All language subtitles for EMA (2019)

Ciao a tutti, come state?

I'm Mariana Di Girolamo,

da casa mia,
qui in Cile.

E io sono Ema in 'Ema',
il nuovo film di Pablo Larraín.

Rimanete dopo il film
dato che risponderò ad alcune domande.

State bene!

EMA
Sottotitoli a cura di Younes Ettali

Entra.

Ciao.

Che cosa fai qui?

Sei pazza?
Ti ho detto di non venire nel mio ufficio.

Ti ho chiamata al telefono 20 volte.

Ti ho detto che non ti avrei risposto.
Perchè mi hai chiamata?

Come sta mio figlio?

Non è tuo figlio.
Tu non hai figli.

Sai cos'hai ancora?
Capelli tinti e un marito di merda.

Sono ancora sua madre.

No, sai che cosa sei ancora?
Una bambina viziata.

Ti avrebbero dovuto dare in affidamento.

Sono sua madre...

- Non legalmente!
- Che cosa gli succederà?

Sai cosa succederà?

Tra un po' lui avrà 12 anni.

Scapperà dai Servizi Sociali
e ti deruberà puntandoti una pistola contro.

Che stai dicendo?

Ti ruberà la macchina
e tu lo denuncerai...

- E finirà in carcere...
- In carcere? Ma per favore...

Polo non andrà in carcere.
Di che stai parlando?

Ah, non finirà così?

- Potresti dirgli che lo amo, per favore?
- No.

Non lo farò
perchè non mi piace mentire.

Fatti dare un consiglio...

Dedicati al tuo cazzo di ballo.

Comprati una bambola. Vestila.

Perchè quello che vuoi non è un bambino.

Tu vuoi un bambino che stia fermo.
Rigido, come una lavagna.

Come sta?
Dimmi qualcosa.

Non lo so, non lo so!

Sicuramente ha un'altra madre,
migliore di te.

- È stato adottato da un'altra famiglia?
- Non lo so...

- Lo si può adottare un'altra volta?
- Devo andare, basta.

- Marcela, dimmelo, per favore.
- I don't know.

Marcela!

Guarda, ascoltami.

Sei giovane, no?

Hai tutta la vita davanti.
Dimenticherai tutto questo.

Ma non venire più nel mio ufficio.

Finiamola qui.
Dai, ciao.

Ti piace?

No.

E questa?

Mi piacciono i suoi capelli naturali,
come li aveva prima.

Mi dispiace, Carlos.

- Mi dispiace.
- Va bene così. Basta perdonarsi.

Ricordi quando Pauli andò al concerto
a Playa Ancha e tornò pelato?

- Era magnifica.
- Bellissima.

Non ce la faccio...

Non puoi essere triste per tutta la vita.

Sono cose che capitano. È stato un incidente.

- No, non lo è stato.
- Sì, invece.

- Sì, lo è stato.
- No, non è stato un incidente.

Non succederà mai più.

Devi fare come le lucertole.

Sai cosa fanno le lucertole
quando gli viene tagliata la coda?

Non capiscono più nulla.

Sono fottute.

Non posso, non posso farlo.

- Premi il bottone.
- È sedata.

- Con cosa?
- Morfina.

Perchè le avrebbero dato la morfina?

Gliene hanno data anche poca.

- Avrebbero dovuto darle almeno 30ml.
- E che ne sai tu?

- Credo ci chiederanno di donare del sangue.
- Che schifo.

Io posso donare... un litro.

Non ha senso, Ema.
Al massimo te ne faranno donare metà.

È il mio sangue.
Faccio ciò che voglio col mio sangue, mamma.

Starai bene.

Starai bene.

Un giorno ci perdonerai.

Perdonerai me. Ema. E Polo.

Sembra notte fonda
e c'è un fuoco.

Ah, sì?

Potrebbe essere un gigante
che cammina e provoca un terremoto!

Non fermatevi!

3, 4, 5, 6...

7 e stop.

Allargate le braccia e abbracciate voi stessi.

In questo momento...
Polo piange di rabbia.

Perchè lo hai abbandonato.

Noi lo abbiamo abbandonato.
La colpa è nostra.

Sì, può essere.

Ma è molto difficile da credere.

È difficile perchè fa molto più male,

essere abbandonati da tua madre.

Sì, il tradimento da una donna è molto più dolorosa.
Sì...

Da una pessima donna.

Da una pessima madre.

No, io penso che...

Non appena Polo iniziò a fidarsi di te,
tu lo hai abbandonato.

Entrambi lo abbiamo abbandonato.

Entrambi..

È un bambino.

Ti piaceva che tutti dormissimo nello stesso letto
così che tu non avresti dovuto scoparmi.

Io avrei adottato un bambino più giovane, ma...

Chi avrebbe dato a te un bambino?

Tu gli hai insegnato a dar fuoco alle cose.

Volevi che lui bruciasse tutta la casa.

Così da spingermi a... non lo so.

Ridarlo indietro.

Ha bruciato il viso di tua sorella.

Pensavano tu fossi sterile a causa di
una malattia che non hai curato.

Quindi è colpa tua, Gastón.

È colpa tua se abbiamo fatto tutta questa merda
e abbiamo adottato un bambino con i baffi.

È colpa tua
se non potevamo sopportarlo.

Ed è colpa tua
se sento dolore lungo tutto il mio corpo.

Ed è colpa tua
se la gente ci fissa per strada...

Come se avessimo soffocato un cane
con un sacchetto di plastica.

Sai perchè Polo ti amava?

- Perchè pensava tu fossi bellissima.
- No.

Sì.

Quando andammo a prenderlo
lui ti disse "bellissima".

"Bellezza, vieni qui, vieni".

E ti avvicinasti.

Faccia a faccia.

Ti avvicinasti flirtando tutto il tempo.
I sorrisi e tutto il resto.

Mettevi la tua lingua tra i suoi denti.

Ti mettevi a nudo di fronte a lui.

E quella volta che gli misi
il tuo capezzolo nella sua bocca...

Era mio figlio.

Mio figlio può leccarmi il corpo intero,
se lo vuole

No...

No, non si fa questo ad un bambino.

- Hai fottuto la mia vita.
- E tu a me.

Io ero una ragazzina
e tu non ti sei preso cura di me.

Sei un maiale sterile.

- Facciamolo di nuovo.
- Il cervo.

Insieme, le gambe insieme.

- Sì...
- Il cervo.

Scusate se cambio argomento...
ma non so cosa fare.

Se parlare con la psicologa dell'istituto
o se parlare con la direttrice.

Ma abbiamo bisogno di strumenti
per spiegare la situazione ai bambini.

Ciò che sta succedendo con Polo Valderrama.

- Con chi?
- Polo Valderrama, di 4a.

Ah... cos'è successo?

I Servizi Sociali ci hanno chiamati.
Vogliono togliere Polo da scuola.

Servizi Sociali?
Perchè?

È malato.

Cos'è successo?

Lo hanno mandato indietro.

No.

- Ah, no?
- No.

Allora mi sono sbagliata.

Non mi piace ficcare il naso
nelle vite delle persone.

Però mi preoccupa
come spiegare la situazione ai bambini.

Perchè continuano a chiedere.

E...

Non voglio dir loro...
"Sapete cosa c'è?"

"I genitori di Polo
non gli vogliono più bene".

"Si è comportato male, perciò lo hanno dato indietro".

Polo non è più un bambino adottato.
È di nuovo un orfano.

Capisce?
Io non so come spiegare questa cosa...

È la verità?

Sì.

Lo avete dato indietro?

Per questo motivo non è più qui,
perchè non è più tuo figlio.

Questo è ciò che voglio dire...

Che peccato.

Sarebbe meglio dire che Polo
sia andato a vivere con la famiglia a Santiago.

No, non possiamo dirlo.

Lei continuerà ad insegnare qui.

Continuerai a lavorare qui, Ema?

Certo, è il mio lavoro.

Devo lavorare anch'io.

Ma non sono sicura di poterlo fare ancora...
Vedere la tua faccia ogni giorno...

La tua faccia... i tuoi capelli.

Sei stupida?
Non capisci quello che stiamo dicendo?

Credo che Ema debba prendere il permesso per malattia.

- Cosa c'è dentro?
- Non lo so.

Un tipo di violenza domestica...

- Non lo so.
- Te ne stai andando?

- Sì, ho un'audizione.
- Cosa?

- Con un ragazzo o una ragazza?
- Non lo so.

- Devo pagare una roba come 300 dollari.
- Ok, l'ultima.

- C'è ancora del ghiaccio?
- Sì, vado a prenderlo.

- Devi chiamare?
- Devo solo mandare un messaggio.

Ema.

Mati.

Gastón.

Mi dispiace, Sonia.

Dev'essere successo la scorsa settimana.

Dì loro che sono stato io.
Una performance... Una...

Tutte sanno che è stato Polo.

- Che cosa t'importa?
- Si metteranno ad urlare.

- Chi?
- Tutte, loro, quelle pessime ballerine.

Ce ne andremo insieme. Le distrarrò.

E tu butti il gatto per strada.

Il nostro piccolo bambino, Ema...

Porca puttana.
Cosa abbiamo fatto?

E se adottassimo un altro bambino?

Ema.

No, non è colpa mia

Non è stata colpa mia.

- Andrà tutto bene, vero?
- Stiamo bene.

- Sì? Stiamo bene.
- Stiamo bene.

Non abbiamo bisogno di niente,
la gente ci ama.

Sai chi sta davvero bene?
Polo.

- È felice.
- Già, lo è.

Perchè non è più con noi...

Dirò a tutte che...

Non lo so... che...

Era qualcosa che...
qualcosa che facevamo con Polo.

Che tenevamo dei peluche
nel freezer.

Ed era per lui...

e dato che lo abbiamo visto...
Ci siamo intristiti e ce ne andremo.

No, non è necessario.

Sono ubriache, non capiranno nulla,
si stanno divertendo.

Sì...

Sì, credo anche
che Polo stia sentendo tutto questo.

Sta assorbendo tutto, capisci?

Lo stiamo facendo per lui.

Perchè ha bisogno di un papà e di una mamma.

Che lo amino come non è mai stato
amato in tutta questa cazzo di vita.

Non te ne rendi conto,
ma sei bellissimo.

Sei bello.

E sono molto fortunata ad essere con te.

E se facessimo una sveltina?

No.

Sei un preservativo umano.

Non mi darai mai un figlio.

Un vero figlio.

Io ti ho dato un figlio.

Uno vero.

E tu lo hai gettato via.

Ricordi quando Polo prese la tua mano
e la mise sul suo petto?

E ti disse "Mamma".

"Non lasciarmi, Mamma".

"Quando chiudo i miei occhi,
sembra che tu te ne stia andando".

"Non lasciarmi,
non abbandonarmi".

Ha chiesto il tuo perdono.

Io ti amo.

Ti amo anch'io. Perdonami.

Mi dispiace tanto.

Non fa niente.

- Ti perdono.
- Sì.

Ti amo.

Quanto ha vissuto qui Polo?

- Solo 10 mesi.
- No, erano di più.

È stato con noi almeno un anno.

- Cos'è successo
- Niente.

- Non c'è nulla?
- No.

Lo sai cosa sta succedendo?

Vi ho fatto un favore.

- Che favore?
- Certo.

Ti abbiamo pagata.

- Che cazzo hai detto?
- Hey! No.

- Marcela, per favore, vattene.
- Dillo un'altra volta.

I said we paid you.

Nessuno vuole adottare
questi bambini colombiani e uruguagi.

- Non è vero.
- Polo aveva 7 anni.

Anzi, 6...

Nessuno voleva adottarlo?
Noi lo abbiamo fatto.

Grazie a me.

Hai manipolato i documenti per i soldi.

Non è vero.
Controlla il mio conto bancario.

Io ho solo ricevuto i documenti.

E ho cambiato... la parte sul sesso.

- E che cosa diceva il documento?
- Ah, non lo sai?

Lo so, ma dimmelo un'altra volta.

- Vuoi che te lo ricordi?
- Sì.

Comportamenti omosessuali. Esibizionismo.

Brutalità sessuale.

- Performance con del sangue vero.
- Era per uno spettacolo.

Era solo per una scena, non è vero.
Non è la vita vera.

È finzione.
È il mio lavoro.

Facciamo delle prove, rappresentiamo degli scenari.

Gastón non è gay.

Questo qui?

Io voglio solo che voi capiate.

Che il sistema è fatto
per tagliare fuori la gente come voi.

E io sono il sistema, teste di cazzo.

E in tutti questi incontri
con gli assistenti sociali...

Con gli psicologi...
Ci chiedevano...

"Sono pazzi?"
No, non lo sono.

"Vogliono giocare con le bamboline?"
No, come potrebbero?

"È molto giovane per lui".
Non importa.

Va tutto bene.

"Ma lui è strano proprio".
Voi due siete bizzarri.

E il resto?
Non importava nemmeno.

Fino a quando non intervenne la valutatrice esterna.

E chi ti ha salvata?
Tuttò andò a rotoli.

E chi ti ha salvata?
Io ti ho salvata.

Ti ho salvata.

E abbiamo dato il ragazzino
in adozione, Dio santo.

E allora?

Allora il ragazzo vi mette alla prova
perchè è intelligente.

E iniziano i problemi.

Ti dice che tu non sei la sua mamma,
perchè è vero!

E allora mette a fuoco tutta la casa,
brucia il viso di sua zia... E quindi?

Non fa niente, sono cose normali.

Ve lo dissi, no?

L'unica cosa che vuole,
aldilà di tutto ciò che fa,

È sentirsi dire che lo amate ancora.

Polo è cresciuto, ha capito
e ora si è calmato.

Mi capite?

E voi cos'avete fatto?

Non solo lo avete dato indietro,
lo avete anche reso disponibile all'adozione, un'altra volta.

E ora è esposto
a qualsiasi altro psicopatico.

E...?

Magari no, speriamo di no.

Magari sta bene.

Spero sia con una buona famiglia,
che abbia il suo telefono...

E che stia caldo e al sicuro
nel suo letto.

Bevendo latte alla frutta.

- Lo hai visto?
- Non sono affari tuoi.

Ficcatelo nel cervello!

Incredibile.

Non lo so...

Non sei fatta per essere madre.

E nemmeno tuo, psicopatico di merda!

Siete fuori di testa.

Mettete a posto la testa...

Prima di adottare dei bambini.

Che succede?

- Cosa?
- Hai visto cos'hai fatto?

Io?

Sei andata dagli Assistenti Sociali.
Ti dissero di non farlo.

Perchè?

Io faccio quel che voglio.

No.
Non puoi fare quello che vuoi.

Non puoi fare tutto quello che ti pare.

Porca puttana. Nessuno vuole più.
Sei insopportabile!

Nessuno della compagnia di ballo ti sopporta più.

- Nessuno mi sopporta più?
- No!

A te nessuno ti sopporta,
ma non te ne rendi conto.

Non me ne frega un cazzo.
Te lo ha appena detto.

Sei stata tu a provocare tutto questo.

E la compagnia lo sa bene.

Tutti lo sanno.

Grazie, piccola.

- Puoi stare tutto il tempo che vuoi.
- Grazie.

Dove posso dormire?

Qui.

- Dov'è Gastón?
- Fanculo Gastón.

Fanculo Gastón.

Non essere volgare, mamma.

Prendevo voi tre per la mano
quando eravate bambine.

Vi stringevo forte forte
e vi dicevo che saremmo sempre state insieme.

Non me lo ricordo.

Quando tuo papà se ne andò.

Non mi ricordo.

Vi dissi di badare sempre una all'altra.
Di restare sempre insieme.

E dove vivete ora?

Tutte insieme.

Dormite tutte nello stesso letto.
Una sopra l'altra.

Non ci credo che lo dicevi...

Quanti anni avevo?

Quattro.

Non ti credo, mamma.

Una mamma deve sempre restare
con le sue bambine.

Perchè i figli fanno la famiglia.

E la mamma non si può mai separare
dai suoi figli.

Il mondo è sempre andato così
ed è meglio che non cambi.

Cosa dovrei fare, mamma?

Fai ciò che ho fatto io.
Questo è ciò che devi fare.

- Era violento?
- No.

Sta male. È tutto qui.

Ha quelle tipiche crisi da uomo.

Mmh, so di cosa parli.

E lui è d'accordo con questo?

Non lo so.
Dovrei chiederglielo.

- Ok, ma lui cosa direbbe?
- Gli sembrerà sbagliato.

- Lui è innamorato.
- Di te?

Sì.

Di me.

Sì, certo.

Voglio dire... che peccato.
Poverino.

- Poverino lui?
- Sì, chiaro.

Ha 12 anni in più di me.

- 12?
- 12.

Beh, allora, può andare a cagare.

- Sei mai stata con un uomo più vecchio di te?
- Io?

- Scusami.
- No, non fa niente.

È solo che...

Di solito non parlo di me stessa.

Non mi piace.

Voglio dire, in realtà
è che nessuno mi sopporta più.

Io ti sopporto.

Se tu vuoi.

Devo farlo,
perchè mi stai pagando.

C'è un problema...

Non ho soldi.

Per pagarti.

Quindi abbiamo un problema...

Perchè noi avvocati
chiediamo soldi per il nostro lavoro.

Siamo terribili.

Sì, ma è solo un divorzio....

Tu riempi un documento, io lo firmo.

Facile facile.

Ah... sei forte.

Posso lavare i tuoi vestiti.
Posso cucinare per te.

Stirare.

Posso prendere i tuoi ragazzi da scuola.
Hai dei figli?

Sì.

Posso cantare.
Posso ancheballare.

- Posso portare fuori il tuo cane...
- Per favore, balla.

No, ti sto prendendo in giro.

Sto solo scherzando.

Che cosa stai facendo?

E che stile è questo?

Reggaeton.

Riprenderai tuo figlio, vero?

Non lo so.

Speriamo.

Incredibile. Che emozione.

Lo so.

Ema, preparati alla guerra.

Magari non vedremo più
il tuo corpo bellissimo.

Perciò diciamoci addio adesso.

Se hai bisogno di noi per un crimine,
chiamaci.

Qualsiasi cosa.

Staremo nei paraggi.

È la cosa giusta da fare.
No?

Certo.

Qualcuna mi dà il bacio dell'addio?

Si chiama Napalm.
È un mix di cherosene e diesel.

La Mamma.

Le piace comprare roba contraffatta al porto.

Gliela vendono come
veleno per topi da fattoria.

- Per avvelenarli?
- Per bruciarli vivi.

- Allora Gastón l'ha preso.
- Ah, certo.

Voleva fare questo spettacolo...
salire s'una barca,

e bruciarne un'altra,
mentre noi danziamo sul molo.

Ma non funzionò.

- Attenta.
- Attenta con quella.

- Come lo senti?
- Molto bene.

Quanto bene?

Immaginala come la proboscide di un elefante
che spara acqua bollente per 20 secondi.

Incredibile.

L'eiaculazione di undinosauro maschio.

Deliziosa.

Com'era tanto tempo fa:

La gente bruciava gli alberi e poi
piantava nuovi semi così da poter mangiare.

Bruciare per seminare ancora.

Beh, la macchina è sua.
L'abbiamo parcheggiata qui.

Siamo andate a casa di un'amica
qui vicino.

- La macchina è tua?
- Sì.

- Da quanto tempo ce l'hai?
- Da anni.

- Da tanto?
- Sì.

- Hai mai avuto problemi con la macchina?
- Era vecchia, ma funzionava ancora.

Hai sospetti?
Cosa pensi sia successo?

- Gentaccia dalla collina.
- Cosa intendi?

- Anarchici.

- Siete di Valparaíso?
- No.

- Da quanto siete qui?
- Da anni.

- Quindi vivete qui.
- Sì, ma non siamo nate qui.

Da quanto tempo sei un vigile del fuoco?

Non è rilevante adesso.

Ciao.

- Come stai?
- Bene e tu?

Da quanto vi conoscete?

Da poco.

Anibal ha spento l'incendio.

Con l'idrante...

Come un supereroe.

Qualche volta lo sono.
Di sera lavoro qui.

Ottimo, perchè non abbiamo
soldi con cui pagare.

Niente, zero.
Mordi e fuggi.

Dopo che ci siamo visti,
sono tornata a casa col tuo odore.

Le mie bruciature odorano
in modo diverso dalle tue.

Perchè devi assorbire tutti gli odori
della giornata. Le mie odorano di gas, senti?

Hey, solo tu... Hey, no...

Hey, basta...
La gente ci sta guardando.

Volete un altro drink?

Chi è la più carina?

Siete tutte bellissime, è incredibile.

Chi è la più carina?

Laura. Vediamo...
Devi lasciarli passare.

Sonia, quando loro vengono,
devi lasciarli passare.

Loro non sono i ballerini.
Siamo noi i ballerini.

- Ci stiamo disunendo!
- Dai!

Stop!

Ora abbiamo raggiunto il punto
in cui ci perdiamo, no?

Il punto da... baaaam!

Hai portato qualcosa
per coprirti?

Qualcuno può darle qualcosa?

Dai. Correndo e ballando
ti si vede tutto.

E tu?
Farai la parte?

- O no?
- Sì.

Allora, come finiamo?

Posizioni finali, per favore.

Prendete le posizioni
prima di tutto questo caos.

Se vuoi fare la parte, finiscila qui.

E dove ho finito io?

- Non lo so, hai fatto quel che volevi...
- Qui.

La rifacciamo?

Dov'è oggi il coreografo?

Così per dire, eh...

Noi siamo attenti.
Tu dacci le indicazioni.

Sai cosa? Vattene di qui.
Sul serio, vattene via.

Non si può lavorare così.

Vattene via.

Gastón.
Parlerai o no?

O parlo io?

Non lo so, ma dobbiamo risolvere
questo casino.

Guardate.

Capisco che in questo momento
mi odiate.

Ma capisco anche...

Quando Ema passa 4 notti
di fila senza dormire.

Piangendo. Dicendo "Non posso."

"Non posso, mi sembra di ucciderlo."

E io le chiedo: "Ucciderlo?"

Lei dice "Sì.".

"Sento che Polo è mio figlio."

"Io lo amo, ma non sono sua madre."

Sei stata tu?
Sì...

Ci rimasi per questa cosa...

Ci rimasi completamente.

- Gastón.
- E ora vedo voi...

Vedo tutti voi e...
Voi siete la mia famiglia.

Siamo una famiglia disfunzionale,
però la siamo.

E mi chiedo, cazzo, dov'è Polo?

Dov'è?

Voglio dire, dovrebbe essere qui,
a prendere le giacchette...

E fare un passeggino nell'angolo...

Come faceva di solito.
Come un cucciolo che fa il sonnellino.

Vi ricordate come rideva?

I bei tempi che passava con tutti voi.

Perchè mio figlio è colombiano.
Sa ballare.

Perchè i colombiani ballano divinamente.

Ho bisogno che voi capiate.

La stai licenziado.

- No, non la sto licenziando.
- Sì, invece.

Ma non importa perchè
questa merda finirà qui.

Scusami, ma tu chi sei?
Chi ti ha dato l'autorità di parlare?

Allora me ne vado.

Continua a fare il tuo folklore di merda.

- Se non ti piace, puoi andartene.
- Me ne vado volontariamente, idiota.

Allora, volontariamente prendi le tue cose
e vattene.

Il problema è che
Ema non se ne sta andando volontariamente.

No, prima no.
Ma ora me ne voglio andare.

- Vattene per strada a fare reggeaton.
- Stai zitto.

Stai solo facendo come i turisti.

Il tipico turista da crociera che fa foto
e pensa di conoscere l'intera storia del luogo.

Vai per le strade.

Da quanto tempo non muovi il culo?

Hai un'idea immaginaria di strada
rimasta a 100 anni fa.

Vuoi suonare bella musica nel porto
così da farlo sembrare Parigi.

Non è mai stato così.

Ecco perchè tutto dev'essere rivoluzionato.

Bisogna ballare una musica diversa.

Qualcosa che spaventi i turisti come te...

- Girale i capelli verso l'interno.
- Sì.

- Molto bella.
- Giuro che sei bellissima.

Davvero.

Non si vede la differenza.
Sembra reale.

- Sei sicura?
- Sì, assolutamente.

Se ti vedessi per strada, non ti riconoscerei.

Te lo giuro. Puoi tenerla.
È di ottima qualità.

Gli fa male.

Non è vero, non essere sciocca.

Non le farà male quando
sentirà che la parrucca è sua.

- Mamma, non succederà mai.
- Sì invece, è tutto nella tua testa.

- Guardala.
- Sei carina.

È orribile, sembro una bambola!

- Hey, non parlarmi così!
- Sembrano i capelli di una bambola!

Stai esagerando!
Non prendertela.

- Perchè non dovrei?
- Stai esagerando.

- Dannazione, mamma!
- Non è colpa mia.

Sono deforme.
Sembro un cane.

Non è colpa mia.

Non sono stata io l'idiota
ad aver bruciato la mia faccia.

È stato quell'indesiderato bastardo.

Perchè lo avete dato indietro?

Non abbiamo dato Polo indietro
perchè ha bruciato la tua faccia.

E allora perchè?

In tutto questo tempo hai pensato
che lo abbiamo dato indietro per te?

Ha provato ad uccidermi.

- Ha provato ad uccidermi.
- Era un bambino.

Stava giocando con i fiammiferi.

Allora perchè non ha provato ad ucciderti?

- Ha provato a fare tante cose.
- Ucciderti?

Non credo.

- Non lo sto chiedendo. Lo sto offrendo.
- Cosa?

- Cosa?
- Eh?

L'ho fatto sin da
quando ero una ragazzina.

Lo porto nel bagno,
gli tiro giù i pantaloni,

E lo prendo.
Senza succhiarlo.

Senza succhiarlo, assolutamente no.

- Ma era una tua idea, no?
- Sì, lo era.

Ma a volte il ragazzino
era un po' nervoso.

Un po' violento.

- Non ci credo...
- E...?

- Allora gli prendo la mano.
- Ok?

Lo porto nel bagno.
Chiudo la porta e lo fisso negli occhi.

E gli dico:
"Per favore, non dirlo a nessuno."

"Non l'ho mai fatto prima."

Faccio la finta tonta
e inizio.

- Gli dico: "Non metterlo dentro, che ho le mestruazioni."
- Incredibile.

- Ok.
- Funziona davvero.

Il cazzo è una storia...

Ma l'interesse antropologico
è guardargli la faccia.

Cambia tutto, drasticamente.

Hanno quest'aria stupida nel loro volto.
Come dei bambini.

Mostrano i loro colori naturali, lo sapevate?

E s'innamorano.

Mi chiamano, mi scrivono.
Io non rispondo.

- Davvero?
- Allora iniziano a disintegrarsi.

Soffrono, piangono.

Diventano vuoti...
A me non interessa il sesso.

A me interessa l'emozione.

Mi piace il caos.
Il potere distorto che detiene.

Come possiamo sapere che non lo hai succhiato?

Perchè devi essere innamorata
per farlo.

- Che cos'è l'amore?
- Io sono Amore.

Ema si è eccitata.

Ero già eccitata.

- Hai pensato a me?
- Tutto il tempo.

E a te.

A te.

A te.

A te.

Ho due sorelle e mio padre è morto.

Com'è morto?

- Perdonami.
- Non fa niente, te lo voglio raccontare.

Era dipendente dal poker.

Perse tutto, corse via,
si gettò nel mare e morì annegando.

Prendeva anche delle pasticche.

Nessuno gli fece la respirazione bocca a bocca.

Tu sai come farla?

La respirazione bocca a bocca?
Certo.

- L'hai sentita?
- Sì.

- Ti è piaciuta?
- Mi hai salvato la vita.

Sono sposato, Ema.

Anch'io.

In realtà, ho appena preso un'avvocatessa
per iniziare il divorzio.

Non lo faccio da un sacco di tempo.

Cazzo.

Mi comporto sempre così.
Penso sempre tra il bene ed il male.

E scelgo sempre il bene.

Beh, c'è un problema,
perchè io sono il male.

Ah, sì?

Sì.

- Sono stato con un sacco di donne.
- Quante?

- Tante.
- E...?

L'ho già sentito... "Sono il male."

Tante donne dicono di essere perverse.

O diaboliche, ancor peggio... Perchè?

- Ok, e io ho detto questo?
- Sì.

Io ti farò terrorizzare.

- Terrorizzarmi?
- Quando capirai cosa faccio e il perchè.

Sarai terrorizzato.

Perchè aspettare? Fammi paura adesso.

Dormo con mia mamma.

Nello stesso letto.

Molto infantile, vero?

- Non è vero. Io farei lo stesso.
- Perchè non lo fai?

Perchè non ho una mamma.

E devo dormire con mia moglie.

Beh, che peccato.
Tua moglie dormirà da sola stanotte.

- Dormiremo insieme?
- Proprio qui.

- Hai qualche malattia?
- No.

Nemmeno io.

Però non ho un preservativo.

Come ti piace?

Ti piace lei?

Sì.

Ma vuole sempre parlare di te.

Pensavo avresti dormito
con un uomo, ora.

Ci ho pensato anch'io.

Ma mi piace lei.

- Grazie.
- Lei lo voleva.

Mi ha chiesto il permesso, in realtà.

Ah, è stata carina.

Manda la tua amica,
per farla stare con me.

Prenditela...

È bella.
Guardala...

Ma io posso dormire con qualcuno,
se lo desidero.

O magari ho già dormito con qualcuno.

O magari sto già vedendo qualcuno.

L'hai già fatto?

Ho incontrato qualcuno.

- Mi dirai tutto?
- Tutto.

Che succede se ti piacerà tanto?

Sono sicura mi piacerà tanto.

Com'è?

Non lo so.
Non l'ho ancora visto nudo.

Ma ha le dita grosse come delle banane.

Siamo sposati.

Abbiamo dei figli.

Questa è una separazione con figli.

Ricordi quando il dottore ti fece entrare
in quella stanza con una rivista porno,

E tu sei uscito con il
barattolino di sperma?

Mi piaceva la sala d'attesa,
con gli uomini e le loro donne.

E tu sei uscito con le labbra rosse.

Dopo essere venuto
in quel barattolino sudaticcio.

Bellissimo.

Con quella faccia distrutta.
Era grandioso.

"Non lasciarmi, mammina."

"Oh mammina, non lasciarmi qui."

"Tienimi la mano."

"Hey, mamma."

"Mamma Ema."

"Io ti amo."

Mi assicurerò che tu
non dimentichi mai ciò che ti disse.

Devi tornare a casa.

Per cosa?

Non puoi lasciarmi qui da solo.

Mi lasci da solo,
inizi a ballare quella musica di merda.

Tutto solo per farmi incazzare.

Mi stai lasciando fuori da tutto.

Dopo qualcosa di così orribile.
Di così pauroso.

Come quello che abbiamo fatto.

Dobbiamo stare insieme.

Almeno per due anni.

- Questa mano sembra bellissima.
- Ah, davvero?

L'altra non sembra tanto carina,
perciò ti chiederò solo 300 bigliettoni.

Grazie.

- E quanto per i piedi?
- Ci pensa la casa.

Così generosa, grazie.

- Hai le mani da ladrona.
- Perchè?

Hai le dita lunghe.

Ti piace lavorare qui?

Devo guadagnare soldi.

Quanto costerà il divorzio?

100 tagli di capelli e 300 manicure.

Affare fatto.

Hey.

Dì alla tua amica che abbiamo
qualcosa di speciale per i clienti.

Che cosa?

Una cosa di gruppo.

Deliziosa ma molto sporca.

- Non lascerò la mia famiglia.
- Va bene.

Vuoi che me ne vada allora?

Assolutamente no!

- Supplicami.
- Per cosa?

- Lasciare la mia famiglia.
- No.

- Io non sono così.
- E come sei?

Quando mi sono sposato,
ho pensato:

"Con questa donna...
Inizierò una civilizzazione".

- E non ha funzionato?
- No.

Mia moglie è una montagna.
Non si muove, scricchiola.

S'innamorò di me.

Dice che sono come un orsetto coccoloso.

- Ed è bello?
- No, non credo.

Mia moglie dorme nuda, come me.

Ma dorme sopra di me.
Mi soffoca.

E mi sveglio col respiro affannoso,
allora ho pensato:

"Con la sua forza e il mio coraggio,
possiamo creare una città."

Una cultura.

- Non ti vergogni nel dirlo?
- Ma è vero.

Non mi importa cadere a pezzi
o sparire.

Per questo non ho paura di te.

Perchè dovresti aver paura di me?
A me piaci.

Mi prenderò cura di te.

Mi toglierò i vestiti
e dormirò sotto di te.

Scommetto che la gente sulle colline
pensa siamo tutte puttane, nel ballare così.

Lo amano.

Non lo so.
Penso che dovremmo andare di più per le strade.

Pensano che lo facciamo per loro,
ma lo facciamo per noi.

Verrai a tutte le prove?

Sto leggendo.

Hai visto quante persone
sono venute a vederti?

Sì, sono persone con cattivo gusto.

Non gli piace questa musica.

No, gli fa disgusto.

Dovresti impararlo.
Chi lo sa ballare, sa anche scopare bene.

Io so ballare bene.

Andate a scopare?

- Non lo so, è tuo marito o no?
- Non importa.

Il problema è che non è molto bravo.

Io sono felice, Ema.
Sono felicissimo.

- Ma anche un po' preoccupato, onestamente.
- Cosa?

Preoccupato.

Perchè balli su questa musica di merda?

- Devo spiegarlo?
- Non spiegarlo, è già imbarazzante!

- Quale musica?
- Questa merda che stai facendo!

Cosa?

Dove volete andare?

Che vuoi dire?

È musica da prigione.

È musica che si ascolta in prigione.

Tutto il cazzo di giorno.

Per non farti pensare.

Per farti dimenticare la prigione in cui sei dentro
e ricrearla nella tua testa.

Per farti dimenticare delle barre
che hai di fronte a te.

È così.

È un ritmo ipnotico
che ti rende in imbecille.

È l'illusione della libertà

Così le persone non pensano.
Sì, no, sesso, droga, sì.

Eroina sì, orgie sì.

Ma il giorno dopo, cosa c'è?
Devi andare a lavoro.

E siete state convinte da qualcuno,

che muovendo il vostro piccolo bacino,
sarete più libere.

Ma no. Assolutamente no.

È come dormire nel vuoto.

Vivere ad Ibiza.

Prendere le proprie cose e andare a LA,

scattandosi selfie tutto il tempo.

E fare sempre la stessa cosa.
È una cultura di violenza.

Dove le donne
diventano puri oggetti sessuali.

E gli uomini sono bestie
che fottono sempre le donne.

Cercando sempre di scoparle.

È tutto ciò che vogliono.
È il ritmo.

"Non ribellarti, non pensare.
Dammelo, dammelo."

Non posso credere che ballate
il reggaeton, Cristo santo!

Tutto ciò che abbiamo studiato e sentito.
Tutto ciò che abbiamo praticato.

E con te, cazzo!

Tutte quelle cazzo di litigate!
Tutte le lotte.

Come abbiamo riso di loro!
Hai riso di tutte queste coglione.

Proprio loro, eh.
Morivi dalle risate.

Fanculo il reggaeton!

Fanculo tutto!

Non ne posso più.

A Polo piaceva il reggaeton.

Chi è Polo?

Ci hai visto ballare e hai detto...

“Bello."

Bello di cosa?

Non so cosa voglia dire.

Secondo me tu lo sai, invece.
Perchè sei più intelligente di noi, no?

L'unica cosa che so è che...

Non mi piace ciò che sento
quando vedo qualcosa di bello.

Ora mi piace ballare molto di più.
Perchè è come, essere felici, cazzo.

Col viso rosso, imprecando.

Mi sento calda, pazza, bella, mossa.

E all'improvviso, pam!
Sono circondata da persone.

E sono tutte calde come me.

Muovendosi come se stessero scopando.
Ma con la musica.

Ed è bellissimo, cazzo.

È la vita.
E io ballo la vita.

Oggi sei vivo e sei qui,

perchè qualcuno, una volta,
si eccitò ed ebbe un orgasmo.

E oggi, quell'orgasmo, lo possiamo ballare.

- Come sono andata?
- Bene.

- Ti è piaciuto?
- Sì, molto.

- Davvero?

- Questo è ballare?
- Sì.

Qui dice che ti sei dimessa ad Ottobre,
è mezzo semestre.

Ho avuto una tragedia familiare, ma ora sto bene.

Oh, bene.

Posso fare tutto.
Lavoro amministrativo, qualsiasi cosa.

Avevamo una professoressa
che insegnava balli folk.

- Che ne dici?
- Sì, lo posso fare.

Non mi piace molto quel tipo di ballo.
Lo trovo troppo antiquato.

I bambini sembrano troppo vestiti.

In quei cappelli di lana,
ballando quella cosa, come si chiama...

- Il trotto di Tarapacá.
- Tarapaqueño.

Tarapaqueño, sì.

Non mi piaccono quelle cose.
Le trovo troppo antiche.

Non è quello che mi piace insegnare, perciò va bene.

- Cosa ti piace insegnare?
- Libertà.

Insegno ai bambini di muoversi liberamente.

È bello.

Perchè imparano ad essere
espressivi con i loro corpi.

Con le loro piccole braccia
o con una postura espressiva.

Perchè sono sempre seduti,
guardando i loro telefoni.

Si esprimono sempre
con i loro corpi.

Quando litigano, ballano, giocano.

Fantastico! Così imparano
a ribellarsi al controllo.

A ribellarsi contro l'autorità.

- Perdonami, non è quello il mio obiettivo.
- No, no, rilassati.

Non sono una dittatrice. Nient'affatto.

È solo che...

Odio tutta quella disciplina.
Non la sopporto.

Non dovresti dirlo a nessuno,
poichè io, qui, sono...

- La direttrice.
- Sì, la direttrice.

Devo avere il pugno di ferro,
capisci?

A volte le persone
non sono ciò che sembrano.

Totalmente. Sono bipolare.

Però mi piace
ciò che mi stai dicendo.

Perdonami, so che questa
è una riunione diversa...

Ma è quello che penso
e lo dico.

Mi piace molto.

- Fanno prove ogni giorno?
- Ogni giorno.

- E tu hai un addome forte?
- In questo momento sì.

Molto forte.

Mi è sempre piaciuto ballare.

È un modo per ribellarmi a mia madre.
È sempre stata dura e conservatrice.

Mi ha sempre detto di essere brutta.
"Bambina, sei così brutta."

"Sei proprio brutta."

Pensi io sia brutta?

No.

Mi ha obbligato a fare danza classica.
Poi me ne sono andata.

E sono tornata a ballare
perchè m'innamorai di un coreografo.

Perdutamente innamorata.

Alla fine, tutto valse la pena.
Per il bambino.

Ti capisco...

perchè per lungo tempo,
sono stata la ragazza di un cantante famoso.

Ma non ti posso dire il suo nome.

Gli artisti sono così intensi, vero?

Come hai fatto a starci insieme?

Sono pazzi, sono persone pazze.

Li devi complimentare molto.

E dir loro che sono la cosa
più bella dell'universo.

È lì che ho sbagliato.

È solo che non avevo la tua...

- Saggezza.
- Io non so nulla.

Sì, invece.

Ne sai molto più di tutti questi.

Dovrai sostenere un test.

Anche se sei un eccellente insegnante.

Non so disegnare molto bene, mi dispiace.

Che cos'è questo?

Una casa.

- E questi?
- Fiori.

E chi annaffia i fiori?

- Sono già innaffiati.
- Ah, ok.

- Dovevo disegnare delle persone?
- No.

- Hai detto una casa e io l'ho disegnata.
- Sì, certo.

- A volte le case hanno persone all'interno.
- Ci sono, ma non sono a casa ora.

- E dove sono?
- Ad una festa.

- Questo fa parte della valutazione?
- Che cosa?

Dover spiegare tutto.

Non vuoi che sia
nella valutazione?

Non voglio interferire col tuo lavoro,
perdonami.

- Stai interferendo col mio lavoro?
- Non lo so.

No.

Perdonami.

Perchè non c'è del cibo qui?

Non lo so.

- Non vuoi rispondere?
- Lo voglio.

- Non voglio tu pensi sia una casa triste.
- Perchè?

Perchè non voglio che tu pensi...

Io sia antisociale, depressa,
o qualcosa del genere.

C'è una lista di tutte le cose
che dovrebbero esserci nel disegno.

Comparo la lista col tuo disegno
ed ottengo un punteggio.

Ho fatto un buon lavoro?

Devo guardare la lista.

Non c'è un test che valuta l'onestà?

Sì, ma non lo conosco.

Assurdo.

È la mia vita.

Perdonami.

No, non preoccuparti.

Mi piace, in realtà.

- Com'è andata?
- Bene.

Mi hanno presa.

Sei vicina.

- Hey, lasciami stare.
- Ema.

Ema! Porca puttana. Ema!

- Hey, lasciami!
- Ema!

Ema, lasciami.

Mi stai lasciando?

No, non ti sto lasciando.
Non abbiamo una relazione.

No? Sì, abbiamo una relazione.

E ti mancherò.

- No, non la voglio.
- Ma lo farai.

Non la voglio perchè
sono troppo gelosa.

Beh, se vuoi che io ti veda,

chiamami e posso venire
in qualsiasi momento.

- Davvero?
- Sì.

E cosa faresti?

Beh, arriverei e ti saluterei.

Ti parlerei e ti darei da mangiare.
Farei qualsiasi cosa tu voglia.

- Davvero?
- Sì.

E se io volessi solo un bacio?
Verresti?

Certo.

E come sarebbe questo bacio?

Così.

- Ah, Ema.
- Cosa?

- Sposami, Ema.
- In bianco.

In bianco.

- Ma dovremmo essere innamorati.
- È vero.

Quello sarebbe un problema
perchè io non sono innamorata di te.

Nemmeno io sono innamorata di te.

- Che stronza... Non mi ami?
- Non ancora.

- Per favore, non farmi così.
- Cosa?

- Dimmi la verità.
- Non so se sono innamorata di te.

- Non so cosa farò...
- Beh...

Puoi tornare dalla tua famiglia
e io posso sparire.

È quello che vuoi o no?

- Non lo so. Non posso farlo.
- Non è così terribile.

Potremmo essere felici insieme.

Entrate. Come state?

Ciao.

- Ciao Ema, benvenuta.
- Grazie.

Buongiorno.

Buongiorno ragazzi.

Buongiorno insegnante.

- Come state?
- Bene.

Io mi chiamo Ema.

E sono la vostra nuova insegnante
di educazione fisica.

Formiamo un cerchio
al centro della classe.

Polo, tesoro,
vieni.

- Stai bene?
- Sì.

Spero mi perdonerai,
un giorno.

Quando sarai cresciuto.

Ero una cattiva persona.

Mi dispiace.
Anch'io ho fatto brutte cose.

No. Tu ti sei comportato bene.

Davvero, molto bene.

Io volevo essere tua madre.

E dato che non me lo hanno permesso,
ho provato ad essere la tua insegnante.

Avrai un fratellino.

Davvero?

Sì.

Ho già detto a tua madre
che ti abbiamo rimosso da scuola.

Va bene.

Lei è mia madre.

- Come stai?
- Bene.

Bene?

- Ti piace?
- Sì, sei bellissimo.

Chi te li ha tagliati?

Lei.

Lei è mia mamma e lui è mio papà.

Salutatevi.

- Scusate.
- Ciao.

- Molto piacere, Gastón.
- Anibal, piacere mio.

- Ciao.
- Piacere di conoscerti.

Ciao.

Lei è incinta,
e il bambino sarà mio fratello.

Ah, sì? Che bello.

Di quanti mesi?

16 settimane.

È un bambino!

Tienilo...

Tieni il tuo bambino.

Polo sta bene ora.
Lasciaci tranquilli, per favore.

Questo bambino può
essere di entrambi.

Sono sicura sarà una bambina,
carina come te.

Io non posso.

E vorrei vederti.

Toccarti.

Sei così perfetta. Vorrei vedere...

Come ti viene il pancione,
le smagliature...

Come cambierà il tuo seno.

E sentire...

Ho sempre avuto la fantasia...

Di chiedere ad una donna incinta...

Di denudarsi e di mettersi sopra di me,
così da sentirle i battiti del cuore.

Entrambi i battiti,
come se fossero miei.

Potrebbe andare così,
con te.

Ma con te è diverso,
perchè sento anche qualcosa di sessuale.

Ma comunque...

Non succederà.

L'unica cosa che volevo dire a Polo
era che tutto questo è stato un errore.

Un grosso errore.

Che non volevo abbandonarlo.

Come avrei potuto dirglielo
senza sapere dove vivesse, allora...

Ho pagato una psicologa
dei Servizi Sociali.

Lei mi disse dove vivevano
i nuovi genitori di Polo.

Ho pensato a come
averlo vicino di nuovo.

Quindi, ho pensato di avere
un bambino con Anibal.

Il bambino avrebbe sempre fatto parte
della vita di Polo e sarebbero cresciuti insieme.

Così sarei potuta restare
vicina Polo.

Allora, incontrai Raquel.

Ed era triste.

Un tipo di tristezza
che conoscevo molto bene.

Come quando un figlio ti dice
che non sei sua madre.

E il tuo matrimonio inizia
a disintegrarsi.