All language subtitles for Hammamet (2020) [BluRay Rip 1080p ITA DTS-AC3 SUBS] [M@HD]_track4_[ita]

CRAXl:
Nel corso di questi anni

ci siamo trovati in un conflitto continuo

con il conservatorismo, l'immobilismo

la retorica e la pigrizia

di cui è malata
la politica del nostro Paese.

Noi abbiamo contribuito
a un lungo periodo di stabilità

assumendo anche responsabilità
di primo piano.

Con il nostro concorso

l'ltalia è uscita da una crisi
di stagnazione profonda e di sfiducia.

Nel 1987
il Prodotto lnterno Lordo italiano

ha superato quello inglese.

Siamo diventati la quinta
potenza industriale nel mondo

dopo Stati Uniti, Giappone,
Germania e Francia

guadagnando posizioni su posizioni
nella scala dei valori

e del prestigio internazionale.

La medaglia che ricorderà questo congresso

in questa fabbrica
piena di ricordi e di valori

della tradizione socialista,
operaia e democratica

l'abbiamo dedicata a Sandro Pertini
e ne riporta la sua immagine.

A Sandro Pertini dedicheremo

la vittoria socialista
del prossimo giugno! - Bravo!

("L'lNTERNAZIONALE" Dl E. BERGERET)

Mi sono perso uno zero.

Segretario, 1097 voti, di cui 1067 validi.

Eletto con 995 voti.

Cioè pari al 92,3%.

- Quella che si dice
una maggioranza bulgara. - Appunto.

- A proposito di bulgari,
chi c'era dei loro? - Nessuno.

Forse non li hai riconosciuti.
Lo sai che...

l comunisti italiani
sono come i ravanelli.

Rossi di fuori,
ma bianchi e gustosi dentro.

Bella questa!

Andate avanti, vi raggiungo subito.

Bell'amico! Finalmente ti si vede.

Hai mangiato?

- Vieni a pranzo con noi.
- No, vorrei parlarti da solo.

Dimmi.

Entrano nel mio ufficio.

Di notte, ma non sono ladri.

Aprono i cassetti, frugano nei registri.

- Cercano prove.
- Quali prove?

- Bisogna fare qualcosa.
- Che cosa?

- Il contrario di ciò che hai detto qui.
- Non hai sentito il discorso.

Abbastanza per capire
che hai ancora gli occhi chiusi.

Se cerchi di aprirli,
chi hai vicino te li copre subito.

La Chiesa riceve soldi da secoli
e nessuno l'ha mai condannata.

Noi non siamo la Chiesa,
ma i cani che ci sono entrati.

- Con i cani si usa il bastone.
- Che cos'è che ti spaventa?

Mi scrivi una lettera al giorno,
vedi pericoli ovunque, minacce.

Non ti piace la tua nuova vita comoda?

- La mia vita non è comoda.
- Vai in vacanza con tua moglie.

- È una donna così intelligente.
- Se n'è andata il mese scorso.

Mi dispiace molto.

- È brutto restare soli.
- Non sono solo, c'è mio figlio.

Sarà grande ormai. Che cosa fa? Studia?

- Giurisprudenza.
- Non sei contento?

Dovresti scrivermi di questo,
non delle tue paranoie e angosce.

I fatti miei non hanno importanza,
parliamo del partito.

Se continua così, c'è il rischio
che non ti sopravviva.

Fa male dormire in un letto freddo.

Hai vissuto con una bella donna
in una bella casa per 20 anni.

È a questo che non si sopravvive.

Misuri sempre le cose
con il metro sbagliato.

Parli dei massimi sistemi, invece
di pensare ai problemi di casa tua.

Non vedi che tutto ci crolla addosso?

Questi che ti battono le mani
sono approfittatori.

Sono quelli
che salgono sul carro del vincitore.

Perché non sei salito sul palco
a dire queste cose?

Io non parlerò mai.

- Saranno altri a farlo, tanti altri.
- Che cosa avranno da dire?

Te lo lascio immaginare.

Che sei venuto a fare qua?

L'anima bella! L'angelo salvatore!

Io so chi sei, sei un ometto
che mette le mani avanti.

- Le mie dimissioni.
- Non devi darle a me.

- Tu mi hai messo là.
- Attento a quello che fai.

Mi stai minacciando?

Va' a casa, Vincenzo. Riposati.

I soldi dovresti averli, mi pare.

- Andiamo?
- Andiamo.

(VOCl lNDISTINTE)

(PARLANO lN ARABO)

Shh!
(PARLA lN ARABO)

(PARLANO lN ARABO)

TV: "Lega il tuo cavallo lì dietro.
Guida il carro, io bado al bestiame.

Ferma! Sarà più facile
quando avremo attraversato il fiume."

- "Quanto ci vuole per il campo?"
- "Due ore."

(SPARl DALLA TV)

TV: "Com'è arrivato qui?"
(SPARl DALLA TV)

"Geremia, venite giù."

"ll cavallo di Trey era legato
al carro. L'avete sciolto voi?"

"Sì."
(RUMORl Dl LOTTA DALLA TV)

TV: "Lascialo, vigliacco!"
"Fermati o ti uccido!"

(SPARO DALLA TV)

"Te lo dicevo che sei troppo delicato."

(VOCl lN ARABO, SPARl)

(PARLA lN ARABO)

(SPARO)

- (in francese) Rientri in casa.
- (in francese) No.

- (in francese) È pericoloso.
- (in francese) Resto qui!

(PARLA lN ARABO)

- Papà, entra in casa.
- No, entra in casa tu. Francesco dov'è?

(SPARO, VOCE lN ARABO)

Francesco, corri subito dentro!

- Non vedi che succede? Vieni.
- Mamma, guarda.

(PARLANO lN ARABO)

(in francese) Avvicinatelo.
(UOMO PARLA lN ARABO)

"Ho creduto a un uomo
che una volta era un gigante"

"ma adesso somiglia molto di più
ai nani di cui si circonda."

"Quelli che ogni minuto gli danno
ragione, l'unica cosa a cui tiene."

"Davvero non sapevi che il morbo
era diventato un'epidemia?"

"C'era un prezzo per tutto
e tutti lo chiedevano."

"Ti serve il permesso? Paga."

"Vuoi l'appalto? Paga."

"Ti ritardano la pensione? Paga."

"Lo so, tu mi risponderai
che, appunto, lo facevano tutti"

"e che noi, proprio per questo"

"non eravamo più ricattabili degli altri."

"Ti sbagliavi."

"l nostri avversari preparavano
da tempo il piano per eliminarci."

"Ma tu non pensavi
che a scolpirti il tuo monumento."

"Non vedevi che tutti quei topi,
quelli che ti tenevi accanto"

"ti stavano mangiando il piedistallo."

"lo non credo che tu abbia rubato."

"Per farlo bisogna essere cinici
e tu non lo sei."

"Tu sei solo una vittima"

"di te stesso, del tuo orgoglio"

"e di una arroganza smisurata."

L'acqua della piscina
si è portata via molte parole.

Sono rimaste le pugnalate.

Davvero tuo padre pensava questo di me?

Il mio fidato Vincenzo?

Non ho mai aperto questa lettera.

- Dovevo solo recapitarla, di persona.
- Perché?

Mi disse:

"Devi guardarlo in faccia mentre
la legge e poi raccontarmelo."

Adesso è tardi, ci hai messo troppo tempo.

Te la racconto io una bella storia.

Te lo racconto io chi era tuo padre.

Avremo tanto tempo,
da oggi tu vivrai qua, in casa mia.

Sempre meglio che marcire
in una cella tunisina, non ti pare?

Non era più semplice se telefonava,
come fanno tutti?

Non si sarebbe ridotto in quel modo.
Se i soldati lo colpivano?

- Lo facevano secco.
- Se la sarebbe cercata?

Porta il caffè al nonno.

Che pagliacciata!

- Generale!
- Comandante, caffè!

Ottimo e abbondante.

Allora, che notizie mi porta, eh?

È pronto ad affrontare la giornata?

È pronto?

Mamma!

Che cosa dicono i medici?

Perché non mi ricordo di te?

Non seguivo mai mio padre.

- Dov'eri quando è morto?
- A casa di un amico.

L'ho saputo dalla TV.
(GRIDO)

(PARLANO lN FRANCESE)

- Lasciami stare! Lasciami stare!
- Papà, stai calmo.

La gamba si può salvare.

(PARLANO lN FRANCESE)

Falli entrare, falli entrare.

Devono vedere tutti questa gamba.
Dicono che in Tunisia mi diverto.

Ecco come mi diverto. Fai entrare
i fotografi, ho detto! Cazzo!

Non c'è nessun fotografo.

(in francese) Entri.
Non lo faccia stancare, grazie.

Avvicinati, siediti.

Hai visto come mi sono ridotto?

Andrà tutto bene, guarirà.

Il tempo è scaduto.

Non dica così.

Hai mai visto tuo padre soffrire?

Tante volte, era un uomo sensibile.

No... Molto di più.

Fra tanti mascalzoni, tuo padre era...

la mosca bianca.

Il compagno tutto casa e partito.

Il dirigente senza macchia.

Una sanguisuga.

Ha campato come tanti dei miei favori.

Aveva un'amante?

No... Non lo so.

Di solito c'è sempre di mezzo una donna

una che ti fa credere
che scopi come un Dio.

E allora...

Ti monti la testa.

Negli ultimi tempi tuo padre
giocava a fare il giudice.

Si ergeva a...

inquisitore.

Lui...

Un politico deve vedere
le cose dall'alto, deve sapere

che i peccati veniali vanno ignorati
perché c'è un fine ultimo

più importante, al quale obbedire.

Ma un Vincenzo qualsiasi
questo non lo può capire.

Si è buttato dalla finestra

credendo di espiare le colpe degli altri.

È servito a qualcosa?

Io pago quelle colpe da vivo,
tutti i giorni.

In quella lettera le campane a morto
suonano solo per lui.

Ho sonno.

(PORTA CHE Sl APRE E Sl CHIUDE)

(SIMULA DEGLl SPARl)

CRAXl:
♪ Garibaldi fu ferito.

♪ Fu ferito a una gamba.

♪ Garibaldi che comanda,
che comanda i suoi solda'.

♪ Paparapa.

♪ Garibaldi aveva un socio,
si chiamava Nino Bixio.

♪ Venne giù da Busto Arsizio
e nei Mille si arruolò.

♪ Giunsero a Calatafimi
e incontrarono i francesi

♪ che rimasero sorpresi
dal furor degli isolan.

♪ Garibaldi amava Anita,
che era la sua preferita

♪ ma l'amore durò poco,
perché Anita poi morì.

♪ Paparapa. ♪

Generale.

La gamba è ancora attaccata?

Sì? Bene, grazie, generale.
Allora, che notizie mi porta?

Sono sbarcati? Sì? Dove?

Forse... a Marsala?
È lì che sono sbarcati?

- Quanti erano?
- Mmh...

Tre? Così pochi? Di più.

- Dodici.
- Ancora di più.

- Trenta.
- Ancora di più.

- Quaranta.
- Di più, erano tanti, sai?

- Cinquanta.
- Ti do un indizio, erano più di 100.

Molti più di 100.
(SQUILLl Dl TELEFONO)

- Allora 180.
- Ancora.

- Beh, 300?
- Dai, ci stai arrivando.

- Allora 1000?
- Bravo! Erano 1000! Bravo!

Pronto?

Chi le ha dato il mio numero?

(SIMULA DEGLl SPARl)

Scrivono: "Accetta la candidatura."
Come sarebbe a dire "accetta"?

Siete voi che lo candidate.
Voi! Voi! Voi! Voi!

Un giudice, uno che vi poteva
inquisire e non l'ha fatto.

Che cos'è? Un ringraziamento.

O fa parte dell'accordo? ll peggiore, poi.

Si sono scelti il peggiore.

Uno che diceva che mi ero inventato
la malattia per evitare il processo.

Per poco non mi tagliavano la gamba.

Un Parlamento sotto scacco!
Chi fa le leggi adesso?

Il popolo o le procure?

È questa la vostra rivoluzione?
Ve la potete tenere!

È falsa.
(TOSSISCE)

È falsa come i suoi eroi.
(TOSSISCE)

- Quel ragazzo, Fausto, dov'è?
- Non lo so.

- Fallo venire qua.
- ln casa non c'è.

Ti avevo chiesto di stargli dietro.

Non puoi fare niente per lui.

UOMO:
"Bonjour! Francais"?

"Dutch"? Ah, italiano.

Moglie? Fidanzata?

Tutto bello per la donna bella.

Orecchini, bracciali.
Ah, collane berbere fatte a mano.

Spille d'argento e tante altre cose.
Faccio un prezzo buono.

Corallo rosso, corallo rosa, corallo blu.

(PARLA lN ARABO)

- Ci daremo la caccia finché non moriremo.
- Non importa,

purché siamo insieme.

Se pensi a qualcun'altra rinunciaci.
Tu vai bene solo per me.

Tu sei fatto del mio stesso stampo.
Tu e io siamo cattivi.

Per questo andremo d'accordo.

TV: "Aveva trovato l'aereo? Dov'è?"
- "Sono io che comando, ricordatelo."

- "Me ne sono accorto. Dov'è il denaro?"
- "Di sopra."

"Prendi due valigie per portarlo via.

- Mettici pure qualcosa per me."
- "Già fatto."

(JINGLE TELEVISIVO)

TV: "Con l'affascinante discesa
delle nostre spintarelle.

Madrine e castigatrici insieme
dei nostri concorrenti."

Sei stato più bravo a scavalcare stavolta.

Non ho scavalcato.

Mi hanno riconosciuto alla porta,
come uno di casa.

Tu sei uno di casa.

Vieni.

- Hai mangiato?
- Non ho fame.

Io sì.

Voglio un piatto di pasta.

Me lo devi fare tu, io non sono capace.

È un segreto, per me la pasta è veleno.

Io poi lavo i piatti,
così ci sbarazziamo delle prove.

(lL PRESIDENTE RIDE)

Tutti seduti ai nostri posti, nel CdA.

Si apre la porta ed entra lui, tuo padre.

Rimane fermo, non osa fare un passo.

Tutti lo guardano,
si preoccupano e hanno ragione.

Pensano a uno sciopero improvviso
o a un incidente.

Io gli sorrido e gli faccio cenno
di sedersi al tavolo.

Lo faccio sedere
sulla sedia vicino alla mia.

Lo presento e allora lì
tutti si mettono a ridere.

Non solo non aveva la cravatta,
non si era nemmeno tolto la tuta.

Era rimasto vestito da operaio.

Era meglio se rimaneva operaio.

Non sarebbe diventato...
Come l'ha definito?

- Una sanguisuga.
- Mai detto niente del genere.

Ne ha parlato come di un ladro,
un profittatore.

Mmh.

Quando avrei detto queste belle parole?

In ospedale, l'altro giorno.

Non ci devo più mettere piede
là dentro, mi drogano.

Lo sai che non penso queste cose,
altrimenti non saresti tornato.

C'era un'auto davanti casa.

Ci spiavano.

Papà non usciva più.

Stava sempre davanti al telegiornale
con la valigia pronta.

Gli dava fastidio l'idea di fare
la valigia davanti ai Carabinieri.

Vieni con me.

Vieni.

Lo riconosci?

Che ti dicevo?
La tuta non se la levava mai.

Il giorno dell'arresto
avvisavano la stampa

per sbatterti in prima pagina.

Colpevole prima del giudizio.

Poi gli interrogatori.

Volevano conferma
di cose che già sapevano.

I soldi, che loro chiamavano "dazioni"

e i nomi, anzi, uno, il mio.
Se lo facevi, uscivi subito.

- Altrimenti tornavi in carcere.
- Mio padre è stato interrogato.

Lo so.

- È uscito subito.
- Lui il mio nome non l'ha fatto.

Lo conoscevo troppo bene.

Che cosa c'è in quello zaino
che ti porti sempre dietro?

- Vuole controllare?
- Non sono un questurino.

Il termine "popolo"

indica la comunione di intenti
che anima una comunità.

Nell'idea di popolo
c'è una coscienza universale.

Sovrannaturale, quasi. Troppo veloce?

Ma ormai "popolo" non è più in uso.

Al suo posto, la parola "gente".

L'appello è alla gente,
si parla in nome della gente.

Si va incontro alla gente.

"Gente" è un termine che allude

a individui anonimi.

Senza distinzione storica

e di classe.

Perché non mi hai detto che era tornato?

- Ti attacchi sempre agli spostati.
- È solo uno che ha sofferto.

È anche intelligente.

L'hai detto di tanti
che ti hanno voltato le spalle.

L'intelligenza è un'arma
a doppio taglio, ma la preferisco.

Che te ne fai della lealtà di uno stupido?

- Vado a prendere mamma.
- Portalo con te.

Mi deve fare una commissione.

- Non dev'essere facile per te.
- Che cosa?

Essere la figlia di tuo padre.

Ne sono orgogliosa.

Anch'io ho sempre dovuto dividere
mio padre col partito.

Da noi c'era sempre un ospite
a tavola, la politica.

Pranzo e cena.

Tuo padre era un compagno
che ha dato la vita. Tu chi sei?

- L'unico che gli voleva bene.
- Era il tuo dovere.

Mi dispiace che l'hai perduto,
ma qua che ci sei venuto a fare?

Dovevo consegnare una lettera.

Non prendermi in giro, basta il modo
in cui sei entrato in casa nostra.

Come un criminale.

Ti faccio paura?

Scendi. Scendi!

TV:
"Mamma, buon Natale!"

"l miei omaggi, signora.
Non è uno di lusso..."

Hai visto la novità?
Vai a vedere fuori in giardino.

TV: "Girate la manopola
e avrete ciò che volete."

"Dramma, commedia,
rivista musicale, cinegiornale."

(VOCE NON UDIBILE)

L'aereo è atterrato in ltalia.

Dentro c'è un tipo cattivo e pericoloso.

Arrivano gli americani,
lo vogliono prendere e ammazzare.

Questi sono i Marines.

Dicono: "O ci date il cattivo o spariamo."

Però c'è mio nonno, che comanda l'ltalia.

E lui dice:
"Guarda che quello non è cattivo."

"lo non ve lo do,
perché questa è casa nostra."

E manda i Carabinieri, che sono questi.

"Dateci il cattivo!"
Dicono gli americani.

E mio nonno: "Mai!"

Così gli americani
si pisciano addosso e se ne vanno.

Vinciamo la guerra.

Spegni quell'arnese! Non ti permettere!

- Sai perché mi piace questa spiaggia?
- Perché è sporca?

Perché nei giorni limpidi
si vede l'ltalia.

Sembra che mia moglie sia nata qua.

Spesso le dico: "Perché non te ne vai?"

"Vai a Milano, vedi la tua famiglia,
le amiche. Ti distrai."

Lei mi dice: "Distrarmi da che cosa?"

lo e lei siamo stati lontani per anni.

Solo qui sono di nuovo suo marito.

Lei gioca ad accudirmi, ma non è capace.

Per fortuna.

Anita è un'altra cosa.

Quando la guardo
sento il male che mi fanno

perché quel male arriva prima a lei
e non si rassegna.

Suo figlio?

So quello che vuole fare.

Dice: "L'eredità politica."
lo non gli lascio un'eredità.

Semmai è una maledizione.

Mi preoccupa.

Come quel bambino là.
È fragile e insicuro.

Non so se avrò il tempo di aiutarlo.

Per ora l'ho promosso generale.
(PARLANO lN ARABO)

Hai fame?

Vorrà dire che mangerò anche la tua parte.

- Loro non mangiano? - Chi?
- Sua moglie e sua figlia.

No... Fanno le schizzinose.

Peggio per loro.

Scusami, ma la sabbia... mi fa fatica.

Senti che profumo, senti.

- Generale!
- Comandante!

- È pronto il rancio?
- Non lo so.

Vai a controllare.
Corri, corri! Corri, corri!

Deve perdere un po' di peso.

L'ho scoperto quel giorno,

il giorno in cui abbiamo vinto
il congresso, che ero malato.

Nel momento più bello
della mia vita politica.

I compagni festeggiavano,
mi applaudivano e io avevo sete.

Troppa sete. Più bevevo, più avevo sete.

Mi dicono che è un fatto ereditario

che non si cura

e che te lo tieni.

Te lo tieni fino alla fine.

Come la vita.

Perché ti sei fermato? Continua.

Continua!

(PARLANO lN FRANCESE)

(PARLA lN ARABO)

Che cosa cazzo stai facendo?
Levati dai coglioni!

Aspettami fuori, dai.

(PARLANO lN FRANCESE)

(PARLA lN ARABO)

Ciao.

Se trovi qualcuno che ha bisogno,
lo devi aiutare.

Ma non se fai politica.

- Non capisco.
- Se fai politica, devi aiutare tutti.

C'era tanta miseria anche a Milano.

Durante la guerra
io facevo il chierichetto.

Andavo in giro con un prete
che dava l'estrema unzione.

Il primo morto che ho visto
era come me, un bambino.

Pensavo: "L'avrà ucciso una bomba."

Era la fame,
quella che tu non hai conosciuto

perché prima di te c'è stato
tuo padre, che non l'ha consentito.

Ti porto in un posto dove mi sento a casa.

È pieno di gente che mi vuole bene.
Là puoi girarci un film intero.

- Dov'è la sua scorta?
- Al solito, in qualche bettola.

- Lo possono fare?
- Glielo ordino io.

Per non averli tutto il giorno
tra le palle.

(PARLA lN ARABO)

(in arabo) Grazie! Grazie!

Quando era di buon umore, tuo padre
faceva le imitazioni. Era bravo.

- Mi rifaceva uguale.
- Non ne dubito.

Faceva tutti. Faceva...

Faceva il democristiano, l'irpino.

"Anche con le nostre differenze
in termini politici"

"il nostro impegno
dev'essere sempre strumento..."

"del Parlamento."

- Che risate!
- Per me è lui, gli somiglia.

Oh, ragazzi, avete visto?

Che vogliono questi?

Sono turisti.

- Secondo me, è lui.
- Sì. - Non ci credo.

- È lui, sì. È qua, al mare, se la spassa.
- È proprio lui.

- Chi è, papà? - Un ladro,
il più "fetuso" che abbiamo avuto.

- Perché? Che ha rubato?
- Ha rubato l'ltalia.

- Dove hai messo il tesoro?
- Vive ad Hammamet.

- Quale tesoro? - l nostri soldi,
quelli che ci hai rubato.

Non li ho rubati,
me li avete tirati addosso.

- Erano monetine che ho raccolto
da terra, una a una. - Vigliacco!

Le ho versate in un paradiso
fiscale. Ecco il tesoro, monetine!

- Ladro! - Lascialo!
- Sei scappato! - Siete qui apposta?

(VOCl SOVRAPPOSTE)
Basta!

- Siete venuti qui a casa mia
per cercarlo? Venite. - Lasciatelo!

- Venite. - Sei un ladro!
- Casa mia è aperta a tutti voi.

- Sta' zitto! - Scavate in giardino
per cercare il mio tesoro.

Potete alzare i letti.
Dove avete trovato quelle monetine?

Nei salvadanai dei bambini?

Avete rotto le cassette
delle elemosine nelle sagrestie?

Avete aggredito i mendicanti?
(VOCl Dl PROTESTA)

UOMO:
Vergognati!

Torniamo a casa.

- Piove?
- No, è una bella giornata.

Allora perché mi sento così male?

- Che cosa ti senti?
- Tuo fratello deve fare un altro figlio.

- Hanno appena avuto il primo.
- Non basta uno.

Aiutami a convincerlo,
se glielo dico io è peggio.

Bisogna fare almeno due figli.

Perché se te ne muore uno,
almeno hai l'altro.

Restare senza figli è la cosa più atroce.

Taglia.

Taglia, taglia, così poi ti do
1000 lire come quando eri bambina.

CRAXl: Le misure devastanti nella storia
della Repubblica ltaliana

mettevano in Parlamento
una generazione di giovani.

Se da una parte c'era
il senso di mancanza di fiducia

o forse di credibilità
da parte dell'elettorato...

("CENTO GIORNl" Dl CATERINA CASELLl)

È il figlio di Vincenzo Sartori
quello là?

- Non l'avevano ricoverato?
- Ricoverato dove?

- Che ci fa a casa nostra?
- Chiedilo a lui, vi conoscete, no?

Un paio di mesi al liceo, poi
da un giorno all'altro è sparito.

(in francese) Uno, due, tre!

Francesco! Avete visto
che Francesco ora è generale?

- Chi ti ha fatto generale?
- ll nonno.

Ricordi quando l'ho conosciuto
a casa vostra?

L'ho odiato subito e te l'ho detto.

Non ho peli sulla lingua e sono sincera.

Poi mi sono chiesta: "Come hai fatto
a sposare un uomo così?"

"Che non rispetta le donne e le usa?"

- Poi ho cambiato idea, lo sai.
- Lo so, cara.

Lo so talmente bene

che abbiamo rischiato
di non essere più amiche io e te.

Il tempo è la migliore delle medicine

e ora siamo tutte qui a festeggiare
la Pasqua come sorelle.

Papà come sta? Che cosa dicono i medici?

Gli serve un bypass, ma col diabete
l'operazione è rischiosa.

- Peggio ancora in Tunisia.
- Lui lo sa?

- Gliel'hanno detto in tutti i modi.
- lmmagino come l'ha presa.

- Se l'immagini, perché non ti dai
da fare? - Sei sempre la stessa.

Pensi che io sia distante
perché non lo sopporto.

- Io faccio ciò che tu non sai fare.
- Ah, sì?

Allora perché in ltalia
non sta succedendo niente?

Qualcosa comincia a muoversi.

Ci vuole tempo, è normale.

In politichese, "papà deve morire."

Sarebbe la soluzione perfetta
che toglie tutti dall'imbarazzo.

Ma non l'avranno vinta.

Mentre tu fai la figlia amorosa,
io sto combattendo per lui.

Ci mancherebbe altro, è tuo padre.

Perché non mi parla?

Lo sai com'è fatto.

È il suo modo
per dirti quanto gli manchi.

(LEGGE lN FRANCESE)

"A Khartoum il Nilo Bianco..."
(MUSICA Dl CHITARRA)

"Mescola le sue acque
con quelle del Nilo Blu."

♪ Sulle panchine in Piazza Grande. ♪

C'è la figura qua.

♪ Quando ho fame, di mercanti come me

♪ qui non ce n'è.

♪ Dormo sull'erba
e ho molti amici intorno a me

♪ gli innamorati in Piazza Grande.

♪ Dei loro guai, dei loro amori tutto so

♪ sbagliati e no.

♪ A modo mio...

lNSIEME:
♪ Avrei bisogno di carezze anch'io.

♪ A modo mio

♪ avrei bisogno di sognare anch'io.

♪ Una famiglia vera e propria non ce l'ho

♪ e la mia casa è Piazza Grande.

♪ A chi mi crede prendo amore e amore do

♪ quanto ne ho.

♪ Con me di donne generose non ce n'è.

♪ Rubo l'amore in Piazza Grande.

♪ E meno male che briganti come me

♪ qui non ce n'è.

♪ A modo mio

♪ avrei bisogno di carezze anch'io.

♪ Avrei bisogno di pregare Dio

♪ ma la mia vita non la cambierò mai mai.

♪ A modo mio

♪ quello che sono l'ho voluto io. ♪

Oggi possiamo fare un'eccezione.

Non tutto però.

Sembra quasi una Pasqua normale.

Ciao, ciao.

Ciao, ciao, ciao.

Sua figlia se ne va per colpa mia?

No, anzi, meno male che ci sei.

Lei ha bisogno di distrarsi.

Sai fare le iniezioni? Eh?

Che cos'hai qua? Sempre
con lo zaino, sembri un bersagliere.

I danari per la politica
sono come le armi per la guerra.

Non fai politica se non hai i soldi
per pagare anche una piccola cosa

come l'affitto della sezione di quartiere.

Poi ci sono le campagne elettorali,

i congressi, i giornali
in cui esponi le tue idee.

Mi dispiace deludere qualcuno

ma la democrazia ha un costo.

La democrazia ha un costo

ma gli apparati faraonici
non li capisce nessuno.

Anche la porchetta costa.

Il cantante in piazza costa.

La riffa costa.

Tutti facevano così,
in tutte le piazze d'ltalia.

La legge sul finanziamento ai partiti

è stata violata da tutti i partiti.

Per questo la soluzione
doveva trovarla il Parlamento.

Doveva essere una soluzione
politica, non giudiziaria.

Le violazioni sono reati.

Il maggior partito d'opposizione
non è stato toccato.

Ne deduco che non era giustizia,
ma qualcosa di molto diverso.

Di oscuro.

Di manipolatorio.

Non si fa giustizia
abusando del proprio potere,

minacciando il carcere per ottenere nomi,

per ottenere confessioni,
chiamate in correità.

Alla procura di Milano c'era uno
che faceva lo spiritoso e diceva:

"Non li carceriamo
per farli parlare, ma se parlano..."

"li scarceriamo."

Lei è stato condannato in via definitiva.

Due volte.

L'ultima poche settimane fa,
in contumacia.

Al solito, sulla base
di testimonianze ottenute...

si è visto come.

E di un pregiudizio.

"Non poteva non sapere."

Vale solo per me.

Ma non finirà.

Non finirà.

- Perché non va in tribunale?
- lo non ci vado da uno che dice:

"Se lui non parla, chiudo la cella
e faccio fondere la chiave."

L'ha detto.

Non sono io che lo invento,
era sui giornali, l'ha detto.

(CANTO DEL MUEZZIN)

Tagliala questa, tagliala.

- Spegni, spegni. Com'era?
- Buona.

(in arabo) Grazie.

- Pensavo che prima o poi
avreste fatto amicizia. - Chi?

Tu e la mia guardiana.

Anita. Non sai che cosa farebbe
se mi vedesse adesso.

Lei pensa che si debbano aggiungere
anni alla vita.

Io dico che bisogna aggiungere
vita agli anni.

- Vuoi favorire?
- No, grazie.

Nei dolci arabi
c'è tutto il profumo di qua.

Questi sono i miei preferiti,
infatti li tengo per ultimi.

- Ha fatto storie?
- Non si è nemmeno svegliato.

Che bravo ragazzo!
Una volta ho provato a fargliela io

e lui ha urlato come una belva.
Siediti qua, parliamo un po'.

- Sono un po' stanco.
- C'è una domanda che voglio farti.

- Che fine ha fatto tua madre?
- Dispersa.

L'ultima cartolina
me l'ha mandata... dal Laos.

- Dal Laos? Che ci faceva lì?
- Quello che ha sempre fatto.

- L'avventuriera. - Mi fa piacere
averti qui a casa mia.

- Grazie. Buonanotte.
- Buonanotte.

Ha fatto la Seconda Guerra Mondiale,
ma è ancora qua, da non credere.

C'erano dei soldati inglesi qua dentro.

I tedeschi li avranno inseguiti per
chilometri, poi è successo qualcosa.

Avranno finito il carburante
o magari si sono arresi.

I comunisti mandavano i carri armati
nelle piazze per stabilire l'ordine.

Lo sai perché?

Il carro armato non ha faccia umana.

Con la pistola è diverso,
la faccia devi mettercela per forza.

Tu saresti capace...

di sparare a qualcuno
guardandolo in faccia?

È nello zaino, vero?

- Che cosa?
- La pistola.

Lo so che ce l'hai.

È a causa di tuo padre, vero?

Vuoi punirmi per qualcosa
che io non ho fatto.

È un po' che ti prepari.

Li vedi quelli?

Prendi la pistola, me la punti contro.

Loro ti scaricano addosso i loro mitra

ma appena fanno fuoco, ti afferro
e ce ne andiamo via. Che dici?

Oppure no.

Ti propongo il delitto perfetto.

Accendi la telecamera,
ti dirò cose, solo a te,

cose che nessuno sa, neanche immagina.

La mia verità.

Puoi farne l'uso che vuoi, ti autorizzo.

Così... non te ne vai via a mani vuote.

Com'è la luce qua? Vieni.

Vieni qui, accendi la telecamera,
forza. Va bene qui?

Sono pronto.

(PARLANO lN FRANCESE)

(GUARDIA PARLA lN ARABO)

(CLAUDIA GERINl CANTA: "TIC Tl, TIC TA")

Ricordi che figura abbiamo fatto?

- Quando? - Quando siamo andati
a Londra, dalla Regina.

- Ti ricordi?
- Poco e niente.

Ci ripensavo ieri,
ancora mi viene da ridere.

Di figuracce dalla Regina
non me ne ricordo.

Me ne avevano dette tante
su Sua Maestà, sull'etichetta

- e io non sapevo una parola di inglese.
- Neanche io.

Infatti la figuraccia
l'abbiamo fatta insieme.

- C'erano gli interpreti.
- Sì, ma io mi ero messa in testa

che dovevo farlo da sola,
quindi avevo preparato un discorso.

L'avevo provato
con un'insegnante madrelingua.

- Alla fine ero perfetta, perfetta.
- Allora?

- Non ti ricordi?
- No.

Tutto quel discorso, parola per parola...

Alla fine l'ho detto in francese.

Hai fatto bene.

Hai sistemato la perfida Albione.

(VOCl lNDISTINTE)

Scusa se ti disturbo.

- Che ci fai tu qua?
- Aiutami a incontrarlo.

- Una volta sola, magari l'ultima.
- L'ultima c'è già stata.

Non voglio la guerra, non con te.

Ti dice lui che non mi vuole parlare?

Io chiamo e ogni volta
mi risponde una voce diversa.

O sei tu che fai finta
di non riconoscermi?

Mi dici: "ll Presidente è fuori."
Che bugia è?

Almeno inventatene un'altra.

Hai fatto male a venire qua.

Io ci resto,
fino a quando non lo incontro.

Posso rimanerci mesi, anni.
lo da qua non mi muovo.

Anita!

Sono vecchie queste, le butto.

Lascia stare, per favore.

Che ci fanno qua?

Tua madre.

Lei sa che mi accontento di poco.

Quelle come lei oggi sono tornate di moda.

Le intervistano,
le invitano in televisione.

- Tutte parlano.
- Lei non l'ha mai fatto.

Neanche quando le conveniva.

Chi ti dice che oggi non le convenga?

Tu parli così perché sei cattiva.

Da qualcuno avrò preso.

- Chissà che cosa ci trovavi.
- È stata una parte della mia vita.

Penso ancora a lei.

Più sono solo e più penso a lei.

Sarà l'ultima cosa che vedrò
prima di chiudere gli occhi.

- Torniamo indietro.
- Ormai siamo qua.

Sei bellissimo.

- Mi ha regalato lei questa camicia.
- Te l'ho messa apposta.

Prenditi il tempo che vuoi,
io mi faccio un giro.

("VORREl lNCONTRARTl
FRA CENT'ANNl" Dl RON)

(in francese) Sì? Chi è?

Sono io.

Sei tu!

Non ci speravo più.

So quanto ti è stato difficile venire qui.

Molto più che a me
che ho scavalcato il mare.

La stanza è brutta,
però c'è il letto grande.

Dormi con me stanotte?

- Come hai saputo che ero qua?
- Mia figlia.

Chissà che ti avrà raccontato! Mi odia.

- È lei che mi ha portato qua.
- Non ci credo.

- Perché l'ha fatto?
- Questo vorrei saperlo anch'io.

Fa caldo.

Mi sei mancato.

Tanto.

Ti sei fatto la barba da poco.

Ma stai bene,
non è come dicono in televisione.

Anche per questo sono venuta,
mi ero spaventata.

Non parliamo di cose tristi ora.

Adesso sei qua con me.

Come ti ricordavo.
Certo, forse un po' più magro.

- Fatti vedere.
- Devo andare, scusa.

- Scusami.
- Ma perché?

Ho detto qualcosa di male?

Mi basta poco.
La metà del bene che ti voglio io.

Te ne sei andato all'improvviso,
hai pensato a te.

- Era giusto, ma io...
- Tu eri in buone mani.

Non così buone.

È stata dura anche per me.

Adesso passa tutto.

Devo dirti tante cose.

Per ricordarmele tutte,
le ho scritte su un foglio.

Dopo ne parliamo, ma ora sdraiati.

Sdraiati, sarai stanco.

Vieni. Vieni qui.

Dai... Dai.

Ecco. Così.

Nessuno ti può capire come ti capisco io.

TV: "Solo un mandato internazionale
potrà consentire all'Onu,

se le trattative vanno male, di fare
un'azione di forza definitiva?"

BERLUSCONl: "lo non credo che si arriverà
a una soluzione così drammatica.

Credo che a questo punto
i raid abbiano portato la Serbia

a un risultato per cui Milosevic
non potrà resistere ulteriormente.

Credo che se l'azione diplomatica
oggi in corso o nei prossimi giorni

non dovesse concludersi subito

non c'è per Milosevic
una via d'uscita diversa dalla resa.

L'invio di truppe di terra
e tutto ciò che questo comporta

mi sembra un'ipotesi molto lontana.

Se accadesse e si evidenziasse
una necessità di questo genere

non credo che possa accadere
fuori da una risoluzione dell'Onu

a cui il governo italiano
dovrebbe adeguarsi.

In quel caso sorgerà un problema

perché sappiamo bene che tre
dei partiti dell'attuale maggioranza

sono contrari a questa soluzione.

In quel momento
io credo che il governo italiano..."

Guarda tu chi si rivede! Non eri morto?

Amico mio, di prostata non si muore più.

Tu come stai? Come ti trattano
in questa nuova patria?

"Amdullah"! Come si dice da queste parti.

- "Abdullah"?
- "Amdullah"! Vuol dire tutto bene.

- Vieni.
- "Amdullah"!

Varca la soglia del mio palazzo.

Una bella casa, ma niente di che.
Non c'è neanche il mare.

E la reggia? Dov'è?

- Dove la tieni nascosta?
- Anche la salute ti nascondo.

Tu invece stai bene, sembri
più giovane di cinque anni fa.

È la Tunisia che ti fa star male.
Cambia posto, viaggia.

- Ce l'hai ancora il passaporto?
- Ne ho diversi.

In una foto ho la parrucca,
nell'altra la barba finta.

- E i baffi?
- l baffi, sì.

No, la pasta anche a me.
La pasta, ho chiesto la pasta.

Vai in cucina e chiedi la pasta.

Se ti fanno storie, di'
che è per l'ospite, ha tanta fame.

È sempre stato ingordo, di tutto.
Non è vero?

È vero. Nessuno mi conosce meglio di te.

Nel mio partito erano tutti gelosi
della nostra intesa.

Avversari, mai nemici.

Come sono abituato io.

- Un po' meno tu.
- Che fai? Ricominci?

Ti sbatto fuori a calci, sai?

Con tutto il rispetto per l'anzianità.

Scostumato come sempre.
Superbo, arrogante.

Cafone.

Tutto quello
che non deve essere un politico

e tu sei un politico, un grande politico.

- Però ti scavi la fossa da solo.
- La predica! Mi mancava la predica.

- Adesso posso morire in pace.
- No, no, devi campare 100 anni.

Resta inteso che io ti seguo,
non ti precedo.

- Anzi, porto a spalla la tua bara,
anche se pesa molto. - Ah, beh...

Allora...

- Che sei venuto a fare qua?
- Niente.

Voi siete sempre stati maestri
nei giri di parole, dico e non dico.

Hai inventato tu il parlare oscuro.

Né bugia né verità,
solo fumo venduto bene.

Il fumo ti entra negli occhi.

Ti acceca.

- Insomma, che vuoi? - lo?
- Sì. - Niente.

Un attestato di amicizia e basta.

Capisco che tu non ci sei più abituato.

Le prime parole chiare.
Peccato che non ci credo.

Ti sbagli, come sempre.

Che mi rispondi se ti dico che
voglio iscrivermi al tuo partito?

Che arrivi tardi,
il partito non esiste più.

Altro errore, il più grave.
ll partito si sta squagliando

perché ti ostini a restare qua,
da dove non ti puoi difendere.

Ma se non faccio altro.
ll problema è diverso.

Quando io non ci sarò più...

chi mi difenderà?

A volte devi chinarti per poi
poter drizzare meglio la schiena.

Sai che mi piacciono i cavalli.
Vado alle corse, scommetto.

Nessuno si accorge
se sono eccitato o nervoso.

Se vinco o perdo,
sono sempre calmo, impassibile.

Vedi, è che io...

ll vizio del gioco io non ce l'ho.

Non è un vizio.
Se fosse un vizio, tu ce l'avresti.

- Non mangi la pasta? Si fredda.
- No, la vuoi tu?

- Non la mangi davvero?
- No, è fredda ora. - Non è fredda.

In altri tempi, questo
si sarebbe chiamato un rimpasto.

La vuoi assaggiare? Dai, prendine un po'.

Prendi.

Il famoso "magna magna".

Magari da qui non te ne rendi conto

ma le cose stanno cambiando
in ltalia, il peggio è alle spalle.

Alle spalle di chi?

Ai giudici non conviene più fare i duri.

Nelle tue condizioni gli arresti
domiciliari sono scontati.

Bisogna solo far passare un po' di tempo.

"T'anna scurda" '.

"M'anna scurda" '. Perché?

Non ti conviene rientrare in politica.

Dalla politica sei uscito tu,
tu e tutti gli altri

quando avete chinato la testa.

Dovevamo fare come te?
Andare tutti in esilio?

Siete stati voi a dargli ragione.

Tutti zitti! Tutti zitti!

Un po' di ragione ce l'avevano.

I reati c'erano.

- I soldi li prendevamo.
- Per la politica.

Sì, ma qualcosa
ci restava attaccato alle dita.

Tu ti sei precipitato
a raccontargli anche questo?

Lo sapevano già,
volevano solo che glielo dicessi io.

Io li ho accontentati.

Ho parlato per giorni, per mesi.

Loro segnavano tutto,
chi pagava, chi prendeva.

Certi nomi me li hanno fatti loro,
io non li conoscevo.

"Mi dite che sono ladri?
Va bene, confermo."

Ci andavo pure con la febbre.
Alla fine mi hanno detto grazie.

A me non mi hanno trattato
con tutto questo riguardo.

I soldi... l soldi pubblici...

Una volta mi hanno detto
che i soldi sono come l'acqua.

Tu getti un secchio d'acqua
per terra e dopo un po' è sparita.

Non si sa dov'è andata.

Perché non hai capito questa cosa?

Cerchi il mio tesoro anche tu? Eh?

Pensa al tuo.

Finanziamenti illeciti.
Chi li ha mai negati?

- Non tutto serviva per l'apparato.
- Quale apparato?

Quell'esercito di puttane?

Io ho dato soldi a gente
che scappava dalle dittature.

Peccato che non se n'è accorto nessuno.

Un altro errore.

Il nostro è un Paese feroce

ma alla fine perdona.

Non dicevi che in politica solo
i mediocri rispondono alle domande?

Sono belle frasi per i libri
che si regalano a Natale.

Io ho due condanne sulla testa,
pesanti e ingiuste.

Se torno, mi inginocchio
di fronte a chi me le ha date.

Se resto, continuo a pesare
sulla sua coscienza.

Secondo te, che cos'è meglio?

Mi vogliono morto. Benissimo.

Che paghino, allora.
Che paghino... anche loro.

Io vorrei capire,
con i miei piccoli occhi mortali

che cosa ci sarà dopo?

Dopo la morte, voglio dire.

È vero che Dio non c'è?

Se c'è, sarò l'ultimo a saperlo.

(BISBIGLIA)

Tutto qua?

Si fa vivo solo adesso per dire?

Niente.

Una paginetta di niente!

- Vuole aiutarti, parla a nome
del governo. - Gli sei stato dietro!

Cretino!

Mi avesse ignorato come gli altri,
almeno lo rispetterei.

D'altronde,
è sempre stato un essere spregevole.

(CARDIOLOGO PARLA lN FRANCESE)

lo gli ho sempre dato fiducia.

Loro mi hanno curato bene.

Magari sono io, a volte,
che ho disobbedito.

Perché non fanno niente?

Hanno paura.

- Ah, davvero?
- Pure i chirurghi di Milano.

Quando hanno visto
la sala operatoria, sono scappati.

Le macchine cadono a pezzi.

Allora vestiamoci e torniamocene a casa.

Andiamo in ltalia, papà.

È tutto pronto,
abbiamo a disposizione un aereo.

- Nessuno ti tocca all'arrivo,
me l'hanno assicurato. - Ci credi?

Pensi che ti ammanettano
in aeroporto? ln sala operatoria?

Così si danno la zappa sui piedi,
non vogliono la tua morte.

- Ma...
- Non gli serve.

Non aspettano altro.

Devo pisciare.

(VOCl lN ARABO)

(DONNA PARLA lN FRANCESE)

C'è quel vestito nuovo a casa,
un completo.

Prendimi anche una camicia bianca.

Lascia stare la cravatta.

Volevano mandare un'ambulanza,
ho detto che non se ne parla.

All'aeroporto ci sarà una macchina,
anonima, tipo questa.

Da lì andiamo in ospedale.

Finché non ti fanno i prelievi,
puoi bere solo acqua.

Poi un cappuccino e un cornetto
non te li nega nessuno.

Mezzo cornetto e un caffè senza zucchero.

Almeno rivedo Milano.

Parlano in arabo

(VOCl NON UDIBILl)

Papà.

Papà!

(PARLA lN FRANCESE)

Grazie.

Ce l'hanno fatta.

- Com'è andata l'operazione?
- Una dichiarazione! - Dica qualcosa.

- Come sta? - (in francese) Allora,
com'è andata l'operazione?

(VOCl SOVRAPPOSTE)

- Possiamo dire che sta bene?
- ll figlio! ll figlio!

Rilasci una dichiarazione!

(VOCl SOVRAPPOSTE)

Fatelo sapere a tutti,
il caso "C" non è chiuso.

Lui come sta? Tutto a posto? Ha parlato?

(VOCl SOVRAPPOSTE)

Parto tranquilla.

Non ti preoccupare.

- È tornato?
- Chi?

Fausto.

Volevo molto bene a suo padre.

Lo penso spesso.

Stanotte ho fatto un sogno.

Sono in Parlamento...

ma non al mio posto,
quello che ho occupato per anni.

Sono all'uscita.

Sono tra i commessi,
forse sono un commesso anch'io.

Ai banchi del governo
c'è qualcuno che parla

ma gli applausi... lo interrompono.
Anzi, altro che applausi.

Sono boati, ovazioni.

Gli onorevoli tutti in piedi,
l'emiciclo che quasi viene giù.

È allora che mi accorgo che è il giudice.

È lui che parla.

Con uno di quei salti
che accadono solo nei sogni

lo raggiungo là dove sta parlando
e gli rubo la parola

per dire cose.

Cose su di lui, cose pesanti.

Per me sono vere, ma non per l'aula,
infatti rimane in silenzio.

Quasi imbarazzata.

Più insisto e rincaro la dose,
più il giudice ride.

Mi guarda e ride, tranquillo.
Mi ride in faccia.

Fuori dal Parlamento c'è un dedalo
di vie, stradine e angoli ciechi.

Io mi ci muovo bene,
nel sogno invece mi perdo.

Forse perché scappo.

Non so dove andare,
così torno indietro e come...

Come giro l'angolo, eccoli là.

I deputati, i ministri, quelli
dell'aula mi vengono incontro.

C'è anche il giudice. lo sono pronto.

Mi aggrediscono, penso.
Non importa, aspetto.

Invece quelli sorridono.

Per primo il giudice, che mi stringe
la mano. Mi fa: "Bravo!"

Le tue parole mi hanno aperto gli occhi.

Li hanno aperti a tutti noi,
perché sono vere, dirette.

Tutti dovremmo fare come te.

Avere coraggio."

Ma quale coraggio?

Che coraggio c'è
a parlare male degli altri?

A spargere veleno?

Questo lo fanno loro,
io non le faccio queste cose.

Se stavolta l'ho fatto, ho sbagliato.

Ho sbagliato.

È un sogno, i sogni sono strani.

Non prendere la pioggia.

Hai bisogno di qualcosa?

Un bicchiere d'acqua.

Papà.

Ci hai messo tanto a tornare.

Ti stavo aspettando,
non so più da quanto tempo.

Che hai fatto stavolta?

Che hai fatto?

Maleducato!

Manigoldo!

Malfattore!

Malvivente!

Maligno!

- Qualità?
- Nessuna.

Maledetto.

(RULLO Dl TAMBURl)

- Vieni.
- lfigenia!

- Vieni. - Si parla di politica,
una cosa nobile.

- Dici che per fare politica
ci vogliono i coglioni? - Sì, tanti.

Devi riempire il Parlamento.
(RISATE)

- Bingo!
- ll varietà!

- Se invece vuoi governare?
- Serve quello che sta in mezzo. - Ah.

- In mezzo a destra e a sinistra?
ll centro. - Chiamalo centro.

- Io lo chiamo...
- No! Non essere volgare.

Volgare io? Ma senti questo!
(RISATE)

Signore e signori, lfigenia mia,

qui abbiamo
un vero Presidente del Consiglio.

Anzi, il Presidente di tutti i Presidenti!

"Hop"!

- Lo conoscete?
- Chi non lo conosce?

- Se lo conosci lo ami, se lo ami
è il successo. - Altrimenti?

- Devi lavorare.
- Bingo!

Adesso... scegli! Busta A o busta B?

- Non c'è una bustarella?
- No, se le sono prese tutte loro.

Sì, perché un Presidente
che si rispetti è un "lader"!

Cioè, è un leader!

- Leader o "lader" è uguale.
- Se il leader è un "lader"?

- "Vu"!
- "Du"! - "Three"!

INSIEME: ♪ Ruba allo Stato, ruba
al partito, al bambino la caramella.

♪ Si è rubata pure quella.

♪ Ruba a suo padre, ruba a sua
madre, alla figlia della sorella.

♪ Ha rubato pure quella,
la famiglia è rubacchion! ♪

(PIANGE)

Non fa che parlare di lei e di suo padre.

Penso che la tragedia
l'abbia toccato molto,

come ha toccato me, del resto.

Ce l'hanno in tanti sulla coscienza.

Se non è vero che lo conosce,
glielo dica. Non lo assecondi.

- Da quanto tempo è qua?
- Da più di un anno.

Vede? Sta sempre all'aperto.

Gli abbiamo dato la stanza
più grande, ma lui dice che soffoca.

L'estate scorsa voleva dormire fuori
persino la notte.

Mi scusi, ma io che cosa gli devo dire?

Lei non dica nulla, sarà lui a parlare.

Lei lo ascolti, gli farà bene.

È calmo, stia tranquilla.

Come stai?

È bello qua.

C'è verde... e silenzio.

Come a casa tua.

Dove l'avete sepolto?

- In un piccolo cimitero
ad Hammamet. - Ah...

Per questo non lo trovavo.

L'hai cercato? Perché l'hai cercato?

So dove stanno i nonni.

Mi ero fatto la piantina,
loro li so trovare.

Mio padre no.

Non so dov'è.

Nessuno me lo dice.

- Perché mi hai chiamato?
- Tu hai conosciuto mio padre?

Ne avevo sentito parlare.

Quel giorno...

ero nel suo ufficio.

Lui stava sul balcone.

Leggeva un giornale o una lettera,
non me lo ricordo.

Mi dava le spalle.

Io mi sono avvicinato piano...

per questo non mi ha sentito.

Non si è nemmeno voltato
quando l'ho spinto giù.

Poi mi sono affacciato
per essere sicuro che fosse morto.

Che stai dicendo?

Era un criminale.

Io l'ho fatto diventare un martire.

Io mio padre... ho provato a salvarlo.

Non ci sono riuscita.

Qua dentro c'è tutto quello
che lui non ha mai detto a nessuno...

nemmeno a te.

Mettila via.

Se quelli la trovano, la usano
per sporcare il nostro Paese.

Vattene.

C'è speranza che guarisca?

I malati di mente non guariscono,
perché non sono malati.

Grazie, dottore.

Lo conosce da molto?

Gli vuole bene?

È la prima volta che lo vedo.