che bella, mi piace.

Dai.

Amore?

- Ciao.
- Ciao.

- Ciao.
- Ciao.

Io devo dirti una cosa,

ma non sono capace.

Quindi farò come hai fatto tu.

Io ho pensato...

che vorrei passare
tutta la mia vita con te.

Io e te.

Non posso.

Non posso.

Mi dispiace, mi dispiace.

Amore.

Abbiamo parlato di realtà fisica

determinata da un insieme di fenomeni dati

la cui evoluzione temporale

non può avere in nessun modo

avere un corso diverso da quello che ha.

Non è vero un cazzo.

Non è vero che tutto è determinato

come on è vero che tutto
può essere previsto.

È impossibile,

conoscere tutte le condizioni
di un processo.

Quindi a volte le cose avvengono così,

senza una spiegazione.

Nulla è certo.

Anche l'evento che ha la più bassa,
bassissima, probabilità di presentarsi

potrebbe accadere.

Anche tutto quello
che vi ho detto sul tempo,

non è vero niente.

Il tempo esiste.

Eccome se esiste!

Ce ne accorgiamo quando viene a mancare.

Quindi abbiatene cura.

Abbiatene cura.

Avevi detto che non abitavi più qui.

Infatti non ci abito.

- Ciao.
- Ciao.

Cerco un ragazzo goffo fissato
con i numeri e una ragazza bellissima

.con le mani sporche di colore.

- Non vivono qui.
- Sono dietro l'armadio.

- Dove sono?
- Dietro l'armadio.

Scusate, noi abitavamo qui. Posso?

- Prego.
- Grazie.

Scusate.

- Di là?
- Sì.

Avete imbiancato? No, vero.

- No.
- Brave.

Questo lo ha fatto lei per me,

tanto tempo fa.

Che cosa carina!

Avete un coltello?

Un coltello?

Sarebbe stato ragionevole se avessero
deciso di passare la loro vita insieme.

Non sarà così
perché lei non sa dire: "Per sempre".

Questi due sono condannati a vivere
nel mondo dei fumetti,

perché lei ha paura della vita vera
e lui non è riuscito a fargliela piacere.

Era destino, addio.

Mi aspetti?

Dai!

No!

Sutura.

Intervento riuscito.
Ha avuto un'ischemia e trauma da caduta.

Abbiamo tamponato l'emorragia
e stabilizzato le funzioni vitali.

Però...
Purtroppo è in coma, dobbiamo aspettare.

- Quanto?
- Al momento non possiamo saperlo.

- Mi dispiace.
- Grazie.

- Davvero muoio?
- Tu non muori.

Non sono pronta a stare senza di te.

Non ero pronta neanche dieci anni fa.

Vorrei solo che questo momento durasse
ancora un po', soltanto un po'.

Questo momento è nostro,

dura quanto lo facciamo durare noi.

Ci facciamo quello che vogliamo.

- Hai paura?
- Un po'.

Marco.

Mi dispiace tanto. Vieni.

Il glioblastoma multiforme è molto esteso.

La chemioterapia danneggerebbe il feto.

Il cortisone e il mannitolo
che sua moglie sta assumendo

sono solo antidolorifici.

Siamo di fronte a una forma
molto aggressiva.

Non c'è...

non so, una cura sperimentale?

Nelle condizioni attuali, no.

Dopo il parto potremmo inserirla
in un protocollo di sperimentazione.

La vostra decisione di intraprendere
una gravidanza in queste condizioni

mi ha molto sorpreso.

Decidere di avere un figlio

dopo avere scoperto di essere ammalati

è molto coraggioso.

Dobbiamo concentrare
la nostra attenzione sulla gravidanza.

Lo sapeva.

Lei quando mi ha chiesto
di fare un figlio, lo sapeva già.

- L'ha fatto per te.
- L'ha fatto per sé.

- Tu volevi un figlio.
- Sì, ma con lei!

Non da solo, con lei!

Questa cosa non ha senso.

Non ha più il senso che doveva avere.

- Il senso delle cose cambia.
- Che cazzo vuol dire?

Abbiamo aspettato tanto tempo.

Ha scelto l'unico momento sbagliato.

Come faccio io da solo?

Io sono convinta che Anna lo ha fatto,

perché era sicura che fosse
la cosa giusta da fare.

- Avrei fatto lo stesso.
- Non capisco.

- Tu non sei una donna.
- Tu non sei Anna.

Il mio lavoro insegna
che certe conquiste dell'anima

sarebbero impossibili senza la malattia.

Marco, la malattia è pazzia.

Ti tira fuori sentimenti e verità...

che la salute, ordinata e borghese,
tiene lontani.

Anna non aveva bisogno di questo.

Non ne ha mai avuto bisogno.

Io l'ho scelta ...

perché avevo bisogno della sua pazzia,

per non impazzire io.

E un maschio.

Che c'è?

Hai le mani fredde.

Sai che mi fa strano che...

Siamo tanto vicini,
ma tu chissà dove sei.

Ti faccio sentire una canzone.

Sono sicura che ti piacerà.

“Dopo tre giorni decide di scappare.

Si avvia lungo il sentiero
ai piedi della montagna...“

Però!

Concettuale.

Dai!

Una volta non ti facevo questo effetto.

Meglio? Vuoi baciarmi di nuovo?

Ciao.

Io volevo una figlia unica.

Poi ho scoperto
che le figlie uniche non esistono.

Ognuna ne ha dentro un'altra, e un'altra,
tipo matrioska.

Sapete che fanno alla fine?

Ti abbandonano, tutte.

Tu ti affezioni alla nanetta di tre anni,
che si ficca nel letto con i piedi gelati,

quella cresce e se ne va
e ne arriva un'altra, di sei anni.

Viene da te per farsi pettinare.
Dopo un po', puf!

Sparisce anche lei.

Arriva la dodicenne.

Sono cazzi lì.

È quella che ti frega trucchi e vestiti,
però dorme con il coniglietto.

Poi passa qualche anno
e ti chiama solo per chiederti i Tampax.

Allora, per sopravvivere

l'unica cosa da fare è abbandonarle,
tutte,

prima che lo facciano loro.

E senza saperlo,
è il più bel regalo che tu possa farle.

Perché avere una madre stronza
ha dei grandi vantaggi.

Avete presente la frase: “Cerca di essere
una madre migliore di me“?

Ecco, per mia figlia sarà facilissimo.

Andrà tutto bene, vedrai.

Grazie.

Come va?

Bene.

Tutto questo
mi ha fatto venire voglia di vivere,

di ricominciare, di fare meglio.

- Si sta svegliando.
- Dottore.

- Marco.
- Il carrello d'emergenza!

Marco.

Che succede? Stringimi la mano.

Segui la penna.

- Sta bene?
- Sì.

- Piano, amore.
- ok, bravo.

- Come sta il bambino?
- Sta bene.

Ma lo facciamo nascere un po' prima.

Il dottore ha deciso di fare
un parto indotto.

Gira a sinistra.

Un po' di qua, spostati al centro.

Ecco.

Ecco, casa nostra. Tieni.

- È bella.
- L'ho trovata mentre dormivi.

È strana.

- Anche tu sei strano.
- Sì.

Amore, prova a immaginarla.

Una cassettiera, un mobile basso,
una poltrona davanti al camino.

Qua davanti un divano
che guarda la tua scritta al neon blu.

Qua mettiamo tutti i nostri libri,
una seduta.

E...

Dove dormiamo?

Là sopra.

Allora qua sotto.

- È bella.
- Sì?

Sono felice.

Ho fatto la cosa giusta?

Quando mai hai fatto la cosa giusta?

Ce l'hai con me?

Ti amo.

Poi anche voi dite che dagli errori
possono nascere cose belle, no?

Tipo dalla muffa, gli antibiotici.

Tipo la Coca Cola.

L'Aspirina.

Ho paura.

Anche io.

Non hai una di quelle tue leggi del cavolo
per fermare il tempo?

Ne servirebbe una
che lo faccia tornare indietro.

No, indietro no.

Non voglio cambiare nulla,

voglio tutto quello che abbiamo fatto.

Puoi scendere un secondo?
Mi serve una mano.

Sì.

- Odio gli anniversari.
- Lo so.

Vieni.

Soffia.

- Hai espresso un desiderio?
- Sì.

- Quale?
- Restare con te tutta la vita.

- Se lo dici, non si avvera.
- Me lo hai chiesto tu.

Se non si avvera, è colpa tua.

Ognuno si prende le sue responsabilità.

No, non puoi. Ho gli occhiali.

Dai, dai!

Tutto nella norma. Va bene.

Dai, dai, dai!

Brava, spingi!

Forza! Brava, Anna!

Anna, brava!

Gli ha fatto il suo sorriso
ed è volata via in mezzo ai grattacieli.

Anch'io voglio volare come la mamma
in mezzo ai grattacieli.

Andiamo.

Stasera mi leggi il numero
di quando vi siete bloccati in ascensore?

Lo sai a memoria.

Allora quando mamma
è scappata con il tuo motorino.

Va bene.

Pure quando avete rubato
la lampada in quel negozio.

Questa cosa non è vera e lo sai.

Papà.

- Sono triste.
- Non devi essere triste.

Mamma si è trasformata in un supereroe

e sta sempre qui con noi.

- Anche adesso?
- Certo.

Dove?

È accanto a te.

Perché l'amore passa tu non passi mai

Perché ti senti sola e sola non lo sei

Andiamo.

Perché ti guardi indietro
E dietro non c'è niente

Melo dicevano tutti
Un giorno capirai

E io che dicevo
No, ti sbagli e lo vedrai

Tu non sai cosa ho dentro
E cosa ha dentro lei

E poi il tempo ci ha fregato
perché infame è il suo mestiere

Senza fare mai rumore,
cambia il mondo da vedere

Perché guardo una foto e non so
Più provare quel pieno di emozioni

Che sapevo avere

Sarà che oggi fa freddo
E il freddo porta te