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Il tempo si sveglia, l 'acqua passa

sotto le porte,

sui bordi dell 'Atene, due

ombre s 'avvolgono.

Il tempo si sveglia,

niente ha cambiato qui.

Grazie a tutti.

Grazie a tutti

Questo qua?

Sì, zio, il numero 3 è stato tuo.

Aspetta, mi scrive.

Polizia. Avete telefonato voi?

Commissario McGray?

Sì. Avete detto che in questa casa è
stata assassinata una persona?

Ecco, non l 'ho detto che a voi. Questa
è una casa di gente per bene. Non voglio

che assate, specialmente stasera.

Permettete.

Desiderate?

Fermate, prego.

Dalla donore di fronte.

Hanno chiamato un altro dottore a
consulto. Si vede che il medico di

non vuole assumersi responsabilità.

Responsabilità di che? Non è già morto?
No, non si tratta di quello. Il consulto

è suo, in casa di Mark, l 'ambasciatore.

La signora sta per avere un bambino, il
primo.

Quali inconscienti del terzo piano che
suonano il drammofono in momenti come

questi.

Vedete quella finestra illuminata, là al
primo piano?

E lì che è stato commesso il delitto?
Per carità, l 'abitano il San Marco, l

'ambasciatore, quello del bambino.

Mamma, mamma!

Lisette, Jeanette, bambine, ma che fate?

Così in giro, in camicia da notte, ma
prendete freddo. Via, a letto, subito.

Le mie bambine.

Sono gemelle, nessuno riesce a
distinguerle. Una volta... Sì, signora,

vogliamo parlare di questo delitto?

Ma certo, ho chiamato apposta.

Dunque, fatemi ricordare bene.

Ah, ecco, gli impiegati di Couchet sono
usciti alle sei, mezz 'ora prima del

solito, come tutti i sabati.

Chi è questo Couchet?

Chi è Couchet? Il proprietario dei
laboratori farmaceutici Rivière.

Non mi direte che non l 'avete mai
sentito nominare.

Chissà quante volte avete usato... Ah,
sì, il famoso Burgante.

Già. Ecco, allora vi stavo dicendo, alle
sei se ne sono andati tutti,

meno il fattorino dei laboratori, Paul.

Lui esce più tardi perché deve mettere
ordine. Paul è uscito che erano quasi le

sette. L 'ho visto dalla guardiola
uscire con la bicicletta. Insomma, è

solamente il signor Couchet. E come mai?

Il signor Couchet è il padrone.

Magari non veniva tutti i giorni, ma
quando veniva rimaneva in ufficio quasi

sempre un bel po' dopo l 'orario di
chiusura. E poi oggi è sabato ed è anche

fine mese, c 'è da pagare gli stipendi,
i fornitori. Il signor Couchet tiene

personalmente l 'amministrazione? C 'è
il signor Philippe, ma il signor Couchet

sovrintendeva sempre a tutto.

Era molto prudente negli affari.

Ah, era?

Dunque sarebbe dunque il signor Couchet
che è stato... Sì, sì. Ah, ovviamente.

Eccolo là. Dov 'è? Là.

Dov 'è? La finestra.

Guardate.

Jerome! Jerome!

Ecco!

E quando l 'avete scoperto?

Ecco, alle otto.

Quando sono uscita a vuotare la
spazzatura, ho dato un 'occhiata.

Ma che fa?

Le dicevo, ho dato un 'occhiata. Era

là, fermo, come adesso, ma più dritto.
Si vedeva benissimo la mano muovere.

Scriveva. Dunque alle otto era ancora
vivo.

Sì, ma... forse anche più tardi, perché
un tre quarti d 'ora dopo sono salita

dai St. Mark a domandare notizie della
signora.

Quando sono riscesa, era ancora là.

Era ancora là.

E scriveva ancora?

No, era fermo, come adesso, già
appoggiato, come se fosse addormentato.

Così sono rientrata in casa.

Poi chissà perché mi è venuto un dubbio.
Sono venuta a bussare i vetri, niente,

allora sono entrata.

Che impressione!

Non ci posso ripensare.

Eccolo. Il morto?

Il signor Stenmark, l 'ambasciatore.

L 'hanno mandato fuori un 'altra volta.
In situazioni come queste, i mariti, è

meglio che non ci siano.

Certo, certo.

Sì, poi se la smettono queste
svergognate.

Allora, vogliamo andare, signora?

Ma dove, là dentro?

Sì. Dal morto?

No, andateci voi, io ho già visto
abbastanza.

Andate per Geronimo.

Allora tu tieni d 'occhio chi va e chi
viene.

Speriamo! Geronimo? Sì?

Treppano alla centrale, c 'è un bar qui
all 'angolo, la famiglia di Toranza e

Jean Vie con qualche uomo. Lì che
avvertono il giudice e poi il medico, la

scientifica...

Beh, però meglio se viene Mers,
personalmente, eh?

Devo telefonare a casa vostra?

Sì, vai a dire alla tia che mi lasci
qualche cosa da cena, che vada a letto

tranquillamente, senza aspettarmi, fai
presto. Va bene.

Volevo dire, avete scoperto qualcosa?

Niente di più di quanto avete scoperto
voi.

Buonasera, signor Martè.

Buonasera.

C 'è posto per me? No, signor Martè.

Grazie, buonanotte.

Buonanotte.

chi è Corona?

un impiegato del ministero delle finanze
il signor Martè abita all 'ammezzato

con la moglie come mai si è preso la
pattumiera?

fanno tutti così quando escono la
vuotano nei cassoni e poi la riprendono

rincasando

Tutto bene, dottore? Bene, bene. Addio,
sono tanto.

Un bambino? No, una bambina. Oh, è la
signora.

Bene, bene.

Abbiamo avuto una bambina.

Il signor Tamar sarà un poco deluso.

Non è bel maschio.

E non lo smettono con quel grammofono,
quelle svergognate.

Io vorrei...

Vorrei controllare una cosa in casa
vostra, permettete?

Prego, prego, entra.

Prego.

Facciamo pianino, altrimenti si
svegliano le bambine. Quelle, quelle

certamente dietro quella porta ad
ascoltare.

Posso firvi un caffè? No, no, grazie.

Di qui il grammofono.

Si sente meno, ma si sente, eh?

Come avete fatto a non udire il colpo di
rivoltella?

Forse ero di là con le bambine.

Dovevano ancora cenare e facevano
chiasso, giocando.

Voi dunque dopo lo sei, dall 'uscita del
fattorino in poi, non avete notato

niente di anormale, eh? No, nient
'altro.

Verso le sette e mezza, come al solito,
sono usciti quasi tutti gli inquilini a

vuotare le pattumiere nei cassoni, qui a
sinistra.

Non ci ho capito, come quel signor
Martendi poco fa?

Sì. Ma perché tutti a quell 'ora?

È proibito vuotare la spazzatura prima
delle sette.

È proibito? Sì.

Ah, questo non lo sapevo.

Sì. Ma come... Boh, si è della zona.

Certo. Perché non avete visto e sentito
niente, no?

Ho visto il morto.

Ah, l 'avete vista? Beh, certo.

Un altro momento.

Chi è quella lì?

Quella?

Quella è l 'amica del signor Cuscio.

Eh. Gian Così aveva un 'amica.

Parlandone come vivo, era un uomo di
buon umore.

No, state fermi. Ma quella entra.

State fermi. E se lo trova.

rimanete rimanete qua pure chiudete la
porta si si va bene c 'è il polizia

aiuto

aiuto aspetta aspetta aspetta la parola
della

polizia

Guarda che svegliare tutto il
caseggiato.

Polizia? Sì.

Sono il commissario Megrè.

L 'hanno ucciso?

Sì.

E chi è stato?

Come vi chiamate voi?

Mi si è rotta una bretella della
sottovesa. Sì, fate, io mi volto. No,

importa, faccio un nodo.

Come è successo?

Eravate la sua amica, voi?

Beh.

Avevate appuntamento con lui questa
sera?

Sì, alle otto, al Select.

Dovevamo cenare insieme e poi andare a
teatro.

L 'ho aspettato per più di due ore.

Non avete telefonato, ho visto che
tardava.

Sì, sì.

Verso le otto e mezza.

Ma... Non rispondeva a nessuno.

Dalla centrale mi hanno detto che il
ricevitore era staccato.

Allora sono venuta qui. Un momento.

Infatti, il ricevitore è staccato.

Salve. Salve.

La macchina è già andata a prendere il
procuratore e il medico.

Addirittura il procuratore?

Non c 'era nessuno dei sostituti, capo,
non ho trovato nessuno, dunque ho dovuto

avvertire per forza il procuratore.

Il medico sarà qui fra pochi minuti, col
fotografo e l 'aiutante. Allora al

lavoro. Da dove cominciamo, capo? Farai
tu il verbale, Jean -Pierre.

Tutto Ranz per posizione generale, mi
raccomando. Va bene, abbiamo due uomini

fuori, faccio entrare? No, no, no, per
carità, lasciati fuori. Il procuratore,

il medico, Mertz, i compagni, fra poco
qui non si si muove giù. Ah, l

'autombulante? L 'ho già avvertita,
capo. Va bene, allora cominciate di là.

Vieni,

vieni. Aspetta.

Vai dalla portiera e fatti dare l
'indirizzo del direttore qui.

I magazzini Riviere. Sono posti in casa,
cercalo, portalo qui.

Va bene. E io?

Voi restate qua.

Abita a 200 metri da qui, San Luis 22,
terzo piano.

Signor Filippo, ma perché non gli ha
telefonato? No, no, no, il capo ha detto

andare, non di telefonare.

Dunque, M.

Filippi,

se è lui 22, terzo piano. Grazie.

L 'inquilina dell 'ammezzato, la signora
Martin.

Ah, la moglie di quello che è venuto a
prendere la patumiera.

Già. Ho capito.

Ha un 'abitudine di litigare così?

No. Lei grida tutti i momenti, ma lui
non osa aprire bocca. No. Come

litigare?

Come vi chiamate?

Signora Burtier.

Signora Burtier.

Marguerite Burtier.

Avete due gemelline? Sì. Altre figli?
No, no, no.

Vostro marito?

Non lo più, sono vedo. Oh, scusate.

Ne avrete ancora per molto?

Speriamo di no, speriamo.

Oh, guardate. Hanno spento la luce nella
camera della signora St. Mark.

Poveretta. Speriamo che si sia
addormentata.

Speriamo.

A te, procuratore.

Sì, di buona, dottore.

Salve, negre.

Salve. Dov 'è? È là, vedete quell 'ombra
dietro il vetro?

Ma com 'è stato?

Prima vista si vedeva un colpo di
rivoltella al cuore, ma ce lo dirà poi

dottore. E indizi?

Beh, indizi per ora niente. E
testimonianze?

Testimonianze, sino a questo momento c
'è quello della portinaia, perché in

fondo è lei che ha scoperto il cadavere.
Accomodatevi, signor procuratore.

Accomodatevi.

Ecco lì a destra, in direzione.

Commissario, sei io?

Cosa io?

Che devo fare?

Restate qua.

Pare proprio un colpo al cuore.

Mi siete fatto un 'idea, Macri, di come
si sono svolti i fatti?

Tranne il telefono sganciato, qualche
foglio per terra, non ci sono tracce di

lotta. Qualcuno che è entrato non visto
oppure qualcuno che era conosciuto dalla

vittima.

Scusate. Prego.

E il movente?

Beh, su questo finora il procuratore non
saprebbe neppure fare una congettura,

veramente. In ogni caso direi che non c
'è stato furto.

Perché? Non avete osservato, guardate.

La cassaforte è chiusa, è vero.

Alla schiena del morto impedisce di
aprire il portello.

Esatto.

Che cosa ci sarà dentro?

Non possiamo guardarlo prima che Mers
non abbia fatto i suoi rilievi. Eccomi,

eccomi. Ah, ecco qua. Venite, venite,
Mers, salve.

Ci occorre un lavoro coscienzioso, ma
fatto alla svetta, perché dobbiamo

rimuovere il cadavere. Ecco lì, Mers. D
'accordo, però avremo bisogno di un po'

di spazio. Sì, sì, sì, noi facciamo
subito il campo libero.

Io vorrei visitare altri locali.

Venite con noi, Mers.

Precedente, mi sembra. Torrante, vai.

Allora, dottore, noi vi lasciamo qui al
vostro... Sì, appena si sono spicciati

con i rilievi e le foto, guarderò meglio
il canale.

Sì, va bene.

Intanto, fotografa lui.

Bene.

Noi pensiamo al resto.

Ballerina?

Prima, ero al Moulin Bleu.

Prima di che?

Prima di conoscere... E adesso?

Stavo con lui.

Abitavate insieme?

No, era sposato. Ma ci vedevamo quasi
tutti i giorni.

Il vostro indirizzo, per favore.

Albergo Pigalle.

Comissario, ho trovato il signor
Filippo, è qui fuori.

Gli ha chiesto qualche cosa?

No, no, niente. Ma la portiera mi sta
raccontando tutto.

Beh, immaginavo.

Ah, buongiorno.

Emil Filippi. Emil Filippi, immagino che
siate stato informato. Me lo stava

dicendo la signora.

Non mi pare che siate molto sorpreso,
però.

Anzi, sono convolto. Ma sorpreso,
proprio sorpreso, non potrei dirlo.

Perché vi aspettavate una notizia
simile?

No, assolutamente. Ma ecco...

Non so come spiegare, un fatto, come
dire, scandaloso, non mi sorprende

con la vita che conduceva.

Ah, la vita, che vita?

Beh, non voglio dire male del signor
Couchet, e sostanzialmente anche volendo

non se ne potrebbe dire male, no, no
davvero.

Ed il resto era padrone di fare il
comodo suo.

Ma il signor Cusci dirigeva da sé l
'azienda?

Beh, il direttore sono io, ma lui l 'ha
lanciata, ma fatto questo

ha lasciato a me tutte le
responsabilità, al punto che io restavo

giorni senza vederlo, anche oggi per
esempio, vigilia di scadenza, l 'ho

aspettato in vano fino alle 5.

Voi siete uscito alle 5?

Sì, sì, per andare... Ho capito, ne
rifareremo.

Dicevate che l 'avete aspettato, voi.

Infatti, doveva portarmi i fondi
necessari per le scadenze di lunedì,

.000 franchi. Ma siccome non potevo fare
a meno di uscire, gli ho lasciato un

promemoria sullo scrittoio.

E questo è il promemoria...

Che gli avete lasciato? Sì, questo.

Permettete?

200 Molinart, cosa significa?

200 Molinart era per ricordare al signor
Couchet un aumento di 200 franchi da

dare a un analista di laboratorio che si
chiama Molinart.

E questo licenziamento Ferrand?

Ferrand è un inserviente di laboratorio
che da quando lo abbiamo assunto... Non

è mai venuto in orario.

Volevate licenziarlo?

No, si trattava di una minaccia che il
signor Gouchet doveva fargli sperando

di... Dunque i 300 .000 franchi
dovrebbero essere ancora lì dentro.

Sì, se li ha portati.

Volete guardare?

Non ci sono anche queste carte.

E i 300 .000 franchi? Niente.

Sono scoperti anche 60 .000 franchi che
abbiamo incassato oggi e che io stesso

avevo riposto nella cartaforte legati
con un erattico.

Allora il furto sarebbe un movente.

Non c 'è altro... Ho fatto portare via
il corpo per esaminarlo con cura. Posso

mettermi qui a scrivere il mio rapporto?
Sì, accomodatevi, accomodatevi dove

volete.

Allora, le vostre conclusioni?

Pallotto alla lotta, morte istantanea. L
'astazzino ha sparato la vittima da non

più di tre mesi.

Ma che arma?

Per averne la certezza bisognerà fare l
'autopsia, ma credo che tratti di una 6

,35. 6 ,35, eccola qua.

Questo è il bossolo che ho trovato lì in
terra. Ma ce ne sono migliaia a Parigi.

Signor Dupois, vogliamo rivedere i
vostri appunti, è quasi mette notte. Sì,

vostri ordini, dottoressi.

Noi, procuratore della Repubblica
Aristide Comelio, il giorno 30 novembre

ore... Sorvolate, sorvolate. Chiamate in
via nei locali della ditta Riviere

Cusce.

Beh, siete ancora qui?

Credevo voleste continuare a
interrogarmi.

Beh, per il momento... Io speravo anche
di sapere qualcosa.

Ma gli eravate affezionata?

Affezionata. Beh, sì.

È proprio la parola che cercavo per
spiegare quello che sentivo per lui.

Affezionata.

Innamorata, no.

Ma affezionata.

Un uomo d 'oro.

Oh, non parlo per il denaro, eh.

Quando gli pareva che qualcosa potesse
farmi piacere me la dava. E non solo a

me, a tutti.

Tant 'è vero che ero io che spesso ero
costretta a metterlo in guardia, a

che si approfittavano di lui, che lo
prendevano per il naso.

Ma lui, ma che me ne importa, diceva.

Ma era allegro?

Allegro?

Apparentemente sì, ma in fondo, non lo
so, è difficile da spiegare.

Aveva sempre bisogno di agitarsi, di far
qualcosa, sennò diventava triste,

inquieto.

Conoscete sua moglie?

Non l 'ho vista una volta, da lontano.

Fisicamente non è male, e anche come
carattere a sentir lui.

Me ne abbiamo parlato una volta o due
soltanto.

Ma dove abitava Coussin?

Abitava sul boulevard d 'Ausmane, ma
stava quasi sempre a Melano per una

Hai visto qualcosa, signor Bartè? Eh?

Ah, sì, sì, sì, un guante.

Non l 'avete mica visto?

No, ma siete sicuro di averlo smarrito
qui?

Eh, non lo so.

Eh, non importa.

Domattina dirò allo spazzino di guardare
nei cassoni.

Eh, grazie.

Grazie, buonanotte. Buonanotte.

Ha perso un guanto.

Un guaio grosso per lui.

Deve giustificarsi con la moglie.

E non ci farà meno dei guanti.

Nemmeno per andare a comprare le
tigarette qui di fronte.

E domani è domenica.

Come farà?

Già, è vero.

Domani è domenica, scusatemi.

Abbiamo finito. Per domani sera spero
potervi far avere il risultato dell

'autopsia. Grazie, dottore.

Io vi lascio lavorare in modo vostro,
omegri. Però mi raccomando, tenetemi

informato, eh? Senz 'altro, signor
procuratore. Vi accompagniamo a casa,

dottore. Grazie. Buonanotte, signori. Di
qua! Dov 'è il mio cancelliere? Di

nuovo buonanotte. Buonanotte.
Buonanotte.

Buonanotte.

Buonanotte, ragazzi.

Avete ancora bisogno di me?

Beh, ci vedremo domani. Io penso che,
data la situazione, non avrete

a venire in ufficio anche se è domenica.

Verrò come al solito, alle nove precise.

Vi ringrazio. Non so se potrò esserci
per quell 'ora, ma ci saranno certamente

miei uomini. Io desidererei anche
interrogare gli impiegati, gli

Voi avete un elenco di tutto il vostro
personale con indirizzo, telefoni? Sì,

certo, di là.

Benissimo, allora abbiate la cortesia di
darlo ai miei uomini. Torrance, vai con

il signor Filippi, ti darà l 'elenco.

Tu Gianluca,

al futuro si può che tutte le luci siano
spente e che tutto sia ben chiuso.

Grazie.

Poi proseguite avanti, avanti, avanti e
poi la domanda.

Cosa c 'è?

Desiderate qualche cosa? Ecco... Mi
stavo domandando dove abitate.

Ah, in Boulevard Richard Lenoir, qui
vicino. Perché?

Beh, pensavo aveste la macchina. No. A
quest 'ora non ci sono più autobus. Eh,

non credo.

Scusate, vorrei confessarvi una cosa.

Scusa, Jerome.

Dite, dite... Probabilmente mi
giudicherete sfacciata.

Vi ho già detto che Raimondo era molto
generoso.

Sembrava non conoscesse il valore del
denaro.

Mi dava tutto quello che volevo.

Ma io, credete, gli chiedevo il meno
possibile.

Del resto eravamo quasi sempre insieme,
quindi non avevo bisogno di...

Stasera, come vi ho detto, dovevamo
cenare insieme.

Io credevo che lui mi potesse dare dei
soldi perché stamattina ho dovuto pagare

una fattura.

Non immaginavo mai che potesse non
venire.

E siccome mi restava ancora qualcosa,
così aspettando al Select ho mangiato un

po' di ostriche e un po' di aragosta.

Poi ho telefonato e siccome non
rispondeva nessuno sono venuta.

Soltanto arrivando qui mi sono accorta
di avere appena di che pagare il taxi.

E a casa?

Vivo in albergo.

Volevo dire, non avete un po' di danaro
in disparte?

Per farne che?

Potevo forse prevedere.

Jerome? Sì?

Vai a chiamare un taxi per la signorina,
scusami. Subito.

Vi ringrazio, ma io...

Non vi preoccupate.

Anzi... Tenete.

A domani. Eh? Domani all 'albergo più
grande. Vero? Sì.

Buonanotte.

Buonanotte. Buonanotte.

E grazie.

Non è di che.

Buonanotte, commissario. Ah, buonanotte.
Buonanotte.

Tutto a posto.

Allora potete andare a dormire, penso
io, a dire alla Porchinaia di farvi

domattina l 'elenco e in generalità
degli inquilini.

Sarà bene se siete qui alle otto e
mezzo.

Otto e mezzo?

Domenica, otto e mezzo. Domenica alle
otto e mezzo, perché c 'è qualche

Appunto. Ok, otto e mezzo.

Buonanotte. Buonanotte.

Diccomi, signor commissario, avete
scoperto qualcosa?

No, signora, non abbiamo scoperto
niente. Scusate se

vi disturbo.

Vorrei pregarvi di fare avere domattina
ai miei uomini i numeri

precisi di telefono, il nome e le
generalità di tutti gli inquilini che

Certo, certo, darò loro il mio registro.

Signor Commissario, pensate che sia
stato qualcuno della casa?

Speriamo di no, speriamo di no.

Speriamo di no.

Buonanotte, signor Commissario.

Per favore, cambiati le scarpe.

Perché? Perché metti sempre quelle.

Io devo portarle a rifare i tacchi.

Ma no, sono così comodo, ci sto così
bene con queste scarpe. Non insiste,

lascia... Non mi immaginavo. Non riesco
mai a farti cambiare qualche cosa.

Non è vero, non è vero.

Ieri sera, quando sei rincasato, non hai
neppure dato la buonanotte, eh?

Era quasi l 'una e mezzo, visto che
dormivi.

Non dormivo, no, non dormivo. Tu credi
sempre che dorma?

Allora perché non mi hai salutato,
sentiamo.

Perché se ti avessi salutato ci saremmo
messi a parlare per chissà quanto tempo.

Invece così tu hai potuto sfogliarti e
addormentarti subito.

Lo capisco.

Senti, signora Begrima, ti pare che
siamo un po' complicati con tutti i

riguardi? Eh, non lo trovi?

Di un po', perché avremmo dovuto
chiacchierare, chissà per quanto tempo?

Mi avresti raccontato quello che avevi
fatto.

L 'assassinio di Couchet, il furto dei
360 .000 franchi.

Ma tu come le sai queste cose?

Leggo i giornali, caro.

I giornali? I giornali chi gliel 'ha
detto?

Eh? Io? No, di certo.

Procuratore come io nemmeno, tanto meno
il cancelliere. Allora chi è stato?

Ah, la portinaia.

Ma come la descrivono? Deve essere una
donetta in gamba, eh? Sì, sì, molto in

gamba, anche simpatica.

Sempre così.

Uno non parla, si dà da fare perché
tutto

rimanga segreto.

Signore, che ti fa?

Senti.

Hai qualche idea sul delitto?

No, nessuna idea.

Allora che gli racconti al procuratore
come io?

Ma che fa al telefono? Gli hai detto che
saresti passato da lui verso

mezzogiorno? Sì, ma mica gli ho promesso
di dirgli qualche cosa. In tutta questa

faccenda per il momento non c 'è una
sola cosa certa, dunque.

Una ce n 'è, invece.

E quale sarebbe?

Che chi ha rubato i 360 .000 stanchi non
è lo stesso che ha ucciso.

Ma da che lo deduci tu questo?

Dal fatto che Couchet, morto, appoggiava
la schiena allo sportello socchiuso

della cassaforte, dove il denaro non c
'era più.

Brava, brava signora, brava. E a queste
conclusioni come ci sareste arrivata?

Ascoltando quello che dicevi poco fa al
telefono, parlando con come li ho.

Io la tua franchezza, la tua modestia.

Ho il caffè sul fuoco. Però con come io
non mi sono espresso così

esplicitamente.

Capisci?

Ma io so interpretare le superstizie.

Ah, sì?

Ah, brava, brava.

Evviva, sì.

Evviva la franchezza.

E allora ritiro la modestia. Va bene
così?

Ecco.

Allora, signora Maigret?

Io me ne vado! No!

Aspetta! Che c 'è?

Aspetta! Ma come?

Hai dimenticato che devi ancora prendere
il cappello?

Io l 'ho macinato e poi... Come sei
distratto!

Basta di me!

Penso sempre... Oggi hai... Hai cambiato
il cappello?

Eh?

Come? Ah, sì, sì, ho cambiato il
cappello.

Le scarpe? No!

E il cappello? Sì!

Per fare un piacere al giudice come lui.
Ah, ecco. Tiene tanto i suoi ispettori,

i suoi commissari.

Volevo che tutti fossimo così... Era
abituato col povero commissario Moirot.

lo ricordi sempre con il cappello duro?

Io vorrei chiederti... Se vengo a
colazione o a pranzo. Non lo so, non lo

Se non vengo insomma ti telefono, come
al solito.

Buona giornata, signora Regretti. Ciao,
Regretti.

Polizia.

La signorina Moinard, per piacere.

Moinard? Sì. Ah, volete dire Nina?

Sì, Nina Moinard.

Cosa ha fatto? È una brava ragazza?

Riceve gente?

È il suo amico e nessun altro.

Il vecchio o il giovane?

Ma come il vecchio o il giovane? Ne ha
uno solo, né vecchio né giovane. Va

È di sopra adesso? Sì.

Il numero della camera?

12, secondo piano.

C 'è l 'ascensore? Sì, prego.

Ma aspettate, l 'avverto.

Non vi disturbate.

Ah, siete voi.

Sono io. Vi ha avvertita per telefono?

Sì, perché?

No, no, niente.

Posso? Bene, credo.

Che ora è?

Sono le nove passate.

Pronto? Il caffè, per piacere.

Il caffè, vuoi?

Io no, no, grazie. Ma ti portatemi la
colazione, sì.

Posso?

Fate, fate pure.

Per essere la stanza di una donna è un
po' disordinata, vero?

Beh, mi avevate detto che sareste
venuto, ma francamente vi aspettavo

un pochino più tardi.

Ci sono novità?

No, no, niente.

Eh, batti, batti pure.

Credo non di svegliarvi a quest 'ora.

Quelli lì sono peggio di me, non si
alzano mai prima delle 4 del pomeriggio.

Quando si alzano?

Mi dovete perdonare la stoccata di ieri
sera?

No, per carità.

Mi toccherà vendere o impegnare i miei
gioielli.

Ne avete molti?

Eh?

Eccoli qua.

Raimond gli aveva pagati 18 .000
franchi.

Sarà molto se riuscirò a farne 5 .000.

Sì?

La colazione, grazie.

Ma davvero non volete neppure una tazza
di caffè? No, veramente, grazie. Potete

andare.

Signorina! Aspetta, signorina, potete
prendermi un pacchetto di guloati? Sì,

Vi do il tosbo.

Bene, Serena.

Credete... Credete che sarò coinvolta in
questa brutta storia?

Ma... Permettete... Prego, prego.

Ma... Mi dispiacerebbe... Se ne
parlassero i giornali per la signora

Come razza.

Avanti.

Scusate, non sapevo che avete gente.

No, no, entrate, non disturbate affatto.

Buongiorno. Buongiorno.

Desiderate qualcosa?

No, niente. Roger ha una visita e
allora...

Ma che ore sono?

De nove, nove e mezzo.

Avete bevuto parecchio, eh, questa
notte? Ah, non me ne parlate.

Ho una bocca e la testa piena di aghi.

Volete una tazza di caffè?

Sì, sì, grazie.

Tenete.

Sciacquate la tazzina.

Si direbbe che il tempo diventi bello
oggi.

Vi

disturbo,

vero? No, signorina, affatto non... Ma
pare che si tratti di una cosa

importante. Il padre di Roger è morto.

Un altro guaio.

Ma voi lo conoscevate il padre di Roger?

No, non l 'ho mai visto.

Ma dite un po', Nina, non è mica
successo qualcosa al vostro amico?

Perché?

Ma, non so.

Giorni fa Roger mi ha detto che suo
padre veniva spesso qui in albergo. Oh

mamma, non da noi.

Roger si divertiva un mondo.

Pare che suo padre avesse una relazione,
capite?

Però Roger preferiva non incontrarlo.
Tanto che una volta che lo vide salire,

rientrò precipitosamente in camera.

Però, ora che ci penso bene, mi sembra
che... Ma che quella volta suo padre sia

venuto proprio qui, da voi.

Suo figlio.

Come si chiama di cognome il vostro
amico Roger?

Couché. Roger Couché.

È il cognome del... Cosa fa il vostro
compagno?

Non capisco.

Sì, insomma, che lavoro fa?

Viete della polizia, vero?

Avrei dovuto sospettarlo.

Ma allora, prima che parlassi, sapevate
già tutto.

Tutti e due.

No, Nina, non c 'entra. Io non avevo mai
sentito parlare di Roger come figlio di

Couchet.

Adesso però è necessario che mi diate
qualche informazione su di lui, eh? Io

so niente. Siamo insieme solo da tre
settimane. E prima?

Lavoravo. Stavo sola.

Voi? E lui?

Ma non so...

Era con una ragazza rossa, alta, che si
faceva passare per manicure.

Ma lui, dico, lavora?

Ma che ne so, cosa ne so io?

Qualcosa fa affari, credo.

Vuol dire che non fa niente, eh? E come
campa allora, di rendita? Ma cosa ne so

io?

Spende molto?

Roger naviga nei debiti.

Parla spesso di suo padre?

Con me ne ha parlato una volta sola, ve
l 'ho già detto.

Allora, come vi chiamate?

Selin. Selin Castel.

Professione?

Beh, pettinatrice a domicilio.

Ma se si tratta davvero di un delitto,
anche noi avremo delle feccature.

Dove eravate ieri sera verso le otto?

Verso le otto.

Dunque, vediamo un po'. Verso le otto,
le otto, le otto, le otto... Ah, sì, sì.

Ero al... al Cirano.

Il bar Henri Blanche.

E Roger?

Era con voi?

No.

Non si può mica stare sempre insieme,
no?

Ci siamo incontrati più tardi, a
mezzanotte.

Dal tabaccaio a Rilo Fontaine.

E' scelta che non era con voi dalle otto
a mezzanotte?

Ma perché dovrei dirvi una cosa per un
'altra?

Non vi ha detto dove è stato, no? No!

E voi non gliel 'avete domandato?

Se voi lo conosceste, non mi fareste una
domanda simile.

Aspettatemi qui voi due.

Mio Dio.

Mio Dio.

Oh,

guarda.

Avete ritrovato il vostro guanto, signor
Martin.

Ma voi siete proprio una persona
fortunata. Davvero non mi sarei mai

Di trovarvi qui.

Dopo quello che è successo ho pensato
a... Capisco.

Allora permettete che vi faccia una
domanda, signor Martin. Da quanto tempo

conoscete il signor Roger Couchet?

Ma dall 'epoca del mio matrimonio.

Non capisco, non... Roger è mio
figliato, figlio di mia moglie.

Ma volete dire che è figlio di vostra
moglie, di Raymond Couchet?

Certo, dal momento che mia moglie è
stata la prima moglie di Couchet.

Roger è il loro figlio.

Unico figlio.

E quando ha divorziato, io l 'ho
sposato.

Sono venuto ad annunciare a Roger.

Mia moglie ha detto che Roger doveva
sapere della disgrazia del figlio.

E' molto impressionabile, nervoso forse.
Ma voi chi siete?

Io sono il commissario Magret della
polizia giudiziaria.

Lo vedevate spesso vostro padre?

Ogni tanto.

E dove?

In ufficio.

O al ristorante.

E quando l 'avete visto l 'ultima volta?

Non so.

Saranno cinque o sei settimane fa.

Più di un mese, certo.

Gli avete chiesto del danaro?

Certo.

Altrimenti perché cos 'altro avrei
dovuto cercarlo.

Allora vivevate alle sue spalle.

Aveva abbastanza soldi.

Poteva ben dare ogni tanto cento franchi
a suo figlio.

E ora, se non vi dispiace, abbiamo
appena cominciato, giovinotto.

Allora, dove eravate ieri sera verso le
otto?

Ieri sera verso le otto?

Ero al Select.

A far che?

Aspettavo mio padre.

Ah, dunque avevate bisogno di denaro,
eh? Ma ne ho sempre bisogno.

Sapevate che sarebbe venuto al Serecto?

C 'era quasi tutte le sere con la sua...
Immagino che la conosciate bene.

Del resto, avevo udito una loro
telefonata nella quale si davano un

appuntamento.

Non ho bisogno di dirvi che di qua...

Si sente tutto quello che si dice nella
stanza accanto. Eh, certo, com 'ora

avete bisogno di dirmi perché siete
venuto ad abitare proprio qui, eh?

Guarda, guarda.

Sareste intelligente?

O soltanto furbo?

E quando vi siete reso conto che vostro
padre non era al Selec, non vi è venuto

in mente, non so, di andare al suo
ufficio?

Permettete?

Spero che non sospettiate che è Roger.

Io? Oh!

Ma mi fate venire la voglia di
rivolgervi ancora una domanda, signor

Quali rapporti ci sono tra la vostra
famiglia e questo giovinotto? Vi

frequentate o no?

Sì, e che viene, viene a trovarsi
qualche volta, non molto spesso.

Ma viene per salutarci, qualche minuto.

E sua madre sa la vita che conduce?

La vita, non capisco. Andiamo, signor
Martin, su. Vostra moglie sa che suo

figlio non fa niente, che è pieno di
debiti?

Eh, sì, ho tentato molte volte di
convincerlo a lavorare, ma... Ma non vi

che adesso basti?

Vi prego di notare che sono ancora in
pigiama.

E che la vostra presenza... Avete visto
qualcuno? Ieri sera c 'è lei che vi

conosca?

Soltanto quella di là, Nina.

Vi avete parlato?

Prego, non gli ho mai rivolto la parola.
E a quale tavolo sedeva?

Non so, mi pare il secondo, a destra del
bar.

E voi dove l 'avete ritrovato il vostro
guanto, signor Martin?

Lo cercavate in cortile tra le cazze
della spazzatura, se non sbaglio, eh?

E se non l 'ho ritrovato a casa?

Figuratevi che ero uscito con un guanto
solo e non me ne ero accorto.

Non ve ne eravate accorto. Dove siete
andato?

A passeggiare lungo il fiume. Io avevo
mal di testa.

E andate spesso a passeggiare la sera
senza vostra moglie?

Qualche volta.

E adesso cosa fate?

Tornate a casa?

Sì, non posso lasciarla in quelle
condizioni, capite?

Certo, capisco perfettamente.

Potete andare, signor Martelli. Grazie.

Prego.

Beh, credo... Credo che sarebbe bene che
tu venissi a trovare tua madre.

Cosa contate di fare ora che vostro
padre è morto?

Lavarmi e vestirmi, se mi fate il
piacere di uscire da questa stanza.

Oh!

Allora? E allora potete ritornare nella
vostra camera.

E' proprio suo padre che è morto.

Eh sì, sì.

Allora Roger, evita.

Non lo so.

Sì?

Dormito.

Ah, sei già vestita per uscire.

Eh, vado al Moulin Bleu.

Bisognerà bene che mi trovi un lavoro,
no?

Se avete ancora bisogno di me?

Per me potete uscire, potete andare.

Vado fuori adesso anch 'io. Aspettate,
prendo la borsa.

Grazie.

Un giorno dopo l 'altro il tempo se ne
va,

le strade sempre uguali, le

stesse case.

Un giorno dopo l 'altro e tutto è come

prima,

un passo dopo l 'altro la stessa vita.

E gli occhi intorno cercano quell
'avvenire

che avevano sognato, ma i sogni

sono ancora sogni e l 'avvenire ormai è
quasi

passato.

Un giorno dopo l 'altro la vita se ne
va,

domani sarà un giorno uomo.

Il tempo si gioia, l 'acqua passa

sui porti, sui bordi dell 'Atene,

due ombre si andano.

Il tempo si gioia,

niente ha cambiato qui.

Mon mare, ta bohème, dort sous la pluie.

A chaque jour, la chance et tous ces
pleurs

qu 'on ne peut pas retenir.

Et puis, tant qu 'on y pense, la vie s
'en va.

Il tempo si gioca a Parigi come in

oltre e passano le settimane

e l 'espoir...

Procuratore, io gli ho detto che non c
'eravate, allora verrà lui qui tra poco

in ufficio. Vabbè, vedemi appena arrivo.
Intanto fai passare quella signora che

ha chiesto di me.

Deve essere la signora Cuscella, vedova
credo. Non mi ha detto il nome.

Vabbè, farà passare un attimo.

Buongiorno, signora.

Signora? Signora Marten.

Ah. Immagino, signor commissario, che
desideriate domandarmi perché sono

No, signora.

Ma come?

Non vi aspettavate una mia visita?

No, veramente non... Prego,
accomodatevi.

Non

capisco.

Non avete ricevuto una lettera anonima?
No signora, nessuna lettera anonima.

Quello che mi sorprende, scusatemi, è l
'abito.

Avevate già pronto un abito da lutto?

Io l 'avevo fatto per mia sorella che è
morta tre anni fa. Quella che aveva

sposato un commissario di polizia.

Come vedete la mia famiglia... La vostra
famiglia?

Sì, dico, siamo gente per bene.

Non ne dubito, signora.

Bene, bene, bene.

Dunque, volete dirmi, signora, quando
avete saputo della morte del vostro

marito?

Ma stamattina, come gli altri della
casa.

La portinaia mi ha detto che ve ne
occupavate voi e siccome la mia

assai... Ma forse non potete capire. No,
signore,

io capisco benissimo.

A proposito, vostro figlio non è venuto
a trovarvi nel pomeriggio di ieri.

La portinaia potrà dirvi che almeno da
tre settimane Roger non viene a

È la mia spina nel cuore.

Ma ci sono... ci sono situazioni...

Assai penose, non tutti possono capirle.

Sì, mio marito stesso mi sconsigliava di
mettermi in lutto.

Come vedete è un lutto e allo stesso
tempo non è un lutto senza velo.

Semplicemente un vestito nero.

A quale età avete sposato Couchet?

Avevo 18 anni.

I miei genitori non permettevano.

Che io stessi in negozio.

A quell 'epoca Couchet faceva il
commesso viaggiatore.

Diceva di guadagnare largamente e di
poter rendere felice una donna.

Eh. Ma quanto sofferto con quell 'uomo.

Tutto il denaro che guadagnava lo
perdeva in speculazioni ridicole. Voleva

diventare ricco.

Sì, cambiava impiego tre volte l 'anno.

Tanto che quando è nato nostro figlio,
Roger, non avevamo un centesimo.

E mia madre ha dovuto pagare il corredo.

Quando uno non è in grado di mantenere
una donna, non deve ammogliarsi, ecco

come la penso io.

E poi... E poi soprattutto quando...
Quando non ha dignità.

Figuratevi che...

che una volta arrivò al punto di seguire
il giro di Francia.

Non so più in qualità di che.

Sì, sì, provvedeva ai viveri, ai
ciclisti, o roba del genere.

Questo era l 'uomo.

Questa, la vita che dovevo fare.

Beh, ma dove abitavate allora?

A Nanterre, perché non ci si poteva
nemmeno permettere di abitare a Parigi.

Voi non l 'avete conosciuto, vero? No.

Lui non si sorprendeva.

Non si spaventava di niente, non si
vergognava di nulla, lui.

Pretendeva di essere nato per diventare
milionario.

Ed era sicuro che ci sarebbe arrivato.

Beh, infatti, mi pare che... Eh sì, già!

Ma in che modo?

E dopo quanto?

Non si sapesse le umiliazioni.

E l 'avete chiesto voi, il divorzio?

Marten... Marten abitava nello stesso
nostro caseggiato.

Naturalmente allora era più giovane.

Aveva un posto importante al ministero.

Cusce mi lasciava quasi sempre sola.

per fare i comodi suoi.

Guardate bene, non successe niente di
men che corretto.

Beh, io dissi a mio marito il fatto suo
e il

divorzio fu chiesto di comune accordo
per incompatibilità di carattere.

Cusci avrebbe dovuto passarmi un tanto
al mese per il bambino.

Marten e io abbiamo aspettato un anno
prima di sposarci.

E Couchet è stato ai patti?

Non ho mai avuto fortuna, io.

Nei primi tempi, quasi mai, Couchet mi
faceva avere il mensile promesso.

Non vi dico le mie umiliazioni con mio
marito.

Sì, sì, il signor Marten è costretto a
mantenere un...

Un figlio non suo.

Solo io so quello che ho sofferto.

Però... Però ho fatto studiare Roger.

Ho cercato di dargli una buona
istruzione.

Ma lui... Lui non era come suo padre.
Non gli somigliava.

Era... Era affettuoso.

Sensibile.

Quando... Quando aveva 17 anni...

Martelli trovò un impiego in una banca.

Ma fu proprio allora che incontrò
Couchet.

Non so dove.

E fu la sua rovina.

Si abituò a farsi dare del danaro dal
padre?

A pensare che a me ha rifiutato sempre
ogni cosa.

Io, che si può dire, gli ho fatto da
serva.

E invece suo figlio dava tutto ciò che
lui chiedeva?

Lo ha rovinato.

Sì, lo ha messo in urto con me.

Roger ci ha lasciati e è andato a vivere
per conto suo.

Sì, sì, viene a trovarci di tanto in
tanto.

E poi va da suo padre.

Per i soldi.

Non voglio essere disturbato per nessun
motivo.

Dunque, ditemi signore, da molto abitate
nel caseggiato dove sono

i laboratori Riviera e Cusce?

Circa otto anni.

Quando ci andammo, chi poteva immaginare
che Couchet fosse il proprietario dei

laboratori Riviera?

Quando l 'abbiamo saputo, Martin voleva
cambiare casa.

Non ci sarebbe mancato altro.

Se c 'era qualcuno che doveva andarsene,
quello era Couchet, non vi pare?

Lui, lui che era diventato ricco, non so
come, vendendo non so che cosa.

Lui che...

Che vedeva arrivare ogni mattina in una
macchina lunga da qui a lì con l

'autista.

Capite?

Poi... Poi ho conosciuto anche sua
moglie.

Siete andata a trovarla?

No.

Io l 'ho aspettata per strada.

Sì, io volevo prendermi il piacere di
vedere che tipo fosse.

Non ne parliamo.

Con tutte quelle arie.

La pelliccia di astraga.

A farla breve, voi dovete rendervi conto

della mia situazione.

Sì, sì, Couchet si è risposato, è vero.

Però io...

Io sono stata sua moglie.

Io condivido le pene, gli stenti degli
inizi degli anni più difficili. L 'altra

ha sempre fatto la vita comoda.

Avete qualche diritto alle eredità?

No.

Io non accetterei neanche un centesimo.

Sì.

Sì, sì, è vero.

Noi non siamo ricchi.

Marten non sa farsi valere.

Manca di iniziativa.

I suoi colleghi li passano tutti avanti
al ministero.

Però io preferirei fare la fame
piuttosto che accettare un 'elemosina da

quella... Ma l 'avete vista?

Quell 'altra?

Vedrete le lacrime che ci farà su.

Può ben piangere lei.

Ai milioni che lui le ha certamente
lasciati.

E al sicuro lei, senza fare niente, ha
sempre avuto la parte più bella

della signora.

Non ha dovuto lottare, lei.

Non ha dovuto...

affrontare la miseria quando lui aveva
bisogno di una donna che lo sostenesse,

che lo aiutasse.

Ma tutto questo non conta.

Però io ho la coscienza di avere fatto
il mio dovere.

Non so quello che voi pensate di me.

Signora, vedi, è sicuro che... Quello...

Quello che mi preme è di avere la
coscienza a posto.

Non tutti possono dire altrettanto.

Signora, io vi ringrazio della visita
spontanea.

Ma io...

Io ho fatto solo quello che ritenevo fu
il mio dovere.

Certo.

Di nuovo.

prendete i vostri rapporti, dobbiamo
andare dal procuratore. Va bene.

Buongiorno, Megretti. Ciao, procuratore.

Siamo proprio per venire da voi.

Mi dispiace, ma la spada delle pulizie,
pensando che oggi non sarei venuto, sta

lavando e dando la cera al mio
pavimento. Il mio ufficio è invaso. Mi

ospitalità? Per carità.

Ciao, procuratore, accomodatevi dove
volete, dove desiderate.

Mi metterò al vostro posto. Ah,
benissimo.

Ecco qui.

Benissimo.

Si sta bene nella poltrona del primo
commissario della polizia giudiziaria.

Sì, specialmente quando chi ci siede non
ha motivo di temere del signor

procuratore generale. Andiamo via,
perché voi mi temereste?

No, appunto, sto dicendo che non ho
nessun motivo.

Toran!

Allora, ci siamo?

Sì. Prima di tutto, ci sono delle
novità? Beh, novità grosse... no.

Molte notizie, qualcuna anche abbastanza
importante.

Insomma, credo.

Adesso andiamo per ordine. Cominciamo
dagli interrogatori.

Interrogatori? Dove vai?

La signora che è uscita un momento fa ha
lasciato l 'ombrello, lo porto all

'uffere. No, lo metto lì, l 'ho
attaccato vicino al mio sopravvito,

Cominciamo dagli interrogatori dei
dipendenti dei laboratori Riviera e

Sì, abbiamo convocato 32 persone.

Se ne sono presentate 19, 7 erano fuori
Parigi e le altre impedite per motivi

che controlleremo.

Risultato praticamente negativo, nessuno
ci ha detto niente di interessante,

tutti incensurati, anche gli inquilini
del caseggiato.

Tutti agnellini, insomma, un inizio poco
incoraggiante.

No, aspettate, vi riservo le sorprese
per la fine, signor procuratore. Ah, ci

sono delle sorprese? Beh, abbastanza
grosse.

Ancora un attimo, poi vedete, signor
procuratore, che ci arriviamo.

Dunque, ecco qua.

Il medico conferma che la morte è stata
provocata da un colpo di rivoltella

sparato da circa tre metri di distanza,
che il proiettile ha stroncato la orta e

la morte è stata istantanea.

Lo stomaco del paziente, lì del morto,
poverino, non conteneva la minima

quantità di alcol, niente cibo.

E poi cosa c 'è?

Ah, ecco, benché oggi sia domenica,
siamo riusciti a ritracciare il cassiere

Credit Lyonnais, la banca della quale la
vittima era cliente. Il cassiere ci ha

detto di ricordare benissimo che proprio
sabato mattina ha consegnato al signor

Cusce... La somma di 300 .000 franchi in
biglietti nuovissimi, operazione che

faceva sempre alla fine di ogni mese per
gli stipendi, naturalmente.

Domattina avremo in mano la ricevuta
bancaria.

Dunque il denaro c 'era?

Eh sì, parrebbe.

Ed è stato rubato?

Si direbbe di sì, signor procuratore.
Sì, ma quando? Se la cassaforte era

e lo sportello non si poteva aprire per
la presenza del corpo.

Ah, ecco, c 'è un fatto. La portinaia mi
ha detto che ad un certo momento, poco

prima... delle 8 ha visto accendersi la
luce nel laboratorio dove c 'è il lavabo

Couchet deve essere andato là questo è
il solo momento in cui il ladro ha

agire all 'insaputa di Couchet e dopo il
ritorno di Couchet l 'assassino per

impadronizzare il danaro avrebbe dovuto
spingere non so il cadavere da una parte

non lasciarlo come l 'abbiamo trovato
noi si è ben capito il dilemma è questo

si tratta di un assassino ladro oppure
di un assassino e un ladro che hanno

agito separatamente.

Sì, sì, sì, il problema è proprio
questo, procuratore.

Ah, ma qui ci sono le novità. Dunque, la
vittima Couchet aveva avuto due mogli.

La prima, regolarmente divorziata, abita
nel caseggiato dove è avvenuto il

delitto, insieme al suo nuovo marito.

Sì, una strana coincidenza, però io non
vedo il suo rapporto con il delitto.

Sì, può darsi benissimo che non abbiano
nessun rapporto, però è un elemento che

illumina un poco il nostro dramma,
determina i suoi personaggi, a me

Ma c 'è un 'altra coincidenza strana,
forse più strana ancora.

Dal matrimonio con la prima moglie è
nato un figlio che oggi ha 25 anni,

pare. Questo figlio alloggia nello
stesso albergo e nella camera contigua.

a quella occupata dalla migra della
vittima è un vizioso un giocatore

e viveva alle spalle del padre scusate
non posso

crederci è così considera questo il
figlio che vive a scrocco ed è

costretto a tutto per poter campare
sceglie fra tanti alberghi e locande

Proprio quella frequentata da suo padre
con l 'amica.

Ma tu credi che il ragazzo ricattasse il
padre?

Non lo so, non lo so. Comunque non
avrebbe neanche bisogno di ricattarlo

esplicitamente perché... Era facile.

Facendoci incontrare per la scala dell
'albergo per sapere al padre che gli

conosceva la sua attresca con Nina.

Che ne aveva le prove e che avrebbe
potuto poi fornire alla moglie, alla

moglie. E così creare...

Degli scandali, dei contrasti, sai. Ma
se il padre gli dava tutto quello che

voleva. Questo lo dice la madre, ma non
lo sappiamo con certezza.

E che può essere?

Ti ricordo che questa sera abbiamo
deciso di andare al cinematografo.

Caschi il mondo, andiamo al
cinematografo.

Scusate capo se vi distrubbiamo, ma non
potevamo prenderci la responsabilità di

agire di testa nostra.

Ma non potevamo chi?

Jeanvier e io.

Ma che è successo?

Dunque, un 'ora fa, poco dopo che voi
eravate usciti, è venuto alla centrale

uomo con un ragazzo.

Ha chiesto di voi, ha da dirvi delle
cose molto importanti sull 'assassinio

Couchet.

E dov 'è adesso?

È di là, lo fate entrare.

Adesso prendiamo anche la bella
abitudine di venire a casa, adesso non

l 'ufficio, si viene a casa adesso, eh?

Non so, cosa di telefonare insomma, no?

Buongiorno, buongiorno capo. Buongiorno
signor commissario.

Sono Orette Lavalliere, macchinista di
prima classe.

Questo è mio figlio Andre.

Mio figlio questa mattina è stato
convocato dai vostri uomini.

Lavora ai lavoratori rivieri.

Ed è stato interrogato?

Sì, ma non ha detto la verità.

E chi lo ha interrogato? L 'ho
interrogato il videocapo.

Sì? Cosa ti ha detto?

Ha detto che non sapeva niente.

Invece questa mattina quando sono
tornato a casa, gli ho trovato sotto il

materazzo questi proiettili di
rivoltello.

C 'è una buona scorta qui.

Sa libro 6 a 35.

Ah, come la rivoltella che ha ucciso
Couchet.

Tu me li hai, eh?

Andiamo, rispondi, giovinotto!

Eh, non è così facile farlo parlare.

Ma io conosco il sistema.

Vero, Andrè?

Ma non faremo una chiassata qui in casa
del signor commissario.

Non sarebbe educato.

E poi è inutile, posso rispondere io
alle vostre domande.

Le risposte me le ha già date lui, tutte
a casa, prima di uscire.

Quei proiettili non gli appartengono.

Sono di un suo compagno di lavoro, un
certo Paul Ferran, inserviente ai

laboratori.

Sì, lo avete visto, interrogato? No, è
uno di quelli che stamattina non si è

presentato, capo. Ma è quel tale Paul
Ferran che la Portinaia ha dichiarato

visto uscire per ultimo dai laboratori
ieri sera.

Ah, sì, poi lo ricordo, ricordo.

Ma per chi avrebbe dato quei proiettili
a vostro figlio?

Erano il resto di un pacchetto da 33
colpi appena aperto.

Sei, il giovanotto li aveva adoperati
per caricare la sua ripoltella.

Il resto li ha dati a mio figlio perché
li gettasse nella senna.

Non voleva che la polizia li trovasse in
casa sua.

Ma che cosa aveva intenzione di fare con
quell 'arma?

Uccidere il direttore Filippi o il
signor Couchet.

E volevano licenziarlo.

Capo, il promemoria sul licenziamento di
Paul Ferran, vi ricordate? Esatto,

esatto.

Ma perché mi avete aspettato adesso a
dirlo? Eh, giovinotto?

È un mascalzone.

Sapete dove abita quell 'altro? Paul
Ferran, Rue des Ecoles, 22.

Vabbè, avete una macchina... Noi abbiamo
un tattico, capo.

Beh, andate avanti, io poi vi raggiungo.
Mi dispiace avervi disturbato, ma ho

creduto opportuno.

Certo, hai fatto benissimo.

E per la falsa deposizione di mio
figlio?

Beh, quello si vedrà.

Cercheremo di essere indulgenti.

Se no risulteranno altre responsabilità,
vedremo.

Ma non lo tratti niente? Beh, si vedrà,
si vedrà.

Tanto accomodatevi, prego. No, dopo di
voi, prego. No, no, prego, accomodatevi.

No, ma... Andiamo, sono in casa mia.

Eh, per bacco.

Su!

Signora Magritte!

Sì?

Cascasse il mondo questa sera noi
andiamo al cinematografo.

Cascasse il mondo che non posso
abbandonare questo caso, va bene?

Ecco.

Desiderate?

La signora Ferran?

Io mi chiamo Tardio.

Desiderate?

Io cerco Ferran, la portinaia mi ha
detto che è qui.

Io sono tardi e ve l 'ho già detto.

Pol Ferran abita qui. Dov 'è vostro
nipote?

Non c 'è.

Dove dorme?

Polizia.

Abbiamo capito.

Non volete dirmi dov 'è?

Non lo so.

Non mi dice mai dove va.

Ma la notte scorsa però ha dormito qui.

No.

Strano.

La portinaia dice di aver aperto il
portone alle tre di questa notte a

nipote. Ha sbagliato.

Non era lui.

L 'avrà confuso con qualche altro.

Nella casa abitano 30 famiglie.

I genitori del ragazzo?

Sono morti.

È orfano.

Colera.

Tunisia.

Quando?

15 anni fa.

Eravate con loro?

No. Ero al paese.

Di dove siete voi?

Bergerac.

D 'Ordogna.

E quanti anni aveva il bambino quando...
Cinque anni e mezzo.

E allora chi ha badato al bambino?

Un orfanotrofio.

Per sei mesi.

Poi sono andata a prenderlo.

E da allora è vissuto sempre con voi a
Bergerac?

Per poco tempo.

Poi siamo andati a Parigi, così avrebbe
potuto frequentare delle scuole

migliori. Che scuole ha fatto?

Perito chimico.

Perito chimico? E come mai fa l
'inserviente?

Aspetta che si liberi un posto di aiuto
analista.

Sono appena sette mesi che è impiegato.

Così può contribuire alle spese, no?

Sì.

Non ho bisogno di nessuno io.

Ho il mio lavoro.

E questi li fate per i negozi o per
privati?

Per te lo cercate.

Non vi ha detto niente questa notte?

No, è da ieri a mezzogiorno che non lo
vedo.

Sapete che volevano licenziarlo dal
lavoro, eh?

Sì, lo so.

E sapete anche il perché?

Perché la gente giudica e agisce per
empatia e antipatia, non secondo

giustizia.

perché lo cercate? perché ha minacciato
di uccidere il suo principale

si dicono tante cose in un momento d
'ira avete

una sua fotografia?

Sapete che vostro nipote ha una
rivoltella.

Non ci credo.

Non ha mai avuto armi.

Avete avuto notizie del suo principale?

Io non so niente.

Perché?

È necessario ritrovare vostro nipote al
più presto possibile.

Se avete notizie...

Se avete notizie avvertitemi
immediatamente.

Pensate che è per il suo bene e per il
vostro. Capito?

Aprite la porta lì.

Avvertitemi.

Salve commissario.

Mi dispiace però di averti guastato la
domenica, eh?

Avresti potuto andare al cinema, invece.

Quali film preferisci?

I film d 'avventure?

Cowboy? Polizieschi?

Non mi piace il cinema.

Tutte stupidaggini.

Vabbè, ragazzo, avevo dei biglietti da
regalarti, invece.

Preferisco il football al cinema.

Ah, sì?

Allora ti ho fatto perdere la partita,
eh?

Tanto non ci potevo andare.

Mio padre mi ha preso i soldi della
paga.

Per quale squadra tieni?

Il Tolosa.

Bella squadra? No, non è una bella
squadra.

Ma il portiere è mio amico.

Il portiere poi è bravissimo, cosoli.

Jean Mourouin. Jean Mourouin.

Jean Mourouin.

Ho visto fare le parate a Jean Moroy.

Boh.

Beh, senti, se vuoi... se vuoi andare
a... domenica

alla... alla partita?

Se credete di incantarmi con un
biglietto per l 'Octadio... Perché mai

avere l 'intenzione di incantarti?

Per indurmi a vendere i poli.

Non so niente, ve l 'ho già detto e
ripetuto. No, non ho fatto bisogno che

vendi il tuo amico Paul.

Ciò che desideravo sapere... L 'ho già
saputo.

Da chi?

Eh, da chi? La sua nonna. Vengo di là.

Non lo credo, la conosco.

Non è una che parli.

Eppure.

Ve l 'ha data la nonna di Paul?

Ma lui non ha fatto niente. Può darsi,
ma a quest 'ora lui saprà,

dai giornali, della morte del signor
Couchet.

Sa di averlo...

Minacciato con te, probabilmente anche
con altri, perciò crede di essere

sospettato. Allora scappa, si nasconde.

Fa male, sei innocente.

Io poi non me lo spiego.

Non trovi?

Io non so niente.

Cercatelo, prendetelo, sono affari
vostri. Vabbè, è appunto quello che

facendo. Se non sapete dov 'è.

Beh, vedi, io ho molta fiducia nella
nonna.

Vuoi che il tuo amico non le faccia
sapere dov 'è?

Per tranquillizzarla? Eh, la nonna
allora potrebbe convincerlo a

il suo bene.

Sei innocente, non ha niente da temere,
ti pare?

Voi lo credete colpevole o no?

Senti, parliamoci così da uomo a

uomo.

Io non so cosa risponderti. Forse è
colpevole, forse... Ma ti assicuro che

innocente non deve avere timore di me.

E se fosse colpevole posso aiutarlo.

Lo vuoi quella tessera lì?

Si è fatta tardi, puoi andare.

Non mi trattenete?

No, perché dovrei trattenere?

Posso... Posso prenderla?

Ma certo che puoi prenderla.

Se avrò bisogno di te so dove trovarti e
tu sai dove trovare me, no?

Ma questa è per tutta la stagione, non
per una sola volta.

Quella lì sì, per tutta la stagione.

Prendila, prendila lo stesso, vuol dire
che se mi occorrerà te la domanderò, no?

Telefonatemi e ve la riporto subito. D
'accordo. Grazie.

Torrance!

C 'è la tia.

Quale tia?

La mia tia, la signora Megri.

Signora Megri.

Ah, si perbacco.

E mi ero dimenticato, devo accompagnarla
dal dentista.

Ma oggi è domenica, capo. Sì, lo so, lo
so, lo so, ma c 'è il dottor Legrandi,

era lo studio aperto a forza per me, sa
che io sono sempre occupato e allora...

Ah, penso un po', mi ero andato.

E c 'è il dente del giudizio. Oh,
poveretto. E soffre pene d 'inferno.

Senti, aspetta un attimo.

Beh, intanto... Dov 'è il coso? Dov 'è
Jean -Pierre? Jean -Pierre l 'ho mandato

a casa, cascava dal sonno, è stato in
piedi tutta la notte per quella

Prego.

Eccola. Beh, ti fa molto male, ti fa
molto male.

Scusa, io forse sono venuta con un po' d
'anticipo, ma mi fa un gran male. Non

vedo l 'ora di togliermi questo
pensiero. Ma pensi che... Me lo leva.

Me lo leva, me lo leva. Ma si può anche
curare, sai. Ma no, ma è il dente del

giudizio. Magari con il trapano.

Siediti, moe. Siediti, me lo tengo
subito. Hai fatto gli sciacchi con l

'acqua... Tutto, tutto. Con l 'acqua
della misericordia, quella che ti ho

Tutto, tutto.

Un 'acqua miracolosa che... Toglia
subito.

Allora dirai a... a Jean -Pierre che
nessuno deve pedinare il ragazzo, eh?

Ma è amico di quel pollo e potrebbe
condurci fino a lui. Sì, vabbè, ma

lì... Quello lì è più furbo, di me, di
te messi insieme, poi di te, senz

Si accorge subito che lo si sorveglia.
No, per carità, bisogna sperare che ci

aiuti spontaneamente.

E credete che vorrebbe a dirci dove è il
suo amico? No, no, no, comunque lo farà

soltanto se non si sentirà costretto.
Hai visto che è un tipo così, un

suo.

Per fare le coppie di questa fotografia,
eh?

Sì. Per quanto tempo saranno pronte? Eh,
fra un paio d 'ore, capo.

Fai odore? Vabbè, prima di sera devono
averle tutti i commissariati di Parigi,

servizi di frontiera, specialmente la
polizia di Bergerac, che è il suo paese.

Bergerac? Sì, insomma.

Sai come si chiama la nonna di quel
ragazzo che stiamo ricercando, quello

minacciato di morte il signor Couchet,
il suo principale? Si chiama Tardieu.

Tardieu? Non ti dice niente?

E' un nome delle mie parti.

Appunto, la nonna infatti è della
Dordogna.

Di che paese? Di Bergerac.

Ah, ma allora può darti che la conosca.
Come ti chiama di nome?

Poi ne parliamo.

Non soffre, poveretto. Andami, andami.

C 'è il suo pravito.

Guarda che probabilmente questa sera noi
ce ne andremo fuori. Ma come?

Ah, no, no, no. Ma come posso?

Non ce ne andremo fuori, no,
assolutamente, per carità.

Allora, qualunque novità ci sia
importante, voi mi telefonate a casa, io

casa prestissimo.

Stomattina forse non ci vedremo.

Devo prima andare al procuratore, poi
devo fare una visita.

Vabbè, andiamo. Andiamo.

Fai vedere?

Cos 'è?

Cosa fai?

Prendi un ombrello da donna per andare
ad Argentina?

No, no, che c 'entra. Questo è un
pretesto, serve me domattina per un

che sono.

Coraggio, signora. Arrivederci. Vedrete
che non è niente, signora.

Coraggio.

Sia, vedrai che andrà tutto bene.

Eh, ma che me lo leva.

Me lo leva, me lo leva.

Ho scoperto io. Che impressione. Ah, al
primo momento sì, poi mi sono fatta

coraggio. Ma sono ancora tanto agitata.

Una casa dove non era mai successo il
minimo scandalo. E hanno ripreso a

lavorare come se niente fosse accaduto.

Si muore, si giace. Un 'azienda
importante non si può fermare.

Chiuderanno un paio d 'ore per i
funerari.

Ah, ecco il commissario.

Buongiorno, signor commissario.

Vi aspettavo stamattina.

Sì. Niente di nuovo?

No.

Nuovo. Ho pensato di fare una
sottoscrizione tra tutti gli inquilini

corona. Ho già dodici adesioni.

Bravo, bravo.

C 'è anche il signor Semart. Ah, bene,
bene.

A proposito, ve lo dico a voi in
confidenza, ma vi prego di non parlarne

giro. Il signor Semart teme delle
complicazioni per la signora.

Ah, sì?

Che dite? Ho fatto bene per la corona?

Benissimo, signora. Anzi, se posso
concorrere anch 'io, sarei ben lieto.

Però, per carità, non fate il mio nome.
No, perché sei molto buona, signor

Comincari. Per cortesia, sapete se la
signora Marten è in casa?

Sì, sì, è in casa.

C 'è anche il marito.

Neanche stamattina è andato in ufficio.
Capito.

Tante cose, signora. Buongiorno.

Chi è?

Sono il commissario Maigret, signora, vi
ho portato l 'ombrello.

Comandatemi. Grazie, volevo solamente
consegnarvi l 'ombrello che avete

dimenticato ieri mattina nel mio
ufficio.

Ah, vedi?

Vedi dov 'è Redgar?

E io che ero convinta di averlo
dimenticato sull 'autobus.

Ma entrate.

Grazie, non vorrei disturbare.

Prego.

Grazie.

Martez, fa comodare il signor
commissario. Prego.

No, no, no, io me ne vado subito, per
carità.

Possiamo... Offrirvi qualche cosa?

Grazie signora, ma io non bevo mai prima
dei pasti.

Ci manca ancora un bel po' allora di
cena.

Marten, offri un cuore. Ho un aperitivo?

Non ti sarei mica bevuto tutto di
nascosto, eh?

Non sembra, ma mi piacciono i cuori.

Di qui si deve godere una bella vista
della piatta, no?

No,

no, purtroppo...

Purtroppo no, le tre metri danno
soltanto sul cortile.

Che cosa volete? Gli appartamenti che
hanno la vista sulla piazza sono al

secondo, al terzo piano, sono anche più
belli, grandi, luminosi,

quantunque io e mio marito detestiamo la
luce. Però hanno un

grave inconveniente per mio marito, sono
troppo in alto.

Senza ascensore mio marito si affatica.

A fare di scale. E così abbiamo
preferito questo appartamento qui all

'ammettato. La vista è meno bella, ma è
più comodo per il gare.

Prego, prego, signor Politario. Grazie.

Alla vostra salute.

Alla vostra salute.

Però dico... Che cosa succede, signor
Commissario?

Pensando che se ieri sera, verso le otto
e mezza, avete guardato dalla

finestra, la mia inchiesta sarebbe già
chiusa.

Non capisco. Perché di qui è impossibile
non vedere cosa accade nell 'ufficio

del signor Couchet.

Anzi, questo sarebbe stato uno dei
casi...

più singolari, penso, di testimonianza
in materia criminale.

Qualcuno che da lontano assiste al
delitto.

Poi io penso che con un binocolo si
distinguerebbero persino i movimenti

labbra.

Certamente. Vero peccato, signora
Marten, che voi non abbiate guardato.

Forse non siete curiosa voi.

Per carità.

Signor Commissario.

Eh sì, capisco, sarebbe stata una grossa
emozione, eh?

Per voi, tranquilla, finestra, vedere
qualcuno minacciare un uomo che in fin

conti poi è stato suo marito, eh?

Un marito.

Che dico, minacciare, no, meglio
ucciderlo, anzi.

Signor Commissario.

No, perché penso che la scena mica si è
conclusa in un attimo. Eh no, no, no,

no.

Al principio...

Couchet doveva essere solo, faceva dei
conti, a un certo momento si alza e va

lavabo e quando torna qualcuno ha già
frugato nella cassaforte ma non ha avuto

il tempo di fuggire.

Credete proprio?

C 'è un particolare strano e cioè che
Couchet si sia

seduto di nuovo in presenza del ladro.

A meno che non conosca il ladro, in
questo caso forse gli parla, gli fa dei

rimproveri, gli ingiunge di restituire
il denaro.

Se avessi guardato dalla

finestra, signora Marten... Già, ma noi
non

abbiamo guardato.

Forse...

Forse dalla finestra degli appartamenti
vicini.

Chi abita accanto a voi?

Al nostro piano qui, l 'ammezzato. Tre
appartamenti sono chiusi

e usati come magazzino. Sì, è abitato
soltanto l 'appartamento

qui accanto.

Chi ci abita?

Una vecchia strega che sta sempre lì a
spiare quello che facciamo. Scommetto

se anche adesso aprissimo la porta la
troveremo lì a origliare. Noi non

niente da nascondere, però... Capisco
che certo non è una vicinanza piacevole.

Oh, com 'è tardi!

Vi chiedo ancora scusa, signora, di
avervi disturbato. Siete voi che vi

disturbato per il mio invario?

Ah signora, scusate una domanda, volevo
chiedere se

dove pranzate voi di solito, nella sala
da pranzo?

In cucina.

Anche sabato sera.

Anche sabato sera?

Sì, sì, anche.

Scusate.

Tante cose, signora.

buonasera signore grazie grazie signore

Permettete che vi suggerisca la nostra
specialità?

Quale sarebbe? È molto buona, sogno d
'inferno.

È un alito di fiamma con brividi di
cielo.

No, no, no, c 'è troppo contrasto.

Non vi offenderete mica se mi chiedessi
invece un calvadosi. Ma no, per

chiarità. Ecco. Ma è la mia bevanda
preferita. Ah, ecco.

Conoscete questo giovinotto?

Curioso.

Curioso? Perché? Che cosa?

Questo giovanotto è uscito di qui poco
fa.

Era seduto a quel tavolo. Non ci avrei
fatto caso se non lo avessi sentito dire

alla cameriera il solito.

Evidentemente la cameriera non ricordava
di averlo servito un 'altra volta. Sì,

perché gli ha domandato, scusate, non
ricordo cosa vi ho servito. E lui, come

fate? Come fate a non ricordare?

Me l 'avete servito ieri, sabato sera,
un gin bourbon.

Capite? Invece non era vero.

Assolutamente. Nell 'altro ieri sera.

Non solo non se lo ricordava la
cameriera, ma neppure io.

Neppure io ricordo di avere preparato un
jean bourbon, né ieri né l 'altro ieri

sera. Qui non c 'è quasi nessuno che lo
ordini.

E cosa ha fatto poi quel giovinotto?

È rimasto pochi minuti, sì, e poi se n
'è andato.

Però è curioso, eh?

Sì, scusate, è curioso che voi mi
mostriate proprio la sua fotografia. Va

che... Aveva l 'aria un po'... un po'
squinternata.

Ma non pareva un poco di buono.

Polizia, eh? Vero?

Insomma, siete certi che non è stato qui
né sabato né ieri sera, no? Ma caro

signore, non sono la sola a poterlo
affermare. Anche la seconda cameriera.

Ma io dico... mi scusi. Perché dire...
dire il solito quando... quando non era

vero? Non era vero, no? Beh, beh, per
crearsi un alibi... Beh, volete farmi

portare un...

Un altro calva d 'ossa. Dov 'è quel
tavolo? Sì. Senz 'altro. Grazie.

Volete servire un calva d 'ossa ai
signori?

Sogno d 'inferno. Un abito di fiamma con
brividi.

No, no, tengo anche il mezzo. Ah, tiene
anche quello? Sì, li tengo tutti.

Cosa cosa sentite?

Il solito.

Ah, aspettate un momento.

Cercate di me?

Bene.

State bene?

Abbastanza, grazie.

Venite qua tutte le sere voi?

Sì.

Ma mi dava sempre appuntamento qui.

Ah, ho capito.

E dove vi mettete? Sempre allo stesso
tavolo?

Sì, a quello lì, dove ero seduta prima.

Ah, non vi avevo visto.

E c 'eravate anche ieri sera e sabato
sera?

Sì, perché?

Eh beh, perché conoscete questo
giovinotto?

Ma è il mio vicino d 'albergo. Sì,
appunto, è il figlio di Couchet.

L 'avete visto qui sabato sera o ieri
sera?

Ieri sera, domenica no. No.

Sabato? Non ricordo, forse sì.

Forse sì.

E allora, non vi ha mica parlato?

No, gli ho parlato stamattina per la
prima volta.

Stamattina? Ma dove?

Nella mia stanza, in albergo.

È venuto a chiedere un aspirina per
Serin che si sentiva male e è andato via

subito. Ho capito.

E al teatro?

Quando andiamo? Vi hanno scritturata?

Boh, c 'è qualche probabilità. Devo
ritornarsi stasera.

La ballerina si è fatta male e se non
sta meglio la sostituirò

Poi forse mi scrittureranno.

Oh, i cento franchi! Ho impegnato i
gioielli.

Ehi, venga che c 'è, non c 'è mica
nessuno.

Grazie, siete stati molto buoni.

La barista ci guarda, deve pensare che
ho già sostituito il povero Raimondo.

Attento, siete stati compromettenti.
Beh, no, la barista già ha annusato di

razza sono.

Travedete qualche cosa?

Sì, grazie, un rosè.

Cameriera, per quanto gli è? Un rosè per
la signorina.

Scusate se vi lascio, ma purtroppo devo
vedere un 'altra persona.

A presto, allora.

Grazie, commissario. Se avete bisogno di
me, mi trovate sempre qui all 'ora dell

'aperitivo. La sera prima dello
spettacolo.

La mattina sono in albergo.

La sera sono al Moulin Bleu.

Ma il mio nome è Eliane.

D 'accordo, non preoccupatevi. Grazie,
commissario.

Arrivederci. Arrivederci.

Grazie.

Buonasera.

Il vostro.

Grazie.

Il commissario McRae non c 'è.

Sì, signor commissario.

Abbiate pazienza se vi sollecitiamo, ma
dobbiamo preparare il rapporto per il

procuratore che sta per andare via dall
'ufficio.

Dite pure, scrivo.

Fermati, scrivi, scusate un momento.

Fermati due uomini.

Aspetta, che tenografo? Aspettate un
momento, tenografiamo.

Abbiamo uno stenografo. Sì, potete
dettare più in fretta.

Avanti, fermati due uomini, dati
corrispondenti,

ricercato Paul Ferrano.

Interrogatori, indagini in corso.

Riferiremo.

Commissario Legrand, dodicesimo.

Grazie, lo segui, commissario? Grazie,
lo seguo.

Centralino?

Centralino, datemi subito il
quattordicesimo.

Sì, resto in linea.

Ecco qua il... Ah, dettami che facciamo
più presto.

Pronto?

Pronto il quattordicesimo?

Sì,

detta pure.

Allora, giovane, dati

corrispondenti... Un momento, non sento
niente, fate più

piano, detta più piano.

Dati corrispondenti, Paul Ferrat,
segnalato, zona... dove?

Zona... più piano, per favore!

Zona mercati.

Avvisate pattuglie?

Riferiremo.

Sì, sì, ho capito. Ho capito.

Va bene.

Un momento, un momento, richiamo io.

Subito.

Manca ancora la risposta del capoposto
di frontiera di Modana. La linea è

interrotta. Il quattordicesimo ha
telefonato adesso e non abbiamo ancora

trasferirlo. Non importa, dasemelo così.

In sintesi, che notizie ci sono? È tutto
ancora molto vago, signor Procuratore.

A Parigi sono stati fermati una ventina
di individui che somigliano al Ferran,

ma tutti negano e non abbiamo ancora
potuto fare gli accertamenti.

Ci vorrà tutta la notte. E sui treni
alla frontiera?

Niente di nuovo ancora. Dalla provincia,
dal suo paese, Bergerac, se non

sbaglio. Sì, Bergerac.

Capirete, signor procuratore, il ragazzo
è nato a Bergerac, ma ci ha vissuto

solo i primi due anni e non c 'è più
ritornato. Si può dire che è quasi uno

sconosciuto. Ma è possibile che con
tutta la polizia mobilitata non si

rintracciare una persona?

Signor procuratore, se si trattasse di
un pregiudicato sapremmo subito dove va,

con chi sta. Ma per un incensurato è
molto difficile conoscere le abitudini,

amiche. C 'è i luoghi che frequenta.

Proprio in questi momenti il commissario
Maigret non si trova. Ha telefonato.

E che cosa ha detto? Viene?

Non credo perché doveva fare una visita.
Una visita?

Ma gli avete detto che aspetti il suo
rapporto? Che me ne ha parlato subito

stesso. Ah, meno male.

E allora?

Ha detto che ve lo facessi io e che ve
lo consegnassi come... Va bene.

Se avrete la fortuna di riparlare con il
vostro superiore prima di domani

mattina, ditegli che se ci sono delle
notizie importanti può telefonarmi a

Anche in piena notte.

Intesi? Intesi, intesi.

Prego, da questa parte.

No, io vorrei parlare con la signora
Couchet. Non so se sarà possibile.

Posso chiamare il signor Colonelli, l
'oggi della signora?

Ecco, magari perché... No, vorrei
parlare con la signora Couchet, con la

Eh, ma non credo che sia per il momento,
ma chi devo annunciare? Io sono il

commisario Magretti, caricato dell
'inchiesta.

Grazie tanto.

Volete accomodarvi? Grazie.

Signora, ma il mio dovere mi impone...
Prego,

permettete il mio fratello a ridormire.

Il colonnello Dormois, mio zio.

Mia madre, la sorella di mio marito, è
arrivata questa mattina da Sainte -Mont.

Mio cugino, Jules Dormois. Buonasera.

L 'avvocato Carnot.

Cosa desiderate?

Potrei parlarvi da sola, signora.

Va bene.

Permettetemi.

La sorella di mio marito ha dovuto
prendere qualcosa.

A metà giorno non si è fatta colazione.

Ah, beh, capisco.

Benissimo. Oggi avete ricevuto qualche
visita in attesa? Sì.

Il figlio di mio marito.

Il mio figliato.

Roger. E lo conoscevate già?

Appena. Mio marito lo vedeva in ufficio.

Ma una volta che lo abbiamo incontrato a
teatro, Remo...

Ci ha presentati.

Ma qual era lo scopo della sua visita?

Voleva sapere se si era trovato il
testamento.

E mi ha domandato il nome del mio notaio
per rivolgersi a lui per le formalità.

Sono cose penose, ma del resto è nel suo
diritto.

Credo che la metà del patrimonio gli
spetti. Io almeno non ho alcuna

di contestargliela.

Ecco signora, mi permettete qualche
domanda indiscreta.

Quando lo avete sposato, Couchet era già
ricco?

Sì, non come adesso, ma i suoi affari
andavano già molto bene.

Matrimonio d 'amore?

Se così volete chiamarlo.

Ci incontriamo a Dinard.

Dopo tre settimane mi domandò se avrei
accettato di divenire sua moglie.

I miei genitori presero informazioni e
ci sposammo.

Siete stata felice?

Capisco, c 'era una certa differenza di
età.

Cusce era assorbito, preso dagli affari,
forse non c 'è stata...

Perdonatemi.

Molta intimità, o mi sbaglio.

Voi vi occupavate della casa, lui viveva
per conto suo.

Io non gli ho mai fatto rimproveri.

Era... Era un uomo di grande vitalità.

Aveva bisogno di un 'esistenza molto
movimentata.

Non ho voluto trattenerlo contro la sua
volontà.

E siete mai stata gelosa?

Sul principio.

Poi mi sono abituata.

Del resto credo che mi volesse bene.

Vi parlava della sua prima moglie?

Scusate signora, ma date le circostanze,
ogni elemento può esserci utile,

capite? Avete dei sospetti?

Sospetti molti, ma così, vaghi.

Nessuno che si possa dire fondato.

Per il momento tento di ricostruire la
vita di vostro marito, il suo mondo, le

sue azioni, i gesti dell 'ultima sera,
capite?

Sapevate che quella signora abitava
nella stessa casa dove vostro marito

gli uffici? Sì, me lo aveva detto lui.

Ma...

In che termini parlava di quella
signora? In certi momenti la detestava.

Poi si vergognava di questi sfoghi e la
scusava dicendo che in fondo era un

'infelice.

Perché? Infelice?

Perché insoddisfatta.

E poi?

E poi?

È una donna interessata.

Avida.

Aveva abbandonato Raymond perché non
guadagnava abbastanza. E ritrovarselo

ricco, mentre lei era la moglie di un
piccolo impiegato.

Sapete se quella signora aveva mai
tentato di farsi dare... Non

credo gli abbia mai chiesto denaro.

Mio marito me lo avrebbe detto.

Tutto quello che io so di sicuro è che
per lui era un supplizio incontrarla

quando andava in ufficio.

Lei lo faceva apposta a metterglisi
sulla strada.

Ma gli parlava? No, non credo.

Lo fissava con disprezzo, diceva mio
marito.

Ma, non capisco, vostro marito non ha
mai pensato di trasferirsi... Sì,

ma è così difficile trovare dei locali
vasti in una zona centrale di Parigi.

Vostro marito, che voi sappiate, aveva
dei nemici? No,

non direi.

Tutti gli volevano bene.

Era buono, sì.

Troppo.

E generoso.

Non sapeva rifiutare il denaro a
nessuno. Diceva che per troppo tempo

dovuto badare al centesimo e adesso...

Adesso che poteva, voleva finalmente
essere prodigo.

Frequentava i suoi familiari?

Poco, sono gente di... di altra
mentalità.

Altri gusti.

Io... mi ringrazio, signora.

Mi pare che per il momento... Scusate,
ho anch 'io una domanda.

Capite?

È una cosa imbarazzante.

È una domanda delicata.

Raymond aveva delle relazioni, lo so.

Lo nascondeva, ma soltanto per
discrezione.

Io vorrei sapere se da quella parte ci
saranno noi.

Scandali.

No, signora.

Io credo proprio che da quella parte non
abbiate nulla da temere.

così due mogli e un 'amica

Un giorno dopo l 'altro il tempo se ne
va,

le strade sempre uguali, le

stesse case.

Un giorno dopo l 'altro e tutto è come

prima,

un passo dopo l 'altro la stessa vita

e gli occhi intorno cercano

quell 'avvenire che avevano sognato ma

i sogni sono ancora sogni e l

'avvenire ormai è quasi passato

Un giorno dopo l 'altro la vita se ne
va,

domani sarà un giorno uomo.