All language subtitles for Sconnessi (2018) HEVC 576p 25fps

Sapete quante volte viene toccato
lo schermo di un cellulare ogni giorno?

2.600.

Sapete quante di queste
sono davvero necessarie alla nostra vita?

Quattordici, quindi...

(MUSICA)

(CELLULARE)

No, l'editore adesso!

Ciao, amore, sei pronta?
Buongiorno, Aldo.

- Buongiorno.
- (Margherita) Quasi.

- È arrivato il bollitore.
- (Ettore) Sì.

La borsa termica,
il baby monitor, e i stivali?

"Gli" stivali, magari. Che succede?

Li ho ordinati tre settimane fa online
e non sono arrivati, dai!

Amore.

- Cosa c'è che non va?
- Amore, io non voglio andare in montagna.

Dai, sono stanca, sono cicciona
e poi i tuoi figli mi odiano.

Solo questo?

Dai, su, vatti a preparare adesso.

Dai.

Ciao, Aldo.

- C'è anche questa busta per lei, dottore.
- Ah, sì, grazie.

- Ciao.
- (Ragazza) Ti prego.

Io non posso venire sabato alla festa
perché parto,

vado in vacanza con mio padre.

Clicca su "Non partecipo", no?
Ci vediamo su House Party.

Ciao!

È arrivato mio figlio.
Ciao, ci sentiamo dopo.

Mi sembra di capire che oggi
non siamo proprio di buonumore.

Dai, tanto che ci vado a fare?
Per papà è come se non esistessi.

- Ti prego, posso restare con te?
- Sai che devo partire, dai.

Poi ti è sempre piaciuta la montagna.

- C'è la tua amichetta Stella.
- Chi, Gollum?

(Tea) Amore.

Sveglia, amore mio, auguri.

Non è il mio compleanno.

Siamo a 30.000 euro,
10.000 e possiamo trasferirci in America.

- Sbrigati, tuo padre ci aspetta.
- No, non mi va di andare in montagna.

Dai, me lo hai promesso.

Non ho mai fatto una vacanza in famiglia.

Infatti, beata te.

No, la Ferrari, il sogno della mia vita.
(CELLULARE)

Ora chi è?

(SUSSULTA)

(CELLULARE)
Mamma mia, oh!

Palmiro, sono dal medico,
non posso parlare adesso.

00:03:51,160
Andiamo in Trentino da Ranieri,
il marito di Margherita.

- Allora pensavo di salire in visita.
<-Come, sali?

Mi sta chiamando il medico,
devo entrare.

- Ti richiamo dopo, ciao.
<- Perché...

Tutto a posto.

- Che cosa?
- Il dottore ha detto che stai benissimo.

(in romanesco) Mi dai una mano, o no?

Io già sono andato a ritirare la macchina
di Giannetti che ha fatto un incidente.

- Cos'ha?
- Ora solo le ruote.

"Bono", io invece ho verniciato la 127.

Ma la voleva blu oltremare.

Digli che oltre il mare c'è la sabbia.

- Il blu è finito, da dove lo prendevo?
- Fai sempre come ti pare, però.

- Tuo fratello è sempre in ritardo.
- A Tor Pignattara stanno un'ora indietro.

Sì, c'è il fuso orario.

- (Ettore) Achille, eh!
- Scusate.

- Aldo, carichiamo intanto.
- (Aldo) Sì.

(Ettore) Tuo fratello?

Che ne so? Mica abitiamo insieme!
Comunque ciao, eh.

- Ciao, Giulio, come stai?
- (Giulio) Sì.

Vedi come mi tratta?

- Aldo, scusa per tutte queste valigie.
- Per carità.

Sono proprio tante, però.

Mi porto tutto,
metti che mi scordo qualcosa...

Come la mia povera mamma.

La domenica,
quando andavamo a Ostia col trenino,

si portava dietro tutta casa,
perfino il fornello con la bombola.

Mi faceva certi cannelloni!

Non ci crederai, ma quando vedo
i cannelloni penso a Ostia.

(Aldo) Va bene.

Alla buonora, eh!

Sì, sì.

- (insieme) Ciao.
- (Aldo) Buona vacanza.

Grazie mille!

Amore, non starai esagerando
con tutti questi messaggi?

È una chat per la cena di classe,
sono dieci anni che è finito il liceo.

- Hai fatto il liceo?
- Ragioneria.

Sì, stava fuori
a ragionare se entrare o no.

(CELLULARE)

(AUDIO NON UDIBILE)

Devo fare la pipì.

- Attenzione.
- Grazie.

- Tu non mangi?
- Sto lavorando.

(Ettore) Ora prendere
la percentuale sulle scommesse

di qualche povero disgraziato
che si gioca lo stipendio è un lavoro?

C'è chi sfrutta le disgrazie altrui
e chi ne scrive.

Gli porto qualcosa io.

Quasi quasi prendo
un bell'Apollo con la cotoletta.

Quasi quasi un "fermino".

Sì, fermiamo l'avanzata
di questi cazzo di vegani.

- Io comunque sono vegana.
- (Margherita) Ma dai.

(Achille) Mi dispiace per te.

(SUONI DAL CELLULARE)

Senti, mi fai una dedica?
Ho una copia, ma l'ho distrutta.

- A me piace annusare i libri.
- Beh, l'odore della carta è speciale.

(in romanesco) Anche a me
piace l'odore della carta.

Sì, come no, l'ultima cosa che hai letto
sono le risposte delle analisi.

Grazie.

Questa fa la gattamorta con Ettore.

Se ne approfitta
perché sembro il Gabibbo.

- Potrebbe essere sua figlia.
- Magari nipote.

- Io potrei essere sua figlia.
- Hai ragione.

- Comportati bene. Sii educato, cazzarola.
- Cazzo, sto solo ridendo!

(CANZONE: "SCONNESSI"
DI CAROLINA REY)

# Non era poi difficile
trovarci qui a discutere

# Con la stessa voglia di scoprirci simili

# Siamo sempre stati qui

# Anche quando sembravamo invisibili

# Troppo stupidi

# In questo spazio che non ha pareti

# Ci ritroviamo sempre più vicini

# Gli stessi, diversi nel tempo

# A tratti sconnessi dal resto del mondo

# Non è stato semplice

# Spegnere tutte le abitudini

# E riaccendere il bisogno di sorridere

# Siamo sempre stati noi

# Anche quando eravamo illeggibili

# Troppo stupidi

# In questo spazio che non ha pareti

# Ci ritroviamo sempre più vicini

# Gli stessi, diversi nel tempo #

(VOCI SOVRAPPOSTE)

- (Achille) Caruccia.
- Caruccia?

Non sai quanto è costata a Ettore
per modernizzarla.

- Achille, puoi parcheggiare lì dietro.
- Ok.

Vieni, amore.

Ah, non ho detto ad Achille
di fare attenzione.

Quella salita è ripida
e diventa un po' sdrucciolevole.

(STRIDIO DELLE GOMME)

Vieni, amore.

- (Olga) Benarrivati.
- (Ettore) Grazie.

- Qual è la password del Wi-Fi?
- Vogliamo presentarci prima?

- Tutto minuscolo?
- No, amore, dicevo che lei è Olga.

- Piacere, Catenacci Margherita.
- La password è dietro al modem.

- Il camino è acceso? Sì.
- (Olga) Fatto.

- Per la cena?
- Tra 45 minuti.

Perfetto, e il bagno caldo...

- Il bagno della signora è pronto.
- Bene.

La nostra Olga è impagabile.

- Perché, lavora gratis?
- Ma no!

Vale molto più di quanto prende.

- (Stella) Ettore.
- (Ettore) Ciao, Stella.

- Ciao, Giulio.
- Ciao.

Gollum?

- Ciao, Margherita, quella nuova.
- Ciao, piacere.

Lei è Zoe.

Io volevo chiamarla Chantal,
ma lui dice che è "boro".

- Avrò detto che non è elegante.
- Che vuol dire "boro".

Va bene, ora però andiamo su,
così ti fai un bagno caldo e ti rilassi.

Prego.

(Claudio) Oh!

- (Olga) Claudio!
- Ciao, Olga.

- Stella, sei cresciuta.
- Eh.

- Lei è Tea, la mia ragazza.
- Ciao.

Ciao.

- Va bene.
- (Tea) Me la prendi?

- (Claudio) Sì, dai, andiamo.
- Prego.

Non è una "O", è uno zero,
un numero, vedi?

Sei sempre al telefono.

(PARLA IN RUSSO)

Non parlarmi russo.

(RUMORE DI PASSI)

I giovani sono "malati di telefono",
anche tu?

Sì, Olga, grazie,
mangio qualcosa anch'io dopo.

Salve, Achille Catenacci.

La Mercedes qui nel parcheggio
è assicurata, vero?

Però potevate mettere un cartello, eh!

Come questo che hai rotto?

Sì, però più grande, non si legge!

Bisogna chiamare un carro attrezzi,
poi ci penso io a sistemare le macchine.

- Ormai lunedì.
- Ho capito, dai.

Cerca carro attrezzi in Trentino.

(SEGNALE ACUSTICO CELLULARE)

(voce femminile, telefono) Vuoi che cerchi
la Carrà in trenino?

- Ma vaffanculo!
<- Non è molto gentile da parte tua.

- Zitta, c'è gente!
<- Non ho trovato un salvagente.

- (Achille) Poi facciamo i conti.
<-Sei per otto...

Grazie, faccio da solo.

- Salve.
- Ciao.

- Cerca qualcuno?
- La mia stanza.

Questa casa è così grande
che ci vorrebbe il navigatore.

- Ciao.
- Piacere.

- Achille, il fratello di Margherita.
- Stella, la figlia di Olga.

- Piacere.
- La sua camera è quella in fondo.

- Grazie. Senti, c'è il Wi-Fi?
- Certo.

La password è la data di nascita di Fedez.

- Ah, il calciatore o il tennista?
- Arrivederci.

Che ho detto?

Oh.

(Michele, telefono) Felice genetliaco,
vecchia volpe.

Sono sicuro che ricevere tutti
questi auguri digitali ti farà vacillare,

ma è ora che tu faccia i conti
con il futuro che avanza.

Grazie, Michele,
per il messaggio bellissimo.

Non vedo l'ora di farlo vedere a tutti,
c'è Ettore.

- (Ettore) Amore.
- Amore.

- Che combini con quel telefono?
- Niente.

Fa' vedere.

(Ettore) Hai postato
l'ecografia della bimba?

Amore, sono 320 "like".

Nemmeno quando ho vinto Miss Push-up.

(SCATTI FOTOGRAFICI)

Che fai?

Ah, no, un selfie per un concorso
per incontrare Fedez.

Chi?

Fedez, il cantante.

(Stella) Il giudice di "X Factor",
lo conoscono tutti.

- Guarda su Instagram.
- No, non sono sui social.

Mio Dio, mi dispiace,
ma che ti è successo?

Guarda che si vive benissimo
anche senza.

Stai scherzando?

Sì, dai, lasciamo stare.

Stai scherzando.

(Uomo, TV) In nottata forte vento

che colpirà in particolare
il versante orientale delle montagne.

(Uomo, TV) In serata
un brusco calo delle temperature.

Ogni App del meteo non la fa così tragica.

Pensa che una volta si guardava il cielo

per capire che tempo avrebbe fatto,
ma ormai...

Guarda qua, intere generazioni
lobotomizzate dai telefonini.

- Giulio, dove vai?
- Papà, pensavo ci fosse un pokemon.

(Ettore) Spegni quel coso.

No, grazie.

Amore, ma non hai avvertito?
Cosa mangio?

Me ne sono dimenticato.

Olga, lei non mangia la carne,
ho dimenticato di dirtelo, è colpa mia.

(Claudio) Scusami.

Dai, c'è la ricotta, ci sono le omelette,
vuoi due cateterli?

Canederli, Achille.

No, non mangio né uova né latticini,
sono derivati degli animali.

- Come campano i vegani? Li annaffiano?
- Io non li capisco.

Non preoccuparti, Tea, ora Olga provvede.

Grazie, scusatemi.

Cosa mangiano i vegani
a San Martino di Castrozza.

Mica mangiano? Brucano!

Mi chiedo se il nuovo galateo
abbia già previsto

dove va messo il telefonino a tavola,
se a destra o a sinistra del piatto.

Guarda, io l'ho lasciato in valigia,
come ti capisco!

(Ettore) Comunque su di voi si potrebbe
anche scrivere un libro, sapete?

Sì, certo.

Visto il target,
ci vorrebbero molte figure.

Comunque,
la materia c'è tutta, guardatevi.

Siamo in montagna, in un posto bellissimo
e voi potreste essere ovunque.

Viene davvero da chiedersi
che fine abbia fatto

il senso della famiglia, la condivisione.

Certo, ti ricordi della famiglia
una settimana all'anno.

(Claudio) Per 358 giorni te ne freghi,
poi arriva la settimana bianca

e sei tutto:
"Vogliamoci bene, peace & love".

- Amore, basta.
- Tranquilla, tanto me ne vado proprio.

Peace & love a tutti! Andiamo, Tea.

(Claudio) Ciao, ciao.

(Achille) Ogni tanto vado su internet
per cercare il nome di una macchina

e all'improvviso spunta fuori
la biografia di Orietta Berti.

Comunque non ce la faremo mai
a essere una famiglia normale.

Tuo figlio ha ragione.

- È rimasta un po' di polenta?
- È finita.

Vedrai che le passa.

- Due "spuntature", invece?
- Finite.

- È nervosa.
- No, è viziata.

- Allora un dolcetto?
- Domani mattina.

Non mangiavo così poco
da quando stavo al policlinico.

- Va bene, vado a dormire.
- (Ettore) Senti una cosa, Achille.

Tu hai mai letto qualcosa di mio?

- Io?
- (Ettore) Sì.

No.

- Però ho letto la biografia di Prost.
- Hai letto Proust?

- Prost.
- Ah, ecco, bene.

- Buonanotte, a domani.
- A domani.

Sempre se ci arrivo, ho una fame!

Questa la devo finire, se no scade.

- Pure questa.
- Notte.

Notte.

- Mamma, non lo sopporto, è egocentrico.
<- No, è Ettorecentrico.

<-Comunque, dai, ha dei lati positivi.
- Sì, tipo?

00:17:13,712
00:17:15,194
Va bene, dai, buonanotte.

- Sii prudente.
<- Tranquillo.

00:17:22,149
- Smettila!
<- Dai, scherzavo.

- Ti voglio bene, ciao.
<-Ciao, amore.

Va bene.

(CLAUDIO SOSPIRA)

(SUONO ACCENSIONE TABLET)
(Tea) Vado a farmi una tisana.

Ok.

(SUONI DAL TABLET)

(CANZONE: "OFFLINE"
DI THEYA FEAT LUNA)

(Achille) Allora fai sul serio.

Non te la do vinta, amico mio.

(Achille) Questa vende
le borse o le tette?

Ha il tatuaggio della Ferrari,
questa è la donna della mia vita!

(CANZONE: "OFFLINE"
DI THEYA FEAT LUNA)

(SEGNALE ACUSTICO SMS)

Fico! Sì!

Abbiamo organizzato lo strip poker
per la festa di domani sera.

00:19:07,029
<-Ah, non dirlo a mamma, mi raccomando.
<-#Sfigato.

(RISATE DAL CELLULARE)

(Achille) Io le volevo bene.

Però non le bastava.

Non le bastavano l'amore,
il caffè a letto e le vacanze a Ischia.

Lei voleva un bambino, giustamente.

Io, però, non potevo.

Si chiama azoospermia,
un nome brutto per una brutta diagnosi.

Così lei ha avuto
un bambino con un altro.

Ti sto annoiando?

- Tolgo le mutande?
- No, no, voglio solo parlare.

Con le mutande 100 euro.

Io riesco a fare certe cose
solo se sono innamorato.

- Tolgo il reggiseno? 50 euro.
- Ancora?

- Calzini? 30 euro.
- Ti ho detto di no!

- Allora tolgo la linea.
- Aspetta, non si può parlare vestiti?

(PARLA IN UNA LINGUA ASIATICA)

Ma vaffanculo!

(Editore) Ti sento poco, usi ancora
quell'apparecchio del Mesozoico?

Funziona benissimo,
io ti sento perfettamente, guarda.

Ti ricordo che sono sei mesi
che sei in ritardo con le consegne.

<- Lo so, ti ho detto che sto scrivendo.
<-Sono tre anni che lo dici.

<È ora di cambiare, bisogna uscire
con un libro che faccia parlare.

Qualcosa che la gente
si porti sulla tazza del cesso, è chiaro?

Entro due settimane voglio la bozza
sulla mia scrivania, altrimenti...

Altrimenti?

- Puoi cambiare editore.
- Ah!

Va bene.

Oh, buongiorno.

- Come siamo mattiniere! Caffè?
- Grazie.

- Perché non c'è linea? Eh?
- Amore, buongiorno.

- Che c'è?
- Non c'è linea, non c'è connessione.

- Zucchero?
- Grazie.

Perché strillate di prima mattina,
che succede?

Non c'è connessione.

Come no? Quante tacche hai?

Non c'è campo, non c'è il Wi-Fi.

Non mi prende internet,
a qualcuno funziona?

- (Margherita) È vero.
- (Stella) Allora?

(Olga) Stella, Stella!
(FRASE INCOMPRENSIBILE)

No, forse staranno riaggiornando la rete,
non lo so.

Scusate, a cosa vi serve la linea
in questo preciso momento?

(VOCI SOVRAPPOSTE)

Niente, da nessuna parte!

Ti lascio con questi posseduti.

Che cretina.

Mi corre l'obbligo di dirvi
che voi siete malati, lo sapete?

(Ettore) Avete la nomofobia,
così si chiama.

È la paura di rimanere sconnessi,
una patologia grave.

- Non farci la lezione, eh!
- Se stacchiamo e riattacchiamo il modem?

Hai comprato il cervello usato su eBay?

- Dai, basta, su.
- Do un'occhiata io.

Ti prego, cerca di farlo funzionare,
è una questione di vita o di morte.

- (Giulio) A chi lo dici!
- Buongiorno a tutti.

(Claudio) Zitto.

- (Achille) Che è successo?
- Si è rotto internet.

- Capirai, si è rotto... Internet?
- Eh!

- (Claudio) Allora?
- Niente!

Anche la linea fissa è andata,
è come se fossero arrivati gli alieni.

Nemmeno la Pay TV funziona.

Siamo sconnessi.

Scusate, non possiamo chiamare
qualcuno che lo sistemi?

- Ho detto una cazzata.
- Che facciamo?

Potremmo parlare, per esempio.

Sì, bravo.

Perché non parli da solo

così fai conversazione
con qualcuno che stimi veramente?

Vado in paese.
Achille, dammi le chiavi del pulmino.

- Lo slittino, il pulmino è rotto.
- Come?

- È rotto, è scivolato.
- Va bene.

- Olga, dammi le chiavi del Mercedes.
- È fuori uso.

- Mi prendete per il culo, eh?
- Beh...

Non tornerò più in questo posto,
è chiaro?

Possiamo chiamare il carro attrezzi?

Ho detto un'altra cazzata,
me ne vado in camera mia.

Io vado fuori.

Mi sta salendo l'ansia,
se succede qualcosa?

Che deve succedere, amore?
La linea torna, stai tranquilla.

Tu nel frattempo,
immagina di vivere in un'altra epoca, no?

Quella dei nostri nonni.

Mio nonno faceva il pescivendolo,
se gli parlavi di montagna, ti picchiava.

Amore, era per dire.

Fammi un sorriso, su.

Mannaggia.

Una tacchetta!

- Ancora niente, tu?
- No, niente, da nessuna parte.

- Era tanto importante?
- Beh, sì!

- Ero in finale a un concorso.
- Mi dispiace.

Beh...

- E tu?
- Io? Avevo una festa su House Party.

- Cos'è?
- House Party è una nuova applicazione.

Praticamente consiste
nel fare delle videochiamate di gruppo,

così è come se vai a una festa
anche se in realtà rimani a casa tua.

È carino.

Va bene, niente.

Che dici se adesso entriamo? Fa freddo.

- So che voi russi non sentite il freddo.
- Io non sono russa!

Mio padre era italiano, va bene?
Ecco, ora ti ci metti anche tu.

No, infatti tuo padre che era italiano
avrebbe detto: "Entriamo, fa freddo."

- Va bene, entra, adesso arrivo.
- Non... Va bene.

Dai, arrivo.

Chiudi questa,
se no surgeliamo la bambina.

- Ho la pelliccia.
- Sì, la vedo, è carina.

- È un regalo tuo.
- Ah, sì? Ah!

- Amore, qui non prende, ma dove stiamo?
- Amore, senti una cosa.

Tu adesso devi solo pensare
a goderti questo posto e basta, capito?

Io tante volte mi domando:
"Ma che c'entro io con te?"

Tu dovresti stare con una chic,
con una gattamorta come quella là.

(FA DEI VERSI)
Chi, Tea?

- È una ragazzina.
- Una ragazzina un po' zoccola.

Perché ridi?

Tu mi fai ridere come nessuno, sai?

Io gliele suono di brutto,
la prendo a panzate, vedrai.

Quella cretina!

Amore, comunque la stai prendendo
veramente male, eh.

Non è che devi lavorare
per forza tutto il weekend.

Poi abbiamo un sacco di soldi da parte.

Eh, già.

(Achille) Qua che c'è?

- (Tea) Ha ragione tuo padre.
- (Achille) Scusatemi.

Capirai!

Le tette della Ferrari?

Cioè io sarei lo zio delle tette
della donna della mia vita?

Che weekend di merda!

(CANZONE: "OFFLINE"
DI THEYA FEAT LUNA)

- Ancora niente?
- Macché!

Avevo pure trovato
una Ferrari all'asta, pensa.

Mamma mia,
tu e la tua fissa per le macchine!

Ce l'hai ancora con me perché
ti ho modificato il camper di Barbie?

Ma sì, è probabile che il vento
abbia fatto saltare qualche ripetitore.

È già successo, vero, Olga?

Risistemano tutto subito;
insomma, il tempo che ci vuole.

Intanto, però...

Almeno per oggi, voglio dire,
visto che la situazione è questa,

perché non proviamo a vivere
questo giorno senza internet, no?

Approfittiamone per fare qualcosa
di sociale, ecco, e non di social.

- Tu ci sguazzi in questa situazione, eh?
- Amore, relax.

- Poi cosa si può fare senza internet?
- Un sacco di cose, Giulio.

Io vado a fare i biscotti, vieni?

- Io non li so fare.
- Impari, che ne sai? Magari ti piace.

Va bene,
allora vado a giocare a freccette,

visto che di sciare non se ne parla
e siamo senza mezzi.

- Grazie, papà, bel weekend di merda.
- Ho pensato la stessa cosa.

No, scusa.

Posso giocare anche io? Sono capace.

Gioca a freccette, non a frecciate.

Nelle tue condizioni è meglio di no,
non vorrei che ti facessi male.

- Sono incinta, mica malata!
- Meglio di no.

Achille, volendo, ci sarebbe da spaccare
un po' di legna per il camino,

poi vedi tu.

Io stavo pensando
di scaricare un film, pensa.

- Ah.
- Un film?

- Ho detto la terza cazzata?
- Che ne so?

- Vado a fare la legna.
- Vengo anche io.

Salgo,
mi metto la maglia della salute e scendo.

Ci vediamo tra cinque minuti.

Hai visto tuo figlio?

Ce l'ha solo con me.

No, non mi parla mai
e quando lo fa, mi tratta da cretina.

(Margherita) Mi odia.

- Io ti amo, invece.
- Ho capito.

- Farina.
- Ok.

Zucchero.

- Metto là?
- Sì.

- (Giulio) Davvero sai fare i biscotti?
- Certo, che ci vuole?

No, pensa che mia madre
non sa fare nemmeno un toast.

- Lei ordina tutto su Take Away.
- Beh, guarda un tutorial.

Guardo un tutorial, no, aspetta...

Guardiamo il libro di mamma, giusto.

Allora...

- È in cirillico.
- Non sai leggere il cirillico?

- No.
- Allora guarda le figure.

Aspetta, dimmi.

Oh, Dio!

- (Achille) Chi sei? Stai fermo lì!
- Che succede? Indietro, chi sei?

(Ettore) Chi è?

(insieme) Palmiro!

Consanguineo, luce dei miei occhi,
è tanto che non ci vediamo, eh?

- Troppo.
- Che ci fai qui?

- Mi sentivo solo.
- (Achille) Come sei arrivato?

A piedi, poi corriera, autostop,
di nuovo a piedi, un trattore.

Poi basta. Un freddo!

Beh, mi sembra di capire

che siamo di fronte al terzo anello
della stirpe dei Catenacci.

(Palmiro) Stringiamoci, la vita
non ci regala mai abbastanza emozioni.

- Eh, sì.
- Non vi assomigliate molto, devo dire.

- Io e Margherita siamo germani.
- Che significa?

Stessa madre, stesso padre.

Invece io e Achille
condividiamo padre e cognome.

- Comunque siamo tre Catenacci.
- Su questo non c'è dubbio.

- Mi dia il cappotto.
- Zaino.

- Dammi lo zaino.
- Grazie.

- Parla russo?
- Avrà un giro di badanti.

Comunque, ciao, io sono Tea.

Ah, che in greco vuol dire:
"Giustamente dea", io sono Palmiro.

(Tea) Piacere.
(FRASE NON UDIBILE)

- Zaino.
- Eccolo, ce l'ho io.

- Ti dispiace?
- No, figurati.

Anzi, se avete altri parenti da invitare,
fate pure.

- Sono tutti morti.
- Oh!

Nel senso che non ce ne sono altri.

- Meglio così.
- (Tea) Andiamo?

Scusami, mi è venuta in mente una cosa.

Amore, io vado a fare un pisolino.

- Certo che Ettore ha proprio buon gusto.
- Perché sta con me?

No, veramente mi riferivo alla casa.

Non è proprio il mio genere,
però è proprio bella, raffinata.

- Infatti l'ho fatta io.
- Con le tue mani?

- No, però ho scelto io l'architetto.
- Fai tutto tu!

- Gli scrivi anche i libri?
- Quelli no, chi li ha letti mai?

È rimasta solo questa stanza,
è piccola, ma comoda.

"Spasibo".

Non mi piace.

- A Villa Rosa sanno che stai qui?
- Ehm, credo di no.

- Potevi almeno avvisare!
- Io ti ho telefonato.

Non hai detto che venivi qui.

Ormai sei qui,
l'importante è che tu non dica...

Lo so, non devo dire
che vivo in una casa di cura.

L'hai detto! Non devi dirlo!

(MUSICA DALLE CUFFIE)

"Chapeau".

"Chapeau"!

Tu chi sei?

Palmiro, piacere, ramo Catenacci.

- Tu devi essere un Ranieri.
- Purtroppo sì.

Purtroppo?

Beh, mi rendo conto, eh.

Avere 20 anni,
essere belli e in perfetta forma,

giocare a freccette
in uno chalet di lusso,

peserebbe a chiunque.

Senti, la mannequin
che gira per casa è la tua ragazza?

Sarebbe un po' troppo.

Vuoi favorire?

Volentieri.

(Palmiro) Ciao.

Fammi spazio.

Quasi, eh.

Sei simpatico!

Cambiamo gioco.

- (Tea) Tienilo fermo sotto.
- Si muove un po', attenzione.

(Tea) Dai!

Perché non mi guardi?
Ti ho fatto qualcosa?

Non mi hai fatto nulla,
è che prima nell'idromassaggio...

- Capirai! Sei così puritano?
- Macché! Io nemmeno ti ho guardato.

Ah, sì?

- Però hai un tatuaggio...
- Quale tatuaggio? Ne ho quattro.

- Il cavallino.
- Allora mi hai guardato.

Così, di sfuggita, non l'ho fatto apposta.

Però hai il tatuaggio uguale a una

che su internet
vende le borse con le tette scoperte.

Sai quante ragazze tatuate
vendono le borse su Pittogram?

Però io non ho detto: "Pittogram."

Allora, intanto non sono in vendita,
ma sono in promozione.

- Che cosa?
- Le borse.

Le borse, certo.

È un sistema perfetto
per guadagnare un sacco di soldi

senza metterci la faccia.

- Certo, ci metti le tette!
- Ancora?

No, è che pensavo
che internet ti facesse schifo.

(Tea) Infatti mi fa schifo!

Io mi limito solo a mandare delle foto
a un web manager che le posta per me,

e più follower hai e più guadagni.

Solo che con questa cosa della rete
ho perso un sacco di soldi da stamattina.

- Mi dispiace.
- Oh!

- Oh.
- Rimane un segreto fra noi.

Certo, mica mi metto a dirlo in giro.

- Giura.
- Giuro, giuro.

- Però come le ho riconosciute io...
- (Tea) Giura!

- Giuro su quello che ho di più caro.
- Cioè?

- Le dita, in questo momento.
- (Tea) Attento.

No, stai attenta tu.

Certo che questo vostro fratello
è curioso,

molto diverso da voi.

Come mai non si era mai visto prima?

- Non è stato tanto bene.
- Ah, cos'ha avuto?

- Ha un po' sbroccato.
- Cioè, scusa?

"Sbroccato, svalvolato, scapocciato,
gli è partita la ciavatta", tu come dici?

Ho capito, è impazzito.

Impazzito non rende.

- Però ora sta meglio.
- Mi fa piacere.

C'è solo una cosa
che proprio non deve fare.

- Sarebbe?
- Ingarellarsi.

"Ingarellarsi"?

Dammi l'altro piede.

Mi sembra di capire
che tu sappia giocare a questo gioco.

(Palmiro) Non ho mai perso una partita,

solo una volta a scuola
con un bidello marchigiano che barava.

Si sa, no? I bidelli barano.

Il tuo anello...

...più le chiavi della Vespa.

Le chiavi della Vespa.

(Palmiro) La Vespa.

Questo orologio.

Questo me l'ha regalato...

- Chi me lo ha regalato?
- Te lo giochi o no?

Ehm, no.

Se non ricordo chi me lo ha regalato,
poi magari ci rimane male, passo.

- (Palmiro) Hai talento.
- (Claudio) Tu un debito.

- Tu non sei un bidello.
- No, e neanche...

Marchigiano!

(Tea) Eccoci.

- (Achille) Palmiro, che fai?
- Eh?

- Che stavi facendo?
- Parlavo.

(Achille) Dai, vieni a darmi una mano.

(Palmiro) Ha bluffato.

- (Claudio) Grazie, gentilissimo.
- Figurati, ma fai sul serio?

- Bello!
- (Claudio) Vieni con me, boscaiola.

Olga?

- Mi...
- Chi mi aiuta con le patate?

Io! Non ho rivali! Sbuccino!

Che cornuto!

Prendi almeno questo ciocco?
Sta cascando, vedi? Li mortacci...

Se non volevate che venissi,
potevate dirmelo!

Ho rovinato il parquet a questo,
ora chi se lo sente?

Sai che certe volte al gulasch
aggiungo un pizzico di menta.

- Fresca?
- No, in polvere.

- Nel gulasch?
- Sì.

Talvolta un po' di fantasia
può cambiare il sapore della vita.

Voglio farti una domanda,
perché hai messo due camicie?

Perché mi piacciono tutte e due.

- (Stella) Ecco, vai. Brucia, attento.
- Senti che odore!

(Stella) Assaggio questo. Ahi!

(Stella) Aspetta.

(Margherita) Hai capito, amore?

Praticamente
se conservi il cordone ombellicale,

dentro ci stanno delle cellule speciali
che se ti ammali,

facciamo le corna,
ti possono curare con le tue cellule.

Certo.

A parte il fatto che si dice "ombelicale"
con una sola "L", è tutto giusto.

- Vuoi che lo facciamo?
- Beh, può essere caruccio.

- Poi magari porta bene.
- Tu che dici, lo facciamo?

- Che dice?
- Ha detto di sì.

Mi ha dato un calcetto.

Senza internet
si possono fare un sacco di cose.

"Ritengo fortunata."

Si dice? Mi sa che non si dice.

Aridaje!

Allora, il sinonimo di ritengo, vediamo.

Reputo.

Reputo fortunata.

Oppure repùto?

Mio Dio, che ho combinato?

Ora come faccio?

Come si spegne, dove?

(Achille) Aiuto, Margherita!

Aiuto!

Si è spento.

Tutto a posto, non venite!

Dai, Stella, andiamo.

A Villa Rosa mi sentivo recluso, capisci?

Mi fa piacere vederti,
però la prossima volta avvisa.

Sono profondamente dispiaciuto.

Non credevo di arrecare tanto disturbo,
però non biasimarmi.

Chi ti ha insegnato l'italiano?

- In famiglia ci siamo sempre espressi...
- A cazzo di cane?

Bravo, ora ti riconosco.

- Che hai fatto?
- L'idromassaggio, una faticaccia.

Insomma, Palmiro,
cosa ci racconti di bello?

- Di bello? Io vivo...
- In ritiro.

In ritiro?

- Sì.
- Spirituale.

- Ah, e di cosa ti occupi?
- Musica, musica.

Musica, sì, stavo per dirlo.

- Compositore?
- Sì, compositorissimo.

Chitarra acustica?
(ACHILLE ANNUISCE)

Chitarra acustica e anche balalaika.

- Interessante.
- Conosce Fedez?

- Certo.
- Visto?

Beh, chi è che non conosce
il famoso trombettista cubano?

- Non è cubano, è di Buccinasco.
- Ah, allora no.

Stai lavorando a qualche nuovo progetto?

Sì.

- Al mio nuovo long-playing.
- Oh, e come si intitola?

- "A porte chiuse".
- Ecco.

Vagamente sartriano. Quando esce?

- Appena si distraggono.
- Come?

Esce a primavera.

A primavera, come il mio libro!
Allora ci vuole un brindisi.

(insieme) Sì.

Senza toccare col bicchiere,
se no non la finiamo più.

- Ci guardiamo negli occhi.
- Ah.

(RUMORE DI PASSI)

- Oh.
- Per te, il gulasch di tofu.

Grazie.

- (Stella) Ecco.
- "Spasibo".

Grazie.

La russa ci ha messo a dieta.

(PALMIRO TOSSISCE)

Che hai fatto?

Buon appetito.

- Il gulasch più buono di sempre.
- "Spasibo".

(SEGNALE ACUSTICO)
(Margherita) È tornata la linea, e dai!

Scusate, avevo dimenticato il timer.

- Ah, era il timer.
- (Margherita) Ho capito.

- (Achille) Era per dire.
- (Tea) Affascinante, no?

- (Ettore) Ora cos'è successo?
- (Margherita) Amore?

(Ettore) Olga, Olga!

(insieme) # Tanti auguri a voi

# Tanti auguri a voi

# Tanti auguri, Ettore e Giulio

# Tanti auguri a voi #

- Tanti auguri, papà.
- Anche a te.

Spegniamo, dai.

(APPLAUSI, VERSI DI ESULTANZA)

- (Achille) Bravi.
- (Margherita) Auguri.

Sono nati lo stesso giorno?

No, festeggiano insieme
per risparmiare sulla torta.

Facciamo un video, dai.

Stella, tesoro, ti spiace se conserviamo
questi momenti solo nella nostra memoria?

- Certo.
- Magari solo qualche scatto scelto, Tea.

A chi arriva il tappo si sposa!

Magari no.
(CLAUDIO STAPPA LA BOTTIGLIA)

Allora, amore,
io ti avevo organizzato una sorpresa,

ma siamo sconnessi
e non l'ho potuta finire.

- (Margherita) Questo è per te.
- Grazie.

Quindi, ti becchi questa poesia.

(MARGHERITA SI SCHIARISCE LA VOCE)

"Anche se non sono bona
a parlare di persona,"

"senza te mi sento persa,
anche se siamo diversi."

"Te lo dico a modo mio
e te lo giuro anche su Dio."

"Voglio che tu sia felice
come il burro sulle alici."

- Ammazza mi ha fatto venire fame.
- Eh.

(APPLAUSI)

(Ettore) Guarda che bello!

- (Ettore) Giulio, questo è per te.
- Grazie.

- Che bello, amore.
- Ti serviva, no?

Grazie.

Grazie a tutti, davvero.

È uno dei più bei compleanni
della mia vita.

- Mi passi lo Zabov?
- Buono.

Sono qui con i miei figli,
la mia bellissima compagna,

qualche nuovo amico.

Non c'è davvero niente
che potrei chiedere di più,

magari qualche anno in meno,
ma come si dice a Roma?

"A chi tocca non si 'ingrunia"".

- "Gna", amore, è "ingrugna".
- "Gna".

- Posso fare un omaggio anche io?
- (Ettore) Certo.

Dal mio ultimo album,

una canzone che si intitola:
"Non mi prenderete mai".

- Palmiro.
- Zitto, fammi cantare.

- Sono arrivato fino a qui.
- (insieme) Bravo!

Guarda.

Non avevo mai visto la neve di persona.

Ricordi quando venivamo qui da piccoli?

Io a dir la verità ci vengo ancora.

- Soprattutto quando mi sento sola.
- Beata te.

(Stella) In che senso?

Nel senso che io non ho un posto
dove andare quando mi sento solo.

- No, guarda!
- Cosa?

Questo è mio nonno,
sta sciando con Gianni Morandi.

- Chi, l'influencer?
- No, il cantante.

Ah, quindi non lavora più per Facebook?

(BUSSANO)
(Palmiro) Achille?

(Palmiro) Achille?

(BUSSANO CON VEEMENZA)
(Palmiro) Achille!

Tutti trovano questa stanza, tranne me!
Che vuoi? Entra.

(Achille) Che è successo?

- Ho timore, se vengono a prendermi?
- Hai detto che venivi qui?

No, però è più difficile
che mi cerchino nella tua stanza, no?

Poi ci pensiamo, vai a dormire da te,
così si avvalla tutto il materasso.

Aspetta, posso dormire qui da te?
Ho sempre desiderato avere un fratello.

- Palmiro, noi siamo fratelli.
- No, fratellastri.

Non abbiamo mai condiviso
una vacanza, una tenda, una terapia.

- Vai a dormire, Palmiro.
- Io mi sento solo.

Non sono abituato, ti prego.

Non hai una stanza singola
a Villa Rosa?

- Sì, però Adalgisa mi tiene compagnia.
- Chi è?

Una vedova maniaco-depressiva.

- È bona?
- Mammelle poderose.

Va bene, resta, basta che non russi
come un trattore e mi lasci dormire.

- Oh, Palmiro!
- Adalgisa dice che non russo.

Ah, meno male.

- C'è da dire che Adalgisa è un po' sorda.
- È bona o no?

Sì, specie quando si toglie gli occhiali,
non ci vede tanto.

Pure?

Fammi capire, te la scopi
o le fai beneficenza?

Non l'ho mai capito.

- Spengo?
- (Achille) Sì, dai.

(Palmiro) Achille?
(ACHILLE FA DEI VERSI)

(Palmiro) Io non mi sento
proprio bene, bene, bene.

(Achille) Hai preso le pasticche?

- Palmiro, hai preso le pasticche?
- No.

Mannaggia...

Mica li scaricavano,
li pagavano, ti rendi conto?

Nemmeno poco, questo costa 1,50 euro.

- Tu che musica senti?
- A me piace Il Volo.

Il Volo?

Faccio finta di non aver sentito.

Scusa, Fedez è meglio de Il Volo?

Io ti consiglio di non dirlo in giro,
poi fai come ti pare.

Vediamo se riesco a farlo funzionare.

Ecco qua.

(MUSICA DAL GIRADISCHI)
(Stella) Vieni.

Voglio farti vedere i passi
di questa canzone.

- No, io non so ballare.
- Dai, che importa? Te li faccio vedere.

- Non sono proprio capace.
- Li ho imparati, per favore, dai.

- Va bene, ci provo.
- Ok.

Allora, tu devi mettere le mani qui
e io le devo mettere qui.

Ok.

- Sei sicura?
- Sì.

L'ho visto in un vecchio film
che parlava di mele, non ricordo bene.

Ci deve passare qualcuno?

- Ah, no.
- Dai, faccio io.

(MUSICA DALLA RADIO)

Ha detto: "Cerca il blister."

Non so nemmeno cosa sia un blister!

Questa è vuota.

Oh, Dio, che ho combinato!

Quale devi prendere?

- Che giorno è oggi?
- Sabato.

Il sabato prendo quelle del sabato,
c'è scritto sul blister.

Palmiro, ho fatto cadere il blister
e ora sono tutte mischiate.

- Che colore è quella del sabato?
- Non lo so, io sono daltonico.

Achille, io non distinguo i colori.

(Achille) Ecco, ora nemmeno io.

(OLGA PARLA IN RUSSO)

- (Ettore) Olga?
- Sì.

- Che succede? Non c'è più corrente?
- Non lo so, forse è per la neve.

Ora parte il generatore di emergenza.
(ETTORE SOSPIRA)

- Aspettiamo che parta il generatore.
- (Olga) Sì.

(Achille) C'è nessuno? Che è successo?

Siamo qui, Achille, in cucina.

- (Palmiro) Achille, io odio il buio.
- Quando parte il generatore?

- (Achille) Palmiro, non agitarti, calmo.
- Vado a controllare.

- (Palmiro) Non mi dire di stare calmo.
- (Achille) Mannaggia.

- (Palmiro) Così mi agito di più.
- Fate benedire questa casa.

- (Giulio) Papà, che è successo?
- È saltata la luce, ora torna.

- (Stella) Mamma dov'è?
- Ma...

(Palmiro) Achille, sai il mio proverbiale
autocontrollo? Lo sto perdendo.

- (Achille) Palmiro, stai calmo.
- (Palmiro) E come?

- (Margherita) Ettore, cos'è successo?
- Amore, un piccolo black-out.

(Palmiro) Non è vero, ci stanno mentendo,
la situazione è più grave.

- (Margherita) Palmiro, calmati.
- (Palmiro) Aiuto.

(Margherita) Ettore, devo fare la pipì,
ma non si vede niente, e se cado?

No, amore, stai ferma dove sei, arrivo.

(Palmiro) Ho tanta paura.

- Va via spesso la luce qui?
- (Palmiro) Non mi abbandonate.

(Achille) Palmiro, fermo, salgo io,
se no col buio uno casca e si fa male.

- (Achille) Stai lì.
- (Palmiro) Attento.

(ACHILLE GRIDA)
Ahi, oh, Dio!

- (Claudio) Che succede qua?
- Ahi!

- Oh, Dio, che hai fatto?
- Ho tamponato le scale.

Fammi capire, sei cascato?

No, lucidavo il parquet!
Sono cascato, non si vede?

- Dai.
- No, fermo, non muovermi.

- Mi sono fatto male.
- Vado a prenderti del ghiaccio, aspetta.

Ci penso io, fammi vedere un attimo.

Fammi vedere, dammi la gamba.

Se ti tocco, ti fa male?

- Male no, ma non toccare.
- Troppo forte?

- Non toccare, nemmeno piano.
- Aspettiamo il ghiaccio.

Sì, aspettiamo il ghiaccio,
si gonfia tutto qui.

La caviglia.

Amore, tutto a posto?

(SCARICO DEL WATER)
Amore, non mi sento tanto bene.

- Mi sta tornando su il gulasch.
- Amore, non agitarti, stai tranquilla.

Sei hai bisogno, io sono qui.
(PALMIRO GRIDA)

Achille, ti avevo detto
di non lasciarmi da solo!

Te l'avevo detto,
era una cosa importante...

Tu che ci fai qui?

Mi hai seguito?

Achille.

(Palmiro) Non ti perdono!

Mi sa che Achille si è fatto molto male.

(Palmiro) Come hai fatto a trovarmi?
Achille!

- Palmiro si è fatto molto vino.
- Siamo messi bene.

(Palmiro) Non mi puoi perseguitare!

Oh, Dio! Amore, puoi andare a vedere?
Sono preoccupata.

Per me ha solo esagerato un po' col vino.

- No.
- (Palmiro) Come hai fatto a trovarmi?

Amore, Palmiro è bipolare.

- (Margherita) È malato.
- Allora dovrebbe farsi curare, scusa.

Infatti sta in clinica da tre anni.

Non te l'ho detto
perché magari avresti pensato:

"Coatta, sì,
ma con una famiglia di matti, no."

Cazzo!

(Palmiro) Achille!

- Palmiro, calmati, adesso arrivo.
- Dove vai che non cammini? Vado io.

- No, dove vai? Mi lasci da solo?
- E chi ci va?

Ma no, vieni qui.

- Restate qui.
- (Stella) Sì.

(Palmiro) Sono sempre stato corretto,
come hai potuto?

(Palmiro) C'è nessuno?

Facciamoci un selfie.

- (Giulio) Dove?
- (Stella) Qui.

- (Giulio) Io non vengo bene.
- (Stella) Va bene, dai.

- (Stella) Uno per ricordo almeno.
- (Giulio) Va bene.

Levati gli occhiali, però.

- Dici?
- Sì.

Va bene.

Ecco.

(SCATTO FOTOGRAFICO)

Guarda che carina!

Peccato che non possiamo postarla,
se no avremmo avuto tanti "like".

- Te li metto io, i "like"!
- Dai, soffro il solletico.

(Palmiro) Vattene! Hai capito
che te ne devi andare, carogna?

- Sta parlando con Achille?
- Achille è caduto, è giù per le scale.

- Andiamo bene.
- (Palmiro) Fetente!

- Forse con Claudio.
- (Palmiro) Bastarda.

- Margherita?
- No, è in bagno.

(Margherita) Amore,
sono rimasta chiusa dentro.

Appunto.

È più facile scrivere un libro.

(Achille) Grazie per occuparvi di...
(PALMIRO GRIDA)

Tutti per Palmiro,
perché tanto io sto bene.

A qualcuno interessa della mia caviglia?
Perché secondo me è rotta, eh!

- Eccomi, amore.
- (Margherita) Non si apre.

Amore, come sta Palmiro? E Achille?

- Amore!
- (Ettore) Amore, stai calma.

Adesso allontanati dalla porta
e respira come al corso preparto, dai.

Amore, devo dirtelo,
non sono andata all'ultima lezione.

Non fa niente, respira lo stesso.

(FRASI INCOMPRENSIBILI)

(Achille) Mi portate rancore
perché ho rotto il pulmino?

Vado io.

- (Palmiro) Ti ho detto di no!
- Aspetta.

(Palmiro) Sono persone simpatiche.

Queste due bellissime donne
sono Olga e Tea.

La donna seduta accanto a me è Manuela,
quella grandissima bagascia della mia ex.

Salve.

Cosa? Sta qua.

Amore, sei seduta sui miei farmaci.

Lo fa di continuo.

- (Claudio) Qua, eh?
- (Achille) Ah, sì, là.

Achille, qui c'è qualcosa di rotto.

È arrivato "Dr. House",
lo sto dicendo da mezz'ora.

Amore, devi tirare, non spingere, capito?

Speriamo che quando devi partorire
capisci la differenza, se no...

- Adesso.
- Che cosa?

Amore, mi sa che devo partorire adesso,
ho bagnato dappertutto.

- Olga!
- Che facciamo?

- Non lo so.
- (insieme) Olga!

Io adesso vado via, tu resta qui con Tea.

No.

- Che succede?
- (Ettore) Si sono rotte le acque, Olga.

- (Olga) È iniziato il travaglio.
- Presto!

- È una bambina speciale.
- Come la portiamo in ospedale ora?

- Non la portiamo.
- Come? E dove partorisce?

Qui, la portiamo giù vicino al camino,
lì è più caldo.

- Ho capito, ma chi la fa partorire qui?
- Io.

In Siberia
ho fatto partorire molte vacche.

Mi ha dato della vacca?

- Non ci volevo venire, te l'avevo detto.
- (Ettore) Shh, amore.

Va bene, Olga, facciamo così.

Vieni, amore, andiamo giù.

- Ce la fai? Vieni.
- Sì.

- Ok, appoggiati al muro.
- Permesso, scusate.

- Permesso.
- Cos'è successo ora?

- Margherita sta per avere la bambina.
- Adesso?

- (Ettore) Sì.
- Qua?

- Dove vado?
- Dove andiamo, scusa?

- Non puoi trattenerla un po'?
- Mi si sono divise le acque.

- Si sono rotte le acque, che trattieni?
- Io vado a preparare tutto.

- Dio!
- Vieni a darmi una mano, Claudio.

- La portiamo davanti al camino.
- Scusa.

- Ma...
- Figurati, sto tanto bene sulle scale.

Stanotte dormirò qui.

Achille ora ti dovresti fare
piccolo piccolo.

- È una parola!
- (Ettore) Così riusciamo a passare.

- (Margherita) La pancia.
- Piano, piano.

Sono entrato dentro al quadro.

(Tea) Parliamo un po' con Manuela?

Manuela non c'è.

Ah...

- Non la vedi neanche tu?
- Certo che no, è ovvio.

È uscita prima con Olga.

(Olga) Stella.

Stella, controlla il camino
e dai una mano.

Tu, prendi le coperte e gli asciugamani
che trovi e portali nel salone.

Margherita sta per avere
la bambina, forza.

- Mio Dio.
- (Margherita) Dio, Dio, Dio!

- Ecco qua, amore, ti serve qualcosa?
- Sì, una sala parto.

Qualcuno ha controllato
se funzionano i telefoni?

- Non funzionano.
- Torno subito, amore.

- Tranquilla.
- Vieni qua, tranquilla.

- Come si fa?
- Mettiamo questo, piano.

00:57:44,436
- Prova a prendermi.
- No, dai.

Provo ad andare sulla Statale
per vedere se c'è campo.

- Cosa stai facendo?
- No, niente.

Cosa stai facendo? Cos'è questo?

L'ho trovato qui,
stavo guardando, dai, andiamo giù.

Questo è un jammer.

Lo usano per svuotare le slot-machine.

Questo cosetto
blocca i circuiti elettronici.

Beh, cosa ci fa qui?

- Cosa ci fa qui, papà?
- Se mi fai parlare, ti spiego.

No, non mi devi spiegare niente.

Siamo senza linea perché ci hai isolati
con questo cazzo di coso!

- Abbassa la voce.
- Ma perché?

- Che volevi fare?
- Non urlare.

Siamo un esperimento, delle cavie?
Cosa cazzo siamo?

Volevo solo dimostrarvi
che siamo tutti manipolati dalla rete.

- È vero, è così.
- No.

- Sì.
- Siamo manipolati da te.

- Sì...
- Sì, ma tu chi sei, eh?

Credi di essere Dio?

No, sono solo tuo padre.

Infatti, come vedi,
ci è bastato un giorno senza connessione

per tornare ad avere
almeno la parvenza di una famiglia.

- Da quanto non parliamo noi due?
- Ma quale famiglia?

Tu pensi solo ai cazzi tuoi,
quale famiglia?

Ora vado di sotto
e dico a tutti quello che hai fatto.

No, tu lasci Margherita
fuori da questa storia, è chiaro?

Ci hai messi tutti nella merda
con questo coso.

Lo hai capito o no?

Ora siamo sconnessi
solo per colpa della bufera.

- Sì, adesso, e prima?
- Prima...

Mamma ha ragione.

Sei proprio un infame.

Forse dovremmo scendere
a vedere cosa succede.

- Non è come pensi tu.
- Che ne sai di quello che penso io?

Perché non conto niente?

C'è qualcuno che mi dà una mano
anche solo per educazione?

- (Giulio) Dai.
- Su.

Grazie.

- Si para sempre il culo, che fastidio!
- Io? Mi avete abbandonato sulle scale.

- No, parla di nostro padre.
- È tuo padre.

- Con me ha fatto più danni che altro.
- Con me non c'è mai stato.

Piano, la gamba è rotta.

Mamma mia, ti sarai rotto un legamento,
non farla tanto lunga.

Tua sorella come cazzo fa a stare
con un uomo del genere, me lo spieghi?

Quando la vedo glielo chiedo.

Tu pensi che sia stato papà
a lasciare mamma,

ma è stata lei ad andarsene con un altro.

Che stai dicendo?

Io con mamma ci vivo

e l'ho sentita parlare di questa cosa
milioni di volte.

- Veramente?
- Perché papà non me lo ha mai detto?

Perché papà ti conosce,
sa che non l'avresti mai perdonata.

Hai capito che storia!

- Chi ti ha interpellato?
- Sono vostro zio, sono di famiglia.

Chi sei? Cosa vuoi? Chi ti conosce?

Claudio e mio padre
hanno lo stesso carattere.

Tuo fratello
è un tantino più stronzo, però.

Ecco fatto.

- A posto?
- Sì, grazie.

- Anzi, scusa per prima.
- Non fa niente.

Balliamo.

Bella giacca, è vintage?

Ti piacciono le cose vecchie
come Ettore?

- Sei pazzo?
- Sì, sì, sì.

Infatti dico sempre la verità.

- Balliamo?
- Balliamo.

Casqué.

- Manuela.
- Ah!

Non è come credi, è stata lei.

- Diglielo.
- È colpa mia.

Stai zitta, diglielo.

- Scusa. Dille qualcosa.
- Scusa.

Stai zitta!

Palmiro e Manuela, mettetevi là.

Ancora questo gioco crudele?
Manuela non c'è.

È andata su?

È andata via perché era arrabbiata con te,
non fingere di non saperlo.

- Che?
- Fai sul serio.

No, dai, tu devi farti vedere
da uno molto bravo,

perché questo tuo comportamento

indica chiaramente la presenza
di una doppia personalità.

Tu sei falsa, falsa!

Tu sei proprio falsa.

- Tu sei un bastardo.
- Falsa.

(MARGHERITA GRIDA)
Ah! Che succede?

- Sto partorendo.
- Il parto? Faccio io.

- (Margherita) No!
- Faccio io.

Il parto è un evento naturale.

Il parto in casa è possibile,

ma l'incidenza della mortalità
della puerpera e del bambino è altissima.

- 'Fanculo, Palmiro.
- Sì.

Mettiti seduto vicino a me, vieni.

No, io non mi siedo
vicino a un primate semialfabetizzato.

Non ho capito.

Niente, ha detto che sei un uomo semplice
con una certa abilità manuale.

Oh, ma quanto è bravo questo professore!

- Peccato che non ci serva la traduzione.
- Non traduco più.

Possiamo fare a meno
di queste lezioncine di italiano?

- (Margherita) Piantala, Palmiro.
- Piantala?

È ora che qualcuno glielo dica,
è ora che qualcuno te lo dica.

Sai cosa sei?

- Sei...ampolloso.
- (Ettore) Sì.

- Sei manierato.
- Va bene.

- E financo grottesco!
- (Ettore) Sì.

- A te Saviano ti fa una pippa!
- (Ettore) Ecco.

Perché ridi tu?
Il galletto ride! Perché ridi?

Tu che sei una Ferrari
chiusa in un garage.

- Hai una Ferrari in garage?
- No, Achille, no!

Non c'è la Ferrari,
il ragazzo è una Ferrari.

È una cazzo di metafora
per dire che il ragazzo è un campione.

È un fuoriclasse, è una testa di serie.

Tu sei bravo, perché ti comporti
come una testa di cazzo?

- Ha preso le pillole?
- No.

- Non le ha prese?
- No.

La canzoncina com'era?

Lunedì gialle e blu, martedì solo rosse,
mercoledì verdi e il sabato non lo so.

Palmiro, non è colpa di Palmiro.

- (Palmiro) Non vedo i colori.
- (Olga) Ora vieni con me.

- Sì, vado con Olga.
- (Ettore) Bravo, Palmiro, vai con Olga.

Sì, vado con Olga
perché Olga mi ascolta e mi capisce.

Olga parla con me,
Olga mi fa stare calmo!

Olga mi fa stare calmo,
Olga mi piace.

- Sì.
- Non è cattivo.

- Come si dice, amore?
- Come si dice? Fuori come un balcone.

Hai bisogno di litio.

Sei forte.

Sei coraggiosa.

Sei bella.

Chi sei? Che ci fai qui?

Da cosa scappi? Dal passato?

Prendi queste.

Prendile.

Non ho bisogno di niente,
non ho bisogno di niente!

Prendile.

(MARGHERITA PIANGE)

Siediti.

Tu adesso stai tranquillo, io devo andare.

Ti prego, giuro che se va tutto bene,
non faccio shopping per tre mesi.

Ahi! Per sei.

- No, sentite, io vado a cercare aiuto.
- No, non mi lasciare.

- Ci serve un medico.
- Non posso farcela senza di te, ti prego.

Come si fa?
Bisogna fare qualcosa subito.

- Papà...
- Vado io.

No, Claudio.

Guarda che senza navigatore
finisci in Molise.

(MARGHERITA PIANGE)

(SUONI DAL TABLET)

Ti piace prendermi in giro?

Adesso ho capito perché sei così nervoso.

Ti sei giocato i nostri soldi
per una partita di poker.

- Non so di cosa stai parlando.
- (Tea) No?

Che cazzo è questo?

Ascolta, non ti preoccupare,
tanto vinco e ce li rimetto subito.

Non è questo il punto,
mi hai detto che avevi smesso di giocare.

Sì, anche tu avevi detto che internet
ti faceva schifo, sbaglio? Eh?

Mi prendi per scemo?

Secondo te non ho mai visto le tue foto,
il tuo blog, com'è che si chiama? Dai.

- Dove vai? Mi lasci sola?
- Vado a cercare aiuto.

Per chi? Per una borgatara
che sta con tuo padre

per salire qualche gradino
della scala sociale?

Perché tu sei meglio di lei, vero?

Amore...

Noi non siamo come loro.

Io non sono come te.

Qualcuno mi riceve? Mi ricevete?

Abbiamo bisogno di un medico
allo Chalet Ranieri, S.O.S., mi ricevete?

- No, mi fa male.
- (insieme) Piano, piano.

Amore, respira a tempo.

- (Ettore) Così.
- (Olga) Contrazioni?

- Sono frequenti, Olga.
- Manca poco al parto.

- Cosa devo fare?
- Continua a respirare.

- Io?
- Continua a respirare e stalle vicino.

- Sai com'è il parto, hai due figli.
- Non c'ero quando sono nati loro.

A vuoi uomini piace quando entra,
non quando esce.

- Olga.
- Uomini fuori!

- No, tu no.
- Come fuori? Mi ero appena sistemato.

- (Claudio) Io vado.
- Aspetta.

- No, ti prego.
- Sono qui.

(MARGHERITA PIANGE)

L'apertura è di 7 cm,
deve arrivare a 10 cm.

- Dieci? Cosa deve passare di lì?
- La testa!

Poi mi ritorna normale, sì?

- Aspetta, Claudio.
- Come facevate senza internet?

Ci arrangiavamo con quello che c'era.

Eccolo qua, "Ambulatorio medico turistico,
Via Pez Gaiart, 16".

- Come ci arrivo?
- Adesso guardiamo sulla piantina.

- Via Pez Gaiart.
- (Olga) Respira.

Ecco, vedi? Noi siamo qua.

Se fai la strada asfaltata
sono almeno 10 km,

ma se tagli per il bosco fai prima,
te la senti?

- Dammi qua.
- Oh, voglio vederti tornare, è chiaro?

Grazie.
(MARGHERITA GRIDA)

Non è solo tua figlia,
è anche mia sorella.

(MARGHERITA GRIDA)

(Margherita) Ettore!

01:08:57,713
- Non parlare, respira.
- Eccomi, amore, eccomi.

L'aveva detto pure Paolo Fox.

"Saturno entra nell'acquario
e non esce più."

Dovevamo restare a casa, e invece no.

Il pulmino e internet rotti,
i video che non arrivano, la bufera.

Questa ragazzina appena nasce
già le rode er culo.

(MARGHERITA GRIDA)
Ora ho bisogno di te, passa.

La torre va dritto, l'alfiere di sbieco
e il cavallo salta.

- E la regina?
- La regina è donna.

- Quindi?
- Fa come cazzo le pare.

- Spingi, vedo la testa.
- La sento.

Non guardare,
ti viene il trauma sessuale.

Mortacci tua!
Se ne vuoi un altro, te lo fai da solo.

Spingi, spingi.

Brava.

- (Olga) Brava.
- (Achille) Oh.

- (Margherita) Non ce la faccio.
- Hai mangiato la mia torre?

Bravo.

(Olga) Spingi adesso.

Tu sei un giovane sessualmente indeciso
con una certa inclinazione al suicidio.

Però il cervello funziona.

Che cosa gli è successo?

Era fidanzato con una sua collega,
una professoressa di matematica

che però poi si è messa
col professore di educazione fisica

e la botta è stata talmente forte
che è finito in Neurologia, poverello.

Zio, ma secondo te l'amore è pericoloso?

Sì, eccome!

Però, vale sempre la pena rischiare.

(MARGHERITA GRIDA)
Scacco matto.

- Eh?
- Un altro matto, Palmiro, dormi.

01:10:28,960
- (Olga) Spingi!
- Che cosa pazzesca.

- Posso fare una foto?
- Quale foto? Fai un filmino.

(MARGHERITA GRIDA)
Dai.

- Spingi, brava.
- Spingi, amore.

(Olga) Brava, spingi.

(NEONATO CHE PIANGE)
Ecco la bambina.

(NEONATO CHE PIANGE)

Voglio venire anche io, datemi una mano.

Oh!

Allora è un vizio.

(NEONATO CHE PIANGE)

- Sei stata bravissima, Olga.
- Lei è stata brava.

È una bella bambina, come la chiamate?

Come vuoi chiamarla?

- Olga.
- (Ettore) Non ti piaceva Chantal?

- Olga mi piace di più.
- Olga.

Olga.

Sei un sogno.

- Lo pensi davvero?
- Sì.

Mica solo io... Anche tutti i tuoi fan.

Eccole.

Sono proprio loro.

Vuoi toccare?

- Eh?
- Le vuoi toccare?

Che domande mi fai?

No, grazie, come se avessi accettato.

A volte i sogni
è meglio che rimangono tali.

Un milione di follower e nemmeno
uno stronzo che mi vuole dal vivo.

(PARLA IN RUSSO)

- Palmiro, dammi una mano.
- Sì.

Un'altra anima che scende su questa terra.

Un altro bimbo che viene al mondo.

- Un'altra vita...
- Basta, Palmiro.

- (Achille) Aspetta.
- Olga.

(ACHILLE SI LAMENTA)

(Olga) Lei è Olga, tieni.

No, e se la faccio cadere?

Oh, Dio, piano, piano.

Sono diventato zio.

Zio, tu eri già zio.

- Allora sono zio al cubo.
- È la cosa più bella che abbia mai visto.

- Olga, lui è Palmiro, l'altro zio.
- Quello matto.

Che c'è, che c'è?

Che c'è?

Olga, Olga!

- La bambina trema.
- (Achille) Che succede?

- Il generatore, Olga.
- È finito il gasolio.

- No.
- (Olga) Stella.

- Prendi le coperte.
- (Palmiro) Achille, siamo in pericolo?

No, Palmiro, stai tranquillo,
è tutto a posto.

- Che succede?
- È finita pure la legna.

- Vado a prenderla fuori.
- La legna bagnata non è buona.

- (Olga) Trova altro da bruciare.
- (Stella) E cosa?

(Ettore) Scusate,
noi qui siamo pieni di cose da bruciare.

- (Ettore) Giulio, dammi una mano.
- Sei sicuro?

Sicurissimo, non mi sono mai sentito
più utile in vita mia.

(PORTA CHE SI APRE)

(Giulio) Claudio.

(Claudio) Scusa, papà.

- Mi sono perso.
- Va tutto bene.

Vieni qui adesso, vieni qui, riscaldati.

Guarda chi c'è là, guarda,
la tua sorellina.

Sentite...

...io credo...

Credo di dovervi chiedere, sì, insomma...

...scusa a tutti.

Sì, sono stato io a sconnettervi.

Intenzionalmente,
ho proprio voluto farlo.

Certo, io non potevo sapere
tutto quello che sarebbe successo,

ma avrei dovuto essere
più saggio e più protettivo.

Più affettuoso.

Bisogna stare attenti
alle persone a cui teniamo,

se no poi sono loro a sconnettersi da te,
dalla tua vita, dal tuo cuore.

E l'unico a rimanere sconnesso
poi sei tu.

Scusa, amore mio.

(ELICOTTERO)

(ELICOTTERO)

(Ettore) Non a caso il libro
si chiama proprio così: "Sconnessi".

(Ettore) Pensate che l'elicottero
che ci ha soccorsi

è riuscito ad individuarci solo perché
ha captato l'S.O.S. di questo baracchino

che Olga aveva tenuto nascosto
in soffitta.

Insomma, abbiamo scoperto
che la nostra governante

ha un passato da militare.

Tecnicamente possiamo dire
di essere stati salvati dai comunisti.

(RISATE)

- Si può dire questa parola?
- Credo di sì.

(Ettore) Ecco, insomma,
il resto lo leggerete nel libro.

Ettore, quindi se siete salvi
non è di certo grazie a internet.

Direi proprio di no,

ma ti confesso che avrei usato
ogni mezzo pur di salvare i miei figli.

(Ettore) Alla faccia della coerenza.

(Donna) Sei diventato fan
della tecnologia nel frattempo?

(Ettore) Non proprio.

(Ettore) Sapete quante volte viene toccato
lo schermo di un cellulare ogni giorno?

2.600.

Sapete quante di queste
sono davvero necessarie alla nostra vita?

Quattordici, quindi...

Bene, con questo invito alla riflessione
concludiamo la presentazione.

Ettore Ranieri sarà felice
di firmare le copie del libro per voi,

e perché no,
anche di scattare un selfie.

- Sì, sono pronto anche a questo.
- Grazie a tutti.

Speriamo che non abbia scritto
proprio tutto.

Perché?

Un meccanico che sfonda due macchine?
Non è una buona pubblicità.

Però mi sa
che dovremmo leggere questo libro.

- Quante pagine sono?
- È bello alto.

- "Li mort..."
- Piano, piano.

Grazie di tutto, Olga.

Senza di te
non ce l'avremmo mai fatta, davvero.

Perché hai detto la verità?

Hai rischiato di perdere la tua famiglia.

- Nessuno poteva scoprirlo.
- Il libro, Olga.

Mi mancava il finale.

(SUONI DAL CELLULARE)

Amore, le pillole.

(SUONI DAL CELLULARE)
Come cacchio si fa?

Oggi è lunedì,
di che colore è la pillola?

Blu.