All language subtitles for Lultima neve di primavera.Italiano

Papà, peccato non vederci più...

- Ciao, papà! - Luca, dove
passi le vacanze di Pasqua? A Perugia?

In Giappone, credo. Papà vuole che impari
il karate. Tu invece dove vai di bello?

- Da mia nonna in Sardegna, come tutti
gli anni. Ciao! Buona Pasqua! - Ciao!

A Natale sono stata con papà, quindi
a Pasqua dovrei stare con mia madre.

Però non so cos'hanno deciso loro due.
Tuo padre che macchina ha?

La Mercedes. Adesso la vedi,
perché viene a prendermi proprio lui.

- Speriamo che non venga
a prendermi mio padre... - Perché?

Perché è noioso, la mamma invece
è allegra. E poi cucina bene.

Fa certi tortelloni con la ricotta...
Forse un giorno te li farò assaggiare.

Lo sapevo... è lui. Porca vacca.
Vado. Ci vediamo domani.

Non te la prendere!

Ciao!

Ciao, Luca! Come va?

Papà ha detto che sarebbe venuto lui.

Invece sono qui io.
Sai com'è il lavoro di tuo padre.

- Lo so, lo so...
- Ha avuto un impegno improvviso.

Ti piace questa macchina? Bella, eh?
Vuoi guidarla? Benissimo!

Ma attento, fa i 200! Anche di più.

Come va la scuola?

Come vuoi che vada? Mi annoio.
Non è una cosa divertente, la scuola.

Vorrei vedere te,
chiuso lì dentro per mesi senza donne.

Non mi dirai che in collegio
non ci sono donne?

Niente che valga la pena, eccetto... Sì,
la tettona, la professoressa di lettere.

- Che tipo è? Ci sta?
- Eh...

Cucinava bene mia madre?

Direi proprio di no.

Non le piaceva stare in cucina,
ma era una donna come ce ne sono poche.

Era delicata, molto dolce.

Bernardo,
come faccio a imparare bene il karate?

- Ci sono tante palestre.
- Ah...

Dove vorresti andare
in vacanza? Al mare?

In Sardegna. Un mio compagno ci va
sempre. L'hanno rapito quattro volte.

Quattro volte sono tante.

Se io so il karate...
Ah! Ah! Ammazzo tutti i banditi.

Bernardo, ci possiamo fermare?
Solo un momento, compro un regalo a papà.

D'accordo.

E... e questa?

Hm... Neanche queste vanno bene.

Vediamo fra queste.

Hanno dei colori meravigliosi. Guardi.

No, vero?

Un'altra qualità, allora.

Hm... Ti piace?

Direi di sì.

Questa!

- Quanto costano?
- 12.000 lire tutte e due.

- E solo una cravatta?
- 8.000 lire.

- Allora soltanto questa.
- Bene, signore...

- Non mi piace, gliela riporto.
- Ah, no!

Per papà ci vorrebbe...
una cosa un po'... Boh.

Sai che facciamo? Te la ricompro io.

Va bene. Anzi, no, te la regalo.
Però mi fai un prestito.

Dove vai?

- Prendo questo!
- Bene.

- Te lo incarto? - Sì, però prima
ci devo scrivere una cosa. - Tieni.

Verrò a trovarti all'autosalone,
così mi farai provare una Ferrari.

- Va bene. Una Ferrari.
- Papà ti ha detto quando ritorna?

No, ma penso che farà tardi.
È meglio che tu vada a letto.

Non fa niente, lo aspetto alzato.
Non è mica la prima volta.

- Ciao!
- Ciao!

Pronto?
Per favore, è tornato l'avvocato?

Non ha nemmeno telefonato?

No, no, non fa niente.
Sono suo figlio, Luca.

Ciao...

- Mariolina! Si è alzato papà?
- Papà è già uscito, Luca.

Se n'è andato senza nemmeno salutarmi?

È dovuto correre in tribunale,
l'hanno chiamato d'urgenza.

Ma io volevo vederlo! E tu lo sapevi!

- Be', lo vedrai a pranzo.
- Allora me ne vado da Stefanella.

Luca! Finisci almeno di mangiare.

E se poi
tuo padre si arrabbia?

Che ti credi? Mi ha detto lui di
andare a prenderlo in tribunale. Muoviti.

Su, corri!
Mamma mia, che culona che sei!

Non ce la faccio!
Va' più piano!

E togliti quegli zoccoli, no?

Aspettami!

- È un assassino, quello.
- E tu come lo sai?

- Be', lo so. Con mio padre avvocato...
- E dove lo troviamo adesso?

Non ti preoccupare.
Sediamoci qui. Ora verrà, vedrai.

Che vuole di più? Gli ho fatto avere
la condizionale, la non iscrizione...

Perfino la riduzione dell'ammenda!

Lo tiro fuori dai pasticci... Almeno vuoi
pagarmi? Nemmeno le 50.000 di acconto.

- Dovevamo vincere!
Ricorrerò in Appello. - Papà!

- Luca, che cosa fai qui? Vengo
fra un minuto. - Ti aspetto in aula.

Volevo vederti! Perché
non sei venuto a prendermi in collegio?

Bernardo non ti ha detto che non ho potuto?
Sentiamo: Che c'è di tanto urgente?

Pensavo di pranzare con te
per parlare della vacanza.

- Canali, tocca a noi!
- Lo senti? Non mi lasciano respirare.

- Hanno chiamato!
- Arrivo subito.

Scusa, ma è una causa importante.
Ci vediamo stasera dopo cena. Va' a casa.

Nemmeno ti fila. È come mio padre.

- Cioè? - È una carogna.
- Rispetta mio padre, capito? Cretina!

- La vuoi smettere?
- Fa rumore.

- Devi proprio leggere quella roba?
- A casa non posso, papà non vuole.

Invece con il mio
posso fare quello che voglio.

Lo sai che forse a Natale
andiamo in Africa?

- A che fare?
- A caccia di tigri!

In Africa non ci sono le tigri!

Perché le donne sono sempre nude
e gli uomini sempre vestiti?

- In Africa?
- No, qui.

- Per forza! È un giornale per uomini.
- No, no, lo legge anche mia madre.

Gliel'ho preso l'ultima volta
che sono stata a pranzo da lei.

- E non se ne è accorta?
- No, ne ha tanti.

Vedi? Mamma è come questa, solo
che ce l'ha un po' più giù. Ti piace?

- Com'è tua madre?
- Papà tante volte la chiama "mignotta".

Una volta gliel'ha anche scritto.

- Non ce l'hai un panino?
- Va' a guardare di là, nel frigo.

Lo sai che mia mamma
ha sempre paura di ingrassare?

E tu perché questa paura non ce l'hai?

Perché io sono già grassa.

Sai che papà mi ha regalato una cravatta?
Lui è elegante, ne ha tantissime.

Mi fa sempre tanti regali.
Ieri mi ha comprato anche un disco.

Senti un po':
Perché il tuo la chiama "mignotta"?

Non lo so. Forse perché ride sempre, lui
invece è serio. Penso che non si capiscano.

Mi hai finito tutto il tonno!

Era poco poco... Uh! Sono le 20:30!
Com'è tardi... Ci vediamo domani.

- Non puoi restare ancora? Dai, aspetta.
- No. È ora di cena, ho fame.

Ma tu guarda questa...
Si è fatta fuori tutto il tonno!

Io, mamma, ti sposerei.

E tu chi sei?

Perché non stai un po' ferma?
Non riesco a guardarti.

Per forza stamattina non hai fame!

Ieri sera dopo cena ti sei mangiato
un'intera scatola di tonno!

E adesso stai male... Ora ti preparo
una purga e te la prendi! Capito, Luca?

Dammelo! Lo porto io a papà.

- Sta' fermo! Fai cadere tutto!
- Certo, se non lasci...

Papà... papà!

Ciao... come va?

Bene.

Scusami... ho fatto tardi ieri sera.

Non fa niente, sono stato con Stefanella.

Papà, lo sai che puzzi di tabacco?

Davvero? Be'...

Vedrai che tra qualche anno
saprai di tabacco e di whisky anche tu.

- Io no.
- E perché?

Da grande berrò soltanto vodka.
È più buona, e poi piaceva alla mamma.

E va bene, bevi vodka.

Lo sai che ho ancora sonno?

Mangi a casa oggi, papà?

Mi spiace, non posso, devo fare una corsa
a Roma per una causa molto importante...

...ma stasera sarò di nuovo qui.

Ehi, perché quella faccia?

Ti porto al mare
fra qualche giorno, prometto.

E avremo...
tutto il tempo per stare insieme.

Allora usciamo stasera a cena, va bene?

Dai, papà, le vacanze durano poco, poi
torno in collegio e non ci vediamo più.

Come, non ci vediamo?
Ti vengo a trovare, no?

Capirai... Le ho contate
le volte che sei venuto: Soltanto due!

Invece Bernardo quattro!
Anzi, cinque volte!

Guarda, guarda, guarda...
Guarda che unghie che hai!

- Dai, usciamo...
- "Dai, usciamo..." - Dai!

E va bene: Alle 20:30 passo a prenderti.
Sei contento? E ora, fuori di qui!

Guarda!

Papà ha detto che mi ci porta!
Fino in Giappone!

Per stasera ha vinto lui,
gli ho promesso di portarlo a cena.

Povero Luca, con un padre come te...

Perché? Non credo
che abbia niente da rimproverarmi.

Ha la sua vita, i compagni... Tutto ciò
che può avere un bambino della sua età.

Certo, se ci fosse una persona
che si dedicasse più a lui...

È per questo che vuoi sposarmi.

Non dire sciocchezze, Veronica.
Non cominciamo con le solite polemiche.

La verità è che ho
troppo poco tempo per lui.

Per lui, per me...
Non hai mai tempo per nessuno.

Ti lascio qui. Passo a prenderti
fra un paio d'ore. Sii puntuale, eh?

Sei incorreggibile.

Una volta l'unica
complicazione che creavano le donne...

era quella di volersi sposare.

Ora invece no. Almeno Veronica.

Il fatto che con lei sto bene
e che la voglio sposare non le basta.

Come se un uomo potesse dare di più.

Secondo lei, dovrei stare lì fermo
a guardarla negli occhi per delle ore...

mentre gli altri corrono e ti fregano.

Ah, balle!
Mica si può avere sempre 18 anni.

Sposarsi...
come se fosse semplice...

diventare improvvisamente
madre di un bambino di 10 anni.

Che ne so di come
la prenderebbe Luca?

A 10 anni i bambini
hanno imparato a odiare da un pezzo.

Che stupidaggine cercare un altro metro
per misurare i rapporti fra uomo e donna.

Dovrebbe guardarsi allo specchio
dopo che abbiamo fatto l'amore...

per vedersi come la vedo io:
Disfatta, vuota, ma felice...

senza tutte le storie
in cui si rifugia durante il giorno.

Quello che mi rompe da matti con lui
è che so che potrebbe cambiare.

E invece è sempre uguale.

Correre...

(Solo quando facciamo l'amore
lo sento umano, vicino, vero.)

Poi facciamo tutto un conto.

- Non si preoccupi, vada pure.
- Accidenti, ho fatto tardi.

Finalmente!

Scusami,
ma ho dovuto aspettare la sentenza.

Sì, "scusami"...Sempre la solita storia.
Mi hai lasciata sotto il sole per un'ora!

Che giornata...

Ad ogni modo, ho fatto assolvere Grossetti.
Ti assicuro che non è stato facile.

Al diavolo Grossetti!
Che vuoi che me ne importi?

Ti vedo solo un'ora al giorno,
e tu che cosa fai? Mi parli di lavoro!

Accidenti! Ma che razza di compagna sei,
se il mio lavoro non ti interessa?

Dovrei stare lì sempre a dirti:
"Ti amo, ti amo"?

No, non sempre, ma qualche volta sì!

Ma che cosa vuoi! La luna, forse?

Non so più che devo fare...

Tu ti lamenti... Luca si lamenta...

Ma come diavolo dovrei
comportarmi secondo voi? Dimmelo!

Semplicemente come fanno gli altri:
Cercare di lavorare un pochino di meno!

Certo! E gli altri ti fregano.

Adesso poi, con Luca che si è messo
in testa che devo portarlo al mare...

- Portacelo.
- E tu che fai?

- Posso togliere?
- Prego.

Allora, giovanotto, cosa ti va adesso?

Indovina un po'.

- Macedonia? - No.
- Un bel gelatone!

- No! Non ti ricordi più il discorso
di questa mattina? - No. Cosa...?

Ti ho detto che non puzzerò mai di whisky
la mattina perché... preferisco la vodka!

E quindi ora vorrei della vodka. Posso?

- Giovanotto, siamo su una cattiva strada.
- Su, dai...

E va bene, ma deve essere
un bel bicchierone. D'accordo?

Senta...

- Una vodka doppia e un baby whisky.
- Sì, signore. - Grazie.

E ora, Luca... parliamo
un po' fra noi... da uomo a uomo.

Queste vacanze...

Accidenti, c'è quel rompiscatole...

Aiutami, di' che non mi hai visto,
che non ci sono.

Io mi nascondo,
gli facciamo un bello scherzo... Ahi...

Andate, vi raggiungo subito.

- Luca! - Hm?
- Come va? Non eri con tuo padre?

- No. - Bravo, digli di no.
- Ha sentito?

- In ufficio. - Non c'è.
- Mi trova domani in ufficio.

Non fa niente,
lo vedrò domani. Ciao, Luca.

- Scampato pericolo?
- Sì. - Bene! È così noioso...

Bravo, papà!

Cosa stavo dicendo?
Ah, sì, a proposito delle vacanze...

Io... ho paura
che ti annoieresti, solo con me.

Ma papà,
perché mi dovrei annoiare con te?

- Vedi... a volte penso... - È da Natale
che aspetto le vacanze di Pasqua!

Ah, già... Grazie.

Dunque, grande vodka...

E ora, piccolo whisky.

Su, bevi.

Coraggio.

Sai cosa pensavo? Peccato che non ci sia
anche la mamma qui con noi stasera.

- Senta, scusi... Può portarmi il conto?
- Subito, signore. - Grazie.

Andiamo.

Ciao. Mi raccomando, vai subito a letto.
Ci vediamo domani mattina. D'accordo?

Ciao, papà.

- Buonanotte.
- Buonanotte.

- Non sono riuscito a parlargli!
- Perché avresti dovuto farlo?

- Ma come, perché? - Oltretutto questo
non è nemmeno il momento più indicato.

Veronica, ho deciso
che tu verrai con noi al mare.

Per il bambino... Questo
non cambierà assolutamente nulla.

No, Roberto. Sono sicura che ne
soffrirebbe. Non mi conosce neanche.

Cerca di essere umano, qualche volta.
Queste sono le sue vacanze.

E va bene,
ma devono essere anche le nostre.

- No. - Come, no?
- Tu non capisci.

Io e Luca dobbiamo conoscerci
nella maniera giusta...

...quando in me potrà vedere un'amica e non
qualcuno che vuole portargli via qualcosa.

Andiamo. Vieni.

Arrivederci.

Sta' tranquilla,
a Luca ci penso io.

Ma come fai a dire a un bambino:

..."Invece di essere in due saremo in tre,
perché così papà è contento"?

I bambini vogliono le cose chiare,
se no non le capiscono. E hanno ragione.

Ragione o no, tu vieni con noi.

Porco diavolo... Non ho telefonato
a Mancuso per l'udienza di domani.

No, eh? Per favore, per una volta
non parliamo del tuo lavoro.

E cerca di non cambiare argomento.

Non cambio argomento,
ti ho detto che gli parlo.

Non ti preoccupare, sarò diplomatico
e lo convincerò. D'accordo?

Ehi... Svegliati, dormigliona,
siamo arrivati.

Andiamo, su.

Passo a prenderti domani. Hm?

- Ciao. - Perché non sali?
Vieni solo a bere qualcosa. Vuoi?

Sì.

Fa' piano!
Non vedi che metti tutto sottosopra?

Papà viene fra cinque minuti!

Sempre tutto di corsa... Tanto poi
metto in ordine io, che te ne importa?

E poi vorrei sapere a cosa ti servono
al mare tre valigie piene di vestiti!

- Con papà voglio essere sempre elegante.
- Ma si tratta solo di pochi giorni!

- Sei pronto?
- Papà!

- Su, dammi la tua valigia. Andiamo.
- Quelle tre.

Tre valigie? Ma sei impazzito? Non
c'è tanto spazio, e poi non siamo soli.

Come, non siamo soli?

No, c'è una persona con molto bagaglio.

Sai, è una signora,
dobbiamo essere cavalieri.

- E viene anche lei insieme a noi?
- Sì, è una mia amica. È tutto pronto?

- Sì.
- Metta in una sola valigia.

Una donna che nemmeno conosco?

Adesso la conoscerai. Ci aspetta
in macchina. Si chiama Veronica.

Ancora un paio d'ore e siamo arrivati.

Per fortuna... c'è poco traffico.

Luca, ti andrebbe
di prendere qualcosa? Eh?

Ma sì, fermati al prossimo bar.
Ci prendiamo un bel gelato. Lo vuoi?

Potresti anche degnarti di rispondere.

Bah...

So... che... sei...

...l'amica... di papà.

- Ecco a lei. Grazie.
- Me lo macchia, per favore?

Buongiorno. Andiamo.

Luca, sei sempre l'ultimo!

- Buongiorno, signora. - Buongiorno.
- Fatto buon viaggio? - Sì, grazie.

- Bella giornata, eh?
- Sì, splendida.

- Buongiorno, avvocato.
- Buongiorno. - Ben arrivato.

- Prenda i bagagli.
- Sì. - Che bei fiori!

È carino qui!

- Sei stanca? - Un pochino.
- Bevi qualcosa? - Sì, acqua minerale.

- Tieni,
- Grazie.

Io ho proprio voglia
di fare una bella doccia.

- Dove metto le valigie?
- Ah...

Quelle due nella camera qua sotto,
le altre di sopra.

- Va bene, avvocato.
- Grazie.

- Per le mie aspetti un momento.
- Sì, signora.

Roberto, io...
preferirei andare in albergo.

Ma perché?
La camera di sopra è tua.

Ma no, così...
tu e Luca rimanete più insieme.

E anch'io mi sento un po' più libera.

Usciamo un attimo.

Luca, scusa, ti dispiace
far portare le mie valigie in giardino?

Che vuol dire questo bel gesto?
Luca ha già capito la situazione.

Questo è certo, ma ha dovuto farlo da solo
perché tu non gli hai detto niente.

Ad ogni modo, è inutile discutere,
ho deciso di andare in albergo.

Dai, adesso non fare quella faccia da cane
bastonato, tanto ci vediamo lo stesso, no?

Sì, però non è la stessa cosa.

Lo so.

- Se non c'è altra scelta...
- Ma è chiaro!

Su, vieni. Ti accompagno.

Papà, vuoi che ti aiuti
a disfare le valigie?

No, grazie. Ognuno disfa le sue.

Papà, ma tu sei proprio contento
che io sto con te?

Ma certo! Come no!

- Ciao, Luca! Andiamo alla spiaggia?
- E papà?

È occupato, sta aspettando una telefonata
da Perugia. Appena può ci raggiunge.

Ho trovato il tuo biglietto, Luca.

Io ti capisco, sai?
È imbarazzante anche per me.

Ma io voglio bene a tuo padre...

...e vorrei che noi due fossimo amici.

Perché non ci proviamo? Vuoi? Eh?

Tu ce l'hai un posto tuo?

- Un posto come?
- Un posto segreto.

Io ti ho portata qui,
ma a papà non devi dirlo.

No, sta' tranquillo,
te lo prometto.

Quando vado in un posto nuovo,
mi cerco subito un nascondiglio.

- E perché?
- Così! Tu figli non ne hai?

Io? No, non ancora.

Quando sarò grande,
se ho figli non li metto in collegio.

- Sei molto solo, vero?
- Insomma... Hai visto com'è alto?

Sì. Speriamo che non ci siano
i pipistrelli. Lì c'è un'altra uscita?

Sì.

- Uuh...
- Basta, se no ci scoprono.

- Ora però torniamo indietro.
- Dobbiamo arrivare laggiù.

Ancora?
Lasciami! Mi farai cadere!

- Sai che avrei paura a venirci da sola?
- Per forza, sei una donna.

Bello qui...

- Ti piace davvero il mio nascondiglio?
- Sì, certo.

- Però magari fa un po' freddino.
Andiamo? - Sì. - Vieni.

Su! Gira da questa parte! Dai!
No! Così andiamo in mare!

Già hai rotto il cambio...
Che altro vuoi fare?

Io l'ho rotto? Io le macchine
le so portare! Chiedilo a Bernardo.

Dritto! Bravo...

Forza, dai, cammina!
Guarda che ti frusto, eh?

Attento, ti va il sapone nel naso...
Ecco fatto!

Mi è andato negli occhi, brucia...

Voltati!

Passi le tue vacanze al telefono.
Tutto sommato ti vedevo di più a Perugia.

- E poi sei assente, nervoso...
- Scusami, Veronica.

- Si può sapere che cos'hai?
- Cos'ho! Sto perdendo tempo.

- Molto carino...
- Attenzione che arrivo! - Ehi!

- Perché non abitiamo sempre qui? - Te l'ho
già detto: Come facciamo? Ho il mio lavoro.

Lo so, tu hai il lavoro,
io ho il collegio...

- Posso andare a fare un giro?
- Non conosci le strade, è pericoloso.

Lascialo andare, non c'è tanto traffico
da queste parti, se sta attento...

- E va bene, ma non fare troppo tardi.
- Dai! Forza! Corri, vai!

Ehi, ciao! Su, vieni da me!

Hop!

Quante rughe, sembri una vecchietta...

Sei triste? Che ti hanno fatto?

Ma che fai?
Non hai mai visto in Africa gli elefanti?

Non avere paura, ci sono qua io.

Siedi qui.

Buona, eh? Piano che è gelata...
Piano! Ehi, piano!

Guarda che ti strozzi, eh? Dammi.

Eh, no! Questa è mia.
Tieni, prendi questa.

- Domani ho un'udienza.
- Come? - Sì, dobbiamo tornare.

- Quando?
- Partiamo domani mattina.

Ma scusa, se sono appena
tre giorni che siamo arrivati!

Temo che per quest'anno
tu e Luca vi dovrete accontentare.

Questa è una causa grossa.

- E non puoi rimandarla?
- Ho provato, ma... niente.

Sei un egoista!

- Veronica... - Lasciami!
L'hai voluta tu l'udienza per domani!

Su, dai... Ce ne prenderemo tante
di vacanze! Noi due soli.

Non fare così... non ti arrabbiare...

Ma... chi c'è lì fuori?

- Come, chi c'è?
- Non hai sentito un rumore?

Ma no, sarà stato il vento.

Non ti preoccupare. Sarà andato a giocare
e non si sarà accorto che si faceva tardi.

- I bambini sono così.
- Ma stai scherzando? Sai che ore sono?

Lo vedrà che è buio, no?
E poi, senti che vento...

Sì?

Grazie. Sì, sì, resto a casa.

- Allora?
- All'ospedale niente.

Roberto...

- Aspettami qua.
- Dove vai?

Luca!

Luca... Tanto lo so che sei qua.

Luca, perché non rispondi?

Luca!

Ma che ti è successo? Ce l'hai con me?

Ti ho fatto qualcosa?

Che sei venuta a fare?
Torna da mio padre.

- Senti, Luca... ma che ti ho fatto?
- Lo sai benissimo!

E va bene, hai visto tuo padre
che mi baciava. Non è mica un delitto.

Cosa vuoi che faccia?
Che me ne vada? Che non lo veda più?

Se è questo che vuoi,
sono disposta a farlo.

Luca! Guardami, quando ti parlo!
Non fare così!

Se non ti volessi bene, avrei detto a tuo
padre dov'eri, invece non l'ho fatto.

Pensa
che ha anche telefonato alla polizia.

Sta soffrendo molto per te...

Non vuoi che andiamo da lui insieme?
Vedrai che non ti sgriderà.

Su, avanti, Luca. Andiamo, su, vieni!

O devo pensare
che ti sei nascosto qui per piangere?

- Bernardo, non ce la faccio!
- Allora frena... frena!

Oh, ma che fai? Ti senti male?
Quando devi frenare, devi frenare!

- È la gamba, non riuscivo a premere
il pedale. - Prova un po', fa' vedere.

Visto?
È tutta pigrizia! Su, vai.

Piano... Piano!

- Lascia stare! Adesso guido io.
- È un catorcio, questa macchina!

Sì, un catorcio...

Non avevi detto che volevi parlarmi?
Avanti, sentiamo.

No... non fa niente.

- Com'è Veronica?
- La conosci? - Certo che la conosco.

Be', è simpatica.
Dev'essere anche buona, penso.

Però mia madre era più bella, vero?

- Certo, molto più bella.
- Ferma, ferma! Il luna park.

Quant'è grande! Che bello!
Guarda, i calcinculo.

Mi sembra chiuso, però.

- Fermati, Bernardo. Domandiamo se è aperto.
- Va bene.

- Scusi, funziona?
- No. Stiamo ancora sistemando.

- L'autoscontro però è pronto. - No, non
c'è corrente. Vieni fra un paio di giorni.

Certo che ci vengo! Mi ci porti?

Va bene, se vuoi ti ci porto. Ma scusa,
perché non lo chiedi a tuo padre?

No, non mi va.

Ti rendi conto che gli tieni il broncio
da quando sei tornato dal mare?

- Chi? Io?
- Sì. E non mi sembra giusto.

Non ti ha mica fatto niente di male.

- Lui ti vuole molto bene.
- Figurati!

- E gli dispiace quando fai così.
- Ma va'! Non gliene importa niente.

Questo lo dici tu!
Anzi, gli dispiace, e molto!

Senti, Luca, quando due uomini
hanno qualcosa da dirsi, se la dicono!

- Perché non gli parli?
- E che gli racconto?

Non lo so. Quello che a te non va.

Gliela devi dare una possibilità
di difendersi, no? Mi sembra giusto.

No.

Ormai non ne vale più la pena.

Fra quattro giorni devo tornare a scuola.

Ragione di più! Cos'è, hai paura?

- Io, paura?
- No? Mi sembrava...

Va bene, domani gli parlo.

L'ottovolante è montato.
Appena è pronto, ci veniamo.

Anche quando la sera
riaccompagnano la mamma in macchina...

...c'è quasi sempre qualcuno che la bacia.

- E non ti dà fastidio? - Sì. Cioè, no.
Insomma, non me ne importa molto.

Che cosa fai?
Metti il formaggio sulla marmellata?

Se no è troppo dolce.

- Poi, tuo padre è un uomo, figurati!
- E questo che c'entra?

- Che hanno le amiche, no? Tutti!
- Tutti? Allora anche tuo padre.

Lui non lo so. È così noioso!

- Ancora marmellata?
- Certo, se no sa di formaggio.

- Forse, con Matilde.
- Come, con Matilde?

È un'amica di mamma
che viene sempre a trovare papà.

È noiosa anche lei. Ha sempre
le lacrime per via delle lenti a contatto.

Mangia in bianco, parlano di musica,
poi papà le prende la mano e lei soffia.

- Soffia? - Col naso. Come se fosse
raffreddata, invece ansima di passione.

- Che c'è lì?
- Pasta d'acciughe.

Come ti vesti?
Cos'è, fai la Prima Comunione?

Devo parlare seriamente con mio padre,
affrontarlo da uomo a uomo.

Be', ci voleva un po' di maionese...

Ciao, papà.

Sai, ho incontrato Bernardo.

Quando? Ieri?
Dove siete stati di bello?

E va bene, vuota il sacco.

Sono sicuro che con Bernardo
hai parlato di Veronica.

E gli hai raccontato di quel giorno...
Te l'ha detto che sei stato uno sciocco?

- No, papà. - Ha fatto male,
perché questa è proprio la verità.

Tu credi a Bernardo o a me?

- A te.
- Vieni qui.

Bravo.

- Da soli non si può vivere...
- Lo so.

- Tu sei amico di Stefanella, no?
- Sì. - Bene.

- E sei un po' amico di Veronica.
- Certo.

- Ecco. Per me Veronica
è un po' più di un'amica. - E allora?

Questo non toglie niente a te, che sei mio
figlio. Nessuno può prendere il tuo posto.

Il bene che voglio a te
è una cosa speciale.

Papà!

Quando sarai più grande
capirai che un uomo...

...ha sempre bisogno
di una donna che gli stia vicino.

Insomma, che lo aiuti. E io ho Veronica.

- Ma io non ho niente contro Veronica.
- No? - Ho solo paura di non vederti più.

- È qui, Luca, che ti sbagli!
- Perché mi sbaglio?

Supponiamo che... io sposi Veronica.

In questo caso
tu saresti qui con noi! Sempre!

- Al collegio non dovresti più pensarci.
- Dici davvero?

Certo che è così! Non ti piacerebbe?

Senti un po', Luca,
mi è venuta un'idea...

- Quand'è che devi tornare in collegio?
- Lunedì. - Hm...

- E se ci tornassi una settimana dopo?
- Perché?

Perché pensavo...
di andare qualche giorno in montagna.

- Tu e io, papà?
- Noi due soli! - Oh!

Quanto ci hai messo!
Cominci ad avere il fiatone, eh?

- Io almeno non cado! - Sono caduto...
perché ho avuto un giramento di testa.

Hai visto qualche bella bambina, forse?

- Ti è successo altre volte? - No...
Non ho fatto colazione, può essere che...

Macché! Sono i vizi!
Troppa vodka! Su, andiamo!

Papà!

- Che c'è?
- Papà!

Cosa vuoi?

Ti devi alzare!

- Ma che ora è?
- Le sette meno dieci.

Oh... oh, no...

Mi hai sfidato con lo slittino!
Non te lo ricordi?

Sì, ma è ancora notte!

Lo sai com'è, dopo si riempie di gente.

Senti...
perché intanto non provi la pista?

Io ti raggiungo dopo.

E va bene...
ma cerca di sbrigarti... dormiglione!

- Senta, che ore sono?
- Saranno le 8:30.

- Funzionano gli impianti?
- Certo che funzionano.

- A che ora apre la seggiovia?
- Tra una mezz'oretta. Perché?

Voglio provare la pista.
Devo fare una gara con lo slittino.

È presto. Le piste sono ancora
ghiacciate, è pericoloso.

Ma dopo gli sciatori non mi fanno
più scendere con lo slittino.

Aspetta ancora un po'. Qui dormono tutti.
Prima delle 10:00 non si vede mai nessuno.

- Ma cos'hai? Sangue?
- Sì, mi esce dal naso.

Non è niente, non preoccuparti.
Succede spesso qui, è l'altitudine.

A me succede anche in collegio.

Fa' vedere... Ah! Non è niente!
Ma che razza di sportivo sei?

Il polso sta riprendendo,
ma è meglio fare subito delle analisi.

Qui non siamo attrezzati.

Lo porto a Perugia oggi stesso,
se lei lo crede opportuno.

Ma... che è successo?

- Niente. Sei scivolato sopra una lastra
di ghiaccio. - E lo slittino si è rotto?

Senti, adesso cerca di dormire
un po', eh? Hai bisogno di riposarti.

Ma io sto bene!
Papà, non mi va di stare qui.

Fai il bravo, Luca. Dormi ancora un po'.

- Io voglio sciare!
- Più tardi, quando ti svegli. D'accordo?

- Avvocato, io l'aspetto di là.
- Hm-hm...

Forse hai ragione,
mi sento un po' stanco.

Allora riposati.
Io torno subito.

Allora?

Senta, avvocato...
Io devo dirle purtroppo la verità.

Dica.

Le analisi del sangue
hanno fatto riscontrare...

...un grande numero di leucociti immaturi
di origine midollare ossea.

- Questa concentrazione...
- Insomma, vuol dirmi cos'ha mio figlio?

Si tratta... di leucemia acuta midollare.

Leucemia?

Non è possibile...

Dottore...

Vede, io... non vorrei illuderla.

C'è un nuovo trattamento americano
ottenuto dalle piante di pervinca.

È chiaro, avvocato,
che è soltanto un tentativo.

Questo prodotto è del tutto nuovo,
ma ha dato ottimi risultati in America.

È un procedimento molto delicato...

...e non sappiamo ancora
quale sarà la sua vera efficacia.

Io le consiglierei
di fare questo tentativo.

- Ciao. - Ciao.
- Come sta? - Sta dormendo.

Tu non ti sei riposata. Siediti.

Non lo riconosco più, mi chiede
continuamente di raccontargli delle favole.

È come se tornasse sempre più piccolino.

Si è agitato molto oggi.

- Mi ha chiesto della mamma.
- Ha perso ancora sangue?

- No.
- Bene.

- Va' pure a casa.
- Sì. - Qui rimango io.

Ci sentiamo più tardi.

- Ciao.
- Ciao.

Papà, io avrei... tante cose da dirti.

Parla.

C'è il sole fuori?

Sì.

Dev'essere una bella giornata.

Vorrei uscire.

Appena guarisci.

E se non guarisco, papà?

Non mi sono mai sentito così male...

...neanche con la varicella.

Ma cosa ti viene in mente?
Starai bene. E presto, anche.

Io... penso di no...

Perché dici questo?

Ogni volta che svengo...

...mi sento sprofondare giù.

E vedo... tante ombre tutte nere...

...tutto intorno.

Io... ho sentito che è così che si muore.

Papà... ho paura...

Luca...

Luca!

È svenuto.

Però è meglio che lo lasci riposare.

- Ce ne andiamo?
- Sì, certo.

Luca mi chiede spesso di te.
Perché non vai a trovarlo?

No...
Scusami, ma non ce la faccio.

Non posso vederlo in quello stato.
Io non sono forte come te, Roberto.

Che ne sai di quello che provo?

- Quello che provi adesso non lo so.
- Allora che parli?

Ascolta, adesso ti dico una cosa
che avrei dovuto dirti da tempo.

Certo, tu ora soffrirai...

...ma di quanto ha sofferto tuo figlio
non te ne sei mai curato.

Ti sei creato un alibi col tuo lavoro...

...per liberarti
di chiunque potesse esserti di peso.

Ora hai Veronica, ma in questi anni
quante donne hai cambiato?

Per loro il tempo ce l'avevi,
solo per Luca no.

Quest'anno sei andato a trovarlo
soltanto due volte...

...e ho dovuto insistere io!

Ho speso i migliori anni
della mia vita... per niente.

- Ciao.
- Ciao.

Perché ti hanno messo quel tubo?

- Per l'aria.
- Come i pesci rossi di mia madre!

A proposito, lo sai che i miei
si sono messi di nuovo insieme?

Contenta?

Io? Già non riuscivo a sopportarli così,
uno per volta... Figuriamoci adesso!

Ah, la sai una cosa? Il professore
ha detto che il tuo tema era bello.

- Pensa, ti ha dato nove.
- Nove?

Secondo me, perché stai male.

Com'è, non mangi oggi?

Be', perché ho fatto un fioretto,
così guarisci.

Però cerca di fare presto!
Sto morendo di fame!

- Non sembra.
- Spiritoso!

Adesso devo andare via,
devo fare ancora i compiti.

Beato te che non devi studiare.

Ciao. Torno a trovarti lunedì.

Roberto, hai sentito il dottore?

Ci sono queste nuove analisi...

Può darsi che la cura
abbia fatto qualcosa!

- Ora vai a casa.
- No... - Rimango io qui.

Come vuoi.
Ma ti prego, cerca di stare calmo.

Io torno stasera.

Sì.

Mi dispiace,
il risultato è positivo.

Papà, mi sento molto meglio.

Vedi? Ho anche fame.

Papà... è da tanto...
che volevo chiederti una cosa.

Mi porti al luna park?

Per favore...

Mi ci porti, papà?

- Adesso?
- E quando, allora?

Perché non me l'hai detto prima?

Non c'è stato il tempo.

Eri così occupato
con il tuo lavoro...

Ma io ti capisco, sai?

L'altro giorno con Bernardo
ti ho comprato un disco.

Ero in collera con te
e l'ho nascosto nello sgabuzzino.

Ora puoi prenderlo.

Perdonami, Luca.

Non piangere, papà.

- È tutto spento.
- Non ti preoccupare.

A volte le giostre...
le spengono solo perché non c'è gente.

Ora ci penso io.
Vedrai che papà le fa funzionare.

- Scusatemi. Chi è il proprietario?
- È lui. - Dica, cosa vuole?

Sai una cosa?

Anche se sto male,
in questi giorni sono felice...

perché sei sempre con me.

In collegio, quelli che al sabato
andavano a casa ci prendevano in giro.

Dovrebbero vedermi ora,
con un luna park tutto per me.

Sono stanco, papà...

Papà, se mi addormento,
tienimi la mano...

così so che non mi lasci.

Peccato non vederci più...