All language subtitles for Requiem per un agente segreto (1966) di Sergio Sollima (film completo ITA) - Geldino 73 (480p, h264, youtube)

- Il pieno.
- Bene.

- Pronto, Bressart?
- Sì, complicazioni?

Forse.

C'è una macchina che mi sta seguendo.

Quindi, se entro un'ora io non richiamo

sarà meglio rimandare
l'appuntamento di questa sera.

Merci, monsieur.

Comprare tappeto arabo molto bello
e a buon mercato?

Fammi vedere.

Venti dirham.

- Due?
- Venti dirham.

No, due.

Shukran.

Bressart, tutto bene.

- L'appuntamento è confermato.
- Intesi.

Bene, bravissima!

- Ancora!
- Bene, Betty Lou!

Ladra!

- Ciao, caro.
- Ciao, Betty.

Aspetta. Se no, ti sporchi tutto.

Peccato che non hai visto il numero.

Che hai, Felix? C'è qualcosa?

Niente.

Cioè, sì. Avrei una cosa da dirti.

Chissà perché sono sempre
gli uomini a lasciarmi per primi?

Senti, Betty. Io...

Lascia gli assegni dove sono!
Io per denaro mi spoglio solo in pubblico.

Grazie.

Non è per niente escluso
che un giorno torni a cercarti.

- Quando parti?
- Domani mattina... spero.

Torni da tua moglie?

Dopo, forse.
Se va bene una certa faccenda.

Scusa, ma non posso dirti di più.

Dovrò starmene nascosto un po'
di tempo finché tutto sarà finito.

Va bene, Felix. Come vuoi tu.

Adesso sai che facciamo?

Metto il vestito più bello che ho
e andiamo fuori a ubriacarci.

Mi dispiace, Betty. Non posso.

Ho un appuntamento importante
alla villa di Marrakech.

Bressart! Sono io, Robbins.

C'è il signor Gregory, mister Atenopoulus.

Buongiorno, Gregory.
Non vi aspettavo così presto.

Lo vedo.

- Allora?
- Tutto fatto.

E nel migliore dei modi.

Il nostro Alexej
se ne è occupato personalmente.

- Chi era?
- Robbins.

Agente speciale Ned Robbins. Sigla A029.

Robbins.

Sentite, Moran.

- A voi piace questo fiore?
- Eh?

Oh, bellissimo.

Mi è costato tre anni di lavoro
e di incroci.

Questo lo faccio ogni volta che uno
dei nostri agenti ci lascia la pelle.

È l'unica cosa che ancora riesca
a farmi provare un sincero dispiacere.

Mi aiuta a ricordare

che quei poveri diavoli
che mandiamo a morire in giro per il mondo

non sono soltanto sigle
o schede perforate.

È stata una brutta annata
per la mia povera serra.

Altroché.

Ned Robbins è il terzo in due mesi
e se non...

Ah! È il Pentagono che me li mette
alle costole per proteggermi.

- Dicevate?
- Bisogna sostituire Robbins.

- Con chi?
- Proporrei l'agente speciale Nicholas.

Matricola A032, altezza 1,89 metri,
peso 85.

Classificato primo nel judo,
karate e tiro con la pistola.

Ma cosa deve fare, vincere le Olimpiadi?

- No, ma insomma...
- No. Credetemi, Moran.

Questi super galli da combattimento
stavolta non servono a niente.

Ve lo assicuro io.

I nostri ragazzi sapranno cavarsela
con le spie russe, cinesi, cubane

ma qui si tratta di una cosa
del tutto diversa.

In questo momento in Marocco stiamo
combattendo contro una banda di mercenari

che si vendono a chi paga di più.

Per organizzare assassini politici,
disordini, rivoluzioni e perfino guerre!

C'è un solo modo
per battere quei figli di puttana!

Mettergli tra i piedi...

...un figlio di puttana
più grosso di loro!

- Ma di questi figli non ne abbiamo.
- Quello di cui parlo non è uno di noi.

Si chiama John Merrill,
più conosciuto come Bingo.

Me ne sono servito varie volte in passato.

O meglio, adesso che ci penso bene,
forse è lui che si è servito di me.

Siamo già d'accordo
per quanto riguarda la parte finanziaria.

Ora è a Berlino.

Ecco qui il vostro biglietto
e le informazioni che vi serviranno.

- Questo è per lui.
- Eh?

No, non vi spaventate, Moran.
E solo un anticipo.

Dategli subito l'assegno,
altrimenti non vi starà neanche a sentire.

- Come sta il vecchio?
- Bene.

- Lo conoscete da molto tempo?
- Abbastanza.

- Avete già fatto lavori per lui, vero?
- Qualche volta.

- Dove, esattamente?
- Qua e là.

Non siete un tipo loquace, mi pare.

Perché, volevate un tipo loquace?

Ditemi una cosa, Merrill.

Non potevate scegliere un ufficio
con un panorama più allegro

del Muro di Berlino?

Non è un ufficio, è un posto per sedersi.

- Sedersi?
- E aspettare.

- Aspettare che?
- Il momento di alzarsi.

C'è sempre tanto movimento di polizia
da questa parte del Muro?

No, è un po' eccezionale.

Oggi qualcuno ha sparso la voce

che tra poco un famoso giurista
della Germania orientale

passera il Muro qui.

Qualcuno, vero?

Dall'altra parte, invece
si vedono pochissimi poliziotti.

Questo perché dall'altra
parte qualcuno ha sparso la voce

che un famoso scienziato
della Germania Occidentale

si vuole trasferire
nella Germania Orientale.

Però questo a circa tre chilometri da qui.

Ah! Così la polizia comunista
si è concentrata lì.

Ho capito, un bello scherzetto.
Rallegramenti.

Se vuole continuare a rallegrarsi,
si tolga dalla finestra.

È l'ora.

Vede, qualcuno ha pagato i Vopo
perché sbaglino la mira

ma devono pur sparare.

- Difficoltà?
- No.

- Fila.
- Grazie.

Ah, eccovi.

Buonasera. Professore.

Signora.

Signorina.

Allora?

- Sono i gioielli di famiglia.
- Grazie.

- I pochi rimasti.
- Ah!

Molto belli.

Come si suol dire,
benvenuti nel mondo libero!

Adesso presentatevi alla polizia,
ormai sarà arrivata.

Questo per voi.

Auguri.

Perbacco. Allora sotto quella dura scorsa
batte anche un cuore.

La pietra era falsa
e la montatura orrenda.

Siete sicuro di avere capito tutto?

Arriverete all'aeroporto
di Tangeri alle 14,30.

Lì troverete il vostro contatto.
È norvegese, ma parla parecchie lingue.

Norvegese? Che c'entra la Norvegia?

Qui è spiegato tutto.

Adesso fate attenzione.

Olafsson vi dirà: "Scusate,
siete voi l'avvocato di mia zia Emily?"

Voi risponderete:
"Sì, l'ho vista all'aeroporto e sta bene."

- Questo è tutto.
- Oh...

- Che vi prende?
- Sapete, Moran?

Volevo tanto vedere
che faccia hanno quei tali

che inventano le frasi di riconoscimento
per gli agenti segreti.

Niente paura.

È solo la polizia.

Avanti, ispettore Kruger.

Sempre in ritardo alle mie feste.

- Ero al telefono.
- Come?

Eravate al telefono mentre io recuperavo
tre cittadini alla democrazia?

Stavolta l'avete fatta grossa.
È quello che mi hanno telefonato.

Mentre eravamo qui ad aspettare
i vostri profughi dall'Est

uno dei nostri scienziati atomici
è fuggito verso la Germania Orientale.

- Scommetto a tre chilometri da qui.
- Esatto.

I muri si possono scavalcare
nei due sensi. Io non c'entro.

Ho l'impressione
che dagli spiragli di questo muro

comincino a soffiare
delle correnti d'aria molto pericolose

per la vostra salute, mister Merrill!

Bene, infatti sto per trasferirmi
in climi più caldi, ispettore.

Buonasera.

Grazie.

Allora, benissimo.
La messinscena ha funzionato.

La polizia è convinta che Bressart
e Robbins si sono ammazzati a vicenda

per una questione di interessi.

Sì, ma vedo che voi siete ancora nervoso.

Niente affatto, ma mi domando
se quella ragazza, Betty Lou

ci creda a questo.

Non ha fatto niente
che dimostri il contrario.

È vero, ma ciò non toglie che rappresenti
sempre un grosso pericolo per noi.

Non credete che sia il caso...

Insomma, di liquidarla?

Secondo me sarebbe un grave errore.

- Perché?
- Credete che Washington si arrenderà?

No, tutt'altro.

Manderanno un altro agente.

Secondo voi con chi cercherà di prendere
contatto questo agente appena qui?

- Con Betty Lou.
- Esatto.

E noi saremo lì ad aspettarlo.

Ecco, signora. Prego.

No, non l'avete persa, Ce l'ho io.

L'ho trovata nella vostra borsetta.

La polizia è suscettibile su queste cose.

- Non so come ringraziarvi.
- Non c'è di che.

- Però attenta a non farvi male.
- Farò attenzione.

- Addio.
- No, "addio" non mi piace.

- È meglio arrivederci.
- Sarà molto difficile.

Io vivo di cose difficili.

Scusate, siete voi l'avvocato
di mia zia Emily?

Sì e stai tranquillo,
tua zia scoppia di salute. Andiamo.

- Scusa, ma il tuo bagaglio?
- Non porto mai bagaglio.

Porto solo soldi.
Questa è la tua macchina?

- Non è mia, l'ho presa a nolo.
- A nolo?

Bravo, così hai dato nome,
cognome e tutto.

La prossima volta comprala e più bella!

Senti, io non ho alle spalle
il tesoro degli Stati Uniti.

- Se dicessi quanto mi danno di trasferta!
- Va bene.

- Qual è l'albergo migliore della città?
- Credevo venissi da me.

Non dobbiamo lavorare insieme?

Sarà bene mettere
subito in chiaro una cosa.

Io non lavoro con nessuno. Può darsi
che qualcuno lavori per me, caso mai!

Questo è il nostro uomo,
Rubeck.

Ha cominciato con una piccola
rete di spionaggio

che forniva materiale
ai forni crematori nazisti.

Finita la guerra è riuscito
a salvare la sua organizzazione.

Ora pare che l'abbia messa al servizio
della società che ti interessa.

Quello è l'identikit di Rubeck.

Così come è stato riconosciuto
qui a Tangeri dall'unica testimone

del disastro aereo di...

- Mi stai a sentire?
- Certo

Londra, luglio del '56.
Aereo esploso in fase di decollo.

Centosette morti, tra i quali Sven Hansen,
un norvegese inviato speciale

delle Nazioni Unite.

Sì, Hansen era stato mandato a Suez
per tentare di evitare la guerra.

Qualcuno pagò Rubeck per fermarlo.

La tua testimone lo vide.

Beh, ecco...
C'era una bambina all'aeroporto.

Salutava i genitori che partivano
nello stesso aereo di Hansen.

Rubeck la avvicinò,
le parlò e le diede un pacchetto.

Le fece credere
che era un regalo per la mamma.

- La bomba era lì dentro.
- Esatto.

Commovente.

Sarebbe questa la testimone?

Una bambina che fa scoppiare
un aereo anmazzando i genitori

e altre cento persone.

Diventata certo isterica
dopo un'esperienza di questo genere

crede di riconoscere Rubeck in tutti gli
uomini biondi che vede in strada! Vero?

Non sono isterica, mister Merrill.

Era lei la bambina?

Però! Adesso è cresciuta.

Sono assolutamente sicura
di avere trovato Rubeck.

Ero qui per un servizio,
sono una fotoreporter.

L'ho detto subito alla polizia,
ma non mi hanno creduto.

Allora ho pensato
che il Governo norvegese

forse non aveva rinunciato a trovare
l'assassino di Hansen e degli altri.

Infatti sono stato mandato subito qui.

- Che cosa avete fatto?
- Beh...

Per cominciare abbiamo aperto
questo studio fotografico come copertura.

Io mi sono improvvisato fotoreporter.

Sono andato per tutte le strade,
nei night, nei ristoranti

a fotografare le persone
che potessero essere lui. Ecco.

Speravo di avere
la stessa fortuna di Edith.

- Invece?
- Finora niente.

Con dei dilettanti come voi
non c'è da stupirsi

se Rubeck è ancora in circolazione.

Già, si intende
che tu hai un'idea migliore.

Sicuro.

Come prima cosa cambieremo sesso.

- Eh?
- Cercheremo una donna.

Una donna che si spogli.

- Desiderate?
- Buongiorno, vorrei parlarvi.

- Scusate, ma adesso...
- Si tratta della morte di Bressart.

Accomodeatevi.

Vorrei farvi una domanda.

Credete davvero che Bressart e Robbins
si siano ammazzati tra loro?

Perché me lo chiedete? Chi siete?

Sono un agente
del controspionaggio americano.

Anche Ned Robbins
era un agente americano.

- Lo sapevate?
- Io lo conoscevo poco.

Il vostro amico Bressart è stato ucciso
perché stava per consegnare a Robbins

dei documenti compromettenti
per certe persone.

Voi sapevate di che si trattava?

Per niente. Non me lo aveva mai detto.

Io non sapevo che cosa facesse.

Vi credo, ma se gli assassini di Robbins
e Bressart sospettano

che voi sappiate qualcosa...

- Voi credete che...
- State calma.

È probabile che prima di agire
quelli cerchino di sondarvi

per scoprire cosa sapete veramente.

Magari qualcuno di loro
si presenterà a voi

fingendosi un amico di Robbins
e di Bressart.

Allora che devo fare?

Beh, voi fingerete di crederci.

- A proteggervi penserò io.
- Grazie.

Se avessi bisogno di voi,
dove posso trovarvi?

Beh, potete rintracciarmi facilmente.
Questa è la palestra dove mi alleno.

Fatevi forza. Se vi vedono
con quella faccia, capiscono tutto.

È vero. Io voglio farla pagare
a quelli che hanno ammazzato Felix.

Brava!

È vuota! Ehi!

- Ma cosa stai facendo?
- Bevo champagne.

- Ma...
- No, non avere paura. Pago io.

Non volevo dire questo. Non dobbiamo
andare a parlare con la ragazza?

Stasera noi ci guardiamo
intorno bevendo champagne.

Domani tu andrai da lei.

- Io solo?
- Tu e solo!

Buongiorno, signorina. Io sono...

- Sono un amico di Ned Robbins.
- Ah.

Entrate, prego.

Vengo da voi
perché ho saputo che conoscevate Ned

e soprattutto Bressart.

Credo che anche voi abbiate trovato troppo
semplicistica la spiegazione ufficiale

della morte di Ned e Bressart e...

- Siete stata molto brava.
- Ma...

È morto?

No, è solo svenuto.
Adesso è meglio se andate di là in cucina.

Dobbiamo interrogarlo.

Andate di là.

Signorina,
c'è una lettera per voi del Carrousel.

Signorina Betty!

So che siete in casa, aprite.

Aprite, ma mandatelo via subito.

Finalmente! Come va?

Voi siete del Carrousel?
Non vi ho mai visto.

No? Vi assicuro che da oggi
mi vedrete molto spesso.

Vi spiego meglio.
Sono il nuovo direttore di sala.

Farò dei cambiamenti.

Sentite, ne parliamo stasera, va bene?
Adesso datemi quella lettera.

Lasciatemi spiegare perché sono venuto.

Vedete, ci sono delle lagnanze
sul vostro comportamento

da parte di qualche altra artista.

Dopo lo spettacolo in genere
andate a sedervi a qualche tavolo.

La posizione del locale
è molto delicata...

La polizia ci dà delle noie.

Se voi mi firmate questa dichiarazione...

Adesso vi do la penna.

Erik! Erik!

Erik, sono io.

Non avevo mai ammazzato un uomo.

Non l'avrei fatto
se non fosse stato per salvare te.

Per salvare me?
Cretino, questo mi serviva vivo.

Chi ti ha detto di andare
in giro ad ammazzare la gente?

Avevi previsto questo?
Mi hai mandato avanti come esca!

Certo, non sei pagato per questo?

Ah, ah! Guarda.

- Ma... è un tesserino dell'FBI.
- È una pessima imitazione.

Però... adesso chi spiega alla ragazza
che loro sono i cattivi e noi i buoni?

- È successa una cosaterribile.
- Che cosa?

Due uomini hanno ammazzato
gli agenti che mi avevate mandato.

Uno diceva di essere amico di Robbins.

Aspetta, non ora. C'è troppa gente.

Andate al Corrousel,
vi raggiungo appena possibile.

Fate presto.
Quando ci siete voi, mi sento sicura.

- È naturale, sapete di potervi fidare.
- Certo.

No, sarebbe una sciocchezza cercare
di recuperare i corpi di quei due idioti.

Non preoccuparti, ci avranno pensato
quelli a ripulire la casa.

Come vuoi.

Però non mi sarebbe dispiaciuto
conoscere questo tipo

che spara attraverso le porte.

Non ti mancherà l'occasione.
Ora c'è un problema più urgente.

Questa ragazza, Betty Lou

da come si sono messe le cose
non ci può più servire.

Ormai sa troppo.

Va bene, manderò qualcuno oggi stesso.

No, Alexej.

- Dovrai farlo tu.
- Perchè?

Quando ti ho raccolto
in una strada di Varsavia

eri un bambino affamato e morto di paura.

Devi a me tutto quello che sai.
lo ho fatto di te un essere superiore.

Dopo tanti anni, oggi è la prima volta

che rispondi chiedendomi perché
a un ordine che ti ho dato.

Te lo dirò io perché.

Perché non vuoi farlo.

Ma dovrai farlo!

Io sparo a uno attraverso la porta,
tu ne pugnali un altro

e io a momenti strozzo lei.

Adesso vai a dirle:
"Guarda che siamo tuoi amici."

Tu devi dirle la verità,
è l'unico modo per convincerla.

Sì? Io non ho mai detto
la verità alle donne.

Le poche volte che l'ho fatto
non mi hanno creduto.

Arrivederci e non bere troppo!

- Buona fortuna, allora.
- Eh!

Scusate, non volevo spaventarvi.
La porta era aperta.

Scusatemi voi, sono tanto nervosa.

Guarda che disastro.

È per Felix che avete pianto?

Sono sua moglie, siamo stati separati
per qualche tempo, ma...

Sì, mi aveva detto che sarebbe tornato
con voi se gli fosse riuscita una cosa.

Invece non gli è riuscita
Io hanno ucciso.

Ma non è vero quello che hanno scritto
i giornali, non è stata una lite.

Felix era legato da molti anni
a persone pericolose.

Per questo l'avevo lasciato,
ma negli ultimi tempi mi aveva scritto

che avrebbe fatto di tutto per liberarsi.

Quello che hanno ucciso con lui
era un agente americano.

Lo sapevo, lo sentivo.

Betty, volete aiutarmi a vendicarlo?

Ma voi non sapete con chi avete
a che fare. Sono assassini senza pietà.

Ho il denaro necessario
e so dove trovare gente decisa a tutto.

Li combatterò con le loro stesse armi.

- Chi è?
- Tra cinque minuti in scena.

- Vengo subito.
- Me ne vado. Dovete vestirvi.

Non ci metto molto.

Riprenderemo la conversazione dopo,
se non vi dispiace.

No, non mi dispiace.

Vieni.
Dai, si divertono tutti in questo paese!

Si può sapere che cos'hai?

Ehi!

- Ammiraglio, quante sono queste?
- Uno, due, tre, quattro. Cinque!

- È adesso?
- Solo uno, però mi basta. Mi basta.

Buonasera.

- Vi devo degli altri ringraziamenti.
- Non c'è di che.

Ma che vi aspettavate
se venite sola in un posto così?

Whiskey.

Già, dimenticavo che nella borsetta
voi avete la vostra piccola amica.

Mia nonna diceva sempre
che i gentiluomini hanno poca memoria.

Forse io non lo sono,
però anch'io ho avuto una nonna

ma nella borsetta ci teneva le caramelle.

Quanto è grosso?

- Il guaio che avete.
- Perché? Vi interessa?

- Forse, potrei aiutarvi.
- Aiutarmi?

E perché?

Come ha scritto non so chi,
potete leggere la risposta nei miei occhi.

Infatti sto leggendo.

Saltate le pagine più piccanti.

Mi avete fatto ridere
e non mi succedeva da tanto tempo.

- È così grave?
- Sì.

- Più di quanto pensiate.
- Bene, non ritiro la mia offerta.

Aspetta, aspetta un momento.

Tieni. Porta questo biglietto a quella
signora bionda che è seduta al bar.

Meno male che siete venuto.

Scusate, devo fare una telefonata.

Avevo pensato
di mandarvi a chiamare, ma...

- Finalmente una buona notizia.
- E cioè?

Ci stanno pedinando.

Ma ti pare una buona notizia?

Con la morte di Betty Lou
avevamo perso i contatti.

- Come ci avranno ritrovato così presto?
- Non lo so, ora glielo chiediamo. Vieni.

Sta' tranquillo. Non li abbiamo persi.

Vieni.

Di qua.

Avanti, chi ti ha mandato?
Chi ti manda? Parla!

Ne arriva un altro.

Filiamo.

Aspetta.

Hanno invitato
anche qualche amico.

Guarda là.

Amin.

Koren.

Ehi, tu, vattene via! È lui che vogliamo.

- Vattene.
- È invece resto qui.

- Almeno levati gli occhiali.
- Giusto.

- Addosso!
- Attento!

Amin!

Adesso...
basta scherzare!

Va' avanti!
Chi è che vi ha mandato? Parla!

Parla o ti spezzo il braccio.

Don Josè Galvao,
il padrone della taverna giù al porto.

Perché l'hai fatto? Aveva parlato.

Su, andiamo.

Stavolta ti sei svegliato nel tuo letto

ma la prossima volta
ti sveglierai all'inferno.

- Ma che volete?
- Chi ti ha pagato per farmi ammazzare?

- E perché?
- Non mi strozzate. Ve lo dico.

Amico mio, io non ho niente
contro di voi.

È la prima volta che vi vedo,
anzi vi dico che mi siete molto simpatico.

- Non è vero che è simpatico, eh?
- Continua.

Io l'ho fatto perché sono cavaliere. La
signora era tanto arrabbiata con voi...

La signora?

Ma sì. Io l'ho capito subito, caro
signore, che era una questione d'amore.

- Ah, la gelosia!
- Che signora? Descrivila.

Ma come? Per farvi assassinare
una signora mi dà un sacco di dollari

e voi volete farmi credere
che non sapete neanche chi è.

Ma volete prendermi in giro?
Per Bacco, che vita movimentata la vostra!

Ti ho detto di descriverla!

Mah, è una signora straniera, credo.
Alta, bionda, un po' magrolina.

Ma quello che è certo
è che ha un mucchio di soldi.

Sì, ma...
Come si chiama? Lo sai?

Sicuro.
Io so sempre tante cose dei miei clienti

molto di più di quello
che loro vorrebbero che io sapessi.

L'ho fatta seguire io.

Ha affittato una casa in Via
Eridin II col nome di Evelyn Chardin.

Un nome inventato di sicuro.

Come vedete, quello che so
ve lo dico appena me lo chiedete.

Questo non te lo chiedo, te lo ordino.
Scordati di me.

Buonasera.

E allora, mia bella ed elegante signora,
chi diavolo siete? E per chi lavorate?

Voi lo sapete benissimo chi sono.
Non stareste qui altrimenti.

Bressart?

Ma era vostro marito?

Ma questo non spiega
perché mi volevate ammazzare.

La sera che vi ho incontrato al
Carrousel avevo parlato con Betty Lou

e quando vi siete allontanato,
lei è stata uccisa.

- E ho creduto...
- Che fossi stato io. Perché?

Mi aveva mandato un biglietto in cui
mi diceva che eravate uno degli assassini.

Lei lo credeva, ma...
si sbagliava perché...

È inutile. Io non posso spiegarvi,
ma vi giuro che non c'entro

con la morte di quella donna.

- Va bene, fatemi vestire.
- Avanti.

Scusate gli schiaffi,
ma i coltelli non mi sono mai piaciuti.

Forse vi piacerà di più una pallottola!

Assassino!

Ma che cosa fate?
Ve l'ho detto che io non...

Sì, me l'avete detto.
Lo so, ma non posso crederci.

Vi ho visto con i miei occhi
sul cadavere di quella ragazza.

- Già, ma l'aveva ammazzata un altro.
- Come io ammazzerò te.

Credevi che fossi convinta, eh?
Beh, ti sbagliavi.

Tu hai ammazzato quella ragazza
e anche mio marito.

Ora basta! Molla questa pistola!
Avarti, prima di combinare qualche...

Questo forse...

Tu e gli altri non...

Non...
non riuscirete a spiegarlo.

Andiamo, piantatela adesso.

Quella scema doveva starsene a casa.
Era una dilettante

e quando i dilettanti si mettono
con i professionisti, si fanno male.

E lei si è fatta male!

Ma come puoi parlare così?
Era una donna giovane, bella.

E per accusare gli assassini di suo marito
ha finito con l'ammazzarsi.

Noi siamo qui per uno scopo, lo sai?

E so anche i modi
che usi per raggiungerlo.

E devo dirti che sono ignobili.

E come lo prendo il tuo uomo?
A forza di chiacchiere?

Con questi tuoi sistemi finirò con l'avere
sulla coscienza più delitti io

dell'assassino che devo arrestare.

Smettila.

Dico sul serio.
Ho deciso di non lavorare più con te.

Comunico subito la mia decisione
ai miei superiori.

Tu potrai fare altrettanto con i tuoi.

- Il caffè.
- Ah, grazie.

Ehi!

Dimmi un po' una cosa, per favore.

Chi è quello che ti ha fatto
agente speciale?

Non mi sembri molto tagliato
per questo mestiere.

E tu allora lo sei meno di me.

Non tento neanche di spiegarti che quanto
maggiore è la propria responsabilità

Verso gli esseri umani
tanto più bisogna rispettarli.

Senti, ragazzino.
Mettiamo in chiaro una cosa.

Quando io sono arrivato al mondo,
c'era già tutto.

Le armi da fuoco, i soldi, le bombe,
la politica e i figli di puttane.

Buonasera.

Ah, dimenticavo. Andate in giro a fare
le foto ai biondoni, mi raccomando.

Meglio così.

- Vero, Edith?
- Non lo so.

- Come non lo sai?
- No, non lo so.

Forse la violenza
va combattuta con la violenza.

Ma come?

E lo dici proprio tu?

Tu sei un bravo ragazzo.

Ma gente come te e come me
non ce la fa contro i Rubeck.

Ci vuole un uomo come Bingo.

Io credo che lui abbia
una sua idea della giustizia.

Da uomo forte, da ribelle.

CAMPANELLO

Il "cavaliere senza macchia".

Senti, che ne diresti se ti portassi
Rubeck su un piatto d'argento?

Cosa?

Ehi, mi è venuta un'idea,
parlando di fotografie di biondoni.

Il successo è nelle tue belle manine,
Edith.

Hai mai fatto un fotomontaggio?

Mi scusi, questa è la stazione di polizia?

Thank you, come on!

Come on.

Scusi, voi volevate sapere
chi ha ammazzato una donna stamattina?

- Certo che vogliamo saperlo.
- E allora io vi dico chi è stato.

- Aspettate qui, un momento.
- Ok.

- State qui.
- Bambini, voi sedetevi qui.

Mi raccomando, state buoni. Sit down.

- Non muovetevi.
- Yes, papy.

Yes, papy.

- Prego, venite.
- Chi, io?

- Voi sempre buoni, children.
- Yes, papy.

- Yes, papy.
- Adesso esagerano.

- Vado là?
- Sì.

Thank you.

Buongiorno.

- Voi avete delle informazioni, signor...
- Sono Mister William Stevens del Texas.

Sono un commerciante.
Stamattina facevo una passeggiata.

Ho cercato di fare delle foto
con la mia Kodak

quando ho sentito un suono di pistola
e un uomo che correva via dalla villa.

- Uomo? Che uomo? Potete descriverlo?
- Descriverlo?

No, ho una cosa migliore. Io ho fatto
la fotografia, ecco qui. Guardate.

Ecco. Bravi.

Allora...
ecco qui.

Ma come sarebbe, capo?
I patti erano cinque dollari a testa.

Ma siete matti?
Cinque dollari tra tutti quanti.

Capo, se fossi in te non tirerei tanto sul
prezzo con il posto di polizia qui vicino.

E va bene, sanguisuga.
Fatti vivo tra una decina di anni.

Forse avrò un lavoro per te.

- E fa le parti giuste.
- Andiamo.

E mettili sulla dichiarazione dei redditi.

- Ehi, la mia parte.
- Un momento, un momento.

Beh, questo è...
questo è vagamente somigliante

ma...
I am sorry, non è lui.

Lui non è il mio uomo.

Ci scusate, vero?

Ma io mi rendo perfettamente conto
delle necessità della polizia.

- Avete un documento? Pura formalità.
- Sicuro.

Ecco.

Oscar Gregory, via Mohamed Quinto 37.

- Professione, commerciante.
- Importo macchinari.

Il mio ufficio è allo stesso indirizzo.

- Non c'è altro e scusate.
- Mi rendo perfettamente conto.

Arrivederci. Arrivederci.

Scusate, Stevens.
Io vendo polli all'ingrosso in Texas.

- Bravo, complimenti.
- Buongiorno.

- Grazie.
- Ma Sig. Stevens, questo è il sesto!

Non mollare, mai mollare. Ehi!

Io sono molto mortificato
di dare tanto disturbo.

Non preoccupatevi,
non è il caso di parlarne.

No, io voglio essere perdonato.
Io voglio offrivi un buon whiskey bourbon.

E va bene, ma prima voi sarete mio ospite.

Very well.

- Dove andiamo?
- Via Mohamed 37.

- C'è il taxi.
- Andiamo.

- Prego.
- No, prego.

- Allora, casa vostra?
- Sì, a casa mia, se non vi dispiace.

Come volete.
E allora, autista, via Mohamed, 37.

Sì, signore.

Qui è molto bello!

Visto? Te l'ho detto
che una dose era abbastanza.

Finalmente, l'abbiamo, eh?

Speriamo di tenerlo.
Guarda un po' indietro.

Ehi, ma non puoi andare un po' più forte?

Io sì, ma è questa carretta
che non ce la fa.

Dai, muoviti!

- Il semaforo è rosso.
- Tira dritto e suona.

Suona che non ti fermano.
Abbiamo un ferito grave qui.

Bingo, ricordati i nostri patti.
A te la società, a me Rubeck

ma vivo e in condizioni da sostenere
il processo che lo attende.

Non temere, lo riavrai vivo.
Non proprio di buon umore, ma...

Tieni.

- Tu spolveragli la casa.
- Sì.

Fa' attenzione.

Per favore.

Hai visto passare un taxi con tre uomini?

No, non ho visto nessuno.

Salute. Dormito bene?

- Che cosa hai usato?
- Panactatom.

Maiale!

Andiamo, Rubeck, dov'è il senso di humor?
Hai fatto fuori migliaia di persone

e adesso cadi nella rete per un delitto
che non hai commesso.

- Io lo trovo divertente.
- Chi sei tu? Che cosa vuoi?

Voglio sentire il suono della tua voce.
Voglio che tu parli, ma molto.

Mi devi dire tutto della vostra società,
dei suoi dirigenti e delle sue attività.

Sì, lo so, Rubeck. Tu sei un duro, eh?

In confronto ai cadaveri
che ti sei lasciato dietro

io con i miei pochi sembro un dilettante,
ma al contrario di te...

Io me li sono sbucciati personalmente,
uno per uno.

Ognuno di loro ha avuto il privilegio
di un trattamento personale

e per te, Rubeck, ho preparato
qualcosa di veramente speciale.

Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere
finire così come hai cominciato.

Una volta fornivi il materiale
per questi forni, vero?

Stai bleffando.
Se mi ammazzi, non saprai più niente.

Ah, già, dimenticavo.

Ho apportato una piccola variazione ai
sistemi praticati dai tuoi amici nazisti.

Invece di ammazzarti
e poi metterti nel forno

io prima ti metto nel forno
e se proprio non parli, ti ammazzo.

Tu non hai cambiato idea, no?

- Al diavolo!
- Come vuoi.

Sicuro che non vuoi parlare, vero?

Ferma!

Senti...

- Mettiamoci d'accordo.
- Certo.

Io posso...
posso darti tutto quello che vuoi.

Lo sai cosa voglio. Che parli!

Beh, vediamo dall'altra parte.
Incomincio a seccarmi.

Fermo. Fermo!

Parlo. Parlo!

A bordo c'era solo l'autista.
Presto, andiamo a cercare Oscar.

Bravo, non avevo mai sentito
così tante cose in così poco tempo.

Complimenti!

E adesso che succede?

Con me niente.
Tu però hai un debito con i norvegesi, no?

Sai, quella vecchia storia
dei 107 passeggeri dell'aereo...

Che peccato!
Preferivo trattare con te, tutto sommato.

Con me il conto è già chiuso.

Carogna!

Non sparare. Gli voglio parlare.

Alexej, fai tu.

Portatelo in macchina.

Alexej.

- Chi è?
- Bingo.

- Con qualche pezzetto in meno.
- Oddio, che è successo?

Porco mondo!

L'avevo già in mano
e quel figlio di un cane...

Insomma, mi è scappato.

Non importa.
L'importante è che tu sia vivo.

Dio mio, in che stato sei!

Vediamo.

No, è una cosa da niente.

Il mio sangue ti disgusta?

E il nostro Erik che ne penserà?

Insomma...

La sera era incominciata male.

Ma pare che finisca...

Anche peggio!

- Ma che hai fatto?
- Mi sono scordato di aprire una vetrata.

E non domandarmi di Rubeck.

È riuscito a scappare, ma non è colpa sua.

Beh, no prendertela.
Ma sì, tanto Rubeck ha le ore contate.

Ho scoperto in casa sua questi documenti.
Qui dentro c'è tanta dinamite

da far saltare in aria non solo lui, ma
anche la società e la sua organizzazione.

Era solo una parte dei documenti

ma è più che sufficiente
a metterci in guai grossi.

- Che facciamo allora?
- Dobbiamo essere molto prudenti, Alexej.

Dovremo guardarci non solo dagli americani
e dalla polizia, ma anche dalla società.

- Dalla società?
- Certo.

Tra due giorni dobbiamo riunirci
sullo yacht di Atenopoulos

e se gli altri scoprissero cos'è successo,
la nostra pelle non varrebbe un centesimo.

Siamo soli, piccolo Alexej.
Bisogna fare qualcosa qui.

E farlo prima che sia troppo tardi.

La chiave, per favore.

Ha telefonato varie volte
vostro zio Samuele, signore.

Ha detto che ha bisogno
di vedervi urgentemente.

- Lo zio Sam?
- Già.

- Ci vado subito. È quello ricco.
- Sì, signore.

- Sentite...
- Risparmiatevi la fatica.

Tanto lo so che cosa mi volete dire.
Che ho fatto fiasco, eh?

Che ho rubato i soldi
che mi avete dato, vero?

L'avevo tra le mani quel porco
e me lo sono fatto scappare.

Aspettate un momento.
Non è così brutta come pare.

Io ho saputo che i documenti
sono in mano vostra.

Siete male informato. Quelli li ha Erik,
tutto quello che serviva.

Mentre io facevo quella bella figura,
lui prendeva tutti i documenti.

Così li ha il norvegese?
Speriamo che li tenga in un posto sicuro.

- Voi sapete dove sono?
- Certo che lo so.

E allora di che vi preoccupate?

Sentite, se voi vi accontentate
di pochi pezzi di carta, io no.

Ho detto che avrei preso quel bastardo
e che l'avrei dato ai norvegesi

e lo farò a costo di andare sulla Luna.

Forse non sarà necessario andare
tanto lontano per trovare il vostro uomo.

Guardate.

Venite con me.

- Però! Com'è piccolo il mondo.
- Sono lieto di rivedervi.

L'ultima volta ci siamo separati
un po' bruscamente.

Conoscete il mio segretario, sì?

Certo, il ragazzo che ride.

- Allora?
- Allora, Merrill, come voi avrete capito

il Sig. Gregory è venuto a mettersi con
la sua organizzazione al nostro sevizio.

- Ve l'avevo detto che volevo accordarmi.
- Il Sig. Gregory?

Ma non si chiama Rubeck?

Abbiamo deciso nell'interesse di tutti
che il nome che mi sta meglio è Gregory.

Ho capito. Ma questo Sig. Gregory
cosa vuole in cambio?

I documenti che mi sono stati rubati.

E l'immunità personale per me
e per il mio segretario.

È una cosa ragionevole.

Però non può decidere da solo.
I vostri soci approvano?

A questo proposito il Sig. Gregory
ha fatto un piano che semplificherà

tutte le cose, sia per noi che per lui.

Ho capito.

Io credo che i particolari
potremmo discuterli noi

questo se voi non avete
niente in contrario.

Beh, ecco, c'è un piccolo inconveniente.

Anch'io ho un socio
che dovrebbe accettare.

- E voi lo convincerete ad accettare.
- Ah, voi dite?

Il vecchio mi ha mandato
questo piccolo assegno da dare a voi.

D'accordo.

Ciao.

Ciao, Bingo. Erik ti aspettava,
è andato via proprio adesso.

Peccato.

Perfetto. Avete avuto qualche difficoltà
con quel vostro socio?

No, non ancora.

Ehi, un momento. Non mi avete detto
se vi siete messo d'accordo con Gregory.

- Mi sono messo d'accordo.
- Sì, ma per quando?

Domani.

Parleremo d'affari dopo mangiato.
La relazione la farà Gregory.

Adesso ditemi che cosa ne pensate
di questo cocktail.

Se sapeste quello che
mi è costato strappare il mio nuovo barman

al George Sand di Parigi!

Che vi devo dire! Sono
così poche le soddisfazioni nella vita

che quando uno può sarebbe
un peccato privarsene.

Tutto a posto.
L'americano ha fatto quello che doveva.

Anche puntuale.
Abbiamo quasi un quarto d'ora. Bene.

- Ne è certo?
- Ah, questo si.

C'è un piccolo contrattempo.

Per un banale malinteso con il mio
segretario alcuni documenti indispensabili

alla mia relazione
sono rimasti malauguratamente a terra.

- Ma come...
- No, no, no.

Pagherò il mio errore rinunciando
al piacere di fare colazione con voi.

Cercherò di fare il più presto possibile.

Se incominciaste senza di me, qui ci sono
alcuni documenti che potreste vedere.

Questa è la valigetta,
in perfetto orario.

E questa è la bomba dell'americano.

otto secondi di ritardo.
È fatta, Alexej, andiamo.

Però peccato dover dare la società
agli americani. Potrebbe essere tua.

Lo sarà, lo sarà. Sta' tranquillo.
Vedrai, mio piccolo Alexej.

Presto saremo più forti di prima tu ed io.

- Buongiorno.
- Salve.

Facciamo dieci, ecco.

Che novità?

Ho parlato con Washington
dieci minuti fa.

Ho detto che la missione è andata
benissimo e ne sono felice.

Davvero? Va bene.
Se sono felici, io sono entusiasta.

- Datemi l'assegno che sto partendo.
- No, mio caro.

Il vecchio vuole
che andiate a Parigi con Gregory.

Cosa?

Dovrete entrare
nell'organizzazione di Gregory

e restarci fino a quando potremo farne
a meno perché è questo che noi vogliamo.

Sì, anch'io, ma in modo diverso.
Fate da voi, a me non interessa.

Nemmeno i soldi vi interessano?

Beh, allora è diverso.
Provate a convincermi.

Se ci darete tutte le informazioni circa
l'organizzazione di Gregory a Parigi

nomi, indirizzi, cifrari segreti,
conti correnti, insomma tutto

il vecchio vi darà il doppio
di quanto avete avuto finora

se riusciremo a fare entrare
tanti zeri in un assegno.

Mi avete convinto. Quando parto?

Qui c'è il biglietto...
e tutte le istruzioni necessarie.

- E questo è per voi.
- Grazie.

Tenetelo in ufficio
insieme agli altri serpenti.

- Dove starete a Parigi?
- Al Ritz.

Bene. Gregory ed io vi raggiungeremo
tra tre o quattro giorni al massimo.

D'accordo.

Vi aspetto al bar mentre vi cambiate.
Poi vi accompagno all'aeroporto.

Bene.

Salve, ragazzi.

Potevate telefonarmi.

Ma cosa avete? Morto qualcuno?

È successa una cosa molto grave.
I documenti sono scomparsi.

Davvero?

- Sembra che la notizia non ti emozioni.
- Ormai non c'entro più io.

- Parto, ho un altro incarico.
- Capisco, fai le valigie e te ne vai.

Ti ho già detto una volta
che io viaggio senza bagaglio.

Arrivo, prendo quello che mi serve
e quando parto, lo butto via.

È molto più comodo.

Già, basta avere denaro
e a te il denaro non manca mai.

Bingo, io non sono del tutto idiota, sai?

Ho letto sui giornali
la notizia dell'incidente capitato

allo yacht di un certo Sig. Atenopoulos e
questo nome era sui documenti di Gregory.

Me lo ricordo benissimo e ora tu di punto
in bianco abbandoni la missione e vai via?

E i documenti sono spariti. Ma cosa credi?
Che non sappia sommare due più due?

Grazie, signore.

Non smetterò di combattere contro
Rubeck. Di Questo puoi starne sicuro.

Non ho più i documenti, ma posso
citare molte cose a memoria in tribunale.

E anche Edith potrà testimoniare.

Partiamo subito per Oslo
e convincerò il nostro governo ad agire.

Bingo, non hai un po' di coraggio?

Vedi, io fino a poco tempo fa ti ammiravo.
Mi sembravi un uomo forte, libero.

Di quelli che se ne infischiano
delle regole.

Sì, insomma. Tutto quello che sogna
di essere un povero diavolo come me.

E invece sbagliavo tutto.

Sei tu il povero diavolo.

E le regole le osservi tutte
e non ti ribellerai mai.

Sinceramente, Bingo...
mi fai pena.

Vieni, Edith. Andiamocene da qui.

Scusa, Erik. Vorrei dire una cosa a Bingo.

Aspettami nello studio.
Ti raggiungo subito.

- So che hai preso tu i documenti.
- Ah, Sì?

Perché non gliel'hai detto?

Volevo sentire cosa avevi
da dirmi tu prima.

Io? Non ho niente che possa dirti.

Allora, ha ragione Erik.
Tu scegli sempre la via più facile.

Sei un vigliacco!

Scusate, Sig. Merrill,
il detective dell'albergo.

Dovrebbe farvi qualche domanda. Mi spiace.

Quest'uomo era salito da voi.
Siete in gradi di identificarlo?

Era mio amico.

Come avete detto?

Era mio amico!

Dopo quello che avevo sentito
mi è parso che non fosse il caso

di perdere tempo e l'ho liquidato.

E la ragazza?

Ha preso un taxi che passava.
Non ce n'erano altri in vista

e la mia macchina era parcheggiata
troppo lontano.

Anche se ci avessi provato,
non sarei mai riuscito a raggiungerla.

Non fa niente.

Va' all'aeroporto. Vedrai che sarà lì
in attesa di imbarcarsi sul primo areo.

- Siete la Sig.na Edith, vero?
- Sì, chi siete?

Mi manda Bingo.
Sono un suo collega, Howard Samson.

Che cosa vuole Bingo?

Ha scoperto che Erik
è stato assassinato e da chi.

E perché non è venuto
lui stesso a dirmelo?

È stato ferito in una sparatoria
con gli assassini, ma non è molto grave.

Vuole dirvi certe cose
che vi potranno servire ad Oslo.

Bingo mi ha detto tutto.
Sono io che prendo il suo posto.

Va bene, andiamo.

Ma ditemi una cosa.
Voglio sapere la verità.

È veramente una ferita leggera o è grave?

Chi? Bingo? È all'ospedale,
ma non vi preoccupate.

Se la caverà, se la cava sempre Bingo.
Ha la pelle dura quello.

Ci hanno provato in tanti ad ammazzarlo,
ma nessuno ci è mai riuscito.

Deve avere nove vite.

Allora, lo vuoi fare tu o devo farlo io?

Sei dalla loro parte adesso?

Allora, preferisco
che sia tu ad uccidermi.

Hai sentito, Bingo? La ragazza preferisce
te, ma io non mi offendo.

Per me è lo stesso.

Tu, scappa!

E va bene, ti spaccherò pezzo per pezzo.
Vieni pure avanti.

Sei tu, Alexej?

Victor.

Victor! Ma dove diavolo...

Perché non sei partito?

Erik ha avuto un incidente, è morto.

Non posso mancare al suo funerale.
Ero uno dei suoi pochi amici qui.

Forse dovrò anche commemorarlo.

E hai incominciato
con l'ammazzare il vecchio Victor.

Attento a quello che fai, Bingo.
C'è Alexej in casa. Forse, te lo ricordi.

Eccoti un suo ricordo.

È l'unica cosa del tuo fantoccio meccanico
che non sia a pezzi.

Alexej...

Fuori la mano!

Pronto, signorina? Voglio parlare
con il Sig. Moran, è urgente.

Moran, state a sentire.
C'è Bingo Merrill qui a casa mia.

Ha ammazzato Alexej e minaccia me.

Cosa? Sì, lo sto tenendo a bada.

Ma fate presto.

Mi stai tenendo a bada, eh?

Sì, ma non ci riuscirò per molto ancora
perché tu cercherai di disarmarmi.

E allora io dovrò sparare.
Dovrò ammazzarti.

- E sarà legittima difesa.
- Tu non puoi fare niente di legittimo.

E questa volta sarà con gran piacere
che farò le cose personalmente.

Questo è per Alexej.

Ti fai giocare...
come un principiante.

Sei diventato vecchio, Rubeck!

Forse, hai ragione.

Avanti, deciditi!

Avanti, presto. Facciamo presto!

Perché non avete suonato?

E così lo avete ammazzato?
Non potevate aspettare?

- Sapevate che lo volevamo vivo.
- Ma di che state parlando?

Lo sapete.

Gregory mi ha telefonato e se voi
siete vivo, vuol dire che lui è morto.

O no?

Ma cosa significa?

E dove lo portano?

Ha un appuntamento ad Oslo, in Norvegia.

Ehi! Siete un imbroglione, un farabutto.
Vedrete quando lo saprà il vecchio!

Non avrete un centesimo.
Ve l'assicuro, non un centesimo!

Qualche volta è meglio lavorare gratis.

- Buongiorno.
- Buongiorno.

- Io parto, arrivederci.
- Arrivederci e buon viaggio.

Ehi! Ma che fai tu? Lascia subito
quella valigia o chiamo la polizia.

Non c'è bisogno della polizia.

Tieni.

Sali.

E così te ne andavi
senza neanche salutare, eh?

Vediamo se mi ricordo le parole esatte.

Viaggio senza bagaglio.

Quando arrivo, prendo quello
che mi serve e poi lo butto via.

E va bene, parlo troppo.
Lo so, è un mio difetto.

Ti ci dovrai abituare.